Foto: Pagina Facebook SSC Bari. |
Inizio amaro dei playoff per il Bari, sconfitto allo scadere dal Sudtirol facendo calare una scure di critiche sull'atteggiamento della squadra, lodato invece quando lo stesso tipo di partita aveva portato a delle vittorie in stagione regolare. Questa rubrica ha sempre posto l'accento sulla pericolosità di un approccio basato sugli episodi e su un atteggiamento rinunciatario. In questo episodio io e Giovanni Fasano cerchiamo di analizzare cosa ha portato il Bari ha giocarsi la partita in questo modo e cosa deve cambiare in vista della gara di ritorno.
Un goal di Rover nel recupero condanna il Bari ad una sconfitta che complica non poco il cammino del Bari nei playoff. E’ un risultato giusto per quello che si è visto in campo?
Nicola L. - Rispondo subito, la risposta è sì: il Bari ha meritato di perdere questa partita non perché l’andamento della partita abbia suggerito necessariamente questo, ma ritengo che sia la giusta punizione per una partita giocata in maniera totalmente rinunciataria.
La partita ha offerto poco con entrambe le squadre che lasciavano il pallone all’avversario sperando di provocare un minimo di pressione da attaccare alle spalle, ma per entrambe le squadre la strategia non ha avuto successo.
Bisoli ha cercato di mischiare le carte schierando la squadra con un 3-5-2 con cui pareggiare il centrocampo del Bari e cercare di creare soqquadro nello schieramento difensivo biancorosso mediante il posizionamento degli esterni: il Bari ha risolto il problema con uno schieramento asimmetrico in non possesso, con Dorval che usciva su Lunetta a sinistra mentre sul lato opposto De Col veniva controllato non da Mazzotta bensì da Benedetti che si apriva sull’ex Spezia.
Dall’altra parte il Bari cercava di usare Maiello per mischiare le carte in costruzione facendolo muovere fuori linea rispetto ai centrali e permettere ai terzini di avanzare, in particolare Dorval; tuttavia il Sudtirol dava priorità a coprire le linee di passaggio centrali senza smuovere il proprio schieramento e andando ad aggredire solo quando il pallone raggiungeva il terzo centrale del campo.
Un dettaglio sui passaggi effettuati da Maiello ci dice molto di come il Bari ha mosso il pallone nella partita di Bolzano (Fonte: Wyscout). |
La partita non si è mai spostata da questi binari, con il Sudtirol che cercava di raggiungere in maniera diretta le due punte ma con scarso successo grazie alle letture dei centrali difensivi del Bari e l’attenzione dei centrocampisti nell’avere la meglio sulle seconde palle; dall’altra parte i biancorossi cercavano di muovere la palla ma senza prendersi il minimo rischio finendo per isolare progressivamente l’attacco.
Dal dettaglio dei passaggi progressivi del Suditirol si evince la ricerca del gioco diretto verso le punte. (Fonte: Wyscout). |
Nella parte finale del match Bisoli ha fatto entrare Rover e Casiraghi tornando al 4-4-2 e cominciando ad investire negli uno contro uno sugli esterni: la mossa ha funzionato visto che da un cross di Casiraghi è arrivato il goal dell’altro subentrato, condannando il Bari ad una sconfitta che oltre al mettere in serio pericolo l’accesso alla finale, pone grossi interrogativi sulla scelta strategica della formazione biancorossa.
Giovanni F. - No, il risultato non rispecchia ciò che si è visto in campo, ma è altrettanto vero che il Bari non ha fatto nulla per evitare che si verificasse questo scenario. Come era ampiamente prevedibile, il Sudtirol ha giocato con l'obiettivo di mantenere la gara in equilibrio fino all’80esimo, per poi passare ad un assetto più offensivo con due punte di peso e due esterni offensivi di gamba ma anche di tocco come Rover e Casiraghi. Il Bari avrebbe potuto approfittare dello schieramento iniziale del Sudtirol - un 532 con pochissime velleità offensive - per forzare i ritmi e mettere sotto pressione i padroni di casa, ma ha preferito accontentarsi di una gestione del pallone finalizzata più a far scorrere il tempo che a creare insidie agli avversari.
Il gol di Rover premia il Sudtirol oltre i propri meriti e impartisce al Bari una lezione che nella coda del campionato non è stata ben recepita: questa non è una squadra in grado di speculare. A conti fatti, sono bastati 5 minuti di arrembaggio del Sudtirol per far crollare il muro biancorosso, il cui punto debole si è confermato Antonio Mazzotta, inaffidabile in marcatura e mediocre anche nella gestione del pallone. Ovviamente non voglio buttare la croce addosso ad un ragazzo che quest’anno ha fornito un apporto superiore alle aspettative, ma già da diverse settimane aveva palesato un calo fisico e mentale piuttosto preoccupante.