Friday, 29 November 2019

Cosa vedere nel weekend #12


Superata la settimana di coppe europee da stasera i club tornano in campo per i rispettivi campionati: il pezzo forte del weekend è, con ogni probabilità, la sfida di domenica sera tra l'Atletico Madrid di Simeone ed il Barcellona al Wanda Metropolitano, una sfida che rievoca prima di tutto le sfide del 2014 con l'Atletico capace di andarsi a prendere la Liga al Camp Nou e di fare fuori i blaugrana nei quarti di Champions, impresa ripetuta due anni dopo generando la mistica dell'Atletico di Simeone, una mistica che nelle ultime stagioni sta lentamente scemando e che domenica sera deve riemergere per reinserirsi nella lotta per il titolo. 

Data la premessa ora ci focalizziamo sulle partite che generano i maggiori temi di interesse nel weekend.

SERIE A

Il nostro massimo campionato può festeggiare un improvviso ritorno alla competitività dopo le 3 vittorie ed 1 pareggio (quello del Napoli ad Anfield Road, non proprio un risultato negativo) della due giorni di Champions; ora ci si rituffa nel duello a distanza tra Juventus ed Inter (impegnate in casa contro Sassuolo e Spal), e su quello che accade alle loro spalle e capire se la prestazione ed il risultato di Liverpool permetteranno al Napoli (impegnato in casa contro il Bologna) di ritrovare la strada della vittoria; la partita di maggior interesse, invece, è quella di domenica sera al Bentegodi, dove la Roma di Fonseca, reduce dalla trasferta turca in Europa League, affronterà il bellissimo Verona di Juric.

HELLAS VERONA-ROMA (DOMENICA ORE 20.45)

Sarà un posticipo tutt'altro che banale quello del Bentegodi, si affrontano due squadre che stanno regalando bel calcio ai propri tifosi con stili di gioco molto differenti ma accomunati dalla grande presa che i rispettivi tecnici (Juric e Fonseca) hanno avuto sui rispettivi gruppi.

Il Verona ha trovato in Juric l'uomo in grado di valorizzare una rosa che alla vigilia sembrava destinata ad un ritorno immediato in serie B, ed invece ecco che il 3-4-1-2 del tecnico ex Crotone e Genoa unito alle scelte di mercato condivise tra allenatore e società (vedi l'arrivo di Veloso e Salcedo, due pupilli del tecnico e giovani elementi come Kumbulla e Rrahmani, tra i migliori difensori per rendimento della serie A, pescati dalla società) ha creato una squadra che ha sorpreso tutti per le sue prestazioni, merito anche di un lavoro a livello atletico comparabile solamente con quello che Gasperini ha messo in piedi all'Atalanta (non a caso Juric è un discepolo dell'allenatore dell'Atalanta) ed i numeri lo dimostrano: in fase di aggressione la squadra scaligera è in testa alla classifica dei palloni recuperati (99, dato Lega Serie A) ed è nella prima metà della classifica secondo l'indice PPDA (Passaggi concessi per azione difensiva) i quali dimostrano l'approccio aggressivo della squadra in fase di non possesso. In fase di possesso la squadra ha come pattern preferito lo spostamento del pallone sugli esterni, con Lazovic a sinistra che opera quasi sulla stessa linea degli attaccanti e Faraoni che, invece, dall'altra parte mantiene una posizione mediamente più bassa; tuttavia i veri motori del gioco gialloblu sono i due interni di centrocampo Amrabat e Veloso (ora sostituito da Pessina in quanto infortunato) che si sobbarcano il compito di portare la manovra nella trequarti avversaria associandosi con gli esterni e creando spazi con i loro tagli verso l'esterno. Il goal della vittoria nel match contro la Fiorentina è l'esemplificazione del livello elevato di intesa raggiunta dai meccanismi di squadra del Verona.

La pressione che sa imporre il Verona e la sua capacità di muovere il pallone da un lato all'altro del campo sarà un grande banco di prova per la Roma di Fonseca, squadra che sta progredendo a vista d'occhio nell'assimilazione dei concetti tattici del tecnico portoghese, basati su un possesso palla che parte da dietro per poi lasciare spazio alle scelte degli interpreti nel terzo finale di campo, un sistema che ha funzionato molto bene contro avversari che non hanno messo troppo sotto pressione l'impostazione da dietro dei giallorossi.
L'impostazione è finalizzata a portare la palla sulla trequarti avversaria nel modo più sicuro possibile, per questo i due centrali difensivi ed i due centrali di centrocampo sono soliti creare un quadrilatero da cui far partire l'azione in superiorità numerica per vie centrali (in caso di squadre che difendono più basse il quadrilatero può essere completato anche dal portiere Pau Lopez), i due terzini danno ampiezza qualora necessario per poi imbeccare immediatamente gli attaccanti esterni (Zaniolo e Kluivert) che poi hanno il compito di creare superiorità numerica con i dribbling verso il centro del campo (2,3 dribbling a partita per l'olandese e 2 dribbling a partita per l'azzurro) per poi creare spazi necessari a servire Dzeko tramite le sovrapposizioni di Pellegrini (o Pastore in sua assenza) e Veretout o tramite i cross dei terzini (in particolare Kolarov, 2 assist a cui si aggiungono i 2,3 cross riusciti a partita).

La pressione sull'impostazione da dietro di squadre come l'Atalanta ha fatto saltare i meccanismi della Roma, c'è da aspettarsi lo stesso atteggiamento dal Verona, a due mesi di distanza dalla partita contro la squadra di Gasperini capiremo come Fonseca abbia aggiustato i meccanismi di uscita della palla per portare il pallone sulla trequarti avversaria; una soluzione potrebbe essere quella di permettere l'uscita del pallone scavalcando la trequarti e giocando di sponda con Dzeko, il cui duello con Rrahmani e Kumbulla sarà un altro grande elemento di interesse della partita. Oppure chiedere a Lorenzo Pellegrini di fare quanto visto ieri sera ad Istanbul.







PREMIER LEAGUE

Con il ritorno di Mourinho la Premier ha ritrovato il personaggio mancante per aumentare (se mai fosse necessario) l'interesse sul campionato inglese, tuttavia gli servirà un successo contro il Bournemouth per continuare a mantenere intatto il suo impatto sugli Spurs. Ma è un gran malato del calcio inglese al centro della nostra attenzione in questo weekend, ossia l'Arsenal di Unai Emery, con la panchina del tecnico spagnolo che è saltata dopo la sconfitta di Europa League contro l'Eintracht e la serie di 7 partite senza vittorie (l'ultimo successo in Premier addirittura risale al 4 ottobre).

NORWICH-ARSENAL (DOMENICA ORE 15)

In Inghilterra la crisi dell'Arsenal è oggetto di continuo dibattito, in tanti si chiedono come sia possibile che Unai Emery ad ormai 18 mesi dal suo insediamento dopo l'addio di Arsene Wenger non sia stato in grado di trovare un assetto tattico in grado di mettere insieme i pezzi della rosa a sua disposizione. I numeri relativi a questa stagione sono abbastanza esplicativi per capire le difficoltà dei Gunners, in particolare fa specie la classifica relativa al saldo tra tiri effettuati e tiri concessi, un saldo negativo molto preoccupante che pone la squadra di Emery addirittura in zona retrocessione.

Il dato è determinato dalla poca predisposizione della squadra alla fase difensiva, difetto sempre presente dalle parti dell'Emirates Stadium, ma generalmente dovuto ad un approccio offensivo della squadra durante l'era Wenger che lasciava spesso la propria metà campo scoperta; con Emery il problema sembra essere molto più grave, il tecnico spagnolo ha visto erodere le certezze sulla propria squadra (in particolare la fase difensiva) e, per questo, ha progressivamente abbassato il baricentro impostando partite meramente speculative, come testimoniato dalle continue modifiche di modulo, con il recente passaggio alla difesa a 3. L'accorgimento, tuttavia, non ha raccolto dividendi, anzi, la situazione è peggiorata visibilmente visti i limiti congeniti alla squadra in fase di recupero palla, anche con una difesa più bassa, e sicuramente i 21 tiri concessi al Southampton nell'ultima sfida di Premier sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso fino a giungere all'inopinata sconfitta interna in Europa League contro l'Eintracht nel deserto dell'Emirates, che ha portato questa mattina la società alla scelta di rimuovere dall'incarico l'ex allenatore di Siviglia e PSG.

In attesa di capire chi sarà a prendere il posto di Emery, domenica pomeriggio i Gunners faranno visita al Norwich sotto la guida di Freddie Ljungberg, indicato dalla società come manager ad interim, una mossa di stile nostalgico come quella di Solskjaer a Manchester (con la differenza che Ljungberg era già parte dello staff tecnico di Emery) che chissà non diventi definitiva qualora lo svedese non trovi la quadra, magari con l'aiuto di un rinforzo difensivo a gennaio.

Ad ospitare l'Arsenal ci sarà, come annunciato, il Norwich di Daniel Farke, che ha lasciato l'ultimo posto in classifica la scorsa settimana dopo la vittoria sul campo dell'Everton mettendosi alle spalle una serie negativa di 1 punto in 7 partite dopo la clamorosa vittoria sul City. Abbiamo più volte parlato bene dell'atteggiamento della squadra di Farke in approccio alla Premier League con una squadra priva di esperienza nella categoria, un approccio molto aggressivo confermato dai numeri (il dato PPDA vede il Norwich veleggiare poco sotto metà classifica) che, però, comporta molti rischi che molto spesso non hanno pagato (il Norwich è penultimo per goal subiti e ultimo per xG subiti).

Preso atto delle difficoltà di esecuzione della strategia i Canaries hanno progressivamente abbassato il proprio baricentro rinunciando in parte all'aggressione alta con conseguenti difficoltà nel portare l'azione nella trequarti avversaria (solo il Newcastle ha giocato meno tempo del Norwich nella trequarti avversaria) comportando anche difficoltà a generare azioni pericolose, come esemplificato dal grafico elaborato in base agli xG a favore e gli xG subiti.
Per entrambe le squadre, dunque, la partita sarà un test molto importante, da una parte per capire quali aggiustamenti vorrà portare Ljungberg alla squadra, dall'altra parte per capire se la vittoria sul campo dell'Everton possa essere una nuova partenza per la squadra di Farke.

BUNDESLIGA

Il campionato tedesco sembra prossimo a diventare una lotta a tre tra la capolista Borussia Moenchengladbach, il Bayern Monaco rivitalizzato dall'addio di Kovac ed il Lipsia di Nagelsmann che in settimana ha festeggiato l'accesso alla fase ad eliminazione diretta della Champions League. Delle tre ad avere la partita sulla carta meno complicata sembra essere il Lipsia, impegnato sul campo del Paderborn ultimo in classifica ma reduce dal pareggio ottenuto a Dortmund, per il Moenchengladbach gara interna molto ostica contro la grande sorpresa Friburgo, mentre per il Bayern Monaco test interno contro il mai decifrabile Bayer Leverkusen, reduce dalla vittoria in Champions in terra russa ed ancora in corsa per la qualificazione. Tuttavia in settimana la Bundesliga ha visto un'altra panchina saltare, ossia quella di Covic all'Hertha Berlino, notizia non così sorprendente vista la striscia negativa dei berlinese, a fare notizia è il fatto che il suo posto in panchina è stato preso da Jurgen Klinsmann; per l'ex tecnico della nazionale tedesca e del Bayern Monaco il battesimo arriverà dal Dortmund di Favre, anche lui, probabilmente, all'ultima spiaggia.

HERTHA BERLINO-BORUSSIA DORTMUND (SABATO ORE 15.30)

La pesante sconfitta subita ad Augsburg lo scorso sabato ha decretato il capolinea dell'avventura di Covic sulla panchina dell'Hertha, una scelta determinata dalle quattro sconfitte consecutive della formazione berlinese e dall'idea che il tecnico croato non avesse realmente capito come far rendere al meglio il materiale a propria disposizione. I numeri non hanno dato tecnico all'erede di Dardai sulla panchina berlinese, a livello difensivo l'Hertha subisce 2 reti a partita e con un solo clean sheet all'attivo; numeri che farebbero pensare ad un approccio di una squadra che concede perché sbilanciata in avanti, ed invece vediamo che si tratta di una squadra che difende bassa e che concede poco su azione, tuttavia sono i calci piazzati il grande problema dell'Hertha che è la squadra di Bundesliga che concede le migliori occasioni su calcio piazzato nell'intera Bundesliga.


Come si evince dalle statistiche elaborate da Between the Posts, l'indice di qualità dei tiri concessi da calcio piazzato (nella tabella indicato come SQsp) un tiro medio concesso su calcio piazzato dall'Hertha ha una probabilità di conversione del 17,5%, un numero troppo alto, considerata una media di 3,6 tiri concessi a partita su situazione di palla inattiva, emerge che in ogni partita l'Hertha in ogni partita ha circa il 63% di possibilità di subire goal da calcio piazzato. nei fatti ciò si è tramutato in 12 goal subiti da calcio piazzato subiti sui 25 totali. A questi pessimi numeri si aggiungono numeri alquanto pessimi in fase offensiva: l'Hertha Berlino è la squadra che tira meno di tutte nell'intera Bundesliga (meno di 10 tiri a partita) e che accede con meno frequenza alla trequarti avversaria, insomma l'atteggiamento conservativo voluto da Covic costringe la squadra a risalire molto campo e non bastano le qualità di Lukebakio e Dilrosun in transizione a generare sufficienti pericoli una volta rientrati in possesso palla; a Klinsmann, dunque, il compito di riprendere in mano la situazione magari con un atteggiamento più offensivo.

Capire come Klinsmann disporrà l'Hertha Berlino sarà un pensiero aggiuntivo per Favre, la cui posizione sulla panchina del Dortmund è parecchio in bilico complici le rovinose sconfitte a Monaco prima della pausa e poi quella di Barcellona in Champions che ha messo a repentaglio la qualificazione al prossimo turno. I punti di contatto tra le due partite ed il rendimento stagionale della sqaudra di Dortmund è quella di non essere in grado di proporre una manovra che esalti le qualità della squadra come spesso accadeva lo scorso anno. Diversi sono i fattori che stanno generando le difficoltà per il Dortmund, in primis le precarie condizioni di forma di Paco Alcacer, spesso ai box per infortunio, che toglie profondità alla manovra, e poi i rapporti che non sembrando essere idilliaci tra Sancho e la società che stanno influendo negativamente sulle prestazioni del gioiello inglese, costringendo Favre a preferirgli Hakimi in quella posizione, così come successo a Barcellona ed in altre occasioni in questa stagione. Dato che il duo Sancho-Alcacer è stato l'asse dei principali successi del Dortmund nella scorsa stagione, ecco che la loro assenza/scarsa motivazione incide profondamente sulle dinamiche offensive dei gialloneri.

Le radar chart elaborate da StatsBomb fanno emergere in maniera chiara l'impatto offensivo della squadra con e senza il centravanti spagnolo, un problema a cui Favre non è riuscito a trovare una soluzione in quanto poco incline a muoversi dai propri principi conservativi (per esempio un pressing più alto avrebbe aiutato a colmare alcune lacune), per cui adesso il Dortmund si trova ad essere al nono posto per tiri effettuati e addirittura terzultima se limitiamo l'analisi della stessa casistica alle gare esterne. Dovrebbe essere chiaro a Favre dove intervenire per salvare non solo la sua panchina ma permettere al Dortmund di reinserirsi nella lotta a tre per la vittoria del titolo o quanto meno garantirsi un posto tra le prime quattro; Berlino deve essere la gara della svolta da un punto di vista di approccio alle gare esterne.

LA LIGA

Come indicato in premessa, la Liga vive in questo weekend la sfida tra l'Atletico del Cholo Simeone ed il Barcellona, sicuramente il big-match della quindicesima giornata del campionato spagnolo, una sfida che potrebbe permettere a Real Madrid e Siviglia di approfittarne e mettersi il Barça alle spalle: la squadra di Zidane, in grandissima crescita, affronta una trasferta mai semplice come quella sul campo dell'Alaves; per il Siviglia sfida interna contro il Leganes ultimo in classifica, ma che sta ritrovando la migliore strada sotto la guida di Aguirre. Come match da seguire, invece, ho scelto la sfida del Mestalla con il derby tra Valencia e Villarreal.

VALENCIA-VILLARREAL (SABATO, ORE 21)

La sfida del Mestalla mette in campo due squadre divise geograficamente da 60 km e da due punti in classifica, ma unite dalle vicissitudini degli ultimi mesi, a cui le due squadre stanno cercando di far fronte regalando momenti di grande esaltazione alternati a momenti di grande depressione, il che rende questa partita totalmente impronosticabile ed anche foriera di un grande spettacolo sia tecnico che agonistico.

Il Valencia è stato costretto a settembre a ripartire dopo il tormentato addio di Marcelino alla panchina a causa dei conflitti con la dirigenza, nei due anni di regno dell'allenatore asturiano (ex allenatore anche del Villarreal) ha portato due volte il Valencia in Champions League ereditando un pregresso di un paio di stagioni in cui i pipistrelli hanno anche temuto di lottare per non retrocedere; al posto di Marcelino in panchina si è seduto Albert Celades, ex allenatore dell'under 21 spagnola, che ha deciso di non fare rivoluzioni a livello tattico mantenendo la struttura di base del 4-4-2 di Marcelino con Dani Parejo leader del centrocampo e della squadra; i risultati finora sono stati molto alterni, anche a causa degli infortuni che hanno costretto Celades ad inventarsi soluzioni come Wass terzino destro o centrale di centrocampo, in fase offensiva di fatto non ha mai avuto a disposizione Goncalo Guedes, l'uomo in più della squadra sotto la gestione Marcelino, ma ha potuto mettere in mostra giovani prospetti di grande interesse come Ferran Torres, Carlos Soler ed il coreano Lee Kang-In, sulla cui crescita si appoggia il progetto sul campo della squadra valenciana in questa stagione, nonché la strategia societaria, che aspetta l'esplosione dei suoi giovani della cantera per poter monetizzare sul mercato e consolidare i conti della società. A livello statistico si evidenzia chiaramente un atteggiamento più offensivo di Celades rispetto a quello di Marcelino che prediligeva la solidità della squadra, i dati sui tiri effettuati e subiti fanno emergere come il Valencia crei tanto ma allo stesso tempo subisca tanto; un atteggiamento che spiega i risultati altalenanti.

Il dato relativo ai tiri effettuati dimostra come il Valencia vada al tiro con molta meno frequenza rispetto al Villarreal e soprattutto rispetto a buona parte della compagnia nella Liga, prevalentemente perché consente all'avversario di tenere per più tempo la palla (48% il possesso palla medio) avendo, dunque, meno tempo per creare opportunità.
Ma, osservando il dato della seconda immagine, si nota come la qualità dei singoli tiri effettuati innalza di gran lunga il rendimento della squadra di Celades che sale al quarto posto in questa classifica, questo dato è prevalentemente dovuto alla pericolosità sulle palle da fermo, e su questo aspetto non è di poca incidenza le qualità in questo fondamentale di Dani Parejo.


Riguardo, invece, il Villarreal i numeri offensivi la vedono allo stesso livello, se non superiore, di Barcellona e Real Madrid, il merito è, oltre all'atteggiamento ultra-offensivo della squadra di Calleja, che si dispone con un 4-3-3 che esalta le caratteristiche di Santi Cazorla, che ha addirittura ritrovato la nazionale spagnola grazie alle sue prestazioni e di Gerard Moreno che, in 14 partite ha raggiunto il bottino di reti raccolto in 35 partite lo scorso anno (8 reti), tuttavia questo grande rendimento offensivo non è accompagnato dallo stesso rendimento in fase difensiva, dove la squadra subisce troppo, soprattutto da calcio piazzato dove, con 6 goal subiti il sottomarino giallo è la squadra ad aver subito più goal su palla inattiva, e pensando alla capacità del Valencia su questo fondamentale, sarà un test davvero importante per la difesa del Villarreal. Gli ingredienti per seguire una partita piena di goal e spettacolo ci sono tutti, l'atmosfera del derby renderà le cose ancora più spettacolari.

LIGUE 1 

Il campionato francese è giunto alla quindicesima giornata ed è già a caccia della seconda forza del campionato visto il dominio del PSG. La caccia al secondo posto sarà appannaggio della squadra che sarà stata in grado di trovare una fisionomia che le dia l'opportunità di raggiungere una certa continuità in termini di risultati, ad oggi vi è una candidata ad assumere questo ruolo, ed è il Marsiglia di Andres Villas-Boas che, con tre vittorie consecutive ha portato la sua squadra al secondo posto e questa sera inaugurerà la giornata ospitando al Velodrome il Brest.

MARSIGLIA-BREST (VENERDI, ORE 20.45)

Il Marsiglia di Andres Villas Boas è reduce da 4 vittorie nelle ultime partite che hanno portato l'Olimpique al secondo posto in classifica e che hanno permesso all'allenatore portoghese di trovare quello che dovrebbe essere finalmente l'assetto definitivo della squadra che può essere sintetizzato con un 4-1-4-1 che vede un uomo davanti alla difesa (Strootman o Kamara), Payet largo a sinistra, Maxime Lopez largo a destra e Rongier e Sanson come incursori e Dario Benedetto il riferimento centrale; indubbiamente ad alzare il livello della squadra ci ha pensato Payet, che con il lavoro di Villas-Boas è diventato l'uomo deputato ad inventare, e lui ha risposto presente: in un campionato dove gioca gente come Di Maria, Golovin e Slimani, è lui il re dei passaggi chiave con 3.6 a partita.
Sono le sue giocate, assieme al lavoro spalle alla porta di Benedetto, ad aprire gli spazi ed a permettere al Marsiglia di trovare la giocata vincente. 

Quella di stasera sicuramente è da considerare come la prova del nove per la squadra marsigliese, visto che affronterà il neopromosso Brest, squadra che, sulla carta, è decisamente alla portata degli uomini di Villas Boas, ma che dovrà stare attenta contro una squadra che ha mostrato una grande resilienza a livello mentale, rimanendo sempre in partita e mostrando anche coraggio, cercando di buttare via la palla quando necessario. I numeri vedono ovviamente la squadra bretone molto indietro in termini di xG, sia realizzati che subiti, per cui sia i goal segnati che subiti sono frutto di overperformance statistiche ma imputabili alle ottime qualità a livello offensivo dei due esterni di attacco Court e Grandsir e della punta Charbonnier che si sobbarcano la fase offensiva della squadra, mentre in difesa è giusto osservare le prestazioni del portiere Larsonneur, capace di parare 31 tiri provenienti dall'area di rigore, nessuno meglio di lui in Ligue 1. Per cui oltre che una prestazione di squadra il Marsiglia avrà bisogno di importanti prestazioni individuali dei suoi elementi chiave per portare avanti la propria striscia positiva.

Thursday, 28 November 2019

Appunti dalla quinta giornata di Champions League



Abbiamo archiviato anche la penultima giornata dei gironi di Champions, una giornata che ha sorriso finalmente alle squadre italiane, con tutte e 4 le contendenti che possono potenzialmente strappare il biglietto per la fase ad eliminazione diretta. Una di queste, la Juventus, aveva giù ottenuto il pass nel turno precedente, martedì sera ha ottenuto anche il primo posto nel girone, una posizione che potrebbe essere molto scomoda dalle altre tre italiane nel seguente modo:
  • Se il Napoli vince il girone, il Liverpool finirebbe in seconda fascia e quindi potenziale avversario della Juventus, assieme a Tottenham e Real Madrid
  • Se Atalanta ed Inter passano finirebbero in seconda fascia e, in quanto italiane, non possono essere pescate dalla Juve, che preferirebbe, invece, trovare nella lista delle papabili uno Shakhtar o un Borussia Dortmund.
  • Se quanto sopra si avverasse l'unico avversario comodo sulla carta per i bianconeri sarebbe la seconda del girone G (una tra Lipsia, Lione e Zenit) o il Valencia, qualora gli spagnoli riescano a far fuori l'Ajax.
Fatta questa opportuna premessa, ecco i miei appunti su questo turno di Champions.

LA PRESTAZIONE DI DE LIGT

Rispetto alla gara d'andata, Juventus ed Atletico Madrid hanno concesso poco alle emozioni ed allo spettacolo nella sfida dell'Allianz Stadium; in un contesto così bloccato (2 tiri in porta per parte) ad emergere sono state alcune giocate individuali, come, ad esempio, la punizione di Dybala (con grande complicità di Oblak), ma soprattutto una serie di importanti interventi difensivi di Mathias De Ligt. Il principale acquisto del mercato estivo bianconero sta progressivamente superando le difficoltà di inserimento iniziali nel sistema difensivo di Sarri (difficoltà prevalentemente di tipo posturale, come emerso dai diversi episodi di falli di mano da lui commessi in area), tuttavia sia contro l'Atalanta che contro l'Atletico il difensore olandese si è mostrato padrone della propria area di rigore.

HAZARD SI STA PRENDENDO IL REAL MADRID? 

Di tutt'altro spessore e spettacolo rispetto alla partita di Torino la sfida del Bernabeu tra Real Madrid e PSG, una partita che aveva poco da dire ai fini della classifica ma che aveva molto da dire per la squadra di Zidane che aveva bisogno di una grande vittoria e di una grande prestazione contro la squadra francese per poter cancellare la pesantissima sconfitta subita a Parigi. La missione è stata solo parzialmente compiuta, nel senso che le Merengues hanno messo a ferro e fuoco la difesa della squadra di Tuchel ma hanno spento la luce dopo il goal del 2-0 di Benzema, facendosi raggiungere nel giro di due minuti dalle reti di Mbappé e Sarabia. Isolando il risultato finale, che ha consegnato matematicamente il primo posto al PSG, il Real Madrid ha realmente mostrato di essere un'altra squadra rispetto a quella dell'andata: a dettare la rinascita del nuovo Real di Zidane sono gli innesti nel sistema della squadra che ha dominato 3 Champions consecutive, ossia Federico Valverde a centrocampo e, soprattutto, Eden Hazard, che, agendo in catena con Marcelo e Kroos, ha assunto il ruolo di catalizzatore del gioco del Real nella trequarti avversaria, un ruolo meglio evidenziato dalle analisi sulle zone di azione della squadra madrilena.


INTER, MISSIONE POSSIBILE

La vittoria dell'Inter a Praga è meno banale di quanto possa sembrare, la squadra ceka ha confermato, al netto dei propri limiti, di essere una realtà europea molto interessante che pratica un calcio molto coraggioso che come dividendo ha portato 2 punti in un girone in cui alla vigilia sembrava preannunciato uno 0 nella casella dei punti, per cui a chi critica l'atteggiamento di Trpišovský (ogni riferimento a Fabio Capello non è casuale) va fatto notare che ha portato a casa due punti in più rispetto a quanto previsto in sede di sorteggio. La premessa nasce dalla necessità di celebrare nel modo giusto la strategia di gara della formazione di Conte ieri sera, in particolare come la coppia di attacco Lukaku-Lautaro Martinez sia ormai centrale nel sistema nerazzurro e come siano i loro movimenti a dettare il gioco della squadra.

Quella che vedete è la grafica dei passaggi ricevuti dalla coppia d'attacco nerazzurra, si evince chiaramente come il belga sia stato utilizzato per spostare il gioco nella metà campo avversaria per poi dialogare con l'argentino che ha ricevuto la maggior parte dei passaggi proprio dal suo compagno di reparto; l'intesa è stata devastante in quel di Praga poiché lo Slavia ha pensato di affrontare i due in parità numerica (nessuno dei centrocampisti ha mantenuto un baricentro più basso a protezione della trequarti) permettendo loro di dialogare costantemente. Il livello di intesa raggiunto dalla coppia d'attacco nerazzurra sembra ormai ad un livello avanzatissimo, un livello che lascia ottimisti in vista della sfida finale a San Siro contro il Barcellona che già ha sofferto tantissimo all'andata il gioco diretto della squadra di Conte per poi risolvere la partita solo grazie alla giocate individuali di Suarez; con i blaugrana già qualificati e sicuri del primo posto è possibile che Valverde lasci qualcuno a casa, per cui l'occasione sembra molto alla portata degli uomini di Conte.


LIVERPOOL, FINALE CON SUSPENSE


Il Napoli è riuscito a complicare la vita dei detentori del Liverpool andando a strappare il pareggio ad Anfield; come l'anno scorso la sfida del San Paolo aveva portato Ancelotti ad inventare Maksimovic terzino destro, la mossa di quest'anno è quella di far partire Di Lorenzo in posizione più avanzata sulla carta, in realtà si è trattato di un passaggio camuffato ad una difesa a 3, con lunghi tratti di difesa a 5 nel secondo tempo, lo scopo era quello di limitare il trio offensivo delle meraviglie del Liverpool e soprattutto tenere a bada i due esterni Joe Gomez (sostituto di Alexander-Arnold) e Robertson, ossia le principali fonti di gioco della manovra di Klopp. In questa maniera il Liverpool, pur dominando la partita, è stato reso innocuo dalla strategia predisposta da Ancelotti, tanto che i tiri concessi hanno avuto una probabilità media di realizzazione pari al 7% (secondo i dati sugli xG del modello di Between the Posts).

Al Napoli per qualificarsi adesso è sufficiente un pareggio nella sfida interna contro il Genk all'ultima giornata, mentre ad essere a rischio è la posizione del Liverpool che, sostanzialmente, dovrà affrontare la trasferta di Salisburgo come una gara di ritorno di uno scontro ad eliminazione diretta in cui parte in vantaggio per via del 4-3 pirotecnico dell'andata; la squadra di Klopp ha mostrato delle falle difensive in questa stagione, per cui affrontare il terzo attacco di questa Champions (16 goal realizzati) non sarà impresa facile e chissà che l'ossessione di riportare sulle rive del Mersey la Premier League non possa giocare un brutto scherzo.

Friday, 22 November 2019

Cosa vedere nel weekend #11



Dopo la pausa per le Nazionali inizia un ciclo di partite più o meno lungo a seconda del calendario previsto da ciascuna lega in Europa, sicuramente il ciclo in partenza oggi ci porterà fino a Natale e chiuderà la fase a gironi della Champions League e dell'Europa League con i relativi sorteggi per la fase ad eliminazione diretta. Andiamo a vedere quali sono le partite consigliate per questo weekend, su tutti spicca la finale di Copa Libertadores tra Flamengo e River Plate, una partita che potrebbe fare storia.

SERIE A

Il nostro campionato riprende con la lotta a distanza tra Juventus ed Inter, entrambe impegnate in trasferta rispettivamente a Bergamo ed a Torino sponda granata. Mentre la lotta per lo scudetto sembra ormai circoscritta a due squadre, la lotta Champions è ricca di attori, con Lazio e Cagliari che ad oggi occuperebbero i due posti rimasti in palio, ma siamo certi che Roma, Napoli ed Atalanta non staranno li a guardare, per questo anche la sfida di San Siro tra il Milan (in cerca di un senso alla propria stagione) ed il Napoli che nella pausa ha cercato di risolvere la grane interne con la società che ha restituito pieni poteri ad Ancelotti. Ma indubbiamente il match che merita tutte le attenzioni del caso è la sfida del Gewiss Stadium tra l'Atalanta e la Juventus, un match che potrebbe davvero dirci se la Juve di Sarri è battibile oppure no.

ATALANTA-JUVENTUS (Sabato ore 15)


Tanto per cominciare è la sfida tra il miglior attacco del campionato (Atalanta, 30 goal) e la miglior difesa (Juventus, 9 reti subite), e già questo basta per rendere la sfida tra Atalanta e Juventus il match più interessante da seguire, ma ci sono altri spunti a rendere la sfida di Bergamo il match da seguire del weekend di serie A. A livello numerico ci sarà da seguire la sfida tra le due squadre che tirano di più in porta in questo campionato (90 per l'Atalanta, 80 per la Juventus, seconda a pari merito con la Lazio); trattasi di numeri di diversa natura, l'alto numero di conclusioni tentate dalla squadra di Gasperini sono frutto della brillantezza offensiva e del calcio diretto proposto dalla squadra atalantina che quest'anno sta aggiungendo un elevato tasso tecnico sulla trequarti alla già nota capacità di aggredire gli avversari, il dato è supportato, infatti dal valore delle realizzazioni: l'Atalanta ha convertito in rete il 30% dei suoi tiri in porta, la Juventus il 19%; il dato della formazione bianconera è "sporcato" da Cristiano Ronaldo: per caratteristiche il portoghese fagocita spesso e volentieri la produzione offensiva, succedeva al Real Madrid, ora succede anche alla Juventus, tanto che in serie A CR7 è il giocatore che va più volte al tiro (57 conclusioni tentate) ma spesso non da posizioni ottimali come emerge dalla mappa dei suoi tiri effettuati finora in situazione di "open play", ossia escludendo i calci piazzati; la poca efficienza delle sue scelte di tiro sono anche testimoniate dal fatto che i vari modelli di xG hanno calcolato un valore per tiro inferiore al 10%.

Fonte Understats

A livello di metodologia di gioco, le differenze tra Sarri e Gasperini sono già stato oggetto di lunghi dibattiti già quando l'allenatore toscano era alla guida del Napoli, ossia quando l'Atalanta di Gasperini più volte era riuscito a neutralizzare il gioco di posizione di Sarri: inoltre la Juventus sinora ha dimostrato di non essere ancora perfetta quando aggredita (vedi trasferta di Firenze, anche quella giunta dopo una pausa per le nazionali), per cui sarà un grande banco di prova per la Juve di Sarri per capire quanto le idee del tecnico abbiano attecchito sulla squadra; dall'altra parte l'Atalanta ha mostrato di soffrire squadre capaci, con la tecnica, di ovviare alle marcature a uomo predisposte dal tecnico di Grugliasco (vedi post precedenti sul blog), e la Juve di Sarri ha diversi elementi capaci di far saltare il banco da questo punto di vista con il dribbling (Dybala e Douglas Costa su tutti) o con la resistenza al pressing (fondamentale in cui è migliorato a dismisura Pjanic, il giocatore perno del sistema Sarri versione Juventus).

PREMIER LEAGUE

La Premier League ci ha lasciato negli occhi la splendida partita di Anfield che ha portato il Liverpool di Klopp a +8 su Leicester e Chelsea ed a +9 sul City, uscito sconfitto ma non vinto del tutto dallo scontro diretto contro i Reds. Tuttavia gli ultimi giorni sono stati ovviamente incentrati sulla notizia della fine dell'era Pochettino al Tottenham, e già questo bastava per riempire pagine e pagine di giornali e di blog, ma a questo il presidente degli Spurs Levy ha voluto aggiungere un gran colpo di teatro, annunciando dopo meno di 24 ore l'approdo a White Hart Lane di Jose Mourinho, in una storia in cui sia allenatore che squadra vorranno rilanciarsi e costruire un percorso che possa rendere questo ciclo tecnico del Tottenham finalmente vincente. Per questo motivo, pur in presenza in calendario di un match di livello assoluto come Manchester City-Chelsea, è giusto voltare i riflettori verso la sfida del London Stadium tra la squadra di Mourinho ed il West Ham di Pellegrini.

WEST HAM - TOTTENHAM (SABATO ORE 13.30)


L'esordio di Mourinho sulla panchina del Tottenham arriva sul campo di un'altra squadra che sta attraversando un grandissimo momento di difficoltà, ossia il West Ham di Manuel Pellegrini, reduce da una striscia senza vittorie lunga 6 partite, in cui gli Hammers hanno raccolto appena 2 punti: i principali problemi per la squadra claret and blue giungono dalla fase difensiva, frutto delle scelte di mercato dell'allenatore cileno che ha rinforzato l'attacco senza badare al fatto che alla squadra servisse un giocatore di equilibrio a metà campo per non sbilanciare la squadra; i numeri difensivi del West Ham sono pessimi, visto che parliamo della peggior difesa tra le squadre che oggi non sarebbero retrocesse (20 goal subiti), dato che peggiora se parliamo di xG subiti (penultimo posto, solo il Norwich ha fatto peggio finora), il tutto confermato dal dato sulle azioni difensive, con interventi difensivi prevalentemente basati su tackles anziché intercetti (sempre sintomo di una certa improvvisazione in fase difensiva) ed il dato sui tiri in porta subiti, dove il West Ham è terzultimo, peggio di loro solamente il Norwich e proprio il Tottenham.



Le problematiche degli Hammers erano già emerse all'inizio di stagione per poi annacquarsi grazie ad una serie positiva conclusasi con la fine del primo mini-ciclo di partite tra settembre ed ottobre, da quel momento le problematiche si sono acuite.
A Mourinho, invece, arriva in eredità una squadra che si è involuta pesantemente in questa stagione, c'è un numero che avvalora questa tendenza: gli Spurs sono al quinto posto come passaggi riusciti nella trequarti avversaria, mentre il numero di passaggi in area di rigore li pone in una modesta posizione di metà classifica, il che sta a significare che la manovra del Tottenham in questa stagione non trovava sbocchi una volta raggiunta la trequarti avversaria, per cui agli avversari è bastato restare con un baricentro basso per rendere inoffensiva la squadra di Pochettino. I numeri difensivi li abbiamo accennati sopra parlando del West Ham, per cui resta da capire su cosa Mourinho lavorerà in prima battuta: su un miglioramento della fase offensivo o registrando la difesa?

BUNDESLIGA


Il campionato tedesco arriva alla dodicesima giornata con il Borussia Moenchengladbach che è partito in fuga e con le distanze in classifica che si stanno lentamente diradando; sicuramente l'ultimo turno ci ha dato delle indicazioni interessanti grazie alla vittoria pesante del Bayern sul Borussia Dortmund nel Der Klassiken, una vittoria ed una prestazione che ha convinto la dirigenza bavarese a non affrettare la scelta per la nuova guida tecnica; dall'altra parte la posizione della panchina di Favre è meno solida, per cui il tecnico svizzero dovrà trovare delle soluzioni più coraggiose lontano dal Westfalen Stadion per far risalire le azioni della sua squadra e per conservare intatta la propria panchina. Spulciano il calendario la mia attenzione cade sulla sfida di Francoforte dove l'Eintracht affronta il Wolfsburg in una sfida tra due squadre che vogliono dire la loro per la lotta all'Europa.

EINTRACHT FRANCOFORTE - WOLFSBURG (SABATO ORE 15.30)


Il principale spunto di interesse dato da questa partita è principalmente dovuto alla formazione allenata da Hutter, che ha mostrato di aver assorbito al meglio le partenze di Rebic, Haller e Jovic anzitutto dando la titolarità a Gonçalo Paciencia, riserva decisiva nella scorsa stagione e quest'anno capocannoniere della squadra con 5 goal; al contributo di Paciencia si aggiungono gli acquisti di Dost e Andre Silva, chiamati a sostituire, quanto meno numericamente, le partenze eccellenti di quest'estate. A restare invariata è la struttura di gioco predisposta da Hutter, con un 3-5-2 molto flessibile in cui svolge un ruolo centrale nello sviluppo dell'azione Filip Kostic; il serbo ha il compito di muovere il fronte del gioco nella metà campo avversaria, e di imbeccare gli attaccanti con un cross o con una palla filtrante in diagonale.

I numeri del serbo sono evidenziati dal radar di Understat che dimostra come il suo apporto in fase di costruzione e di rifinitura sia decisamente superiore alla media dei pari ruolo.
La sua centralità nel gioco dell'Eintracht è evidente anche nella passmap pubblicata da Between the Posts dove si evince anche lo stile diretto dei passaggi, marchio di fabbrica della strategia di Hutter, teoria rafforzata dalla statistica sui passaggi effettuati nelle trequarti avversaria rapportati ai passaggi totali, dove l'Eintracht è davanti a tutti con una percentuale pari al 10%.










Al Waldstadion arriva, invece, un Wolfsburg che è reduce da una serie negativa di 4 partite senza vittorie, tra cui 2 sconfitte consecutive contro Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen a cui si aggiunge l'eliminazione in Coppa di Germania per mano del Lipsia (sconfitta interna per 6-1) ed una sconfitta in Europa League contro il Gent che ha messo a repentaglio il passaggio del girone; gli ultimi risultati hanno messo a galla i limiti della squadra allenata da Oliver Glasner, il cui assetto molto conservativo ha portato risultati grazie ad una ottima tenuta difensiva (miglior difesa con 10 goal subiti, dato confermato dagli xG subiti pari a 10,76) che le ha permesso di veleggiare nelle parti alte della classifica nelle prime giornate, delegando la fase offensiva al giocatore più talentuoso della squadra, ossia il croato Brekalo che, tuttavia, si sta accendendo ad intermittenza, a questo si aggiunge una bassa qualità di impostazione messa a nudo da sistemi di pressing neanche troppo complessi, come accaduto nell'ultima partita persa in casa contro il Leverkusen.

LA LIGA

Il campionato spagnolo riprende questa sera con la sfida tra Levante e Mallorca; la classifica dopo l'ultimo turno sembra iniziare a delinearsi con 13 squadre in 8 punti ma con le prime tre posizioni occupate dalle big three, ossia Barcellona, Real Madrid ed Atletico Madrid, con i colchoneros appaiati al Siviglia di Lopetegui ed inseguiti dalla Real Sociedad. Sembra lentamente sgonfiarsi il rendimento delle neopromosse terribili Granada ed Osasuna, tuttavia gli andalusi, pur avendo ottenuto solo 6 punti nelle 5 partite hanno mantenuto intatto il proprio livello di prestazioni, soprattutto a livello di tenuta difensiva, per questo sarà molto interessante da seguire il match dello Estadio de Los Cármenes contro l'Atletico Madrid.

GRANADA-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 18.30)


Dopo aver assaporato la testa della classifica la squadra andalusa ha subito tre sconfitte consecutive, frutto di alcune difficoltà nel generare azioni offensive pericolose, questo perché i successi delle prime giornate nascevano dalla capacità di generare occasioni principalmente da calcio piazzato, una opzione che normalmente nel lungo periodo diventa poco efficiente; la pausa sarà servita a Diego Martínez a trovare soluzioni per migliorare la fase offensiva, di certo l'Atletico Madrid non è propriamente l'avversario più adatto per migliorare i propri numeri offensivi. La squadra di Simeone, dal canto suo, ha provato all'inizio di questa stagione a cambiare pelle, con un atteggiamento più votato al controllo della palla e con una fase offensiva maggiormente qualitativa con gli esterni offensivi che occupano i mezzi spazi lasciando l'ampiezza ai terzini; tuttavia Simeone continua a contare sulla solidità difensiva della sua squadra, dato riscontrabile in praticamente tutte le statistiche che la vedono come miglior difesa (8 goal subiti, 9xG subiti, 7 volte porta inviolata) e davanti a tutti nelle statistiche sugli interventi difensivi (primo posto come tackles riusciti, secondo posto come intercetti). In fase offensiva più che la qualità del gioco a mancare è la capacità di realizzazione, difatti i colchoneros ad oggi hanno realizzato meno goal rispetto a quanto prodotto in termini di expected goals, questo perché gli attaccanti non hanno mostrato capacità di trasformare in rete le occasioni prodotte dalla squadra.

I dati elaborati da Understats mostrano come tutti gli attaccanti a disposizione di Simeone abbiano realizzato meno rispetto a quanto il modello degli expected goals suggerisce; l'infortunio di Diego Costa, oltre ad aprire scenari di mercato per coprire il ruolo, porta maggiori responsabilità sulle spalle di Morata che dovrà, adesso, prendere al balzo l'opportunità e mostrare definitivamente il suo reale valore come attaccante; il test contro una squadra che concede raramente opportunità pulite ai propri avversari potrebbe essere l'occasione per cambiare la tendenza e riproporre l'Atletico tra le contendenti per il titolo. 

LIGUE 1

Il campionato francese continua a regalarci spunti di interesse e giocatori interessanti da scoprire, con il Paris Saint Germain che, come da previsioni, sta scavando un solco tra se e le altre squadre, mentre permane l'equilibrio con 11 punti di differenza tra la seconda (il Marsiglia) e l'ultima (il Nimes) che ha anche una partita in meno. Per questa ragione è difficile scegliere una partita di interesse, visto che tutte le partite in calendario in questo weekend hanno qualcosa da raccontare, a partire dalla sfida di stasera al Parco dei Principi dove il PSG affronta il Lille, ancora a caccia di una soddisfazione lontano dal Pierre Mauroy ma in piena lotta per confermare i risultati della scorsa stagione, così come la sfida tra Bordeaux e Monaco con Paulo Sousa e Jardim a caccia di conferme dei progressi evidenziati dalle rispettive squadre nell'ultimo ciclo di partite. Andando a guardare i risultati delle ultime partite, desta molta curiosità la sfida tra il Digione ed il Rennes, due squadre che hanno in comune una merce che, in Ligue 1, è molto rara: entrambe in questa stagione hanno battuto il PSG.

DIGIONE-RENNES (SABATO ORE 20)


In Borgogna va in scena una sfida tra due squadre che stanno mettendo in vetrina giocatori che sicuramente gli osservatori delle squadre europee avranno già messo nel mirino, purtroppo nella vetrina di domani sera non sarà presente il pezzo più interessante, ossia Eduardo Camavinga, centrocampista ancora minorenne e giù elemento centrale del Rennes, fermato per infortunio. In assenza anche di Borigeaud, le attenzioni per la squadra bretone saranno puntati sulla coppia Hamari Traore-Raphael Dias, ossia la catena di destra della squadra allenata da Julien Stéphan, lato da cui viene principalmente indirizzata la manovra, con ottimi risultati specie nelle ultime partite.

La crescita in termini di impatto sulla manovra offensiva da parte di Rafinha è facilmente identificabile tramite l'elaborazione dei suoi dati in termini di xGchain (partecipazione alla manovra + tiri + passaggi) che di xGBuildUp (partecipazione alla manovra che ha portato ad un tiro esclusi tiri e passaggi); la trasferta di Digione ci dirà se la crescita dei numeri verrà confermata anche in trasferta, il che permetterà al Rennes di considerare come coperto il vuoto lasciato dalla partenza di Ismaila Sarr al Watford.
Il test è maggiormente probante nel momento in cui sullo stesso lato di campo agiranno per il Digione la coppia formata dal marocchino Mendyl (ex Schalke) ed il francese Chouiar (rispettivamente 21 e 20 anni), il cui asse sembra il preferito dalla squadra borgognona; inoltre lo spostamento del francese sul mezzo spazio sinistro ha permesso all'allenatore Stéphane Jobard di tentare la carta di un 4-3-3 con il venezuelano Cadiz (l'eroe della vittoria contro il PSG) e il riferimento principale Julio Tavares.
La passmap dell'ulitmo match contro il Monaco denota lo spostamento del baricentro della squadra verso sinistra ed il continuo dialogo tra Mendyl e Chouiar, questa soluzione sta generando maggiore qualità della produzione offensiva, tuttavia è ancora molto povera la fase realizzativa, con la squadra che ha realizzato appena 6 reti su azione a fronte di 10xG creati. Una tendenza che il Digione deve assolutamente risolvere già a partire dalla partita di domani sera per poter puntare alla salvezza.









COPA LIBERTADORES, ATTO FINALE

Domani sera la Copa Libertadores vivrà il suo atto finale, per la prima volta in gara secca in campo neutro, la sede prevista era Santiago del Cile, ma la situazione politico/economica della nazione andina ha consigliato i vertici della federazione sudamericana a spostare la sede più a Nord in quel di Lima, ad affontarsi ci sono due delle squadre più gloriose del SudAmerica, il Flamengo ed il River Plate.

FLAMENGO-RIVER PLATE (SABATO, ORE 21)


Arrivano alla finale probabilmente le squadre più forti, ma la cui forza è data da caratteristiche diverse, da un lato abbiamo il grande talento individuale di cui dispone il Flamengo, dall'altra parte la forza mentale del River Plate, capace sempre di gestire le partite e le situazioni più difficili grazie alla coscienza collettiva costruita sotto la guida di Marcelo Gallardo.
Vedendo le probabili formazioni che scenderanno in campo al Monumental di Lima il pronostico sembra chiuso a favore dei brasiliani, è sufficiente vedere i giocatori di cui può disporre Jorge Jesus per sistemare il 4-2-3-1, con Gabriel Barbosa (il Gabigol ancora di proprietà dell'Inter) supportato da un trio formato da Bruno Henrique, De Arrascaeta ed Everton, a questi si aggiunge l'ex romanista Gerson come mediano e due terzini come Rafinha e Filipe Luis a dare spinta sull'esterno; tutto ciò ha portato la rubo-negro ad una finale di Libertadores che manca dal 1981 con 21 reti realizzate (di cui 12 dalla coppia Gabigol- Bruno Henrique) con capolavoro finale il 5-0 nella semifinale di ritorno al Gremio.



Dall'altra parte ci sono i campioni in carica, il River Plate è a caccia della seconda Libertadores consecutiva, che porterebbe il tecnico Gallardo ad entrare nella storia del club, visto che ne ha già vinta una da calciatore nel 1996 e due da allenatore (2015 e 2018): i Milionarios hanno sostanzialmente mantenuto la stessa intelaiatura della squadra che ha portato a casa il trofeo lo scorso anno, in particolare la difesa a 4 con Armani in porta e la linea formata da Montiel-Martinez Quarta-Pinola-Casco è ormai una filastrocca imparata a memoria, così come l'ossatura centrale del centrocampo formata da Palacios ed Enzo Perez; l'unica perdita rispetto allo scorso anno è quella del "Pity" Martinez, partito alla volta di Atlanta in MLS; in attacco la coppia preferita da Gallardo è quella formata da Borré e Matías Suárez, con Lucas Pratto e Ignacio Scocco pronti a subentrare, tuttavia gli uomini che possono decidere gli equilibri della partita a favore del River saranno le due mezzali De La Cruz e Ignacio Fernandes, due centrocampisti box-to-box che danno alla squadra di Marcelo Gallardo l'anima Rio Platense, toccherà a loro creare fastidi ai terzini del Flamengo ed in fase di non possesso cercare di limitare i tagli verso il centro di Everton e Bruno Henrique, se riusciranno nel loro compito la vita per il Flamengo sarà molto complicata e dovrà fare attenzione a non portare la partita su un ritmo troppo elevato ed intenso a livello agonistico, cosa che porterebbe la partita nell'habitat preferito dal River.


Friday, 8 November 2019

Cosa vedere nel weekend #10



Con questo weekend ci si affaccia alla terza pausa per le Nazionali che scandisce le fasi di questa prima parte di stagione. Si è trattata di una fase che non ha modificato di molto le gerarchie nei principali campionati europei, mentre chi si presentava a questa fase con problemi che hanno portato al cambio di allenatore ha ottenuto risultati alterni, per cui il prossimo weekend potrebbe essere il capolinea anche per altre guide tecniche in giro per l'Europa. Ecco i miei consigli per il prossimo weekend.

SERIE A

Continua il duello in vetta tra Juventus ed Inter, un punto separa la squadra di Sarri da quella di Conte che, in questa fase di stagione hanno creato il solco tra loro ed il resto della compagnia, in cui emergono le difficoltà del Napoli, esplose in settimana con il famoso "ammutinamento" della squadra contro la decisione della società di andare in ritiro; delle difficoltà partenopee ne sta approfittando la Roma di Fonseca, forse la squadra più interessante di questa fase di stagione assieme alla ormai "solita" Atalanta. Chi invece dopo un momento difficile sta alzando il proprio ritmo e si sta candidando per un posto in Champions è la Lazio di Simone Inzaghi e del capocannoniere Ciro Immobile, impegnati all'Olimpico contro il Lecce di Fabio Liverani, uno che ha lasciato il segno da calciatore sulla sponda biancoceleste del Tevere.

LAZIO-LECCE (DOMENICA ORE 15)

Il match dell'Olimpico promette spettacolo e diversi spunti d'interesse in una partita il cui pronostico dovrebbe essere orientato a senso unico per la formazione di Inzaghi, ma che può essere aperto a scenari sorprendenti considerando che la formazione di Liverani ha portato a casa punti sia contro il Milan che contro la Juventus. I numeri fotografano una situazione in cui la produzione offensiva dei biancocelesti sia di altissimo livello, soprattutto, rispetto agli anni passati, la produzione è superiore alla statistica degli expected goals, un dato che negli scorsi anni, specie lo scorso anno, ha spiegato il motivo per il quale la Lazio non riusciva a portare a casa in termini di risultati la grande qualità di gioco espressa, invece quest'anno i numeri ci dicono che Immobile e compagni hanno realizzato 24 reti a fronte di poco meno di 20 xG creati. A permettere questa efficienza in fase offensiva è il capocannoniere del campionato, Ciro Immobile, le cui prestazioni lo rendono il miglior giocatore del campionato per rendimento secondo l'algoritmo di Soccerment; in Europa meglio di lui solamente due giocatori che si chiamano Leo Messi e Robert Lewandovski.

Il confronto tra lui e l'attaccante del Bayern Monaco basato sui calcoli della piattaforma Understat evidenzia tramite i numeri anche le caratteristiche dei due giocatori in relazione al loro contributo al gioco della squadra: il polacco spesso viene utilizzato anche per giocare il pallone spalle alla porta, fondamentale non propriamente nelle corde del centravanti della Lazio che preferisce giocare in profondità o essere al massimo il rifinitore finale della manovra offensiva (lo si denota dal numero di passaggi chiave "KP90" e assist "A90").

Dall'altra parte il Lecce ha mostrato di non essere una vittima sacrificale in serie A, lo mostrano i 10 punti sin qui raccolti: Liverani ha deciso di giocarsi tutte le partite con un approccio mai conservativo, anche a costo di rischiare delle imbarcate (vedi i 4 goal subiti a San Siro dall'Inter o quelli subiti in casa contro il Napoli) ma senza lasciare nulla di intentato: i numeri mettono in evidenza quanto la squadra vada in difficoltà quando c'è da recuperare il pallone: il 40% di possesso palla medio ed i 16 passaggi di media consentiti agli avversari prima di recuperare il pallone (indice PPDA), i 26 xG subiti (a fronte di 21 goal subiti), sono dati in cui la formazione salentina è fanalino di coda nella serie A; a far da contraltare a questi dati ci sono i dati sulla qualità della squadra in fase di possesso: l'80% di passaggi riusciti sono un dato statistico che mette il Lecce al di sopra di tutte le sue concorrenti per la salvezza e che, nel corso delle partite, serve alla squadra di Liverani per spezzare il ritmo degli avversari con prolungate fasi di possesso rese possibili dalle qualità tecniche di Filippo Falco, ma anche dal lavoro dei terzini e delle mezzali (Tabanelli, Petriccione) che si aprono disordinando la pressione avversaria; a livello numerico questo si evince dal peso che hanno nella fase di possesso giallorossa le fasce laterali, in particolare quella sinistra, proprietà di Marco Calderoni, autore addirittura di 2 reti, tra cui quella che ha regalato il pareggio al Lecce nella partita contro il Milan.

Come si evince dalle statistiche elaborate da WhoScored il Lecce è la terza squadra in serie A per sviluppo del gioco sulla fascia sinistra. Per la Lazio dunque un test per nulla comodo contro una squadra che non cercherà di fare le barricate e che ha mostrato grande resilienza, soprattutto a livello mentale, per invertire la rotta di partite sulla carta già segnate, per questo motivo la Lazio dovrà dar fondo alle proprie qualità realizzative ritrovate in questa stagione per poter chiudere la partita molto prima del fischio finale.

PREMIER LEAGUE

Il campionato inglese vivrà domenica pomeriggio il suo grande show con la super-sfida di Anfield Road tra il Liverpool ed il Manchester City, divise da sei punti e da una rivalità storica tra le due città, divise da 60 km; la partita assume un valore quasi decisivo principalmente per la formazione di Guardiola, che, in caso di sconfitta, si troverebbe a -9 dalla squadra di Klopp. Preso atto che la partita da seguire sia quella di Anfield Road, uno sguardo attento lo merita anche, a mio parere, la sfida di Stamford Bridge, dove il Chelsea vorrà continuare la propria scalata affrontando il Crystal Palace, squadra mai comoda, ma soprattutto è ricca di spunti la gara di White Hart Lane dove il Tottenham di Pochettino dovrà disperatamente cercare il ritorno alla vittoria contro lo Sheffield United di Chris Wilder.

TOTTENHAM-SHEFFIELD UNITED (SABATO ORE 16)

La squadra di Pochettino ha messo al sicuro la qualificazione alla seconda fase della Champions League, adesso è ora di rimettersi in funzione in campionato, dove non trova la vittoria da 4 partite, ed il cliente che trova di fronte è tutt'altro che comodo, visto che arriva lo Sheffield United reduce da un periodo di forma in cui ha raccolto 11 punti nelle ultime 6 partite. Gli Spurs avevano costruito il ciclo Pochettino con una tipologia di gioco pienamente riconoscibile, una riconoscibilità che sembra andata perduta e che ora il tecnico argentino dovrà ritrovare assieme ai vari giocatori messi fuori causa dagli infortuni, in particolare è molto importante il recupero dall'infortunio di Tanguy Ndombele, la cui forza fisica sarà il grimaldello per permettere di condurre il pallone nella metà campo avversaria evitando l'utilizzo dei lanci lunghi e permettere ai vari Eriksen, Son, Lamela, Lo Celso ed Alli di poter combinare e tornare a costruire azioni offensive di una certa qualità.

Le passmaps delle partite contro il Watford (a destra) e contro l'Everton (a sinistra), ci mostrano quanto il Tottenham faccia fatica ad avvicinarsi alla porta avversaria con la manovra, nel caso della partita con il Watford, in assenza di Ndombele la circolazione non progredisce e Kane non riesce a ricevere palla; nella sfida con l'Everton la presenza di Ndombele fa progredire meglio il pallone, ma l'assenza di Kane toglie profondità alla manovra, infatti il Tottenham chiuderà la partita con soli 3 tiri tentati (!).

Dall'altra parte lo Sheffield United di Wilder vive di granitiche certezze, basate sul 3-5-2 e di un gioco diretto con un utilizzo estremo delle catene laterali in cui vengono coinvolti anche i centrali difensivi di lato (in particolare Basham a destra), il tutto sotto la direzione in mezzo al campo di Oliver Norwood, deus ex machina del sistema di Chris Wilder, capace di attivare i meccanismi di gioco della Blades con le sue aperture di prima intenzione che lo rendono il miglior esecutore di passaggi lunghi tra i giocatori di movimento dell'intera Premier League (7,8 passaggi lunghi riusciti a partita in media, al secondo posto con 6,6 passaggi c'è un certo Paul Pogba che, però ha disputato metà delle partite del centrocampista nord-irlandese).

La centralità di Norwood e le linee di passaggio dirette sono facilmente riconoscibili in questa passmap risalente all'ultimo successo in campionato contro il Burnley; il Tottenham dovrà stare molto attento a non scoprirsi, cosa che molto di sovente ha creato guai in questa stagione vista la grande difficoltà a recuperare dalle transizioni offensive avversarie, marchio di fabbrica dello Sheffield United.











LA LIGA

Il campionato spagnolo, così come la Bundesliga, dopo 12 giornate abbiamo 13 squadre in 5 punti e tre squadre in vetta alla classifica, Barcellona, Real Madrid, che devono recuperare anche la loro sfida saltata nello scorso weekend, e la Real Sociedad, piacevolissima sorpresa di questa prima fase di stagione.

REAL SOCIEDAD-LEGANES (VENERDÌ ORE 21)

La formazione basca allenata da Imanol Alguacil, tecnico cresciuto internamente alla società (ed attenzione, il suo posto nel settore giovanile lo ha preso Xabi Alonso) si sta imponendo come una delle realtà più interessanti di questa edizione della Liga e, data la classifica cortissima e le difficoltà delle tre grandi Barça, Real ed Atletico, per loro potrebbero aprirsi discorsi interessantissimi in classifica, a patto che trovino un pizzico in più in termini di continuità. I numeri della stagione fin qui per gli uomini di Alguacil la pongono al quarto posto nella classifica dei migliori attacchi, terzo posto come dato di possesso palla, il tutto grazie alla grande qualità degli interpreti a disposizione della formazione basca, su tutti sta emergendo il grande talento di Martin Odegaard, giunto in prestito dal Real Madrid, in cerca di quella consacrazione attesa da diversi anni e che, sotto il cielo di San Sebastian, si sta finalmente verificando: Imanol Alguacil preferisce farlo partire prevalentemente defilato a destra dove può utilizzare il suo sinistro per rifinire l'azione (2.55 passaggi chiave di media a partita), è molto interessante da notare come si associa facilmente per caratteristiche con la punta centrale Willian Jose (o Isaac) e con Oyarzabal (o Januzaj) sull'altro mezzo spazio.

Ecco esemplificato l'asse Odegaard, Oyarzabal, Willian Jose (fonte Wyscout)

All'Anoeta a far visita ad Odegaard e compagni ci sarà il Leganes ultimo in classifica e con una grave crisi di produzione offensiva (appena 5 reti realizzate) e soprattutto tante difficoltà nel trovare il giusto assetto tattico, una situazione che ha portato la società ad esonerare Mauricio Pellegrino prima ed il traghettatore Cembranos poi. A sedersi sulla panchina della formazione castillana sarà il messicano Aguirre, reduce dal fallimento sulla panchina dell'Egitto nell'ultima Coppa d'Africa; Cembranos aveva provato a stabilire la squadra con un 4-3-3 che si è rivelato vincente contro il Mallorca ma perdente contro l'Eibar, ora vedremo se il tecnico messicano vorrà continuare sullo stesso percorso tattico del suo predecessore o se intenderà portare qualcosa di nuovo. Lo sapremo questa sera al fischio d'inizio.


BUNDESLIGA

Questa fase di stagione in Germania ha coinciso prevalentemente con le cadute fragorose del Bayern Monaco che hanno portato all'addio di Kovac e con il Borussia Moenchengladbach di Marco Rose che ha preso il comando delle operazioni e che, nello scorso turno, con la vittoria di Leverkusen, ha anche allungato a +3 sulle inseguitrici. Il weekend in arrivo è quello che vedrà di fronte le squadre che hanno dominato gli ultimi anni di Bubdesliga, ossia il Bayern Monaco ed il Borussia Dortmund, che si sfideranno alla Bayern Arena (fu Allianz Arena) domani pomeriggio alle 18.30. Oltre al big match la nostra attenzione va proprio sulla capolista, che cercherà di sfruttare dello scontro diretto per allungare: al Borussia-Park arriva il Werder Brema.

BORUSSIA MOENCHENGLADBACH - WERDER BREMA (DOMENICA 13.30)

Il campionato della squadra bianco-nero-verde è una sorpresa solo se comparata con le precedenti stagioni, dove Hecking non è stato in grado di portare il Borussia sui livelli che la rosa sembrava poter suggerire. Il cambio di strategia con l'arrivo di Marco Rose dal Salisburgo è stato pianificato per sfruttare al meglio il potenziale della rosa, ulteriormente ringiovanita nel corso del mercato di quest'anno e finanziata dalla cessione di Thorgan Hazard al Borussia Dortmund.
L'esempio principale del progetto della dirigenza del 'Gladbach ha il nome di Marcus Thuram, che ormai sta dismettendo i panni del figlio d'arte per diventare uno dei giocatori più interessanti del panorama europeo, con caratteristiche non fungibili con altri giocatori, vista la sua capacità di sapersi muovere partendo largo, da dove può svolgere il ruolo di rifinitore (4 assist finora in Bundesliga) e di finalizzatore ma solo quando riesce a trovare accesso alla zona centrale dell'area di rigore, mostrando, dunque, una grande intelligenza nella scelta della giocata giusta.

La mappa di tiro creata da Understat ci mostra l'accuratezza del francese nel cercare la conclusione da posizione centrale, inoltre in area di rigore il figlio di Lilian Thuram può anche sfruttare le sue grandi doti fisiche (grazie ai suoi 192cm); i suoi 5 goal finora realizzati sono frutto di 4,15 xG, a dimostrazione, anche numerica, delle qualità sopra menzionate. 
A pagare la chirurgica precisione di Thuram in area di rigore è stata ieri sera la Roma di Fonseca; la partita ha dimostrato che una squadra di qualità (grazie alle conduzioni di Veretout e la tecnica di Pastore) può essere in grado di bypassare la pressione della formazione di Rose, mandata a vuoto a lunghi tratti dalla Roma. La partita con il Werder Brema rappresenta un test importante per la squadra di Rose, visto che di fronte si trova un avversario che è molto indietro in classifica ma che non ha potuto ancora esprimere il proprio valore a causa di una lunga serie di infortuni; Kohfeldt sta lentamente ritrovando alcuni elementi che dovrebbero permettere alla sua squadra di tornare a macinare il gioco piacevole visto lo scorso anno, intanto dopo un inizio di stagione difficile il Werder ha messo in fila cinque pareggi tra cui due sui campi di Dortmund, Francoforte e Leverkusen, a centrocampo può disporre di giocatori come Nuri Sahin e l'ex Ajax Klaasen attorno al quale in genere ruota il possesso palla della squadra di Kohfeldt, un possesso che passa da Sahin per essere distribuito sulla fasce (in particolare quella destra) e cercare gli attaccanti che svariano su tutto il fronte d'attacco per ricevere palloni giocabili; le statistiche indicano come il Werder tiri tanto ma, purtroppo, tira anche male (ogni tiro effettuato ha possibilità inferiori al 10% di essere realizzato).


Le passmaps delle ultime due partite (in trasferta a Leverkusen ed in casa contro il Friburgo) mostrano esattamente come funziona l'impostazione degli uomini di Kohfeldt, con Sahin che riceve palla dai difensori; in caso di pressione sull'ex giocatore di Dortmund e Real Madrid, il gioco viene portato a destra dove Gebre Selassie dialoga direttamente con le punte che vengono incontro. Questo pattern molto consolidato nell'impostazione da dietro del Werder sarà la chiave della partita, se il Borussia riuscirà a disinnescare con il suo pressing il possesso della squadra di Brema sarà una partita a senso unico viste le debolezze del Werder in fase passiva una volta persa palla, altrimenti vedremo una partita molto aperta ed interessante in cui sarà la qualità dei singoli a dover fare la differenza.

LIGUE 1

La clamorosa sconfitta del PSG a Digione la scorsa settimana non ha di certo riaperto il discorso per il titolo, anzi per gli uomini di Tuchel la sconfitta è stata indolore visto il vantaggio di 7 punti sull'Angers secondo in classifica. La vittoria del Digione, assieme agli altri risultati maturati la scorsa settimana ha creato una classifica cortissima alle spalle del PSG con un distacco tra l'Angers secondo ed il Nimes ultimo di appena 9 punti; per questa ragione è sufficiente una serie positiva di risultati per sognare in grande ed una serie di sconfitte per farsi risucchiare dalla lotta per non retrocedere. Un riassunto di questa situazione è la sfida tra Nantes e Saint Etienne in programma alla Beaujoire domenica pomeriggio.

NANTES - SAINT ETIENNE (DOMENICA ORE 17)

L'arrivo di Claude Puel a Saint Etienne ha cambiato marcia alla stagione dei Les Verdes, un impatto che è facilmente visibile prendendo la classifica di Ligue 1 dalla data di arrivo dell'ex allenatore di Southampton e Leicester, classifica in cui il Saint Etienne è al comando con 10 punti in 4 partite, tra cui spicca la vittoria nel sentitissimo derby del Rodano contro il Lione proprio nella gara d'esordio di Puel, partita che poi è costata la panchina a Silvinho. Chi ha tratto grande vantaggio dall'arrivo di Puel è stato sicuramente Denis Bouanga, collocato come attaccante esterno nel tridente offensivo, il gambiano si è preso il ruolo del protagonista vincendo per quattro volte consecutive il premio di migliore in campo dato dagli algoritmi di WhoScored.


A fermare Bouanga ed il Saint Etienne ci proverà il Nantes di Gourcuff, reduce da tre sconfitte consecutive figlie di un'abulia offensiva presente anche quando i risultati erano positivi perché retti dalle ottime prestazioni difensive, in particolare dalle parate di Lafont. Motivo di interesse di questa partita sarà il duello a distanza tra lo stesso Bouanga e Moses Simon, l'unico elemento del Nantes capace di accendere la fantasia dei tifosi grazie alle sue accelerazioni, qui sotto il confronto statistico elaborato dall'algoritmo di Soccerment.



LA FINALE DI MLS (DOMENICA ORE 21.30)

A chiudere il weekend ci sarà la sfida tra Seattle Sounders e Toronto FC che, per la terza volta nelle ultime 4 stagioni, deciderà il vincitore della MLS; le due precedenti finali si sono giocate entrambe al BMO Field di Toronto, quest'anno invece toccherà al CenturyLink Field della città della Microsoft, già casa dei Seattle Seahawks della NFL. I favori del pronostico vanno ai padroni di casa, sia per il fattore campo che per la qualità offensiva espressa nel corso dei playoff dove ha eliminato i vincitori della regular season, ossia i Los Angeles Football Club di Carlos Vela con un 3-1 frutto di un piano gara finalizzato a facilitare le giocate di Lodeiro e Ruidiaz, protagonisti indiscussi della partita e di questi playoff. Dalla passmap si evince facilmente come non ci fosse alcun interesse verso un possesso basso (lasciato nelle mani di Los Angeles) ma semplicemente una ricerca di un modo rapido per arrivare ai due uomini li davanti e lasciarli dialogare per arrivare al tiri, la tattica ha funzionato visto che le tre reti portano la loro firma.


Dall'altra parte Toronto si presenta a questa finale dopo aver fatto fuori le favorite della Eastern Conference, ossia il New York City Football Club e l'Atlanta United campione in carica, anche qui il protagonista principale ha il nome di un singolo, come Lodeiro per Seattle, l'uomo in più per Toronto è senza dubbio Alejandro Pozuelo, titolare della maglia n.10 che prima era sulle spalle di Sebastian Giovinco: sostanzialmente è lo spagnolo il centro di gravità per Toronto che ha faticato tantissimo nel corso dell'anno a trovare un equilibrio in mezzo al campo: alla fine il tecnico Greg Vanney ha trovato la soluzione con Micheal Bradley (si esatto, ancora lui, l'ex romanista) davanti alla difesa sostenuto da Osorio e Delgado; contro Atlanta la vittoria è arrivata in maniera più casuale che frutto di una particolare strategia di gara, a meno che concedere a Barco e compagni tante conclusioni confidando che non la buttassero in rete non fosse incluso nel piano gara. 

La mappa dei tiri concessi ad Atlanta dalla formazione canadese dimostrano quanto la vittoria ottenuta sia stata un puro caso, per cui Vanney dovrà trovare delle soluzioni per non lasciare la propria difesa in balia di Lodeiro e Ruidiaz.

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