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Friday, 20 January 2023

Cosa ci ha detto la finale di Supercoppa?


Continua la tradizione che vede la Supercoppa Italiana assegnata in Arabia Saudita nel mese di gennaio; proprio un anno fa eravamo qui a raccontare la vittoria dell'Inter sulla Juventus, ed ancora una volta raccontiamo un successo della formazione nerazzurra, questa volta ai danni del Milan, in una partita che certifica il momento più difficile della gestione Pioli post-pandemia.

Il 3-0 finale rappresenta un giusto risultato per il divario visto sul terreno di gioco in termini di interpretazione e preparazione della partita tra le due squadre, con l'Inter in grado di trovare le giuste chiavi per sfruttare le debolezze del Milan, mentre, al contrario i rossoneri non sono riusciti ad attivare con costrutto i loro punti di forza, complice una condizione fisica e mentale lontana da quella che nella scorsa stagione portò il diciannovesimo scudetto a Milanello.

Fatta questa premessa andiamo a vedere quali spunti tecnici e tattici ha offerto la partita di Riyad.

Tuesday, 3 May 2022

Con o senza scudetto, il Milan ha un suo stile di gioco


La lotta per lo scudetto terrà banco sulle bacheche dei nostri social e sulle prime pagine dei giornali fino a quando non scopriremo il vincitore che, con ogni probabilità, verrà decretato solo all'ultima giornata. A 270 minuti dalla fine delle ostilità il Milan ha un vantaggio di due punti rispetto ai cugini dell'Inter che non sappiamo se saranno sufficienti per poter festeggiare lo scudetto il 22 maggio ma il percorso della squadra di Pioli in queste ultime due stagioni è senza dubbio quello che ha permesso un miglioramento progressivo della squadra in entrambe le fasi e, che, a giudizio di chi vi scrive, rende la formazione rossonera la squadra con maggiori possibilità di aprire un ciclo vincente in Italia nei prossimi anni.

Questa crescita nasce dal momento in cui la dirigenza del Milan ha scelto quale strada intraprendere: con la richiesta da parte della proprietà di creare valore, Maldini e Massara si sono messi all'opera per iniziare un percorso di forte identità tecnica e tattica atta a modernizzare il modo di fare calcio dalle parti di Milanello; a tal scopo il club aveva anche scelto di delegare tutto ciò a Ralf Rangnick, salvo scegliere di tornare sui propri passi nel momento in cui la strada tracciata dall'ex capitano del Milan con Pioli in panchina stava seguendo tracce soddisfacenti.

Ma andiamo a scoprire come il Milan di quest'anno sia cresciuto e come la sua identità sia ben visibile, usando come riferimento la partita di domenica pomeriggio contro la Fiorentina.


IL DILATAMENTO DEGLI SPAZI COME ARMA OFFENSIVA

Il Milan di questa stagione è decisamente meno cinetico e verticale rispetto allo scorso anno, questo perché il centro di gravità della squadra non è più Calhanoglu, bensì Brahim Diaz; i due giocatori hanno caratteristiche decisamente diverse, per cui Pioli ha dovuto colmare l'assenza del turco con un sistema di gioco in possesso strutturato in modo tale da liberare spazio per l'ex giocatore del Manchester City ed anche per fornire maggiore centralità alle volate di Rafael Leao.

La prima novità proposta dal Milan in questa stagione è stata "forzata" dall'addio di Donnarumma in direzione PSG; la scelta del club rossonero è stata quella di virare su Mike Maignan, fresco vincitore del titolo francese a Lille e solidissimo portiere tra i pali, ma soprattutto educatissimo con i piedi. I suoi lanci sono stati spesso una chiave utilizzata da Pioli per bypassare la prima pressione avversaria andando a pescare millimetricamente un giocatore tra le linee o addirittura gli scatti di Leao alle spalle della difesa, come spesso avvenuto in questa stagione, come ben esemplificato dal goal realizzato contro la Sampdoria a metà febbraio.
In questa circostanza la disposizione del Milan in costruzione attira i tre centrocampisti della Fiorentina di Vincenzo Italiano, questo già da se lascia immaginare quanto spazio il Milan potesse avere alle spalle dei tre giocatori indicati con i pallini viola, un invito a nozze per un portiere dal piede come quello di Maignan.

Anche nella partita di domenica la soluzione è stata cercata tra i due ex Lille, con l'obiettivo neanche troppo velato di mettere il portoghese in condizione di affrontare in uno contro uno Venuti, indubbiamente l'anello debole della linea difensiva della Fiorentina; non a caso, infatti, dopo essere stato ammonito, l'ex giocatore del Benevento è stato sostituito da Italiano inserire Martinez Quarta. Da questo esempio, inoltre, si può notare come mediante l'attacco diretto ed il movimento di Giroud e Leao si crea spazio tra le linee che può essere attaccato da Brahim Diaz, ma anche da un potenziale inserimento per vie centrali di Theo Hernandez magari usando il gioco di sponda di Giroud, soluzione quest'ultima che si è rivelata poco proficua visto che dei 9 palloni indirizzati al francese, solo 4 sono stati raccolti e tutti molto lontani dalla porta, insomma l'ex attaccante di Arsenal e Chelsea è stato utile principalmente a tenere le attenzioni dei centrali viola su di lui.

Questa situazione è visibile in questo esempio, con ancora una volta l'attacco diretto verso Giroud che allunga le distanze tra difesa e centrocampo della squadra viola in cui provano ad inserirsi Leao che taglia da sinistra e Messias a rimorchio. Soprattutto nel primo tempo quella zona di campo evidenziata è stata spesso cercata dai rossoneri per creare pericolo, basti pensare alle occasioni capitate sui piedi di Brahim Diaz che però l'ex City ha sprecato con scelte ed esecuzioni sbagliate.

Dall'analisi degli ingressi in area delle formazione rossonera si nota chiaramente come la strategia di Pioli di manipolare lo schieramento della Fiorentina abbia creato davvero tante situazioni favorevoli in zona rifinitura, tanto da permettere di accedere per vie centrali nell'area di Terracciano. E questo è stato dovuto nel primo tempo principalmente mediante questa strategia diretta, nel secondo tempo, invece, grazie a delle incursioni centrali che hanno aperto le linee di pressione della Fiorentina come un panzerotto nell'olio quando l'impasto viene bagnato dall'acqua delle mozzarelle. Ma questo lo andremo a vedere nel capitolo riservato al giocatore, che, a parere di chi vi scrive, è stato il migliore in campo: Sandro Tonali.


UN MODO DI DIFENDERE MODERNO QUANTO REDDITIZIO

Il Milan ad oggi è la seconda difesa del campionato (un solo goal in più subito rispetto all'Inter) e scavando più a fondo nei dati, in questo girone di ritorno ha subito appena 8 reti a fronte di poco meno di 11 expected goals subiti (in base al modello Understat), un dato decisamente migliore per distacco al resto della concorrenza.


In che modo il Milan ha ottenuto questi valori difensivi? Il discorso non si slega dal modo in cui questa squadra è stata pensata dal proprio allenatore e dalla dirigenza, ossia aggredire e giocare in avanti, anche a costo di accettare il rischio di lasciare spazi in profondità, ed è per ovviare a questo che il Milan ha scelto di affidare la propria difesa a due giocatori che sono a proprio agio a difendere in spazi ampi come Tomori e Kalulu.

Questo è un esempio di come il Milan decide di difendere, un atteggiamento esasperato anche dai movimenti senza palla e dalle rotazioni dei giocatori della Fiorentina: qui vediamo come i due centrali Kalulu e Tomori seguano praticamente a tutto campo i propri uomini nel momento in cui la Fiorentina sta iniziando lo sviluppo della propria azione. Oltre al posizionamento dei giocatori che, come si evince, non hanno come riferimento la propria linea bensì il proprio uomo, si può notare quanto accetti di lasciare tanto spazio alle proprie spalle ben consapevoli che le diagonali dei terzini (in questo caso Calabria) saranno sufficienti a rallentare l'avversario che prova il taglio e permettere ad uno tra Kalulu e Tomori di tornare con tre falcate a riordinare la linea e recuperare sull'avversario. Sotto quest'aspetto il Milan ha portato in Italia un modo di difendere molto europeo, in cui non ci si preoccupa nell'accettare il duello con il proprio avversario. ed il fatto che i due centrali rossoneri abbiano una media superiore al 70% di duelli vinti in questa stagione mostrano come la scommessa di Pioli sia ben riposta.

Ma ovviamente ogni fase difensiva che si rispetti parte da come si comporta la squadra dal momento in cui l'avversario inizia a giocare il pallone. E così anche l'atteggiamento della squadra in prima pressione è molto importante per togliere all'avversario la possibilità di avanzare in campo e, soprattutto, impedire di mettere in pratica il proprio piano di gioco. Nel piano-gara della Fiorentina lo scopo era quello di giocare la palla esternamente dove creare i triangoli tipici del 4-3-3 di Italiano con cui consolidare e sviluppare il possesso per poi cercare di giocare il pallone sul lato opposto da dove poi cercare la rifinitura esterna con un cross di Biraghi o una conduzione in area di Maleh o Saponara. Il Milan ha colto questo piano ed ha provato tanto a disturbare il gioco al piede del portiere Terracciano utilizzato proprio per muovere il pallone verso Venuti da cui far partire il triangolo, concedendogli poca libertà di far partire l'azione grazie alle corse di Giroud orientate verso di lui e quelle di Leao sullo scarico comodo verso Milenkovic, questo rendeva molto più complicato muovere il pallone in maniera pulita verso il terzino destro, permettendo quindi al Milan di scalare con Kessie e stringere il campo alla formazione viola. Non è un caso, infatti, che il goal che deciderà la partita arriverà su un passaggio errato del portiere della Fiorentina che, nel tentativo di trovare una complicata linea di passaggio sulla destra, ha regalato il pallone a Leao a sua volta bravo a trasformare in rete la situazione favorevole.


TONALI ELEMENTO PIVOTALE DEL SISTEMA MILAN


Sandro Tonali è un giocatore italiano classe 2000 che, dopo il primo anno di apprendistato a Milanello, è entrato perfettamente nel meccanismo di gioco di Pioli e, con le modifiche introdotte quest'anno dal tecnico emiliano, non solo ha raggiunto la titolarità nell'undici rossonero ma è probabilmente diventato l'elemento centrale di tutto il sistema.

In fase difensiva la sua capacità di tenere sempre la posizione giusta compensando le uscite in avanti dei difensori centrali è fondamentale per fornire le giuste coperture non solo davanti alla difesa ma anche alle spalle di essa. In questo esempio è perfettamente spiegato il concetto: Kalulu e Tomori escono in avanti, lo spazio alle loro spalle è coperto da Theo Hernandez ma soprattutto dalla corsa all'indietro dell'ex Brescia che ricrea una linea difensiva con l'aiuto della diagonale di Calabria dal lato destro.

Anche in questo esempio, in situazione di difesa rossonera schierata, aveva il compito di seguire gli inserimenti di Maleh tra Calabria e Kalulu. Nel secondo tempo Milan-Fiorentina si è trasformata in una gara di transizioni da una parte all'altra del campo, e con due squadre così allungate, la capacità del numero 8 rossonero di garantire la protezione della propria difesa con le sue letture e le sue corse è stata decisiva ed è quantificabile negli otto palloni intercettati e nei 16 duelli su 24 vinti che, oltre a renderlo il migliore in campo a parere di chi vi scrive, lo è stato anche per gli algoritmi statistici di WhoScored e SofaScore.

Ma non è certo solo il lavoro difensivo ciò che ha permesso a Tonali di emergere nel corso della partita, anche la sua grande capacità di gestire la palla, non scevra da rischi, è stata molto importante nell'economia della partita. 

Così come nel primo tempo il Milan usava il gioco diretto per risalire il campo ed allungare la Fiorentina, nel secondo tempo sono state un paio di giocate del giocatore bresciano a far saltare i meccanismi di pressione della squadra di Italiano. In questo esempio Tonali aggira con una bellissima veronica Amrabat aprendosi il campo ed aprendolo ai propri compagni con un passaggio in avanti verso Krunic che condurrà il pallone nel tanto spazio davanti a se per poi giocare un filtrante verso Theo Hernandez che culminerà con il cross per l'occasione salvata sulla linea da Igor (azione poi invalidata dal fuorigioco del francese).

BASTERA' PER LO SCUDETTO?


Il Milan attende lo scudetto da 10 anni, i propositi del club erano quelli di riportare la squadra gradualmente ad essere competitiva per i titoli e per tornare ad essere un club di valore. La partita contro la Fiorentina ha mostrato in tutto e per tutto come la formazione rossonera sia stata forgiata dal proprio allenatore ed i concetti e princìpi di gioco sono diventati riconoscibili, così come il profilo dei giocatori che Maldini e Massara hanno portato a Milanello.

Altre partite nel corso della stagione hanno mostrato che, per quanto buoni nei propositi, determinati princìpi andavano a cozzare contro la realtà di alcune dinamiche di gioco, come la famosa partita interna con il Bologna dopo la pausa per le nazionali, in cui il blocco basso dei felsinei ha mostrato alcuni limiti individuali davanti. Ma anche la partita di ritorno contro l'Inter in Coppa Italia aveva mostrato difficoltà nelle letture difensive in alcune situazioni di gioco.

Per cui la formazione di Pioli non è perfetta e questo rende difficile sbilanciarsi sul fatto che questa squadra sarà in grado di portare a casa i 7 punti che le servono per festeggiare il diciannovesimo scudetto, ma in ogni caso, da un punto di vista meramente analitico, il Milan è a 3 punti dal superare il punteggio della scorsa stagione (elemento non raggiungibile dalle altre sue concorrenti in campionato), ma soprattutto sta mettendo le basi per un progetto tecnico che la può rendere il riferimento del calcio italiano nel contesto internazionale.

Indipendentemente dalla vittoria dello scudetto e dal possibile cambio di proprietà dato per imminente dalla stampa.

Tuesday, 27 April 2021

Lazio-Milan, storia di una vittoria in discesa

Foto profilo Twitter Società Sportiva Lazio


Il programma della 33° giornata di Serie A si chiude con un match che vede di fronte due protagoniste della appassionante volata per i 4 posti della prossima Champions League: per la Lazio questa partita non prevede un risultato diverso dalla vittoria per potersi unire a questa corsa, anche approfittando del fatto di poter mettere in difficoltà sia gli avversari di turno che una Juventus che appare in seria difficoltà. Per il Milan una vittoria in questo scontro diretto potrebbe permetterle di riprendere il secondo posto in classifica e vivere con una posizione di vantaggio le giornate finali di questo campionato.

E' finita con una netta vittoria della Lazio per 3-0: un punteggio più figlio degli eventi che hanno contraddistinto il match che per il suo andamento, tuttavia a fare la differenza è stata la capacità della squadra di Inzaghi di saper utilizzare al meglio gli spazi che il Milan ha lasciato a causa della partita di rincorsa che è stata costretta a fare dopo il goal iniziale di Correa.


LE FORMAZIONI


Non ci sono grosse novità nelle formazioni: Simone Inzaghi deve continuare a sostenere l'emergenza in difesa schierando Marusic da terzo difensivo al fianco di Acerbi e Radu, a centrocampo ed in attacco, invece, il tecnico piacentino può contare sugli uomini migliori.
Dall'altra parte Pioli deve fare a meno di Ibrahimovic: il ruolo di riferimento offensivo è affidato a Mario Mandzukic, a cui il tecnico parmense affida la maglia da titolare per ottenere un contributo in questa volata finale per la Champions.



LA COSTRUZIONE DELLA LAZIO SUL LATO SINISTRO


Il primo quarto di partita è stato appannaggio della Lazio grazie alla capacità della squadra di Inzaghi di risalire il campo con la costruzione da dietro utilizzando il lato sinistro del campo. Dopo aver rischiato di subire il goal dello svantaggio, alla ripresa del gioco un perfetto lavoro in uscita sul rinvio dal fondo ha portato ad un serie di passaggi che ha portato Correa ad entrare in area di rigore dopo una perfetta triangolazione con Ciro Immobile.

In questo fermo immagine si nota il triangolo di costruzione e sviluppo sul lato sinistro del campo formato da Radu, Luis Alberto e Lulic: la prima pressione del Milan vede Mandzukic che deve lasciare Acerbi, ma dirige la propria corsa verso Luis Alberto su cui, però, era già scalato Calhanoglu, questo libera il difensore rumeno e mette Saelemaekers in una condizione di indecisione se salire su di lui o coprire lo spazio alle spalle. 


Lulic viene preso in consegna da Calabria: il bosniaco taglia verso il centro portandosi via il terzino destro rossonero. A mio parere qui Calabria poteva consegnare Lulic a Bennacer e coprire la linea di passaggio verso Correa alle proprie spalle, ma evidentemente l'azione si stava sviluppando in maniera così rapida che nessuno è stato in grado di fornire la lettura giusta della situazione. In questo modo Correa ed Immobile si trovano in due contro due contro i centrali difensivi rossoneri.

Qui si vede quando l'esterno della Lazio finalizza il movimento creando la linea di passaggio da Luis Alberto a Correa: qui si nota meglio come Calabria e Bennacer continuino a non comunicare su chi dovesse fare cose, in questo modo si libera la linea di passaggio ulteriore per Immobile che entrerà in possesso del pallone dopo una serie di rimpalli dove potrà sfruttare lo spazio che si è creato tra Kjaer e Romagnoli non coperto da Calabria o Bennacer, una situazione che anche Pioli nel post-partita ha sottolineato.

La finalizzazione dell'azione, come preparata dalla squadra biancazzurra, è eseguita mediante una triangolazione tra il centravanti della Lazio e della nazionale e il numero 11 argentino che si lancerà a tu per tu con Donnarumma e troverà il goal che sblocca la partita e la indirizza a favore della squadra di Inzaghi, soprattutto considerando che l'azione è stata creata da una situazione successiva ad una grande occasione avuta dalla squadra rossonera.


Fonte grafico WhoScored
Come si nota dalla heatmap relativa al primo tempo si nota ancora più chiaramente la propensione della Lazio nello sviluppare il gioco utilizzando il lato sinistro del campo, un sistema a cui il Milan ha faticato di trovare una contrapposizione nei primi 20 minuti.







LA PRIMA PRESSIONE DEL MILAN 


Dopo diversi minuti in cui la squadra di Pioli non è stata in grado di porre freno alle uscite da dietro della formazione laziale, alcune modifiche alla fase di prima pressione hanno permesso alla squadra rossonera di recuperare più facilmente il pallone e di togliere all'avversario ogni opzione per risalire il campo una volta che sono tagliati i rifornimenti alla zona sinistra del campo.

A dimostrazione del miglioramento del Milan in fase di prima pressione nella seconda parte del primo tempo ci viene in soccorso il dato relativo ai palloni intercettati: la squadra rossonera (pallini blu) ha recuperato diversi palloni sulla trequarti della Lazio e non è casuale che ciò sia avvenuto nella zona di campo dove la squadra di casa cercava insistentemente di sviluppare il proprio gioco. Da questi palloni rubati sono arrivate anche occasioni potenzialmente interessanti, ma è mancata la lucida nelle scelte nella fase di rifinitura o conclusiva.

Come si desume dal fermo immagine, le modifiche sono arrivate mediante la chiusura delle linee di passaggio verso il lato sinistro del campo: questo è stato reso possibile dal lavoro di Rebic che va ad attaccare Reina, Calhanoglu che va a scalare su Lucas Leiva e Bennacer che sale su Luis Alberto, mentre Mandzukic si orienta verso Acerbi e Saelemaekers che chiude l'uscita su Radu. Questo meccanismo permetterà ai rossoneri di recuperare il pallone sulla trequarti della Lazio e costringere nei minuti successivi Reina a rinunciare alla costruzione bassa e puntare sul gioco lungo che non ha funzionato pur disponendo di gente forte come Milinkovic-Savic ed Immobile nel gioco aereo.


LA RICERCA DELLO SFONDAMENTO CENTRALE


Una volta che il Milan cercava di attaccare aveva lo scopo di riempire la zona di rifinitura con passaggi in verticale tra le linee o mediante le conduzioni di Theo Hernandez da sinistra: in questo modo la formazione rossonera riusciva ad arrivare in maniera relativamente agevole al limite dell'area di rigore avversaria, ma la Lazio era altrettanto brava a proteggere gli ultimi 20 metri stringendo la linea difensiva a 5 togliendo la profondità, questo ha portato il Milan a trovare il tiro solo da fuori area o cercando cross per la testa di Mandzukic sempre ben controllato dai centrali biancazzurri.

Nell'esempio qui si nota quanto il Milan abbia cercato di riempire la zona rifinitura con Calhanoglu ed i tagli di Saelemaekers: la formazione rossonera in questo frangente di partita è stata molto brava a muovere il pallone e farlo arrivare in quella zona anche grazie al 3+1 in costruzione formato dai due centrali di difesa ed i due centrocampisti centrali, il problema è stata la capacità dei singoli, una volta arrivato il pallone tra le linee, nel trovare la giocata giusta e, in alcuni casi, la scelta giusta e spesso ieri sera il Milan si è perso in qualche passaggio o tocco della palla di troppo.

Fonte statistiche SofaScore
A rendere ulteriormente complicato il lavoro per il Milan è stato il lavoro davanti alla difesa di Lucas Leiva che non ha mai avuto paura di affrontare in uno contro uno Calhanoglu o le conduzioni di Bennacer e Theo Hernandez: seppur con interventi che, in alcuni casi, sono stati al limite del fallo (se non superarlo in occasione della palla recuperata in occasione del goal del 2-0), il mediano brasiliano ha chiuso la partita con numeri difensivi impressionanti, il tutto a dimostrazione che, seppur l'età non gli permette di essere sempre al top in caso di doppio impegno, resta un giocatore difficilmente sostituibile per Simone Inzaghi.










LE RIPARTENZE DELLA LAZIO SUL LATO DESTRO

Così come segue il lato sinistro del campo per sviluppare il proprio gioco, la Lazio utilizza, invece, la velocità di Lazzari quando si creano le chances in transizione: la situazione per l'ex giocatore della Spal era ideale nel momento in cui agisce sul lato in cui il Milan soffre maggiormente questa situazione di gioco, ossia il lato lasciato incustodito dalle discese di Theo Hernandez.

Nell'esempio qui di fianco, Lazzari recupera palla con l'aiuto di Milinkovic-Savic ed immediatamente parte alle spalle del terzino francese, una volta che l'esterno destro della Lazio parte in velocità palla al piede è difficile da fermare: in questo caso Kessie, deputato a coprire lo spazio lasciato libero da Hernandez, deve ricorrere al fallo per fermarlo. Situazioni simili continueranno a proporsi nel corso della partita, tra cui il goal del 2-0 dello stesso Lazzari sul finire del primo tempo annullato per fuorigioco.

Le transizioni sono poi state l'arma con cui la Lazio ha chiuso la partita nel secondo tempo sfruttando la scelta del Milan di difendere in 2 contro 2 contro Correa ed Immobile: una scelta che non ha raccolto i dividendi sperati e che ha permesse a Correa di ergersi a protagonista e dominatore della partita vincendo diversi duelli, come sul goal del 2-0 in cui è riuscito a far fuori Tomori, comunque non impeccabile nella situazione.


IL TUTTO PER TUTTO DEL MILAN ED IL BLOCCO BASSO DELLA LAZIO

Sotto di due reti il Milan non aveva molte alternative che cercare di riempire con quanti più uomini possibile la trequarti della Lazio: l'ingresso di Dalot al posto di Calabria ha cercato di fornire soluzioni anche sugli esterni e non solamente cercando una trequarti sempre meglio coperta dalla Lazio.

La situazione standard che abbiamo visto nel corso del secondo tempo è stata la seguente: la formazione di Inzaghi si è chiusa nella propria metà campo con un rigido 5-3-2 con le prime due linee che si occupano di chiudere il centro del campo; l'unica soluzione per il Milan, a quel punto era cercare di sfruttare le fasce. L'inserimento di Dalot aveva consentito anche ai rossoneri di creare dei potenziali pericoli davanti alla porta di Reina, ma una volta che i cross del portoghese raggiungevano l'area non venivano sfruttati a dovere, soprattutto su dei potenziali sviluppi del gioco sulle seconde palle. Insomma la creazione dei presupposti nella squadra rossonera c'è sempre stata, ma è proprio mancata la lucidità nelle scelte al momento dell'ultimo passaggio o di finalizzare.

CONCLUSIONI


Questa vittoria della Lazio rende senza dubbio la lotta per la Champions League ancora più aperta: la formazione di Inzaghi ha avuto la bravura e la fortuna di trovarsi subito in vantaggio e di poter impostare un contesto tattico di maggior controllo potendo sfruttare al meglio le situazioni in transizione che poi le sono valse le due reti con cui il successo è stato reso più rotondo. 

Per il Milan la situazione di classifica si sta facendo preoccupante e, in un certo modo, lo si è visto nell'atteggiamento mentale di alcuni suoi interpreti: le difficoltà della squadra nel creare occasioni da rete nitide non ostante una forte supremazia territoriale ha messo a nudo alcuni limiti dati dalla giovane età di alcuni suoi elementi. In molto analisi si è fatto riferimento, a sproposito a mio parere, all'assenza di Ibrahimovic come il principale male di questa squadra ieri sera, ma in realtà anche con lo svedese in campo difficilmente avremmo visto una squadra in grado di impensierire la linea difensiva della Lazio. 

Le prossime settimane ci diranno come la squadra di Pioli riuscirà a ritrovare la strada verso la vittoria, soprattutto considerando che il calendario non prevede neanche una sfida "comoda" per i rossoneri, chiamati ad affrontare ogni settimana un avversario che avrà da giocarsi qualcosa di molto importante: non è tutto da buttare della prestazione di ieri, anzi, ma servono scelte migliori da parte dei giocatori negli ultimi 20 metri.

Friday, 6 November 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 7

Photo Credit - Instagram @AcMilan

Photo Credit - Instagram @HellasVerona


Questo weekend vedrà il termine della seconda fase di questa stagione prima di una nuova pausa per le nazionali che aggiungerà problematiche nella gestione dei casi di COVID tra calciatori, intanto prima di cedere il passo alle nazionali, il weekend a venire presenta un calendario davvero di primo livello con scontri di alta classifica in Premier League con la sfida tra Manchester City e Liverpool (o tra Guardiola e Klopp se preferite), il Der Klassiken in Germania con l'incrocio tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, appaiate in vetta alla classifica, fino alla sfida Juventus-Lazio in serie A che negli ultimi anni ha rappresentato molto per le fortune delle due squadre; per queste partite farò delle analisi nella prossima settimana, mentre in questo post, come da mia scelta in questa stagione, proverò ad orientarmi su una proposta "alternativa".


PREMIER LEAGUE RUSSA, DYNAMO MOSCA - LOKOMOTIV MOSCA (DOMENICA ORE 17)


La Lokomotiv Mosca è una delle compagini russe che meglio si stanno disimpegnando in Champions League, dopo il pareggio di Salisburgo e dopo essere stata ad un passo dal fare risultato anche contro il Bayern, è riuscita anche a fermare l'Atletico Madrid, mantenendo aperte, quanto meno a livello teorico, delle speranze di qualificazione agli ottavi o, quanto meno, continuare il proprio cammino europeo in Europa League.

L'andamento in campionato, invece, della formazione allenata da Nikolic, sembra essere meno brillante, come se l'impegno in Champions stia sottraendo energie nervose alla squadra, questo ha portato a due sconfitte consecutive che hanno allontanato i ferrovieri dalle zone alte della classifica (settimo posto con 21 punti, -7 dalla capolista CSKA Mosca) ma soprattutto un'involuzione in termini di proposta di gioco.

Il contesto del campionato russo è senza dubbio differente e richiede piani partita praticamente opposti rispetto a quelli in Champions, è sufficiente vederlo mediante il dato del possesso palla (vedi grafico a fianco, basato sui dati presenti sul database FbRef, fonte dati StatsBomb), nel campionato russo la Lokomotiv è chiamata a "fare" la partita mentre in Champions sono gli avversari ad avere l'iniziativa, questo costringe Nikolic a variare l'assetto di partita in partita.
Nella partite contro squadre che giocano chiudendo il centro del campo e tengono il baricentro basso la squadra mostra grossi limiti nel risalire il campo, nessuno dei due centrali difensivi si prende la responsabilità di condurre il pallone al fine di attrarre la prima linea di pressione e liberare il regista Kulikov (uno degli elementi autoctoni più interessanti della squadra) dalla gabbia in cui gli avversari lo chiudono (o, come accaduto nell'ultima partita contro il Sochi, dalla marcatura a uomo).

La trasferta sul campo della Dynamo Mosca arriva contro una squadra meno passiva in fase di non possesso (PPDA pari a 9,84) ma tendenzialmente molto verticale in fase di possesso (non ama particolarmente mantenere il pallone, possesso palla medio pari a 49,7%).

A mio parere l'uomo chiave è il centrocampista Daniil Fomin, classe 1997, che rappresenta l'equilibratore del 4-2-3-1 della squadra, i suoi movimenti in fase di possesso trasformano lo schieramento in un 4-1-4-1 andando ad occupare la zona di rifinitura (vedi immagine a fianco).






In fase di prima pressione, che è basata su marcature a uomo, Fomin si alza (come nell'immagine a fianco) qualora l'avversario si disponga con il doble pivote, oppure si abbassa accanto all'altro centrale del 4-2-3-1 Kabore qualora l'avversario mandi più giocatori in zona rifinitura.






La sfida dell'avveniristica VTB Arena rappresenta una sfida che può determinare il proseguimento della stagione per le due squadre, per la Lokomotiv un'altra sconfitta comporterebbe un ulteriore allontanamento dalle zone alte della classifica, per la Dynamo, dopo un inizio di stagione segnato dall'eliminazione dai preliminari di Europa League per mano della Lokomotiv Tbilisi, proseguire la serie positiva vincendo il derby contro i ferrovieri, potrebbe aprire prospettive interessanti per una squadra che, data la relativamente giovane età della rosa, può essere molto utile seguire.


MAJOR LEAGUE SOCCER, LOS ANGELES FC - PORTLAND TIMBERS (LUNEDI', ORE 00,30)


Altro elemento di interesse per questo weekend calcistico è il termine della regular season nella MLS (il Decision Day): anche il campionato americano la cui stagione, ricordiamolo, si gioca sull'anno solare (da marzo a dicembre) è stata influenzata dalla pandemia globale, ragione per la quale la stagione regolare è stata dimezzata (23 partite anziché le canoniche 34) e, in parte, disputata all'interno della bolla di Orlando, al pari dei più quotati omologhi della NBA. dove è stato disputato un torneo le cui partite dei gironi eliminatori assegnavano punti anche per la classifica del campionato: a vincere questo torneo, ribattezzato MLS is back, sono stati i Portland Timbers, 

Nella notte tra domenica e lunedì le due Conferences determineranno la classifica finale della competizione che genererà le griglie per i playoff: le posizioni più ambite al momento sono le prime 6, nel momento che le squadre tra la settima e la decima posizione si dovranno scontrare in un ulteriore turno di play-in  per determinare chi affronterà le prime due classificate (sulla base del seeding delle vincitrici dei play-in, per esempio se vincono la settima e l'ottava, quest'ultima affronterà la prima, l'altra affronterà la seconda e così via).

La lotta per il primo posto generale (il Supporter's Shield) è una lotta a due tra Philadephia ed i vice-campioni in carica di Toronto che si giocheranno, tra l'altro, le prime due posizioni anche nella Eastern Conference; nella Western Conference, invece, la lotta per i primi posti è circoscritta a 3 squadre, ossia i campioni in carica di Seattle, i sorprendenti Sporting Kansas City e gli stessi Portland Timbers; la conference ad Ovest della MLS è stata dominata, negli ultimi anni, dei Los Angeles FC, ambiziosa franchigia nata nel 2018 che quest'anno, però, ha faticato oltremodo a causa dell'assenza per quasi tutta la stagione del suo elemento più rappresentativo, ossia il messicano Carlos Vela.

Per questa ragione lo scontro tra Los Angeles FC e Portland rappresenta un interessante finestra su ciò che potrebbe accadere nei prossimi playoff e capire quanto realmente Portland possa essere una  reale contender nei prossimi play-off.

Il grafico che ho elaborato utilizzando i dati presenti su FbRef ed elaborati da StatsBomb ci mostrano come Portland sia una squadra che sta oggettivamente ottenendo più di quanto prodotto sul campo, in particolare il saldo positivo della differenza reti non è seguito dal dato relativo alla differenza sugli xG, dove la squadra allenata da Savarese ha, addirittura, un saldo negativo; al contrario, invece, la formazione allenata da Bob Bradley è seconda solo a Seattle in termini di differenza negli xG e, pur mantenendo un saldo positivo in termini di differenza reti, quanto raccolto non è in linea con quanto effettivamente prodotto. Sostanzialmente ci possiamo sbilanciare nell'affermare che Los Angeles gioca meglio di Portland e possiede valori tecnici superiori, tuttavia i risultati danno ragione alla franchigia dell'Oregon.

Anche il tipo di calcio espresso dalle due squadre è molto diverso, in particolare Los Angeles ama avere il controllo del pallone e cercare la zona di rifinitura mediante alcuni principi di calcio posizionale e mediante le rotazioni degli elementi più offensivi, sostanzialmente lasciando che i tre davanti del suo 4-3-3 si muovano liberamente supportati dai due terzini che si alzano per dare ampiezza; inoltre la squadra di Bradley cerca di recuperare il pallone quanto più in avanti possibile (infatti è la squadra che esercita il maggior numero di pressioni nella trequarti avversaria).
Dall'altra parte Portland è una squadra dall'atteggiamento molto più attendista basato sul 4-4-2 atto a coprire il centro in fase di non possesso per poi trasformarsi in un 4-2-3-1 in fase di possesso: il leader tecnico della squadra è il trequartista argentino Diego Valeri, scuola Lanus, classe 1986 e sostanzialmente uomo-franchigia con i suoi 84 goal e 87 assist in 8 stagioni, con una media, quindi, di una doppia doppia (usando un termine cestistico) in MLS.

Come ben si intuisce sarà una partita di grande interesse vista la differenza di visione di gioco delle due squadre ed un modo molto utile per capire con quali ambizioni queste due squadre si presenteranno ai prossimi play-off.


LIGUE 1, NIZZA-MONACO (DOMENICA ORE 17)


Il campionato francese nel weekend giungerà alla decima giornata e sarà una giornata che potrebbe avere un grande impatto per la classifica, sia perché avremo lo scontro interessantissimo al vertice tra il PSG ed il Rennes ma anche due sfide molto sentite come il derby del Rodano tra Lione e Saint-Etienne, partita delicatissima per i Verts reduci da cinque sconfitte consecutive, ed anche il derby della Costa Azzurra tra Nizza e Monaco, match che promette molto spettacolo.

Alla due squadre ho già dedicato due post molto recenti da cui si evince che lo stile delle due squadre è molto simile come principi di gioco e con pregi e difetti facilmente riconoscibili a cui i due allenatori stanno cercando di mettere mano.

Da una parte abbiamo il Nizza che, seppur quarto in classifica, non ha mostrato di essere una squadra brillantissima ed in grado di essere particolarmente pericolosa specie se relazioniamo lo sforzo produttivo con il dato del possesso palla (56,6% di media), questo a causa delle difficoltà che la squadra si porta dallo scorso anno nel guadagnare campo.

La pesante sconfitta subita in Europa League due settimane sul campo del Leverkusen (6-2) ha costretto Vieira nelle partite successive a rivedere determinati meccanismi, specie in fase di non possesso, con un atteggiamento molto più conservativo in modo da cercare di attirare qualche giocatore avversario in più in zone più avanzate del campo per poterlo guadagnare più velocemente una volta riconquistato il pallone: sotto questo aspetto un valore molto importante assume il ruolo degli esterni del 3-5-2/3-4-3 con Hassane Kamara a sinistra e Atal o Lotomba a destra serviti in maniera più diretta in zone più avanzate del campo per innescare pericolose catene laterali in fase di possesso, una mossa che contro Lille e Angers ha portato a 4 punti, staremo a vedere quanto funzionerà contro il Monaco.


Da canto suo, invece, la squadra monegasca ha gli stessi problemi in termini di equilibrio, soprattutto nella gestione delle transizioni difensive, ma a livello offensivo mostra un livello qualitativo molto elevato, tanto da essere la terza squadra del campionato per xG prodotti (15,2), per tiri effettuati (15,67 a partita), per possesso palla (60,9%) e per tocchi negli ultimi 30 metri, insomma tutti tratti distintivi di una squadra che cerca di dominare le partite con grande qualità con il 4-3-3 di Kovac che consolida il possesso quanto basta prima di sfruttare la velocità del suo tridente offensivo, in particolare la connection tra Volland e Ben Yedder sta progressivamente migliorando e, coadiuvata da Gelson Martins, è in grado di creare giocate ad alto livello spettacolare come questa.




Nizza e Monaco, dunque, oltre alla loro rivalità, metteranno in campo valori tecnici e tattici di alto livello e, allo stesso tempo, non sempre in grado di saper coprire gli spazi nella propria metà campo, per cui la lotta starà tutta negli aggiustamenti che le due squadre cercheranno di fare per avere il controllo della partita, ossia chi farà di tutto per averlo e chi, invece, scenderà a patti rinunciando al controllo della palla.


SERIE A, MILAN-VERONA (DOMENICA, ORE 20,45)


Il programma del weekend della serie A si chiuderà domenica sera a San Siro con un impegno probante per la capolista del nostro campionato: il Milan di Pioli proverà ad ottenere la sesta vittoria in sette partite ma al Meazza arriva una squadra pronta a mettere alla prova i meccanismi della formazione rossonera, ossia il Verona di Juric.

Ciò che accomuna le due squadre è che nelle aspettative di inizio stagione entrambe erano attese al varco dopo il clamoroso rendimento dei rossoneri dopo il lockdown e dopo la sorprendente stagione dei gialloblu nella scorsa stagione, ed invece la classifica ci dice che le due squadre si affronteranno in uno scontro tra due squadre al vertice, al primo posto del Milan si contrappone il quinto posto della squadra di Juric a 5 punti di distacco dai rossoneri.

La stagione del Milan sta seguendo la scia di quanto visto nella seconda parte della scorsa stagione e che ha portato la dirigenza rossonera a lasciare in un cassetto il progetto Rangnick e lasciare carta bianca al progetto Maldini-Massara con Stefano Pioli in panchina che ha deciso, giustamente, che la strada maestra è il 4-2-3-1 il cui scopo è quello di riempire la zona rifinitura avversaria da dove invadere l'area avversaria con più uomini.

Nell'esempio dell'azione del goal di Kessie domenica scorsa contro l'Udinese, il Milan attacca l'area di rigore con ben 6 uomini, in più va fatta notare la posizione di Ibra, autore dell'assist e quella di Leao a centro area, i due giocatori spesso si scambiano di posizione togliendo punti di riferimento alle difese avversarie, un elemento che potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema di marcature a uomo del Verona; portare i due terzini, le due ali ed uno dei centrocampisti centrali ad invadere l'area avversaria è una delle costanti di gioco di questo Milan e che rende, inoltre, possibile una presenza sufficiente di giocatori per effettuate una immediata ri-aggressione qualora l'avversario sia in grado di riprendere possesso del pallone (testimoniato dal 9,06 di indice PPDA).

Il sistema del Verona di Juric sarà un test davvero importante per la formazione rossonera, tanto più dopo la pesante sconfitta in Europa League contro il Lille, dove la squadra francese ha abbozzato alcuni principi di pressione uomo su uomo specie sulla prima costruzione del Milan per poi chiudere gli spazi in zona di rifinitura; i concetti della squadra di Juric, ovviamente, sono molto più estremi con le marcature individuali a tutto campo e poi la solita costruzione delle catene laterali in fase di possesso.

Uno dei meccanismi offensivi che il Verona utilizzerà per far male al Milan è quello di utilizzare il lato debole, situazione che vediamo molto di frequente quando una squadra schierata con il 3-5-2 affronta una squadra schierata con una difesa a 4; il fermo immagine qui a lato è preso dall'azione che ha portato al goal del 3-1 nella partita giocata lunedì scorso contro il Benevento: pallone giocato sulla catena di sinistra, invasione dell'area di rigore con più uomini (in questo caso Barak e Kalinic) ed inserimento dell'esterno opposto sul secondo palo (in questo caso Lazovic), una opzione che abbiamo visto spesso lo scorso anno con Lazovic che crossava da sinistra e Faraoni che finalizzava da destra (proprio in Milan-Verona dello scorso anno abbiamo visto questa tipologia di azione), a dimostrazione che i meccanismi di Juric bypassano anche i singoli interpreti.

Se i gialloblu saranno in grado di tenere alta l'intensità contro un Milan apparso leggermente in calo nelle ultime prestazioni ci potremo aspettare una partita con la squadra di Pioli in seria difficoltà dove dovrà mostrare soprattutto a livello mentale quali traguardi la squadra può ottenere in questa stagione; dall'altra parte il sistema di duelli individuali che Juric metterà in piedi potrebbe scontrarsi con il tasso tecnico di cui dispone la formazione rossonera, ed onestamente ci sono due duelli che sono molto ma molto curioso di osservare: uno è quello generazionale e fisico tra Zlatan Ibrahimovic e Mattia Lovato, l'altro a centrocampo tra Ismael Bennacer e Ivan Ilic, due giocatori pronti a svolgere un ruolo da protagonista in questo calcio.

Wednesday, 8 July 2020

Milan-Juventus, l'analisi e le pagelle

Milan e Juventus tornano ad affrontarsi a poche settimane dalla sfida che ha riaperto il calcio italiano dopo il lockdown, allora a Torino, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, la partita terminò con uno 0-0 non esaltante, mentre oggi le due squadre si affrontano con il miglior ruolino di marcia post COVID.

La classifica di serie A dalla data della ripresa


Stefano Pioli a partire da gennaio è riuscito a dare una identità migliore alla formazione rossonera, che continua, tuttavia, a soffrire alcuni blackout (vedi sconfitta interna con il Genoa prima dell'interruzione, vedi pareggio strappato contro la Spal la scorsa settimana) che non le permettono di avere quella continuità di rendimento necessaria per puntare in alto: la partita contro la Juventus rappresenta un importante esame dopo la vittoria a casa della Lazio lo scorso sabato.

La Juventus si presenta a San Siro con la possibilità di chiudere anzitempo i giochi per lo scudetto, dopo la sconfitta della Lazio a Lecce, la sconfitta in finale di Coppa Italia con il Napoli ha permesso alla formazione bianconera di presentarsi in campionato con motivazioni ancora più forti che le hanno permesso di portare a casa 4 vittorie con con 13 goal realizzati e 2 subiti.


LE FORMAZIONI




Il Milan si presenta sulla carta con il 4-2-3-1 che sta ben funzionando in questa fase della stagione ma che in realtà è un 4-4-2, confermatissimo Saelemakers in posizione di ala destra, conquista un posto dal primo minuto anche Paqueta che, contrariamente alle aspettative gioca da esterno sinistro, dentro dal primo minuto anche Ibrahimovic affiancato da Rebic. 

Nella Juventus è Rugani il giocatore scelto da Sarri per sostituire lo squalificato De Ligt mentre la squalifica di Dybala convince il tecnico toscano a schierare Higuain al centro dell'attacco con Bernardeschi e Cristiano Ronaldo a suo sostegno.

LA PARTITA


E' davvero difficile catalogare questa partita e darle una spiegazione del tutto razionale: nel primo tempo le due squadre si sono affrontate con un atteggiamento in fase di non possesso basato su un 4-4-2 in cui entrambe le formazioni hanno cercato di togliere il centro del campo agli avversari, una strategia che ha penalizzato principalmente il Milan vista la maggior qualità a disposizione della formazione di Sarri nello spezzare i raddoppi in difesa laterale grazie alle giocate di Cuadrado o agli inserimenti di Bentancur, inoltre la qualità dei palleggiatori bianconeri ha permesso alla squadra di Sarri anche di bypassare molto spesso le linee di pressione del Milan che, quindi è stato costretto a tenere basso Theo Hernandez e costringere Paqueta ad un lavoro difensivo sfiancante e non nelle corde del brasiliano che infatti nell'intervallo viene sostituito anche perché ammonito; in attacco Rebic è isolato contro i due centrali bianconeri visto che Ibra era costretto a scendere in mezzo ai centrali di centrocampo per aiutare lo sviluppo dell'azione.

Nel secondo tempo un gran goal di Rabiot ed un grave errore dei due centrali del Milan che mancano un facile disimpegno e lasciano Cristiano Ronaldo solo davanti a Donnarumma portano la Juve in una situazione di doppio vantaggio che però fa rilassare oltremodo la formazione bianconera; Pioli poi fa la mossa decisiva con l'ingresso di Leao al posto di Staelemaekers dando una opzione in più alla squadra in zona di rifinitura e spostando Rebic nella zona tra Cuadrado e Rugani che si mostra il punto debole della Juve ed il Milan ne approfitta esondando con Theo, Calhanoglu ed il croato, così in 5 minuti la partita viene ribaltata da 0-2 a 3-2, da quel momento la Juve esce di scena ed uno scellerato disimpegno di Alex Sandro permette a Rebic di trovare il 4-2 che chiude una partita strana ma decisamente godibile.

LE PAGELLE



MILAN


DONNARUMMA 6,5

Nulla può sui due goal della Juve, nel primo tempo blocca a terra un tiro molto insidioso di Higuain, è decisivo nel secondo tempo sul 3-2 quando respinge con un gran riflesso dei suoi il colpo di testa a colpo sicuro di Rugani. 

CONTI 6

L'ex difensore dell'Atalanta sta trovando continuità e minutaggio dopo sostanzialmente due anni di inattività, fatica ancora nel reggere gli uno contro uno in fase difensiva, ma in fase di possesso non lesina di proporsi per andare al cross o creare i presupposti per una sovrapposizione con Saelemaekers, alla fine una prestazione solida la sua, ovviamente non siamo ai livelli che mostrava di avere all'Atalanta, ma penso che nella sua situazione concedere ulteriore tempo può permettergli di ritrovare una migliore condizione e di essere decisamente un profilo ancora futuribile per i progetti del Milan.

DALL' 82' CALABRIA S.V.


KJAER 5

Non ostante tenga per quasi tutta la gara a bada Cristiano Ronaldo, l'errore sul secondo goal della Juve realizzato dal portoghese è troppo grave per non considerare come negativa la sua prestazione, in ogni caso il centrale danese si è rivelata una presa non malvagia al contrario delle aspettative (tra cui le mie), in ogni caso non credo sia un profilo che avrà un futuro dalle parti di Milanello, specie sotto la gestione di Rangnick.

ROMAGNOLI 5,5

Nel primo tempo svolge un buon lavoro nel limitare Higuain, ma nel secondo tempo si macchia di una chiusura molto tardiva ed anche molle sull'azione solitaria di Rabiot che si chiude con il goal del vantaggio della Juve, sul secondo goal sbaglia il tempo dell'intervento ma la responsabilità del goal di Ronaldo è ascrivibile al suo compagno di linea. 

THEO HERNANDEZ 6,5

La sua prestazione è la cartina di tornasole della partita del Milan, molto timido nel primo tempo anche perché preoccupato dalla catena di destra della Juventus, nel secondo tempo domina la fascia sinistra, da un suo cross per Rebic nasce il rigore che riapre la partita, inoltre chiude la partita con 3 dribbling su 3 effettuati e vincendo 7 duelli su 11. Non dubito sul fatto che anche Rangnick continuerà a puntare su di lui e non vi è dubbio che il suo arrivo sia la miglior presa di mercato del Milan negli ultimi anni.

BENNACER 7

La Juve gli costruisce sostanzialmente una gabbia intorno che non gli consente di giocare la palla fronte alla porta, la sua partita si limita ad appoggi verso i difensori in quanto riceve palla solo spalle alla porta immediatamente aggredito a turno da Bentancur e da Pjanic, ma in ogni caso non perde mai palla. Nel secondo tempo trae vantaggio dal calo della pressione su di lui da parte della Juventus per agire in zone più avanzate di campo e mostrare altri sprazzi delle sue qualità con il pallone tra i piedi, il Milan ha finalmente trovare il giocatore a cui affidare in pianta stabile le chiavi del suo centrocampo.

KESSIE 6,5

Nel primo tempo si prende poche responsabilità in fase di possesso, si muove per creare spazio a Bennacer e per permettere a Theo di alzarsi senza lasciare spazio alle sue spalle, in fase di non possesso cerca di dare una mano ai raddoppi nella zona di Cuadrado ma crea spazi per gli inserimenti di Bentancur mostrando ancora di essere anarchico nella lettura di certe situazioni. Nel secondo tempo cerca di prendersi qualche responsabilità in più palla al piede, ed è proprio una sua azione insistita, seppur casuale, a portare il goal del pareggio per il Milan, una giocata che alza il voto alla sua prestazione.

SAELEMAEKERS 5,5

Gode meno libertà di Paqueta, agisce pestando la linea laterale dove riceve i cambi di gioco quando il Milan non riesce a trovare le vie centrali ma non riesce a vincere i duelli con Danilo da quella parte, si riscatta in fase di pressione dove vince diversi contrasti con lo stesso Danilo e con Rabiot recuperando alcuni palloni importanti come aveva fatto a Roma sabato scorso. In fase offensiva però non produce nulla e Pioli decide di sostituirlo. La sua capacità di andare a recuperare i palloni anche correndo molto all'indietro lo rendono un profilo su cui Rangnick vorrà puntare per la prosecuzione del progetto Milan.

DAL 59' LEAO 7


Il suo ingresso coincide con il cambiamento repentino dell'inclinazione del match, il suo posizionamento meno defilato rispetto a Saelemaekers crea una soluzione in più per gli attacchi rossoneri che, unito allo spostamento di Rebic manda in crisi i meccanismi della linea difensiva della Juventus. A legittimare il suo impatto sulla partita arriva anche il goal del 3-2 che indirizza la partita dalla parte della formazione rossonera.

PAQUETA 5,5

Nella formazione iniziale veniva indicato come trequartista, invece Pioli lo schiera come esterno sinistro dove svolge un ruolo prevalentemente di sacrificio e soffre gli uno contro uno contro Cuadrado, nel corso della partita cerca di sfruttare gli spazi creati dai movimenti di Rebic e Ibra alle spalle delle linee della Juventus. Dopo il primo cooling break Pioli lo dirotta sulle tracce di Pjanic in fase di prima pressione, poi sembra eclissarsi, poi scambia i compiti con Ibra e mostra potenzialmente di essere più utile con compiti di rifinitura.

DAL 46' CALHANOGLU 6,5

Il turco sembra partire molto male complice lo stato di shock della squadra dopo le due reti della Juventus a stretto giro di posta, poi improvvisamente carbura e, complice lo spostamento di Rebic nella sua zona, assieme al croato ed a Theo Hernandez creano la catena a sinistra che ha messo in ginocchio la Juventus nei 5 minuti che hanno ribaltato la partita; le sue attuali prestazioni più l'ormai quasi certo arrivo di Rangnick a Milanello lo rendono un elemento centrale per il futuro del Milan visto che Roger Schmidt, l'allenatore che lo ha lanciato a Leverkusen, è un allievo del prossimo direttore tecnico rossonero e lo si vede dal modo in cui va a riaggredire gli avversari quando lui o i suoi compagni perdono palla.

REBIC 6,5

Si presenta a questa sfida al quinto posto nella classifica marcatori per media-goal (0,8 a partita), ma questa sera non brilla, tocca pochi palloni e si mostra parecchio pigro una volta in possesso palla dove si limita a tocchi corti e non sempre precisi spalle alla porta. Nel secondo tempo si sposta nella zona tra Cuadrado e Rugani dove si mostra più attivo e mette in difficoltà il centrale bianconero, inoltre si procura il rigore che riapre la partita e corona il suo secondo tempo con il goal del 4-2.


DALL'82' KRUNIC S.V.



IBRAHIMOVIC 6

Mostra di sentire particolarmente la partita, si mette a disposizione della squadra andando a giocare tanti palloni abbassandosi fino ad aiutare i centrocampisti centrali in fase di sviluppo della manovra; la sua mobilità crea situazioni di difficoltà di lettura tra i difensori e centrocampisti della Juventus, ma l'imprecisione in rifinitura dei compagni rende il suo lavoro poco produttivo. Esce dal campo dopo aver realizzato il rigore che riapre la partita.

DAL 67' BONAVENTURA 6,5

Entra nel miglior momento del Milan dando il suo contributo al ribaltamento della partita agendo da trequartista centrale nel momento in cui la Juve ha perso le proprie misure tra le linee di difesa e centrocampo, sfrutta l'errore di Alex Sandro in impostazione per consegnare a Rebic il pallone del 4-2, nel finale di partita si sposta a destra mostrando di essere utile con la sua duttilità in zona rifinitura.

JUVENTUS



SZCZESNY 5


Ha responsabilità enormi sul goal del 3-2 di Leao, mentre ha poche colpe sugli altri goal subiti, i 4 goal subiti su 9 tiri in porta sporcano la sua media parate che era la migliore della serie A fino a questo momento.

CUADRADO 7


Basta leggere le statistiche per misurare la sua prestazione, è diventato il vero regista della squadra, perde poche palloni ed ha pochi eguali in uno contro uno, Pioli alterna Paqueta e Kessie contro di lui per limitarlo ma il colombiano se non va via nei duelli sa leggere gli spazi lasciati dai raddoppi effettuati su di lui. Nel secondo tempo si inventa il lancio con cui lancia Ronaldo verso il goal del 2-0, poi l'asse Calhanoglu-Rebic lo mette in difficoltà e Sarri preferisce toglierlo, una mossa che non ha pagato.

DAL 77' ALEX SANDRO 4


Entra in campo e praticamente al primo pallone toccato pensa di fare un cambio di gioco in orizzontale con cui regala palla a Bonaventura che manda a rete Rebic per il goal che chiude la partita, la strada per il recupero dall'infortunio sembra ancora molto lunga, ma Sarri avrà bisogno di recuperarlo a tutti i costi in vista della Champions ad agosto.

RUGANI 4

Il fatto che Sarri, l'allenatore che lo ha lanciato su grandi livelli, abbia deciso di considerarlo nelle sue rotazioni solo se costretto da assenze forzate, la dice lunga sull'involuzione dell'ex Empoli, le sue difficoltà a contenere Rebic e Leao, in particolare quest'ultimo in occasione del goal del 3-2, ci mostrano che siamo di fronte ad un giocatore da ricostruire.

BONUCCI 6

Partita di controllo per lui nel primo tempo dove ha il compito mai facile di duellare con Ibra e lo fa con esperienza, in corso d'opera nella sua zona agisce prevalentemente Rebic che, però, non lo sollecita più di tanto, nel secondo tempo i guai per la difesa della Juve non arrivano dal suo lato ma è lui a commettere il fallo di mano che costa il rigore che cambia la storia della partita.

DANILO 5,5

Gara senza particolari sussulti la sua, tiene sostanzialmente la sua posizione a sinistra, avanza poco e quando lo fa è poco incisivo facendo perdere ampiezza agli attacchi bianconeri nel primo tempo, in fase difensiva tiene isolato Saelemaekers togliendo a sua volta ampiezza all'attacco del Milan, con l'uscita di Cuadrado torna sulla destra dove però fatica a contenere la coppia Hernandez-Calhanoglu molto più fresca di lui nella seconda parte di partita.

BENTANCUR 7

Si mostra sempre più il faro del centrocampo della Juve, che sia con i suoi tocchi di prima intenzione, che sia con le sue conduzioni palle al piede (4 dribbling su 4 completati), riesce sempre a creare opportunità e spazi e far progredire la manovra, in fase di non possesso limita chiunque passi dalle sue parti vincendo 10 duelli sui 13 affrontati nel corso della partita, sulla distanza fatica un po' ma la sua prestazione resta di alto livello.

PJANIC 6

Quando la squadra gira, il bosniaco contribuisce al meglio con tanto movimento con e senza palla giocando tanti palloni sia in fase di costruzione che in zone più avanzate di campo, in fase di non possesso si rende utile in prima pressione su Bennacer e nello schermare la linea difensiva dai rari inserimenti dei centrocampisti del Milan. Nel secondo tempo viene risucchiato dai 5 minuti di follia della sua squadra ed esce dal campo. 


DAL 69' RAMSEY S.V.


RABIOT 7

Impreziosisce una delle sue migliori prestazioni in maglia bianconera con il clamoroso goal con cui sblocca la partita; in fase di non possesso fa l'esterno sinistro nel 4-4-2 ed aiuta Danilo a limitare Saelemaekers (6 duelli vinti su 10), in fase di possesso è molto abile a fraseggiare con i compagni di centrocampo alternando la posizione con Pjanic davanti alla difesa, tocca meno palloni ma lo fa con ottima qualità (3 dribbling su 3 riusciti) ed è anche bravo a creare spazi per i movimenti di Cristiano Ronaldo. Anche lui esce dal campo per scelta di Sarri dopo il 3-2 del Milan.


DAL 69' MATUIDI S.V.


BERNARDESCHI 6

Con Higuain in campo, Sarri lo schiera da esterno destro dove si associa con Cuadrado rendendo la vita difficile a Theo Hernandez da quella parte di campo e limitandolo tantissimo, ma come per i suoi compagni il discorso vale fino all'ultimo terzo di partita dove si sgonfia anche lui che esce di scena anche restando in campo fino alla fine.

HIGUAIN 5

Come al solito gioca tanti palloni in zona di rifinitura ma riesce ad andare solo una volta al tiro, inoltre Romagnoli segue costantemente le sue tracce limitandolo moltissimo, in fase di non possesso è altrettanto generoso nello scalare quando necessario per disturbare Bennacer, Sarri lo toglie dopo il 3-2 del Milan e non la prende benissimo.

DAL 69' DOUGLAS COSTA S.V.


CRISTIANO RONALDO 6

Quando ha l'occasione per andare in rete non se la lascia sfuggire, per il resto la sua prestazione non è trascendentale, dei duelli effettuati ne ha vinti meno della metà (5 su 11) ed è andato pochissime volte al tiro rispetto ai suoi standard (4 conclusioni, di cui 2 respinte dai difensori del Milan), Kjaer lo ha saputo tenere a bada come nella sfida recente in Coppa Italia con la pesante eccezione del goal del momentaneo 2-0.

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