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Friday, 2 April 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 23


Dopo la pausa per le nazionali, ritornano i campionati e si riparte forte con tanti big-match in giro per i maggiori campionati. In Francia e Germania è tempo di scontro al vertice tra le prime due della classe, in Spagna l'Atletico Madrid deve resistere agli assalti di Barça e Real andando a Siviglia, in Inghilterra Arsenal-Liverpool si giocherà con un occhio agli impegni europei mentre il City dovrà vedersela contro il Leicester di Brendan Rodgers.

Tuttavia in questa pausa nazionali abbiamo avuto modo di scoprire o riscoprire giocatori interessanti che non hanno ancora spiccato il volo verso i maggiori campionati ma che meritano di essere visionati nei rispettivi club di appartenenza. Inoltre è tempo di partite decisive e di verdetti da ufficializzare, per questo la mia scelta delle partite da seguire si basa su questi ultimi specifici aspetti. Buona visione!


SERIE C GIRONE C, TERNANA -  AVELLINO (SABATO ORE 15)

Nel sistema dei campionati italiani a seguito della scissione della Lega di Serie A da quella di serie B, il campionato di serie C ha subito diverse modifiche a partire dall'eliminazione della serie C2 che ha ridotto il numero di squadre partecipanti onde ridurre le casistiche di club costretti a non iscriversi al campionato per impossibilità a sostenerne i costi. All'interno di questa nuova organizzazione la terza serie italiana è diventata progressivamente un campionato a metà tra una B2 ed un gruppo di semi-professionisti: le ragioni sono dovute al fatto che molti club accedono al campionato provenienti dal dilettantismo, mentre altri sanno che la serie C non può essere un bivacco di lungo periodo e per questo motivo investono somme importanti per costruire squadre per accedere direttamente in serie B, dove poi la stessa squadra resta competitiva con ritocchi minimi (basta vedere i tanti casi di doppio salto dalla C alla A negli ultimi anni).

Fatta questa premessa, in questo weekend la serie C dovrebbe consegnarci il primo verdetto della stagione, ossia la promozione in serie B della Ternana che, dunque, tornerà in serie B dopo la retrocessione subita nel 2018 alla prima stagione dall'insediamento della nuova proprietà. Dopo le due stagioni con Fabio Gallo alla guida tecnica della squadra, l'uscita dai quarti di finale dei playoff dello scorso anno contro il Bari ha portato la società a cambiare allenatore, passando a Cristiano Lucarelli che, utilizzando come base l'ottima squadra della scorsa stagione, ha ottenuto dal mercato l'acquisto di due giocatori del calibro di Falletti (cavallo di ritorno in Umbria) e di Diego Peralta, acquisti che si sono mostrati fuori scala per l'intero campionato.

Per esaltare al meglio le qualità del trequartista uruguayano, Lucarelli ha settato la Ternana su un 4-2-3-1 che si trasforma in 4-4-2 in fase di non possesso: l'atteggiamento della squadra è sempre molto aggressivo e portato sempre a guardare in avanti. Un atteggiamento riconoscibile in fase di prima pressione e di transizione difensiva, con la squadra subito pronta ad aggredire l'avversario portando diversi giocatori in pressione, anche portando i centrocampisti in zone molto alte del campo. A questa capacità si aggiunge la grande duttilità dei centrocampisti a disposizione di Lucarelli, ad esempio Salzano può svolgere compiti da regista centrale, ma anche di regista largo a sinistra, Federico Furlan che può essere utile su entrambe le fasce, così come Marino Defendi che può svolgere tutti i ruoli su entrambe le fasce del campo ed anche i compiti di una mezzala quando necessario. Questo insieme tra strategia aggressiva, giocatori di qualità e giocatori duttili ha reso la Ternana una squadra letteralmente imbattibile e pronta a festeggiare il ritorno in B nel weekend di Pasqua.

Per festeggiare il titolo alla Ternana serve non perdere contro la sua immediata inseguitrice, ossia l'Avellino di Piero Braglia, allenatore toscano già in grado in passato di saper riportare in auge importanti piazze del Sud, ultima in ordine di tempo il Cosenza con cui ha ottenuto la promozione in B nel 2018 ed una salvezza nel 2019.

Il secondo posto della squadra irpina nasce su un tipo di calcio sicuramente meno tecnico e meno propositivo rispetto a quello proposto dalla Ternana: il 3-5-2 con cui la squadra di Braglia si schiera in campo è abbastanza allineato con quella che è la costante dei campionati di serie C in Italia, ossia cercare di costruire qualcosa mediante un sistema di gioco codificato con poco spazio alle giocate individuali, vista anche l'assenza di giocatori in grado di sparigliare le carte con iniziative personali. 

Per questo motivo il punto di forza della squadra sta nella fase difensiva: l'Avellino è la squadra che subisce meno tiri a partita dell'intera serie C (6,38) ed è per distacco la migliore per xG subiti (23,85). Il sistema della squadra in fase di possesso, invece, è abbastanza basilare e si appoggia sulle combinazioni tra l'esterno e la punta centrale che cerca a sua volta la sponda verso la seconda punta o la mezzala più vicina. Negli esempi dei fermo immagine vediamo come l'esterno destro Ciancio raccolga la palla in fase di costruzione per poi giocarla in verticale verso la punta (Maniero in un caso, Bernardotto nell'altro) attorno al quale cercano di smarcarsi due suoi compagni di squadra: la seconda punta e la mezzala di parte nel 3-5-2, il trequartista nel 3-4-1-2.

Il calendario ha voluto, quindi, che la Ternana giocasse la partita per assicurarsi la matematica certezza della B contro la sua prima inseguitrice, in realtà la vera antagonista fino ad un certo punto della stagione è stato il Bari che però da gennaio ha iniziato a sciogliersi come neve al sole cedendo addirittura il secondo posto alla squadra di Braglia che, comunque, ha sulla carta le caratteristiche per fermare la forza d'urto della squadra di Lucarelli ma difficilmente sarà in grado di rovinarne la festa.


LIGA I ROMANIA, STEAUA BUCAREST - UNIVERSITATEA CRAIOVA (DOMENICA ORE 19,30)

Di questa pausa per le nazionali a destarci una favorevole impressione è stata la nazionale rumena Under 21 allenata da Adrian Mutu: dopo la bellissima spedizione di due anni fa in Italia terminata in semifinale contro la Germania e che aveva messo in mostra giocatori interessanti come Ianis Hagi e Dennis Man, acquistato dal Parma nell'ultima sessione di mercato.

In questa missione in Ungheria e Slovenia le cose in termini di risultati sono andate meno bene, con l'eliminazione dal girone, ma chiuso con gli stessi punti di Germania e Olanda, ossia le due squadre che si sono qualificate per il turno successivo e con un roster a disposizione di primo livello. Ma soprattutto ad impressionare favorevolmente sono stati alcuni elementi che possiamo rivedere all'opera nella sfida del campionato rumeno tra Steaua Bucarest e Universitatea Craiova, rispettivamente prima e terza in una classifica in cui poco è deciso.

Lo Steaua sta portando avanti la propria ricostruzione, dopo aver anche perso legalmente la possibilità di utilizzare quel nome, dagli elementi formati dal proprio settore giovanile: la formazione di proprietà di George Becali, personaggio abbastanza controverso ma appartenente ad una famiglia di agenti il cui nome è associato ai fuoriclasse del calcio rumeno degli anni '90 (tra cui Gheorghe Hagi), sta riproponendo un progetto che vuole riportare il club ed il movimento nazionale sui livelli di quel periodo e le premesse sembrano essere confortanti. 

Questo progetto si basa su una proposta di gioco molto offensiva che esalta le qualità tecniche dei propri elementi aiutandone la crescita incoraggiandone l'iniziativa individuale e la ricerca di giocate complicate. Non è un caso che la Steaua non abbia il miglior dato del possesso palla del campionato e dei passaggi effettuati (ce l'ha proprio l'avversario di giornata, l'Universitatea Craiova), bensì possieda il miglior dato relativo ai passaggi filtranti tentati (quasi 11 a partita) unitamente ai dribbling e duelli individuali tentati (più di 36 a partita). Lo schieramento in campo è in genere un 4-3-3/4-1-4-1 che possa permettere alle mezzali di occupare la zona di rifinitura e verticalizzare alle spalle delle linea difensiva, in questa situazione vengono esaltate le giocate di Darius Olaru e Olimpiu Morutan. Nell'esempio qui a fianco vediamo la disposizione dello Steaua con i cinque giocatori offensivi che occupano la zona centrale della trequarti avversaria: nel caso specifico l'azione si sviluppa grazie ad una conduzione personale di Olaru che supera la linea di pressione avversaria aprendo il campo a diverse soluzioni, in questo caso è il centravanti Tanase (capocannoniere del campionato con 18 reti) a venire incontro per servire subito gli inserimenti ed i tagli alle sue spalle.

In questo secondo esempio vediamo, invece, come la Steaua si muova qualora l'azione si sviluppi lateralmente, l'obiettivo è comunque arrivare ad occupare la zona di rifinitura centralmente per tentare la giocata in verticale, in questo caso è ancora Olaru a cercare la verticalizzazione immediata per favorire il taglio del terzino sinistro Radunovic. Non sempre questo tipo di giocate ha successo, tuttavia permette a giocatori tecnici e di talento di tentare sempre una giocata complicata senza preoccuparsi della possibilità di un errore, questo è un atteggiamento che alla lunga paga i propri dividendi, per questo motivi vediamo una nazionale rumena Under 21 che da due cicli propone un calcio interessante e, più nello specifico, vediamo una Steaua che, con una rosa molto giovane, si trova in testa al campionato ed in grado di sottrarre lo scettro al Cluj che lo detiene da 3 stagioni consecutive.

L'Universitatea Craiova, dall'altra parte, si trova al terzo posto con 7 punti di distacco dalla Steaua capolista, questo ben riassume l'importanza della posta in palio in questo match. La squadra della storica città rumena è vicecampione in carica, è costruita in maniera diversa dalla Steaua: pur essendo presenti tanti giocatori rumeni, la squadra ha comunque un respiro internazionale, tanto che il suo attuale tecnico è il greco Ouzounidis ma di recente è stato allenato anche dagli italiani Cristiano Bergodi e Devis Mangia; nella rosa della squadra abbiamo anche due giocatori "italiani", ossia il portiere Mirko Pigliacelli che, dopo un lungo vagare nei campi della nostra serie B ha deciso di cercare fortuna in Romania, stesso discorso per Matteo Fedele, svizzero di passaporto, che, con la maglia del Carpi ha anche raccolto una manciata di presenze in serie A.

Come strategia di campo, invece, l'Universitatea è una squadra maggiormente votata al possesso palla, tanto da avere, come indicato in precedenza, il miglior dato in campionato (58%) ed il maggior numero di passaggi tentati a partita (poco meno di 500) . Il leader tecnico di questa squadra è senza dubbio il trequartista centrale del 4-2-3-1 con cui la squadra generalmente si dispone in campo, ossia Alexandru Cicaldau che, assieme al suo compagno d'attacco Andrei Ivan, mise a ferro e fuoco quotate difese avversarie nel corso dell'Europeo Under 21 del 2019 disputato in Italia.

Fonte mappa WhoScored
In questa stagione il numero 10 dell'Universitatea è anche il capocannoniere della squadra con 9 reti realizzate in campionato: il fatto che lui sia il capocannoniere della squadra mostra come la squadra di Ouzounidis faccia molta fatica a trasformare le percentuali di possesso palla in azioni pericolose e, soprattutto, in capacità di andare a rete (33 reti realizzate a fronte di 43 xG), situazione aggravata dall'infortunio occorso in ottobre al bosniaco Koljic, il vero centravanti di questa squadra con 6 reti nelle prime 6 partite in campionato.  Lo stesso numero 10 si è reso protagonista con la maglia della nazionale maggiore rumena realizzando una doppietta nella partita poi persa contro l'Armenia lo scorso mercoledì; come si desume dalla mappa dei tocchi della partita, ama cercare di raccogliere il pallone tra le linee, soprattutto muovendosi verso il lato sinistro del campo, dove può associarsi con l'esterno di parte: sia nel club che in nazionale ciò avviene con il terzino sinistro Bancu, che è stato anche autore dell'assist per il suo secondo goal. Questo dimostra come il lato sinistro sia anche quello preferito dall'Universitatea per creare attacchi con appunto le folate di Bancu, per questo motivo il terzino opposto è quello deputato ad avere maggiori compiti di costruzione, ed un elemento di interessante prospettiva sotto questo aspetto è, appunto, il terzino destro Stefan Vladoiu, giocatore che ben ha figurato nella sfida dell'Under 21 rumena contro la Germania lo scorso martedì, tuttavia sia nel club che in nazionale non ha ancora ottenuto la titolarità del ruolo.

Come si può evincere, quella tra Steaua ed Universitatea è una sfida molto pesante ai fini della classifica ma soprattutto è occasione per vedere all'opera giocatori che emergono durante gli impegni con le nazionali e che, invece, meriterebbero una maggiore attenzione.


STOCCARDA - WERDER BREMA (DOMENICA ORE 15,30)

In Germania, in questo weekend, la sfida tra Lipsia e Bayern Monaco orienterà tutte le attenzioni degli osservatori in quanto potrebbe rivelarsi decisiva per la lotta al titolo. Tuttavia sappiamo bene che il campionato tedesco non è solo sfida per la vittoria finale (se fosse solo quello il punto di interesse, nelle ultime 8 stagioni ci sarebbe stato da annoiarsi) ma è anche un importante osservatorio per laboratori tattici e di costruzione del talento: e sotto questo punto di vista la sfida tra Stoccarda e Werder Brema, pur offrendo pochi contenuti dal punto di vista della classifica, può essere occasioni per vedere all'opera giocatori che meritano attenzione, viste le prospettive che hanno davanti a se.

Lo Stoccarda di Pellegrino Matarazzo è una delle belle sorprese di questa stagione che ha messo in campo una proposta di gioco molto intrigante e spettacolare che ha esaltato le caratteristiche di una rosa molto giovane, mettendo in vetrina tante individualità che saranno al centro di trattative di calciomercato nella prossima estate.

Heatmap stagionale di Kalajdzic (Fonte Sofascore)
Prima della pausa. però, la formazione sveva ha dovuto subire una doppia botta psicologica di non poco conto: da una parte la pesantissima sconfitta subita dal Bayern Monaco non ostante la superiorità numerica, dall'altra parte l'infortunio al ginocchio che ha determinato la fine anticipata della stagione per Silas Wawangituka, prototipo di giocatore del decennio appena iniziato, capace di avere al proprio attivo 13 reti e 3 assist in questa stagione partendo da una posizione di esterno destro nel 3-4-1-2 di Matarazzo. Con l'infortunio del congolese le luci dei riflettori degli addetti ai lavori sono sulla punta centrale Sasa Kalajdzic, classe 1997: fino a questo momento ha collezionato 13 reti in Bundesliga e nella pausa per le nazionali ha trascinato la sua Austria nelle prime due partite di qualificazione al Mondiale qatariota con 3 reti diluite tra le sfide con la Scozia e le Far Oer.  Come si evince dalla heatmap e come spiegato da Emanuele Atturo su l'Ultimo Uomo Kalajdzic è un centravanti la cui stazza suggerirebbe un giocatore che faccia da centro-boa pallanuotistico su cui appoggiarsi per far risalire l'azione: invece si tratta, non ostante la sua stazza, di un giocatore in grado di partecipare alla manovra tanto quanto riempire l'area di rigore. Con l'assenza di Wawangituka, l'uomo deputato a condividere l'onere della fase di finalizzazione dello Stoccarda, probabilmente ci sarà il classe 2000 Mateo Klimowicz, trequartista che abbiamo intravisto con la maglia della Germania Under 21 nel corso dei gironi dell'Europeo di categoria visto durante la pausa del campionato.

Il Werder Brema, invece, dopo aver scampato la retrocessione nella scorsa stagione, quest'anno ha deciso di mettere in soffitta propositi di calcio propositivo, puntando esclusivamente a raggiungere quanto prima la salvezza per poi vedere se è il caso di ricominciare a proporre un calcio maggiormente offensivo, tuttavia i 30 punti finora raccolti e la risalita da dietro di Hertha e Mainz non mette ancora al sicuro gli uomini di Kohfeldt.

In questo contesto di calcio reattivo e dal baricentro basso è difficile vedere splendere del tutto le doti di Milot Rashica e Josh Sargent: i due attaccanti del Werder spesso sono vittime dell'atteggiamento della squadra e, per questo motivo, è difficile vedere mettersi in moto le loro qualità nel corso della partita. Impegnati in nazionale con le maglie rispettivamente del Kosovo e degli Stati Uniti hanno avuto modo di mostrare il loro valore seppur non entrando nel tabellino dei marcatori, ma potendo giocare più palloni in zone avanzate del campo rispetto a quanto siano costretti a fare in campionato. Soprattutto lo statunitense, potendo giocare con una squadra ricca di giovane talento come la selezione americana, ha potuto sprigionare tutte le proprie qualità con e senza la palla, ed ha potuto anche realizzare il suo primo assist per il goal di Aaronson nella partita vinta contro la Jamaica.

 




Thursday, 26 November 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 8


 


Sarà un weekend calcistico abbastanza particolare, non è possibile a pochi giorni di distanza scindere il campo con il pensiero della morte del più grande artista calcistico della storia, sarà il primo weekend che il calcio giocherà senza che ad osservarlo (almeno con gli occhi mortali) ci sia il punto di riferimento per chi questo sport lo pratica sin da bambino. 

La mia scelta è caduta su 4 partite che mettono di fronte tanti spunti tecnici e tattici e dove le squadre impegnate andranno alla ricerca di risposte in termini di continuità rispetto a quanto fatto vedere nelle ultime settimane.


WOLFSBURG- WERDER BREMA (VENERDI' ORE 20,30)


Il weekend parte venerdì sera con l'anticipo della nona giornata di Bundesliga che vede di fronte due formazioni in grande crescita e reduci da una serie di risultati e prestazioni a dir poco incoraggianti che stanno riscattando dei periodi difficili vissuti negli ultimi mesi: da una parte, infatti, il Wolfsburg ha mancato l'accesso ai gironi di Europa League, eliminato dall'AEK Atene, dall'altra parte il Werder è reduce da una stagione pessima in cui è riuscita ad evitare la retrocessione all'ultima giornata per poi vincere lo spareggio contro l'Heidenheim in maniera molto faticosa.

Le due squadre si affrontano con una differenza di 3 punti tra di loro, frutto della sconfitta subita dagli uomini di Kohfeldt alla prima giornata, unica sconfitta subita dal Werder finora, mentre il Wolfsburg è al momento imbattuto con 3 vittorie e 5 pareggi al proprio attivo e reduce da 10 punti nelle ultime 4 partite.

La squadra di Glasner continua a mantenere l'identità che il tecnico austriaco ha portato a partire dalla scorsa stagione, rendendo i Die Wölfe una squadra riconoscibile per il suo atteggiamento aggressivo e molto verticale (8,92 l'indice di PPDA, il terzo alle spalle di Bayern e Lipsia e 10,35 di OPPDA, ossia il dato opposto, quello dei passaggi effettuati prima del cambio di possesso o di termine dell'azione, valore più alto di appena 6 squadre).




In questo video si può vedere notare l'approccio della squadra di Glasner sia in fase di possesso che non possesso: nella prima parte del video si nota la tensione verticale dello sviluppo del gioco da parte del Wolfsburg, con i due centrocampisti centrali Arnold e Schlager (una delle coppie di centrocampo a mio parere meglio assortite in tutta Europa) che si sistemano in verticale proprio allo scopo di creare situazioni di risalita disordinando le linee di pressione avversarie per arrivare con pochi passaggi ad affrontare la linea difensiva avversaria; nella seconda parte del video, invece, si nota l'aggressività della squadra nell'andare a contendere il pallone in tutte le zone del campo cercando di chiudere linee di passaggio ed allo stesso tempo di portare quanti più uomini possibile in zona palla.

Il Werder, invece, ha un approccio al gioco molto più coperto in fase di non possesso, con Kohfeldt che in questa stagione ha deciso di transitare verso una difesa a 3 abbandonando il 4-3-3 delle scorse stagioni: dal momento del passaggio di modulo il Werder ha subito 5 reti in 6 partite (quarta difesa del campionato), un risultato importante per quella che è stata la seconda peggior difesa della scorsa Bundesliga.

Ma sicuramente la prova di consapevolezza per i bianco-verdi è arrivata dalla grande prestazione in casa del Bayern nello scorso week-end, una prestazione in cui le modifiche tattiche in fase di non possesso di Kohfeldt hanno mostrato la loro bontà chiudendo ogni spazio centrale alla squadra campione d'Europa ed allo stesso tempo mostrando grandi qualità in fase di possesso, che ho voluto riassumere nel seguente video:





In fase di costruzione è molto interessante il movimento del difensore centrale della difesa a 3 (in questo caso Toprak) che fa un passo in avanti creando una seconda linea che può permettere di bypassare la prima linea di pressione del Bayern in zona centrale, mentre sull'esterno il braccetto di parte, il quinto ed il centrocampista centrale di parte creano una catena che disordina anche la seconda linea di pressione del Bayern mandando a vuoto il pressing bavarese per poi spostare il gioco sull'altro lato dove può agire Milot Rashica, coadiuvato da Augustinsson che, in fase di possesso, giocava ad un'altezza maggiore rispetto al suo omologo sull'altro lato Gebreselassie; queste situazioni hanno permesso al Werder di creare tanti problemi alla linea del Bayern anche in fase di transizione, vista anche la grande qualità negli smarcamenti preventivi ed in conduzione dell'esterno offensivo kosovaro, per il quale, a 24 anni, deve essere giunta la stagione in cui può (e deve) far esplodere il suo talento sul quale molti addetti ai lavori contano ciecamente.

Per le due squadre, quindi, l'avversario di turno rappresenta un ulteriore sfida per confermare i progressi delle ultime settimane, per il Werder la possibilità di vedere ulteriormente testata la propria fase di possesso da un'altra squadra super-aggressiva ma soprattutto testare la propria compattezza in fase di non possesso contro la verticalità degli uomini di Glasner che, invece, dovranno ulteriormente dimostrare la bontà dell'approccio aggressivo contro un avversario in grado di saper manipolare i meccanismi di pressione alta.


VALENCIA-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 16,15)


E' arrivato il momento della stagione in cui dobbiamo andare a vedere come è messo l'Atletico Madrid, una squadra che da almeno 3 anni è in attesa di una trasformazione che fatica a completarsi, e dopo 10 partite ufficiali disputate forse quel momento sembra realmente arrivato. La vittoria sul Barcellona ed i contemporanei rallentamenti del Real Madrid stanno rendendo concreta l'opportunità per i colchoneros di potersi giocare fino in fondo il ritorno al successo nella Liga dopo quel magico 2014.

Il grafico che ho elaborato qui a fianco mostra che la fase difensiva dell'Atletico resta sempre caratterizzata da una totale copertura degli spazi ed un baricentro basso: in colonna troviamo il dato della percentuale dei passaggi concessi nella propria trequarti, mentre in riga si trovano la percentuale dei passaggi concessi in area rispetto a quelli concessi nella trequarti: messi da parte i dati della Real Sociedad la cui fase di non possesso aggressiva sta generando importanti dividendi (tra cui la momentanea vetta della classifica), l'Atletico Madrid è situata nel quadrante a sinistra, ossia quello dove troviamo squadre che giocano con un baricentro medio-basso dove si concede l'ingresso nell'ultimo terzo di campo ma la grande compattezza della squadra di Simeone rende molto complicato l'accesso all'area di rigore (valore molto sopra la media del campionato): questo atteggiamento ha portato a dei dati difensivi clamorosi come i 2 goal subiti in 8 partite ed un valore di 0,08 xG subiti per tiro, a questo si aggiungono le solite grandi prestazioni di Oblak a difesa della porta (93% di parate e +3,4 come saldo positivo dei psxG, ossia il dato degli xG basato solo sui tiri diretti verso lo specchio della porta, in cui il portiere sloveno è, manco a dirlo, il migliore del campionato). 

Ma ovviamente l'Atletico di quest'anno non è solo questo, Simeone ha abbandonato nelle ultime partite il 4-4-2, un modulo che da queste parti sembrava scolpito nella pietra, per orientarsi su un 3-5-2 dove si possa sfruttare al meglio in fase di possesso la corsa di Carrasco (schierato come quinto di sinistra come in nazionale) e la capacità di Marcos Llorente di leggere gli spazi generati dal movimento delle due punte, mostrando una rinnovata volontà del Cholo di voler adattare lo schieramento in campo alle caratteristiche dei suoi uomini di maggior talento.

La trasferta di Valencia sarà un'importante banco di prova contro una squadra che, seppur tra le mille difficoltà generate dalla gestione quanto meno discutibile del patron Lim, sta mostrando dei valori importanti, soprattutto nel mettere in mostra diversi elementi che possano continuare a generare fantasie positive per i tifosi valenciani.

La rivoluzione voluta dalla proprietà per ridurre i buchi di bilancio hanno portato a delle scelte sul mercato molto forti: come si evince dal riepilogo fornito da Transfermarkt il club valenciano ha svenduto sostanzialmente i pezzi pregiati della sua rosa, con addirittura il capitano Parejo, simbolo della squadra, ceduto a titolo gratuito ai rivali del Villarreal al pari di Coquelin, così come i giocatori di maggior valore come Rodrigo e Ferran Torres ceduti rispettivamente per 30 e 23 milioni di Euro; lo stesso riepilogo di Transfermarkt indica che gli incassi dalle cessioni, pari a 74,5 milioni di Euro, rappresentano un valore addirittura inferiore alla metà del valore di mercato dei giocatori, così come calcolato dal sito stesso, dunque una vera e propria svendita.


La squadra, dunque, ringiovanita ed indebolita rispetta allo scorso anno, è stata affidata a Javi Gracia, costretto a fare le proverbiali nozze con i fichi secchi, ma che, non potendo, di fatto, contare su arrivi dal mercato, ha deciso di non tradire il 4-4-2 appartenente alla tradizione di questa squadra e puntare sui diversi giocatori provenienti dalla cantera valenciana, in modo tale da utilizzare il fattore identitario per creare una leva per far partire questa stagione con il piede giusto. 
I risultati, effettivamente, stanno dando ragione al tecnico navarro, con il 4-4-2 molto compatto che funziona specialmente contro formazioni di alta classifica, visto che sia la Real Sociedad attuale capolista che il Real Madrid sono usciti sconfitti dallo scontro con il Valencia, e specie quest'ultimo match è stato il capolavoro della squadra di Javi Gracia, partita in cui abbiamo visto splendere il talento di Soler, nuovo simbolo tecnico della squadra, ma anche quello di Musah e, soprattutto, Hugo Guillamon, centrale difensivo classe 2000 che mostra una qualità molto rara nei difensori centrali contemporanei, l'attenzione posta all'uomo una volta che la linea difensiva è forzata ad abbassarsi in area di rigore, un livello di attenzione che gli ha permesso di tenere a bada un certo Karim Benzema, costretto a girare al largo dell'area di rigore per trovare il tiro (poi oh, un campione è un campione e così il francese è stato capace di trovare il goal con un gran tiro da fuori area).

Dati i precedenti con le grandi del campionato la trasferta valenciana rappresenta, dunque, una trappola pericolosissima per l'Atletico Madrid, sarà una sfida tra due squadre molto compatte in cui, con ogni probabilità, saranno i duelli individuali a fare la differenza a parità di intensità e strategia tattica.



CHELSEA-TOTTENHAM (DOMENICA ORE 17,30)



La sfida di Stamford Bridge merita di essere vista perché non può mai passare in secondo piano una sfida tra Jose Mourinho e Frank Lampard, il giocatore che tanto ha contribuito ai successi di Mou in Inghilterra e che oggi sulla panchina del Chelsea sta provando a costruire un nuovo progetto vincente, mentre, dall'altra parte, Mourinho, con il suo calcio compatto e di transizioni ha riportato, finalmente, il Tottenham ad essere una contendente per la Premier.

I precedenti della scorsa stagione hanno visto Lampard prevalere in entrambi i precedenti, certo erano partite molto particolari in quanto il Tottenham nel primo confronto si trovò presto in 10 per l'espulsione di Son mentre nella gara di ritorno, disputata meno di due mesi dopo, sia Son che Kane erano ai box per infortunio: proprio questi ultimi due sono gli elementi su cui Mourinho ha costruito il suo Tottenham versione 2020/2021, mentre l'utilizzo della difesa a 3 da parte di Lampard nei due precedenti della scorsa stagione è stato messo in soffitta (utilizzato solo nella transferta ad Old Trafford) e vedremo quanta voglia avrà Lampard di riesumarlo per questo match.

Con il passaggio al 4-3-3 Lampard ha potuto dare a diversi uomini la possibilità di muoversi in maniera più organica ed in modo da esaltare al meglio le caratteristiche di ciascun singolo: nell'esempio preso dall'ultima partita di Premier contro il Newcastle si notano i principi posizionali della squadra ed anche le rotazioni tra i giocatori: dallo screenshot si nota Ziyech che scambia la posizione con Kovacic, mentre Mount (a cui Lampard ha dato piena libertà di movimento) si posizione in zona di rifinitura permettendo a Werner di attaccare con i suoi tagli da sinistra lo spazio che si crea tra centrale e terzino avversario, un marchio di fabbrica del tedesco, stessa cosa fa in questa circostanza Kovacic che sfrutta l'attenzione che i centrali devono riversare su Abraham e lo stesso Mount, per tenatare anche lui un movimento davanti o alle spalle del terzino avversario. Questa serie di opzioni è resa possibile, a mio parere, dalla presenza in campo di una punta centrale dalle caratteristiche di Abraham (stesso discorso vale per Giroud) che rende possibili queste rotazioni sia in verticale tra zona sviluppo e rifinitura che in ampiezza, dove i terzini possono a loro volta attaccare la linea con le sovrapposizioni; questo sistema permette a Lampard di sfruttare al meglio tutto il materiale a propria disposizione, visto che anche gente Havertz o Hudson-Odoi possono inserirsi al meglio in questo contesto, permettendo a Lampard di poter ruotare gli uomini a propria disposizione, un elemento indispensabile in un calendario così congestionato.

Dall'altra parte il Chelsea troverà una squadra che ha imparato molto bene dal proprio allenatore ad attrarre gli avversari nella propria metà campo per poi attaccare in transizione, per farlo Mourinho si è affidato ai due elementi offensivi principali della sua squadra (ossia Kane e Son) ricostruendo intorno a loro una nuova struttura di squadra puntellata sul mercato con acquisti mirati a tal scopo, mi riferisco principalmente a Hojbjerg in mezzo al campo, Sergio Reguilon sulla fascia sinistra e Tanguy Ndombele tra centrocampo ed attacco, quest'ultimo è stato un colpo di teatro positivo da parte di Mourinho, in genere poco propenso a riabilitare giocatori con cui non riesce a costruire rapporti empatici, invece con il francese (complice forse il peso che ha il suo costo sui conti del club) il tecnico portoghese è tornato sui suoi passi riconsegnandoli una centralità nel suo progetto tecnico; ciò che hanno portato questi tre elementi è la capacità di avanzare il campo in conduzione, rendendo possibili le transizioni degli Spurs.

Fonte Squawka
Come accennato prima, la trasformazione della squadra da parte di Mourinho è completata dall'apporto dato alla fase di rifinitura e realizzazione da parte di Kane e Son: il centravanti inglese, dopo una stagione di appannamento influenzata dai diversi infortuni subiti, quest'anno sembra aver trovato una nuova vita agendo spesso e volentieri con le funzioni di uomo di raccordo tra centrocampo ed attacco mettendo in difficoltà le scelte delle linee difensive sempre indecise se seguirlo o consegnarlo alla linea di centrocampo, una situazione che genera quel disordine nello schieramento offensivo avversario sufficiente a permettere a Son di sfruttare gli spazi generati dal suo movimento. Dai numeri indicati sopra, si evince quanto il coreano abbia raggiunto dei livelli clamorosi in finalizzazione, così come si può facilmente notare l'aumento di tocchi e passaggi a partita da parte di Kane (nonché di passaggi che portano al tiro, i cosiddetti Key Passes) a dimostrazione di un maggiore coinvolgimento del centravanti alla fase di possesso degli Spurs.

Con queste premesse sarà sicuramente una gara in cui possiamo prevedere le strategie dei due allenatori, con Lampard a cercare spazi e Mourinho a negarli, per cui la partita ci dirà quanto il Chelsea sia cresciuto al punto da sapere manipolare un blocco come quello del Tottenham (cosa non riuscita a Guardiola la scorsa settimana) ma anche quanto abbia trovato un equilibrio in base a come sarà in grado di contrastare le transizioni del Tottenham, per gli Spurs, invece, un risultato ed una prestazione positiva a Stamford Bridge può essere un ulteriore step per consolidare nello spogliatoio la strategia di Mourinho, e sappiamo tutti la storia cosa ci ha insegnato nei momenti in cui spogliatoio e l'allenatore portoghese entrano in simbiosi tra di loro.

 

COSENZA-SALERNITANA (DOMENICA ORE 21)


La serie B è arrivata alla nona giornata di un campionato in cui tante squadre reclamano un ruolo da protagonista, le otto giornate fin qui disputate sono già un campione sufficiente per stabilire l'identità che ciascuna squadra sta raggiungendo: le protagoniste della partita che ho scelto per questo weekend sono due squadre come Cosenza e Salernitana particolarmente identitarie e con visioni di calcio molto differenti tra di loro, elemento che rende questa partita molto interessante da seguire.

La Salernitana si presenta a questa trasferta da capolista del campionato in coabitazione con l'Empoli, una posizione influenzata anche dalla vittoria a tavolino decretata la scorsa settimana della sfida contro la Reggiana non disputata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la squadra emiliana.

La guida tecnica della squadra granata, dopo l'anno tutto sommato positivo di Ventura, è stata affidata a Fabrizio Castori, allenatore che fa della compattezza e della copertura degli spazi la base della propria visione tattica che, in questa stagione si traduce in campo con un 4-4-2 classico in entrambe le fasi, con la fase di non possesso che si preoccupa di chiudere gli spazi come si evince dal fermo immagine, con le due linee orientate in zona palla; in fase di possesso invece, la presenza di Djuric in attacco viene utilizzata per costruire attacchi diretti verso la torre bosniaca, mentre la seconda punta Tutino diventa il target di giocate verticali immediate dalla difesa o da centrocampo; scopo di questa strategia è quello di sfruttare questa verticalità che i due attaccanti danno alla squadra per portare il gioco immediatamente nella trequarti avversaria per poi andare a giocare sulle seconde palle, una strategia in cui è ben riconoscibile la firma dell'allenatore marchigiano.

Dall'altra parte il Cosenza, grazie alla clamorosa salvezza ottenuta nella scorsa stagione, ha confermato in panchina Roberto Occhiuzzi che ha mantenuto intatta la mentalità mostrata dalla squadra nella fase finale della scorsa stagione: la squadra silana sta mostrando, pur all'interno di limiti individuali evidenti, un sistema di gioco molto coraggioso ed aggressivo ma allo stesso tempo in grado di mantenere una certa compattezza in fase di non possesso e soprattutto una linea difensiva a 3 sempre ben affiatata e che ha chiari i compiti assegnati.

In questo esempio, tratto dall'ultima partita di campionato, vinta sul campo del Frosinone, si nota chiaramente la propensione offensiva del 3-4-1-2 di Occhiuzzi, una squadra che ama invadere l'area avversaria con tanti uomini, specie quando l'ingresso in area arriva da zone esterne, per cui spesso troviamo questa situazione in cui l'esterno di parte va al cross, i 3 elementi offensivi cercano di coprire al meglio l'area di rigore coadiuvati dall'esterno opposto e da uno dei centrocampisti centrali (in genere Daniele Sciaudone, il motore dei Lupi) che arriva a rimorchio; un sistema molto diretto ed aggressivo di giocare che ha permesso al Cosenza di giocarsela anche nel corso della settimana contro il Parma in Coppa Italia mostrando un calcio davvero molto interessante e che potrà permettere alla squadra di togliersi delle soddisfazioni nel corso di questa stagione ed ottenere una salvezza meno sofferta rispetto a quella della scorsa stagione e, perché no, magari alzare le quotazioni in ottica di carriera futura, dello stesso Occhiuzzi, ma anche di alcuni elementi della rosa come il centrale difensivo Andrea Tiritiello ed il trequartista Bahlouli, classe 2000 in prestito dalla Sampdoria, che sta mostrando doti tecniche interessanti, ma forse ancora un po' troppo barocco e poco funzionale in alcune situazioni, tuttavia ha mostrato una certa crescita rispetto alla scorsa stagione.

Questa contrapposizione di stili, tra la solidità e l'essenzialità del pensiero calcistico di Castori, contro il coraggio e l'aggressività del Cosenza di Occhiuzzi potrebbero rendere questa partita molto più intensa e godibile rispetto ad una normale partita di serie B.

Friday, 8 November 2019

Cosa vedere nel weekend #10



Con questo weekend ci si affaccia alla terza pausa per le Nazionali che scandisce le fasi di questa prima parte di stagione. Si è trattata di una fase che non ha modificato di molto le gerarchie nei principali campionati europei, mentre chi si presentava a questa fase con problemi che hanno portato al cambio di allenatore ha ottenuto risultati alterni, per cui il prossimo weekend potrebbe essere il capolinea anche per altre guide tecniche in giro per l'Europa. Ecco i miei consigli per il prossimo weekend.

SERIE A

Continua il duello in vetta tra Juventus ed Inter, un punto separa la squadra di Sarri da quella di Conte che, in questa fase di stagione hanno creato il solco tra loro ed il resto della compagnia, in cui emergono le difficoltà del Napoli, esplose in settimana con il famoso "ammutinamento" della squadra contro la decisione della società di andare in ritiro; delle difficoltà partenopee ne sta approfittando la Roma di Fonseca, forse la squadra più interessante di questa fase di stagione assieme alla ormai "solita" Atalanta. Chi invece dopo un momento difficile sta alzando il proprio ritmo e si sta candidando per un posto in Champions è la Lazio di Simone Inzaghi e del capocannoniere Ciro Immobile, impegnati all'Olimpico contro il Lecce di Fabio Liverani, uno che ha lasciato il segno da calciatore sulla sponda biancoceleste del Tevere.

LAZIO-LECCE (DOMENICA ORE 15)

Il match dell'Olimpico promette spettacolo e diversi spunti d'interesse in una partita il cui pronostico dovrebbe essere orientato a senso unico per la formazione di Inzaghi, ma che può essere aperto a scenari sorprendenti considerando che la formazione di Liverani ha portato a casa punti sia contro il Milan che contro la Juventus. I numeri fotografano una situazione in cui la produzione offensiva dei biancocelesti sia di altissimo livello, soprattutto, rispetto agli anni passati, la produzione è superiore alla statistica degli expected goals, un dato che negli scorsi anni, specie lo scorso anno, ha spiegato il motivo per il quale la Lazio non riusciva a portare a casa in termini di risultati la grande qualità di gioco espressa, invece quest'anno i numeri ci dicono che Immobile e compagni hanno realizzato 24 reti a fronte di poco meno di 20 xG creati. A permettere questa efficienza in fase offensiva è il capocannoniere del campionato, Ciro Immobile, le cui prestazioni lo rendono il miglior giocatore del campionato per rendimento secondo l'algoritmo di Soccerment; in Europa meglio di lui solamente due giocatori che si chiamano Leo Messi e Robert Lewandovski.

Il confronto tra lui e l'attaccante del Bayern Monaco basato sui calcoli della piattaforma Understat evidenzia tramite i numeri anche le caratteristiche dei due giocatori in relazione al loro contributo al gioco della squadra: il polacco spesso viene utilizzato anche per giocare il pallone spalle alla porta, fondamentale non propriamente nelle corde del centravanti della Lazio che preferisce giocare in profondità o essere al massimo il rifinitore finale della manovra offensiva (lo si denota dal numero di passaggi chiave "KP90" e assist "A90").

Dall'altra parte il Lecce ha mostrato di non essere una vittima sacrificale in serie A, lo mostrano i 10 punti sin qui raccolti: Liverani ha deciso di giocarsi tutte le partite con un approccio mai conservativo, anche a costo di rischiare delle imbarcate (vedi i 4 goal subiti a San Siro dall'Inter o quelli subiti in casa contro il Napoli) ma senza lasciare nulla di intentato: i numeri mettono in evidenza quanto la squadra vada in difficoltà quando c'è da recuperare il pallone: il 40% di possesso palla medio ed i 16 passaggi di media consentiti agli avversari prima di recuperare il pallone (indice PPDA), i 26 xG subiti (a fronte di 21 goal subiti), sono dati in cui la formazione salentina è fanalino di coda nella serie A; a far da contraltare a questi dati ci sono i dati sulla qualità della squadra in fase di possesso: l'80% di passaggi riusciti sono un dato statistico che mette il Lecce al di sopra di tutte le sue concorrenti per la salvezza e che, nel corso delle partite, serve alla squadra di Liverani per spezzare il ritmo degli avversari con prolungate fasi di possesso rese possibili dalle qualità tecniche di Filippo Falco, ma anche dal lavoro dei terzini e delle mezzali (Tabanelli, Petriccione) che si aprono disordinando la pressione avversaria; a livello numerico questo si evince dal peso che hanno nella fase di possesso giallorossa le fasce laterali, in particolare quella sinistra, proprietà di Marco Calderoni, autore addirittura di 2 reti, tra cui quella che ha regalato il pareggio al Lecce nella partita contro il Milan.

Come si evince dalle statistiche elaborate da WhoScored il Lecce è la terza squadra in serie A per sviluppo del gioco sulla fascia sinistra. Per la Lazio dunque un test per nulla comodo contro una squadra che non cercherà di fare le barricate e che ha mostrato grande resilienza, soprattutto a livello mentale, per invertire la rotta di partite sulla carta già segnate, per questo motivo la Lazio dovrà dar fondo alle proprie qualità realizzative ritrovate in questa stagione per poter chiudere la partita molto prima del fischio finale.

PREMIER LEAGUE

Il campionato inglese vivrà domenica pomeriggio il suo grande show con la super-sfida di Anfield Road tra il Liverpool ed il Manchester City, divise da sei punti e da una rivalità storica tra le due città, divise da 60 km; la partita assume un valore quasi decisivo principalmente per la formazione di Guardiola, che, in caso di sconfitta, si troverebbe a -9 dalla squadra di Klopp. Preso atto che la partita da seguire sia quella di Anfield Road, uno sguardo attento lo merita anche, a mio parere, la sfida di Stamford Bridge, dove il Chelsea vorrà continuare la propria scalata affrontando il Crystal Palace, squadra mai comoda, ma soprattutto è ricca di spunti la gara di White Hart Lane dove il Tottenham di Pochettino dovrà disperatamente cercare il ritorno alla vittoria contro lo Sheffield United di Chris Wilder.

TOTTENHAM-SHEFFIELD UNITED (SABATO ORE 16)

La squadra di Pochettino ha messo al sicuro la qualificazione alla seconda fase della Champions League, adesso è ora di rimettersi in funzione in campionato, dove non trova la vittoria da 4 partite, ed il cliente che trova di fronte è tutt'altro che comodo, visto che arriva lo Sheffield United reduce da un periodo di forma in cui ha raccolto 11 punti nelle ultime 6 partite. Gli Spurs avevano costruito il ciclo Pochettino con una tipologia di gioco pienamente riconoscibile, una riconoscibilità che sembra andata perduta e che ora il tecnico argentino dovrà ritrovare assieme ai vari giocatori messi fuori causa dagli infortuni, in particolare è molto importante il recupero dall'infortunio di Tanguy Ndombele, la cui forza fisica sarà il grimaldello per permettere di condurre il pallone nella metà campo avversaria evitando l'utilizzo dei lanci lunghi e permettere ai vari Eriksen, Son, Lamela, Lo Celso ed Alli di poter combinare e tornare a costruire azioni offensive di una certa qualità.

Le passmaps delle partite contro il Watford (a destra) e contro l'Everton (a sinistra), ci mostrano quanto il Tottenham faccia fatica ad avvicinarsi alla porta avversaria con la manovra, nel caso della partita con il Watford, in assenza di Ndombele la circolazione non progredisce e Kane non riesce a ricevere palla; nella sfida con l'Everton la presenza di Ndombele fa progredire meglio il pallone, ma l'assenza di Kane toglie profondità alla manovra, infatti il Tottenham chiuderà la partita con soli 3 tiri tentati (!).

Dall'altra parte lo Sheffield United di Wilder vive di granitiche certezze, basate sul 3-5-2 e di un gioco diretto con un utilizzo estremo delle catene laterali in cui vengono coinvolti anche i centrali difensivi di lato (in particolare Basham a destra), il tutto sotto la direzione in mezzo al campo di Oliver Norwood, deus ex machina del sistema di Chris Wilder, capace di attivare i meccanismi di gioco della Blades con le sue aperture di prima intenzione che lo rendono il miglior esecutore di passaggi lunghi tra i giocatori di movimento dell'intera Premier League (7,8 passaggi lunghi riusciti a partita in media, al secondo posto con 6,6 passaggi c'è un certo Paul Pogba che, però ha disputato metà delle partite del centrocampista nord-irlandese).

La centralità di Norwood e le linee di passaggio dirette sono facilmente riconoscibili in questa passmap risalente all'ultimo successo in campionato contro il Burnley; il Tottenham dovrà stare molto attento a non scoprirsi, cosa che molto di sovente ha creato guai in questa stagione vista la grande difficoltà a recuperare dalle transizioni offensive avversarie, marchio di fabbrica dello Sheffield United.











LA LIGA

Il campionato spagnolo, così come la Bundesliga, dopo 12 giornate abbiamo 13 squadre in 5 punti e tre squadre in vetta alla classifica, Barcellona, Real Madrid, che devono recuperare anche la loro sfida saltata nello scorso weekend, e la Real Sociedad, piacevolissima sorpresa di questa prima fase di stagione.

REAL SOCIEDAD-LEGANES (VENERDÌ ORE 21)

La formazione basca allenata da Imanol Alguacil, tecnico cresciuto internamente alla società (ed attenzione, il suo posto nel settore giovanile lo ha preso Xabi Alonso) si sta imponendo come una delle realtà più interessanti di questa edizione della Liga e, data la classifica cortissima e le difficoltà delle tre grandi Barça, Real ed Atletico, per loro potrebbero aprirsi discorsi interessantissimi in classifica, a patto che trovino un pizzico in più in termini di continuità. I numeri della stagione fin qui per gli uomini di Alguacil la pongono al quarto posto nella classifica dei migliori attacchi, terzo posto come dato di possesso palla, il tutto grazie alla grande qualità degli interpreti a disposizione della formazione basca, su tutti sta emergendo il grande talento di Martin Odegaard, giunto in prestito dal Real Madrid, in cerca di quella consacrazione attesa da diversi anni e che, sotto il cielo di San Sebastian, si sta finalmente verificando: Imanol Alguacil preferisce farlo partire prevalentemente defilato a destra dove può utilizzare il suo sinistro per rifinire l'azione (2.55 passaggi chiave di media a partita), è molto interessante da notare come si associa facilmente per caratteristiche con la punta centrale Willian Jose (o Isaac) e con Oyarzabal (o Januzaj) sull'altro mezzo spazio.

Ecco esemplificato l'asse Odegaard, Oyarzabal, Willian Jose (fonte Wyscout)

All'Anoeta a far visita ad Odegaard e compagni ci sarà il Leganes ultimo in classifica e con una grave crisi di produzione offensiva (appena 5 reti realizzate) e soprattutto tante difficoltà nel trovare il giusto assetto tattico, una situazione che ha portato la società ad esonerare Mauricio Pellegrino prima ed il traghettatore Cembranos poi. A sedersi sulla panchina della formazione castillana sarà il messicano Aguirre, reduce dal fallimento sulla panchina dell'Egitto nell'ultima Coppa d'Africa; Cembranos aveva provato a stabilire la squadra con un 4-3-3 che si è rivelato vincente contro il Mallorca ma perdente contro l'Eibar, ora vedremo se il tecnico messicano vorrà continuare sullo stesso percorso tattico del suo predecessore o se intenderà portare qualcosa di nuovo. Lo sapremo questa sera al fischio d'inizio.


BUNDESLIGA

Questa fase di stagione in Germania ha coinciso prevalentemente con le cadute fragorose del Bayern Monaco che hanno portato all'addio di Kovac e con il Borussia Moenchengladbach di Marco Rose che ha preso il comando delle operazioni e che, nello scorso turno, con la vittoria di Leverkusen, ha anche allungato a +3 sulle inseguitrici. Il weekend in arrivo è quello che vedrà di fronte le squadre che hanno dominato gli ultimi anni di Bubdesliga, ossia il Bayern Monaco ed il Borussia Dortmund, che si sfideranno alla Bayern Arena (fu Allianz Arena) domani pomeriggio alle 18.30. Oltre al big match la nostra attenzione va proprio sulla capolista, che cercherà di sfruttare dello scontro diretto per allungare: al Borussia-Park arriva il Werder Brema.

BORUSSIA MOENCHENGLADBACH - WERDER BREMA (DOMENICA 13.30)

Il campionato della squadra bianco-nero-verde è una sorpresa solo se comparata con le precedenti stagioni, dove Hecking non è stato in grado di portare il Borussia sui livelli che la rosa sembrava poter suggerire. Il cambio di strategia con l'arrivo di Marco Rose dal Salisburgo è stato pianificato per sfruttare al meglio il potenziale della rosa, ulteriormente ringiovanita nel corso del mercato di quest'anno e finanziata dalla cessione di Thorgan Hazard al Borussia Dortmund.
L'esempio principale del progetto della dirigenza del 'Gladbach ha il nome di Marcus Thuram, che ormai sta dismettendo i panni del figlio d'arte per diventare uno dei giocatori più interessanti del panorama europeo, con caratteristiche non fungibili con altri giocatori, vista la sua capacità di sapersi muovere partendo largo, da dove può svolgere il ruolo di rifinitore (4 assist finora in Bundesliga) e di finalizzatore ma solo quando riesce a trovare accesso alla zona centrale dell'area di rigore, mostrando, dunque, una grande intelligenza nella scelta della giocata giusta.

La mappa di tiro creata da Understat ci mostra l'accuratezza del francese nel cercare la conclusione da posizione centrale, inoltre in area di rigore il figlio di Lilian Thuram può anche sfruttare le sue grandi doti fisiche (grazie ai suoi 192cm); i suoi 5 goal finora realizzati sono frutto di 4,15 xG, a dimostrazione, anche numerica, delle qualità sopra menzionate. 
A pagare la chirurgica precisione di Thuram in area di rigore è stata ieri sera la Roma di Fonseca; la partita ha dimostrato che una squadra di qualità (grazie alle conduzioni di Veretout e la tecnica di Pastore) può essere in grado di bypassare la pressione della formazione di Rose, mandata a vuoto a lunghi tratti dalla Roma. La partita con il Werder Brema rappresenta un test importante per la squadra di Rose, visto che di fronte si trova un avversario che è molto indietro in classifica ma che non ha potuto ancora esprimere il proprio valore a causa di una lunga serie di infortuni; Kohfeldt sta lentamente ritrovando alcuni elementi che dovrebbero permettere alla sua squadra di tornare a macinare il gioco piacevole visto lo scorso anno, intanto dopo un inizio di stagione difficile il Werder ha messo in fila cinque pareggi tra cui due sui campi di Dortmund, Francoforte e Leverkusen, a centrocampo può disporre di giocatori come Nuri Sahin e l'ex Ajax Klaasen attorno al quale in genere ruota il possesso palla della squadra di Kohfeldt, un possesso che passa da Sahin per essere distribuito sulla fasce (in particolare quella destra) e cercare gli attaccanti che svariano su tutto il fronte d'attacco per ricevere palloni giocabili; le statistiche indicano come il Werder tiri tanto ma, purtroppo, tira anche male (ogni tiro effettuato ha possibilità inferiori al 10% di essere realizzato).


Le passmaps delle ultime due partite (in trasferta a Leverkusen ed in casa contro il Friburgo) mostrano esattamente come funziona l'impostazione degli uomini di Kohfeldt, con Sahin che riceve palla dai difensori; in caso di pressione sull'ex giocatore di Dortmund e Real Madrid, il gioco viene portato a destra dove Gebre Selassie dialoga direttamente con le punte che vengono incontro. Questo pattern molto consolidato nell'impostazione da dietro del Werder sarà la chiave della partita, se il Borussia riuscirà a disinnescare con il suo pressing il possesso della squadra di Brema sarà una partita a senso unico viste le debolezze del Werder in fase passiva una volta persa palla, altrimenti vedremo una partita molto aperta ed interessante in cui sarà la qualità dei singoli a dover fare la differenza.

LIGUE 1

La clamorosa sconfitta del PSG a Digione la scorsa settimana non ha di certo riaperto il discorso per il titolo, anzi per gli uomini di Tuchel la sconfitta è stata indolore visto il vantaggio di 7 punti sull'Angers secondo in classifica. La vittoria del Digione, assieme agli altri risultati maturati la scorsa settimana ha creato una classifica cortissima alle spalle del PSG con un distacco tra l'Angers secondo ed il Nimes ultimo di appena 9 punti; per questa ragione è sufficiente una serie positiva di risultati per sognare in grande ed una serie di sconfitte per farsi risucchiare dalla lotta per non retrocedere. Un riassunto di questa situazione è la sfida tra Nantes e Saint Etienne in programma alla Beaujoire domenica pomeriggio.

NANTES - SAINT ETIENNE (DOMENICA ORE 17)

L'arrivo di Claude Puel a Saint Etienne ha cambiato marcia alla stagione dei Les Verdes, un impatto che è facilmente visibile prendendo la classifica di Ligue 1 dalla data di arrivo dell'ex allenatore di Southampton e Leicester, classifica in cui il Saint Etienne è al comando con 10 punti in 4 partite, tra cui spicca la vittoria nel sentitissimo derby del Rodano contro il Lione proprio nella gara d'esordio di Puel, partita che poi è costata la panchina a Silvinho. Chi ha tratto grande vantaggio dall'arrivo di Puel è stato sicuramente Denis Bouanga, collocato come attaccante esterno nel tridente offensivo, il gambiano si è preso il ruolo del protagonista vincendo per quattro volte consecutive il premio di migliore in campo dato dagli algoritmi di WhoScored.


A fermare Bouanga ed il Saint Etienne ci proverà il Nantes di Gourcuff, reduce da tre sconfitte consecutive figlie di un'abulia offensiva presente anche quando i risultati erano positivi perché retti dalle ottime prestazioni difensive, in particolare dalle parate di Lafont. Motivo di interesse di questa partita sarà il duello a distanza tra lo stesso Bouanga e Moses Simon, l'unico elemento del Nantes capace di accendere la fantasia dei tifosi grazie alle sue accelerazioni, qui sotto il confronto statistico elaborato dall'algoritmo di Soccerment.



LA FINALE DI MLS (DOMENICA ORE 21.30)

A chiudere il weekend ci sarà la sfida tra Seattle Sounders e Toronto FC che, per la terza volta nelle ultime 4 stagioni, deciderà il vincitore della MLS; le due precedenti finali si sono giocate entrambe al BMO Field di Toronto, quest'anno invece toccherà al CenturyLink Field della città della Microsoft, già casa dei Seattle Seahawks della NFL. I favori del pronostico vanno ai padroni di casa, sia per il fattore campo che per la qualità offensiva espressa nel corso dei playoff dove ha eliminato i vincitori della regular season, ossia i Los Angeles Football Club di Carlos Vela con un 3-1 frutto di un piano gara finalizzato a facilitare le giocate di Lodeiro e Ruidiaz, protagonisti indiscussi della partita e di questi playoff. Dalla passmap si evince facilmente come non ci fosse alcun interesse verso un possesso basso (lasciato nelle mani di Los Angeles) ma semplicemente una ricerca di un modo rapido per arrivare ai due uomini li davanti e lasciarli dialogare per arrivare al tiri, la tattica ha funzionato visto che le tre reti portano la loro firma.


Dall'altra parte Toronto si presenta a questa finale dopo aver fatto fuori le favorite della Eastern Conference, ossia il New York City Football Club e l'Atlanta United campione in carica, anche qui il protagonista principale ha il nome di un singolo, come Lodeiro per Seattle, l'uomo in più per Toronto è senza dubbio Alejandro Pozuelo, titolare della maglia n.10 che prima era sulle spalle di Sebastian Giovinco: sostanzialmente è lo spagnolo il centro di gravità per Toronto che ha faticato tantissimo nel corso dell'anno a trovare un equilibrio in mezzo al campo: alla fine il tecnico Greg Vanney ha trovato la soluzione con Micheal Bradley (si esatto, ancora lui, l'ex romanista) davanti alla difesa sostenuto da Osorio e Delgado; contro Atlanta la vittoria è arrivata in maniera più casuale che frutto di una particolare strategia di gara, a meno che concedere a Barco e compagni tante conclusioni confidando che non la buttassero in rete non fosse incluso nel piano gara. 

La mappa dei tiri concessi ad Atlanta dalla formazione canadese dimostrano quanto la vittoria ottenuta sia stata un puro caso, per cui Vanney dovrà trovare delle soluzioni per non lasciare la propria difesa in balia di Lodeiro e Ruidiaz.

Friday, 1 November 2019

Cosa vedere nel weekend #9



Sarà un weekend ricco di spunti interessanti il prossimo, si inizia domani mattina con la finale dei Mondiali di Rugby tra Inghilterra e Sudafrica, per poi dedicarci ai temi dei campionati nazionali che presentano sfide molto interessanti, soprattutto in serie A e nella Bundesliga, dove ogni settimana la classifica si accorcia sempre più.

SERIE A


Il turno infrasettimanale ha avuto come protagoniste quattro squadre: Napoli e Atalanta che hanno dato vita ad una partita bellissima, di cui tutti hanno fatto finta di non accorgersene per alimentari altri tipi di discussione; le altre due sono il Cagliari, vincitore di un'altra partita intensa contro il Bologna, e soprattutto la Roma, capace di asfaltare l'Udinese pur giocando tutta la partita in 10 uomini. Queste quattro squadre si affronteranno tra di loro nel prossimo weekend, e sarà questo scontro incrociato ad attirare le nostra attenzione.

ROMA-NAPOLI (Sabato ore 15)

La sfida dell'Olimpico vede di fronte due squadre dalla situazione psicologica molto differente, con la Roma che si è presentata dopo la pausa con una rosa falcidiata dagli infortuni (praticamente Veretout è l'unico centrocampista disponibile), situazione che in genere in quella piazza porta ad un crollo delle prestazioni della squadra, invece così non è stato, anzi Fonseca ha saputo compattare il gruppo utilizzando questa situazione di emergenza come il momento opportuno per imporre i propri principi di gioco ed il 4-2-3-1 alla squadra ma anche al campionato, così dopo il pareggio di Genova contro la Samp, le vittorie contro il Milan e, soprattutto, il poker in dieci uomini rifilato all'Udinese hanno portato i giallorossi in zona Champions proprio scavalcando il Napoli, ospite domani pomeriggio all'Olimpico. Dall'altra parte si presenta all'Olimpico una squadra reduce da due pareggi contro Spal ed Atalanta, stesso risultato a fronte di due prestazioni diverse, a Ferrara si è vista una squadra che fa fatica ad imporre il proprio gioco contro squadre che amano chiudersi e concedere pochi spazi (la xG chart di UnderStats dimostra come solo l'occasione finale di Llorente abbia portato il computo degli expected goals a favore del Napoli), mentre l'atmosfera delle grandi partite come quella con l'Atalanta tira fuori il meglio dalla formazione di Ancelotti che ha chiuso con un xG di 3.20 contro la formazione di Gasperini, a dimostrazione che il successo poteva essere raggiunto con maggiore lucidità sottoporta anziché additare situazioni e condizionamenti esterni. Insomma sarò una partita in ogni caso molto divertente, visto che vedremo di fronte la terza e la quarta squadra della serie A per xG prodotti, tuttavia resterà da valutare se gli impegni ravvicinati non possano farsi sentire per la rosa ristretta a disposizione di Fonseca, in tal caso il turnover quasi scientifico di Ancelotti potrebbe raccogliere i propri frutti proprio a partire da domani pomeriggio.




ATALANTA-CAGLIARI (Domenica ore 12.30)

Dalla terza giornata in poi Atalanta e Cagliari hanno raccolto gli stessi punti (18), i percorsi seguiti dalle due squadre sono stati molto differenti e questo rende la sfida di Bergamo decisamente interessante e dall'esito molto più equilibrato di quello che possa sembrare visto il clamoroso campionato dell'Atalanta sinora.
Sulla squadra di Gasperini ormai è ormai stata spesa un sacco di letteratura, i numeri la vedono come la squadra con il maggior numero di goal realizzati, nonché con il maggior numero di xG, un approccio ultra offensivo che si riflette, altro lato della medaglia, in un rendimento difensivo alquanto sofferente (solo 5 squadre hanno preso più goal).
Ad opporre resistenza alla forza offensiva degli orobici ci proverà il Cagliari di Maran, reduce da un'estate con acquisti di grido (Rog, Nainggolan, Nandez, Simeone) che stanno confermando le aspettative, ossia stanno lanciando il Cagliari in alto in classifica, e questo proprio grazie all'approccio individuale dei singoli, visto che i numeri ci suggeriscono che i sardi stanno raccogliendo più di quanto prodotto (16 goal realizzati a fronte di meno di 10 xG, 10 goal subiti a fronte di 15xG), questo proprio grazie alle prestazioni individuali: esemplificativa è la mappa dei tiri di Simeone, a segno quando la soluzione di tiro è più difficile, ma, come a Firenze, poco incisivo nelle occasioni più favorevoli; in fase difensiva sono le clamorose parate di Olsen a rendere possibile l'attivo di 5 goal in meno subiti rispetto agli xG.

Fonte Understats


PREMIER LEAGUE


Assodato che Liverpool e City sembrano essere irraggiungibili al top della Premier League, la domanda con maggiori margini di incertezza è quella relativa alla terza e quarta forza del campionato, analisi utile a capire chi. oltre alle due dominatrici, può puntare al piazzamento Champions, incertezza resa possibile dal calo di rendimento del Tottenham, sempre tra le prime quattro nelle ultime 4 stagioni, le continue incertezze dell'Arsenal e l'aria di ricostruzione di Manchester United e Chelsea. Queste ultime due hanno deciso di ripartire dalla guida tecnica di due allenatori alla prima esperienza ad alto livello ma con grande credibilità nell'ambiente per le loro gesta da calciatori nelle rispettive piazze, ossia Ole Gunnar Solskaer ad Old Trafford e Frank Lampard a Stamford Bridge. Mentre il lavoro del tecnico norvegese fatica a raccogliere i propri frutti (anche se il pareggio contro il Liverpool in campionato e la vittoria in Coppa di Lega sul Chelsea hanno dato nuovo credito), il lavoro di Lampard inizia a raccogliere i propri frutti con le 6 vittorie consecutive tra Premier e Champions League interrotta solo in settimana dalla sconfitta, peraltro immeritata, contro il Manchester United in Coppa di Lega. 

WATFORD-CHELSEA (SABATO ORE 18.30)


Il lavoro di Lampard è approntato ad un atteggiamento molto offensivo, con tratti di pressing alto ed aggressivo (seconda squadra per tackles tentati in Premier) a momenti di fase passiva posizionale (terza squadra per intercetti in Premier), stesso discorso in fase offensiva, dove il recupero palla viene spesso affiancato a fasi di possesso palla grazie alla qualità di Jorginho e Kovacic, e le fasi di difesa posizionale affiancate a fulminee partenze in contropiede grazie a Mason Mount e Abraham, a cui spesso Lampard aggiunge Pulisic, reduce da una tripletta sul campo del Burnley. Grazie al gran lavoro svolto dal suo allenatore, il Chelsea è ora la miglior candidata come terza forza del campionato, domani alle 18.30 va a far visita al fanalino di coda Watford, squadra a cui Quique Sanchez Flores sta cercando di dare un equilibrio, tuttavia il lavoro sembra davvero in alto mare, visto che sembra complicato per l'ex allenatore del Valencia trovare un sistema di gioco che permetta alla squadra di non prendere acqua se gioca con più di due giocatori offensivi, lasciando dunque l'onere della finalizzazione a Deulofeu e Pereyra, non proprio due finalizzatori, e questo si desume facilmente dalla grande quantità di tiri dei due giocatori, ma con scarse chance di finalizzazione; per le Hornets, tuttavia, impostare una gara di ripartenza contro il Chelsea potrebbe essere il viatico per tenere quanto meno aperta la striscia di tre pareggi consecutivi che la tengono aggrappata al treno delle squadre che lottano per non retrocedere. A riassumere le difficoltà li davanti della formazione giallonera, il confronto statistico a livello di finalizzazione tra Gerard Deulofeu e Tammy Abraham, al momento i principali generatori di expected goals delle due squadre.


Fonte Soccerment

BUNDESLIGA

Con 10 squadre raccolte in 5 punti c'è davvero l'imbarazzo della scelta nel programma della decima giornata di Bundesliga, visto che di queste 10 squadre, 6 si affrontano in 3 interessantissimi scontri diretti, ossia la capolista Borussia Moenchengladbach che va a far visita al Bayer Leverkusen di Bosz, il Borussia Dortmund affronta in casa l'ancora imbattuto Wolfsburg, mentre il Bayern Monaco va a far visita all'Eintracht Francoforte. 

WERDER BREMA - FRIBURGO (SABATO ORE 15.30)

Oltre a queste tre sfide, il pomeriggio di sabato propone un altro interessante scontro tra due squadre le cui classifiche alla vigilia della stagione erano pronosticate in maniera opposta al loro attuale rendimento, ossia il Werder Brema ed il Friburgo: la squadra di Brema si trova nella seconda metà della classifica non ostante aspettative di un gioco propositivo in continuità con quanto proposto la scorsa stagione, aspettative al momento deluse, anche a causa di diversi infortuni che hanno colpito la squadra di Kohfeldt; la squadra di Streich invece è sulla bocca di buona parte degli analisti visto il terzo posto in classifica pur con una squadra costruita con un budget a dir poco ridotto (solo Paderborn e Union Berlino hanno un budget inferiore), il merito è di una squadra molto quadrata che riesce a giocare sempre molto compatta e con una guida tecnica che riesce a dare istruzioni semplici ai propri uomini ma che si rivelano spesso molto efficaci, al punto che sia Dortmund che Lipsia hanno dovuto lasciare punti allo Schwarzwald-Stadion; a livello individuale la squadra della regione del Baden può contare sulle capacità offensive di Luca Waldschmidt, capocannoniere della squadra con 4 goal realizzati, 2 su rigore e 2 con grandi conclusioni da fuori area, come si evince dalla mappa di tiro realizzata da Understats; la fase difensiva invece vede grande protagonista Robin Koch, i cui numeri difensivi (superiori alla media dei difensori del campionato) hanno attratto le attenzioni di Low che sta cercando di ricostruire la difesa della nazionale tedesca.


I dati difensivi di Koch rispetto alla media dei difensori, fonte Soccerment

La mappa di tiro di Gianluca Waldschmidt, fonte Understats

LIGA

Barcellona e Real Madrid, in attesa dello scontro diretto di dicembre, hanno preso, nel corso del turno infrasettimanale la vetta della classifica, i blaugrana sembrano aver superato le difficoltà di inizio stagione grazie al ritorno in piena forma di Leo Messi, la cui presenza evidentemente ha oliato tutti i meccanismi di gioco previsti da Valverde, così come sembra dare maggiore sicurezza agli altri elementi della squadra, che hanno alzato il livello delle proprie prestazioni in presenza della propria stella polare; il Real Madrid ha messo a tacere diverse critiche con le vittorie di Istanbul in Champions ed il 5-0 al Leganes nel turno infrasettimanale.

REAL MADRID-REAL BETIS (SABATO ORE 21)

Secondo appuntamento interno consecutivo per le merengues, a caccia di conferme dopo la vittoria sul Leganes nel turno infrasettimanale, ma soprattutto sarà interessante verificare se Zidane ha realmente deciso di consegnare le chiavi del centrocampo a Federico Valverde togliendole a Luka Modric: i palloni persi in maniera sanguinosa in questa stagione dal croato pallone d'oro in carica, ma tolto dalla lista dei 30 candidati, hanno fatto ricredere Zidane sulla centralità di Modric, e Valverde per ora sta rispondendo presente, con ottimi numeri sia in fase di costruzione dell'azione che in fase difensiva che hanno convinto il tecnico francese ad aumentarne il minutaggio. Domani sera al Bernabeu arriva il Betis, il cui centrocampo di altissima qualità formato da gente come Guardado e Canales può essere un banco di prova decisamente importante per il centrocampista uruguayano.

I numeri di Valverde in questa stagione, fonte Understats.


SIVIGLIA-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 18.30)

Partita di grande attrattiva quella del Sanchez Pizjuan tra la squadra di Lopetegui e quella di Simeone: entrambe le squadre sono reduci da due pareggi esterni nel turno infrasettimanale che ha lasciato qualche amaro in bocca e, soprattutto, ha fatto perdere terreno alle due squadre rispetto a Barcellona e Real Madrid, rendendo questa sfida come abbastanza decisiva per capire chi può ambire al ruolo di terza forza del campionato alle spalle delle due grandi potenze di Spagna e, perché no, approfittare di eventuali loro passi falsi. Le due squadre sono accomunate dalle difficoltà a concretizzare quanto prodotto (rispettivamente -4 per il Siviglia e -5 per l'Atletico in termini di conversione degli xG in goal realizzati), mentre si differenziano per stile di gioco, con la squadra di Lopetegui maggiormente votata al possesso palla, mentre Simeone sembra abbia messo in soffitta gli esperimenti di un calcio più tecnico provati a inizio stagione, complice l'infortunio di Joao Felix, tuttavia il tentativo di giocare più tempo nella metàcampo avversaria sta sortendo effetti positivi, insomma l'Atletico Madrid si sta avvicinando maggiormente all'idea di una squadra che fa la partita, tuttavia sarà più facile immaginare un match con la squadra di casa che farà la partita e l'Atletico che proverà a ripartire, ma sarà interessante vedere se l'Atletico non sia realmente cambiato come identità.

LIGUE 1

In Francia l'equilibrio è durato davvero poche settimane, il PSG dopo le difficoltà iniziali ha trovato la sua quadratura del cerchio e, con il ritorno al meglio di Mbappè, l'inserimento di Icardi e la condizione di forma di Di Maria straripante, ha creato il solco quando sono passate 11 giornate con 8 punti di vantaggio sul Nantes secondo.

MARSIGLIA-LILLE (SABATO ORE 17.30)

L'anticipo del sabato pomeriggio vedrà di fronte una sfida tra due squadre che lotteranno per uno dei posti alle spalle del PSG: il Marsiglia di Villas Boas fatica ancora a trovare una certa continuità e soprattutto fatica a trovare un assetto tattico definito ma soprattutto che sia equilibrato visto che al momento la produzione offensiva non è affatto soddisfacente e soprattutto dipende dalla presenza di Dario Benedetto, il cui apporto alla fase offensiva è facilmente riconoscibile, visto che ha realizzato 5 dei 12 goal della squadra; domani l'argentino ritorna dopo la squalifica, e l'assenza, anche in termini di personalità si è fatta sentire nella debacle dell'Olimpique nella trasferta di Parigi. Dall'altra parte il Lille, con la vittoria sul Bordeaux della scorsa settimana, ha ritrovato il 3 punti dopo 3 partite a secco, ed è ancora in attesa del primo acuto esterno: lontano dal Pierre Mauroy la formazione di Galtier ha sinora raccolto appena 2 punti ed ha realizzato appena 3 goal, le caratteristiche della partita potrebbero avvantaggiare il Lille, viste le difficoltà del Marsiglia nel tenere un equilibrio in campo, le frecce da lanciare in contropiede (Ikone, Bamba) a disposizione di Galtier possono spaccare l'equilibrio, sarà interessante capire come e se Villas-Boas, date le circostanze, non decida di rivedere le strategie e cercare di condividere il controllo del pallone e della partita con gli avversari per evitare di scoprirsi. Da seguire anche il duello a distanza tra i due bomber Benedetto e Osimhen.

Fonte WhoScored




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