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Friday, 5 March 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 20


Quello in partenza stasera è un altro weekend ricco di sfide importanti, si parte dai derby di Manchester e di Madrid al Der Klassiken di Germania, così come al crocevia dei destini di Inter e Juventus in serie A nelle sfide contro Atalanta e Lazio. Tutto questo arricchisce un palinsesto ricco di spunti in giro per l'Europa: le mie scelte sono ricadute su tre match che si disputeranno rispettivamente nelle giornate di sabato, domenica e lunedì giusto per evitare sovrapposizioni e per poterne prendere nota e seguirle nel corso del weekend.


FRIBURGO - LIPSIA (SABATO ORE 15,30)

Questo weekend la Bundesliga merita di avere tutti gli occhi su di se per la grande quantità di scontri interessanti creati dal calendario: infatti questo è il fine settimana del Der Klassiker tra Bayern e Borussia Dortmund, così come quello della sfida pirotecnica tra Borussia Moenchengladbach e Bayer Leverkusen, protagoniste all'andata di un 4-3 quasi epico; pur in presenza di questi big-match, il campionato ha altre due protagoniste che per motivi diversi si stanno ritagliando un ruolo importante in questo campionato e che sabato pomeriggio si sfideranno una contro l'altra, mi riferisco a Friburgo e Lipsia.

La squadra della città della Foresta Nera resta una delle più interessanti della Bundesliga per proposta di gioco e per individualità mostrate in campo: per chi segue il campionato tedesco la cosa non è una sorpresa considerando chi detiene la cabina di comando, ossia Christian Streich, allenatore dalle importanti conoscenze calcistiche unite ad una capacità importante (stando agli addetti ai lavori) nel saper empatizzare con i propri calciatori, facilitando dunque la possibilità di trasmettere il proprio pensiero sul campo.

Una delle costanti del tipo di gioco di Streich sta nella ricerca degli spazi in zona centrale tramite uno stile di gioco che sia quanto più possibile verticale. Nell'esempio che vedete a fianco si può notare l'esecuzione di questo piano: il 4-4-2 di base si trasforma in un 4-2-2-2 con i due esterni offensivi che entrano nel centro del campo mentre le due punte raccolgono i palloni che arrivano direttamente dalla difesa; come si nota, anche i due centrocampisti centrali giocano molto vicini rendendo possibile la conquista della seconda palla. In fase di non possesso, lo schieramento torna ad essere un 4-4-2 ma con un baricentro che cerca di non essere molto basso per evitare di farsi chiudere in area di rigore: questo approccio si è rivelato molto utile e funzionale soprattutto contro le grandi della Bundesliga, tanto che nell'ultimo mese sia Borussia Dortmund che Bayer Leverkusen hanno dovuto lasciare l'intera posta in palio alla formazione di Streich.

Sul Lipsia di Nagelsmann ormai sappiamo tutto: siamo di fronte ad una delle squadre più importanti d'Europa allenata da uno degli allenatori più brillanti ed influenti del continente: il lavoro fin qui svolto dalla squadra di proprietà della Red Bull in questa stagione li ha portati a tenere il passo del Bayern Monaco superando alcuni momenti di appannamento. La partita di Friburgo è un crocevia importante per la formazione di Nagelsmann per restare attaccata ai bavaresi e, chissà, sperarne in un nuovo passo falso per poter addirittura prendere la vetta della classifica.

Nelle ultime settimane, specie in concomitanza con un periodo poco brillante della squadra culminato in un'inopinata sconfitta a Mainz, si è cominciato a parlare di quello che sembra essere il punto debole della squadra che Nagelsmann ha cercato in tutti i modi di mascherare ma spesso senza successo: la fase di finalizzazione. La partenza di Werner ha senza dubbio tolto al Lipsia quello che era l'uomo che dava la profondità alla squadra e finalizzava il lavoro svolto dai compagni: quest'anno, invece, gli attaccanti a disposizione di Nagelsmann faticano ad essere particolarmente incisivi in fase conclusiva, probabilmente anche a causa di una scarsa attitudine a cercare la profondità.

Come si evince dal fermo immagine, per caratteristiche il centravanti di questa stagione, ossia Youssuf Poulsen, tende principalmente a venire incontro alla palla per giocare di sponda e permettere ai centrocampisti alle proprie spalle (Nkunku o Dani Olmo o Sabitzer come in questo caso) di chiudere una triangolazione che li porti davanti al portiere: questa sembra la formula più ricercata dal Lipsia per arrivare alla porta vista, appunto, la poca propensione del danese ad attaccare la profondità anche perché, per caratteristiche fisiche, non è propriamente un fulmine di guerra.

L'altra soluzione cercata per attaccare la linea difensiva è quella di arrivare dall'esterno e cercare di riempire l'area di rigore con quanti più uomini possibile e posizionati in punti diversi dell'area di rigore: questa soluzione è quella che, nell'ultima partita con il Moenchengladbach vinta di rimonta, ha permesso ai Die Roten Bullen di trovare la via della rete. 
I numeri, tuttavia, mostrano come le difficoltà in fase di finalizzazione esistano: l'attacco è il quinto del campionato con 43 reti realizzate ed il sesto per xG per tiro (fonte Wyscout), un dato che mostra come spesso la squadra sia costretta a prendersi tiri da posizione poco favorevole; altro aspetto che nelle precedenti settimane ha contribuito alla perdita di qualche punto per il Lipsia sta nei numeri difensivi: nel corso del 2021 in campionato il numero dei goal subiti (11) in 10 partite è già superiore a quanto fatto segnare nelle giornate di campionato disputate nel 2020, ossia 9 reti in 13 partite.

Su questi numeri hanno influito parecchio alcuni grossi errori individuali commessi dai difensori del Lipsia, errori che sono anche costati la sconfitta nella sfida d'andata contro il Liverpool negli ottavi di Champions, il cui ritorno il Lipsia dovrà affrontare successivamente a questa dura trasferta contro una squadra che sa bene come sfruttare gli errori avversari e ad indurli mediante la loro pressione.

SUPERLIGA DANESE, BRONDBY-COPENAGHEN (DOMENICA ORE 14)

Come indicato e prospettato da molti osservatori attenti del calcio internazionale, l'epicentro della costruzione del talento a livello europeo si sta spostando verso il nord del continente: basti pensare ai tanti talenti norvegesi in giro per l'Europa, la Svezia che ci ha negato l'accesso ai Mondiali nel 2018 per poi raggiungere i quarti di finale in Russia, i miracoli dell'Islanda e, più di recente, della Finlandia. In questo contesto non può certo mancare all'appello la Danimarca che, di talento ne ha sempre messo a disposizione, o tramite i propri talenti o tramite quelli prodotti dal proprio campionato: così abbiamo visto il Midtjylland accedere alla Champions League e mostrare i propri talenti, abbiamo visto in Italia sbocciare il talento di Mikkel Damsgaard cresciuto nel Nordsjoelland.

Anche in questa stagione il campionato danese sta rispettando le aspettative e sta mettendo in mostra altri nuovi talenti pronti ad essere lanciati nel mercato internazionale: la sfida tra Brondby e Copenaghen metterà in mostra alcuni elementi molto interessanti oltre ad essere una partita che ha un valore molto importante per la classifica e non solo, visto che qui si tratta del derby della città di Copenaghen, parecchio sentito dalle due tifoserie non ostante la rivalità abbia origini molto recenti nel tempo.

Il Brondby tra le due contendenti è la squadra con maggiore tradizione e dominatrice in suolo danese fino agli anni '90 (con annesse due sfide contro la Roma in Coppa Uefa nel 1991 e nel 1995 che i tifosi giallorossi ricordando con molto piacere), poi la costituzione dell'FC Kobenhavn ha tolto prima lo strapotere cittadino e, conseguentemente, il dominio nazionale. 

Alla squadra giallo-blu il titolo nazionale manca ormai dal 2005, un periodo davvero lunghissimo per una squadra che dal 1985 al 2005 non ha mai lasciato le prime due posizioni in classifica: a partire da un paio d'anni, tuttavia, le cose sembrano in fase di miglioramento, grazie al miglioramento dello scouting di giovani calciatori da sviluppare all'interno del proprio settore giovanile.

All'interno del 3-4-3 (o 3-4-1-2) messo in piedi dal tecnico Fredriksen, gli elementi che si stanno maggiormente mettendo in luce e che stanno mostrando la bontà del lavoro svolto a livello giovanile sono il centrale di centrocampo Morten Frendrup, classe 2001, e soprattutto Jesper Lindstrom, classe 2000 che in questa stagione sta esplodendo al punto di esordire in nazionale lo scorso novembre.

Nel sistema scelto da Fredriksen, che prevede una squadra che cerca la giocata in verticale quanto più velocemente possibile, il ruolo di Lindstrom è indispensabile nel trio d'attacco: è difficile dargli una collocazione tattica perché nel foglio formazione lo possiamo trovare come esterno offensivo, come punta centrale ed anche mezzala. Le sue funzioni sono quelle di muoversi e cercare lo spazio per la giocata in rifinitura o in finalizzazione: la sua capacità principale è quella di saper evitare la marcatura dell'avversario e trovarsi, dunque, lo spazio per effettuare la giocata. Come si evince dai fermo immagine qui di fianco, la sua capacità di riconoscere il modo con cui tenersi lontano dall'avversario gli permetta poi di avere il tempo giusto per trovare la giocata decisiva, che sia una giocata di prima intenzione alle spalle della difesa come nel primo esempio, o che sia farsi trovare smarcato al tiro da posizione favorevole creando una linea di passaggio al proprio compagno. Queste capacità lo hanno portato a mettere insieme 9 goal e 4 assist a fronte di 1,73 passaggi per il tiro a partita e 5,98 dribbling tentati a partita (fonte Wyscout), a dimostrazione che si tratta di un giocatore che tenta sempre la giocata per arrivare alla porta senza mai essere conservativo nelle scelte, insomma il corollario perfetto per un sistema di gioco diretto come quello dei giallo-blu.

Dall'altra parte della barricata troviamo il Copenaghen (o Kobenhavn per i puristi della definizione originale) che ha raccolto proprio dal Brondby il dominio interno a partire dal 2000 collezionando 12 titoli in 20 campionati. Nelle ultime stagioni il Midtyjlland, a sua volta, ha iniziato fortemente a contrastare il dominio della squadra bianco-blu che, adesso, si trova ad assumere il ruolo della squadra in rincorsa e, guardando la classifica, non solo nei confronti dei campioni uscenti, ma anche nei confronti dei grandi rivali del Brondby.

Ad oggi, infatti, la squadra allenata da Jess Thorup, che ha preso le redini della squadra dopo la fine dell'era Solbakken, si trova a dover risalire in classifica e ricucire un distacco molto importante su Brondby e Midtjylland: per questo motivo il derby con i rivali giallo-blu rappresenta un crocevia importante per il proseguimento della stagione.

Guardando le prestazioni del Copenaghen ciò che emerge è la difficoltà a trovare un equilibrio nel 4-2-3-1 con cui la squadra si schiera in campo: la principale problematica sta nella gestione delle transizioni, con la squadra che alza diversi giocatori nella metà campo avversaria in fase di possesso, curando molto poco le marcature preventive esponendosi, dunque, alle transizioni avversarie, come ben si evince dal fermo immagine qui a fianco. Ma anche in fase di difesa schierata i limiti difensivi del Copenaghen sono evidenti: nel secondo esempio la linea difensiva viene schiacciata dagli attaccanti mentre i due centrali di centrocampo si lasciano entrambi attirare dalla palla, questo genera spazi per un rimorchio da parte di un centrocampista avversario, sono tante le situazioni in cui la squadra di Thorup subisce queste situazioni vanificano la qualità del gioco offensivo prodotto.

Il gioco offensivo resta, dunque, il principale punto di forza di questa squadra che, infatti, ha il maggior numero di goal segnati in campionato (37) ma è anche la terzultima difesa con 31 reti subite. Con una squadra così sbilanciata in avanti, dunque, è chiaro che ad emergere a livello di singoli siano gli elementi offensivi: Jonas Wind, classe 1999, è il centravanti del Copenaghen e sta trovando una grande stagione a livello realizzativo grazie alle 11 reti realizzate frutto di una percentuale di conversione dei tiri vicina al 30%; al suo fianco occhio anche alla crescita del nativo di Sierra Leone ma naturalizzato danese, Mohammed Daramy, classe 2002 che, quando impiegato largo a destra riesce sempre a creare qualcosa di molto interessante.

Per questo motivo, dunque, questo derby della capitale danese mostra enormi spunti di interesse e metterà in vetrina la prossima interessante generazione di talenti del calcio danese, un movimento la cui crescita deve essere vista con enorme attenzione e che potrebbe, chissà, riportare in futuro un paese del Nord Europa a portare a casa un trofeo internazionale in maniera meno epica ma più programmata dell'Europeo vinto dalla Danimarca nel 1992.


PREMIER LEAGUE RUSSA: RUBIN KAZAN - ZENIT SAN PIETROBURGO (LUNEDI ORE 14,30)

Nello scorso weekend è ripreso, dopo la pausa invernale il campionato russo, un campionato che, a livello internazionale, mostra ancora di essere molto indietro rispetto a molte altre nazioni pur essendoci club in grado di investire grosse somme di denaro da utilizzare sia sul mercato che sulle strutture e gli impianti sportivi.

Non ostante le disponibilità economiche i club russi faticano ad attirare giocatori di talento nel prime della carriera per aumentare il tasso tecnico delle squadre e del torneo, per questo tendono a ripiegare su nomi importanti ma che, evidentemente, non sono più competitivi per contesti di un certo livello.

Uno degli esempi più evidenti di questa situazione è proprio lo Zenit San Pietroburgo, la capolista del campionato che ha infarcito la propria rosa di giocatori come Malcom, Driussi, Lovren e Rakitsky pensando di poter ottenere quel salto di qualità necessario ad essere competitivi in Champions League, cosa che, invece, non è accaduta ma quanto meno le ha permesso di acquisire uno status, nel campionato russo, da prima della classe difficilmente attaccabile.

Fonte passmap account Twitter 11tegen11 plots
Come già accennato in un precedente post, il gioco dello Zenit fa molto affidamento sullo strapotere fisico di Dzyuba al punto dal renderlo il fulcro del gioco della squadra nel momento in cui non si riesce a risalire il campo con qualità: prendendo a riferimento la passmap dell'ultima partita di campionato contro il Rostov (pareggiata per 2-2) si nota come il gioco ristagni sul lato sinistro del campo non potendo avanzare per vie centrali. Inoltre come si nota dai dati indicati a margine della mappa si può notare come il centravanti sia il giocatore su cui vengono diretti i passaggi progressivi e come sia lui stesso il giocatore che riesce a guadagnare più campo con il pallone ai piedi.

Insomma lo Zenit tende ad usare un sistema abbastanza semplice quanto redditizio per poter mantenere la supremazia in patria, quantomeno per il momento. Tuttavia lo stesso sistema che raccoglie dividendi in campionato mostra forti lacune superato il Mar Baltico.

Per questa ragione il campionato russo necessità di realtà in grado di contestare la supremazia dello Zenit cercando di far crescere elementi di talento ed inserirli in un sistema di gioco propositivo in grado di esaltarli: lo abbiamo visto nei post precedenti con la Dinamo Mosca, lo stiamo vedendo anche con il prossimo avversario dello Zenit, ossia il Rubin Kazan.

La squadra di Kazan è allenata dall'ex commissario tecnico della nazionale russa Slutsky che sta schierando la squadra con un 4-1-4-1 ricco di talento e di tecnica, tanto da essere la squadra che ricerca di più i dribbling e le giocate individuali in tutto il campionato. Ad eccellere in queste situazioni ci sono i due esterni offensivi Makarov e soprattutto Kvaratskhelia: nel momento in cui l'avversario non concede il centro del campo il Rubin si allarga sui propri terzini che cercano di servire i due esterni offensivi i quali, con le loro conduzioni conquistano il centro del campo e puntano verso la porta liberando a loro volta spazio per i loro compagni.

Tra i due, tuttavia, è il georgiano, classe 2001, a sublimare la fase offensiva del Rubin Kazan: le sue grandi doti in dribbling (quasi 16 tentati a partita con una percentuale di riuscita di poco inferiore al 50% secondo i dati Wyscout) e la sua eleganza quando conduce il pallone lo rende sia molto bello da vedere dal punto di vista puramente estetico, ma anche funzionale nel momento che attira sempre raddoppi di marcatura che liberano spazio per i compagni: per dare un'esemplificazione delle qualità del georgiano ho estratto le sue giocate nella sfida di campionato disputata nello scorso weekend sul campo dello Spartak Mosca, partita vinta dal Rubin per 2-0 e che ha rimesso in corsa la squadra granata per un posto nell'affollata lotta per un posto in Europa.

Friday, 8 January 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 12




Finite le feste e messo alle spalle il 2020, il calcio entra nel vivo della stagione: così come le feste, anche questa stagione calcistica è fortemente condizionata dalla pandemia globale che ha cambiato la vita di tutti negli ultimi 12 mesi, per cui il weekend in arrivo non arriva, come accade in genere, dopo una mini pausa invernale, bensì è un lungo susseguirsi di partite in un calendario super-compresso per poter chiudere la stagione in tempo per permettere alle nazionali di giocarsi la vittoria nelle rispettive competizioni continentali.

Non ostante il calendario compresso e la particolarità della stagione, gennaio resta sempre il mese dove, a mio parere, vengono decise le stagioni: facendo un paragone ciclistico, il mese di gennaio sta alla stagione calcistica come il primo arrivo in salita di un grande giro, ossia non puoi sapere con certezza chi vincerà, ma si può ben identificare chi non sarà in grado di raggiungere i maggiori obiettivi.

Per questo primo weekend calcistico del 2021, come da mia abitudine, ho scelto alcune partite da consigliare, vuoi per temi specifici, vuoi per peculiarità tattiche delle squadre impegnate, vuoi per vedere all'opera giocatori entrati nelle cronache del calciomercato che ha aperto i battenti questa settimana.


BUNDESLIGA, LIPSIA - BORUSSIA DORTMUND (SABATO ORE 18.30)


Per la Bundesliga il weekend in arrivo è decisamente da seguire con le cinture allacciate, si parte già questa sera con la sfida tra Borussia Moenchengladbach e Bayern Monaco, ostacolo di non poco conto per i campioni di tutto che continuano a scricchiolare ma alla fine portano sempre il risultato a casa; i riflettori, invece, per quel che mi riguarda, sono concentrati sulla sfida di Lipsia tra Julian Nagelsmann ed Edin Terzic, rispettivamente classe 1987 e 1982, due allenatori con una formazione che in Italia definiremmo non di campo e che adesso siedono su due delle panchine più ambite di Germania e di Europa.

Sul sistema di gioco di Julian Nagelsmann a Lipsia è inutile rimarcare quanto inchiostro (o meglio, quante battute) sia stato speso per esaltare la fluidità della sua squadra, vedere una partita del Lipsia è sempre qualcosa di molto stimolante per chi ama osservare il calcio nel pieno della sua evoluzione, in ogni partita il tecnico ex Hoffenheim riesce sempre a mettere in campo un accorgimento, una novità che permette alla sua squadra di non essere mai uguale a se stessa pur all'interno di principi che sono ben riconoscibili, come il mantenimento del possesso e l'occupazione militare degli spazi nella trequarti avversaria.

Nella prima partita del 2021, vinta in quel di Stoccarda (tre punti a dir poco pesanti che hanno permesso al Lipsia di restare in scia del Bayern) si è vista un'ulteriore qualità della squadra di Nagelsmann, ossia quella di sapersi adattare al contesto della partita, riconoscerne le criticità e, quindi, adottare il piano gara adatto per portare a casa la partita: nel caso della vittoria di Stoccarda, ad essere decisive sono state le connessioni sul gioco esterno, elemento sempre più preponderante nel calcio post-lockdown, dove gli avversari tendono a chiudere per quanto più possibile gli spazi centrali, il Lipsia ovvia a questa situazione mediante la progressione del gioco sugli esterni per poi riempire l'area di rigore di giocatori pronti a ricevere i cross.





In questo contesto così altamente competitivo a livello tattico, Lucien Favre non è stato in grado di trovare il modo giusto per dare il salto di qualità al Borussia Dortmund, per questa ragione, una sconfitta, proprio contro lo Stoccarda, ha convinto il club che il ciclo del tecnico svizzero al Westfalen Stadion era ormai terminato; al suo posto è stato scelto Edin Terzic, assistente di Favre e responsabile del settore giovanile del Dortmund, il quale, ha messo in soffitta il 3-4-3 per passare ad un 4-2-3-1 che in fase di possesso si trasforma in un 4-2-2-2 con gli esterni difensivi che si alzano a seconda della situazione di gioco, mentre gli esterni offensivi stringono la posizione in zona di rifinitura, questo genera spazi sugli esterni che vengono attaccati dai due terzini, mentre gli altri due giocatori offensivi cercano di attaccare la linea difensiva avversaria.

In fase di non possesso, invece, la squadra tiene un baricentro medio in cui vige un sistema misto tra copertura delle linee di passaggio centrali ed orientamento sull'uomo, difatti quello che potrebbe essere un 4-4-1-1 in realtà è scaglionato in modo tale che Reus prenda in consegna il vertice basso avversario, mentre Witsel prende in consegna il trequartista avversario coordinandosi con i centrali difensivi per la chiusura della zona tra le linee di difesa e di centrocampo (in particolare con Hummels).

Per il nuovo tecnico del Dortmund, dunque, la sfida in casa del Lipsia rappresenta un banco di prova molto importante per le sue idee, la sfida tattica con Nagelsmann sarà davvero molto interessante, personalmente mi aspetto una ricerca continua degli spazi da ambo le parti, da una parte il Lipsia che cercherà di sfruttare l'ampiezza del campo per disordinare le linee del Dortmund, dall'altra parte la squadra di Terzic che cercherà di usare Haaland come arma per dilatare gli spazi tra le linee e permettere alle qualità individuali dei vari Sancho, Reyna e Reus di venire fuori.


FA CUP, BRENTFORD-MIDDLESBROUGH (SABATO ORE 19)


Come da tradizione, gennaio è il mese in cui le principali squadre inglesi entrano in competizione nella FA Cup per il terzo turno con incroci che rendono questo trofeo a dir poco affascinante, anche questa edizione, seppur in un tono minore (sia per l'assenza di pubblico che per la compresenza di un calendario a dir poco compresso) non si sottrae al suo fascino che si mostrerà appieno nello scontro tra i dilettanti del Marine FC contro il Tottenham di Mourinho; il match di questo turno, invece, che consiglio di osservare, è quello tra il Brentford ed il Middlesbrough, un incrocio tra due squadre di Championship che rappresenta un vero contrasto di stili.

Il Brentford è rappresentazione della mente visionaria di un proprietario come Matthew Benham, capace di costruire un progetto tecnico di primissimo livello con budget limitatati ma sfruttati al meglio per mettere in piedi un sistema di scouting basato in prima istanza sull'utilizzo delle statistiche e poi sull'osservazione dei giocatori da aggiungere in rosa, poi con un allenatore dalle idee propositive come Thomas Frank questi giocatori entrano in un meccanismo fatto di calcio associativo che ne tira fuori i maggiori punti di forza e così oltre a risultati sportivi di ottimo livello (promozione in Premier mancata lo scorso anno proprio all'ultimo atto contro il Fulham) si aggiungono risultati economici straordinari con giocatori ceduti dopo averne quintuplicato il valore di mercato (vedi le ultime cessioni di Watkins all'Aston Villa e di Benrahma al West Ham) che hanno permesso al club di dotarsi di un nuovo stadio (il Brentford Community Stadium) pensionando il glorioso ma vetusto Griffin Park.

Lo schieramento che contraddistingue il Brentford è il 4-3-3 votato al possesso palla ed una occupazione dello spazio che utilizza i principi del gioco di posizione, ciò è reso possibile dalla qualità delle due mezzali che fiancheggiano il vertice basso del triangolo di centrocampo e che permettono una progressione della palla molto pulita sia ricevendo il pallone direttamente dai passaggi dei centrali difensivi alle spalle della prima linea di pressione avversaria, sia mediante la costruzione di catene laterali con il terzino e l'esterno offensivo di parte.







Dall'altra parte c'è una squadra agli antipodi del modo di vedere il calcio di Thomas Frank, ossia Neil Warnock, chiamato nel finale della scorsa stagione al capezzale del Middlesbrough che rischiava la retrocessione in Ligue One; reduce da 3 stagioni e mezzo a Cardiff in cui aveva riportato la squadra gallese in Premier League salvo poi non riuscire ad evitare l'immediato ritorno in Championship, il tecnico di Sheffield incarna, dall'alto dei suoi 72 anni, il vecchio calcio inglese basato sui lanci lunghi e l'aggressione sulle seconde palle.

Andando a vedere i dati relativi alle  zone d'azione in fase di possesso è molto riconoscibile anche a livello numerico la ricerca immediata di portare il gioco nel terzo di campo avversario, un sistema del tutto opposto a quello promosso dal Brentford e che, in ogni caso, si sta mostrando decisamente redditizio, nel momento che questo atteggiamento permette alla squadra di avere molto spesso tanti giocatori nei pressi dell'area avversaria, generando situazioni potenzialmente pericolose per le difese avversarie, ma soprattutto rendono difficile la risalita del campo per gli avversari tanto che i tiri subiti a partita sono poco più di 9 (quarta in Championship in questa classifica) e la media reti subita è la terza dopo quella di Swansea e Watford (0,82 goal subiti/partita); ulteriore dato numerico che testimonia lo stile differente di gioco voluto da Warnock sta nel fatto che solo 4 squadre tengono meno la palla rispetto al Middlesbrough (46,9% il dato del possesso palla medio, decisamente agli antipodi rispetto al 53,7% del Brentford).

Questa sfida del terzo turno di FA Cup, dunque, si presenta come uno scontro tra due tipologie di calcio opposte ma che giungono alla stessa conclusione, ossia andare al tiro e soprattutto segnare di più degli avversari, alla fine, come ha scritto bene Jonathan Wilson sul The Guardian la scorsa settimana, il pragmatismo sta tutto qui.


EREDIVISIE, AJAX-PSV (DOMENICA ORE 16.45)


E' la più classica delle rivalità del calcio olandese a dare lustro al weekend di Eredivisie in una sfida al vertice che potrebbe dare un importante indirizzo al campionato, difatti una vittoria di una delle due contendenti potrebbe sancire la squadra da battere da qui fino a fine stagione, un pareggio potrebbe permettere un riavvicinamento generale nella lotta per la vittoria finale da parte di Feyenoord, Vitesse e Az Alkmaar rendendo il campionato ancora più avvincente di quanto non lo sia già.

Per l'Ajax la stagione dell'atto terzo della gestione Ten Hag ha dato il via ad un nuovo ciclo di talenti da mettere in vetrina per nuove plusvalenze, tuttavia l'andamento della stagione è stato influenzato da una serie di infortuni che hanno tenuto fuori per lungo tempo David Neres e Mohammed Kudus oltre ad un utilizzo alterno di Noussair Mazraoui, terzino destro dalle caratteristiche molto funzionali al 4-3-3 dei lancieri; tuttavia in questo contesto l'Ajax è riuscito a far esplodere in questa stagione il talento di Ryan Gravenberch in mezzo al campo e di Perr Schuurs al centro della difesa, tuttavia ciò non è bastato a permettere alla squadra di superare il girone di Champions League, per questo motivo il cammino europeo continuerà in Europa League dove a febbraio ci sarà un interessantissimo incrocio contro il Lille.

Fonte InStat
Con la cessione di Dest e la sequenza di infortuni di Mazraoui, il padrone della fascia destra dei lancieri è diventato Sean Klaiber, acquistato dall'Utrecht nell'ultima sessione di mercato, sta mostrando di essere altrettanto dominante quanto il suo predecessore oggi al Barcellona, le caratteristiche sono diverse, in quanto è molto più abile nei contrasti e nel gioco aereo e a livello offensivo arriva meno al cross ma riesce ad innescare molto spesso e con molta pericolosità la linea d'attacco.

Tramite le statistiche elaborate da InStat in cui vengono comparate le performance di Klaiber e Dest in Eredivisie rispettivamente in questa stagione ed in quella precedente, emerge con chiarezza la maggiore propensione dello statunitense al cross ed anche le sue capacità in conduzione, mentre dell'olandese emerge il maggior coinvolgimento in possesso, il maggior numero di occasioni create seppur utilizzando meno l'arma del cross, così come emergono valori superiori nei duelli difensivi, per cui, in assenza di Mazraoui, per lui questo big match potrebbe essere l'occasione più importante per lanciarsi nel calcio di vertice, visto che si tratta di un giocatore classe 1994, quindi già nel pieno della sua maturità calcistica.


E se dobbiamo parlare di terzini destri anche il PSV ha di che mostrare in questo big match: Denzel Dumfries è uno dei gioielli messi in vetrina dal club di Eindhoven ed il suo valore non lo scopriamo certo oggi, se è vero che in tanti club lo hanno cercato nelle ultime sessioni di mercato (non è un mistero che fosse sulla lista della spesa di Rangnick qualora avesse preso posto al Milan) e soprattutto perché è il proprietario della fascia destra della nazionale olandese; ma non è certo solo lui il principale motivo di interesse per osservare il PSV di Roger Schmidt, la cui presenza sulla panchina è già una garanzia di spettacolo: i Boeren possiedono una rosa con una serie di elementi dalla grande prospettiva come Donyell Malen e Mohamed Ihattaren, il primo classe 1999 ed il secondo classe 2002 e parte della scuderia di Mino Raiola (motivo per il quale ripongo dei timori verso la loro carriera), a questi si aggiunge il togolose di origine Cody Gakpo, anche lui classe 1999, che con i due sopra forma un tridente d'attacco esplosivo su cui si fonda il calcio di Roger Schmidt in quel di Eindhoven.

Il tecnico austriaco sta lavorando allo scopo di mettere sempre a loro agio principalmente i tre principali elementi dell'attacco a sua disposizione e tende a modificare lo schieramento sulla base della disposizione dell'avversario ma senza cambiare più di tanto i principi di gioco, basati sul possesso prolungato del pallone e sul cercare di tenere il gioco nella trequarti avversaria.

Un chiaro esempio dei principi che Schmidt sta implementando ad Eindhoven è visibile in questo fermo immagine, dove vediamo come in fase di riconquista del pallone lo schieramento della squadra è portato ad avere diversi giocatori in zona palla con il resto della squadra che accorcia a supporto della fase di recupero palla, inoltre si percepisce come in marcatura preventiva non ci siano remore a tenere in parità numerica i centrali difensivi con gli attaccanti avversari, questo ha comportato un progressivo miglioramento delle prestazioni della squadra nel corso della stagione, meglio dimostrati dal cammino nel girone di Europa League, dove, dopo un inizio con due sconfitte nelle prime tre partite, nel girone di ritorno si è visto un PSV dominante ed aggressivo che ha portato a casa tre vittorie che le hanno consentito di portare a casa la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta dove se la dovranno vedere contro l'Olympiacos.

Se non è sufficiente il fatto che ad affrontarsi siano le due squadre in vetta alla Eredivisie o che di mezzo ci sia una delle rivalità più importanti del calcio olandese, allora la sfida tra due sistemi di gioco molto identitari ed i tanti duelli che vedremo in campo tra giocatori dall'elevato valore tecnico attuale ed in prospettiva credo siano ulteriori motivi per non perdersi questa sfida.


LIGUE 1, MONACO-ANGERS (SABATO ORE 21)


Per la Ligue 1 il 2021 è iniziato il giorno dell'Epifania, questo dopo una pausa natalizia che ha visto due cambi di panchina molto chiacchierati, uno è sicuramente quello di Tuchel, esonerato dal PSG praticamente alla vigilia di Natale, e sostituito da Pochettino; l'altro è l'esonero di Gourcuff a Nantes, e fin qui poco di strano, visti i pessimi risultati della squadra giallo-verde, ma la vera bomba è stata la scelta del suo successore, ossia Raymonde Domenech, tornato a sedere su una panchina dopo oltre 10 anni di inattività e dopo i disastri di Sudafrica 2010 sulla panchina della nazionale francese.

Il risultato che maggiormente ha sorpreso nel primo turno di campionato del 2021 è stato sicuramente quello maturato a Lille, dove l'Angers ha portato a casa i 3 punti dal Pierre Mauroy: per la formazione angioina, dopo questo successo si aprono scenari importanti di classifica che vedremo se potranno essere confermati domani sera nella sfida a Montecarlo contro il Monaco di Kovac.

Della squadra monegasca ne ho già parlato in diversi miei post nelle settimane precedenti, dopo la parentesi negativa al Bayern, Nico Kovac sta cercando di ricostruire una squadra che possa tornare competitiva dopo due stagioni davvero molto deludenti: la ricetta del club monegasco, anche dopo l'addio di Campos, resta quella di puntare su elementi molto giovani da lanciare per poterli rivendere sul mercato. 
La squadra che oggi il tecnico croato ha in mano è decisamente molto interessante ma non certo al livello di quella che, sotto la guida di Jardim, fu capace di far saltare il banco in Francia ed in Europa nel 2017: oggi gli elementi più interessanti sono l'esterno offensivo Soufiane Diop, il centrocampista Tchouameni ed il centrale difensivo Disasi: tuttavia la giovane età di questi elementi incide sulla continuità di rendimento della squadra che continua ad alternare lunghe strisce positive ad altrettante strisce negative.
Anche all'interno delle stesse partite il Monaco sembra accendere e spegnere un interruttore che mette la squadra in partita o che la fa altrimenti sparire, un atteggiamento le cui conseguenze sono maggiormente visibili in un sistema di gioco che cerca di tenere una pressione alta.
DIfatti, un elemento che Kovac ha cercato di introdurre con maggior costanza rispetto al passato, è quella di alzare la pressione in fase di non possesso, una soluzione che ha portato numericamente dei dividendi rispetto alle scorse stagioni; la squadra segna di più e produce di più rispetto allo scorso anno e, allo stesso tempo, concede di meno, ma non a sufficienza per tenere la squadra al riparo, specie nelle situazioni di transizione, dove soprattutto i due centrali difensivi, Disasi e Badiashile, mostrano ancora delle lacune nel coprire lo spazio alle loro spalle.
A dimostrazione del cambio di regime voluto dal tecnico croato vi sono i dati relativi al PPDA, elaborati da Understat,dove nel confronto tra la scorsa stagione (prima tabella) e quella attuale (seconda tabella) si evince chiaramente una maggiore aggressività della squadra in fase di non possesso.




L'Angers, quindi, rappresenta un bel banco di prova per la formazione monegasca: gli uomini di Stephane Moulin, dopo aver favorevolmente impressionato nella scorsa stagione, si sta confermando su ottimi livelli anche in questa stagione, tanto da presentarsi a questa partita a pari punti con i propri avversari.
La formazione angioina ha un approccio molto diverso rispetto alla formazione di Kovac, non ha problemi a lasciare il possesso all'avversario (possesso medio 46,4%) chiudendo molto bene le zone centrali del campo ed allo stesso tempo non si lascia schiacciare in area di rigore andando ad aggredire l'avversario quando ha raggiunto la metà campo.

Esemplificazione della strategia dell'Angers arriva dall'ultima partita vittoriosa in quel di Lille: come si vede il baricentro è medio-basso ed il possesso dei centrali difensivi avversari non è contestato, al contrario le soluzioni di passaggio più immediate sono già aggredite a uomo dagli uomini deputati a quelle zone di campo, questo costringerà l'avversario a cercare una palla verso la punta con un lancio lungo.
Il centrale difensivo anticipa il centravanti avversario e l'Angers è già disposto per la transizione che avviene, di norma, servendo in verticale la punta centrale Diony spalle alla porta per innescare con un gioco di sponda i trequartisti già pronti a lanciarsi in campo aperto: questa giocata, però. raramente viene utilizzata per innescare un reale contropiede, ma semplicemente per portare il pallone nella metà campo avversaria e gestirlo.


Ciò che emerge è quindi l'identikit di una squadra in grado di saper alternare un approccio di copertura del centro con l'aggressione sull'uomo in zone determinate del campo ed una grande qualità in fase di possesso data dalle capacità in conduzione di elementi come Capelle, Fulgini e Mathias Pereira Lage, con questi ultimi che probabilmente, sono gli elementi più interessante della rosa in prospettiva e pronti ad essere le prossime possibili plusvalenze del club dopo Reine-Adelaide e Nouri.

La sfida di Montecarlo, dunque, metterà alla prova la tenuta ed il valore delle strategie di due squadre dai principi diversi quanto riconoscibili nei loro pregi e nei loro difetti, una vittoria in questa sfida potrebbe risultare decisiva per dare un reale perimetro alle ambizioni di classifica di entrambe le squadre.

SERIE B, REGGIANA-CITTADELLA (SABATO ORE 14)


Con la serie B ferma nel weekend dopo il tour de force a cavallo tra Natale e Capodanno, il calendario permette il recupero delle partite non disputate nei mesi scorsi a causa dei focolai di COVID in alcune squadre, un esempio è Reggiana-Cittadella, partita non disputata alla quinta giornata per il proliferare di casi nella formazione emiliana.

Le due squadre che si affrontano al Mapei Stadium sabato pomeriggio, rappresentano due tra i migliori esempi della tendenza della serie B ad essere un interessante laboratorio a livello tecnico e tattico: i due allenatori Alvini e Venturato hanno dato alle rispettive squadre un'identità ben precisa che rende le due squadre alquanto riconoscibili e molto interessanti da osservare.

La squadra di Alvini è stata, a giusta ragione, definita come un laboratorio in scala minore del gioco proposto in serie A da Gasperini e Juric, ossia una forte propensione ad orientarsi sull'uomo nella fase di non possesso ed affrontare gli uno contro uno con grande aggressività; anche in fase offensiva è una squadra che ama prendersi dei rischi con anche i centrali della difesa a 3 che non hanno paura ad aggredire gli spazi nella trequarti avversaria e in ogni caso prendere il controllo della partita. 
Purtroppo il lungo periodo di inattività della squadra dovuto ai casi di COVID all'interno dello spogliatoio ha tolto buona parte di quella brillantezza vista nelle prime giornate di campionato fino a portare la squadra ad una serie negativa aperta con 1 solo punto ottenuto nelle ultime 6 partite.

Dall'altra parte il Cittadella è la squadra che ha fatto del 4-3-1-2 un marchio di fabbrica e che sembra essere la principale tendenza del campionato (le principali candidate alla vittoria finale, ossia Brescia, Lecce, Empoli, Chievo e Monza lo utilizzano seppur con caratteristiche diverse), tuttavia il modo con cui la squadra veneta mette in opera i propri meccanismi rendono sempre molto interessante da vedere questa squadra che riesce sempre a proporre le stesse idee di gioco pur modificando di anno in anno i suoi interpreti e trovandone sempre di adatti grazie al gran lavoro in fase di scouting del direttore sportivo Marchetti.

Lo scontro tra due tipologie differenti di calcio si noterà nel caso di situazioni derivanti dalle costanti proposte dai due allenatori: nel caso della Reggiana in fase di sviluppo si cerca di sfruttare al massimo l'ampiezza e di portare più giocatori in area di rigore, una situazione che potrebbe generare situazioni molto favorevoli considerato l'utilizzo della difesa a 4 da parte di Venturato.
Mi aspetto di vedere, dunque. la Reggiana consolidare il possesso da un lato (la catena potrebbe essere esterno, trequartista, centrocampista di lato o addirittura il braccetto di parte) che porta la linea difensiva del Cittadella ad orientarsi sulla palla creando un lato debole che può essere sfruttato dall'inserimento dell'esterno opposto.
Sarà interessante, dunque, capire come Venturato ovvierà alla situazione magari facendo scalare i centrocampisti ad ostacolare la creazione della catena laterale o allungando la diagonale difensiva marcando i giocatori della Reggiana che invadono l'area di rigore.

La costante offensiva del Cittadella, invece, è quella a sua volta di generare situazioni favorevoli utilizzando anch'essa uno sviluppo del gioco laterale, con la mezzala di lato, il trequartista (o la punta che si allarga) ed il terzino di parte che ruotano e cercano di arrivare in area con dei palloni scodellati dal mezzo spazio anziché dalla fascia, in cui si cerca di pescare l'inserimento della mezzala opposta.
In questa situazione sarà interessante osservare come Alvini assegnerà le marcature contro una squadra che effettua molte rotazioni e rischia di portare, come conseguenza, diversi giocatori fuori posizione, una situazione che, se da un lato potrebbe rendere complicata questo tipo di giocata da parte del Cittadella, potrebbe favorire, invece, il secondo punto di forza della squadra di Venturato. ossia la ricerca dell'immediato recupero del pallone. 

Oltre alla curiosità che una contrapposizione tattica come questa può dare a questo match, sarà di ulteriore interesse vedere tanti duelli e tante situazioni di transizione: per la Reggiana fare risultato contro una squadra importante come il Cittadella può essere un segnale importante.
Il gruppo di Alvini potrebbe prendere consapevolezza che il loro metodo di lavoro possa rendere possibile il mantenimento della categoria pur non essendo del tutto attrezzati all'obiettivo; dall'altra parte un altro test importante per il Cittadella che deve riprendere il cammino bruscamente interrotto dai casi di COVID nello spogliatoio (e la sconfitta sul campo dell'Entella nell'ultimo turno di campionato) contro una squadra costruita proprio per metterne in evidenza i difetti.

Wednesday, 25 November 2020

PSG-Lipsia, la vittoria "all'italiana" di Thomas Tuchel



La sfida del Parco dei Principi rappresentava per la finalista e la semifinalista della scorsa Champions League un match decisivo per stabilire le sorti delle due squadre in questa edizione della massima competizione continentale.

La gara d'andata fu giocata su ritmi importanti con il PSG che sembrava in grado di poter disporre degli uomini di Nagelsmann in qualsiasi momento, ma il Lipsia fu in grado di ribaltare lo svantaggio iniziale e portarsi a casa 3 punti che la mettono in condizione di affrontare questa sfida potendo anche accontentarsi di un pareggio; a livello tattico gli ultimi due precedenti tra le due squadre sono vertiti sul confronto tra l'uscita da dietro del Lipsia e la prima pressione del PSG, ragion per la quale anche questa sfida avrebbe vissuto molto di queste situazioni e così è stato.

Il PSG ha portato a casa la vittoria sfruttando al meglio la pressione sulla costruzione del Lipsia, trovando il goal su rigore in una situazione di questo genere; rispetto all'andata, invece, la squadra di Tuchel ha giocato solamente per difendere il goal del vantaggio puntando sulla velocità di Mbappe in transizione, rendendo la partita un assedio del Lipsia contro la difesa ad oltranza dei parigini.


LE FORMAZIONI INIZIALI 


Tuchel schiera la squadra mettendo nuovamente da parte il 4-2-4 utilizzato in Ligue 1 e si schiera con un 4-3-3 con Herrera e Danilo Pereira a dare equilibrio e permettere a Di Maria e Neymar di affiancare Mbappe senza occuparsi eccessivamente della fase di non possesso. Nagelsmann, come all'andata, rinuncia a Kevin Kampl in mezzo al campo dove dovrebbero agire, invece, Sabitzer e Haidara, in attacco Nkunku, Dani Olmo e Forsberg supportano la punta centrale Poulsen.





LO SCHIERAMENTO IN COSTRUZIONE 


Il PSG in costruzione esegue una classica salida lavolpiana, con Danilo Pereira che si abbassa tra i centrali mentre Herrera e Paredes si alzano alle spalle della prima linea di pressione con Florenzi e Bakker che danno ampiezza, l'obiettivo è quello di attrarre la prima linea di pressione del Lipsia per innescare le due mezzali nei mezzi spazi, ma la squadra di Nagelsmann non si lascia attrarre, per cui l'unico modo per risalire il campo per il PSG è andare verso l'esterno.



Ancora più complicata la situazione per il Lipsia che, in costruzione, modifica il suo schieramento in un 3-2/4-1 dove la linea a 3 è formata da Mukiele-Upamecano-Konate con Sabitzer-Haidara in mezzo al campo, uno schieramento che viene letto dal pressing del PSG con i tre attaccanti orientati sui tre centrali e le due mezzali sugli appoggi, una situazione che, alla fine dei conti, deciderà la partita come successo nella semifinale dello scorso anno: il Lipsia sbaglia l'uscita, Florenzi, che seguiva Angelino recupera la palla su Sabitzer che per rimediare alla palla persa commette fallo da rigore su Di Maria.





Preso il goal Nagelsmann si rende conto che serve uno schieramento diverso che possa aprire gli spazi, per questo motivo Haidara viene spostato sull'esterno mentre i due terzini Mukiele ed Angelino si riallineano, questo consente alla linea difensiva di riprendersi la superiorità numerica in uscita, la risposta di Tuchel è di abbassare il baricentro con le mezzali che si preoccupano solamente di coprire le zone centrali del campo dove i vari Forsberg, Dani Olmo e Nkunku cercano di creare linee di passaggio senza successo.


I DUELLI IN TRANSIZIONE


Con il PSG in vantaggio dopo appena 10' la situazione diventa quella ottimale in termini di piano-gara per la squadra di Tuchel, questo perché con lo schieramento messo in campo era possibile sfruttare la velocità di Mbappe e la tecnica di Neymar per le transizioni offensive, una mossa con cui il PSG ha costruito molte sue vittorie nelle ultime stagioni, specie in Ligue 1, ed invece a rendere possibile il dominio territoriale esercitato per tutto il match dagli uomini di Nagelsmann sono state le marcature individuali di Upamecano e Konate sul centravanti francese, così come i duelli molto intensi tra Neymar con Sabitzer che si occupava il più delle volte della sua marcatura preventiva, questo ha portato al dato finale di 8 tiri effettuati (incluso il rigore) dal PSG per un totale di 0,5 xG su azione, sostanzialmente il PSG è stato inoffensivo. 





I TENTATIVI DI FINALIZZAZIONE DEL LIPSIA


I dati ci hanno mostrato come la squadra di Nagelsmann abbia sostanzialmente avuto il dominio della partita, 62% di possesso palla, 32% del gioco disputato nel terzo di campo del PSG, dati frutto di una strategia scientemente voluta da Tuchel che voleva chiudere spazi allo schieramento del Lipsia dopo aver trovato il goal del vantaggio in una partita così decisiva per il passaggio del turno, questo ha portato il Lipsia a dover trovare il sistema più efficiente possibile per arrivare al tiro, la risposta è arrivata in termini strategici meno in termini di esecuzione.

La risposta era sfruttare la densità centrale del PSG per liberare i terzini o per andare al cross dove cercare un colpo vincente di Poulsen sulle palle alte, oppure cercare traversoni alle spalle della linea difensiva sfruttando gli smarcamenti di Forsberg, ma entrambi non sono stati in grado di trovare la porta, soprattutto lo svedese che ha avuto due occasioni importanti tra la fine del primo tempo e l'inizio del secondo; l'altra soluzione era far abbassare sensibilmente le linee del PSG per armare le conclusioni da fuori area di Sabitzer, uno a cui le capacità balistiche dalla distanza non mancano, ma anche l'austriaco oggi non è stato in grado di trovare la porta. La mappa dei tiri e degli xG creata da Michael Caley mostra la quantità di tiri da fuori così come le conclusioni tentate in area di rigore arrivate mediante cross, mostrando come entrambe le squadre alla fine hanno prodotto molto poco in fase conclusiva.

Photo Credit Michael Caley



CONCLUSIONI


L'importanza della posta in palio ha reso il match del Parco dei Principi meno aperto ed avvincente di quanto sperato, la situazione nello spogliatoio e nel club parigino non sembra essere delle migliori ed una mancata vittoria in questo match decisivo avrebbe potuto avere effetti detonanti per il progetto Tuchel, per questa ragione il goal del vantaggio arrivato dopo pochi minuti ha indirizzato la partita in un modo tale da consigliare la squadra parigina a mettere i 3 punti al di sopra di tutto.

Per il Lipsia la sconfitta fa male perché era una partita in cui si poteva giocare per due risultati su tre, ma l'errore di cercare l'uscita palla da dietro senza avere la superiorità numerica o posizionale è costato l'accesso alla finale dello scorso anno e potrebbe avere effetti deleteri anche per il proseguimento di questa edizione della Champions, tuttavia i giochi in questo bellissimo girone sono aperti per tutti (in via teorica anche per il Basaksehir).

Friday, 30 October 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 6


Messa alle spalle un'altra settimana piena di impegni, ci affacciamo già verso un nuovo weekend ricco di partite importanti, con tante squadre che devono dare delle risposte importanti ed altre che, invece, dovranno mostrare la propria tenuta tra tanti impegni ravvicinati e le assenze per COVID.

Il calendario del weekend prevede scontri di un certo prestigio come Manchester United-Arsenal, così come un Napoli-Sassuolo che promette grande spettacolo, così come il derby di Genova a concludere il weekend domenica sera. tutte sfide che non necessitano grandissime presentazioni, ragion per la quale, come da mia abitudine quest'anno, mi focalizzo sul presentare altre sfide che generano grande interesse per i temi che metteranno in evidenza.

CHAMPIONSHIP, BRISTOL CITY - NORWICH (SABATO ORE 13.30)


La Championship, la serie B inglese, è sempre più un campionato interessantissimo da seguire, un tempo era amato dai nostalgici del Kick and Rush per il grande livello agonistico del campionato, tuttavia negli ultimi anni l'appetibilità della Premier League a livello economico ha convinto molti investitori a gettarsi nel business proprio acquisendo una squadra di Championship, affidarla ad un manager con principi di gioco maggiormente contemporanei per poi tentare la scalata alla massima divisione dove poter consolidare la posizione economica del club e, dunque, tentare di scalare la gerarchia del calcio inglese. 

Per questa ragione ogni stagione di Championship mostra dei progetti di grande interesse poi replicati in Premier League con più o meno successo: esempi positivi sono sicuramente quelli di Wolverhampton e Leeds, ma anche lo stesso Norwich che, pur retrocedendo, è riuscito a consolidare le proprie casse incassando dalle cessioni di Godfrey e Lewis 44 milioni di Euro, una cifra che impreziosisce il lavoro di scouting del club e che, sotto la guida di Daniel Farke, confermato alla guida della squadra non ostante la retrocessione, proveranno a ripetere l'esperimento con gli acquisti di Przemyslaw Placheta (esterno offensivo del Wroclaw, acquisto più oneroso dell'ultima finestra di mercato (3 milioni spesi) dopo il centravanti Hugill arrivato dal West Ham.

Ed è proprio la partita dei Canaries sul campo del Bristol City quella che inserisco nella watchlist di questo weekend, con i Robins che sono partiti molto bene in una stagione in cui la città del sud-ovest dell'Inghilterra si aspetta un passo di avanti in termini di ambizione da parte della squadra. Nel corso dell'estate si era parlato per la panchina di nomi come Chris Hughton, ex allenatore del Brighton, e niente meno che Steven Gerrard, ma alla fine si è deciso di dare una chance al traghettatore della fase finale della scorsa stagione, Dean Holden.

Il tecnico nord-irlandese ha settato la propria squadra su un 3-5-2 in cui l'occupazione dei mezzi spazi permette una rapida ed efficiente progressione del pallone, molto importante in questo contesto è il ruolo svolto dai due braccetti della difesa a 3 (in genere Wyner e Moore, quest'ultimo si alterna con Mawson) ed anche quello delle due mezzali (Weimann e Paterson) sempre molto abili a generare linee di passaggio e rendere sempre pericolose le fasi di possesso dei Robins associandosi all'esterno di parte in fase di sviluppo, mentre l'altra mezzala va a riempire l'area di rigore assieme alle due punte e l'esterno opposto.  Nell'esempio di cui all'immagine sopra si vede chiaramente il modo in cui la squadra attacca, con l'esterno sinistro che raggiunge il mezzo spazio, gli attaccanti che attirano i centrali difensivi, le due mezzali che si buttano dentro dopo aver portato il pallone in zona di rifinitura, dall'immagine si vede anche la posizione del vertice basso di centrocampo che, assieme ai tre centrali difensivi è chiamato a rallentare un'eventuale transizione avversaria.
Questa disposizione in campo ha permesso ai Robins di portare a casa le prime quattro partite di campionato salvo poi rallentare nelle ultime 4 partite dove ha raccolto 2 punti ma continuando a mostrare quanto di buono visto nelle prime giornate.

Il Norwich, invece, sta seguendo un percorso opposto a quello dei suoi avversari, dopo un inizio stentato, una serie di 3 vittorie consecutive fermata nel turno infrasettimanale dal pareggio raccolto nei minuti finali a Brentford, ha riportato la squadra allenata da Franke nelle posizioni di vertice che sono coerenti con la rosa a disposizione dell'allenatore tedesco.

Anche le statistiche (fonte WhoScored) suggeriscono che i Canaries sono probabilmente la squadra dalla maggior qualità in questo campionato, visto il dato del possesso palla (59,5% di media), quello della percentuale di passaggi completati (83,8%) a cui si aggiunge il dato dei tiri effettuati a partita (17,4) che la pongono in testa a tutte e tre le graduatorie, mostrando come il possesso palla prolungato porta anche ad una certa mole di produzione offensiva, d'altronde potendo contare li davanti su gente come Buendia, Cantwell,  Vrancic e Pukki ed i neo arrivati Placheta e Hugill è molto difficile sorprendersi per certi numeri.

Ciò che, invece, la squadra di Farke si è portata dietro dall'esperienza in Premier sono le difficoltà difensive, l'atteggiamento che porta tanti uomini nella metà campo avversaria inevitabilmente concede spazi agli avversari che la linea difensiva fatica a contenere, non a caso le statistiche affermano che il Norwich subisce più di 10 tiri a partita di media (nona in questa graduatoria).

La classifica vede le due squadre appaiate in classifica dopo il turno infrasettimanale, li davanti c'è il Reading che a sorpresa sta facendo corsa a se (7 vittorie ed 1 pareggio in 8 partite disputate), il percorso  ed i progetti delle due squadre non prevedono la possibilità di restare fuori dalle prime 6, una sconfitta nella sfida di Ashton Gate potrebbe mettere una delle due contendenti in una posizione scomoda mettendo a repentaglio quanto di buono costruito finora.


LA LIGA, CELTA VIGO - REAL SOCIEDAD (DOMENICA, ORE 16)


La sfida del Balaidos è un altro test importante per testare le ambizioni della Real Sociedad di Imanol Alguacil che, dopo aver fatto sognare San Sebastian la scorsa stagione fino al lockdown, quest'anno ci riprova pur con un calendario che ha aggiunto agli impegni della Liga quelli dell'Europa League. Nel corso dell'estate la società basca ha dovuto lavorare per trovare un sostituto di Martin Odegaard, tornato a Madrid dal prestito con un anno di anticipo, e non poteva esserci sostituto migliore che David Silva che ha deciso di vestire la maglia dei Los Txuri-urdin al termine del contratto con il Manchester City.

L'arrivo del mago ha permesso ad Alguacil di poter avere maggiore qualità a costo di avere meno corsa rispetto ad Odegaard, ma i meccanismi del 4-3-3 ordito dal tecnico basco hanno saputo subito adattarsi alle necessità dettate dal nuovo ingresso potenziandone ulteriormente i punti di forza.

Rispetto allo scorso anno la Real Sociedad sembra tenere meno il possesso (52,6% di media contro il 56,6% della scorsa stagione) ma la rapidità di pensiero e di esecuzione di David Silva e Mikel Oyarzabal rende possibile andare alla squadra andare al tiro con maggiore frequenza e maggiore pericolosità; come si evince dal grafico qui a fianco, il possesso palla si traduce con minore frequenza rispetto alla media in un accesso alla trequarti avversaria, tuttavia una volta raggiunta questa zona di campo, solo il Cadice accede con più frequenza all'area di rigore avversaria e non vi è dubbio che questo dato è ascrivibile all'impatto di David Silva in zona di rifinitura, non casualmente vi è lui in testa alla statistica dei passaggi effettuati verso l'area di rigore avversaria (20).

Il Celta, invece, si presenta a questa partita con la speranza di trovare un successo ed una prestazione che tolga la squadra da quella situazione di alunno intelligente che non si applica che ormai stiamo vivendo da circa tre stagioni: un roster che dalla trequarti in su dispone di giocatori di livello europeo, tuttavia sia a livello organizzativo sia a livello di roster nella metà campo difensiva, il livello della squadra galiziana è, a mio parere, molto basso, per cui nelle ultime due stagioni al Balaidos l'incubo retrocessione è stato scacciato solo all'ultima giornata e questo inizio di stagione, non ostante le sempre buone intenzioni in fase iniziale, continua a far temere per un'altra annata di sofferenza.

Per ovviare a questa situazione il tecnico Oscar Garcia ha deciso di schierare la squadra con un 3-5-2 che in fase di non possesso diventa un 5-3-2 in cui la squadra si abbassa molto e cerca di chiudere l'accesso all'area di rigore, un sistema che ha permesso di ridurre i rischi, tuttavia la difesa resta esposta a diversi errori individuali dei centrali; come si evince dal grafico qui a fianco, i dati relativi alla quantità di pressione esercitata in avanti mostrano il Celta al terzultimo posto, a dimostrazione del baricentro basso tenuto dalla squadra.
Tuttavia in questo contesto così difficile la squadra galiziana sta lanciando qualche elemento dalla propria cantera che aggiunge un senso di identità galiziana alla squadra, gli esempi più interessanti sono il terzino destro (usato come quinto di destra) Sergio Carreira, autore del goal del pareggio nell'ultima sfida di campionato a Levante, elemento molto valido in fase di possesso ma che ha molto da lavorare in fase difensiva, l'altro elemento di interesse è il diciottenne Gabriel Veiga, giocatore la cui caratteristica di buttarsi negli spazi senza palla si può rilevare come decisiva in una squadra che sembra avere mancanze sotto questo aspetto.

Le sfide contro Barcellona e Atletico Madrid hanno mostrato le difficoltà della squadra galiziana nel rendersi pericolosa nella metà campo avversaria, la partita contro un'altra squadra di livello metterà alla prova i meccanismi, specie quelli offensivi, e capire se questa stagione può essere di livello superiore rispetto alle ultime due; allo stesso tempo la partita di Europa League di ieri sera della Real Sociedad contro il Napoli ha mostrato le difficoltà dei baschi nel rendersi pericolosa nel momento in cui trova di fronte una squadra che difende con un blocco basso, per cui anche dagli uomini di Alguacil ci si aspetta un ulteriore salto di qualità che possa giustificare le speranze di una stagione di vertice.


PREMIER LEAGUE, LIVERPOOL-WEST HAM (SABATO ORE 18.30)


Per il Liverpool dopo la Champions, la Supercoppa Europea ed il Mondiale per Club del 2019 e la vittoria della Premier nel 2020, si trova a dover fronteggiare una stagione che sembra una gigantesca corsa ad ostacoli, con una catena di infortuni clamorosa nel reparto centrale difensivo che pone non pochi interrogativi su quale possa essere la tenuta dei Reds in questa stagione e soprattutto quanto l'infortunio di Van Dijk metta di fronte Klopp al quesito su quanto sia necessario insistere su una fase di non possesso aggressiva in assenza del miglior difensore del mondo negli uno contro uno: la prima risposta è arrivata facendo scalare Fabinho al centro della difesa, ma nella sfida di martedì in Champions contro il Midtjylland anche il brasiliano è dovuto uscire anzitempo per infortunio costringendo Klopp ad inserire Williams in quella posizione.

Le difficoltà nel gestire questo tipo di situazione per la squadra di Klopp sono evidenti, soprattutto in termini di spazio lasciato alle spalle della linea difensiva, specie quando i due terzini (ossia i registi occulti della squadra, ma neanche tanto occulti), si spingono molto in avanti senza lasciare le giuste coperture: una situazione di questo tipo ha causato il clamoroso tonfo contro l'Aston Villa prima di entrare nella pausa per le nazionali.
In una situazione di questo tipo si aggiunge anche la necessità di dover gestire i tanti impegni ravvicinati, questo sta progressivamente portato Klopp a mantenere lo stesso tipo di strategia ma modificando progressivamente lo schieramento in campo della squadra anche mediante rotazioni degli uomini tra una partita e l'altra: nelle due partite di Champions fin qui disputate, per esempio, Klopp ha contemporaneamente tolto dal campo i tre d'attacco durante la sfida contro l'Ajax e tenendoli in panchina nei primi 60' della sfida contro il Midtjylland, una situazione inedita rispetto agli scorsi anni, dove Mane, Firmino e Salah erano pressoché inamovibili; tuttavia la principale novità sta anche nel fatto che il tecnico tedesco, anche grazie all'innesto di Thiago, stia iniziando a pensare a mettere da parte in alcune circostanze il 4-3-3 verso un 4-2-3-1 con dunque un doppio mediano che copra le avanzate dei terzini e protegga la difesa dalle eventuali transizioni avversarie: questo schieramento lo abbiamo vista sia nella partita contro lo Sheffield United dello scorso weekend, sia contro il Midtjylland in Champions, seppur con diversi interpreti.




Il West Ham si presenta ad Anfield Road, invece, dall'alto di una striscia positiva di 4 risultati utili consecutivi raccolti nell'ordine contro Wolverhampton, Leicester, Tottenham e Manchester City: in ognuna di queste partite la squadra di Moyes ha messo in mostra diverse qualità che le hanno consentito di portare a casa con brillantezza il risultato finale: di queste quattro partite, in cui gli Hammers hanno raccolto 8 punti, quella che ha dato le maggiori emozioni ai tifosi è stata sicuramente la partita pareggiata a White Hart Lane contro il Tottenham rimontando tre reti nei 15 minuti finali di partita con il goal del pareggio realizzato da Lanzini con una magnifica conclusione da fuori area.

Nel corso del mercato il club ha cercato a tutti i costi di mettere sotto contratto un difensore di spessore, per diverse settimane c'è stato un forte forcing sul Burnley per cedere Tarkowski (si è arrivati ad offrire anche a 40 milioni di Euro), tuttavia Sean Dyche ha resistito alla tentazione di cederlo e così per ovviare a quelli che sono i limiti della difesa centrale, David Moyes ha deciso di passare in maniera definitiva alla difesa a 5 e ad una fase di possesso con un blocco basso con due centrocampisti come Soucek e Rice a proteggere la zona centrale del campo, questo permette agli elementi di maggior tasso tecnico della squadra di poter svolgere i propri compiti difensivi in maniera limitata e sempre pronti a muoversi in transizione dove possono sfruttare al meglio le proprie qualità in conduzione ed associarsi con gli esterni difensivi molto abili a generare pericolose sovrapposizioni.

Attuando questa strategia la squadra di Moyes si sta rivelando una delle più efficienti su entrambi i fronti di gioco, infatti il grafico che ho elaborato mediante le statistiche rese disponibili da StatsBomb tramite la piattaforma FbRef ci mostra come gli Hammers stiano viaggiando sopra la media sia in termini di xG prodotti per ogni partita che in termini di xG subiti, questo è anche dovuto al fatto che questa strategia esalta anche le caratteristiche di molti elementi chiave della formazione londinese, in particolare sono esaltate le qualità di Pablo Fornals e Jarrod Bowen così come crescono progressivamente le quotazioni di Tomas Soucek a centrocampo, giocatore che già lo scorso anno allo Slavia Praga aveva mostrato tutta la sua intelligenza e la sua qualità sia in fase di possesso che in fase di non possesso.

Per capire, quindi, i progressi e gli adattamenti del Liverpool, il test contro gli Hammers è davvero importante e ci darà davvero tante informazioni da cui potremo ipotizzare che Liverpool sarà nei prossimi mesi e se questo Liverpool sia in grado di confermare il titolo conquistato nella scorsa stagione.

BUNDESLIGA, BORUSSIA MOENCHENGLADBACH-RB LIPSIA (SABATO ORE 18.30)


La sfida tra queste due squadre è sicuramente il match più interessante di questo weekend, vedremo ancora una volta l'uno contro l'altro Marco Rose e Julien Nagelsmann, due degli allenatori che appartengono ad una scuola calcistica simile, con il tecnico del Gladbach che è uno dei discepoli della scuola Rangnick e del modello Red Bull, e l'altro che in questo momento sta portando il club di punta di questo progetto nato in Austria verso vette ogni anno sempre più elevate dopo aver raggiunto lo scorso anno la semifinale di Champions League.

Il Gladbach è partito in Bundesliga ad un ritmo non altissimo, complici alcuni infortuni che hanno tenuto fuori Thuram e Plea nelle battute iniziali della stagione e che tuttora mostrano di non essere al 100% della forma, soprattutto quest'ultimo, autore di molti errori di esecuzione e di scarsa lucidità nella partita di Champions contro il Real Madrid che i Die Fohlen hanno gettato alle ortiche nei minuti di recupero.






Non ostante queste difficoltà nella tenuta fisica (ed anche mentale) della squadra nell'arco dei 90 minuti, è visibile la mano dell'allenatore austriaco, così come è visibile il modo in cui la squadra sia cresciuta sotto la sua gestione: l'evoluzione della squadra ha portato i Die Fohlen a non essere solo riconoscibile per le sua capacità di stritolare l'avversario in fase di non possesso (atteggiamento che è stato, tra l'altro, in parte smussato, basta vedere il blocco posizionale medio utilizzato contro Inter e Real in Champions) ma anche per il sistema molto lucido in fase di possesso, con la coppia di centrali di centrocampo Kramer e Neuhaus sempre molto abili a gestire il possesso del pallone e le rotazioni posizionali sulla trequarti avversaria grazie ai movimenti di Thuram che taglia dall'esterno, Plea che viene incontro in zona di rifinitura e la grande lettura degli spazi di Stindl. Questi movimenti e questa confidenza in fase di possesso ha permesso alla squadra di Rose nella scorsa stagione di mandare in tilt la fase di non possesso di Wolfsburg e dello stesso Lipsia, per questo motivo l'assalto dei bianco-verdi alla capolista della Bundesliga potrebbe darci indicazioni molto importanti sulle ambizioni di entrambe le squadre.

Riguardo il Lipsia, la squadra di Nagelsmann ed il suo modello di lavoro è stato oggetto di numerosi post sul mio blog: la partenza di Werner sembrava potesse ridimensionare la stagione della squadra sassone dopo la semifinale di Champions dello scorso anno, ed invece ecco che dopo 5 giornate sono in testa alla Bundesliga alla vigilia di una partita che potrebbe realmente darci la giusta dimensione della squadra.


Tuttavia la pesante sconfitta (quanto meno per il punteggio) subita a Manchester in Champions League mercoledì sera ha mostrato alcuni punti di debolezza del sistema predisposto da Nagelsmann; lo United ha praticamente ingabbiato Kevin Kampl, il deus ex machina attorno al quale gira il sistema del Lipsia, isolandolo il gioco del Lipsia ha ristagnato nella zona destra del campo anche perché la carta Angelino non poteva essere imbeccata come nelle partite precedenti visto che l'esterno ex Manchester City era tenuto a bada da Wan-Bissaka. Sicuramente Rose avrà avuto modo di osservare le difficoltà della squadra di Nagelsmann a Manchester e, vista la capacità mostrata contro il Real di saper ingabbiare la manovra offensiva avversaria, starà già all'opera per replicare il trattamento alla capolista della Bundesliga. Il grafico indicato sopra mostra il livello di coinvolgimento di Kampl sinora nelle partite del Lipsia, non è casuale come le partite in cui il coinvolgimento è stato minore (ossia le partite contro Manchester e Leverkusen) il Lipsia non sia stato in grado di dominare la partita come voluto dal suo allenatore e, soprattutto, rappresentano le due partite in stagione in cui il Lipsia non ha vinto, per cui la trasferta a Moenchengladbach servirà a capire se Nagelsmann ha un piano B per la sua squadra dando per assodato che Rose cercherà di ingabbiare il centrocampista slovacco.


JUPILER PRO LEAGUE, ANDERLECHT-ANVERSA (DOMENICA ORE 13.30)


Il massimo campionato belga continua a generare spunti di grande interesse, come già segnalato in un post di due settimane fa, ma questo interesse non riguarda solo la fucina di talenti che questo campionato mette in vetrina, ma anche l'aumento di livello tecnico della competizione, che è dimostrata dai buoni risultati del Bruges in Champions (4 punti in 2 partite e contro la Lazio avrebbe meritato di portare a casa anche la seconda vittoria), ed anche dalla classifica cortissima con 11 squadre in 6 punti.

A comandare la classifica si trova l'Anversa, squadra dalla grandissima tradizione ma che sembrava caduta in disgrazia negli ultimi anni, tuttavia dopo una risalita avvenuta negli ultimi anni, la squadra più antica del Belgio si trova oggi in vetta alla classifica del campionato dopo un inizio complicato (una vittoria nelle prime 4 giornate) in cui comunque ha portato a casa la coppa nazionale e adesso, dopo che la squadra ha interiorizzato i concetti di Ivan Leko, ha iniziato una scalata che l'ha portata ad issarsi momentaneamente in vetta. Per continuare questo periodo favorevole arriva un test importante, ossia la sfida contro l'Anderlecht di Vincent Kompany, una sfida dall'enorme blasone visto che parliamo delle ultime due squadre belga ad aver raggiunto una finale in una coppa europea, ossia le finali di Coppa delle Coppe del 1990 e del 1993 perse contro la Samp di Vialli e Mancini ed il Parma di Nevio Scala.

Il sistema di gioco che Leko sta implementando ad Anversa segue dei principi che in Italia conosciamo bene in quanto sono gli stessi proposti da Gasperini e Juric, 3-5-2 con marcature a uomo a tutto campo ed i due esterni in perenne proiezione offensiva. 
Come si evince da questa immagine presa dalla partita contro il Tottenham in Europa League, il centrale difensivo di sinistra De Laet ha seguito Bale fino al limite della sua area di rigore, quante volte avete visto fare la stessa cosa per esempio da Toloi o Palomino in serie A?

In fase di possesso il gioco dell'Anversa si basa sulla ricerca della giocata in verticale, il target è il centravanti Mbokani, che ha girovagato per l'Europa nel corso della sua carriera e che in Belgio sta trovando una discreta continuità di rendimento tanto da aver realizzato 4 reti in questo primo scorcio di stagione, una continuità in fase di finalizzazione che negli anni precedenti della sua carriera di fatto non si era mai vista; infine, a differenza di altre squadre della Jupiler Premier League l'età media della squadra di Leko è molto alta: lo stesso Mbokani ha 34 anni, il capitano Haroun perno del centrocampo ne ha uno in più. mentre elementi come l'esterno sinistro Juklerod (26 anni) ed i centrali difensivi Seck (28) e De Laet (31) sono nel già nel pieno se non oltre della loro maturità sportiva; tra gli elementi, invece, che hanno ancora una futuribilità e che quindi saranno interessanti da seguire in questa stagione, vi sono l'esterno destro giapponese Miyoshi (23 anni) e gli interni di centrocampo Hongla e Gerkens (22 e 25 anni rispettivamente).

L'Anderlecht, invece, sotto la guida di Vincent Kompany ha iniziato un percorso di ricostruzione della squadra dopo le deludenti prestazioni delle ultime stagioni e dopo aver messo le casse della società al sicuro con la cessione definitiva di Saelemakers al Milan e le cessioni di Roofe ai Rangers e soprattutto quella del gioellino Doku al Rennes, per un incasso totale di 39 milioni di Euro; i bianco-malva sono fuori dall'Europa in questa stagione e per questo hanno deciso di ringiovanire la rosa lanciando in prima squadra una formazione dall'età media molto bassa (per esempio nell'ultima partita di campionato era poco al di sopra di 23 anni) sulla quale l'ex capitano del Manchester City sta cucendo un sistema basato sui principi del calcio posizionale basato sul possesso palla (secondo possesso palla medio del campionato, 54,8%, alle spalle del solo Gent) ed il cui centro gravitazionale è il prossimo gioiello promesso del settore giovanile, ossia Yari Verschaeren, classe 2001 a cui Kompany sta progressivamente assegnando a lui compiti di sviluppo e di costruzione della manovra (fino allo scorso anno agiva maggiormente in zona rifinitura) facendogli seguire il percorso che un suo predecessore con quella maglia, ossia Dennis Praet, ha seguito con la maglia della Samp sotto la gestione di Marco Giampaolo.



Il minutaggio di questa stagione (212 minuti) non è ancora sufficiente a capire cosa ne sarà di questa transizione, ma si evince (dati SmarterScout) un'ottima capacità di recuperare palloni grazie ad un ottimo senso della posizione, mentre per essere appetibile su livelli superiori dovrà migliorare la difesa della palla, fondamentale non ancora al top a causa della sua esilità che può penalizzarlo contro squadre ricche di fisicità a centrocampo, tuttavia non si è preoccupato di questo Roberto Martinez che gli ha già concesso due apparizioni con la maglia della nazionale dove è stato utilizzato nei 3 di attacco del 3-4-3, mentre Kompany al momento lo alterna tra i tre d'attacco ed i tre di centrocampo nel suo 4-3-3, insomma la partita di domenica sarà molto bello vedere questo giocatore alle prese con le marcature a uomo del centrocampo dell'Anversa. 

Sarà dunque una partita tra due tipologie di squadra davvero molto differenti, da un lato il calcio di possesso e la rosa giovane dell'Anderlecht di Kompany, dall'altra parte il calcio diretto ed aggressivo dell'Anversa di Leko, uno scontro che merita tutta la nostra attenzione in questo weekend.

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