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Tuesday, 4 January 2022

Betis-Celta Vigo è stata una sfida di identità


Il 2022 della Liga è iniziato con un turno di campionato che celebra la fine del girone d'andata e che ha messo di fronte due squadre la cui identità tattica è molto marcata e ben distinta: da una parte il Betis ed il suo 4-2-3-1, dall'altra parte il Celta Vigo ed il suo ambiziosissimo 4-1-3-2.

Già lo scontro delle ultime giornate di campionato della scorsa stagione (terminato con una vittoria del Betis per 3-2) aveva mostrato quanto fosse forte la contrapposizione tattica tra le due formazioni con il contesto tattico della partita dominato da Coudet e l'aggressività del suo schieramento ma comunque perdendola. 

Questa volta l'ex tecnico del Racing Avellaneda si è vendicato del Betis e di Pelegrini andando a vincere per 2-0 al Benito Villamarin continuando a mostrare la bontà del suo stile di gioco nonostante le diverse assenze, riuscendo a portare il piano tattico della partita dalla propria parte nel corso del primo tempo esponendo il Betis alle sue difficoltà in fase di transizione difensiva.

In questa analisi cercherò di spiegare come entrambe le squadre abbiano comunque esposto il proprio piano tattico nel corso della partita, ma anche perché quello eseguito dal Celta Vigo sia stato quello migliore in campo portando la squadra galiziana a prendersi con merito l'intera posta in palio.

LE FORMAZIONI INIZIALI

Come indicato in premessa, Pelegrini e Coudet non derogano ai rispettivi sistemi di gioco nonostante qualche assenza da una parte e dall'altra: nel 4-2-3-1 del tecnico cileno non viene schierato dal primo minuto Nabil Fekir, così come Rodri, una scelta che, come vedremo, sarà forse decisiva in negativo per la formazione betica; dall'altra parte Coudet deve far fronte a molte assenze in difesa ed a centrocampo che lo portano a spostare Aidoo in posizione di terzino destro, Okay Yokuslu (20 minuti collezionati in tutta la stagione) nell'inedita posizione di centrale di difesa e Fran Beltran schierato come schermo davanti alla difesa del 4-1-3-2.



I PRINCIPI DEI DUE SCHIERAMENTI IN CAMPO

Sin dalle prime battute della partita si è capito come entrambi gli allenatori avrebbero cercato di fare le rispettive partite cercando di prendere il controllo del pallone e del territorio. Per questo motivo entrambe le squadre cercavano di intrappolare le relative fasi di possesso avversarie non concedendo l'avanzamento in campo.

Da questo esempio si nota come il Celta Vigo faccia parecchio riferimento all'uomo in fase di non possesso, con riferimenti ben precisi: ai terzini Aidoo e Javi Galan viene chiesto di prendersi cura di Juanmi e Lainez mentre Beltran deve controllare Canales con i due centrali che devono controllare Willian Jose; altro giocatore con un ordine ben preciso è Denis Suarez, il vertice alto del rombo di centrocampo del Celta, chiamato a prendersi cura in fase di prima pressione di Guardado, l'uomo deputato da Pelegrini ad abbassarsi tra i due centrali per far partire l'azione mentre le due mezzali restano in posiziona intermedia per essere pronti a scalare sui terzini o stringere su William Carvalho.

Decisamente più orientato sulla palla il sistema difensivo del Betis di Pelegrini. Aiutati anche dalla grafica della Liga si può notare come il 4-2-3-1 di base del tecnico cileno si trasformi in un 4-4-2 in fase di non possesso con la squadra che si orienta e bascula in direzione della palla ed è pronta ad andare in pressione non appena il Celta sposta il pallone sul terzino e si possono anche vedere tutte le varie opzioni di scalata dei terzini sulle mezzali del Celta Vigo.

Quest'ultimo fermo immagine ci permette di notare una particolarità nelle costanti tattiche di Coudet, ossia la creazione di questa "Y" a centrocampo (che trovate evidenziata in rosso) resa possibile dall'abbassamento del vertice alto del rombo Denis Suarez che permette alle mezzali Cervi e Brais Mendez di alzarsi delegando quindi ad essi il compito di attaccare la zona tra le linee di difesa e centrocampo avversarie. Il movimento delle due punte, inoltre, porta la linea difensiva ad essere impegnata da essa comportando un dilatamento dello spazio in questione, qui la scelta di Pelegrini è di far salire i terzini a duello con le mezzali rischiando anche il duello tra i centrali e gli attaccanti.

La lotta tra i sistemi di pressione ha permesso alla squadra galiziana di avere in mano il contesto tattico della partita portandola sul piano dei duelli individuali e portando il Betis a giocare la palla alta (45 duelli aerei contro i poco meno di 30 in questa stagione).

GLI ERRORI IN POSSESSO DEL BETIS..


L'obiettivo del gioco del Betis è quello di progredire sul campo per vie centrali e sfruttare le combinazioni esterne per rifinire l'azione, questo è possibile grazie alla peculiarità del 4-2-3-1 di Pelegrini che chiede ai due terzini di alzarsi per dare ampiezza ed agli esterni offensivi di stringere per ricevere il pallone tra le linee ed allo stesso tempo creare spazio per le sovrapposizioni. L'obiettivo del Celta era quello di negare anzitutto queste ricezioni tra le linee e poi usare le mezzali per non concedere superiorità numerica sull'esterno prevenendo le sovrapposizioni. 

Questa è la situazione che si creava quando la formazione betica iniziava la costruzione dell'azione: Guardado si abbassa tra i centrali creando la salida lavolpiana,  i terzini si alzano e cercano di aprire lo schieramento del Celta per raggiungere giocatori tra le linee. Qui si vede bene come Bellerin attiri nelle sua zona la mezzala sinistra del Celta Cervi, questo genera una potenziale linea di passaggio in verticale che può essere raccolta da un movimento a venire incontro di Willian Jose, posizionato tra centrale difensivo e terzino, oppure da Lainez che potrebbe occupare quel mezzo spazio di sinistra e lasciare il centravanti a bloccare la linea difensiva. Ma il messicano si è mosso davvero poco senza palla rendendo vita facilissima alla difesa del Celta che ha sempre potuto limitare gli attacchi della squadra di casa per tutto il primo tempo.

La prestazione molle del classe 2000 messicano è ben esemplificata da questi numeri: nonostante i tre dribbling completati, il duello con Javi Galan è stata stravinto dal terzino ex Huesca che ha disposto di lui per tutto il corso del primo tempo, costringendo Pelegrini a rimangiarsi la scelta e sostituire il messicano all'intervallo con Rodri. La scelta di Coudet di puntare come da suo stile sull'aggressività dei duelli individuali ha mietuto come vittima proprio Lainez, il quale dovrà fare un passo in avanti sotto questo aspetto per mantenere le alte aspettative riposte su di lui dalla società bianco-verde. La partita di domenica per lui è stata una lezione che, sotto la guida di Pelegrini, non potrà che portare benefici alla crescita di questo talento.





..E LE DIFFICOLTA' IN TRANSIZIONE

L'elemento tipico del 4-2-3-1 sta nel fatto che nella gran parte dei casi i due terzini salgono in avanti in fase di possesso, per cui è molto importante il lavoro che devono svolgere i due mediani nel dare protezione ai due centrali difensivi in fase di transizione, ossia il momento in cui l'avversario recupera palla e cerca di ribaltare il gioco nella metà campo offensiva.

Nella partita del Benito Villamarin la tattica del Celta è stata quella di usare il movimento delle proprie due punte al fine di mandare al tappeto i meccanismi di transizione difensiva del Betis, già di per se molto fragili visto che la coppia William Carvalho-Guardado non ha nella corsa all'indietro il proprio punto di forza. Per questo motivo la fase di transizione difensiva della squadra di Pelegrini è sostanzialmente nelle mani della coppia di centrali difensivi Bartra-Victor Ruiz, anch'essi molto più a loro agio in situazioni posizionali anziché la marcatura sull'uomo.

Lo schieramento in non possesso della squadra di Coudet ha poi permesso di evidenziare le inefficienze del sistema di Pelegrini una volta persa palla. Questo esempio è perfetto nel capire come lo scaglionamento del centrocampo del Celta faccia a fette il sistema della squadra di Pelegrini in questa fase di gioco, determinata da un errore di impostazione di Victor Ruiz: qui Guardado si era alzato per cercare spazio alle spalle del centrocampo dei galiziani, per cui il messicano stesso cerca di pressare Fran Beltran ma lascia spazio alle sue spalle per Denis Suarez che è libero in quanto William Carvalho è rimasto a dare copertura preventiva su Santi Mina, questo porterà il portoghese a scalare sul trequartista del Celta ma liberando ovviamente a propria volta il centravanti creando un due contro due tra attaccanti e difensori centrali del Betis. 

Questo esempio mostra chiaramente lo scopo del rombo di centrocampo creato da Coudet a centrocampo in fase di non possesso e la Y in fase di possesso: l'avversario è costretto più volte a rompere le linee ed a compiere delle scelte che generano continua superiorità posizionale per la sua squadra. Il Betis sotto questo aspetto non è stato in grado di porre in essere una contromossa adatta a prendere il controllo tattico della partita, e questo ha portato il tecnico argentino a portare a casa i 3 punti e la sfida tattica contro il collega cileno.

LE MIGLIORIE DEL SECONDO TEMPO DEL BETIS

Pelegrini ha cercato di rimescolare le carte nel corso dell'intervallo togliendo Lainez ed inserendo Rodri: con l'ingresso di quest'ultimo si è certamente vista qualche miglioria nello schieramento della squadra betica, apparsa un po' più fluida ed in grado di controbattere al sistema di marcature a uomo del centrocampo avversario.

Rodri ha sostanzialmente fatto ciò che Lainez non ha fatto nel primo tempo, ossia entrare dentro al campo e creare linee di passaggio promuovendo delle rotazioni con Canales che potessero costringere i galiziani a fare delle scelte su quali spazi liberare. Nell'esempio si vede Rodri che viene incontro sfruttando un movimento di Canales che attira Denis Suarez. Il Celta sceglie di non concedere le profondità ed il passaggio in zona centrale del campo, liberando la zona tra le linee e soprattutto l'ampiezza che il Betis ha cercato di sfruttare con le corse di Bellerin e Moreno. Questa strategia si è ulteriormente acuita con l'uscita di Guardado per Fekir, con quindi maggiori rotazioni tra lui, Canales e Rodri e con Juanmi che cercava di accompagnare Willian Jose al centro dell'attacco. 

Questa scelta ha permesso al Betis di avere il controllo del pallone e quello territoriale nel secondo tempo, permettendole di migliorare anche i meccanismi di riconquista del pallone, tuttavia il Celta è sempre riuscito a tenere la partita sui binari di duelli individuali che hanno portato il Betis a forzare più volte la giocata e sbagliarla, rendendo quindi poco produttiva la supremazia della squadra di Pelegrini. 

CONCLUSIONI

La sfida tra Betis e Celta Vigo era una sfida tra le identità dei due allenatori Pelegrini e Coudet, ha avuto la meglio quest'ultimo grazie alla capacità dei propri centrocampisti di avere la superiorità numerica in mezzo al campo determinata dal 4-1-3-2 rispetto al 4-2-3-1. Pelegrini dal canto suo non è riuscito a sua volta a creare superiorità nella trequarti avversaria a causa di un atteggiamento troppo rigido della sua squadra nel primo tempo.

Friday, 29 January 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 15



Questo weekend chiuderà il mese di gennaio, un mese che, come spesso accade ad ogni stagione, ci fornisce indicazioni molto forti su come sarà il proseguimento della stagione. Difatti, non è un caso che in Bundesliga il Bayern Monaco abbia iniziato l'allungo che potrebbe rivelarsi decisivo per il successo finale, mentre in Spagna la classifica comincia progressivamente a sgranarsi. E' stato, inoltre, un mese in cui le coppe nazionali hanno regalato molte emozioni, con Real ed Atletico eliminate in Copa del Rey, il Bayern Monaco eliminato dal Kiel in Coppa di Germania, la FA Cup che ha visto Arsenal e Liverpool uscire negli scontri contro Southampton e Manchester United. In Italia, invece, la nostra Coppa Italia paga una formula che non permette questo tipo di situazioni ma, quanto meno, ci ha regalato spettacolo nella sfida degli ottavi tra Roma e Spezia e nei due quarti di finale tra Inter e Milan ed Atalanta e Lazio.

Fatta questa premessa sul mese di gennaio che fa a chiudersi, come da mia abitudine vi fornisco i miei consigli sulle partite del weekend che meritano, a mio parere, la vostra attenzione.


ARSENAL - MANCHESTER UNITED (SABATO ORE 18,30)

La sfida tra Arsenal e Manchester United fa venire in mente molto di più le liti nei sottopassi tra Roy Keane e Vieira, oppure "The Battle of Old Trafford" della stagione in cui i Gunners portarono a casa l'ultima Premier della sua storia nella stagione degli Invicibles. Oggi siamo lontani da quegli standard, le due squadre di maggior tradizione in Premier vengono da stagioni interlocutorie e stanno cercando, con percorsi diversi, di tornare grandi.

Il percorso che Arteta ha iniziato all'Arsenal ha avuto delle premesse che sembravano alquanto promettenti: la vittoria della FA Cup e la seguente vittoria nel Charity Shield parevano rilanciare le quotazioni dei Gunners che, invece, si sono nuovamente involuti in corso d'opera come accaduto nella prima parte della scorsa stagione fino ad arrivare all'esonero di Emery.

Arteta sta avendo grosse difficoltà a mettere in piedi una squadra in grado di avanzare rapidamente in campo, chi si aspettava di vedere riproposti i princìpi di gioco di Guardiola nell'Arsenal si è dovuto ricredere. Non ostante vari tentativi di riproporre un tipo di calcio più complesso, con rotazioni posizionali e schieramento fluido tra le due fasi, il tecnico spagnolo è dovuto tornare sui propri passi e mettere via determinati esperimenti (vedi la difesa a 3) a causa delle difficoltà di molti interpreti ad eseguire determinati movimenti.

Fonte dati WhoScored
Come si evince dalle statistiche, l'Arsenal fa una grande fatica a sviluppare il gioco per vie centrali, solo tre squadre in Premier hanno un rapporto percentuale peggiore dei Gunners, a dimostrazione di come il gioco passi prevalentemente mediante conduzioni esterne (addirittura il 41% del gioco transita dal lato sinistro del campo) e triangolazioni laterali rapide supportate dalla corsa di Tierney e gli spunti di Bukayo Saka, la vera nota lieta di questa stagione della squadra di Arteta.
Segnali di miglioramento sono arrivati dall'innesto tra i titolari di Emile Smith-Rowe, giocatore che schierato sulla trequarti sta permettendo ai Gunners di trovare quella fluidità nel possesso palla che mancava anche a causa della scelta del club di tenere fuori dai giochi Mesut Ozil, da pochi giorni trasferitosi al Fenerbache. Alle ottime prestazioni del classe 2000 inglese si aggiungerà a breve l'innesto di Odegaard (magari lo vedremo esordire proprio in questa occasione?) che potrebbe davvero aiutare Arteta in quel processo di crescita della squadra che sembra davvero molto complesso.

Il Manchester United, invece, si presenta a questa sfida da momentanea capolista della Premier nonché reduce dalla qualificazione al quinto turno di FA Cup grazie alla vittoria contro il Liverpool. Per buona parte della stagione la squadra di Solskjaer sembrava ancora vittima dei suoi limiti: le sconfitte pesanti nella prime giornate di campionato (vedi il 6-1 subito dal Tottenham), l'inopinata eliminazione dalla Champions League (con la sconfitta contro il Basaksehir che brucia ancora per gli errori commessi dalla squadra) sembravano cancellare quanto di buono la squadra aveva prodotto nella fase finale della scorsa stagione.
Invece, con il ritorno ai suoi livelli di Paul Pogba, proporzionalmente è salito il livello della squadra che ha iniziato ad inanellare una lunga serie positiva (durata 13 partite) interrotta clamorosamente nel turno infrasettimanale contro lo Sheffield United. Una struttura di squadra basata su aggiustamenti fatti alla squadra di partita in partita giustifica il continuo cambio di disposizione della squadra a seconda della partita da affrontare.

Fonte Heatmap - SofaScore
Ma sono soprattutto le individualità a fare la differenza, in particolare Bruno Fernandes, il grimaldello che permette al sistema di Solskjaer di funzionare: nelle formazioni pre-partita lo trovate generalmente indicato come trequartista del 4-2-3-1 o vertice avanzato di un rombo di centrocampo, tuttavia la trequarti in tutta l'ampiezza è la sua zona, mostrando una grande capacità di riconoscere ed utilizzare gli spazi creati dai movimenti dei suoi compagni di squadra che gli permette di associarsi con essi e creare, quindi i maggiori pericoli per la porta avversaria. La heatmap riprodotta qui a fianco mostra anche visivamente quanto indicato sopra, a questo si aggiunge un piede educatissimo sui calci da fermo (decisiva la sua punizione in FA Cup contro il Liverpool) tanto da essere il tiratore prescelto dalla squadra per le situazioni di palla inattiva (basta vedere il colore all'altezza della bandierina del calcio d'angolo e sul dischetto dell'area di rigore.

La sfida dell'Emirates, dunque, si prevede molto bloccata tatticamente, con pochi spazi al centro e con le due squadre che dovranno cercare di creare catene laterali per poter risalire il campo e generare pericoli: la partita dell'andata fu molto bloccata e fu l'Arsenal in grado di portarsela a casa, ma, seppur parlando di una partita di poco meno di 3 mesi fa, le due squadre sono oggi molto diverse ma, allo stesso tempo, i due allenatori sembrano conoscerne meglio vizi e virtù, per cui mi aspetto tecnicamente di vedere qualcosa in più.


PALMEIRAS - SANTOS (SABATO ORE 21)

La settimana scorsa ho presentato la finale di Coppa Sudamericana che ha visto vincente il Defensa y Justicia allenato da Hernan Crespo. In questo weekend, invece. tocca alla Coppa Libertadores prendersi il centro della scena calcistica e, come da nuova tradizione (iniziata nello scorso anno) la finale si gioca in gara secca. Lo scenario è uno dei più iconici, se non il più iconico, del calcio sudamericano, ossia il Maracanà di Rio de Janeiro, il tempio del calcio carioca che, suo malgrado, ospiterà una finale di Coppa Libertadores tutta paulista.

Ad affrontarsi in questa finale, infatti, saranno il Palmeiras di Abel Ferreira ed il Santos di Cuca, che hanno ottenuto l'accesso a questa finale facendo fuori in semifinale niente meno che le finaliste dell'edizione 2018, ossia le due big d'Argentina River Plate e Boca Juniors.

Il Palmeiras arriva a questa finale al culmine di una stagione alquanto travagliata che ha trovato, però, la svolta a fine ottobre con l'esonero di Vanderlei Luxemburgo al termine di un periodo pessimo per i Verdao. Per la sua successione erano emersi nomi di un certo livello come Quique Setien, Matias Almeyda e Juan Antonio Pizzi. Alla fine la scelta è ricaduta su Abel Ferreira, giovane allenatore portoghese che negli ultimi mesi si era messo in evidenza in Grecia sulla panchina del Paok Salonicco con cui ha sfiorato la vittoria del campionato nella scorsa stagione e l'accesso alla fase a gironi della Champions all'inizio della stagione attuale, questo prima di accettare la chiamata del Palmeiras.

Con Luxemburgo il Palmeiras era abituato a giocare un 4-2-3-1 che Ferreira ha mantenuto fino alle due semifinali disputate contro il River quando si è schierato con un 3-4-3/3-4-2-1 molto simile a quello che ha utilizzato nella sua esperienza in Grecia. Il passaggio è stato reso possibile dall'arrivo all' Allianz Parque dell'ex difensore di Verona, Bari e Salernitana Alan Empereur, difensore centrale che offre a Ferreira l'opportunità di avere un giocatore mancino da inserire nella linea difensiva. Tuttavia, quello che sembra essere il vero punto di forza dei Verdao è l'avere a disposizione una rosa composta da elementi molto duttili che possono permettere all'allenatore portoghese di preparare diversi tipi di piano-partita, soprattutto perché l'idea di fondo sembra essere quella che questa squadra sembra molto più a suo agio quando può agire in contropiede anziché quando è in possesso palla.

Fonte dati: SofaScore
A rappresentare al meglio la bontà della rosa a disposizione di Ferreira c'è senza dubbio Patrick De Paula, centrocampista centrale che può fungere sia da vertice basso davanti alla difesa o centrale in uno schieramento con doble pivote, ossia quando si sceglie di avere due giocatori centrali davanti alla difesa. Dunque De Paula rappresenta al meglio il profilo ideale per un 4-2-3-1 o per un 3-4-2-1/3-4-3, ossia gli schieramenti prescelti dai suoi allenatori in questa stagione.
Come si evince dalle statistiche relative alla sua stagione, il centrocampista classe 1999 risulta molto prezioso in fase di non possesso, soprattutto in fase di recupero palla, gli 11 palloni recuperati nella gara d'andata contro il River hanno mostrato le grandi qualità di questo giocatore in fase di pressione. Si tratta di un elemento poco appariscente, ma la sua assenza nella semifinale di ritorno contro la squadra di Gallardo si è fatta sentire e non poco.
Oltre a lui, i Verdao possono completare una linea di centrocampo molto interessante con l'altro mediano Danilo, classe 2001, del quale Ferreira sembra fidarsi molto al punto di togliere la titolarità ad un Ramires in fase calante; ai loro fianchi è molto importante il lavoro svolto dai due esterni Gabriel Menino (classe 2000, può anche giocare da mezzala) e Matias Vina (classe 1997); infine menzione particolare merita Gabriel Veron, esterno offensivo classe 2002 messosi in luce nell'ultimo mondiale U17 che, però, al momento, Ferreira utilizza con parsimonia, principalmente come sostituto nel terzo finale di partita.

Anche il Santos, come il Palmeiras, è una squadra che non si fa molti problemi a cedere il pallone all'avversario se necessario (nel Brasilerao il dato del possesso palla si attiene sul 50%) e che Cuca ha costruito sulle ceneri del lavoro di Sampaoli che, in parte, è stato smantellato a causa di alcune difficoltà finanziarie del club che ha anche dovuto subire un blocco dei trasferimenti a causa di alcune situazioni di insolvenza.

In questo contesto, disponendo di un settore giovanile che di talento storicamente ne ha prodotto in maniera esondante, i Peixe hanno deciso di fondare la squadra lanciando alcuni giovani elementi, in particolare il centrocampista Sandry Roberto, classe 2002, che al momento viene utilizzato come alternativa alla coppia di centrocampo Pituca-Alison. Anche la squadra di Cuca ha mostrato una certa flessibilità a livello tattico, tuttavia la linea a 4 di difesa formata da Parà a destra, Felipe a sinistra e i due centrali Verissimo e Luan Peres rappresenta, assieme alla coppia di centrocampisti, l'architrave su cui si poggia questa squadra. In fase offensiva, invece, sono le giocate di Lucas Braga, del colombiano Soteldo e di Marinho a creare i maggiori pericoli con i loro movimenti a collegare fase di sviluppo e fase di finalizzazione con quest'ultimo che fa la voce del padrone in termini di goal e assist, visto che nel Brasilerao ne ha collezionati 22 (16 goal e 6 assist).

Fonte heatmap SofaScore
Ma in Libertadores il protagonista assoluto diventa Kaio Jorge, che da pochi giorni ha compiuto 19 anni e vorrà farsi un regalo con il suo primo trofeo internazionale. Come il suo avversario Gabriel Veron, l'attaccante è esploso nel corso dell'ultimo mondiale Under 17 e, complice la necessità del Santos di dover ripartire sugli elementi del proprio vivaio, ha preso la piena titolarità in attacco. Vedendo i suoi movimenti e la sua struttura fisica è impossibile non notare le somiglianze con Roberto Firmino, un attaccante che non può certo competere a livello fisico (tanto che il dato dei duelli aerei lo vede vincente solo nel 30% dei casi) ma che fa tanto movimento sulla trequarti avversaria generando quel tipo di situazione in cui la linea difensiva deve scegliere se alzarsi per andare a contrastarlo o coprire gli inserimenti degli elementi offensivi. La sua heatmap stagionale mostra chiaramente questo tipo di movimenti e le zone di campo in cui ama ricevere il pallone. 

Spero che quanto sopra vi abbia portato interesse per seguire la sfida di sabato sera, di certo rispetto al derby argentino visto la settimana scorsa per la finale di Copa Sudamericana manca l'ingrediente del contrasto di stili, il vantaggio, tuttavia, sta nel fatto che sarà molto interessante capire chi detterà il contesto tecnico e tattico della partita: Palmeiras e Santos hanno mostrato di essere due squadre molto solide e, sotto un certo punto di vista, ormai distanti dal tipo di calcio a cui il Brasile ci aveva abituato storicamente. Questa maggiore attenzione all'equilibrio ed alla costruzioni di giocatori abili in fase difensiva è anche ben rappresentata dalla nazionale maggiore, tuttavia proprio in un contesto dei questo tipo toccherà al talento individuale a disposizione delle due squadre il compito di far saltare l'equilibrio.


LORIENT - PARIS SAINT GERMAIN (DOMENICA ORE 15)

Uno degli elementi di maggior interesse di questa prima parte del 2021 è senza dubbio dato dall'approdo di Pochettino sulla panchina del PSG al posto di Tuchel. Il tecnico argentino ha ereditato dal tecnico tedesco una squadra reduce da una finale di Champions League e da un mercato estivo che non aveva accontentato il suo predecessore, adesso a lui spetta il compito di mantenere alti gli standard di rendimento della squadra e trasmetterle quelle idee di gioco che gli hanno permesso di costruire un ciclo esaltante al Tottenham.

In queste prime partite sotto la sua gestione, Poch ha cercato di portare alcuni elementi che hanno contraddistinto la sua avventura al Tottenham, in particolare lo schieramento di gioco flessibile basato su un 4-2-3-1 di base che si trasforma in 4-4-2 in fase di non possesso e 3-1-4-2 in fase di possesso che permette alla squadra di essere ben scaglionata sul terreno di gioco.

Una particolarità che si evince osservando le ultime partite del PSG, è la posizione di Neymar che, soprattutto in situazione di blocco basso dell'avversario, entra in zona di sviluppo per venire a giocare il pallone a supporto di Verratti e Paredes. Questa soluzione, cercata, seppur meno frequentemente, anche da Di Maria nell'altro mezzo spazio, somiglia ai movimenti a venire incontro di Eriksen ai tempi del Tottenham, a dimostrazione che questo può essere già considerato come un primo accorgimento voluto dal tecnico che, allo stesso tempo, mette maggiormente a proprio agio il brasiliano che, così può muoversi per il campo molto liberamente. Ovviamente resta da vedere se questa soluzione verrà ricercata anche in contesti diversi, in particolare nel doppio confronto con il Barcellona che è ormai alle porte e che, molto probabilmente rappresenterà il primo vero test per capire a che punto è il lavoro del nuovo allenatore in quel di Parigi.

Dall'altra parte ci sarà il Lorient, formazione neopromossa in Ligue 1 e che, suo malgrado, occupa l'ultimo posto in classifica. A dispetto della classifica, però, la squadra allenata da Christophe Pelissier, mostra un'ottima qualità di gioco ed alcune individualità interessanti come i centravanti Terem Moffi e Yoane Wissa.

Fonte dati FbRef/Statsbomb
Il punto debole, al momento, sembra essere la fase difensiva, non tanto in merito a come la squadra difende, ma in termini puramente numerici subisce più goal rispetto a quanto la squadra effettivamente concede ai propri avversari. I numeri suggeriscono che sono le prestazioni dell'estremo difensore Paul Nardi ad essere il punto debole della squadra, con quasi 10 reti subite finora in eccesso rispetto all'aspettativa dei tiri subiti (i cosiddetti post-shots xG). Ad ogni modo nel recupero disputato mercoledì sera nello scontro diretto contro il Dijon, è arrivata una vittoria importantissima che permette alla squadra bretone di tenersi agganciata al treno delle squadre che vogliono evitare la retrocessione e che, soprattutto, permetterà agli uomini di Pelissier di affrontare questa sfida con uno stato d'animo privo di pressioni.


GRANADA-CELTA VIGO (DOMENICA ORE 18,30)


In una Liga in cui i valori in campo stanno iniziando nuovamente a consolidarsi dopo una fase iniziale ricca di colpi di scena, l'assalto ai posti che possono garantire l'accesso all'Europa League o alla Conference League della prossima stagione è, invece, molto aperta, e domenica pomeriggio prevede uno scontro che potrebbe dare un importante indirizzo anche a questa zona di classifica.

Stiamo parlando della sfida per il settimo posto tra Granada e Celta Vigo, ovviamente è una posizione di classifica che non garantisce l'accesso alle coppe europee (dipende dall'andamento della Copa del Rey che sembra aperta a mille scenari), tuttavia con un consolidamento di valori dato dal quartetto Atletico-Real-Barça-Siviglia per la Champions e Villareal-Real Sociedad in controllo delle posizioni per l'accesso diretto all'Europa, il settimo posto rappresenta un risultato ambito da molte squadre che vogliono proporsi in prospettiva come una forza che vuole lottare in maniera continua per un posto in Europa.

A rendere ulteriormente interessante la sfida tra le due squadre è la diversa strategia di gioco portata avanti dai due allenatori decisamente molto differente, soprattutto in fase di possesso.

Fonte dati FbRef/Statsbomb
Andando a leggere le statistiche relative alla frequenza dei passaggi lunghi, si evince chiaramente la differenza delle due formazioni nel modo di approcciare alla fase di possesso palla. Il Granada preferisce di gran lunga cercare il lancio lungo per poi andare a cercare l'assalto alle seconde palle oppure cerca di innescare gli esterni offensivi (in particolare Darwin Machis) con palloni lunghi alle spalle della difesa avversaria; a livello statistico i dati Wyscout mostrano come mediamente i possessi della squadra allenata da Diego Martinez si attestano attorno ai 3 passaggi per possesso, una situazione che banalizzando può essere riassunta in due pattern ricercati. Il primo è centralmente un lancio per la punta centrale che fa da sponda per l'inserimento di uno dei centrocampisti (Yangel Herrera è letale in questo tipo di inserimenti), magari anche dopo che un altro centrocampista ha ripulito un'eventuale seconda palla rimettendola in area; la seconda opzione è appunto un pallone che il terzino lancia in direzione dell'attaccante esterno di parte che scatta alle spalle della difesa e crossa in mezzo all'area dove una punta, un centrocampista a rimorchio o l'altro esterno sul secondo palo possono concludere in rete.

Sempre leggendo lo stesso grafico visto sopra, il Celta ha chiaramente uno stile di gioco molto diverso, il centrocampo della squadra allenata da Coudet è composto da tanti giocatori di qualità, per questo motivo non passare dal centro del campo per sviluppare la manovra sarebbe delittuoso. Su questo punto di forza ha lavorato Eduardo Coudet che, dopo l'ottimo lavoro in SudAmerica, si sta confermando un ottimo allenatore anche in Europa.

Fonte dati FbRef/Statsbomb
Come si evince dal grafico elaborato qui a fianco, il lavoro del tecnico argentino è ben visibile anche a livello statistico: dal momento del suo arrivo sulla panchina la squadra ha diminuito la distanza media dalla porta delle sue conclusioni e proporzionalmente si è innalzata la pericolosità media delle conclusioni stesse. Come si nota ci sono due partite in cui la tendenza non è stata rispettata e sono le due partite contro Getafe e Villarreal in cui la squadra di Coudet non è riuscita ad esprimersi al meglio, nel primo caso soffrendo oltremodo la grande aggressività della squadra avversaria, nel secondo caso nel secondo caso, invece, la sconfitta è arrivata al culmine di un periodo molto negativo che è coinciso con l'assenza del leader tecnico ed emotivo della squadra, ossia Iago Aspas.

Date le premesse di cui sopra, la sfida tra Granada e Celta Vigo presenta molti spunti di interesse, non ultimo sarà un match che guarderanno con moltissima attenzione i tifosi del Napoli, visto che mancano pochi giorni alla doppia sfida di Europa League che metterà di fronte la formazione di Martinez a quella di Gattuso.

Friday, 30 October 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 6


Messa alle spalle un'altra settimana piena di impegni, ci affacciamo già verso un nuovo weekend ricco di partite importanti, con tante squadre che devono dare delle risposte importanti ed altre che, invece, dovranno mostrare la propria tenuta tra tanti impegni ravvicinati e le assenze per COVID.

Il calendario del weekend prevede scontri di un certo prestigio come Manchester United-Arsenal, così come un Napoli-Sassuolo che promette grande spettacolo, così come il derby di Genova a concludere il weekend domenica sera. tutte sfide che non necessitano grandissime presentazioni, ragion per la quale, come da mia abitudine quest'anno, mi focalizzo sul presentare altre sfide che generano grande interesse per i temi che metteranno in evidenza.

CHAMPIONSHIP, BRISTOL CITY - NORWICH (SABATO ORE 13.30)


La Championship, la serie B inglese, è sempre più un campionato interessantissimo da seguire, un tempo era amato dai nostalgici del Kick and Rush per il grande livello agonistico del campionato, tuttavia negli ultimi anni l'appetibilità della Premier League a livello economico ha convinto molti investitori a gettarsi nel business proprio acquisendo una squadra di Championship, affidarla ad un manager con principi di gioco maggiormente contemporanei per poi tentare la scalata alla massima divisione dove poter consolidare la posizione economica del club e, dunque, tentare di scalare la gerarchia del calcio inglese. 

Per questa ragione ogni stagione di Championship mostra dei progetti di grande interesse poi replicati in Premier League con più o meno successo: esempi positivi sono sicuramente quelli di Wolverhampton e Leeds, ma anche lo stesso Norwich che, pur retrocedendo, è riuscito a consolidare le proprie casse incassando dalle cessioni di Godfrey e Lewis 44 milioni di Euro, una cifra che impreziosisce il lavoro di scouting del club e che, sotto la guida di Daniel Farke, confermato alla guida della squadra non ostante la retrocessione, proveranno a ripetere l'esperimento con gli acquisti di Przemyslaw Placheta (esterno offensivo del Wroclaw, acquisto più oneroso dell'ultima finestra di mercato (3 milioni spesi) dopo il centravanti Hugill arrivato dal West Ham.

Ed è proprio la partita dei Canaries sul campo del Bristol City quella che inserisco nella watchlist di questo weekend, con i Robins che sono partiti molto bene in una stagione in cui la città del sud-ovest dell'Inghilterra si aspetta un passo di avanti in termini di ambizione da parte della squadra. Nel corso dell'estate si era parlato per la panchina di nomi come Chris Hughton, ex allenatore del Brighton, e niente meno che Steven Gerrard, ma alla fine si è deciso di dare una chance al traghettatore della fase finale della scorsa stagione, Dean Holden.

Il tecnico nord-irlandese ha settato la propria squadra su un 3-5-2 in cui l'occupazione dei mezzi spazi permette una rapida ed efficiente progressione del pallone, molto importante in questo contesto è il ruolo svolto dai due braccetti della difesa a 3 (in genere Wyner e Moore, quest'ultimo si alterna con Mawson) ed anche quello delle due mezzali (Weimann e Paterson) sempre molto abili a generare linee di passaggio e rendere sempre pericolose le fasi di possesso dei Robins associandosi all'esterno di parte in fase di sviluppo, mentre l'altra mezzala va a riempire l'area di rigore assieme alle due punte e l'esterno opposto.  Nell'esempio di cui all'immagine sopra si vede chiaramente il modo in cui la squadra attacca, con l'esterno sinistro che raggiunge il mezzo spazio, gli attaccanti che attirano i centrali difensivi, le due mezzali che si buttano dentro dopo aver portato il pallone in zona di rifinitura, dall'immagine si vede anche la posizione del vertice basso di centrocampo che, assieme ai tre centrali difensivi è chiamato a rallentare un'eventuale transizione avversaria.
Questa disposizione in campo ha permesso ai Robins di portare a casa le prime quattro partite di campionato salvo poi rallentare nelle ultime 4 partite dove ha raccolto 2 punti ma continuando a mostrare quanto di buono visto nelle prime giornate.

Il Norwich, invece, sta seguendo un percorso opposto a quello dei suoi avversari, dopo un inizio stentato, una serie di 3 vittorie consecutive fermata nel turno infrasettimanale dal pareggio raccolto nei minuti finali a Brentford, ha riportato la squadra allenata da Franke nelle posizioni di vertice che sono coerenti con la rosa a disposizione dell'allenatore tedesco.

Anche le statistiche (fonte WhoScored) suggeriscono che i Canaries sono probabilmente la squadra dalla maggior qualità in questo campionato, visto il dato del possesso palla (59,5% di media), quello della percentuale di passaggi completati (83,8%) a cui si aggiunge il dato dei tiri effettuati a partita (17,4) che la pongono in testa a tutte e tre le graduatorie, mostrando come il possesso palla prolungato porta anche ad una certa mole di produzione offensiva, d'altronde potendo contare li davanti su gente come Buendia, Cantwell,  Vrancic e Pukki ed i neo arrivati Placheta e Hugill è molto difficile sorprendersi per certi numeri.

Ciò che, invece, la squadra di Farke si è portata dietro dall'esperienza in Premier sono le difficoltà difensive, l'atteggiamento che porta tanti uomini nella metà campo avversaria inevitabilmente concede spazi agli avversari che la linea difensiva fatica a contenere, non a caso le statistiche affermano che il Norwich subisce più di 10 tiri a partita di media (nona in questa graduatoria).

La classifica vede le due squadre appaiate in classifica dopo il turno infrasettimanale, li davanti c'è il Reading che a sorpresa sta facendo corsa a se (7 vittorie ed 1 pareggio in 8 partite disputate), il percorso  ed i progetti delle due squadre non prevedono la possibilità di restare fuori dalle prime 6, una sconfitta nella sfida di Ashton Gate potrebbe mettere una delle due contendenti in una posizione scomoda mettendo a repentaglio quanto di buono costruito finora.


LA LIGA, CELTA VIGO - REAL SOCIEDAD (DOMENICA, ORE 16)


La sfida del Balaidos è un altro test importante per testare le ambizioni della Real Sociedad di Imanol Alguacil che, dopo aver fatto sognare San Sebastian la scorsa stagione fino al lockdown, quest'anno ci riprova pur con un calendario che ha aggiunto agli impegni della Liga quelli dell'Europa League. Nel corso dell'estate la società basca ha dovuto lavorare per trovare un sostituto di Martin Odegaard, tornato a Madrid dal prestito con un anno di anticipo, e non poteva esserci sostituto migliore che David Silva che ha deciso di vestire la maglia dei Los Txuri-urdin al termine del contratto con il Manchester City.

L'arrivo del mago ha permesso ad Alguacil di poter avere maggiore qualità a costo di avere meno corsa rispetto ad Odegaard, ma i meccanismi del 4-3-3 ordito dal tecnico basco hanno saputo subito adattarsi alle necessità dettate dal nuovo ingresso potenziandone ulteriormente i punti di forza.

Rispetto allo scorso anno la Real Sociedad sembra tenere meno il possesso (52,6% di media contro il 56,6% della scorsa stagione) ma la rapidità di pensiero e di esecuzione di David Silva e Mikel Oyarzabal rende possibile andare alla squadra andare al tiro con maggiore frequenza e maggiore pericolosità; come si evince dal grafico qui a fianco, il possesso palla si traduce con minore frequenza rispetto alla media in un accesso alla trequarti avversaria, tuttavia una volta raggiunta questa zona di campo, solo il Cadice accede con più frequenza all'area di rigore avversaria e non vi è dubbio che questo dato è ascrivibile all'impatto di David Silva in zona di rifinitura, non casualmente vi è lui in testa alla statistica dei passaggi effettuati verso l'area di rigore avversaria (20).

Il Celta, invece, si presenta a questa partita con la speranza di trovare un successo ed una prestazione che tolga la squadra da quella situazione di alunno intelligente che non si applica che ormai stiamo vivendo da circa tre stagioni: un roster che dalla trequarti in su dispone di giocatori di livello europeo, tuttavia sia a livello organizzativo sia a livello di roster nella metà campo difensiva, il livello della squadra galiziana è, a mio parere, molto basso, per cui nelle ultime due stagioni al Balaidos l'incubo retrocessione è stato scacciato solo all'ultima giornata e questo inizio di stagione, non ostante le sempre buone intenzioni in fase iniziale, continua a far temere per un'altra annata di sofferenza.

Per ovviare a questa situazione il tecnico Oscar Garcia ha deciso di schierare la squadra con un 3-5-2 che in fase di non possesso diventa un 5-3-2 in cui la squadra si abbassa molto e cerca di chiudere l'accesso all'area di rigore, un sistema che ha permesso di ridurre i rischi, tuttavia la difesa resta esposta a diversi errori individuali dei centrali; come si evince dal grafico qui a fianco, i dati relativi alla quantità di pressione esercitata in avanti mostrano il Celta al terzultimo posto, a dimostrazione del baricentro basso tenuto dalla squadra.
Tuttavia in questo contesto così difficile la squadra galiziana sta lanciando qualche elemento dalla propria cantera che aggiunge un senso di identità galiziana alla squadra, gli esempi più interessanti sono il terzino destro (usato come quinto di destra) Sergio Carreira, autore del goal del pareggio nell'ultima sfida di campionato a Levante, elemento molto valido in fase di possesso ma che ha molto da lavorare in fase difensiva, l'altro elemento di interesse è il diciottenne Gabriel Veiga, giocatore la cui caratteristica di buttarsi negli spazi senza palla si può rilevare come decisiva in una squadra che sembra avere mancanze sotto questo aspetto.

Le sfide contro Barcellona e Atletico Madrid hanno mostrato le difficoltà della squadra galiziana nel rendersi pericolosa nella metà campo avversaria, la partita contro un'altra squadra di livello metterà alla prova i meccanismi, specie quelli offensivi, e capire se questa stagione può essere di livello superiore rispetto alle ultime due; allo stesso tempo la partita di Europa League di ieri sera della Real Sociedad contro il Napoli ha mostrato le difficoltà dei baschi nel rendersi pericolosa nel momento in cui trova di fronte una squadra che difende con un blocco basso, per cui anche dagli uomini di Alguacil ci si aspetta un ulteriore salto di qualità che possa giustificare le speranze di una stagione di vertice.


PREMIER LEAGUE, LIVERPOOL-WEST HAM (SABATO ORE 18.30)


Per il Liverpool dopo la Champions, la Supercoppa Europea ed il Mondiale per Club del 2019 e la vittoria della Premier nel 2020, si trova a dover fronteggiare una stagione che sembra una gigantesca corsa ad ostacoli, con una catena di infortuni clamorosa nel reparto centrale difensivo che pone non pochi interrogativi su quale possa essere la tenuta dei Reds in questa stagione e soprattutto quanto l'infortunio di Van Dijk metta di fronte Klopp al quesito su quanto sia necessario insistere su una fase di non possesso aggressiva in assenza del miglior difensore del mondo negli uno contro uno: la prima risposta è arrivata facendo scalare Fabinho al centro della difesa, ma nella sfida di martedì in Champions contro il Midtjylland anche il brasiliano è dovuto uscire anzitempo per infortunio costringendo Klopp ad inserire Williams in quella posizione.

Le difficoltà nel gestire questo tipo di situazione per la squadra di Klopp sono evidenti, soprattutto in termini di spazio lasciato alle spalle della linea difensiva, specie quando i due terzini (ossia i registi occulti della squadra, ma neanche tanto occulti), si spingono molto in avanti senza lasciare le giuste coperture: una situazione di questo tipo ha causato il clamoroso tonfo contro l'Aston Villa prima di entrare nella pausa per le nazionali.
In una situazione di questo tipo si aggiunge anche la necessità di dover gestire i tanti impegni ravvicinati, questo sta progressivamente portato Klopp a mantenere lo stesso tipo di strategia ma modificando progressivamente lo schieramento in campo della squadra anche mediante rotazioni degli uomini tra una partita e l'altra: nelle due partite di Champions fin qui disputate, per esempio, Klopp ha contemporaneamente tolto dal campo i tre d'attacco durante la sfida contro l'Ajax e tenendoli in panchina nei primi 60' della sfida contro il Midtjylland, una situazione inedita rispetto agli scorsi anni, dove Mane, Firmino e Salah erano pressoché inamovibili; tuttavia la principale novità sta anche nel fatto che il tecnico tedesco, anche grazie all'innesto di Thiago, stia iniziando a pensare a mettere da parte in alcune circostanze il 4-3-3 verso un 4-2-3-1 con dunque un doppio mediano che copra le avanzate dei terzini e protegga la difesa dalle eventuali transizioni avversarie: questo schieramento lo abbiamo vista sia nella partita contro lo Sheffield United dello scorso weekend, sia contro il Midtjylland in Champions, seppur con diversi interpreti.




Il West Ham si presenta ad Anfield Road, invece, dall'alto di una striscia positiva di 4 risultati utili consecutivi raccolti nell'ordine contro Wolverhampton, Leicester, Tottenham e Manchester City: in ognuna di queste partite la squadra di Moyes ha messo in mostra diverse qualità che le hanno consentito di portare a casa con brillantezza il risultato finale: di queste quattro partite, in cui gli Hammers hanno raccolto 8 punti, quella che ha dato le maggiori emozioni ai tifosi è stata sicuramente la partita pareggiata a White Hart Lane contro il Tottenham rimontando tre reti nei 15 minuti finali di partita con il goal del pareggio realizzato da Lanzini con una magnifica conclusione da fuori area.

Nel corso del mercato il club ha cercato a tutti i costi di mettere sotto contratto un difensore di spessore, per diverse settimane c'è stato un forte forcing sul Burnley per cedere Tarkowski (si è arrivati ad offrire anche a 40 milioni di Euro), tuttavia Sean Dyche ha resistito alla tentazione di cederlo e così per ovviare a quelli che sono i limiti della difesa centrale, David Moyes ha deciso di passare in maniera definitiva alla difesa a 5 e ad una fase di possesso con un blocco basso con due centrocampisti come Soucek e Rice a proteggere la zona centrale del campo, questo permette agli elementi di maggior tasso tecnico della squadra di poter svolgere i propri compiti difensivi in maniera limitata e sempre pronti a muoversi in transizione dove possono sfruttare al meglio le proprie qualità in conduzione ed associarsi con gli esterni difensivi molto abili a generare pericolose sovrapposizioni.

Attuando questa strategia la squadra di Moyes si sta rivelando una delle più efficienti su entrambi i fronti di gioco, infatti il grafico che ho elaborato mediante le statistiche rese disponibili da StatsBomb tramite la piattaforma FbRef ci mostra come gli Hammers stiano viaggiando sopra la media sia in termini di xG prodotti per ogni partita che in termini di xG subiti, questo è anche dovuto al fatto che questa strategia esalta anche le caratteristiche di molti elementi chiave della formazione londinese, in particolare sono esaltate le qualità di Pablo Fornals e Jarrod Bowen così come crescono progressivamente le quotazioni di Tomas Soucek a centrocampo, giocatore che già lo scorso anno allo Slavia Praga aveva mostrato tutta la sua intelligenza e la sua qualità sia in fase di possesso che in fase di non possesso.

Per capire, quindi, i progressi e gli adattamenti del Liverpool, il test contro gli Hammers è davvero importante e ci darà davvero tante informazioni da cui potremo ipotizzare che Liverpool sarà nei prossimi mesi e se questo Liverpool sia in grado di confermare il titolo conquistato nella scorsa stagione.

BUNDESLIGA, BORUSSIA MOENCHENGLADBACH-RB LIPSIA (SABATO ORE 18.30)


La sfida tra queste due squadre è sicuramente il match più interessante di questo weekend, vedremo ancora una volta l'uno contro l'altro Marco Rose e Julien Nagelsmann, due degli allenatori che appartengono ad una scuola calcistica simile, con il tecnico del Gladbach che è uno dei discepoli della scuola Rangnick e del modello Red Bull, e l'altro che in questo momento sta portando il club di punta di questo progetto nato in Austria verso vette ogni anno sempre più elevate dopo aver raggiunto lo scorso anno la semifinale di Champions League.

Il Gladbach è partito in Bundesliga ad un ritmo non altissimo, complici alcuni infortuni che hanno tenuto fuori Thuram e Plea nelle battute iniziali della stagione e che tuttora mostrano di non essere al 100% della forma, soprattutto quest'ultimo, autore di molti errori di esecuzione e di scarsa lucidità nella partita di Champions contro il Real Madrid che i Die Fohlen hanno gettato alle ortiche nei minuti di recupero.






Non ostante queste difficoltà nella tenuta fisica (ed anche mentale) della squadra nell'arco dei 90 minuti, è visibile la mano dell'allenatore austriaco, così come è visibile il modo in cui la squadra sia cresciuta sotto la sua gestione: l'evoluzione della squadra ha portato i Die Fohlen a non essere solo riconoscibile per le sua capacità di stritolare l'avversario in fase di non possesso (atteggiamento che è stato, tra l'altro, in parte smussato, basta vedere il blocco posizionale medio utilizzato contro Inter e Real in Champions) ma anche per il sistema molto lucido in fase di possesso, con la coppia di centrali di centrocampo Kramer e Neuhaus sempre molto abili a gestire il possesso del pallone e le rotazioni posizionali sulla trequarti avversaria grazie ai movimenti di Thuram che taglia dall'esterno, Plea che viene incontro in zona di rifinitura e la grande lettura degli spazi di Stindl. Questi movimenti e questa confidenza in fase di possesso ha permesso alla squadra di Rose nella scorsa stagione di mandare in tilt la fase di non possesso di Wolfsburg e dello stesso Lipsia, per questo motivo l'assalto dei bianco-verdi alla capolista della Bundesliga potrebbe darci indicazioni molto importanti sulle ambizioni di entrambe le squadre.

Riguardo il Lipsia, la squadra di Nagelsmann ed il suo modello di lavoro è stato oggetto di numerosi post sul mio blog: la partenza di Werner sembrava potesse ridimensionare la stagione della squadra sassone dopo la semifinale di Champions dello scorso anno, ed invece ecco che dopo 5 giornate sono in testa alla Bundesliga alla vigilia di una partita che potrebbe realmente darci la giusta dimensione della squadra.


Tuttavia la pesante sconfitta (quanto meno per il punteggio) subita a Manchester in Champions League mercoledì sera ha mostrato alcuni punti di debolezza del sistema predisposto da Nagelsmann; lo United ha praticamente ingabbiato Kevin Kampl, il deus ex machina attorno al quale gira il sistema del Lipsia, isolandolo il gioco del Lipsia ha ristagnato nella zona destra del campo anche perché la carta Angelino non poteva essere imbeccata come nelle partite precedenti visto che l'esterno ex Manchester City era tenuto a bada da Wan-Bissaka. Sicuramente Rose avrà avuto modo di osservare le difficoltà della squadra di Nagelsmann a Manchester e, vista la capacità mostrata contro il Real di saper ingabbiare la manovra offensiva avversaria, starà già all'opera per replicare il trattamento alla capolista della Bundesliga. Il grafico indicato sopra mostra il livello di coinvolgimento di Kampl sinora nelle partite del Lipsia, non è casuale come le partite in cui il coinvolgimento è stato minore (ossia le partite contro Manchester e Leverkusen) il Lipsia non sia stato in grado di dominare la partita come voluto dal suo allenatore e, soprattutto, rappresentano le due partite in stagione in cui il Lipsia non ha vinto, per cui la trasferta a Moenchengladbach servirà a capire se Nagelsmann ha un piano B per la sua squadra dando per assodato che Rose cercherà di ingabbiare il centrocampista slovacco.


JUPILER PRO LEAGUE, ANDERLECHT-ANVERSA (DOMENICA ORE 13.30)


Il massimo campionato belga continua a generare spunti di grande interesse, come già segnalato in un post di due settimane fa, ma questo interesse non riguarda solo la fucina di talenti che questo campionato mette in vetrina, ma anche l'aumento di livello tecnico della competizione, che è dimostrata dai buoni risultati del Bruges in Champions (4 punti in 2 partite e contro la Lazio avrebbe meritato di portare a casa anche la seconda vittoria), ed anche dalla classifica cortissima con 11 squadre in 6 punti.

A comandare la classifica si trova l'Anversa, squadra dalla grandissima tradizione ma che sembrava caduta in disgrazia negli ultimi anni, tuttavia dopo una risalita avvenuta negli ultimi anni, la squadra più antica del Belgio si trova oggi in vetta alla classifica del campionato dopo un inizio complicato (una vittoria nelle prime 4 giornate) in cui comunque ha portato a casa la coppa nazionale e adesso, dopo che la squadra ha interiorizzato i concetti di Ivan Leko, ha iniziato una scalata che l'ha portata ad issarsi momentaneamente in vetta. Per continuare questo periodo favorevole arriva un test importante, ossia la sfida contro l'Anderlecht di Vincent Kompany, una sfida dall'enorme blasone visto che parliamo delle ultime due squadre belga ad aver raggiunto una finale in una coppa europea, ossia le finali di Coppa delle Coppe del 1990 e del 1993 perse contro la Samp di Vialli e Mancini ed il Parma di Nevio Scala.

Il sistema di gioco che Leko sta implementando ad Anversa segue dei principi che in Italia conosciamo bene in quanto sono gli stessi proposti da Gasperini e Juric, 3-5-2 con marcature a uomo a tutto campo ed i due esterni in perenne proiezione offensiva. 
Come si evince da questa immagine presa dalla partita contro il Tottenham in Europa League, il centrale difensivo di sinistra De Laet ha seguito Bale fino al limite della sua area di rigore, quante volte avete visto fare la stessa cosa per esempio da Toloi o Palomino in serie A?

In fase di possesso il gioco dell'Anversa si basa sulla ricerca della giocata in verticale, il target è il centravanti Mbokani, che ha girovagato per l'Europa nel corso della sua carriera e che in Belgio sta trovando una discreta continuità di rendimento tanto da aver realizzato 4 reti in questo primo scorcio di stagione, una continuità in fase di finalizzazione che negli anni precedenti della sua carriera di fatto non si era mai vista; infine, a differenza di altre squadre della Jupiler Premier League l'età media della squadra di Leko è molto alta: lo stesso Mbokani ha 34 anni, il capitano Haroun perno del centrocampo ne ha uno in più. mentre elementi come l'esterno sinistro Juklerod (26 anni) ed i centrali difensivi Seck (28) e De Laet (31) sono nel già nel pieno se non oltre della loro maturità sportiva; tra gli elementi, invece, che hanno ancora una futuribilità e che quindi saranno interessanti da seguire in questa stagione, vi sono l'esterno destro giapponese Miyoshi (23 anni) e gli interni di centrocampo Hongla e Gerkens (22 e 25 anni rispettivamente).

L'Anderlecht, invece, sotto la guida di Vincent Kompany ha iniziato un percorso di ricostruzione della squadra dopo le deludenti prestazioni delle ultime stagioni e dopo aver messo le casse della società al sicuro con la cessione definitiva di Saelemakers al Milan e le cessioni di Roofe ai Rangers e soprattutto quella del gioellino Doku al Rennes, per un incasso totale di 39 milioni di Euro; i bianco-malva sono fuori dall'Europa in questa stagione e per questo hanno deciso di ringiovanire la rosa lanciando in prima squadra una formazione dall'età media molto bassa (per esempio nell'ultima partita di campionato era poco al di sopra di 23 anni) sulla quale l'ex capitano del Manchester City sta cucendo un sistema basato sui principi del calcio posizionale basato sul possesso palla (secondo possesso palla medio del campionato, 54,8%, alle spalle del solo Gent) ed il cui centro gravitazionale è il prossimo gioiello promesso del settore giovanile, ossia Yari Verschaeren, classe 2001 a cui Kompany sta progressivamente assegnando a lui compiti di sviluppo e di costruzione della manovra (fino allo scorso anno agiva maggiormente in zona rifinitura) facendogli seguire il percorso che un suo predecessore con quella maglia, ossia Dennis Praet, ha seguito con la maglia della Samp sotto la gestione di Marco Giampaolo.



Il minutaggio di questa stagione (212 minuti) non è ancora sufficiente a capire cosa ne sarà di questa transizione, ma si evince (dati SmarterScout) un'ottima capacità di recuperare palloni grazie ad un ottimo senso della posizione, mentre per essere appetibile su livelli superiori dovrà migliorare la difesa della palla, fondamentale non ancora al top a causa della sua esilità che può penalizzarlo contro squadre ricche di fisicità a centrocampo, tuttavia non si è preoccupato di questo Roberto Martinez che gli ha già concesso due apparizioni con la maglia della nazionale dove è stato utilizzato nei 3 di attacco del 3-4-3, mentre Kompany al momento lo alterna tra i tre d'attacco ed i tre di centrocampo nel suo 4-3-3, insomma la partita di domenica sarà molto bello vedere questo giocatore alle prese con le marcature a uomo del centrocampo dell'Anversa. 

Sarà dunque una partita tra due tipologie di squadra davvero molto differenti, da un lato il calcio di possesso e la rosa giovane dell'Anderlecht di Kompany, dall'altra parte il calcio diretto ed aggressivo dell'Anversa di Leko, uno scontro che merita tutta la nostra attenzione in questo weekend.

Friday, 28 February 2020

Cosa vedere nel weekend #20




Superata una settimana particolare per motivi extra sportivi, nel weekend in arrivo molti di noi avranno bisogno di sapere come trascorrere il tempo se non ci fidiamo di uscire di casa, per cui, a maggior ragione provo a guidarvi su cosa vedere in questo weekend, soprattutto nelle ore che ci divideranno dai fuochi d'artificio di domenica sera dove ci troveremo a decidere se seguire Juventus-Inter o Real Madrid-Barcellona, programmate, ahimè, in contemporanea.

SERIE A

LAZIO-BOLOGNA (SABATO ORE 15)

Con lo scontro Juve-Inter in programma, come indicato in premessa, domenica sera, la collocazione oraria di Lazio-Bologna potrebbe portare la squadra di Inzaghi in vetta alla classifica almeno per le ore che la dividono dalla partita di Torino. Ma il compito non è propriamente semplice visto che all'Olimpico scenderà in campo il Bologna di Sinisa Mihajlovic, uno che in maglia Lazio lo scudetto lo ha vinto.

Le preoccupazioni per la squadra bianco-celeste nascono dalle difficoltà incontrate contro squadre che sono molto aggressive in fase di non possesso e che sanno essere aggressivi in possesso coprendo in ampiezza il campo.

L'esempio più calzante è senza dubbio quello dell'ultimo derby pareggiato contro la Roma, dove. come testimoniato dalle posizioni medie in fase di possesso elaborate dalla Lega Serie A, la posizione alta dei terzini giallorossi ha costretto Lazzari (una delle principali risorse dei bianco-celesti nello spostare l'azione dalla propria trequarti a quella avversaria) a giocare quasi tutti il match in linea con i propri difensori e, dunque, depotenziando offensivamente la squadra di Inzaghi.

Il Bologna, sempre secondo i dati della Lega Calcio, è una delle squadre che gioca con il baricentro più alto di tutto il campionato (52,42 metri) ed è la squadra con l'indice PPDA più basso dell'intero campionato (7,21, fonte Understats), indice ancora più attendibile dello stile aggressivo della squadra di Mihajlovic.

Sulla base dei dati di cui sopra sarà facile aspettarsi un Bologna super aggressivo che cercherà di tenere la Lazio all'interno della propria metà-campo, un atteggiamento che aveva consentito agli uomini di Mihajlovic di mettere a ferro e fuoco l'altra metà di Roma, ossia la Roma di Fonseca; l'arrivo di Barrow ha permesso di avere una maggiore ampiezza anche sul lato sinistro (con il lato destro presidiato da Orsolini).

Proprio mentre la squadra emiliana sembrava poter mettersi in corsa per un posto in Europa, il doppio turno interno contro Genoa ed Udinese l'ha vista raccogliere solamente un punto a causa della tremenda sequenza di infortuni che ha colpito i rossoblu ed anche ad uno standard nelle esecuzioni difensive ed offensive ben al di sotto rispetto a quanto prodotto, un trend che il Bologna si porta dietro da inizio stagione. Ci sono due dati statistici che confermano questo aspetto per la squadra bolognese, da un lato la capacità di convertire in rete gli xG prodotti (secondo una media dei vari modelli parliamo di circa 4 goal in meno realizzati rispetto a quanto prodotto in termini di xG), mentre c'è un dato in cui il Bologna si trova ad essere fanalino di coda in classifica, ossia i post-shot xG elaborati da StatsBomb e fruibili mediante FbRef, in cui, in base alla direzione dei tiri subiti, Skorupski (o Da Costa nella sua unica apparizione) ha subito più di 6 goal oltre a quanto ci si attendeva dai tiri subiti, un dato che, tra l'altro si contrappone in maniera totale con i numeri di Strakosha, il cui saldo è in attivo di quasi 6 reti.

Sulla base dei dati di cui sopra, se il Bologna riuscirà con il suo pressing e con la sua aggressività a chiudere la Lazio nella propria trequarti, per la squadra di Inzaghi sarà difficile rendersi pericolosa in avanti, ma basterà un piccolo errore individuale, a cui il Bologna spesso si espone, per far inclinare il piano della partita a favore di Immobile e compagni. 

PREMIER LEAGUE

In Premier il calendario ci propone diverse sfide di grande interesse come la sfida tra il Tottenham ed il Wolverhampton, con Mourinho che ha bisogno di ritrovare la vittoria per alimentare le speranze di aggancio alla zona Champions e la sfida tra West Ham e Southampton che potrebbe rivelarsi decisiva per la lotta salvezza. Inoltre il weekend in arrivo è quello della finale di Coppa di Lega (o Carabao Cup se vogliamo utilizzare il nome commerciale) tra Manchester City ed Aston Villa, con Guardiola che, dopo aver quasi ipotecato i quarti di Champions vincendo a Madrid, proverà ad aggiungere un altro trofeo alla sua bacheca personale ed a quella del City sotto la sua gestione. La partita che, tuttavia, desta maggiore interesse per i temi tattici, tecnici e di classifica è la sfida di Goodison Park tra l'Everton di Ancelotti ed il Manchester United, reduce dalla trionfale notte di Europa League contro il Bruges.

EVERTON-MANCHESTER UNITED (DOMENICA ORE 15)


A Goodison Park domenica pomeriggio si gioca una partita che ci dirà se Ancelotti potrà seriamente considerare l'accesso all'Europa (anche la più importante) come un'opzione perseguibile da qui a fine stagione: la sconfitta subita la scorsa settimana sul campo dell'Arsenal ha ricacciato indietro in classifica i Toffees ma non ha certo ridimensionato il valore della squadra di Ancelotti che, ospitando uno United che sembra in ottima forma, può rilanciare le proprie ambizioni.

Dal suo arrivo sulla panchina dell'Everton, Ancelotti ha fissato come schieramento tattico il 4-4-2 che ha utilizzato nella sua esperienza a Napoli, mantenendone gli aspetti positivi ma anche quelli negativi, come ad esempio la difficoltà a coprire gli spazi alle spalle delle linee di pressione.
Ciò che sta mancando in termini di risultati ad Ancelotti sono proprio le partite contro le cosiddette "top 6" visto che le due uniche sconfitte in Premier sono arrivate per mano di Manchester City ed Arsenal a cui aggiungere la sconfitta in FA Cup per mano del Liverpool di Klopp; per questa ragione il ciclo di partite in arrivo con lo United domenica e Chelsea e Leicester nelle prossime settimane ci aiuteranno a capire il livello di competitività raggiunto dalla squadra e permetterà, probabilmente, ad Ancelotti di capire quali pedine muovere nel prossimo calciomercato. 

A livello tattico il lavoro di Ancelotti è facilmente riconoscibile dallo scaglionamento del suo 4-4-2 che non cambia a seconda degli avversari ma cambia in base agli interpreti: dall'analisi delle azioni difensive si evince che, indipendentemente dall'avversario, l'Everton cerca sempre di aggredire l'avversario anche in zone alte del campo, con i due centrali di centrocampo (in genere Delph e Sigurdsson, o Schneiderlin quando l'islandese viene spostato più largo) che aggrediscono sull'uscita di palla dell'avversario ma soprattutto sulle seconde palle quando il pallone viene giocato lungo su Calvert-Lewin per sfruttarne le sue doti aeree, un pattern che spesso l'Everton usa per far progredire l'azione più rapidamente; questa opzione difficilmente può creare dividendi contro lo United vista la grande forza fisica dei centrali a disposizione di Solskjaer, per cui Ancelotti ha l'occasione in questa partita di escogitare nuove strategie per portare il pallone in zone pericolose di campo.

Il Manchester United è in un grande momento di forma e, soprattutto, l'arrivo di Bruno Fernandes sembra aver aiutato Solskjaer a migliorare l'atteggiamento della squadra in partita ed a sopperire, con la sua connessione con James, Martial e Greenwood, alle assenze di Pogba e Rashford.

Dalla mappa delle sue giocate elaborata da StatsZone si nota il fatto che, pur partendo da posizione di trequartista centrale, il suo punto di forza è il continuo movimento senza palla che gli permette di ricevere palla in posizioni di campo dove può meglio valutare la posizione dei compagni e sfruttarne al meglio i movimenti; nella partita contro il Watford si vede il suo sforzo nel venire a prendere il pallone anche nella propria metà campo e muovere il pallone anche utilizzando la sua grande capacità in conduzione (le stelle verdi rappresentano i dribbling completati), insomma il portoghese ha portato quell'imprevedibilità ed una migliore divisione del campo in zona offensiva di cui hanno giovato i giocatori offensivi ed anche Fred, che finalmente un partner con cui parlare la stessa lingua calcistica. 
Ancelotti finora non ha mostrato, con i suoi meccanismi, di saper tenere a bada i movimenti di un giocatore dalle caratteristiche del portoghese, lo si è visto domenica scorsa contro Ozil, per cui sarà interessante vedere come Ancelotti riuscirà a limitare le connessioni tra Bruno Fernandes e l'attacco dei Red Devils.


LA LIGA

Con il sorpasso avvenuto la scorsa settimana, il Barcellona di Setien si presenta al Clasico di domenica sera con due punti di vantaggio sul Real Madrid, a questo si aggiunge l'intermezzo europeo che ha visto i blaugrana, seppur con grosse difficoltà, uscire indenni da Napoli ed il Real sconfitto al Bernabeu dal Manchester City e quindi in una condizione psicologia tutt'altro che ottimale, tuttavia il precedente della gara d'andata, con ancora Valverde alla guida del Barça, rende fiducioso il Real sulla possibilità di portare a casa il match ed operare il contro-sorpasso. Per il resto la giornata parte questa sera con la Real Sociedad che ospita il Valladolid e con tanti scontri pieni di spunti interessanti, uno di questi vede di fronte due delle squadre che nelle ultime settimane hanno destato le migliori impressioni, ossia Granada e Celta Vigo.

GRANADA-CELTA VIGO (SABATO ORE 21)


La sfida del Nuevo Estadio de Los Cármenes vede di fronte due squadre in un ottimo momento di forma, con i padroni di casa reduci da due vittorie consecutive e con il ritorno della semifinale di Coppa del Re da affrontare contro il Bilbao nel corso della settimana, dall'altra parte il Celta Vigo che grazie a risultati di prestigio come il pareggio ottenuto al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid e alla vittoria in rimonta contro il Siviglia, ha inanellato una serie positiva che l'ha tirata fuori dalla zona retrocessione.

La squadra andalusa indipendentemente dal modulo di partenza utilizzato si dispone in campo con un 4-4-2 asimmetrico, molto diretto (43% di possesso palla medio, 120 passaggi completati nella propria metà campo contro i 163 di media della Liga, 122 passaggi completati nella metà campo avversaria contro i 172 di media della Liga, dato Soccerment) ed aggressivo in fase di non possesso (PPDA pari a 9,34 secondo i dati di Understats, ma ulteriormente diminuito a 6,23 dopo la gara ultra passiva di Barcellona a metà gennaio).

Come si evince dalla mappa delle posizioni medie delle ultime due partite, il 3-5-2/ 5-3-2 esposto sulla carta, in realtà è un 4-4-2 in cui l'asimmetria è maggiormente accentuata dalla posizione di Foulquier che da ampiezza a destra, mentre Victor Diaz resta in posizione più accentrata a sostegno dei due centrali difensivi di ruolo, mentre Neva da larghezza a sinistra, a centrocampo Gonalons e la grande rivelazione Yangel Herrera fanno legna, mentre Machis attacca partendo da sinistra unendosi alle due punte Soldado e Carlos Fernandez; dunque un sistema che copre molto bene il campo e che permette di trovare la porta in maniera molto diretta e con maggiori margini di pericolosità, difatti le 5 reti realizzate nelle ultime due partite sembrano dar ragione ai nuovi accorgimenti voluti da Diego Martinez.

Il Celta Vigo si presenta a Granada con la consapevolezza che Oscar Garcia, subentrato a Fran Escribà a novembre, sembra aver trovato la strada per far risalire la china alla squadra galiziana, il cui talento a disposizione merita una situazione di classifica migliore.

L'analisi della progressione degli xG mostrano le differenze tra la gestione Escribà (parte sinistra del grafico) e la gestione Garcia, si nota come la fase difensiva non abbia subito variazioni rilevanti (difatti la linea di tendenza non mostra particolari inclinazioni), mentre la fase offensiva mostra sensibili miglioramenti, questo grazie al ritorno ad una focalizzazione su un calcio di possesso, in cui la tecnica degli interpreti a disposizione potesse emergere, e così gente come Rafinha, Fran Beltran e Brais Mendez può operare con maggior agio e creare opportunità per Pione Sisto, Santi Mina e, soprattutto, Iago Aspas, capitano ed anima di questa squadra che domani sera cercherà a Granada di mettersi alla prova contro un avversario che fa dell'aggressività e della contestazione del possesso avversario il proprio marchio di fabbrica, insomma Granada-Celta Vigo è una tipica sfida tra le due anime della Liga, il calcio tecnico e di possesso dei galiziani contro il calcio fatto di verticalizzazione ed aggressione alta degli andalusi.  

BUNDESLIGA

Il campionato tedesco ha confermato anche questa settimana di essere la competizione di livello più avanzato in Europa, la vittoria e dominio annesso del Bayern Monaco sul campo del Chelsea in Champions ed il passaggio del turno brillante ottenuto da Bayer Leverkusen e Wolfsburg in Europa League (in attesa di sapere il destino dell'Eintracht, chiamato a difendere 3 goal di vantaggio a Salisburgo nel tardo pomeriggio di oggi). A rendere ancora più interessante il campionato tedesco è la lotta a 5 per la vittoria finale, suddivise da 6 punti, il prossimo weekend vedrà scontrarsi tra di loro due di esse, ossia il Lipsia, squadra sulla quale questo blog ha speso milioni di bellissime parole, ed il Bayer Leverkusen, squadra che, come lo scorso anno, sta trovando una interessante continuità di rendimento nel corso del girone di ritorno. Tuttavia, oltre a consigliare lo scontro di cui sopra, vi consigliamo un altro match di particolare interesse, ossia la sfida tra l'Union Berlino ed il Wolfsburg.

UNION BERLINO - WOLFSBURG (DOMENICA ORE 13,30)


La sfida che si gioca all'Alte Försterei di Berlino sarà teatro di una sfida di grande interesse tra due squadre che sono in ottima forma per le quali questa partita può essere uno spartiacque di una certa importanza per il raggiungimento dei rispettivi obbiettivi.

L'Union Berlino si è presentato in Bundesliga per la prima volta nella propria storia, legata principalmente alla sua appartenenza geografica alla DDR e resa squadra culto per il grande apporto della tifoseria alla crescita del club e. per questo, ha raccolto tanti estimatori e tifosi anche al di fuori dei confini tedeschi. Fatta la doverosa premessa culturale sulla società, parlando di campo la squadra di Fischer ad inizio stagione sembrava la principale candidata al ritorno immediato in 2.Bundesliga ed invece, dopo le prime giornate di assestamento e dopo il passaggio al 3-4-3/3-5-2 ha iniziato una risalita che la vede in questo momento veleggiare a metà classifica con ben 9 punti di vantaggio sul Fortuna Dusseldorf, la squadra che in questo momento disputerebbe lo spareggio contro la terza della 2.Bundesliga.


L'analisi delle posizioni medie dell'Union nelle ultime due partite ci mostra degli elementi ormai caratteristici della squadra di Fischer, ossia possesso palla lasciato all'avversario, fase offensiva demandata al lavoro degli esterni (Lenz a sinistra, Ryerson o Trimmel a destra) ed alle doti aeree del centravanti Sebastian Andersson (8,52 duelli di testa vinti a partita, pari al 53% dei duelli aerei affrontati, fonte Soccerment); il passaggio alla difesa a 3 ha, inoltre, migliorato le prestazioni individuale del centrale difensivo Keven Schlotterbeck, classe 1997, il cui duello con Weghorst potrebbe essere una delle chiavi di lettura del match.

Il Wolfsburg è in un ottimo momento di forma con 4 vittorie nelle ultime 5 partite tra Bundesliga ed Europa League, serie in cui la squadra di Glasner si è qualificata agli ottavi di finale di Europa League ai danni del Malmoe ed è rientrata in corsa per un posto in Europa anche per la prossima stagione; la partita di domenica a Berlino contro un'altra squadra in grande forma servirà a mettere alla prova le qualità di Weghorst e compagni e mostrare di aver acquisito la flessibilità in termini di approccio vista nelle ultime settimane.

Le statistiche elaborate dagli analisti di Soccerment mostrano le qualità della squadra di Glasner già analizzate nelle scorse settimane: la fase difensiva continua ad essere ottimale grazie alla ricerca della conquista immediata del pallone ed anche grazie ad un ottimo rendimento dei centrali Brooks e Knoche, specie sui palloni alti, mentre il gioco offensivo  poco basato sul possesso palla (media inferiore al 50%) e molto di più su giocate dirette e verticali il cui target è Weghorst supportato dai centrocampisti alle sue spalle.

L'analisi delle due squadre lascia intendere la possibilità di una partita in cui saranno le seconde palle a fare la differenza, sotto questo aspetto il Wolfsburg dovrà amministrare al meglio l'assenza di Guilavogui. il suo uomo di equilibrio nella metà campo difensiva.


LIGUE 1


La sconfitta patita dal Marsiglia contro il Nantes sabato scorso ha definitivamente chiuso i conti, semmai ci fosse stata una chance di tenerli aperti, per quel che riguarda la lotta al titolo, con il PSG che può gestire un vantaggio di 13 punti che le può permettere di concentrare tutta l'attenzione sulla gara di ritorno in Champions League contro il Borussia Dortmund e gestire gli uomini a sua disposizione; alle spalle dei parigini e del Marsiglia che, a sua volta, non ostante l'ultima sconfitta, ha sotto controllo il secondo posto in classifica, continua la lotta per il terzo posto in Champions e per l'accesso all'Europa, una lotta che coinvolge diverse squadre e che è aperta a tantissimi scenari; due di queste protagoniste si affrontano domani sera e sono Montpellier e Strasburgo.

MONTPELLIER - STRASBURGO (SABATO ORE 20)

La sfida dello Stade de la Mosson tra Montpellier e Strasburgo potrebbe valere l'iscrizione per una delle contendenti alla corsa per un posto in Europa la prossima stagione; le due squadre hanno in comune diverse statistiche numeriche che rendono somiglianti i rispettivi stili di gioco in fase di possesso, mentre le differenze esistono in fase di non possesso. 

La formazione occitana, allenata da Der Zakarian, si differenzia per la grande aggressività in fase di non possesso, incentrata sul grande lavoro dei centrali di centrocampo, a cui avevamo fatto già accenno nelle settimane passate ed una fase di possesso molto verticale e basata sullo sfruttare il lavoro dei centrali di lato della difesa a 3 e sui cross degli esterni.

La mappa dei passaggi in verticale mostrano chiaramente come spesso e volentieri l'impostazione da dietro è finalizzata a cercare direttamente i tre uomini offensivi, qualora non sia questa la strada seguita, la mappa ci mostra il grande utilizzo dei cross. Le statistiche confermano il trend indicando il Montpellier come la squadra con più cross effettuati a partita (22) e più passaggi lunghi effettuati per partita (71), a livello individuale la statistica che conferma l'approccio verticale di Der Zakarian è data dai 6,7 passaggi lunghi a partita del centrale brasiliano Hilton (fonte dei dati WhoScored).

Ad affrontare la squadra occitana ci sarà lo Strasburgo; la squadra alsaziana è avanti al Montpellier in classifica di 2 punti e, come indicato in premessa, ha degli elementi in comune con essa. visto che anche la squadra allenata da Thierry Laurey in fase di possesso ama giocare in verticale e si affida molto spesso ai cross (è seconda in entrambe le statistiche proprio al Montpellier).

In fase di non possesso, invece, come mostrato dalla mappa predisposta da Between the Posts in relazione alla trasferta dello Strasburgo in casa del Lione ci mostra come la squadra di Garcia non sia riuscita ad accedere centralmente all'area di rigore avversaria, questo perché l'approccio voluto da Laurey è di non andare ad aggredire alto ma lavorare sulle coperture delle linee di passaggio per eliminare ogni possibilità di accesso per l'avversario alla fascia centrale del campo. L'approccio della squadra alsaziana in non possesso ha pagato grossi dividendi in termini di tenuta difensiva visto che la media dei tiri subiti è pari a 9,7 secondo i dati WhoScored, dato inferiore solamente a quello di Angers e Marsiglia.

La Ligue 1 difficilmente regala contesti tattici particolarmente evoluti e le due contendenti in questione, infatti, ne sono una dimostrazione, ma si sa che il campionato francese crea principalmente un contesto atto alla costruzione ed alla crescita di talenti, per cui alla fine a decidere la sfida dello Stade de la Mosson saranno le individualità a disposizione delle due squadre a cui sarà demandato di rompere le strategie difensive dei rispettivi avversari.


BONUS TRACK


MANCHESTER CITY - ASTON VILLA, FINALE DI CARABAO CUP


Come già accennato in precedenza, il prossimo weekend assegnerà il primo titolo in Inghilterra, con il Manchester City che affronta l'Aston Villa nella tipica cornice di Wembley per la finale di Coppa di Lega, per Guardiola è la possibilità di aggiungere un ulteriore trofeo alla bacheca, per l'Aston Villa, in piena lotta per evitare la retrocessione dalla Premier, battere il City sarebbe un'impresa clamorosa ma ha sufficiente tecnica a centrocampo per mettere in difficoltà i fragili meccanismi difensivi della squadra di Guardiola, che deve rinunciare nuovamente a Laporte per circa un mese.

RITORNA IL CAMPIONATO RUSSO


Classifiche fornite da Sofascore Risultati



Dopo la pausa invernale, il campionato russo torna in campo con lo Zenith in netto vantaggio sulle inseguitrici (+10 sul Krasnodar, +11 su Rostov, CSKA Mosca e Lokomotiv Mosca) quando mancano 11 giornate alla fine. Il campionato russo non è uscito benissimo a livello europeo, con nessuna rappresentante che è giunta alla fase ad eliminazione diretta di entrambe le competizioni. Il livello tecnico a livello individuale sembra tutto sbilanciato dalla parte della squadra di San Pietroburgo, mentre alle spalle si fatica ad intravedere una capacità di generare talenti anche a livello locale, tutti dati che non inducono all'ottimismo anche per il cammino della nazionale ai prossimi Europei dopo l'exploit del mondiale casalingo. Oltre ai gemelli Miranchuk del Lokomotiv Mosca e lo stesso Odzoev dello Zenith, i giocatori su cui si può tentare a puntare qualche centesimo sono il centrocampista del CSKA Ivan Oblyakov, classe 1998, chiamato ad un salto di qualità definitivo, ed il compagno di squadra Igor Diveev, centrale difensivo mancino classe 1999; se invece vogliamo muovere il focus sul reparto offensivo l'unico prospetto di rilievo è l'esterno destro d'attacco del Krasnodar Shapi Suleimanov, classe 1999, che tra competizioni di club e nazionale Under 21 ha messo a segno 8 goal e 7 assist.


EREDIVISIE, AJAX-AZ (DOMENICA ORE 20)


Come all'andata, le due contendenti al titolo in Olanda si affrontano distanti 3 punti in classifica ed entrambi reduci da un'altra delusione europea: la gara d'andata, disputata lo scorso 15 dicembre, si è disputata dopo la retrocessione dei lancieri dalla Champions e la pesante sconfitta della squadra di Arne Slot sul campo dello United in Europa League senza pregiudicarne la qualificazione. Domenica tornano ad affrontarsi dopo essere state entrambe eliminate in Europa League rispettivamente da Getafe e LASK Linz, ossia due formazioni dalla forte connotazione tattica che hanno mostrato i limiti delle due formazioni.

La gara d'andata, introdotta da un grande hype derivante dal grande talento a disposizione delle due formazioni, fu tutt'altro che spettacolare e fu risolta nei minuti finali da un goal di Boadu su una confusa azione di calcio d'angolo; entrambe le squadre (vedi numero di passaggi completati sulla trequarti) sembravano restie ad affrontarsi a viso aperto ed il goal nei minuti finali premiò, seppur oltremodo, un progressivo forcing della squadra di Alkmaar.


















RICOMINCIA LA MLS

Dall'altra parte del continente prende il via la MLS che quest'anno vedrà aggiungersi una nuova squadra, ossia l'Inter Miami, presieduta da David Beckham, che ha deciso di entrare nella competizione di certo non in punta di piedi, acquisendo Rodolfo Pizarro, centrocampista/trequartista messicano di grande valore ed occupando la prima casella destinata ai "designated playersall'esterno d'attacco argentino dell'Estudiantes Matias Pellegrini.

Per il resto le favorite dovrebbero essere le stesse della scorsa stagione, con i detentori di Seattle che non hanno modificato la squadra, così come le altre due principali contendenti, ossia l'Atlanta United, vincitrice due stagioni fa, e il Los Angeles Football Club, dominatrice della regular season nella scorsa stagione.

Tra le novità della stagione, oltre all'esordio di Miami, c'è il cambio di panchina a New York sponda City, con l'approdo di Ronny Delia, ex Celtic e Valerenga, rimanendo in tema di allenatori, molta curiosità per Thierry Henry che, dopo la negativa esperienza a Montecarlo, decide di ricominciare da Montreal; se invece, anche se a 33 anni, sperate ancora nella rinascita di Giuseppe Rossi, allora sarà interessante capire come andrà la sua avventura tra le montagne dello Utah, a Salt Lake City.

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