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Wednesday, 24 February 2021

Atletico Madrid - Chelsea, la pazienza di Thomas Tuchel

Nello scenario inedito di Bucarest, ottavo di finale di grandissimo interesse tecnico e tattico quello tra Atletico Madrid e Chelsea: da una parte la capolista della Liga spagnola in leggera flessione nelle ultime settimane a causa di infortuni e di casi di COVID all'interno della rosa, dall'altra parte il Chelsea che, passato da poche settimane dalle mani di Lampard a quelle di Tuchel, sta riprendendo un cammino che con l'ex bandiera da calciatore sembrava essersi arenato.

Come prevedibile è stata una partita in cui il Chelsea ha tenuto per gran parte del tempo il possesso del pallone mentre l'Atletico ha tentato di chiudere a chiave la propria area di rigore come più volte visto nelle notti di Champions da parte di Simeone, tanto più in un periodo di difficoltà dal punto di vista della forma e con una partita giocata in casa ma a 3000 km da casa e con la necessità, quindi, di non prendere goal che a maggior ragione era dovuta.



Il Chelsea, al contrario di molte altre squadre che da questa situazione tattica ne sono uscite con le ossa rotte, è stata in grado di condurre la partita e manipolare l'avversario al punto di riuscire a trovarne l'errore ed a sfruttarlo grazie ad una spettacolare rovesciata di Olivier Giroud.

LE FORMAZIONI INIZIALI

I due allenatori si presentano in campo in questa sfida con diverse assenze che hanno influito non poco nelle scelte dell'undici iniziale. 

Simeone deve rinunciare a tre elementi chiave come il difensore Gimenez ed i due esterni del 3-5-2 con cui ha dominato la Liga per buona parte della stagione, ossia Carrasco e Trippier: tocca, dunque a Llorente e Saul fare gli esterni a tutta fascia, mentre in attacco Luis Suarez è affiancato da Joao Felix ed Angel Correa. 


Tuchel, invece, deve rivedere i piani a causa dell'assenza di Thiago Silva, bloccato anche lui da un problema muscolare, per questa ragione schiera una difesa a 3 con Christensen centrale affiancato da Rudiger ed Azpilicueta mentre è confermato in blocco il centrocampo titolare della sua gestione, con Kante che si accomoda in panchina al pari di Chilwell: i centrali di centrocampo sono Kovacic e Jorginho mentre Hudson-Odoi e Marcos Alonso occupano le corsie esterne, in attacco Giroud si affianca a Werner supportati da Mount.


IL 6-3-1 DELL'ATLETICO

Tra una squadra che ama stare con il baricentro basso ed una che ama tenere il possesso, non è necessario un dottorato per intuire quale possa essere stato il canovaccio del match: la squadra di Simeone, anche a causa dell'emergenza e dalla necessità di giocarsi il ritorno senza prendere goal in casa (a proposito, quando la eliminiamo questa regola?) si è rinchiusa al limite della propria area di rigore e soffocare gli attacchi del Chelsea.

Unici momenti in cui la squadra del Cholo ha provato a cambiare spartito era nelle situazioni di transizione una volta persa la palla in zone avanzate del campo, quello era l'unica situazione in cui la squadra era autorizzata a mantenere più giocatori ad aggredire il pallone in zone avanzate di campo, tuttavia queste situazioni si possono contare sulle dita di una mano anche per merito delle contromisure di Tuchel che vedremo dopo.

Lo schieramento in non possesso dell'Atleti era, quindi un 6-3-1 con il solo Suarez esonerato da compiti difensivi, anche Joao Felix era costretto a dover seguire le discese (sporadiche ma non così rare) di Azpilicueta; Lemar e Correa si accoppiavano agli esterni del Chelsea mentre Llorente si affiancava ai tre centrali difensivi per avere garantita la superiorità numerica con gli avanti dei Blues.

Ovviamente questo schieramento aveva l'obiettivo di blindare la porta di Oblak, tuttavia il Chelsea ha mostrato grande sicurezza con il pallone tra i piedi ed ha sempre cercato la soluzione per bypassare questo schieramento dell'Atletico Madrid, in particolare non è stata casuale la scelta di Tuchel di mettere dentro dal 1' Olivier Giroud, uno che non ha certo paura a sfidare spalle alla porta o nei duelli aerei i centrali di Simeone: in particolare le sue capacità di giocare di sponda hanno permesso più volte a Werner e Mount di sfondare tramite triangolazioni.


LO SCHIERAMENTO DEL CHELSEA

Se non è stato sorpreso il sottoscritto dall'atteggiamento dell'Atletico Madrid, figuriamoci se potesse mai esserlo Thomas Tuchel che ha mostrato di aver trasmesso alla squadra idee chiare su come affrontare il match.

Il 3-4-1-2 di partenza messo in campo è stato molto più rigido rispetto a quello che abbiamo avuto modo di vedere in Premier League sino ad adesso: Azpilicueta è rimasto sempre molto vicino agli altri due difensori centrali, ed in fase di non possesso la linea difensiva non scivolava a 4 ma passava a 5 in modo tale da evitare situazioni di parità ed inferiorità numerica contro giocatori come Lemar o Joao Felix. 

Pur in presenza di un avversario che sostanzialmente lasciava il solo Suarez davanti, Tuchel è stato molto bravo a fiutare il pericolo derivante dalle seconde palle: la tattica dell'Atletico nel primo tempo si basava su attacchi diretti verso Suarez che lottando contro i centrali del Chelsea cercava di indirizzare le respinte nelle zone coperte da Correa o Joao Felix, tuttavia con uno dei centrali pronto a staccarsi proprio allo scopo di contestare la seconda palla, i Blues si sono costruiti la partita con la certezza che il goal non lo avrebbero mai subito, permettendo loro di concentrare gli sforzi alla ricerca del varco per superare la resistenza difensiva della squadra di Simeone.

In fase di possesso, invece, la costruzione si basava su un rombo il cui vertice alto era Jorginho, ai cui fianchi poi si posizionavano Kovacic e Mount: le capacità del regista italiano nel gestire la palla e nel resistere alla pressione mai tenera di Koke ha permesso alla squadra di Tuchel di muovere la palla in maniera fluida anche in assenza di spazi. I movimenti a turno di Werner, Kovacic e Mount avevano lo scopo di stanare le linee dell'Atletico e cercare linee di passaggio spesso ambiziose che, però, hanno lasciato intuire che il Chelsea fosse in grado di trovare il modo di far male ad un avversario così basso.


COSA E' CAMBIATO NEL SECONDO TEMPO


In realtà la partita non ha cambiato i proprio connotati in maniera sostanziale nel secondo tempo: unica novità di rilievo è stato l'ulteriore tentativo di Tuchel di spezzare le linee dell'Atletico che, da parte sua, ha cercato, soprattutto nelle fasi iniziali, di alzare di qualche metro il proprio baricentro.

La mossa del tecnico tedesco è stata quella di ripristinare in fase di costruzione il 3+2 con Kovacic che si abbassava accanto a Jorginho, con un duplice scopo: non mandare in sofferenza il rombo di costruzione di fronte ad un atteggiamento più aggressivo della prima pressione dell'Atletico e, soprattutto, scaglionare Werner, Mount e Giroud su diverse altezze per testare la reazione della linea difensiva avversaria e capire quali spazi poter sfruttare.






E' proprio su un movimento di Giroud a venire incontro che nasce il goal che decide la partita: il centravanti francese vince un duello aereo con Felipe creando spazi che Alonso e Werner hanno sfruttato per fare arrivare il pallone in area e mettere in affanno la difesa dei Colchoneros generando l'errore di Hermoso che ha permesso allo stesso Giroud di finalizzare l'azione da lui iniziata con una splendida rovesciata.








CONCLUSIONI


Il Chelsea di Tuchel ha visto premiata la propria pazienza nel cercare l'occasione giusta per portare a casa la vittoria in questa partita: il tecnico tedesco ha saputo capire le complessità di questa partita e di quanto possa generare tarli mentali affrontare un avversario come l'Atletico Madrid, e per questo è stato in grado di mettere in campo una squadra in grado di tenere sotto controllo la partita tagliando fuori dal match Suarez e limitando le possibilità in transizione all'Atletico Madrid.

Nell'ottica del doppio confronto, tuttavia, i giochi non possono certo considerarsi chiusi, tra tre settimane i Colchoneros si presenteranno a Stamford Bridge (o ovunque si giocherò il ritorno) con una condizione fisica e mentale presumibilmente migliore di questa. A questo va aggiunto che il Chelsea non avrà a disposizione per squalifica due pedine che sono fondamentali nelle gerarchie di Tuchel come Jorginho e Mount.

Thursday, 26 November 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 8


 


Sarà un weekend calcistico abbastanza particolare, non è possibile a pochi giorni di distanza scindere il campo con il pensiero della morte del più grande artista calcistico della storia, sarà il primo weekend che il calcio giocherà senza che ad osservarlo (almeno con gli occhi mortali) ci sia il punto di riferimento per chi questo sport lo pratica sin da bambino. 

La mia scelta è caduta su 4 partite che mettono di fronte tanti spunti tecnici e tattici e dove le squadre impegnate andranno alla ricerca di risposte in termini di continuità rispetto a quanto fatto vedere nelle ultime settimane.


WOLFSBURG- WERDER BREMA (VENERDI' ORE 20,30)


Il weekend parte venerdì sera con l'anticipo della nona giornata di Bundesliga che vede di fronte due formazioni in grande crescita e reduci da una serie di risultati e prestazioni a dir poco incoraggianti che stanno riscattando dei periodi difficili vissuti negli ultimi mesi: da una parte, infatti, il Wolfsburg ha mancato l'accesso ai gironi di Europa League, eliminato dall'AEK Atene, dall'altra parte il Werder è reduce da una stagione pessima in cui è riuscita ad evitare la retrocessione all'ultima giornata per poi vincere lo spareggio contro l'Heidenheim in maniera molto faticosa.

Le due squadre si affrontano con una differenza di 3 punti tra di loro, frutto della sconfitta subita dagli uomini di Kohfeldt alla prima giornata, unica sconfitta subita dal Werder finora, mentre il Wolfsburg è al momento imbattuto con 3 vittorie e 5 pareggi al proprio attivo e reduce da 10 punti nelle ultime 4 partite.

La squadra di Glasner continua a mantenere l'identità che il tecnico austriaco ha portato a partire dalla scorsa stagione, rendendo i Die Wölfe una squadra riconoscibile per il suo atteggiamento aggressivo e molto verticale (8,92 l'indice di PPDA, il terzo alle spalle di Bayern e Lipsia e 10,35 di OPPDA, ossia il dato opposto, quello dei passaggi effettuati prima del cambio di possesso o di termine dell'azione, valore più alto di appena 6 squadre).




In questo video si può vedere notare l'approccio della squadra di Glasner sia in fase di possesso che non possesso: nella prima parte del video si nota la tensione verticale dello sviluppo del gioco da parte del Wolfsburg, con i due centrocampisti centrali Arnold e Schlager (una delle coppie di centrocampo a mio parere meglio assortite in tutta Europa) che si sistemano in verticale proprio allo scopo di creare situazioni di risalita disordinando le linee di pressione avversarie per arrivare con pochi passaggi ad affrontare la linea difensiva avversaria; nella seconda parte del video, invece, si nota l'aggressività della squadra nell'andare a contendere il pallone in tutte le zone del campo cercando di chiudere linee di passaggio ed allo stesso tempo di portare quanti più uomini possibile in zona palla.

Il Werder, invece, ha un approccio al gioco molto più coperto in fase di non possesso, con Kohfeldt che in questa stagione ha deciso di transitare verso una difesa a 3 abbandonando il 4-3-3 delle scorse stagioni: dal momento del passaggio di modulo il Werder ha subito 5 reti in 6 partite (quarta difesa del campionato), un risultato importante per quella che è stata la seconda peggior difesa della scorsa Bundesliga.

Ma sicuramente la prova di consapevolezza per i bianco-verdi è arrivata dalla grande prestazione in casa del Bayern nello scorso week-end, una prestazione in cui le modifiche tattiche in fase di non possesso di Kohfeldt hanno mostrato la loro bontà chiudendo ogni spazio centrale alla squadra campione d'Europa ed allo stesso tempo mostrando grandi qualità in fase di possesso, che ho voluto riassumere nel seguente video:





In fase di costruzione è molto interessante il movimento del difensore centrale della difesa a 3 (in questo caso Toprak) che fa un passo in avanti creando una seconda linea che può permettere di bypassare la prima linea di pressione del Bayern in zona centrale, mentre sull'esterno il braccetto di parte, il quinto ed il centrocampista centrale di parte creano una catena che disordina anche la seconda linea di pressione del Bayern mandando a vuoto il pressing bavarese per poi spostare il gioco sull'altro lato dove può agire Milot Rashica, coadiuvato da Augustinsson che, in fase di possesso, giocava ad un'altezza maggiore rispetto al suo omologo sull'altro lato Gebreselassie; queste situazioni hanno permesso al Werder di creare tanti problemi alla linea del Bayern anche in fase di transizione, vista anche la grande qualità negli smarcamenti preventivi ed in conduzione dell'esterno offensivo kosovaro, per il quale, a 24 anni, deve essere giunta la stagione in cui può (e deve) far esplodere il suo talento sul quale molti addetti ai lavori contano ciecamente.

Per le due squadre, quindi, l'avversario di turno rappresenta un ulteriore sfida per confermare i progressi delle ultime settimane, per il Werder la possibilità di vedere ulteriormente testata la propria fase di possesso da un'altra squadra super-aggressiva ma soprattutto testare la propria compattezza in fase di non possesso contro la verticalità degli uomini di Glasner che, invece, dovranno ulteriormente dimostrare la bontà dell'approccio aggressivo contro un avversario in grado di saper manipolare i meccanismi di pressione alta.


VALENCIA-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 16,15)


E' arrivato il momento della stagione in cui dobbiamo andare a vedere come è messo l'Atletico Madrid, una squadra che da almeno 3 anni è in attesa di una trasformazione che fatica a completarsi, e dopo 10 partite ufficiali disputate forse quel momento sembra realmente arrivato. La vittoria sul Barcellona ed i contemporanei rallentamenti del Real Madrid stanno rendendo concreta l'opportunità per i colchoneros di potersi giocare fino in fondo il ritorno al successo nella Liga dopo quel magico 2014.

Il grafico che ho elaborato qui a fianco mostra che la fase difensiva dell'Atletico resta sempre caratterizzata da una totale copertura degli spazi ed un baricentro basso: in colonna troviamo il dato della percentuale dei passaggi concessi nella propria trequarti, mentre in riga si trovano la percentuale dei passaggi concessi in area rispetto a quelli concessi nella trequarti: messi da parte i dati della Real Sociedad la cui fase di non possesso aggressiva sta generando importanti dividendi (tra cui la momentanea vetta della classifica), l'Atletico Madrid è situata nel quadrante a sinistra, ossia quello dove troviamo squadre che giocano con un baricentro medio-basso dove si concede l'ingresso nell'ultimo terzo di campo ma la grande compattezza della squadra di Simeone rende molto complicato l'accesso all'area di rigore (valore molto sopra la media del campionato): questo atteggiamento ha portato a dei dati difensivi clamorosi come i 2 goal subiti in 8 partite ed un valore di 0,08 xG subiti per tiro, a questo si aggiungono le solite grandi prestazioni di Oblak a difesa della porta (93% di parate e +3,4 come saldo positivo dei psxG, ossia il dato degli xG basato solo sui tiri diretti verso lo specchio della porta, in cui il portiere sloveno è, manco a dirlo, il migliore del campionato). 

Ma ovviamente l'Atletico di quest'anno non è solo questo, Simeone ha abbandonato nelle ultime partite il 4-4-2, un modulo che da queste parti sembrava scolpito nella pietra, per orientarsi su un 3-5-2 dove si possa sfruttare al meglio in fase di possesso la corsa di Carrasco (schierato come quinto di sinistra come in nazionale) e la capacità di Marcos Llorente di leggere gli spazi generati dal movimento delle due punte, mostrando una rinnovata volontà del Cholo di voler adattare lo schieramento in campo alle caratteristiche dei suoi uomini di maggior talento.

La trasferta di Valencia sarà un'importante banco di prova contro una squadra che, seppur tra le mille difficoltà generate dalla gestione quanto meno discutibile del patron Lim, sta mostrando dei valori importanti, soprattutto nel mettere in mostra diversi elementi che possano continuare a generare fantasie positive per i tifosi valenciani.

La rivoluzione voluta dalla proprietà per ridurre i buchi di bilancio hanno portato a delle scelte sul mercato molto forti: come si evince dal riepilogo fornito da Transfermarkt il club valenciano ha svenduto sostanzialmente i pezzi pregiati della sua rosa, con addirittura il capitano Parejo, simbolo della squadra, ceduto a titolo gratuito ai rivali del Villarreal al pari di Coquelin, così come i giocatori di maggior valore come Rodrigo e Ferran Torres ceduti rispettivamente per 30 e 23 milioni di Euro; lo stesso riepilogo di Transfermarkt indica che gli incassi dalle cessioni, pari a 74,5 milioni di Euro, rappresentano un valore addirittura inferiore alla metà del valore di mercato dei giocatori, così come calcolato dal sito stesso, dunque una vera e propria svendita.


La squadra, dunque, ringiovanita ed indebolita rispetta allo scorso anno, è stata affidata a Javi Gracia, costretto a fare le proverbiali nozze con i fichi secchi, ma che, non potendo, di fatto, contare su arrivi dal mercato, ha deciso di non tradire il 4-4-2 appartenente alla tradizione di questa squadra e puntare sui diversi giocatori provenienti dalla cantera valenciana, in modo tale da utilizzare il fattore identitario per creare una leva per far partire questa stagione con il piede giusto. 
I risultati, effettivamente, stanno dando ragione al tecnico navarro, con il 4-4-2 molto compatto che funziona specialmente contro formazioni di alta classifica, visto che sia la Real Sociedad attuale capolista che il Real Madrid sono usciti sconfitti dallo scontro con il Valencia, e specie quest'ultimo match è stato il capolavoro della squadra di Javi Gracia, partita in cui abbiamo visto splendere il talento di Soler, nuovo simbolo tecnico della squadra, ma anche quello di Musah e, soprattutto, Hugo Guillamon, centrale difensivo classe 2000 che mostra una qualità molto rara nei difensori centrali contemporanei, l'attenzione posta all'uomo una volta che la linea difensiva è forzata ad abbassarsi in area di rigore, un livello di attenzione che gli ha permesso di tenere a bada un certo Karim Benzema, costretto a girare al largo dell'area di rigore per trovare il tiro (poi oh, un campione è un campione e così il francese è stato capace di trovare il goal con un gran tiro da fuori area).

Dati i precedenti con le grandi del campionato la trasferta valenciana rappresenta, dunque, una trappola pericolosissima per l'Atletico Madrid, sarà una sfida tra due squadre molto compatte in cui, con ogni probabilità, saranno i duelli individuali a fare la differenza a parità di intensità e strategia tattica.



CHELSEA-TOTTENHAM (DOMENICA ORE 17,30)



La sfida di Stamford Bridge merita di essere vista perché non può mai passare in secondo piano una sfida tra Jose Mourinho e Frank Lampard, il giocatore che tanto ha contribuito ai successi di Mou in Inghilterra e che oggi sulla panchina del Chelsea sta provando a costruire un nuovo progetto vincente, mentre, dall'altra parte, Mourinho, con il suo calcio compatto e di transizioni ha riportato, finalmente, il Tottenham ad essere una contendente per la Premier.

I precedenti della scorsa stagione hanno visto Lampard prevalere in entrambi i precedenti, certo erano partite molto particolari in quanto il Tottenham nel primo confronto si trovò presto in 10 per l'espulsione di Son mentre nella gara di ritorno, disputata meno di due mesi dopo, sia Son che Kane erano ai box per infortunio: proprio questi ultimi due sono gli elementi su cui Mourinho ha costruito il suo Tottenham versione 2020/2021, mentre l'utilizzo della difesa a 3 da parte di Lampard nei due precedenti della scorsa stagione è stato messo in soffitta (utilizzato solo nella transferta ad Old Trafford) e vedremo quanta voglia avrà Lampard di riesumarlo per questo match.

Con il passaggio al 4-3-3 Lampard ha potuto dare a diversi uomini la possibilità di muoversi in maniera più organica ed in modo da esaltare al meglio le caratteristiche di ciascun singolo: nell'esempio preso dall'ultima partita di Premier contro il Newcastle si notano i principi posizionali della squadra ed anche le rotazioni tra i giocatori: dallo screenshot si nota Ziyech che scambia la posizione con Kovacic, mentre Mount (a cui Lampard ha dato piena libertà di movimento) si posizione in zona di rifinitura permettendo a Werner di attaccare con i suoi tagli da sinistra lo spazio che si crea tra centrale e terzino avversario, un marchio di fabbrica del tedesco, stessa cosa fa in questa circostanza Kovacic che sfrutta l'attenzione che i centrali devono riversare su Abraham e lo stesso Mount, per tenatare anche lui un movimento davanti o alle spalle del terzino avversario. Questa serie di opzioni è resa possibile, a mio parere, dalla presenza in campo di una punta centrale dalle caratteristiche di Abraham (stesso discorso vale per Giroud) che rende possibili queste rotazioni sia in verticale tra zona sviluppo e rifinitura che in ampiezza, dove i terzini possono a loro volta attaccare la linea con le sovrapposizioni; questo sistema permette a Lampard di sfruttare al meglio tutto il materiale a propria disposizione, visto che anche gente Havertz o Hudson-Odoi possono inserirsi al meglio in questo contesto, permettendo a Lampard di poter ruotare gli uomini a propria disposizione, un elemento indispensabile in un calendario così congestionato.

Dall'altra parte il Chelsea troverà una squadra che ha imparato molto bene dal proprio allenatore ad attrarre gli avversari nella propria metà campo per poi attaccare in transizione, per farlo Mourinho si è affidato ai due elementi offensivi principali della sua squadra (ossia Kane e Son) ricostruendo intorno a loro una nuova struttura di squadra puntellata sul mercato con acquisti mirati a tal scopo, mi riferisco principalmente a Hojbjerg in mezzo al campo, Sergio Reguilon sulla fascia sinistra e Tanguy Ndombele tra centrocampo ed attacco, quest'ultimo è stato un colpo di teatro positivo da parte di Mourinho, in genere poco propenso a riabilitare giocatori con cui non riesce a costruire rapporti empatici, invece con il francese (complice forse il peso che ha il suo costo sui conti del club) il tecnico portoghese è tornato sui suoi passi riconsegnandoli una centralità nel suo progetto tecnico; ciò che hanno portato questi tre elementi è la capacità di avanzare il campo in conduzione, rendendo possibili le transizioni degli Spurs.

Fonte Squawka
Come accennato prima, la trasformazione della squadra da parte di Mourinho è completata dall'apporto dato alla fase di rifinitura e realizzazione da parte di Kane e Son: il centravanti inglese, dopo una stagione di appannamento influenzata dai diversi infortuni subiti, quest'anno sembra aver trovato una nuova vita agendo spesso e volentieri con le funzioni di uomo di raccordo tra centrocampo ed attacco mettendo in difficoltà le scelte delle linee difensive sempre indecise se seguirlo o consegnarlo alla linea di centrocampo, una situazione che genera quel disordine nello schieramento offensivo avversario sufficiente a permettere a Son di sfruttare gli spazi generati dal suo movimento. Dai numeri indicati sopra, si evince quanto il coreano abbia raggiunto dei livelli clamorosi in finalizzazione, così come si può facilmente notare l'aumento di tocchi e passaggi a partita da parte di Kane (nonché di passaggi che portano al tiro, i cosiddetti Key Passes) a dimostrazione di un maggiore coinvolgimento del centravanti alla fase di possesso degli Spurs.

Con queste premesse sarà sicuramente una gara in cui possiamo prevedere le strategie dei due allenatori, con Lampard a cercare spazi e Mourinho a negarli, per cui la partita ci dirà quanto il Chelsea sia cresciuto al punto da sapere manipolare un blocco come quello del Tottenham (cosa non riuscita a Guardiola la scorsa settimana) ma anche quanto abbia trovato un equilibrio in base a come sarà in grado di contrastare le transizioni del Tottenham, per gli Spurs, invece, un risultato ed una prestazione positiva a Stamford Bridge può essere un ulteriore step per consolidare nello spogliatoio la strategia di Mourinho, e sappiamo tutti la storia cosa ci ha insegnato nei momenti in cui spogliatoio e l'allenatore portoghese entrano in simbiosi tra di loro.

 

COSENZA-SALERNITANA (DOMENICA ORE 21)


La serie B è arrivata alla nona giornata di un campionato in cui tante squadre reclamano un ruolo da protagonista, le otto giornate fin qui disputate sono già un campione sufficiente per stabilire l'identità che ciascuna squadra sta raggiungendo: le protagoniste della partita che ho scelto per questo weekend sono due squadre come Cosenza e Salernitana particolarmente identitarie e con visioni di calcio molto differenti tra di loro, elemento che rende questa partita molto interessante da seguire.

La Salernitana si presenta a questa trasferta da capolista del campionato in coabitazione con l'Empoli, una posizione influenzata anche dalla vittoria a tavolino decretata la scorsa settimana della sfida contro la Reggiana non disputata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la squadra emiliana.

La guida tecnica della squadra granata, dopo l'anno tutto sommato positivo di Ventura, è stata affidata a Fabrizio Castori, allenatore che fa della compattezza e della copertura degli spazi la base della propria visione tattica che, in questa stagione si traduce in campo con un 4-4-2 classico in entrambe le fasi, con la fase di non possesso che si preoccupa di chiudere gli spazi come si evince dal fermo immagine, con le due linee orientate in zona palla; in fase di possesso invece, la presenza di Djuric in attacco viene utilizzata per costruire attacchi diretti verso la torre bosniaca, mentre la seconda punta Tutino diventa il target di giocate verticali immediate dalla difesa o da centrocampo; scopo di questa strategia è quello di sfruttare questa verticalità che i due attaccanti danno alla squadra per portare il gioco immediatamente nella trequarti avversaria per poi andare a giocare sulle seconde palle, una strategia in cui è ben riconoscibile la firma dell'allenatore marchigiano.

Dall'altra parte il Cosenza, grazie alla clamorosa salvezza ottenuta nella scorsa stagione, ha confermato in panchina Roberto Occhiuzzi che ha mantenuto intatta la mentalità mostrata dalla squadra nella fase finale della scorsa stagione: la squadra silana sta mostrando, pur all'interno di limiti individuali evidenti, un sistema di gioco molto coraggioso ed aggressivo ma allo stesso tempo in grado di mantenere una certa compattezza in fase di non possesso e soprattutto una linea difensiva a 3 sempre ben affiatata e che ha chiari i compiti assegnati.

In questo esempio, tratto dall'ultima partita di campionato, vinta sul campo del Frosinone, si nota chiaramente la propensione offensiva del 3-4-1-2 di Occhiuzzi, una squadra che ama invadere l'area avversaria con tanti uomini, specie quando l'ingresso in area arriva da zone esterne, per cui spesso troviamo questa situazione in cui l'esterno di parte va al cross, i 3 elementi offensivi cercano di coprire al meglio l'area di rigore coadiuvati dall'esterno opposto e da uno dei centrocampisti centrali (in genere Daniele Sciaudone, il motore dei Lupi) che arriva a rimorchio; un sistema molto diretto ed aggressivo di giocare che ha permesso al Cosenza di giocarsela anche nel corso della settimana contro il Parma in Coppa Italia mostrando un calcio davvero molto interessante e che potrà permettere alla squadra di togliersi delle soddisfazioni nel corso di questa stagione ed ottenere una salvezza meno sofferta rispetto a quella della scorsa stagione e, perché no, magari alzare le quotazioni in ottica di carriera futura, dello stesso Occhiuzzi, ma anche di alcuni elementi della rosa come il centrale difensivo Andrea Tiritiello ed il trequartista Bahlouli, classe 2000 in prestito dalla Sampdoria, che sta mostrando doti tecniche interessanti, ma forse ancora un po' troppo barocco e poco funzionale in alcune situazioni, tuttavia ha mostrato una certa crescita rispetto alla scorsa stagione.

Questa contrapposizione di stili, tra la solidità e l'essenzialità del pensiero calcistico di Castori, contro il coraggio e l'aggressività del Cosenza di Occhiuzzi potrebbero rendere questa partita molto più intensa e godibile rispetto ad una normale partita di serie B.

Thursday, 22 October 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 5

















Da venerdì scorso è iniziato un periodo che vedrà quotidianamente partite per quattro settimane di fila, per cui con tutti gli eventi che ci sono in corso, concentrarsi su ciò che avviene nel solo weekend può essere limitativo visto il menu che ci troviamo di fronte ogni giorno, ma visto che sarebbe consigliabile restare a casa in questo periodo per limitare i contagi COVID, il weekend, specie per chi in settimana è preso da altri impegni, resta il momento migliore per godersi un po' di eventi sportivi dal proprio divano.

Come nelle precedenti settimane ho scelto dal palinsesto le partite e le squadre che mi destano maggiore interesse, non solo per la partita in se ma anche per conoscere alcune squadre in vista dei prossimi impegni oppure per rivedere squadre che mi hanno favorevolmente impressionato in questo periodo.

Prima di procedere alla presentazione delle mie scelte partiamo da una premessa, questo weekend prevede una partita che non necessita di presentazioni ne di consigli, si gioca Barcellona-Real Madrid al Camp Nou, appuntamento sabato alle ore 16, non aggiungo altre considerazioni ed analisi ma non perdetevela!.


PREMIER LEAGUE UCRAINA, VORSKLA POLTAVA-SHAKHTAR DONETSK (SABATO ORE 13)


La prestazione dello Shakhtar a Madrid in Champions League è stata sorprendente sia perché si tratta pur sempre di disporre a proprio piacimento del Real Madrid, ma anche perché si tratta di una prestazione ottenuta non ostante le tante assenze (non che il Real fosse a pieno organico, anzi) e dopo un inizio di campionato tutt'altro che dominante se comparato con il dominio espresso nella massima divisione ucraina negli ultimi anni.

Difatti in questo momento la classifica del campionato ucraino vede la squadra di Castro all'inseguimento della Dynamo Kiev di Lucescu e del suo avversario di sabato, per cui dopo la vittoria di Madrid ed in attesa di un'importantissima sfida interna contro l'Inter, riuscire a riprendere la vetta della classifica scavalcando il Vorskla potrebbe certificare ulteriormente la bontà del lavoro del tecnico portoghese in piena continuità con quanto fatto da Fonseca negli anni precedenti.

La squadra allenata da Maksimov è impattata dalle assenze causa COVID, seppur non ai livelli dello Shakhtar, ma a sufficienza per costringere il tecnico ucraino a modificare il 3-4-3 di base con un 4-4-1-1 nell'ultima sfida di campionato vinta contro l'Olimpik Donetsk per 1-0 principalmente per ovviare dell'assenza degli esterni offensivo Ibrahim Kane, classe 2000, e Pavlo Rebenok; per questo la squadra della città di Poltava perde un po' della sua brillantezza offensiva ed anche alcuni meccanismi che probabilmente hanno necessitato di qualche revisione. 
Nella partita vinta nell'ultima giornata ad essere stato decisivo ai fini della vittoria è stato l'ingresso in campo in corso d'opera del trequartista Shcherbak, autore dell'assist per il goal di Kulach, capocannoniere della squadra con 4 reti e terminale offensivo designato.

Lo Shakhtar visto a Madrid (al netto del forte abbassamento del baricentro nel secondo tempo) parte chiaramente favorito in questa sfida, tuttavia le tante assenze causa COVID hanno portato Castro a tenere lo stesso 11 in campo per tutti i 90 minuti e dato l'impegno contro l'Inter in Champions, è giusto pensare che il tecnico portoghese possa rischiare di mettere in campo qualche elemento con meno esperienza, per esempio sarei curioso di capire se ci sarà spazio per il 21enne Marquinhos Cipriano, scuola San Paolo, esterno offensivo ideale per un 4-2-3-1 come quello dello Shakhtar che però finora ha raccolto solo 32 minuti in questa stagione.

LIGA, ATLETICO MADRID-BETIS (SABATO ORE 21)


La sfida del Wanda Metropolitano tra la squadra di Simeone e quella di Pellegrini è una sfida che merita di essere vista soprattutto per capire su cosa le due compagini hanno diritto a competere in questa stagione.

Per il terzo anno di fila gli osservatori (me compreso) cercano di capire se questo possa essere l'anno buono per la "decholizzazione" dell'Atletico Madrid, una cultura che ha reso grande questa squadra nel momento in cui il gap a livello di seguito ed a livello economico era sensibilmente inferiore a quello di Barcellona e Real, ma che adesso sembra penalizzare gli elementi a disposizione di Simeone.

La sconfitta subita in Champions per mano del Bayern in settimana a messo a nudo tutti i limiti di una squadra che, pur avendone i mezzi, non riesce a far rendere al meglio i propri uomini, una situazione che ben ha riassunto sul suo account twitter Ricardo Rubio:





Il Betis, invece, è ripartito in questa stagione consegnando la panchina a Pellegrini, in una ricerca reciproca di rilancio dopo le ultime stagioni non propriamente esaltanti in cui entrambi hanno puntato sulla costruzione delle squadre con tanta qualità dalla metà campo in su ma senza riuscire a farla esprimere al meglio; il tecnico cileno ha deciso di costruire la squadra con un 4-2-3-1 .

Come si evince dalla passmap della partita vinta contro il Valencia, la formazione di Pellegrini affida il proprio gioco coinvolgendo le zone esterno del campo, dove i terzini e gli esterni di parte si sovrappongono e creano diverse triangolazioni con il supporto di Fekir, chiamato dalla sua posizione di trequartista di dare maggiore qualità al possesso grazie alle sue giocate palla al piede (2,5 dribbling riusciti a partita e 2,8 falli subiti), non è un caso che le maggiori opportunità siano partite dai piedi di Joaquin (2,6 passaggi-chiave a partita) e Canales (2,3 passaggi-chiave ed anche 2 assist al suo attivo), con quest'ultimo che viene schierato da Pellegrini o come esterno offensivo a sinistra o come centrale di centrocampo, scelta avvenuta quando il tecnico cileno non aveva William Carvalho a propria disposizione. L'ultima partita persa contro la Real Sociedad, tuttavia, ha mostrato che se l'avversario è in grado di bloccare questi sfoghi laterali e tenere Fekir fuori dal gioco (o ancora peggio quando è lui stesso in una di quelle giornate di abulia) la squadra mostra segnali di essere del tutto innocua e con i due terzini alti e senza la cerniera di William Carvalho diventa anche molto vulnerabile in fase di non possesso.



PREMIER LEAGUE, ASTON VILLA-LEEDS (VENERDI ORE 21)


Il programma della Premier League e dell'intero weekend si apre con quella che a mio parere è la sfida più eccitante di tutto il fine settimana, al Villa Park si affrontano due formazioni che portavano con se un hype gigantesco dato, da una parte, dalla campagna acquisti e di rinnovi contrattuali del Villa da club con idee chiare ed ambiziose, dall'altra il Leeds con il progetto tecnico iniziato tre anni fa in Championship con la panchina assegnata a Marcelo Bielsa che ha costruito un meccanismo il quale oltre a riportare i Whites in Premier League dopo 17 anni, ha messo in luce una serie di individualità che sembravano destinate ad un percorso da comprimari nella Championship e che invece, adesso sono in misura fissa nell'agenda di Southgate e di altri commissari tecnici per il prossimo europeo.


Partendo dall'Aston Villa, il clamoroso inizio di stagione con 4 vittorie nelle prime 4 partite trae origine, a mio parere, dal lavoro svolto da Dean Smith nel momento più difficile della scorsa stagione, ossia la ripresa della Premier dopo il lockdown: in quel momento il Villa si presentava al restart della stagione con la peggior difesa del campionato, frutto di un atteggiamento molto propositivo ma che creava troppe opportunità agli avversari, tanto più che la capacità realizzativa della squadra in fase di possesso era tutt'altro che positiva visto che nessuno degli attaccanti a disposizione di Smith, in particolare Wesley, non sono stati in grado di trovare la via della rete. Così dopo il lockdown, sull'orlo della retrocessione, il tecnico ha preferito abbassare il baricentro della squadra e cercare di blindare la propria area di rigore e sperare nelle giocate degli uomini avanzati, la strategia si è rivelata efficace in termini di numeri difensivi (come si evince dalla grafica di Understat esposta sopra) e soprattutto ha permesso, grazie alle prodezze del capitano Jack Grealish, di portare a casa la salvezza all'ultima giornata complice anche il crollo finale del Watford.

E proprio dalla lezione dell'ultima stagione, allenatore e club hanno deciso di ripartire per costruire una squadra maggiormente competitiva: il primo passo è stato rinnovare e mantenere gli elementi più importanti della scorsa stagione, ossia il già citato capitano Jack Grealish, il duo di centrali difensivi formati da Konsa e Mings ed il brasiliano Douglas Luiz perno davanti alla difesa ed ago della bilancia dell'equilibrio della squadra di Smith; alla loro conferma il club ha completato la squadra con un recruiting da 10 in pagella: nel ruolo di terzino destro è arrivato Matthew Cash, reduce da una grande stagione con il Nottingham Forest in Championship, mentre per il ruolo del centravanti, il grande buco della scorsa stagione, il club ha deciso di fare un investimento importante per Ollie Watkins, capocannoniere della scorsa Championship con la maglia del Brentford, con cui ha sfiorato la Premier, ha coperto il ruolo del portiere acquistando un signor estremo difensore come Emiliano Martinez dall'Arsenal e, ciliegina sulla torta, ha preso in prestito dal Chelsea Ross Barkley che si è già rivelato decisivo con la rete al 90' contro il Leicester ma soprattutto ha permesso a Smith il passaggio al 4-2-3-1 che, così assemblato, permette di contenere gli avversari con un 4-4-1-1 che chiude le zone centrali ed allo stesso tempo permette sufficiente elasticità sulla base di come l'avversario cerca di attaccare (raddoppio terzino-ala in caso di attacco laterale, abbassamento di Douglas Luiz in caso di movimenti in zona di rifinitura da parte delle punte), mentre in fase di possesso permette a Grealish di avere un giocatore in più con cui connettersi e con cui ruotare le posizioni assieme a Watkins permettendo anche a McGinn di mostrare le proprie qualità negli inserimenti, insomma un meccanismo che sembra ben costruito e che, al momento, è decisamente ben suffragato dai risultati (punteggio pieno e miglior difesa con 2 goal e 3,9 xG subiti, dato StatsBomb).

Anche il Leeds, come molti di noi speravano, sta mantenendo le promesse di inizio stagione, la curiosità di vedere i principi di gioco di Bielsa nella competizione che, al momento, rappresenta il pantheon tattico a livello mondiale, era gigantesca e ciò che sta proponendo il Leeds in queste prime giornate è un piacere per gli occhi; il calendario ha già messo di fronte i Whites con Liverpool e City dando vita a due partite molto avvincenti dove è riuscita a raccogliere un punto ma ha mostrato che la sua squadra può davvero giocarsela con chiunque, stesso discorso per la partita di lunedì scorso persa contro il Wolverhampton in cui gli uomini di Bielsa meritavano molto di più, partita che ho analizzato separatamente nel blog e dove potrete trovare un compendio del modo di giocare della squadra dello Yorkshire.


Oltre alle trame di gioco ci sono anche i numeri a certificare l'unicità del credo calcistico di Bielsa che, oltre a vedere il Leeds in testa alla classifica dei km percorsi e degli scatti effettuati, domina la statistica dei palloni contesi agli avversari in pressione e dei tackles effettuati, chiara dimostrazione della propensione della squadra a non accettare il possesso avversario e non abbassare mai il proprio baricentro, a questo si aggiunge il dato sul PPDA che ha visto i Whites passare davanti al Southamption di Hassenhuttl di cui ho già disquisito nei miei precedenti post

Il ritmo vertiginoso proposto dal Leeds contrapposto alla compattezza ed alla qualità dell'Aston Villa renderanno, a mio parere, ci regalerà una sfida che potrebbe diventare la giusta pubblicità per riconoscere l'innalzamento generale del livello della Premier League.



LIGUE 1, NIZZA-LILLE (DOMENICA, ORE 17)


All'Allianz Riviera di Nizza va in scena una sfida tra due squadre che si presentano con convinzioni differenti ma molto vicine in classifica con la squadra di Vieira che si trova la quarto posto con 13 punti a -4 dalla formazione di Galtier che si trova in testa alla classifica con grande merito.

Il Nizza si presenta a questa sfida reduce dal pesantissimo 6-2 subito in casa del Bayer Leverkusen in Europa League, dove da un lato si è vista l'inesperienza della squadra in un contesto come quello europeo, ma soprattutto si sono viste delle difficoltà da parte della squadra a mettere in pratica le idee di Patrick Vieira; l'ex capitano dell'Arsenal degli invincibili ha deciso di portare in costa azzurra un gioco basato sul possesso insistito cercando di attirare la pressione degli avversari e dunque sfruttare gli spazi generati da questa circolazione della palla. 

A livello numerico questa strategia di Vieira trova riscontro nel dato del possesso palla (pari al 58%) ma un possesso visivamente molto sterile e, come visto nella partita di Europa League contro il Leverkusen anche molto rischioso in quanto spesso messo in difficoltà da squadre che organizzano bene la prima pressione.

La sterilità del possesso della squadra nizzarda è testimoniata dalla difficoltà ad avanzare in campo, utilizzando i dati di StatsBomb presenti sulla piattaforma FbRef, si evidenzia come la squadra di Vieira sia all'ultimo posto come passaggi progressivi in tutto il campionato (poco più del 7% dei passaggi permettono alla squadra di avanzare sul terreno di gioco), un dato che conferma quanto visto già nella scorsa stagione e spiegato maggiormente nel dettaglio nel mio post riepilogativo sulla Ligue 1 al termine (forzato) della scorsa stagione. Fatta questa premessa allora qualcuno si chiederebbe come riesca questa squadra a rendersi pericolosa in zona offensiva, la risposta sta nella qualità elevata dei suoi elementi offensivi, su tutti l'ex Lione Amine Gouiri, esterno offensivo del 4-3-3 o seconda punta in caso di utilizzo di un 4-4-2 o nel 3-5-2 visto a Leverkusen, capace di guadagnare palla al piede quel campo che con il possesso palla la squadra non è in grado di ottenere. 

Il Lille, invece, si presenta a questo confronto da capolista del campionato, a dimostrazione che il percorso iniziato tre anni fa sotto la gestione di Galtier e la direzione tecnica di Luis Campos continua a raccogliere frutti non ostante le cessioni parecchio profittevoli per le casse della società che, però, non minano il valore tecnico della squadra.
Dopo aver tentato ad inizio stagione un 4-3-3 contro il Rennes, il tecnico marsigliese è tornato al 4-4-2 in continuità con le precedenti stagioni ma con una tensione meno verticale rispetto allo scorso anno: l'arrivo di Botman al centro della difesa ha reso possibile un impostazione da dietro più pulita, ma soprattutto l'avanzamento in campo non avviene più cercando il riferimento offensivo come Osimhen lo scorso anno e Leao l'anno precedente, bensì tramite combinazioni strette tra le punte ed i due esterni offensivi che si accentrano creando spazio per le sovrapposizioni dei terzini oppure tagliano alle spalle della linea difensiva per essere imbeccati dai passanti dalla zona di rifinitura; esempio di questo piano lo abbiamo visto con il goal del 3-1 realizzato sul campo dello Sparta Praga giovedì in Europa League, con Soumare che ha imbeccato in verticale il taglio di Ikone.




Ma la forza della squadra del nord della Francia sta principalmente nella fase difensiva, con Maignan che finora ha dovuto raccogliere solo due palloni da dentro la sua porta, questo sia per merito della compattezza della squadra in fase di non possesso, grazie alle idee chiare che la squadra ha su come indirizzare il possesso avversario per poi aggredirlo, ed anche quando l'avversario riesce ad andare al tiro, è lo stesso estremo difensore a mostrare il suo valore tra i pali visto che ad oggi con un saldo positivo di +4,3 in termini di xG post-tiro è per distacco il miglior portiere del campionato.

Per il Nizza di Vieira, dunque, un test decisivo per capire quali possano essere le reali ambizioni della squadra in questa stagione, per il Lille, invece, un risultato pieno anche in questa giornata potrebbe permettere alla squadra di sentirsi giustificata ad alzare l'asticella degli obiettivi e chissà, lanciare un guanto di sfida al PSG.


Friday, 21 February 2020

Cosa vedere nel weekend #19



A cavallo dei turni di Champions ed Europa League, ritornano i campionati nel weekend con i 5 principali campionati europei ancora aperti a diversi scenari per la lotta al titolo finale (in serie A, Liga e Bundesliga), ai posti in Europa con bagarre che coinvolgono ancora tantissime squadre ed alla lotta per non retrocedere che, specie in serie A ed in Premier League si è aperta a scenari a dir poco clamorosi.

Ma questo weekend non è solo calcio, in questo post daremo spazio, come promesso due settimane fa, anche alla presentazione di Italia-Scozia, la terza partita dell'Italia in questo 6 Nazioni dove si spera gli azzurri saranno in grado di fermare l'emorragia di 23 sconfitte consecutive contro l'avversario sulla carta più abbordabile.

SERIE A

La scorsa giornata ci ha lasciato in eredità una nuova classifica e nuove gerarchie, con la Lazio che si è presa il ruolo di anti-Juve nella volata scudetto battendo l'Inter nello scontro diretto di domenica sera, l'Atalanta che, battendo la Roma, ha messo una seria ipoteca sulla sua seconda partecipazione consecutiva alla Champions League; in zona Europa League la lotta per il sesto posto (ed il settimo, qualora la Coppa Italia la vinca una delle prime 6) vede inesorabile la risalita di Napoli e Milan, ma Verona e Bologna non lasceranno nulla di intentato vista la grande mentalità che i rispettivi allenatori sono riusciti ad imprimere alle loro squadre; in zona salvezza, invece, la bagarre è apertissima grazie alla risalita di Lecce e Genoa che ha alzato la quota punti per la permanenza in serie A e dove a rischiare forte ci sono la Sampdoria ed il Torino.


ATALANTA-SASSUOLO (DOMENICA ORE 15)


Dopo la magica serata di San Siro in Champions League, l'Atalanta torna a casa sua al Gewiss Stadium dove affronta il Sassuolo di De Zerbi in un match tra due squadre la cui riconoscibilità è quasi proverbiale: da un lato il calcio verticale ed aggressivo di Gasperini, dall'altra parte il calcio di posizione ed ipertecnico del tecnico bresciano.

La stagione dell'Atalanta ci ha insegnato come con la rosa a sua disposizione Gasperini abbia reso ancora più sofisticate le sue strategie, difatti contro il Valencia in Champions lo abbiamo visto rinunciare ad entrambe le due punte di ruolo (Zapata e Muriel) lasciando in avanti Gomez ed Ilicic allo scopo di occupare la linea a 4 del Valencia e permettere le imbucate di Pasalic e gli inserimenti dall'esterno dei quinti (la doppietta di Hateboer ne è la chiara esemplificazione); in altre occasioni, invece, abbiamo visto l'Atalanta rinunciare ad uno tra De Roon e Freuler ed occupare i mezzi spazi con Pasalic e Malinovskyi con Papu Gomez addirittura ad abbassarsi in fase di costruzione. Questa varianza permette ai nerazzurri di essere maggiormente imprevedibili in fase di possesso ed anche gestire il ritmo della partita a proprio piacimento senza la necessità di costruire gioco a velocità supersonica, sensazione confermata dal dato del possesso palla (55,4% di media) che vede la squadra di Gasperini al terzo posto alle spalle solo di Juventus e Napoli ed inoltre è la squadra che mantiene il possesso per più tempo nella trequarti avversaria (32% come la Roma, mentre Juventus e Napoli sono indietro con il 31%), ma soprattutto sono i dati sulla produzione offensiva a rendere l'Atalanta una squadra di valore top a livello europeo. 

Il Sassuolo si presenta a Bergamo reduce dalla sconfitta casalinga contro il Parma dove i nero-verdi sono andati a sbattere contro il solito muro eretto dal Parma di D'Aversa fermando una serie positiva di 10 punti in 4 partite che ha portato la squadra di De Zerbi lontana da zone pericolose di classifica che permette al tecnico bresciano di continuare con serenità il percorso di crescita della sua squadra il cui abito migliore, dopo tante difficoltà iniziali nel trovare il giusto assetto, sembra essere il 4-2-3-1 che ha messo a proprio agio diversi giocatori in rosa, come per esempio i due terzini Toljan e Kiriakopoulos, ha permesso l'esplosione di Jeremy Boga (7 goal, 2 assist, 5 dribbling riusciti a partita) ed un ritorno a buoni livelli di Domenico Berardi (9 goal e 5 assist per lui).

Ma sono soprattutto le prestazioni di Manuel Locatelli a destare l'attenzione: De Zerbi gli ha ritagliato come posizione quella di centrale di centrocampo accanto ad Obiang nel 4-2-3-1, dove può esercitare al meglio rispetto ad una posizione di centrale davanti alla difesa in quanto può permettersi di spingere più avanti e supportare la fase offensiva. La sua influenza sulle strategie di gioco del Sassuolo in fase di impostazione e rifinitura è ben visibile dalla spider-chart elaborata da Understats; il suo duello con Freuler o De Roon sarà molto interessante da seguire e potrebbe determinare buona parte dell'inerzia del match.






PREMIER LEAGUE

L'esclusione del Manchester City dalla prossima Champions League sta avendo l'effetto di un terremoto sul proseguimento della stagione in Premier League, questo perché il quinto posto (salvo ripensamenti nei prossimi gradi di giudizio favorevoli al City) e non più solo il quarto garantiranno l'accesso alla prossima Champions League, una prospettiva che rimette in corsa diversi club che stavano iniziando a concentrare l'attenzione su altri obiettivi (vedi Manchester United ed Arsenal) e che ora rientrano in corsa, per questa ragione il Lunch Match di sabato tra Chelsea e Tottenham assume un valore a dir poco fondamentale.


CHELSEA-TOTTENHAM (SABATO ORE 13.30)


La sfida tra allievo e maestro (Lampard e Mourinho) è una sfida delicata tra due squadre messe in seria difficoltà dagli infortuni che stanno continuando a falcidiare le due rose e costringere gli allenatori a rivedere le proprie strategie in funzione degli elementi a propria disposizione. Entrambe le squadre si affrontano a seguite di due sconfitte casalinghe, il Chelsea battuto nel Monday Night dal Manchester United, il Tottenham reduce dalla sconfitta in Champions contro il Lipsia che mette a serio repentaglio il proseguimento nella competizione di cui è vice-campione.

Con i 2 punti raccolti nelle ultime 4 partite la squadra di Lampard ha visto ormai del tutto erodersi il vantaggio che aveva sulle proprie inseguitrici, in primis lo stesso Tottenham che, adesso, si trova ad appena 1 punto di distacco, una situazione critica acuita dagli infortuni di Abraham e Kante proprio alla vigilia dell'impegno di Champions League contro il Bayern Monaco, assenze molto pesanti che, come la partita contro lo United ci ha mostrato, creano dei grossi buchi nello scacchiere tattico del Chelsea.

Il sistema di pressing uomo contro uomo voluto da Lampard sollecita molto in fase difensiva i centrocampisti chiamati ad aggredire gli omologhi avversari uomo contro uomo, questo è rappresentato a livello numerico dal quantitativo di giocate difensive effettuate dai centrocampisti e dagli esterni, per questa ragione l'assenza di Kante ha effetti deleteri sul pressing del Chelsea, e la partita contro il Manchester United di lunedì scorso lo ha dimostrato. A Lampard ora spetta il compito di trovare la giusta strategia in vista sia dell'impegno contro gli Spurs che contro il Bayern Monaco; nello scontro precedente con Mourinho disputato a fine dicembre, Lampard si è schierato con la difesa a 3 per meglio coprire la larghezza, possibile che la dovrà rispolverare per questo doppio impegno accentando di abbassarsi in fase di non possesso.

Il Tottenham, invece, è in totale emergenza in zona offensiva dove ha perso sostanzialmente fino a fine stagione sia Harry Kane che Son, ossia i principali marcatori in Premier con rispettivamente 11 e 9 reti; entrambi inoltre avevano una funzione ben precisa nel sistema che Mourinho ha implementato dal suo arrivo a White Hard Lane, ossia il centravanti faceva da riferimento centrale supportato da Alli alle sue spalle, mentre il coreano era deputato a dare ampiezza sulla fascia sinistra visto che il terzino sinistro (Davies o Vertonghen o Tanganga) resta bloccato accanto ai difensori in impostazione e lasciare spazio ad Aurier per fornire ampiezza a destra. Persi questi due elementi chiave, Mourinho ha dovuto rimescolare gli uomini e, nella difficile serata di Champions contro il Lipsia, ha avuto delle risposte sulle strategie a cui affidarsi per ovviare alle assenze.

Lo scaglionamento asimmetrico della linea difensiva è ormai un dato acquisito, con Davies e Winks chiamati ad iniziare l'azione ed Aurier che cerca di far progredire l'azione sulla destra o con le sue discese o svolgendo il compito che prima era delegato a Kane, ossia tentare di contendere le palle lunghe per tentare di attivare i giocatori disposti sulla trequarti chiamati a non isolare Lucas Moura; una strategia che però ha funzionato solamente quando hanno lasciato il campo Dele Alli e Gedson Fernandes: l'ingresso di Lamela al posto dell'inglese e di Ndombele al posto dell'ex giocatore del Benfica hanno permesso al Tottenham di avere un posizionamento migliore sulla trequarti offensiva coprendo le voragini che vedete nella passmap tra Davies e Bergwjin e tra Winks ed il lato destro del campo; se i minuti finali della partita con il Lipsia saranno la base della strategia di Mourinho contro il Chelsea, allora avremo risposte positive per il proseguimento della stagione per gli Spurs.


BUNDESLIGA

Lo scorso turno di campionato ha visto le prime cinque della classe portare a casa i 3 punti mantenendo dunque invariate le distanze davanti alla classifica e dunque aumentando l'incertezza in merito a chi la spunterà da qui alla fine di una stagione in cui il valore del campionato tedesco si sta innalzando a dismisura con il picco probabilmente raggiunto nel corso della settimana con le vittorie stra-convincenti di Dortmund e Lipsia in Champions League. Il calendario della giornata numero 23 potrebbe favorire il Bayern Monaco che affronta in casa il Paderborn ultimo in classifica, mentre le rivali sono alle prese con match meno agevoli, in particolare il Lipsia di Nagelsmann che, dopo la vittoria sul Tottenham in Champions se la dovrà vedere contro lo Schalke 04 di Wagner nella partita che ho scelto per questo weekend. 


SCHALKE 04-LIPSIA (SABATO ORE 18.30)


La sfida di Gelsenkirchen è senza dubbio il match più interessante della giornata specie se consideriamo che all'andata lo Schalke fu capace di espugnare Lipsia con un 3-1 sfruttando al meglio gli errori della squadra di Nagelsmann.

La squadra di Wagner ha un'identità tattica e strategica abbastanza riconoscibile con un pressing uomo contro uomo particolarmente aggressivo che spesso risulta efficace (quarto posto nel dato sul PPDA pari a 9,17), mentre la fase offensiva si basa prevalentemente sul movimento e sulle giocate di Amin Harit, principale fonte di pericolo della squadra con i suoi 4 goal, 6 assist ed una media di 1,91 passaggi-chiave a partita; le fonti alternative sono le discese sugli esterni di Caligiuri ed Oczipka, la cui assenza nelle ultime settimane ha avuto un certo peso sul rendimento offensivo dello Schalke.

Il punto debole dello Schalke è la fase difensiva nel momento in cui l'avversario si mostra abile a superare la prima linea di pressione, finora la squadra di Wagner ha concesso tantissimo agli avversari, tuttavia pur avendo numeri in termini di xG concessi da squadra da parte destra della classifica, lo Schalke è la quarta difesa del campionato, una overperformance difensiva che è spiegata dalla statistica del post-shot xG (PSxG) elaborata da StatsBomb in cui gli xG vengono aggiustati sulla base della direzione del tiro effettuato, un dato utile per valutare le prestazioni dei portieri: in base a questo valore la coppia Nubel-Schubert ha permesso allo Schalke di subire 7,5 goal in meno rispetto ai goal attesi, un dato inferiore solamente a quello di Sommer a Moenchengladbach e di gran lunga superiore a qualsiasi altro portiere del campionato.

Il Lipsia si presenta alla sfida di Gelsenchirken con negli occhi la prestazione a tratti dominante sul campo del Tottenham in Champions, il dato più interessante è che per la squadra di Nagelsmann quella di Londra è la terza partita consecutiva senza prendere goal, un dato tutt'altro che scontato se si considera che in queste tre partite l'unico centrale di ruolo fosse Dajot Upamecano, a sua volta assente anche a Londra, inoltre il giovane tecnico tedesco sembra aver finalmente trovato con il 3-4-3 il sistema per ricostruire la strategia in fase di possesso dopo la partenza di Diego Demme lasciando la fase di impostazione ai tre centrali difensivi con il supporto degli esterni.

La prestazione clamorosa di Ampadu a Londra alla sua seconda partita da titolare in questa stagione mostra come con il giocatore in prestito dal Chelsea il Lipsia abbia trovato un giocatore utilissimo in fase di impostazione ma anche in fase di lettura delle linee di passaggio avversarie, ora resterà di capire se Nagelsmann, con il rientro di Upamecano rivedrà nuovamente il modulo oppure se l'inglese tornerà in panchina.














LA LIGA

Pareggiando contro il Celta Vigo domenica scorsa, il Real Madrid ha visto ridursi il vantaggio sul Barcellona ad 1 solo punto, il tutto mentre la squadra di Setien, nel mezzo di una polveriera societaria è riuscito a superare, parafrasando una citazione di Guardiola in relazione all'Atalanta, "la visita al dentista" rappresentata nella Liga dal Getafe di Bordalas che, comunque, riesce a mantenere il terzo posto in una lotta per la Champions in cui tutti hanno rallentato, eccetto il Villarreal, unica a vincere ed ora a 2 punti dal quarto posto occupato da Atletico Madrid e Siviglia, per questo motivo la partita che consiglio questo weekend è la visita del sottomarino giallo al Wanda Metropolitano.


ATLETICO MADRID - VILLARREAL (DOMENICA ORE 21)


Come indicato in premessa, appena due punti dividono l'Atletico Madrid dal Villarreal: i colchoneros sono alle prese con mille difficoltà derivanti dalle assenze e dai limiti in fase di finalizzazione già discussi nei miei post precedenti sul blog, il Villarreal ha una serie positiva aperta di 10 punti nelle ultime 4 partite coincisa con l'arrivo in attacco di Paco Alcacer, fuoriuscito da Dortmund a causa dell'arrivo di Haaland.

In tutte le difficoltà di questa stagione l'Atletico non ha mai perso lo spirito combattivo e la grande applicazione in fase di non possesso che le permette di essere la miglior difesa del campionato alle spalle del Real Madrid e la miglior difesa in termini di xG subiti (ad eccezione del modello di Between the Posts). In settimana la prestazione difensiva contro il Liverpool ci ha riportato alla mente l'Atletico del 2014, quello capace di vincere la Liga e di trovarsi ad un passo dalla vittoria della Champions League; una prova di intensità difensiva non sfuggita ai freddi numeri delle statistiche con le 6 respinte di Savic e, soprattutto, i possessi persi da Alexander-Arnold (36) a dimostrazione di come la fase difensiva di Simeone può soffocare qualsiasi tipo di organizzazione offensiva; con il Villarreal l'Atletico Madrid dovrà dare continuità alla prestazione in Champions se intende risalire la corrente anche nella Liga.



Il test per l'Atletico Madrid è molto probante visto che il Villarreal è una delle squadre con la migliore produzione offensiva della Liga e che con l'arrivo di Paco Alcacer vuole risolvere il problema della underperformance realizzative evidenziatosi per lunghi tratti della stagione. Javi Calleja avrà studiato le difficoltà avute dal Liverpool contro il blocco difensivo dell'Atletico, l'arma a sua disposizione è la grande qualità dei suoi centrocampisti ai quali chiede continue rotazioni per disordinare le linee difensive avversarie; a livello di modulo il Villarreal alterna il 4-1-4-1 al 4-2-3-1 a seconda delle caratteristiche dei giocatori utilizzati, in genere la differenza tattica la fa la presenza in campo di Iborra o Anguissa: il primo è il tipico pivote che gioca davanti alla difesa e che si affianca a loro al momento di far partire la manovra, il secondo è un centrocampista che ama muoversi di più e per questo è necessario che ci sia qualcuno accanto che dia copertura alle sue sortite in avanti, in questo ruolo si alternano lo stesso Iborra oppure Trigueros.

In cima a questi meccanismi, infine, vi è un giocatore, si tratta di Santi Cazorla, classe 1984 come Cristiano Ronaldo, due anni fa la sua carriera sembrava finita a causa di una serie di complicazioni derivante da un batterio che gli aveva devastato il tallone d'achille, tornato a Villarreal lo scorso anno ha ritrovato la miglior condizione e una gran voglia di ritornare a giocare che lo hanno portato a realizzare 8 goal e 5 assist ed un gigantesco contributo in fase di impostazione e rifinitura, che possa essere lui il grimaldello che permetterà al Villarreal di sbancare il Wanda Metropolitano e rimettere il Villarreal nella mappa dei top club spagnoli?

LIGUE 1

La scorsa settimana il Marsiglia vincendo a Lille ha praticamente chiuso i conti per quel che riguarda il secondo posto in classifica, complice anche la sconfitta del Rennes a Reims che ha portato la squadra di Stephan a 11 punti ed il Lille a 12 punti; in questo contesto si accende a sorpresa la lotta per il terzo posto con Rennes e Lille adesso incalzati da 9 squadre raccolte in 5 punti, a capeggiare questo gruppo vi è il Monaco, finalmente risollevatosi dopo i mille alti e bassi di questa stagione; i monegaschi sono chiamati a dare continuità al loro momento di forma andando a fare visita al Digione.


DIJON-MONACO (SABATO ORE 20)


La trasferta di Digione rappresenta un'importante prova per il Monaco di Robert Moreno, reduce da tre vittorie consecutive che hanno consentito ai monegaschi di risalire fino al quinto posto in classifica, ma la Ligue 1 ci ha abituato a diverse storie di serie positive che si sono poi rivelate come dei fuochi di paglia, per questo una quarta vittoria consecutiva potrebbe essere considerata come un segnale positivo che indica che la strada intrapresa è quella giusta.

Con l'esonero di Jardim e l'arrivo di Roberto Moreno durante la pausa invernale il Monaco ha operato l'ennesima rivoluzione della rosa spendendo 60 milioni per ringiovanire la rosa con profili di importante prospettiva come i giovani  centrocampisti Youssouf Fofana dallo Strasburgo e Aurélien Tchouaméni dal Bordeaux e dei difensori centrali Pavlovic dal Partizan (rimasto in Serbia fino a fine stagione) e Marcelin dall'Auxerre. 

Dei nuovi acquisti l'unico che ha trovato spazio è Fofana che forma la cerniera centrale di centrocampo che da protezione alla difesa e permette a Golovin e Jovetic di muoversi e di servire le due punte Slimani e Ben Yedder. Dalle due mappe di azione del centrocampista nelle ultime due partite si intuisce anche come Moreno continui a modificare lo schieramento della squadra, contro il Montpellier Fofana ha giocata come vertice basso di un rombo di centrocampo, mentre nella partita di Amiens le principali responsabilità in fase di impostazione erano delegate ad Adrien Silva.

Il Dijon in piena lotta per la salvezza si trova al terzultimo posto in classifica, posizione che al momento la costringerebbe ad affrontare lo spareggio contro la vincitrice dei play-off di Ligue 2, esperienza già affrontata lo scorso anno, tuttavia le prestazioni della squadra di Jobard mostrano una squadra in grande crescita che, con l'arrivo di Benzia nel mercato invernale ha aggiunto qualità alla rosa della squadra.

Il profilo statistico elaborato da Soccerment dimostra come i valori della squadra in termini numerici siano sostanzialmente in linea con i valori medi del campionato; come già segnalato nei miei post precedenti, la squadra di Jobart finalizza meno bene rispetto a quanto produce, anche a causa del fatto che gli attaccanti centrali tendono a lavorare più in fase di rifinitura che in fase di finalizzazione; la partita con il Monaco dovrà mostrare una continuità della squadra borgognona nella ricerca di soluzioni di tiro più efficienti che possano migliorare la fase realizzativa, le 4 reti segnate nelle due partite contro Nantes e Bordeaux sono uno buon viatico, tuttavia deve saper cercare di non far sostenere tutto il peso offensivo alle grandi qualità di Chouiar.


BONUS TRACK


RUGBY, ITALIA-SCOZIA (SABATO ORE 15.30)


Da 5 anni a questa parte è arrivato quel momento dell'anno in cui gli appassionati di rugby in Italia sperano che avvenga il miracolo, ossia una vittoria nel 6 nazioni: domani pomeriggio all'Olimpico viene a fare visita agli azzurri la Scozia, ossia l'avversario che per l'Italia è sempre stato il principale benchmark in termini di valore tecnico.

Messi da parte i rapporti di forza storici tra le due squadre, la situazione negli ultimi anni ha visto allargarsi paurosamente le forbice tra l'Italia e gli scozzesi, con quest'ultimi che negli ultimi anni hanno anche raccolto punti contro gli inglesi ma che sono reduci dalla delusione mondiale dove sono stati eliminati da Irlanda e Giappone nel girone.

L'Italia ha cambiato guida tecnica con l'addio di O'Shea sostituito da Franco Smith, il quale ha instaurato una strategia di consolidamento di un gruppo di giocatori con cui costruire un percorso tecnico che possa permettere agli azzurri di crescere fino al punto di tornare competitivi. Finora questo percorso ha portato a 2 sconfitte, una molto pesante in Galles (42-0) ed un'altra contro la Francia (35-22) in cui si sono visti dei progressi, non tanto dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista mentale.

Dando uno sguardo ai report statistici del 6 Nazioni, l'Italia è la squadra che fa meno utilizzo del calcio per avanzare preferendo il gioco alla mano, un sistema molto ambizioso ma che non sembra pagare grossi dividendi visto che l'Italia fatica ad avere possesso territoriale (46% contro il 53% di possesso generale) esponendosi a tanti errori tecnici derivanti dalle difficoltà a rompere le linee avversarie; inoltre in fase difensiva si fa una gran fatica a controllare gli attacchi avversari (appena 8% i placcaggi dominanti, ossia i placcaggi che determinano uno stop dell'inerzia dell'azione offensiva avversaria).

La Scozia, al contrario, ha mostrato un approccio più conservativo mediante un utilizzo più frequente del calcio per allontanare gli avversari dalla propria area dei 22 facendo un uso dunque molto ridotto del gioco alla mano che, però, si mostra molto produttivo visto che la Scozia ha il miglior dato di avanzamento della linea del vantaggio (58%), mentre in difesa i dati ci dicono che si tratta di una squadra difficile da sfondare (13% di placcaggi dominanti) essendo in testa a tutti gli indicatori relativi ai break subiti (2 a partita contro i 4 di media della competizione). In fase offensiva, tuttavia, la squadra scozzese, non ostante un possesso territoriale superiore al 50% e non ostante i numeri interessanti in avanzamento, non è riuscita ancora ad andare a meta in questo 6 nazioni subendo al contempo solamente 2 mete, tuttavia il 70% dei punti subiti arriva dai calci di punizione, generati principalmente da placcaggi irregolari, un dato che, unito alla percentuale di placcaggi dominanti, suggerisce un approccio molto aggressivo della squadra scozzese.

Dai dati di cui sopra ci suggeriscono che Italia-Scozia sarà anche una gara tattica, lo stesso Smith in conferenza stampa ha parlato di una gara che è stata pianificata per reggere il confronto fisico con gli scozzesi, specie con riguardo alla tenuta della squadra per tutti gli 80' di gara, un focus, quest'ultimo, su cui il nuovo allenatore sta lavorando molto e che ha mostrato degli importanti progressi nella gara contro la Francia, che sia la strada giusta per fermare a 24 la striscia di partite consecutive perse nel 6 Nazioni?

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