Thursday, 17 October 2024
How Manchester City stopped Barcelona
Friday, 11 August 2023
How Japan and Sweden approached their Quarter-Final clash
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Source: @svenskfotboll |
Fifa Women World Cup reached the quarter-final stage and one of the more interesting clash was between the Japanese team, who dominated its group also thanks to a 4-0 win over Spain, and the Swedish team who eliminated from the competition the US team after a dramatic sequence of penalties.
Both team are recognized as having a clear identity on the pitch while also able to be very pragmatic during each match by accepting both scenario in which they are deemed to play the ball or leave the control of the play to the opponents.
The clash ended with Sweden winning 2-1 thanks to a better interpretation of the match for about 70 minutes, the last third of the match was quite dominated by Japanese team helped by a physical (and mental?) drop of Sweden team. However it was not enough to change the outcome, with yellow-black girls reaching the semifinals.
This article wants to describe the main pattern of both teams.
Tuesday, 25 July 2023
Come è stato l'esordio mondiale della Nazionale femminile?
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Foto: Account Twitter Fifa Women's World Cup |
Dopo la delusione dell'Europeo dell'anno scorso che aveva sopito l'entusiasmo generato dal Mondiale del 2019, la Nazionale femminile azzurra ha esordito al Mondiale di Australia e Nuova Zelanda partendo con un livello di aspettative non particolarmente elevato e decisamente con meno hype rispetto a quello che precedeva la competizione in Francia di quattro anni fa.
A tenere a battesimo le azzurre nel Mondiale è stata l'Argentina, in una partita che si preventivava come parecchio complessa e spigolosa, una previsione che è stata confermata dalla partita dell'Eden Park ma che ha visto la formazione di Milena Bertolini uscire vincitrice con un goal a pochi minuti dalla fine di Cristiana Girelli, riserva di lusso di questa squadra.
Ma com'è stata questa partita di esordio e quali indicazioni abbiamo potuto raccogliere? Proviamo a farlo con questa analisi del match.
Sunday, 24 July 2022
L'analisi tattica dei quarti di finale dell'Europeo femminile
La fase ad eliminazione diretta ha fatto entrare nel vivo l'Europeo femminile, lasciando in corsa le formazioni più forti ma anche quelle che hanno trovato la formula tattica giusta per regalare sorprese, come l'Austria ed il Belgio che hanno eliminato dai gironi rispettivamente Norvegia ed Italia.
I quattro quarti di finale hanno mostrato tanti spunti di riflessione a livello tattico, dove l'attenzione a questo aspetto ha alzato il livello del gioco proposto dalle nazionali, rendendo le partite molto godibili ed equilibrate, quanto meno dal punto di vista del risultato finale, con solo la Germania in grado di portare a casa il successo con più di un goal di vantaggio.
Osservare in chiave tattica le partite dei quarti di finale di questo europeo femminile è molto utile per capire in che modo i vari movimenti nazionali hanno trovato - o stanno trovando - la strada da seguire per alzare il livello del calcio femminile e che possa essere usato come riferimento dalle nazioni ancora lontane dal livello visto in queste partite (sì, mi riferisco all'Italia prima di tutti).
LA FORZA DELLE INGLESI, MA IL FUTURO E' DELLA SPAGNA
Il primo quarto di finale ha messo di fronte Inghilterra e Spagna, una partita che, sulla carta, doveva essere un monologo della squadra inglese, sia per quanto visto nella fase a gironi (girone A vinto dalle Lionesses a punteggio pieno e con 14 goal realizzati e nessuno subito) sia per il fatto che le spagnole hanno perso pezzi importanti sulla strada che le ha portate a questo europeo: l'attaccante Jennifer Hermoso e il pallone d'oro in carica Alexia Putellas.
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Fonte: The Athletic |
Ha vinto, quindi, la forza della rosa a disposizione delle inglesi, ma, considerate le assenze importanti e la giovane età della squadra, il modello spagnolo basato sui princìpi del calcio di posizione renderà grande anche il calcio femminile, magari già a partire dai Mondiali del prossimo anno.
LA SOLIDITA' TEDESCA
Come nel calcio maschile, la Germania ha messo da parte un calcio fondato solo sul fisico e sui duelli per far posto ad un calcio più verticale ed aggressivo; ma soprattutto la scuola femminile tedesca propone un calcio giocato a ritmi molto più elevati della concorrenza, e questo si è molto visto nel quarto di finale tra le tedesche e l'Austria, probabilmente la partita più intensa di questo europeo.
Tuttavia, pur in un contesto tattico moderno e fluido, è la capacità di concedere poco e di oscurare gli spazi alle avversarie il punto di forza della formazione tedesca, che unendo la capacità di ribaltare rapidamente il campo a quella di mantenere un posizionamento compatto in campo, la rende una squadra davvero complicata da battere.
Questa solidità della formazione tedesca, tuttavia, non è dettata da un atteggiamento rinunciatario in campo ma anzi da una strategia molto aggressiva in fase di non possesso. L'unica partita in cui ha scelto ad un certo punto di abbassare il baricentro è stata quella dei gironi contro la Spagna nel secondo tempo, ma solo per evitare un dispendio di energie eccessive contro la qualità delle iberiche e per togliere profondità e spazio tra le linee alla squadra di Vilda.
AGGRESSIVITA' E FLUIDITA' SVEDESE
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Fonte: The Athletic |
LO STRAPOTERE DELLA FRANCIA
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Fonte. The Athletic |
ADESSO LE SEMIFINALI
Thursday, 14 October 2021
Come è andata Juventus-Chelsea femminile?
A due settimane di distanza dalla sfida disputata tra le due compagini maschili, Juventus e Chelsea si sono incrociate per la versione femminile della Champions League, che da quest'anno segue un formato più simile a quello più ricco degli uomini, con una fase a gironi al posto di doppie sfide ad eliminazione diretta che, invece, inizierà a partire dai quarti di finale.
Il Chelsea femminile ha rischiato lo scorso anno di copiare il cammino europeo degli omologhi maschili, raggiungendo la finale poi persa contro il Barcellona: quest'anno le ragazze allenate da Emma Hayes partono con la ferma volontà di prendersi il titolo perso lo scorso anno; dall'altra parte la Juventus si affaccia per il prima volta ad una fase così avanzata della competizione (non era mai entrata tra le prime 16 in precedenza) e sta provando a colmare un forte gap nei confronti dei club top in Europa, per questo motivo si è affidata in questa stagione alle cure di Joe Montemurro, allenatore dal curriculum internazionale importante e con una visione di gioco molto interessante.
La partita è terminata 2-1 per la formazione inglese, alle bianconere non è riuscita l'impresa degli omologhi uomini per quanto la prestazione abbia denotato una serie di aspetti che lasciano pensare che il famoso gap di cui sopra non è certamente colmato ma comunque sembra essersi abbastanza ridotto.
LE FORMAZIONI
La Juventus viene schierata da Montemurro con un 4-3-3 in cui Rosucci e Cernoia affiancano Pedersen nel trio di centrocampo, in attacco viene rispolverato il tridente delle grandi occasioni con Bonansea e Hurtig al fianco di Girelli, mentre in difesa ritorna a comandare Sara Gama, ai box nelle partite precedenti causa infortunio, al suo fianco Cecilia Salvai.
Il Chelsea viene schierato da Hayes, invece, con un 3-4-3 che sotto alcuni aspetti somiglia a quello presentato da Tuchel nella selezione maschile. La vera differenza sta nelle tre attaccanti, con l'australiana Kerr riferimento per la profondità supportata da altre due campionesse come Pernille Harder e Francesca Kirby; le due centrocampiste centrali sono la coreana Ji So-Yeon e la tedesca Leupolz, le esterne sono la norvegese Reiten a sinistra e la scozzese Cuthbert a destra; il trio difensivo è invece composto da Bright-Carter-Eriksson.
IL CHELSEA "HA FATTO" LA PARTITA
Avendo il ruolo di favorita e dovendo anche vincere per non complicarsi il cammino nel girone, il Chelsea è stata la squadra ad avere il pallino del gioco nel corso della partita (62% di possesso palla alla fine della partita, 66% al termine del primo tempo) mentre la Juventus ha cercato di attendere compatta proteggendo il centro del campo dalle incursioni avversarie.
Per ovviare a questo tipo di resistenza da parte della Juventus la formazione londinese aveva essenzialmente due soluzioni per guadagnare campo e rendersi pericolosa: una era quella di chiedere ai due "braccetti" Bright ed Eriksson di condurre il pallone per guadagnare metri da una parte ed attrarre una maggior pressione della Juve dall'altra; la seconda era quella di servire le due esterne Cuthbert e Reiten in modo da sfilacciare in ampiezza lo schieramento difensivo della Juventus.
LISA BOATTIN ARMA TATTICA DI MONTEMURRO
La Juventus, però, non ha certo fatto una partita di sola difesa e contropiede, di certo ha concesso molto possesso all'avversario cercando di sfruttare qualche errore di impostazione ma ha comunque sempre cercato un modo, ogni volta che entrava in possesso del pallone, di non sprecarlo, cercando di giocarlo in modo tale da scoprire lo schieramento della squadra di Emma Hayes. Sotto questo aspetto molto importante è stato il ruolo avuto nel corso del match da Lisa Boattin, schierata da terzino sinistro in fase di non possesso ma con compiti molto più vari in fase di possesso.
LE ROTAZIONI DEL CHELSEA IN SVILUPPO E RIFINITURA
ALLORA DOVE E' STATA DECISA LA PARTITA?
CONCLUSIONI
Sunday, 1 August 2021
USA e Olanda sono la pubblicità del calcio femminile
In queste Olimpiadi il torneo di calcio femminile sta mostrando molti più contenuti interessanti rispetto a quello maschile: sicuramente influisce il fatto che le selezioni nazionali nel torneo riservato alle donne siano quelle ufficiali, al contrario di quello maschile dove sono schierate le Under 24 con fuoriquota. Per questo motivo quanto stiamo vedendo a Tokyo è su un livello simile a quello di un Mondiale: e Stati Uniti ed Olanda, le finaliste del mondiale di Francia, si sono trovate nuovamente una di fronte all'altra nei quarti di finale della kermesse olimpica.
E' stata senza ombra di dubbio una partita di alto livello tecnico ed agonistico, con diversi spunti tecnici e tattici, e come in una riedizione in salsa femminile del brocardo di Lineker, si sono affrontate due squadre con 11 giocatrici in cui alla fine vincono gli Stati Uniti. Ma quella delle americane non è stata una vittoria meritatissima, anzi ai punti le olandesi avrebbero meritato qualcosa in più, ma alla fine i calci di rigore e la capacità delle statunitensi di tenere duro nei momenti più difficili ha fatto nuovamente la differenza.
Nella mia analisi mi focalizzerò su quanto accaduto nei tempi regolamentari dove sono emersi i punti di forza e debolezza delle due squadre.
LE FORMAZIONI INIZIALI
Usa e Olanda si sono affrontate schierandosi con due schieramenti simili che basculavano tra il 4-3-3 ed il 4-2-3-1: nell'Olanda Roord tendeva a staccarsi dalla Groenen in fase di possesso per poi affiancarla in fase di non possesso, negli Stati Uniti Lindsey Horan era quella deputata nel trio di centrocampo ad affiancare Ertz in costruzione per poi staccarsi una volta superata la prima fase dell'azione, altra particolarità stava nelle diverse funzioni delle due laterali basse O'Hara e Dunn, con quest'ultima che aveva facoltà di spinta mentre la prima restava bloccata in costruzione.
LA SUPREMAZIA INIZIALE DEGLI USA
La squadra che ha iniziato la partita cercando di prendere in mano le redini delle operazioni è stata quella allenata da Vlatko Andonovski: il dato del possesso palla mostra chiaramente come le americane abbiano cercate di prendere il controllo delle operazioni nei primi 15 minuti di partita. A questo scenario, come vedremo, ha anche contribuito la formazione olandese che ha scelto di non togliere l'iniziativa alle avversarie, evidentemente il piano di Sarina Wiegman era quello di colpire le avversarie in contropiede, cercando di sfruttare alcune debolezze in fase di transizione delle campionesse del mondo evidenziate nelle gare della fase a gironi.Nel corso della fase di costruzione delle statunitensi possiamo apprezzare lo schieramento della squadra: possiamo notare come le due laterali O'Hara e Dunn si muovano ad altezze diverse generando uno scaglionamento asimmetrico compensato dall'arretramento di Horan al fianco di Ertz, l'ampiezza a destra veniva garantita, invece, dall'esterno offensivo Williams, con Mewis che andava ad invadere il mezzo spazio di destra. L'Olanda dal canto suo si preoccupava semplicemente di togliere l'accesso centrale alle avversarie senza andare a contestare il possesso palla alle avversarie e, soprattutto concedendo spazi sugli esterni: in particolare la libertà concessa a sinistra a Crystal Dunn permetteva agli USA di sviluppare l'azione da quel lato con relativa facilità.LA VERTICALITA' DELL'OLANDA
Il gioco dell'Olanda si è basato nella risalita rapida e diretta del campo: sostanzialmente le oranjes non hanno cercato di risalire con la costruzione di dietro ma cercando la giocata diretta in avanti sfruttando le ampiezze per disordinare la pressione avversaria. Dei 19 avvii di azione dell'estremo difensore Van Veenendaal, 15 sono stati lanci lunghi: prevalentemente giocati sul lato sinistro del campo alla ricerca di Janssen e di Lieke Martens per poi cercare di sfruttare le seconde palle o consolidare il possesso.
COME L'OLANDA HA RIBALTATO L'INERZIA
CONCLUSIONI
Thursday, 3 September 2020
Cosa abbiamo visto nella finale di Champions femminile?
Il calcio femminile sembra finalmente una disciplina in ascesa negli ultimi anni grazie alle federazioni nazionali e internazionali che hanno deciso di iniziare ad investire; culmine di questa crescita è stato il mondiale francese dello scorso anno, dove, anche in Italia, le donne hanno avuto un forte seguito da parte degli appassionati di calcio e scoprire che, non ancora a tutti i livelli, la crescita tecnica e tattica è particolarmente visibile.
Per questa ragione ho deciso di analizzare con particolare interesse la finale della Champions League, anch'essa disputatasi a seguito di una final eight disputata tra Bilbao e San Sebastian; non ostante il cambio forzato di format, a giocarsi la vittoria finale sono state le "solite" grandi protagoniste a livello europeo, ossia il Lione ed il Wolfsburg.
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L'ANALISI DELLA FINALE
Come indicato in premessa, Lione e Wolfsburg rappresentano il meglio a livello tecnico nel calcio europeo a livello femminile, e la finale lo ha dimostrato, anche a livello tattico le due squadre hanno mostrato trame e strategie molto ben elaborate e ben riconoscibili; ad essere decisivo è stato l'atteggiamento molto aggressivo e votato al dominio del gioco da parte delle francesi nel primo tempo, una supremazia che si è concretizzata con il doppio vantaggio al termine del primo tempo che poi è stato mantenuto nella ripresa non ostante gli aggiustamenti della squadra tedesca nel secondo tempo che hanno avuto, però, il merito di tenere la partita aperta e godibile fino a pochi minuti dalla fine, quando il goal del 3-1 realizzato da una delle migliori in campo, ossia l'islandese Gunnarsdottir, ha sostanzialmente chiuso le ostilità.
LE FORMAZIONI INIZIALI
LIONE - LA FASE DI NON POSSESSO
LA PRIMA PRESSIONE
LA TRANSIZIONE DIFENSIVA
LIONE - LA FASE DI POSSESSO
LA PRIMA COSTRUZIONE
LO SVILUPPO SULLA CATENA DI DESTRA
WOLFSBURG - LA FASE DI NON POSSESSO
LA PRIMA PRESSIONE NEL PRIMO TEMPO
L'ATTEGGIAMENTO NEL SECONDO TEMPO
WOLFSBURG - LA FASE DI POSSESSO
LA PRIMA COSTRUZIONE
LO SVILUPPO DELLA MANOVRA (PRIMO TEMPO)
LO SVILUPPO DELLA MANOVRA (SECONDO TEMPO)
CONCLUSIONI
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