Quello che inizia stasera è un weekend carico di sfide di grande importanza come la sfida al vertice in Germania tra Bayern e Lipsia, il derby di Torino che resta una sfida molto sentita, la Premier che torna a giocare con il pubblico (seppur, come normale, con presenze molto limitate), un Siviglia-Real Madrid che inaugura una settimana che potrebbe definire il futuro di Zidane sulla panchina madridista, tutte sfide in contesti di classifica molto corta e che lasciano aperti innumerevoli scenari, almeno in questa fase di stagione.
Fatta questa premessa con le partite di cartello previste in questo weekend, come da abitudine presento i miei consigli sulle partite da seguire che, ve lo anticipo, sono molto ma molto appetitose per ricchezza di contenuti tecnici e tattici.
IL DERBY DI BERLINO (VENERDÌ ORE 20.30)
Il ritorno del derby nella capitale tedesca lo scorso anno fu salutato come un evento storico, tanto più in coincidenza con il trentesimo anniversario della caduta del muro, quello di quest'anno, invece, mette di fronte una sfida i cui spunti tecnici sovrastano decisamente quelli storici e geo-politici.
Ad inizio stagione la squadra allenata da Labbadia sembrava costruita ad un ruolo da protagonista, con l'arrivo di Tousart e Guendouzi a centrocampo e la conferma di Piatek e Cunha in attacco, ed invece l'Hertha non è riuscita ancora, almeno a livello di risultati, a mostrare il proprio valore. Il motivo principale per cui i risultati non danno ancora ragione all'Hertha risiedono nell'equilibrio della squadra, molto pericolosa e ben scaglionata a livello offensivo, ma molto meno ben disposta in fase di non possesso.
Come si evince dall'esempio della partita persa contro il Borussia Dortmund due settimane fa, la pressione alta esercitata spesso dai vari Darida e Cunha generano molti spazi tra centrocampo e linea difensiva, con meccanismi non sempre affiatati che generano diverse situazioni in cui l'avversario si trova con grandi spazi a disposizione in zona di rifinitura; questo tipo di situazione ha portato la difesa dell'Hertha ad essere una delle peggiori della Bundesliga a livello di xG subiti (15) e di reti subite (18); i valori offensivi, invece, sono abbastanza soddisfacenti (12 xG realizzati, 15 reti realizzate); infine, a conferma di un approccio aggressivo della squadra in fase di possesso vi è il dato relativo al PPDA pari a 9,92.
Dall'altra parte l'Union Berlino si è evoluta come squadra rispetto alla compagine che difendeva con blocco basso nella scorsa stagione e puntava sulle transizioni e sugli attacchi diretti come unica arma offensiva, un cambiamento dettato per prima cosa dal cambio di modulo (dal 5-3-2 dello scorso anno al 4-2-3-1 di quest'anno) ma anche una ricerca di una fase offensiva più audace con più giocatori coinvolti nella fase offensiva.
Come si evince nel fotogramma qui di fianco il gioco dell'Union si basa su un calcio molto verticale e diretto in cui il 4-4-2 di base si trasforma, di fatto, in un 4-2-4, con il centravanti Awonimy cercato immediatamente con un attacco diretto o con una verticalizzazione ed i suoi compagni pronti ad intervenire sulla seconda palla o sulla sponda, in particolare uno dei centrocampisti centrali (generalmente Promel) si alza in verticale rispetto al suo compagno di reparto (generalmente Andrich), così come anche i terzini (specie Lenz sulla sinistra) per avere quanta più densità possibile tra le linee ed attaccare la linea difensiva avversaria con un immediato inserimento o arrivando rapidamente al cross. Questo approccio ha portato la squadra di Fischer ad issarsi fino al quinto posto in classifica ed essere al secondo posto nel differenziale tra xG realizzati e xG subiti, numeri che rendono la squadra del quartiere di Kopenick la grande sorpresa finora di questa Bundesliga.
Con due squadre così aggressive e disposte a portare tanti uomini in attacco, le premesse per questo derby berlinese sembrano di alto livello, ragion per la quale lo metto in cima ai miei consigli per questa settimana che, comunque, in Bundesliga vedrà anche affrontarsi Bayern Monaco e Lipsia, ossia le prime due della classe e massima espressione del calcio tedesco in Europa nella scorsa stagione.
ATHLETIC BILBAO - CELTA VIGO (VENERDI' ORE 21)
Anche in Spagna il venerdì sera ci mette di fronte ad un match di sicuro interesse tra due squadre che stanno cercando di tirarsi fuori da un inizio di stagione molto complicato ed una vittoria in questo scontro diretto potrebbe essere una certificazione dei progressi fatti dalle due squadre.
La squadra basca si presenta a questa partita con statistiche molto importanti e che ben rappresentano le qualità della formazione allenata da Garritano: come da tradizione il Bilbao esercita un calcio molto aggressivo e molto verticale (secondo miglior PPDA del campionato dopo quello del Getafe, affrontato proprio nello scorso weekend), ma soprattutto è una squadra che produce con buona qualità in fase offensiva ed allo stesso tempo concede poco in fase difensiva, una solidità che, appunto, non sorprende chi segue questo club, specie da quando Garritano ha preso il suo posto in panchina.
Il dato relativo al differenziale tra gli xG subiti e quelli realizzati mostrano un saldo che porterebbe l'Athletic tra le migliori squadre del campionato, tuttavia solo una vittoria nella sfida di questa sera potrebbe garantire alla squadra basca una posizione di classifica in linea con quanto espresso finora; i risultati sono migliorati anche grazie alla crescita delle prestazioni dell'ex Torino Berenguer, giocatore con pochi eguali quando si tratta di condurre il pallone nella trequarti avversaria, ed anche a quella di Asier Villalibre, giocatore sicuramente meno appariscente di Berenguer ma che sembra ben associarsi con lo stesso ex Torino e con Inaki Williams.
Il Celta Vigo, invece, si presenta a questa sfida reduce da una importante quanto convincente vittoria contro il Granada dove il lavoro di Coudet, giunto al capezzale della squadra galiziana durante l'ultima sosta, è già ben visibile, con una squadra che muove molto più velocemente il pallone sfruttando al meglio la qualità di cui la squadra dispone dalla metà campo in su (vedi l'azione del goal del momentaneo 1-1 contro il Granada) ovviando, invece, ai limiti difensivi, cercando di alzare la pressione sull'avversario in zone più alte del campo e, in ogni caso, cercando di portare più giocatori in zona palla.
Come si evince da questo fermo immagine preso dall'ultima partita vinta contro il Granada si nota immediatamente il posizionamento della linea difensiva molto alto allo scopo di proteggere la pressione della squadra galiziana, un principio in fase di non possesso che Coudet ha immediatamente implementato a Vigo dopo che il suo predecessore Oscar Garcia preferiva tenere basso il baricentro in fase di possesso al fine di proteggere maggiormente i tre centrali del suo 3-5-2, una scelta strategica che, indubbiamente, indeboliva il potenziale della squadra e che gli è costata l'esonero.
La sfida del San Mames, dunque, metterà di fronte due formazioni con idee chiare sulla strada da seguire e, ulteriore motivo di interesse sarà vedere in campo la sfida a distanza tra Iago Aspas e Inaki Williams, le anime offensive di queste due squadre.
LECCE-VENEZIA (SABATO ORE 14)
Dopo un venerdì carico di eventi, per il sabato pomeriggio (magari sorseggiando il caffè post pranzo) il calendario della nostra serie B mette in programma una partita che dovrebbe garantire uno spettacolo molto godibile tra due squadre in un ottimo momento di forma ma soprattutto in grado di giocare un calcio molto offensivo con trame di gioco molto interessanti.
Il Lecce è indubbiamente la squadra costruita per vincere questo campionato a mani basse, il livello dei giocatori in rosa è indubbiamente un lusso per la categoria, a questo si aggiunge, non ostante l'addio di Liverani, il mantenimento degli stessi principi di gioco visti nelle ultime stagioni, ossia il 4-4-2 con il rombo a centrocampo e tanti giocatori a supporto della fase offensiva.
Questo fermo immagine, tratto dall'ultima partita vinta in casa del Chievo, mostra lo scaglionamento offensivo della squadra, con i 5 uomini offensivi (ossia le due mezzali, il trequartista Mancosu e le due punte Coda e Stepinski) scaglionati in modo tale da avere più soluzioni per attaccare l'area. In questa situazione il pallone è tra i piedi di Coda che ha come soluzioni uno scambio ravvicinato con Mancosu (alla sua destra) per poter concludere con un triangolo, così come può servire il taglio da dietro di Paganini, così come servire Stepinski sul lato opposto alle spalle della linea difensiva avversaria). Non c'è dunque da meravigliarsi se, con questo arsenale offensivo a disposizione (nell'esempio non ci sono i due terzini che in genere salgono per fornire la soluzione anche in ampiezza) la squadra salentina detiene il miglior attacco con 22 goal realizzati e Massimo Coda capocannoniere con 7 reti realizzate e Marco Mancosu re degli assist con 7 assist realizzati); i numeri difensivi, invece, non sono così eccezionali e la coppia difensiva Lucioni-Meccariello garantisce molto in termini di esperienza ma molto meno quando c'è da difendere molto spazio alle loro spalle ed i 10 goal subiti in 9 partite lo stanno a testimoniare.
Dall'altra parte troviamo il Venezia di Paolo Zanetti che sta portando avanti con ottimi risultati il progetto tecnico iniziato lo scorso anno sotto la guida tecnica di Dionisi (oggi all'Empoli dove sta confermando le sue ottime qualità come tecnico), un progetto basato su un calcio tecnico e di possesso con trame offensive basate su un sistema posizionale e tante rotazioni sulle catene laterali ed in zona rifinitura, in più rispetto allo scorso anno la rosa è stata rinforzata con elementi molto funzionali all'idea di calcio che il club sta portando avanti, con l'arrivo dell'ex Trapani Tagordeau davanti alla difesa a garantire la pulizia dell'uscita palla da dietro, l'ex Perugia Mazzocchi sulla destra a garantire ampiezza (e non solo) alla manovra ed infine quello che ritengo il vero upgrade di questa stagione, ossia l'arrivo in attacco di Francesco Forte, centravanti che l'anno scorso ha fatto una grande stagione, seppur retrocedendo, con la maglia della Juve Stabia, e che in questa stagione sta portando quei goal che lo scorso anno sono mancati alla squadra lagunare.
Nell'esempio tratto dalla partita vinta con l'Ascoli la scorsa settimana sono visibili le rotazioni offensive della squadra di Zanetti, soprattutto sulle catene esterne che, in questo caso è addirittura composta da Forte (il centravanti), Aramu (che sarebbe l'esterno d'attacco del 4-3-3) e da Mazzocchi (il terzino destro) con quest'ultimo che occupa la posizione più avanzata ed interna del triangolo, questo consente la creazione di spazi in zona centrale attaccati dalla mezzala destra (Fiordilino, in luogo del centravanti), l'esterno offensivo e la mezzala opposta (Capello e Maleh), una situazione ricorrente e sempre con attori diversi grazie a meccanismi ben collaudati: il quinto posto in classifica ad un punto di distacco dallo stesso Lecce e a 3 punti dalla capolista Salernitana sono frutto di questo tipo di lavoro che rendono il Venezia uno dei laboratori tattici e tecnici tra i più interessanti del campionato cadetto.
Date le premesse di cui sopra ci aspetta una partita carica di contenuti e tanti interessanti duelli a distanza da seguire, con la sfida tra il capocannoniere Coda ed il suo vice Forte, così come vedere all'opera Mancosu contro Aramu e Maleh in una sfida tra profili tecnici che, a mio modesto parere, nobilitano il palcoscenico della serie B.
BORDEAUX-BREST (DOMENICA ORE 15)
Come indicato in premessa, i campionati in questa stagione mostrano classifiche cortissime in cui basta pochissimo per trovarsi a ridosso delle prime posizioni così come per ritrovarsi in prossimità della zona retrocessione: la Ligue 1 non fa eccezione con le prime 13 squadre raccolte in 9 punti, due di queste squadre sono il Bordeaux ed il Brest che si affrontano domenica pomeriggio in una sfida tra due squadre in ottima forma, specie dopo la ripresa del campionato e con due stili di gioco molto diversi.
La squadra girondina ha ricominciato la stagione ancora influenzata dalle vicissitudini societarie che hanno portato all'addio di Paulo Sousa sostituito da Jean-Louis Gasset, allenatore di grande esperienza che non ha rivoluzionato i principi di gioco del tecnico portoghese, basato su un possesso che parte dal basso e che cerca di avanzare tramite passaggi corti, semmai l'allenatore francese ha scelto, in fase di non possesso, di abbassare l'aggressività in fase di pressione chiedendo alla squadra di mantenere un baricentro basso a copertura della propria difesa (il PPDA è salito dai 9 dello scorso anno ai 13 di questa stagione) e che ha portato la squadra ad avere una lunga lista di partite terminate con la porta inviolata per 7 volte su 12 partite disputate.
Elaborando i dati presenti su FbRef lo stile di gioco del Bordeaux è ben testimoniato dai numeri, con la squadra di Gasset in fondo alla graduatoria sia relativamente alla statistica dell'accesso alla trequarti avversaria (ossia il rapporto tra i passaggi effettuati nella trequarti avversaria ed il totale) sia nella graduatoria relativa alla pressione alta (ossia il rapporto tra pressioni effettuati nella trequarti avversaria rispetto al totale); infine la statistica sull'accesso all'area di rigore mostra invece il rapporto tra passaggi effettuati in area rispetto a quelli effettuati nella trequarti avversaria, un modo per verificare la capacità della squadra di rendersi pericolosa una volta raggiunta la trequarti, e qui notiamo un dato molto incoraggiante, reso possibile dalla presenza di numerosi giocatori di talento nelle zone avanzate del campo, difatti Gasset può disporre di gente come Adli e Ben Arfa, talenti dal livello tecnico indiscutibile, capaci di creare pericoli ed occasioni dal nulla, così come di estraniarsi totalmente dal match o cercare giocate fuori contesto.
Un esempio lo abbiamo visto nell'ultima partita del Bordeaux pareggiata al Parco dei Principi contro il PSG, dove Ben Arfa è stato capace nel primo tempo di perdere un pallone sanguinoso davanti alla propria area di rigore alla ricerca di una giocata poco funzionale alla situazione che ha portato al fallo da rigore su Neymar, mentre nel secondo tempo con le sue condizioni deliziose ha messo più volte a ferro e fuoco la linea difensiva del PSG; insomma Gasset sta cercando di tirare fuori quanto più potenziale possibile da questa squadra, ma le sue fortune dipenderanno giocoforza dalla luna dei suoi giocatori maggiormente rappresentativi.
Dall'altra parte il Brest si presenta a questa sfida reduce da 3 vittorie consecutive che hanno premiato le scelte di Olivier Dall'Oglio che da inizio stagione sta cercando di portare un gioco molto piacevole ed arioso che si basa prevalentemente sul lavoro dei terzini che innescano gli esterni offensivi nei mezzi spazi oppure raggiungendo in verticale le punte, un sistema di gioco che esalta al meglio il talento a disposizione della squadra bretone, in particolare del suo esterno offensivo Romain Favre che in questa stagione viaggia alla media di 2,2 passaggi-chiave a partita e 3,1 dribbling riusciti a partita a cui aggiungere 3 goal e 2 assist: data la sua età (è un classe 1998) questa potrebbe essere la stagione che può consacrarlo e permettergli di giocare a livelli più alti.
Ma come indicato precedentemente, il principale punto di forza della squadra di Dall'Oglio e del suo sistema sono i suoi terzini: sia Faussurier e Pierre-Gabriel a destra e Perraud a sinistra hanno mostrato di creare un grande apporto alla fase di sviluppo e rifinitura del gioco della squadra bretone: come si evince dalle statistiche di FbRef tutti e tre i terzini sono tra i migliori difensori della Ligue 1 per expected assist a partita e per giocate che portano al tiro.
Questa capacità del Brest di sfruttare sia i corridoi centrali che quelli esterni permettono alla squadra di Dall'Oglio di rendersi pericolosa in qualsiasi situazione, il Lille per esempio ne sa qualcosa visto che proprio a Brest ha subito la prima sconfitta stagionale e dove per oltre 30' è stata vittima di fuoco incrociato da parte di Faivre e compagni senza riuscire a trovare contromosse; un problema che il Bordeaux ha vissuto proprio nell'ultima trasferta di Parigi, dove lo schieramento attendista degli uomini di Gasset a coprire il centro del campo ha lasciato spazio proprio ai terzini del PSG che tanti fastidi hanno creato a Costil, per cui una situazione simile potrebbe verificarsi domenica nella sfida del Matmut Atlantique dove la solidità della formazione girondina verrà messa a dura prova, tuttavia i 4 punti raccolti nella doppia trasferta di Rennes e Parigi sono da considerare come un incoraggiamento al lavoro di Gasset che cercherà di trovare con il talento di cui dispone in avanti il modo di prendere in mano le redini della partita e trovare una vittoria che le permetterebbe di risalire la cortissima classifica della Ligue 1.
ROMA-SASSUOLO (DOMENICA ORE 15)
Stesso orario della partita di Bordeaux per Roma e Sassuolo, protagoniste di una sfida di grande interesse per la decima giornata di serie A: le due formazioni prima dello scorso turno erano ancora imbattute sul campo (la Roma aveva perso a tavolino la prima partita contro il Verona, terminata 0-0) ed avevano mostrato due identità di gioco molto diverse quanto riconoscibili e molto piacevoli da osservare: le sconfitte, pesanti nel punteggio, contro Inter e Napoli, sono arrivate in maniera molto diversa e per questo motivo le problematiche riscontrate sono differenti.
Per la Roma il 4-0 subito dal Napoli nasce a causa della difficoltà avuta dalla squadra a coprire il campo rispetto ad un Napoli che è stato in grado di isolare Pedro e Mkhitaryan, i due giocatori deputati alla fase di rifinitura nel sistema di Fonseca, così come di rendere inefficaci i due esterni (assorbiti dai terzini del Napoli in fase di possesso, messi in mezzo rispettivamente dalla catena laterale sinistra del Napoli e dalle giocate in uno contro uno di Lozano), in questo contesto Dzeko, che già non era al meglio dopo l'inattività dovuta all'isolamento causa COVID, si è ritrovato isolato senza la possibilità di giocare palloni.
La passmap della partita di Napoli (fonte
Between the Posts) è abbastanza esplicativa delle problematiche riscontrate dalla Roma: sono davvero tante le anomalie, in primis la posizione media di Dzeko resa così bassa a causa del fatto che i palloni toccati in attacco sono stati addirittura inferiori rispetto a quelli toccati nella propria area di rigore (quando ripiegava sui calci da fermo), altro dato molto esplicativo è quello relativo al giocatore con il maggior numero di passaggi in avanti ricevuto, ossia Cristante, il centrale della difesa a 3 di Fonseca, ulteriore prova di come la squadra giallorossa non sia stata in grado in alcun modo di far progredire il gioco.
Per la partita contro il Sassuolo potremmo vedere dunque degli aggiustamenti di Fonseca per facilitare l'uscita del pallone della metà campo, una soluzione è proprio quella vista a Napoli nel secondo tempo, ossia avanzare Pellegrini (che resta un sacrificato nei due di centrocampo del 3-4-2-1) per lasciare le chiavi della fase di sviluppo a Villar, il cui rendimento è in piena crescita e mostra sicuramente miglior conoscenza di quella fase di gioco rispetto ai suoi compagni.
Riguardo la formazione di De Zerbi, la sconfitta contro l'Inter arriva al termine di un ciclo di partite in cui la squadra nero verde ha mostrato alcune difficoltà nell'esprimersi sui livelli che conosciamo, il motivo sta principalmente nella maggiore capacità degli avversari di chiudere in ogni modo la zona di rifinitura, dove Berardi e Djuricic inventano le giocate che tanto rendono riconoscibile il Sassuolo, ma ad incidere maggiormente è l'assenza di Ciccio Caputo, la cui importanza nel sistema costruito da De Zerbi la riconosciamo solo nel momento in cui è assente, i suoi movimenti a venire incontro o in profondità drenano quasi sempre la piena attenzione delle linee difensive avversarie generando quegli spazi in zona rifinitura in cui la squadra banchetta.
Nella partita contro l'Inter la squadra di Conte ha fatto un gran lavoro per togliere aria alle combinazioni corte del Sassuolo, le uscite dei tre elementi della difesa a 3 ha limitato molto le ricezioni in zona di rifinitura facendo perdere diversi tempi di gioco alla formazione di De Zerbi, un atteggiamento molto aggressivo misto zona-uomo utilizzato anche nella fase di prima pressione e che è costato sostanzialmente al Sassuolo i due goal presi nei primi 15' che hanno immediatamente indirizzato la partita a favore dell'Inter senza riuscire a ribaltarla.
Ciò che se ne desume è che il 4-0 subito dalla Roma nasce dalla necessità che la squadra di Fonseca ha avuto nel corso della partita di scoprirsi per cercare di cambiare l'inerzia della partita tanto che dopo il goal del raddoppio del Napoli non c'è stata più partita, dall'altra parte, invece, il Sassuolo ha dovuto giocare una partita di rincorsa sin dall'inizio e che ha messo a proprio agio gli avversari.
Per questa ragione Roma-Sassuolo sarà una sfida di mosse tattiche tra Fonseca e De Zerbi ma soprattutto una sfida di tenuta mentale per le due squadre chiamate a riscattare le prime sconfitte stagionali: nei due precedenti dello scorso campionato tra Fonseca e De Zerbi ci furono due partite dominate rispettivamente dal primo e dal secondo, a dimostrazione che in una lotta strategica dove chi per primo tra i due trova la mossa vincente può fare crollare il castello avversario.