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Friday, 22 April 2022

Monaco-Nizza: dalla costa Azzurra i futuri gioielli del calcio europeo


Per chi segue con una certa passione il gioco del calcio senza limitarsi alla sola squadra del cuore o al solo campionato italiano, saprà bene che la Ligue 1, ossia il massimo campionato francese, è famoso per la capacità di produrre giovani talenti in serie da esibire come in una grande vetrina per poi venderli a prezzi importanti permettendo loro di sostenersi e, soprattutto, di reinvestire quei soldi nel miglioramento dei propri settori giovanili, in un lungo circolo virtuoso. Non è una sorpresa, quindi, se il claim promozionale della lega sia "La Ligue des Talents".

Monaco e Nizza non possiedono, a differenza di altri club, un settore giovanile particolarmente florido, ma essendo due piazze parecchio ricche, stanno diventando il primo step di crescita per una serie di giovani interessanti del calcio europeo. 

Nel Principato questa metodologia ha avuto inizio circa sette anni fa quando la proprietà russa parecchio munifica ha dovuto ridimensionare le proprie capacità di spesa a causa di una pesante causa di divorzio che ha coinvolto Dmitrij Rybolovlev, portandolo a rivedere la strategia puntando sull'investimento in giovani promettenti da rivendere e finanziare ulteriori acquisti dello stesso genere. E così abbiamo avuto modo di veder crescere in questo contesto gente come Mbappè, Bernardo Silva, Martial, Fabinho e tanti altri. 

A pochi chilometri dal regno di Alberto Ranieri, Nizza è pronta a seguire una strada simile con l'arrivo al vertice della società di Jim Ratcliffe, il proprietario del gruppo INEOS che ha deciso di investire sul calcio dopo averlo fatto nel ciclismo con la fortissima squadra dominatrice dei grandi giri, e nella Formula 1, con una quota di proprietà del team Mercedes. Il cambio al vertice è avvenuto due stagioni fa ed è iniziato con investimenti massicci su giocatori di prospettiva su cui costruire una squadra in grado di inserirsi nel corso degli anni per un posto al vertice del calcio francese, a questo si è aggiunta, in questa stagione, la scelta di mettere in panchina l'allenatore campione in carica con il Lille: Christophe Galtier.

LE FORMAZIONI INIZIALI

Sia Monaco che Nizza hanno assunto un atteggiamento molto simile tra loro con qualche piccola variante soprattutto nel come le due squadre cercano di arrivare in porta. Così lo schieramento in campo vede entrambe le formazioni affidarsi ad un 4-4-2 di base in cui soprattutto i due esterni offensivi e le due punte hanno caratteristiche diverse.

Il Monaco si presenta con la coppia Tchouameni-Fofana in mezzo al campo che fornisce la massima protezione alla coppia di centrali Disasi-Badiashile, i due esterni di centrocampo sono il brasiliano Vanderson ed il redivivo Golovin mentre la coppia d'attacco è tanto affiatata quanto particolare ed è composta da Volland e Ben Yedder.


Dall'altra parte il Nizza ha uno scheletro centrale meno fisico a centrocampo con la coppia Lemina-Thuram che fa della capacità di conduzione della palla il proprio punto di forza, mentre la coppia d'attacco formata da Laborde e Dolberg ama muoversi su tutto il fronte d'attacco per aprire le difese avversarie mentre i due esterni offensivi Boudaoui e Brahimi hanno il compito di accentrarsi.


CHI HA GIOCATO MEGLIO TRA MONACO E NIZZA?

Spesso il concetto di giocare meglio o il giocare bene risulta parecchio insidioso, visto che non esiste una reale definizione di queste affermazioni, per cui come possiamo rispondere a questa domanda?

Molti direbbero che chi vince ha sempre ragione e questo ci farebbe risparmiare tempo nel trovare una risposta alla domanda di cui sopra, ed è quello che molti preferiscono fare, soprattutto nelle discussioni calcistiche che ci tocca affrontare nel corso della settimana con amici, parenti o anche degli sconosciuti sui social.

Ma non stiamo certo analizzando Monaco-Nizza per dire che i monegaschi hanno giocato meglio perché hanno vinto, ma possiamo dire che il Monaco ha costruito la propria vittoria giocando bene. E adesso provo a spiegare perché.

Nonostante le due squadre partissero con lo stesso schieramento, il modo in cui poi si sistemavano in campo era molto diverso una volta entrati in possesso palla.

Da una parte vediamo lo schieramento del Nizza, con i due terzini che si staccano dalla fase di costruzione e cercano di prendere l'ampiezza mentre le due ali si accentrano per cercare di favorire una progressione centrale dell'azione. Per avere superiorità nella prima linea di costruzione contro i due attaccanti del Monaco, uno dei due centrocampisti si abbassa a fianco o in mezzo ai centrali per fare partire l'azione. In questo esempio è Lemina ad aprirsi fuori linea rispetto ai centrali difensivi.

Il Monaco da parte sua ha giocato molto sul neutralizzare i tentativi di progressione centrale della squadra di Galtier sfruttando a proprio vantaggio la grande forza fisica delle proprie coppie centrali di difesa e di centrocampo. Qui vediamo come le due linee sono molto compatte ed allo stesso tempo si orientino su palla e uomo senza avere problemi nel rompere le linee ma mantenendo le distanze sempre corte grazie al comportamento della linea difensiva molto alta che non ha problemi a lasciare l'opzione dello spazio in profondità alle proprie spalle potendo contare sulla grande capacità di Disasi e Badiashile nel difendere sul lungo. Da questo esempio si può anche notare il lavoro delle due punte nell'orientare il possesso del Nizza in zone esterne.

La strategia del Monaco per avanzare in campo, invece, era molto più orientata sul muovere il pallone in zone esterne, questo perché Clement ha implementato una strategia in cui i due terzini restano più vicini alla fase di costruzione in modo da aggirare la prima pressione avversaria, poi sfruttando le conduzioni e le tracce verticali arrivare rapidamente ad affrontare la difesa con i quattro giocatori offensivi: qui vediamo quali sono le soluzioni a favore di Caio Enrique che può appoggiarsi su Golovin che poi può accentrarsi, oppure sulle due punte che si associano quasi ad occhi chiusi per chiudere con la soluzione Vanderson sul lato debole.

Questo tipo di associazione è molto utilizzata dal Monaco sotto la gestione Clement, un esempio è giunto proprio dalla partita precedente del Monaco, quella vinta venerdì scorso sul campo del Rennes e che ha definitivamente riportato i monegaschi in zona Champions.


Dall'analisi di come le due squadre siano riuscite a far progredire il pallone si nota chiaramente quanto la strategia dei monegaschi abbia loro permesso di giocare meglio in verticale, cosa che non è riuscita al Nizza se non mediante le conduzioni palla al piede di Todibo e Thuram.




QUANTO TALENTO PRONTO A GRANDI PALCOSCENICI

Come afferma il titolo e la premessa di questo post, Monaco e Nizza è stata una grande vetrina di talenti che infatti sono già sui taccuini dei club e dei giornalisti esperti di calcio mercato. E quindi a Clement e Galtier viene dato il compito di aumentare il valore di questi giocatori creando un contesto tattico che esalti le rispettive caratteristiche.

Sono tanti i nomi che hanno influito o cercato di influire sull'andamento di questa partita e che a breve potremo vedere vestire la maglia di club che puntano alle semifinali della Champions League come obiettivo minimo. Ne ho scelto uno per squadra per l'apporto dato.

Su Aurelien Tchouameni mi sono già espresso un anno fa quando non era ancora sulla bocca di tutti, ora si tratta di un profilo più conosciuto nel momento in cui quest'estate è stato cercato dalla Juventus e adesso è accostato al Real Madrid. La sua prestazione a centrocampo nella partita contro il Nizza è quella che he permesso alla sua squadra di far saltare i tentativi della squadra nizzarda di avanzare centralmente. Il dato sui duelli difensivi nella zona di campo dove la squadra di Galtier provava ad innescare i due esterni mostra chiaramente il grande lavoro svolto dal centrocampista francese nel disinnescare le ricezioni ed i tentativi di giocate individuali di Brahimi e Boudaoui.

Khepren Thuram, fratello di Marcus e figlio di Lilian Thuram, sotto la gestione Galtier è diventato il centro di gravità del Nizza: abbiamo avuto modo di vedere nell'analisi tattica come cercasse di muoversi per dare inizio all'azione e per questo è stato il giocatore più cercato dai suoi compagni e, come abbiamo visto precedentemente, è stato il giocatore che ha cercato con le sue conduzioni palla al piede di far guadagnare campo alla squadra, un'impresa difficilissima per la squadra nizzarda contro quella diga formata da Fofana e Tchouameni. 

Altri due giocatori che stanno avendo una stagione importante all'interno di questi contesti sono Golovin da una parte e Dolberg dall'altra: in due squadre piene di giocatori nati dopo il 2000, il russo (classe 1996) ed il danese (classe 1997) potrebbero sembrare dei giocatori che hanno superato la fase di picco della carriera, ed invece sono ancora nel mezzo della propria maturazione che, tra l'altro, dopo le premesse degli inizi di carriera, si è abbastanza rallentata, tuttavia entrambi sono adesso centrali nell'economia di gioco di Monaco e Nizza e chissà che non sia iniziata anche per loro la scalata verso quei livelli predetti all'inizio delle rispettive carriere.

LA CORSA CHAMPIONS IN FRANCIA

Una menzione finale la merita la lotta per la Champions League nella Ligue 1, a cui sia Monaco e Nizza sono pienamente iscritte: come previsto ad inizio stagione, il PSG ha fatto il vuoto, mentre alle proprie spalle tante realtà si stanno giocando i posti restanti in Europa in una lotta molto ma molto interessante.



Il secondo posto sembra appannaggio del Marsiglia di Sampaoli, che dovrebbe essersi messa al sicuro dopo il successo nell'ultimo turno di campionato contro il Nantes. La squadra del tecnico argentino è stata una delle squadre dall'identità di gioco più forte del campionato, regalando sprazzi di grande calcio oltre ad essere ancora in corsa per la vittoria della Conference League dove affronterà in semifinale il Feyenoord.

Alle spalle dei marsigliesi, con 540 minuti da giocare e 6 squadre in 6 punti (teniamo dentro anche il Lione) la lotta è apertissima e coinvolge anche squadre come Lens e Strasburgo che stanno accarezzando un sogno ma ben calato in una realtà costruita con una strategia di gioco riconoscibile.

Insomma non solo la lega dei talenti, ma tante emozioni fino alla fine. 

Friday, 19 March 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 22


Dopo aver vissuto questi mesi tutti d'un fiato, per il calcio questo weekend rappresenta per i club l'ultimo prima di una breve pausa che ci proietterà, poi, nella fase finale della stagione, quella che determinerà i verdetti. Per molte squadre questa pausa arriverà come una benedizione per ritrovare qualche giocatore infortunato o per permettere a giocatori troppo utilizzati di poter rifiatare; per altre squadre, invece, questa pausa arriva in un momento in cui l'andamento delle cose è ottimale e, con alcuni giocatori che lasceranno la squadre per le nazionali, c'è anche il rischio di ritrovarsi alcuni di loro non proprio al meglio.

Per questo weekend in arrivo, dunque, ho scelto tre partite (una al giorno) in cui racconterò di squadre il cui percorso si sta facendo interessanti per ragioni diverse.


FULHAM - LEEDS (VENERDI' ORE 21)

La Premier League arriva a questo turno prima della pausa con ogni partita che può rappresentare tanto in termini di classifica: difatti, messo da parte il dominio indiscutibile del Manchester City, la classifica alle loro spalle è molto corta, con tante squadre che proveranno a giocarsi le proprie possibilità per chiudere la stagione strappando un posto nelle prossime competizioni europee. Ma anche la zona salvezza vede una bagarre interessantissima: WBA e Sheffield United possono senz'altro considerarsi fuori dai giochi, mentre la lotta per evitare l'ultima casella che porta in Championship è molto aperta e questo per merito del Fulham che, questa sera si gioca molte chances di salvezza nella sfida contro il Leeds di Marcelo Bielsa.

La squadra allenata da Scott Parker si sta mostrando in grande crescita, mostrando pienamente la qualità della propria guida tecnica: l'ex centrocampista di Charlton e Chelsea ha mostrato una piena fiducia nello stile di gioco che ha voluto imprimere alla propria squadra, seguito anche dagli stessi giocatori. Purtroppo per lui il poco tempo tra la finale dei playoff di Championship vinta ad agosto e l'inizio della stagione di Premier non gli ha consentito di avere sin dall'inizio una squadra competitiva, cosa che è avvenuta in corso d'opera con il mercato di ottobre e con gli aggiustamenti di gennaio. Questa situazione ha ovviamente rallentato il processo di costruzione di una squadra che fosse competitiva per la Premier, ma non appena la rosa si è consolidata, le prestazioni sono andate di pari passo, così adesso il Fulham è ancora in corsa per giocarsi una salvezza che appariva utopistica fino a qualche settimana fa.

Anche nella partita persa nell'ultimo weekend contro il Manchester City, la squadra di Parker ha mostrato tutta la qualità della propria organizzazione: in particolare in fase di prima pressione e di prima costruzione si è vista una squadra poco incline ad atteggiamenti conservativi. Nel caso della prima pressione si nota l'esempio di mischiare concetti di copertura di linee di passaggio a marcature a uomo prestabilite sui centrocampisti: nell'esempio che vi porto potete notare come Anguissa, giocatore che si era ben disimpegnato già lo scorso anno a Villarreal e che si sta confermando su alti livelli anche in questa stagione in Premier. segua a uomo per tutto il campo Rodri al fine di non fargli ricevere palla; stesso tipo di attenzione ce l'aveva l'ex juventino Mario Lemina su Bernardo Silva.

Dall'altra parte abbiamo un Leeds la cui classifica è decisamente più tranquilla, tuttavia il Fulham non può fare affidamento a considerazioni di questo tipo quando ti tocca affrontare una squadra allenata da Marcelo Bielsa che dal punto di vista dell'intensità di gioco difficilmente molla qualcosa al proprio avversario di turno.

Del modo di giocare della squadra di Bielsa ne ho già disquisito nei miei post precedenti: il 4-1-4-1 dei Whites sta portando la squadra al raggiungimento di una salvezza molto tranquilla unitamente ad un'espressione di gioco di altissimo livello, soprattutto alla luce delle difficoltà che molte squadre in Premier stanno trovando nell'esprimersi su ritmi di gioco elevati come da tradizione del principale campionato inglese. Ed invece la metodologia di lavoro del maestro di Rosario ha permesso a questa squadra di continuare a mostrare quanto di buono già visto negli anni precedenti in Champions.

Come per il Fulham, sono i meccanismi di pressione il fiore all'occhiello del Leeds: l'approccio di Bielsa è ancora più portato al duello individuale ed all'orientamento sull'avversario diretto, un approccio parecchio dispendioso ma che spesso e volentieri raccoglie dividendi così come può portare a far saltare la fase difensiva della squadra (basti ricordare i 6 goal presi dal Manchester United nella sfida di Old Trafford), tuttavia la classifica mostra la bontà del lavoro di Bielsa, così come gli indicatori statistici relativi al PPDA (6,85, per distacco il migliore del campionato) ed alla percentuale di passaggi riusciti degli avversari (pari al 73,3%, peggio solo di Eibar e Bayer Leverkusen in tutta Europa). Gli esempi nei fermo immagine a fianco sono presi rispettivamente dall'ultima vittoria in campionato, quella contro il Southampton, e l'ultima partita disputata, ossia quella contro il Chelsea, dove la squadra di Bielsa ha soffocato ogni tipo di manovra della squadra di Tuchel. Come si nota dagli esempi è forte l'orientamento sull'avversario in fase di possesso così come è alto il livello di aggressività ogni volta che il pallone viene giocato all'indietro da parte dell'avversario: la postura del corpo die giocatori è proiettata in avanti, un elemento su cui Bielsa lavora in maniera incessante durante i suoi allenamenti.

Come abbiamo visto, dunque, si affrontano due squadre molto ben preparate dai rispettivi allenatori: all'andata il Fulham era decisamente indietro come idea di squadra ma riuscì comunque a giocarsi la partita che termino con un 4-3 che ben rappresenta il modo di intendere il calcio da parte dei due allenatori e ben assorbito dalle relative squadre.


NIZZA -MARSIGLIA (SABATO ORE 17)

Nizza e Marsiglia tornano ad affrontarsi poco meno di un mese dopo il recupero della sfida non disputata ad ottobre per i focolai di COVID di cui le squadre stavano soffrendo: rispetto a come avrebbero dovuto affrontarsi ad ottobre queste due squadre sono molto cambiate a causa di diverse vicissitudini che hanno dovuto affrontare nel corso di questa particolare stagione e che cercano in questo finale di stagione di ritrovare un filo del discorso perso nei mesi precedenti.

La formazione nizzarda, non ostante le importanti ambizioni della proprietà, non sta disputando una stagione all'altezza delle aspettative: la motivazione sta nella difficoltà che la squadra ha mostrato nel digerire le scelte tattiche di Patrick Vieira, sollevato dall'incarico dopo la pesante eliminazione nei gironi di Europa League. Il Nizza ha mostrato parecchie difficoltà a far progredire il gioco e neanche il cambio in panchina, con la promozione di Ursea a capo allenatore, ha favorito un reale cambiamento per la formazione rossonera.

Sul mercato di gennaio il club ha provato a rinforzare il reparto difensivo con l'acquisto di Saliba, ottimo difensore messo ai margini da Arteta all'Arsenal, tuttavia le difficoltà quando l'avversario è in possesso palla restano molto evidenti e numericamente evidenziato dalle statistiche difensive. La squadra di Ursea è quella che, assieme al Montpellier, subisce il maggior numero di tiri a partita in campionato. 

Fonte dati Fbref / StatsBomb
Le difficoltà della squadra sono proprio frutto del sistema di gioco che prevede un prolungato possesso palla che molto spesso ristagna nella propria metà campo e fatica a progredire in avanti e che, spesso e volentieri, espone la squadra una volta perso il possesso: questa situazione si acuisce maggiormente nelle partite interne, dove giocoforza gli spazi per far progredire il gioco sono inferiori e la squadra nizzarda è comunque costretta a fare la partita ed esporsi alle transizioni avversarie. Come si evince dal grafico sopra, il possesso palla del Nizza ristagna troppo in zone basse del campo ed è troppo orizzontale: la percentuale di avanzamento del campo e quella di passaggi sulla trequarti mostra chiaramente quanto già visibile osservando la squadra giocare. 

Le potenzialità della squadra, tuttavia, restano molto elevate vista la grande quantità di prospetti presenti in rosa, su tutti l'esterno d'attacco Amine Gouri, capocannoniere della squadra con 11 reti e sicuramente notizia migliore di questa stagione per la squadra nizzarda.

Anche il Marsiglia ha subito tante peripezie in questa stagione: una situazione societaria complessa, unita ad un ambiente facilmente infiammabile e con un allenatore poco propenso a compromessi ha portato la situazione ad esplodere nel giro di poche settimane in concomitanza con il periodo del mercato invernale. Alla fine di questo periodo turbolento (per usare un eufemismo) Villas-Boas ha rassegnato le dimissioni, il board del club è totalmente cambiato mentre la tifoseria a fine gennaio ha pensato bene di assaltare il centro sportivo della squadra. In questo contesto la squadra ha iniziato una pesante striscia negativa culminata poche settimane fa con la sconfitta in Coppa di Francia contro il Perpignan, squadra di quarta serie.

Per cercare di ricostruire un discorso tecnico, la prima scelta della nuova dirigenza è stata quella di consegnare la squadra nelle mani di un tecnico come Jorge Sampaoli, profilo senza dubbio perfetto per riaccendere l'entusiasmo in una piazza come quella di Marsiglia.

Nelle prime partite seduto sulla panchina del Marsiglia, il tecnico argentino ha mostrato subito quali sono le sue intenzioni tattiche: lo schieramento in campo dovrebbe portare alla ricostituzione del 3-3-3-1 di matrice bielsista. Ovviamente, però, il bielsismo di cui si nutre il gioco di Sampaoli non è esclusivamente riconducibile al modulo utilizzato ma deve portare avanti anche dei principi di gioco che al momento sono lontani dall'essere realizzati sul campo.

Fonte mappa Between The Posts
Il 3-3-3-1 di Sampaoli sulla carta è esemplificato dalla passmap qui a fianco: i tre centrali difensivi rappresentano la prima linea, e la prima novità voluta da Sampaoli è l'inserimento di Balerdi in pianta stabile nella linea difensiva a 3; la secondo linea è creata dal vertice basso di centrocampo, ossia Kamara, sul quale Sampaoli ha accettato la trasformazione in quella posizione voluta da Villas-Boas, ed i due esterni; le terza linea, invece, è composta dai tre trequartisti Payet, Thauvin e Khaoui che devono inventare per la punta che è Arkadius Milik. Proprio il centravanti arrivato a gennaio dal Napoli ha mostrato di essere molto a proprio agio al centro dell'attacco in questo progetto voluto da Sampaoli e chissà che non trovi finalmente quella continuità di rendimento che gli possa consentire di presentarsi da protagonistra al prossimo Europeo con la maglia della Polonia.

Dato lo schieramento tattico, i principi di gioco del tecnico argentino, tuttavia, non sono ancora stati messi in pratica: il Marsiglia in entrambe le fasi mostra un ritmo non in linea con quello che si addice ad una squadra di stampo bielsista. Le caratteristiche di giocatori come Payet e Thauvin difficilmente si sposano con la ricerca di ritmi alti, per cui sarà importante capire quali saranno le soluzioni che Sampaoli utilizzerà nel proseguimento della sua avventura. Nelle prime due partite sulla panchina del Marsiglia gli ingressi a gara in corso di Luis Enrique sulla sinistra e di Cuisance nella batteria dei tre uomini alle spalle della punta si sono dimostrati essere decisivi nelle vittorie finali delle due partite: chissà che a partire dalla prossima partita Sampaoli non inizi a prendere decisioni forti in termini di gerarchie in campo.

La partita dell'Allianz Riviera, dunque, si presenta come un match tra due formazioni che stanno cercando di trovare un nuovo indirizzo dopo un'annata piena di difficoltà: le due squadre rappresentano le città più rappresentative delle diverse anime del Sud della Francia ma rappresentano anche due club le cui proprietà intendono portare la Ligue 1 verso direzioni molto più ambiziose, per questo ci aspettiamo che anche la proposta di calcio che porterà questa partita vada verso questo tipo di direzione.


REGGINA - CHIEVO VERONA (DOMENICA ORE 15)

La serie B sta entrando ormai nella sua fase cruciale, dopo il turno infrasettimanale dello scorso martedì sono 9 le partite restanti da qui alla fine della regular season. Non ostante il calendario compresso e non ostante le grosse difficoltà economiche che molti club sono costretti ad affrontare in questa situazione, diverse squadre stanno mostrando il desiderio di proporre sistemi di gioco propositivi e con una propensione maggiore al rischio rispetto agli anni precedenti. Reggina e Chievo rientrano in questa categoria con proposte di gioco non sempre efficaci in termini di risultati ma molto riconoscibili dal punto di vista tecnico.

La squadra calabrese è tornata in B dopo diversi anni di assenza e dopo essere stata, nel primo decennio di questo secolo, presenza fissa in serie A: per l'anno del suo ritorno nella cadetteria il club ha deciso di costruire una squadra che unisse giocatori dalla prospettiva interessante e giocatori esperti dal nobile passato. Da una parte troviamo gente come Crisetig e Del Prato, dall'altra gente come German Denis e Jeremy Menez: ad accomunare questi profili c'è, indubbiamente, un'interessante cifra tecnica che, accompagnata dal dinamismo di gente come Folorunsho, Rivas ed anche Nicola Bellomo, ha reso questa squadra molto interessante da seguire.

A far rendere questa squadra al meglio delle proprie possibilità, però, è stato Marco Baroni: il tecnico ex Novara e Benevento ha trasformato la squadra che con il suo predecessore Toscano si schierava con un 3-4-1-2 che era valso la promozione in serie B ma che non sembrava essere altrettanto valido per il campionato di B. Dopo il cambio di allenatore ed il passaggio al 4-2-3-1 la squadra amaranto ha iniziato a girare con una media di 1,56 punti a partita che può essere senza dubbio definibile come una media da play-off.

Fonte Passmap @11tegen11_plots
Come si evince dalla passmap qui di fianco, lo schieramento creato da Baroni segue dettami moderni: sono riconoscibili i 5 uomini in fase di costruzione, composti dai 4 elementi della linea difensiva più uno dei centrocampisti centrali (in genere Crisetig, in questo esempio abbiamo Crimi); il secondo centrocampista centrale, invece, si associa al trequartista centrale in zona di sviluppo e rifinitura dove agiscono anche i trequartisti esterni che forniscono appoggio ai terzini in fase di sviluppo e si accentrano a creare densità in zona rifinitura. Altra particolarità della gestione Baroni è quella di ruotare diversi uomini nell'undici titolare sia a causa dei tanti impegni ravvicinati dovuti al calendario molto stretto della serie B, sia perché il tecnico di origini toscane può attingere da una rosa davvero ben assortita in termini qualitatitvi.


Fonte Passmaps @11tegen11_plots
Il Chievo, preso in consegna da Aglietti poco prima del lockdown nella scorsa stagione, è passato dal 4-3-1-2 con centrocampo a rombo ad un 4-4-2 maggiormente lineare ma con meccanismi molto particolari: i due esterni di centrocampo sono schierati, in gergo tecnico, a piede invertito, con il mancino Ciciretti che parte da destra ed il destrorso Garritano che parte da sinistra. Con uno schieramento di questo tipo ci si aspetterebbe in fase di possesso un 4-2-2-2 con i due esterni offensivi che si accentrano in zona di rifinitura, invece come emerge dalle passmap restano comunque schierati in ampiezza finché non ricevono palla: solo in quel momento conducono il pallone verso le zone centrali dove poi cercano di servire la giocata decisiva.

I fermo immagine qui rappresentano esemplificazioni di come il gioco del Chievo si sviluppi su catene esterne e tramite sovrapposizioni sugli esterni: nel primo caso abbiamo l'esterno che propone la sovrapposizione e l'altro esterno che attacca il secondo palo mentre le due punte tengono impegnati i centrali difensivi; nel secondo caso l'esterno si accentra per favore la sovrapposizione del terzino di parte: la maggior parte delle occasioni del Chievo sono create proprio utilizzando queste situazioni con cross verso l'area di rigore occupata dai due attaccanti ed il terzino opposto, oppure con un cut-back, ossia il passaggio all'indietro per il centrocampista centrale che arriva a rimorchio da dietro prendendo in controtempo le linee difensive avversarie.

Questa situazione e questa strategia aveva portato la formazione clivense ad essere in piena corsa per la promozione diretta fino al mese di gennaio; nel momento in cui, tuttavia, gli avversari hanno iniziato a bloccare queste combinazioni esterne, la squadra di Aglietti non si è mostrata in grado di trovare soluzioni di gioco alternative che l'hanno portata ad una serie negativa con 1 sola vittoria ed 1 pareggio nelle ultime 7 partite.

La classifica vede le due squadre distanti 7 punti: la sconfitta della Reggina a Brescia nel corso del turno infrasettimanale ha tolto agli uomini di Barone parte delle chances di riaccodarsi alla zona play-off che è distante 6 punti, tuttavia l'ottima media punti degli amaranto, unitamente alla serie negativa del Chievo rende questo match un crocevia importante per definire le gerarchie della zona play-off e se possa essere aperta ad un maggior numero di contendenti.

Friday, 6 November 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 7

Photo Credit - Instagram @AcMilan

Photo Credit - Instagram @HellasVerona


Questo weekend vedrà il termine della seconda fase di questa stagione prima di una nuova pausa per le nazionali che aggiungerà problematiche nella gestione dei casi di COVID tra calciatori, intanto prima di cedere il passo alle nazionali, il weekend a venire presenta un calendario davvero di primo livello con scontri di alta classifica in Premier League con la sfida tra Manchester City e Liverpool (o tra Guardiola e Klopp se preferite), il Der Klassiken in Germania con l'incrocio tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, appaiate in vetta alla classifica, fino alla sfida Juventus-Lazio in serie A che negli ultimi anni ha rappresentato molto per le fortune delle due squadre; per queste partite farò delle analisi nella prossima settimana, mentre in questo post, come da mia scelta in questa stagione, proverò ad orientarmi su una proposta "alternativa".


PREMIER LEAGUE RUSSA, DYNAMO MOSCA - LOKOMOTIV MOSCA (DOMENICA ORE 17)


La Lokomotiv Mosca è una delle compagini russe che meglio si stanno disimpegnando in Champions League, dopo il pareggio di Salisburgo e dopo essere stata ad un passo dal fare risultato anche contro il Bayern, è riuscita anche a fermare l'Atletico Madrid, mantenendo aperte, quanto meno a livello teorico, delle speranze di qualificazione agli ottavi o, quanto meno, continuare il proprio cammino europeo in Europa League.

L'andamento in campionato, invece, della formazione allenata da Nikolic, sembra essere meno brillante, come se l'impegno in Champions stia sottraendo energie nervose alla squadra, questo ha portato a due sconfitte consecutive che hanno allontanato i ferrovieri dalle zone alte della classifica (settimo posto con 21 punti, -7 dalla capolista CSKA Mosca) ma soprattutto un'involuzione in termini di proposta di gioco.

Il contesto del campionato russo è senza dubbio differente e richiede piani partita praticamente opposti rispetto a quelli in Champions, è sufficiente vederlo mediante il dato del possesso palla (vedi grafico a fianco, basato sui dati presenti sul database FbRef, fonte dati StatsBomb), nel campionato russo la Lokomotiv è chiamata a "fare" la partita mentre in Champions sono gli avversari ad avere l'iniziativa, questo costringe Nikolic a variare l'assetto di partita in partita.
Nella partite contro squadre che giocano chiudendo il centro del campo e tengono il baricentro basso la squadra mostra grossi limiti nel risalire il campo, nessuno dei due centrali difensivi si prende la responsabilità di condurre il pallone al fine di attrarre la prima linea di pressione e liberare il regista Kulikov (uno degli elementi autoctoni più interessanti della squadra) dalla gabbia in cui gli avversari lo chiudono (o, come accaduto nell'ultima partita contro il Sochi, dalla marcatura a uomo).

La trasferta sul campo della Dynamo Mosca arriva contro una squadra meno passiva in fase di non possesso (PPDA pari a 9,84) ma tendenzialmente molto verticale in fase di possesso (non ama particolarmente mantenere il pallone, possesso palla medio pari a 49,7%).

A mio parere l'uomo chiave è il centrocampista Daniil Fomin, classe 1997, che rappresenta l'equilibratore del 4-2-3-1 della squadra, i suoi movimenti in fase di possesso trasformano lo schieramento in un 4-1-4-1 andando ad occupare la zona di rifinitura (vedi immagine a fianco).






In fase di prima pressione, che è basata su marcature a uomo, Fomin si alza (come nell'immagine a fianco) qualora l'avversario si disponga con il doble pivote, oppure si abbassa accanto all'altro centrale del 4-2-3-1 Kabore qualora l'avversario mandi più giocatori in zona rifinitura.






La sfida dell'avveniristica VTB Arena rappresenta una sfida che può determinare il proseguimento della stagione per le due squadre, per la Lokomotiv un'altra sconfitta comporterebbe un ulteriore allontanamento dalle zone alte della classifica, per la Dynamo, dopo un inizio di stagione segnato dall'eliminazione dai preliminari di Europa League per mano della Lokomotiv Tbilisi, proseguire la serie positiva vincendo il derby contro i ferrovieri, potrebbe aprire prospettive interessanti per una squadra che, data la relativamente giovane età della rosa, può essere molto utile seguire.


MAJOR LEAGUE SOCCER, LOS ANGELES FC - PORTLAND TIMBERS (LUNEDI', ORE 00,30)


Altro elemento di interesse per questo weekend calcistico è il termine della regular season nella MLS (il Decision Day): anche il campionato americano la cui stagione, ricordiamolo, si gioca sull'anno solare (da marzo a dicembre) è stata influenzata dalla pandemia globale, ragione per la quale la stagione regolare è stata dimezzata (23 partite anziché le canoniche 34) e, in parte, disputata all'interno della bolla di Orlando, al pari dei più quotati omologhi della NBA. dove è stato disputato un torneo le cui partite dei gironi eliminatori assegnavano punti anche per la classifica del campionato: a vincere questo torneo, ribattezzato MLS is back, sono stati i Portland Timbers, 

Nella notte tra domenica e lunedì le due Conferences determineranno la classifica finale della competizione che genererà le griglie per i playoff: le posizioni più ambite al momento sono le prime 6, nel momento che le squadre tra la settima e la decima posizione si dovranno scontrare in un ulteriore turno di play-in  per determinare chi affronterà le prime due classificate (sulla base del seeding delle vincitrici dei play-in, per esempio se vincono la settima e l'ottava, quest'ultima affronterà la prima, l'altra affronterà la seconda e così via).

La lotta per il primo posto generale (il Supporter's Shield) è una lotta a due tra Philadephia ed i vice-campioni in carica di Toronto che si giocheranno, tra l'altro, le prime due posizioni anche nella Eastern Conference; nella Western Conference, invece, la lotta per i primi posti è circoscritta a 3 squadre, ossia i campioni in carica di Seattle, i sorprendenti Sporting Kansas City e gli stessi Portland Timbers; la conference ad Ovest della MLS è stata dominata, negli ultimi anni, dei Los Angeles FC, ambiziosa franchigia nata nel 2018 che quest'anno, però, ha faticato oltremodo a causa dell'assenza per quasi tutta la stagione del suo elemento più rappresentativo, ossia il messicano Carlos Vela.

Per questa ragione lo scontro tra Los Angeles FC e Portland rappresenta un interessante finestra su ciò che potrebbe accadere nei prossimi playoff e capire quanto realmente Portland possa essere una  reale contender nei prossimi play-off.

Il grafico che ho elaborato utilizzando i dati presenti su FbRef ed elaborati da StatsBomb ci mostrano come Portland sia una squadra che sta oggettivamente ottenendo più di quanto prodotto sul campo, in particolare il saldo positivo della differenza reti non è seguito dal dato relativo alla differenza sugli xG, dove la squadra allenata da Savarese ha, addirittura, un saldo negativo; al contrario, invece, la formazione allenata da Bob Bradley è seconda solo a Seattle in termini di differenza negli xG e, pur mantenendo un saldo positivo in termini di differenza reti, quanto raccolto non è in linea con quanto effettivamente prodotto. Sostanzialmente ci possiamo sbilanciare nell'affermare che Los Angeles gioca meglio di Portland e possiede valori tecnici superiori, tuttavia i risultati danno ragione alla franchigia dell'Oregon.

Anche il tipo di calcio espresso dalle due squadre è molto diverso, in particolare Los Angeles ama avere il controllo del pallone e cercare la zona di rifinitura mediante alcuni principi di calcio posizionale e mediante le rotazioni degli elementi più offensivi, sostanzialmente lasciando che i tre davanti del suo 4-3-3 si muovano liberamente supportati dai due terzini che si alzano per dare ampiezza; inoltre la squadra di Bradley cerca di recuperare il pallone quanto più in avanti possibile (infatti è la squadra che esercita il maggior numero di pressioni nella trequarti avversaria).
Dall'altra parte Portland è una squadra dall'atteggiamento molto più attendista basato sul 4-4-2 atto a coprire il centro in fase di non possesso per poi trasformarsi in un 4-2-3-1 in fase di possesso: il leader tecnico della squadra è il trequartista argentino Diego Valeri, scuola Lanus, classe 1986 e sostanzialmente uomo-franchigia con i suoi 84 goal e 87 assist in 8 stagioni, con una media, quindi, di una doppia doppia (usando un termine cestistico) in MLS.

Come ben si intuisce sarà una partita di grande interesse vista la differenza di visione di gioco delle due squadre ed un modo molto utile per capire con quali ambizioni queste due squadre si presenteranno ai prossimi play-off.


LIGUE 1, NIZZA-MONACO (DOMENICA ORE 17)


Il campionato francese nel weekend giungerà alla decima giornata e sarà una giornata che potrebbe avere un grande impatto per la classifica, sia perché avremo lo scontro interessantissimo al vertice tra il PSG ed il Rennes ma anche due sfide molto sentite come il derby del Rodano tra Lione e Saint-Etienne, partita delicatissima per i Verts reduci da cinque sconfitte consecutive, ed anche il derby della Costa Azzurra tra Nizza e Monaco, match che promette molto spettacolo.

Alla due squadre ho già dedicato due post molto recenti da cui si evince che lo stile delle due squadre è molto simile come principi di gioco e con pregi e difetti facilmente riconoscibili a cui i due allenatori stanno cercando di mettere mano.

Da una parte abbiamo il Nizza che, seppur quarto in classifica, non ha mostrato di essere una squadra brillantissima ed in grado di essere particolarmente pericolosa specie se relazioniamo lo sforzo produttivo con il dato del possesso palla (56,6% di media), questo a causa delle difficoltà che la squadra si porta dallo scorso anno nel guadagnare campo.

La pesante sconfitta subita in Europa League due settimane sul campo del Leverkusen (6-2) ha costretto Vieira nelle partite successive a rivedere determinati meccanismi, specie in fase di non possesso, con un atteggiamento molto più conservativo in modo da cercare di attirare qualche giocatore avversario in più in zone più avanzate del campo per poterlo guadagnare più velocemente una volta riconquistato il pallone: sotto questo aspetto un valore molto importante assume il ruolo degli esterni del 3-5-2/3-4-3 con Hassane Kamara a sinistra e Atal o Lotomba a destra serviti in maniera più diretta in zone più avanzate del campo per innescare pericolose catene laterali in fase di possesso, una mossa che contro Lille e Angers ha portato a 4 punti, staremo a vedere quanto funzionerà contro il Monaco.


Da canto suo, invece, la squadra monegasca ha gli stessi problemi in termini di equilibrio, soprattutto nella gestione delle transizioni difensive, ma a livello offensivo mostra un livello qualitativo molto elevato, tanto da essere la terza squadra del campionato per xG prodotti (15,2), per tiri effettuati (15,67 a partita), per possesso palla (60,9%) e per tocchi negli ultimi 30 metri, insomma tutti tratti distintivi di una squadra che cerca di dominare le partite con grande qualità con il 4-3-3 di Kovac che consolida il possesso quanto basta prima di sfruttare la velocità del suo tridente offensivo, in particolare la connection tra Volland e Ben Yedder sta progressivamente migliorando e, coadiuvata da Gelson Martins, è in grado di creare giocate ad alto livello spettacolare come questa.




Nizza e Monaco, dunque, oltre alla loro rivalità, metteranno in campo valori tecnici e tattici di alto livello e, allo stesso tempo, non sempre in grado di saper coprire gli spazi nella propria metà campo, per cui la lotta starà tutta negli aggiustamenti che le due squadre cercheranno di fare per avere il controllo della partita, ossia chi farà di tutto per averlo e chi, invece, scenderà a patti rinunciando al controllo della palla.


SERIE A, MILAN-VERONA (DOMENICA, ORE 20,45)


Il programma del weekend della serie A si chiuderà domenica sera a San Siro con un impegno probante per la capolista del nostro campionato: il Milan di Pioli proverà ad ottenere la sesta vittoria in sette partite ma al Meazza arriva una squadra pronta a mettere alla prova i meccanismi della formazione rossonera, ossia il Verona di Juric.

Ciò che accomuna le due squadre è che nelle aspettative di inizio stagione entrambe erano attese al varco dopo il clamoroso rendimento dei rossoneri dopo il lockdown e dopo la sorprendente stagione dei gialloblu nella scorsa stagione, ed invece la classifica ci dice che le due squadre si affronteranno in uno scontro tra due squadre al vertice, al primo posto del Milan si contrappone il quinto posto della squadra di Juric a 5 punti di distacco dai rossoneri.

La stagione del Milan sta seguendo la scia di quanto visto nella seconda parte della scorsa stagione e che ha portato la dirigenza rossonera a lasciare in un cassetto il progetto Rangnick e lasciare carta bianca al progetto Maldini-Massara con Stefano Pioli in panchina che ha deciso, giustamente, che la strada maestra è il 4-2-3-1 il cui scopo è quello di riempire la zona rifinitura avversaria da dove invadere l'area avversaria con più uomini.

Nell'esempio dell'azione del goal di Kessie domenica scorsa contro l'Udinese, il Milan attacca l'area di rigore con ben 6 uomini, in più va fatta notare la posizione di Ibra, autore dell'assist e quella di Leao a centro area, i due giocatori spesso si scambiano di posizione togliendo punti di riferimento alle difese avversarie, un elemento che potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema di marcature a uomo del Verona; portare i due terzini, le due ali ed uno dei centrocampisti centrali ad invadere l'area avversaria è una delle costanti di gioco di questo Milan e che rende, inoltre, possibile una presenza sufficiente di giocatori per effettuate una immediata ri-aggressione qualora l'avversario sia in grado di riprendere possesso del pallone (testimoniato dal 9,06 di indice PPDA).

Il sistema del Verona di Juric sarà un test davvero importante per la formazione rossonera, tanto più dopo la pesante sconfitta in Europa League contro il Lille, dove la squadra francese ha abbozzato alcuni principi di pressione uomo su uomo specie sulla prima costruzione del Milan per poi chiudere gli spazi in zona di rifinitura; i concetti della squadra di Juric, ovviamente, sono molto più estremi con le marcature individuali a tutto campo e poi la solita costruzione delle catene laterali in fase di possesso.

Uno dei meccanismi offensivi che il Verona utilizzerà per far male al Milan è quello di utilizzare il lato debole, situazione che vediamo molto di frequente quando una squadra schierata con il 3-5-2 affronta una squadra schierata con una difesa a 4; il fermo immagine qui a lato è preso dall'azione che ha portato al goal del 3-1 nella partita giocata lunedì scorso contro il Benevento: pallone giocato sulla catena di sinistra, invasione dell'area di rigore con più uomini (in questo caso Barak e Kalinic) ed inserimento dell'esterno opposto sul secondo palo (in questo caso Lazovic), una opzione che abbiamo visto spesso lo scorso anno con Lazovic che crossava da sinistra e Faraoni che finalizzava da destra (proprio in Milan-Verona dello scorso anno abbiamo visto questa tipologia di azione), a dimostrazione che i meccanismi di Juric bypassano anche i singoli interpreti.

Se i gialloblu saranno in grado di tenere alta l'intensità contro un Milan apparso leggermente in calo nelle ultime prestazioni ci potremo aspettare una partita con la squadra di Pioli in seria difficoltà dove dovrà mostrare soprattutto a livello mentale quali traguardi la squadra può ottenere in questa stagione; dall'altra parte il sistema di duelli individuali che Juric metterà in piedi potrebbe scontrarsi con il tasso tecnico di cui dispone la formazione rossonera, ed onestamente ci sono due duelli che sono molto ma molto curioso di osservare: uno è quello generazionale e fisico tra Zlatan Ibrahimovic e Mattia Lovato, l'altro a centrocampo tra Ismael Bennacer e Ivan Ilic, due giocatori pronti a svolgere un ruolo da protagonista in questo calcio.

Thursday, 22 October 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21, ep. 5

















Da venerdì scorso è iniziato un periodo che vedrà quotidianamente partite per quattro settimane di fila, per cui con tutti gli eventi che ci sono in corso, concentrarsi su ciò che avviene nel solo weekend può essere limitativo visto il menu che ci troviamo di fronte ogni giorno, ma visto che sarebbe consigliabile restare a casa in questo periodo per limitare i contagi COVID, il weekend, specie per chi in settimana è preso da altri impegni, resta il momento migliore per godersi un po' di eventi sportivi dal proprio divano.

Come nelle precedenti settimane ho scelto dal palinsesto le partite e le squadre che mi destano maggiore interesse, non solo per la partita in se ma anche per conoscere alcune squadre in vista dei prossimi impegni oppure per rivedere squadre che mi hanno favorevolmente impressionato in questo periodo.

Prima di procedere alla presentazione delle mie scelte partiamo da una premessa, questo weekend prevede una partita che non necessita di presentazioni ne di consigli, si gioca Barcellona-Real Madrid al Camp Nou, appuntamento sabato alle ore 16, non aggiungo altre considerazioni ed analisi ma non perdetevela!.


PREMIER LEAGUE UCRAINA, VORSKLA POLTAVA-SHAKHTAR DONETSK (SABATO ORE 13)


La prestazione dello Shakhtar a Madrid in Champions League è stata sorprendente sia perché si tratta pur sempre di disporre a proprio piacimento del Real Madrid, ma anche perché si tratta di una prestazione ottenuta non ostante le tante assenze (non che il Real fosse a pieno organico, anzi) e dopo un inizio di campionato tutt'altro che dominante se comparato con il dominio espresso nella massima divisione ucraina negli ultimi anni.

Difatti in questo momento la classifica del campionato ucraino vede la squadra di Castro all'inseguimento della Dynamo Kiev di Lucescu e del suo avversario di sabato, per cui dopo la vittoria di Madrid ed in attesa di un'importantissima sfida interna contro l'Inter, riuscire a riprendere la vetta della classifica scavalcando il Vorskla potrebbe certificare ulteriormente la bontà del lavoro del tecnico portoghese in piena continuità con quanto fatto da Fonseca negli anni precedenti.

La squadra allenata da Maksimov è impattata dalle assenze causa COVID, seppur non ai livelli dello Shakhtar, ma a sufficienza per costringere il tecnico ucraino a modificare il 3-4-3 di base con un 4-4-1-1 nell'ultima sfida di campionato vinta contro l'Olimpik Donetsk per 1-0 principalmente per ovviare dell'assenza degli esterni offensivo Ibrahim Kane, classe 2000, e Pavlo Rebenok; per questo la squadra della città di Poltava perde un po' della sua brillantezza offensiva ed anche alcuni meccanismi che probabilmente hanno necessitato di qualche revisione. 
Nella partita vinta nell'ultima giornata ad essere stato decisivo ai fini della vittoria è stato l'ingresso in campo in corso d'opera del trequartista Shcherbak, autore dell'assist per il goal di Kulach, capocannoniere della squadra con 4 reti e terminale offensivo designato.

Lo Shakhtar visto a Madrid (al netto del forte abbassamento del baricentro nel secondo tempo) parte chiaramente favorito in questa sfida, tuttavia le tante assenze causa COVID hanno portato Castro a tenere lo stesso 11 in campo per tutti i 90 minuti e dato l'impegno contro l'Inter in Champions, è giusto pensare che il tecnico portoghese possa rischiare di mettere in campo qualche elemento con meno esperienza, per esempio sarei curioso di capire se ci sarà spazio per il 21enne Marquinhos Cipriano, scuola San Paolo, esterno offensivo ideale per un 4-2-3-1 come quello dello Shakhtar che però finora ha raccolto solo 32 minuti in questa stagione.

LIGA, ATLETICO MADRID-BETIS (SABATO ORE 21)


La sfida del Wanda Metropolitano tra la squadra di Simeone e quella di Pellegrini è una sfida che merita di essere vista soprattutto per capire su cosa le due compagini hanno diritto a competere in questa stagione.

Per il terzo anno di fila gli osservatori (me compreso) cercano di capire se questo possa essere l'anno buono per la "decholizzazione" dell'Atletico Madrid, una cultura che ha reso grande questa squadra nel momento in cui il gap a livello di seguito ed a livello economico era sensibilmente inferiore a quello di Barcellona e Real, ma che adesso sembra penalizzare gli elementi a disposizione di Simeone.

La sconfitta subita in Champions per mano del Bayern in settimana a messo a nudo tutti i limiti di una squadra che, pur avendone i mezzi, non riesce a far rendere al meglio i propri uomini, una situazione che ben ha riassunto sul suo account twitter Ricardo Rubio:





Il Betis, invece, è ripartito in questa stagione consegnando la panchina a Pellegrini, in una ricerca reciproca di rilancio dopo le ultime stagioni non propriamente esaltanti in cui entrambi hanno puntato sulla costruzione delle squadre con tanta qualità dalla metà campo in su ma senza riuscire a farla esprimere al meglio; il tecnico cileno ha deciso di costruire la squadra con un 4-2-3-1 .

Come si evince dalla passmap della partita vinta contro il Valencia, la formazione di Pellegrini affida il proprio gioco coinvolgendo le zone esterno del campo, dove i terzini e gli esterni di parte si sovrappongono e creano diverse triangolazioni con il supporto di Fekir, chiamato dalla sua posizione di trequartista di dare maggiore qualità al possesso grazie alle sue giocate palla al piede (2,5 dribbling riusciti a partita e 2,8 falli subiti), non è un caso che le maggiori opportunità siano partite dai piedi di Joaquin (2,6 passaggi-chiave a partita) e Canales (2,3 passaggi-chiave ed anche 2 assist al suo attivo), con quest'ultimo che viene schierato da Pellegrini o come esterno offensivo a sinistra o come centrale di centrocampo, scelta avvenuta quando il tecnico cileno non aveva William Carvalho a propria disposizione. L'ultima partita persa contro la Real Sociedad, tuttavia, ha mostrato che se l'avversario è in grado di bloccare questi sfoghi laterali e tenere Fekir fuori dal gioco (o ancora peggio quando è lui stesso in una di quelle giornate di abulia) la squadra mostra segnali di essere del tutto innocua e con i due terzini alti e senza la cerniera di William Carvalho diventa anche molto vulnerabile in fase di non possesso.



PREMIER LEAGUE, ASTON VILLA-LEEDS (VENERDI ORE 21)


Il programma della Premier League e dell'intero weekend si apre con quella che a mio parere è la sfida più eccitante di tutto il fine settimana, al Villa Park si affrontano due formazioni che portavano con se un hype gigantesco dato, da una parte, dalla campagna acquisti e di rinnovi contrattuali del Villa da club con idee chiare ed ambiziose, dall'altra il Leeds con il progetto tecnico iniziato tre anni fa in Championship con la panchina assegnata a Marcelo Bielsa che ha costruito un meccanismo il quale oltre a riportare i Whites in Premier League dopo 17 anni, ha messo in luce una serie di individualità che sembravano destinate ad un percorso da comprimari nella Championship e che invece, adesso sono in misura fissa nell'agenda di Southgate e di altri commissari tecnici per il prossimo europeo.


Partendo dall'Aston Villa, il clamoroso inizio di stagione con 4 vittorie nelle prime 4 partite trae origine, a mio parere, dal lavoro svolto da Dean Smith nel momento più difficile della scorsa stagione, ossia la ripresa della Premier dopo il lockdown: in quel momento il Villa si presentava al restart della stagione con la peggior difesa del campionato, frutto di un atteggiamento molto propositivo ma che creava troppe opportunità agli avversari, tanto più che la capacità realizzativa della squadra in fase di possesso era tutt'altro che positiva visto che nessuno degli attaccanti a disposizione di Smith, in particolare Wesley, non sono stati in grado di trovare la via della rete. Così dopo il lockdown, sull'orlo della retrocessione, il tecnico ha preferito abbassare il baricentro della squadra e cercare di blindare la propria area di rigore e sperare nelle giocate degli uomini avanzati, la strategia si è rivelata efficace in termini di numeri difensivi (come si evince dalla grafica di Understat esposta sopra) e soprattutto ha permesso, grazie alle prodezze del capitano Jack Grealish, di portare a casa la salvezza all'ultima giornata complice anche il crollo finale del Watford.

E proprio dalla lezione dell'ultima stagione, allenatore e club hanno deciso di ripartire per costruire una squadra maggiormente competitiva: il primo passo è stato rinnovare e mantenere gli elementi più importanti della scorsa stagione, ossia il già citato capitano Jack Grealish, il duo di centrali difensivi formati da Konsa e Mings ed il brasiliano Douglas Luiz perno davanti alla difesa ed ago della bilancia dell'equilibrio della squadra di Smith; alla loro conferma il club ha completato la squadra con un recruiting da 10 in pagella: nel ruolo di terzino destro è arrivato Matthew Cash, reduce da una grande stagione con il Nottingham Forest in Championship, mentre per il ruolo del centravanti, il grande buco della scorsa stagione, il club ha deciso di fare un investimento importante per Ollie Watkins, capocannoniere della scorsa Championship con la maglia del Brentford, con cui ha sfiorato la Premier, ha coperto il ruolo del portiere acquistando un signor estremo difensore come Emiliano Martinez dall'Arsenal e, ciliegina sulla torta, ha preso in prestito dal Chelsea Ross Barkley che si è già rivelato decisivo con la rete al 90' contro il Leicester ma soprattutto ha permesso a Smith il passaggio al 4-2-3-1 che, così assemblato, permette di contenere gli avversari con un 4-4-1-1 che chiude le zone centrali ed allo stesso tempo permette sufficiente elasticità sulla base di come l'avversario cerca di attaccare (raddoppio terzino-ala in caso di attacco laterale, abbassamento di Douglas Luiz in caso di movimenti in zona di rifinitura da parte delle punte), mentre in fase di possesso permette a Grealish di avere un giocatore in più con cui connettersi e con cui ruotare le posizioni assieme a Watkins permettendo anche a McGinn di mostrare le proprie qualità negli inserimenti, insomma un meccanismo che sembra ben costruito e che, al momento, è decisamente ben suffragato dai risultati (punteggio pieno e miglior difesa con 2 goal e 3,9 xG subiti, dato StatsBomb).

Anche il Leeds, come molti di noi speravano, sta mantenendo le promesse di inizio stagione, la curiosità di vedere i principi di gioco di Bielsa nella competizione che, al momento, rappresenta il pantheon tattico a livello mondiale, era gigantesca e ciò che sta proponendo il Leeds in queste prime giornate è un piacere per gli occhi; il calendario ha già messo di fronte i Whites con Liverpool e City dando vita a due partite molto avvincenti dove è riuscita a raccogliere un punto ma ha mostrato che la sua squadra può davvero giocarsela con chiunque, stesso discorso per la partita di lunedì scorso persa contro il Wolverhampton in cui gli uomini di Bielsa meritavano molto di più, partita che ho analizzato separatamente nel blog e dove potrete trovare un compendio del modo di giocare della squadra dello Yorkshire.


Oltre alle trame di gioco ci sono anche i numeri a certificare l'unicità del credo calcistico di Bielsa che, oltre a vedere il Leeds in testa alla classifica dei km percorsi e degli scatti effettuati, domina la statistica dei palloni contesi agli avversari in pressione e dei tackles effettuati, chiara dimostrazione della propensione della squadra a non accettare il possesso avversario e non abbassare mai il proprio baricentro, a questo si aggiunge il dato sul PPDA che ha visto i Whites passare davanti al Southamption di Hassenhuttl di cui ho già disquisito nei miei precedenti post

Il ritmo vertiginoso proposto dal Leeds contrapposto alla compattezza ed alla qualità dell'Aston Villa renderanno, a mio parere, ci regalerà una sfida che potrebbe diventare la giusta pubblicità per riconoscere l'innalzamento generale del livello della Premier League.



LIGUE 1, NIZZA-LILLE (DOMENICA, ORE 17)


All'Allianz Riviera di Nizza va in scena una sfida tra due squadre che si presentano con convinzioni differenti ma molto vicine in classifica con la squadra di Vieira che si trova la quarto posto con 13 punti a -4 dalla formazione di Galtier che si trova in testa alla classifica con grande merito.

Il Nizza si presenta a questa sfida reduce dal pesantissimo 6-2 subito in casa del Bayer Leverkusen in Europa League, dove da un lato si è vista l'inesperienza della squadra in un contesto come quello europeo, ma soprattutto si sono viste delle difficoltà da parte della squadra a mettere in pratica le idee di Patrick Vieira; l'ex capitano dell'Arsenal degli invincibili ha deciso di portare in costa azzurra un gioco basato sul possesso insistito cercando di attirare la pressione degli avversari e dunque sfruttare gli spazi generati da questa circolazione della palla. 

A livello numerico questa strategia di Vieira trova riscontro nel dato del possesso palla (pari al 58%) ma un possesso visivamente molto sterile e, come visto nella partita di Europa League contro il Leverkusen anche molto rischioso in quanto spesso messo in difficoltà da squadre che organizzano bene la prima pressione.

La sterilità del possesso della squadra nizzarda è testimoniata dalla difficoltà ad avanzare in campo, utilizzando i dati di StatsBomb presenti sulla piattaforma FbRef, si evidenzia come la squadra di Vieira sia all'ultimo posto come passaggi progressivi in tutto il campionato (poco più del 7% dei passaggi permettono alla squadra di avanzare sul terreno di gioco), un dato che conferma quanto visto già nella scorsa stagione e spiegato maggiormente nel dettaglio nel mio post riepilogativo sulla Ligue 1 al termine (forzato) della scorsa stagione. Fatta questa premessa allora qualcuno si chiederebbe come riesca questa squadra a rendersi pericolosa in zona offensiva, la risposta sta nella qualità elevata dei suoi elementi offensivi, su tutti l'ex Lione Amine Gouiri, esterno offensivo del 4-3-3 o seconda punta in caso di utilizzo di un 4-4-2 o nel 3-5-2 visto a Leverkusen, capace di guadagnare palla al piede quel campo che con il possesso palla la squadra non è in grado di ottenere. 

Il Lille, invece, si presenta a questo confronto da capolista del campionato, a dimostrazione che il percorso iniziato tre anni fa sotto la gestione di Galtier e la direzione tecnica di Luis Campos continua a raccogliere frutti non ostante le cessioni parecchio profittevoli per le casse della società che, però, non minano il valore tecnico della squadra.
Dopo aver tentato ad inizio stagione un 4-3-3 contro il Rennes, il tecnico marsigliese è tornato al 4-4-2 in continuità con le precedenti stagioni ma con una tensione meno verticale rispetto allo scorso anno: l'arrivo di Botman al centro della difesa ha reso possibile un impostazione da dietro più pulita, ma soprattutto l'avanzamento in campo non avviene più cercando il riferimento offensivo come Osimhen lo scorso anno e Leao l'anno precedente, bensì tramite combinazioni strette tra le punte ed i due esterni offensivi che si accentrano creando spazio per le sovrapposizioni dei terzini oppure tagliano alle spalle della linea difensiva per essere imbeccati dai passanti dalla zona di rifinitura; esempio di questo piano lo abbiamo visto con il goal del 3-1 realizzato sul campo dello Sparta Praga giovedì in Europa League, con Soumare che ha imbeccato in verticale il taglio di Ikone.




Ma la forza della squadra del nord della Francia sta principalmente nella fase difensiva, con Maignan che finora ha dovuto raccogliere solo due palloni da dentro la sua porta, questo sia per merito della compattezza della squadra in fase di non possesso, grazie alle idee chiare che la squadra ha su come indirizzare il possesso avversario per poi aggredirlo, ed anche quando l'avversario riesce ad andare al tiro, è lo stesso estremo difensore a mostrare il suo valore tra i pali visto che ad oggi con un saldo positivo di +4,3 in termini di xG post-tiro è per distacco il miglior portiere del campionato.

Per il Nizza di Vieira, dunque, un test decisivo per capire quali possano essere le reali ambizioni della squadra in questa stagione, per il Lille, invece, un risultato pieno anche in questa giornata potrebbe permettere alla squadra di sentirsi giustificata ad alzare l'asticella degli obiettivi e chissà, lanciare un guanto di sfida al PSG.


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