Monday, 9 March 2020

Juventus - Inter, le pagelle



E'arrivato finalmente il giorno della sfida dello Juventus Stadium, per Juventus ed Inter è arrivato il momento di dare una svolta alla lotta per lo scudetto, con l'opportunità per la formazione bianconera di riprendersi la vetta della classifica e, soprattutto, portare l'Inter a -9 in classifica (-6 virtuale); per l'Inter la vittoria significherebbe aggancio virtuale in classifica sulla formazione bianconera.

La partita finisce con la vittoria della Juventus per 2-0 dopo una partita divisibile il 3 fasi: la prima, di circa 20 minuti, in cui la Juventus ha chiuso l'Inter nella propria area di rigore, con Handanovic che ha salvato con due importanti interventi la propria porta; la seconda parte, durata circa 30 minuti in cui l'Inter ha preso campo ed avanzava grazie ai suoi esterni ma senza, però, riuscire a trovare lo sbocco centrale; la terza parte è quella dal goal di Ramsey in poi, in cui l'Inter esce di fatto dalla scena e si consegna alla Juve brava a tenere il baricentro alto ed a stritolare il possesso nerazzurro.


LE FORMAZIONI

Sarri opta per il 4-3-3 con due differenze principali rispetto alle ultime apparizioni: Cuadrado torna a giocare basso a destra, mentre torna Douglas Costa nel tridente d'attacco; a centrocampo Pjanic finisce in panca, il suo posto è preso da Betancur accanto al quale opereranno Ramsey alla sua destra e Matuidi alla sua sinistra.


Conte, invece, non cambia nulla del suo 3-5-2: la principale novità rispetto alle ultime uscite è il ritorno di Alessandro Bastoni nei 3 di difesa mentre il centrocampo è confermato in blocco, con Young e Barella sul centro-sinistra chiamati ad opporsi alla bellicosa catena di destra della Juventus.


LE PAGELLE

JUVENTUS


SZCZESNY 6

Impegnato nel primo tempo da una conclusione da fuori area di Brozovic, per il resto normale amministrazione per lui, in fase di impostazione non si mostra particolarmente propenso al rischio eccetto un dribbling su Lautaro nel secondo tempo. Per il resto il baricentro alto tenuto dalla Juve dopo il goal del vantaggio gli permettono di restare inoperoso.

CUADRADO 6

Nel momento di massima pressione della Juve nel primo tempo si rende protagonista di alcune incursioni al centro dell'area sfruttando gli scambi di posizione con Douglas Costa, con l'Inter che cresce resta alto ma gioca in maniera più convenzionale, in fase difensiva si rende utile intercettando un paio di cambi di gioco dell'Inter in fase di impostazione nel primo tempo; nel secondo tempo è lo sfogo principale dell'impostazione bianconera, complice il progressivo ritrarsi dei due esterni dell'Inter ed i due attaccanti nerazzurri che si occupano dei centrali difensivi per lui c'è più spazio per giocare palla, infatti chiude con 104 passaggi tentati (più di tutti in campo).

DE LIGT 6

Non brillantissimo nel primo tempo contro Lautaro (che lo costringe a spendere due falli su di lui) ma si fa sentire sulle palle alte, nel primo tempo ha la prima occasione della partita da calcio d'angolo su cui si oppone Handanovic.

BONUCCI 7

Partita dominante oggi per lui, comanda totalmente la sua linea difensiva, la tiene alta nei momenti di massima pressione bianconera in entrambi i tempi, decisivi due suoi anticipi su Lukaku nella metà-campo nerazzurra per tenere in piedi la grande pressione, ed è proprio la sua partita contro il belga a valere il voto in pagella, 4 duelli su 4 vinti contro di lui, ad impreziosire la sua prestazione.

ALEX SANDRO 6,5

La Juve usa poco il lato sinistro del campo per attaccare mentre quel lato è spesso sollecitato in fase difensiva, dove l'Inter cerca di liberare Candreva, ma lui regge negli uno contro uno costringendo il laterale nerazzurro a giocare spesso con il piede più debole; con il calo di Candreva nella ripresa anche lui viene spesso sfruttato come Cuadrado in impostazione dal basso per bypassare la pressione dei centravanti sui centrali. E' lui a recuperare il pallone da cui si genera l'azione del goal che sblocca la partita.


Dal 78' DE SCIGLIO 5,5 

Entra e perde due brutti palloni, su uno di questi nasce l'unica azione pericolosa dell'Inter nel secondo tempo che però Eriksen non riesce a concretizzare.

BENTANCUR 7

Grande lavoro per lui nel ruolo che è (o fu?) di Pjanic, copre bene il centro quando le due punte dell'Inter provano ad aprire i centrali difensivi, in fase di impostazione rinforza il possesso della sua squadra in uscita palla e cerca di allargare il gioco con le sue aperture (specie a destra), da una di queste aperture verso Dybala nasce il goal del raddoppio, dettaglio non di poco conto, inoltre, è che il suo piede da calcio d'angolo nel primo tempo ha generato tre passaggi-chiave.

RAMSEY 7

Stagione dal rendimento ondivago per il gallese, la prestazione di oggi è, però, una delle migliori della stagione ed il suo valore in campo si vede, personalmente lo ritengo l'uomo a cui Sarri non vorrà mai rinunciare per far progredire il gioco della sua Juventus; si sistema nel mezzo spazio di destra dove duetta con Higuain quanto il Pipita viene incontro o alimenta la catena di destra con Cuadrado e Douglas Costa per poi inserirsi senza palla in area, ed è da uno di questi inserimenti che il gallese trova il goal che sblocca la partita ed inclina la partita a favore dei bianconeri.

MATUIDI 6,5

Buona partita anche quella del francese che nel sistema di Sarri ha il ruolo di coprire le spalle a Cristiano Ronaldo, nel primo tempo fatica a posizionarsi in fase di non possesso nella morsa di Candreva e Vecino, infatti l'Inter crea molto da quella parte nel primo tempo. Nel secondo tempo partita di controllo per lui dalla sua parte di campo e duello con Vecino stravinto, ad alzare il voto ci pensa con l'inserimento alle spalle dell'uruguayano da cui arriva l'assist per il goal di Ramsey.

DOUGLAS COSTA 5,5

Il brasiliano cerca con i suoi strappi ed i suoi dribbling di creare la superiorità numerica sul lato destro d'attacco, ma, eccettuati i 3 dribbling effettuati, non riesce a sfondare da quella parte di campo anche perché l'Inter progressivamente prende campo nel primo tempo e Young e Bastoni con l'aiuto di Barella lo tengono a bada.


Dal 59' DYBALA 7

Entra in campo e dopo pochi minuti inventa con una meravigliosa giocata il goal del 2-0 che fa partire sostanzialmente i titoli di coda alla partita; partire dalla destra per accentrarsi con il suo sinistro è la sua giocata preferita ed oggi ha mostrato di poter disequilibrare con questa giocata la difesa nerazzurra, ne ha tratto vantaggio anche Cristiano Ronaldo che con il suo ingresso in campo ha avuto anche più spazi.

HIGUAIN 6,5

Il centravanti argentino ha ormai giocoforza dovuto sottostare ad un nuovo ruolo "Alla Benzema" in cui comunque sta esercitando decisamente bene in questo ruolo, certo il suo apporto in fase di realizzazione si sta rivelando quasi nullo però la sua importanza nel consolidare il possesso e nel creare spazi per gli inserimenti di Ronaldo e Ramsey si sta rivelando fondamentale per Sarri. La mappa dei suoi tocchi è chiaramente la prova del tipo di prestazione del Pipita.




Dall'80' BERNARDERSCHI S.V. 

Non ha tempo di incidere sulla partita che aveva già detto tutto nel momento del suo ingresso in campo.

CRISTIANO RONALDO 6,5

Grande lavoro anche per lui oggi, nel primo tempo ha dovuto lottare un sacco spalle alla porta con Skriniar continuamente a mordergli le caviglie, ma ha saputo reggere il confronto anche a costo di subire parecchi falli; come spesso gli accade cerca di fagocitare la fase conclusiva della sua squadra anche a costo di generare occasioni migliori per i suoi compagni (un evenienza mai rara nelle partite della Juventus con CR7 in campo), dopo il 2-0 di Dybala crea due opportunità importanti per andare a segno ma non trova la porta e ferma la propria striscia di gare a segno ad 11. 


INTER


HANDANOVIC 7

Il migliore in campo dell'Inter è stato il suo portiere e questo non è mai un buon segnale per una squadra, nel primo tempo il portiere sloveno ha tenuto inviolata la porta con due interventi decisivi su De Ligt e Matuidi, nel secondo tempo, invece, deve raccogliere dal sacco le conclusioni di Ramsey e Dybala. Con la partita a porte chiuse molto interessante è stato seguire come comandava tutti i movimenti della difesa ed aveva anche avvertito Skriniar di coprire sul cross di Matuidi che ha poi sbloccato la partita ma senza essere ascoltato.

SKRINIAR 5.5

La sua passività in azione del goal del vantaggio della Juventus è una grande macchia sulla sua partita dove, per il resto, non se l'è cavata neanche malissimo nel tentativo di limitare Cristiano Ronaldo con una prestazione di grande aggressività (5 duelli su 10 vinti) ma lo slovacco non sembra nel momento migliore della sua stagione.

DE VRIJ 6

Serata difficile anche per lui, sfortunato nell'azione del goal di Ramsey con il pallone che gli passa sotto le gambe, in fase difensiva cerca svolge i compiti di quello che, nel secolo scorso, erano destinati al libero, venendo in soccorso ai compagni impegnati in marcatura sugli attaccanti, interessanti anche un paio di uscite dalla linea difensiva per spezzare il palleggio bianconero sulla trequarti. In fase di possesso il lavoro ai fianchi di Higuain lo limita tantissimo non ostante i continui inviti di Conte a portare palla non riesce a prendere in mano il palleggio da dietro della squadra, una gara molto limitata per lui.

BASTONI 6,5

L'unico errore della sua partita è l'uscita fuori tempo in occasione del secondo goal realizzato da Dybala, per il resto deve barcamenarsi contro la catena di destra della Juventus dove, specie nel primo tempo, i bianconeri, orientavano i loro attacchi. In fase di impostazione Conte gli assegna le responsabilità che De Vrij spesso è impossibilitato ad esercitare, infatti chiude la partita con 75 passaggi completati, anche più di Brozovic; con il suo sinistro, nel momento di partita più favorevole all'Inter, è riuscito anche ad attivare Candreva con due cambi di gioco generando potenziali pericoli per la difesa bianconera. La critica lo ha eccessivamente accusato a mio parere per qualche contrasto troppo morbido, ma personalmente ritengo la sua prestazione molto positiva.

CANDREVA 5,5

La sua partita è un po un riassunto della prestazione dell'Inter, molto attivo e pericoloso nel primo tempo, molto distratto e poco reattivo dal momento del goal della Juventus; nel primo tempo il sistema di possesso dell'Inter e la copertura del centro impostata da Sarri gli ha concesso sufficienti spazi per rendersi pericoloso, tuttavia non trova mai la giocata giusta in rifinitura, ma va anche detto che non si tratta propriamente del profilo più adatto a rifinire l'azione; nel secondo tempo è da una sua distrazione dopo un'ottima diagonale difensiva che si genera l'azione del goal di Ramsey che sblocca la partita.


Dal 74' GAGLIARDINI S.V.

Anche lui entra in campo a giochi già fatti, Conte lo inserisce per dare sostanza al centrocampo mentre passa alla difesa a 4, ma non da il suo contributo, anzi perde anche un palloni semplice nella propria trequarti appena subentrato.

VECINO 4,5

Prestazione a dir poco incolore quella dell'uruguayano che perde decisamente il duello con Matuidi in mezzo al campo e se lo perde in occasione del goal di Ramsey, il dato dei duelli persi (2 su 9) è la perfetta esemplificazione in numeri della sua prestazione. Le condizioni di forma di Barella non hanno consentito a Conte di sostituirlo per lasciare spazio ad Eriksen, altrimenti vorrei pensare che lo avrebbe fatto.

BROZOVIC 6,5

Il croato anche in una serata difficile per l'Inter resta la stella polare di questa squadra, nel primo tempo gioca a tutto campo per staccarsi dalla morsa che il centrocampo della Juventus aveva predisposto su di lui: l'unico tiro in porta dell'Inter di una certa pericolosità in tutta la partita è la sua conclusione del primo tempo su appoggio di Lautaro respinta da Szczesny; in fase difensiva la sua posizione davanti all'area di rigore permette di disinnescare le combinazioni corte tra Higuain e Ramsey per generare conclusioni (2 tiri pericolosi respinti nel primo tempo); nel secondo tempo con il calo dei suoi compagni fatica ad arginare la pressione della Juventus fino a perdere la lucidità con un fallaccio su Matuidi a metà campo che gli costa un giallo ma che poteva costargli più caro.

BARELLA 6

Fino alla sua uscita dal campo partita importante del centrocampista sardo, molto utile nel limitare la catena di destra della Juventus nel primo tempo, corre tantissimo e recupera tanti palloni importanti anche in zone alte del campo, purtroppo anche lui si eclissa (complice anche le condizioni fisiche non ottimali) dopo il goal del vantaggio della Juventus.

Dal 59' ERIKSEN 5

Entra in campo nel momento peggiore dell'Inter 

YOUNG 6

Partita buona anche la sua, in fase di impostazione è sollecitato spesso visto che l'impostazione passa principalmente dai suoi piedi e quelli di Bastoni da quel lato di campo, con 17 passaggi completati nella metà campo della Juventus è secondo in questa statistica solo a Candreva che, però, aveva una posizione media in campo più alto del giocatore inglese. In fase difensiva, con l'aiuto di Barella e Bastoni riesce a limitare l'asse Cuadrado-Douglas Costa (8 palloni recuperati, il migliore dei suoi in questa statistica) ed in difesa posizionale è attento a chiudere il lato debole.

LAUTARO MARTINEZ 5,5

L'argentino è quello che, seppur perennemente spalle alla porta, è quello che si è disimpegnato meglio nel duo d'attacco dell'Inter; sia lui che Lukaku non sono riusciti ad andare al tiro ma quanto meno con le sue sponde e la sua difesa della palla in spazi stretti permetteva alla squadra di guadagnare campo e di prendersi un paio di falli da De Ligt che hanno generato due calci di punizione potenzialmente pericolosi ma non sfruttati; nel secondo tempo non gli arriva sostanzialmente un pallone giocabile, chiude il match con 25 tocchi effettuati, di cui solo 1 in area di rigore avversaria.

LUKAKU 4,5

Quella di ieri sera è stata la serata del giubileo per i suoi detrattori, il belga è stato sostanzialmente annullato dal match da parte di Bonucci perdendo ogni duello con il centrale bianconero, a questo si aggiunge che nel secondo tempo la Juve ha chiuso tutte le linee di passaggio verso di lui ed ecco che la sua partita finisce con appena 14 tocchi e senza neanche un tiro effettuato, come evidenziato dalla mappa di StatsZone.




Dal 77' SANCHEZ S.V.


Anche lui entra in una fase della partita in cui i giochi sono già fatti e non riesce neanche lui a trovare una giocata che possa dare un senso ai minuti finali della partita.

Friday, 6 March 2020

Cosa vedere nel weeekend #21


Alla fine i presidenti della nostra Serie A hanno dovuto cedere all'emergenza Coronavirus e sottostare alle decisioni del Governo in relazione al calendario delle partite e soprattutto al veto di disputarle a porte aperte, tutte le altre competizioni hanno mostrato di prendere decisioni concrete su come gestire al meglio la situazione senza buttare via una settimana in un calendario già reso ristretto dalla scelta scellerata di iniziare la stagione il 24 agosto anziché il 17 e di non giocare nel periodo natalizio; alla fine la Lega ha deciso di far slittare il campionato di una settimana permettendo il recupero in questo weekend della gare non disputate in quello precedente.

Questo significa che siamo di nuovo nel weekend di Juventus-Inter che sarà l'evento che chiuderà la domenica calcistica ma, dato che la giornata era già stata presentata la scorsa settimana, ho deciso di dedicare spazio alla serie B assieme ai principali campionati europei.

PREMIER LEAGUE

Il campionato inglese è arrivato alla ventinovesima giornata, con il Liverpool che, seppur reduce dalla doppia sconfitta contro il Watford in campionato e Chelsea in FA Cup, inizia a contare le settimane per festeggiare la vittoria del campionato ma dovrà in ogni caso rialzare la testa in vista della gara di ritorno contro l'Atletico la prossima settimana, ad Anfield farà visita il Bornemouth, in piena lotta per evitare la retrocessione; la giornata, inoltre, vedrà in campo il derby di Manchester (quarta sfida in stagione) e l'interessante sfida tra Chelsea ed Everton, ma, vista la grande lotta in corso per le posizioni europee, una partita che varrà la pena seguire è quella tra il Burnley ed il Tottenham.


BURNLEY-TOTTENHAM (SABATO ORE 18.30)

La partita di Turf Moor, dopo l'uscita di scena del Tottenham dalla FA Cup, rischia di assumere dei contorni drammatici per la squadra di Mourinho che, in caso di sconfitta, verrebbero sorpassati in classifica dagli stessi Clarets proprio alla vigilia della sfida di ritorno a Lipsia in Champions che potrebbe rappresentare la fine della stagione degli Spurs già da marzo.

Il Burnley si presenta alla partita forte di una serie positiva di 6 partite (dopo la sconfitta del Liverpool contro il Watford nello scorso weekend è la migliore serie aperta dopo quella dell'Arsenal, in serie positiva da 7 partite) frutto di un ritorno della squadra ad una perfetta esecuzione del calcio di Sean Dyche, ultimo degli eredi in questa Premier League, assieme a Steve Bruce ed il suo Newcastle, del kick and run che ha contraddistinto da sempre il calcio inglese (un po' come all'estero vedono il nostro catenaccio difensivo), difatti il sistema di gioco previsto da Dyche è alquanto chiaro e riconoscibile, 4-4-2 sempre molto compatto, specie con le due linee di difesa e centrocampo molto ravvicinate e strette verso il centro per coprire qualsiasi spazio nella zona centrale del campo lasciando quasi in maniera scientifica spazio sugli esterni per costringere gli avversari ad usare le fasce per far progredire il gioco e costringerli al cross dove i due centrali Tarkowsky e Mee possono giganteggiare a centro area.

Non è un caso infatti che il Burnley sia la squadra che affronti il maggiore numero di duelli aerei a partita (50,1), a dimostrazione che il piano gara per Dyche funziona sempre; il discorso non cambia neanche in fase offensiva, dove il lancio lungo è senza ombra di dubbio la soluzione più ricercata (con 72 lanci lunghi a partita è seconda al solo Sheffield United).

Altro dato che sottolinea la bontà della strategia difensiva della squadra di Dyche è data dall'incidenza dei tiri da fuori area delle squadre avversarie rispetto al totale dei tiri subiti: con il 42% quella del Burnley è la percentuale più elevata di tutto il campionato, dimostrando come gli avversari, a causa delle chiusure degli spazi centrali di accesso all'area utilizzino il tiro da fuori come unica soluzione per superare la resistenza difensiva.








Dunque per una squadra che fa fatica ad avere una strategia di gioco come il Tottenham in questo periodo, il Burnley non può che essere l'avversario peggiore. Mourinho continua a cambiare lo schieramento in campo della sua squadra per cercare di trovare la soluzione alle assenze che attanagliano la squadra.

In particolare le assenze di Son e Kane hanno tolto gran parte del valore offensivo della squadra di Mourinho che, nel cercare soluzioni offensive, ha tolto qualcosa alla squadra in termini di equilibrio; difatti, come la grafica di Understats evidenzia, dalla data dell'infortunio di Kane il Tottenham ha un valore di xG subiti simile a quello di squadre che stanno lottando per evitare la retrocessione; a questo si aggiungono limiti nei giocatori in rosa che la partita contro il Wolverhampton nell'ultima giornata di campionato ha dimostrato e contro il Norwich in FA CUP, come l'incapacità di alcuni elementi a reggere i confronti diretti contro i rispettivi avversari (vedi il povero Tanganga contro Adama Traore e Raul Jimenez) ed anche le difficoltà a finalizzare le poche occasioni che la squadra riesce a creare (vedi le occasioni divorate contro il Norwich in FA Cup).

Non ostante le difficoltà tecniche ed emotive il Tottenham resta una squadra superiore al Burnley, tuttavia Mourinho dovrà trovare degli accorgimenti per superare lo schieramento compatto dei Clarets: la soluzione vista nell'ultima settimana con Alli falso nueve a creare spazio per i tagli di Lucas e Bergwijn sembra essere una soluzione in grade di rendere gli Spurs più pericolosi in fase offensiva, tuttavia Mourinho ha già fatto più volte presente come quest'ultimi siano già stati spremuti a sufficienza nelle ultime settimane e con un calendario ancora fitto questo incide oltremodo sulla salute della squadra, per cui vedremo quali risposta questa partita ci darà.


BUNDESLIGA

Continua la grande lotta in testa alla Bundesliga dove adesso a fare la differenza può essere il calendario che sta permettendo, oltre allo stupefacente stato di forma mostrato anche in Champions, al Bayern Monaco di allungare in classifica grazie al fatto che le sue concorrenti impegnate negli scontri diretti, inevitabilmente si tolgono punti a vicenda. Anche il prossimo weekend potrebbe non essere da meno per la squadra di Flick, con il Lipsia impegnato nella trasferta tutt'altro che semplice in casa del Wolfsburg e con Borussia Moenchengladbach e Borussia Dortmund che si affrontano nello scontro diretto; per il Bayern, invece, impegno all'Allianz Arena nel derby bavarese contro l'Augsburg che è la partita che segnaliamo per questa giornata.


BAYERN MONACO - AUGSBURG (DOMENICA ORE 15.30)

Il motivo di principale interesse relativo a questo match è quello di guardare nel dettaglio l'evoluzione del Bayern Monaco nel corso di questa stagione fino a diventare una schiacciasassi che nel corso del 2020 ha lasciato solamente le briciole agli avversari. Hans Flick si sta guadagnando tanto credito negli ambienti del club bavarese rimettendo in piedi i principi che avevano portato il Bayern ad eccellere e ad essere un modello guida sotto la gestione di Pep Guardiola, ed infatti alcune scelte del tecnico sembrano essere proprio un retaggio del lavoro del tecnico catalano a Monaco.

In primis lo spostamento definitivo di Joshua Kimmich a centrocampo, la coppia formata da lui e Thiago Alcantara nel 4-2-3-1 proposto da Flick permette al Bayern di avere dei meccanismi di uscita palla praticamente inattaccabili, con il tedesco sempre bravo a dare sostegno ai due centrali difensivi o farsi trovare alle spalle della prima linea di pressione e senza mai farsi trovare sulla stessa linea in orizzontale rispetto a Thiago Alcantara.
Dalle mappe di azione relative alle due ultime partite del Bayern Monaco si nota bene come i due giocatori abbiano dei compiti diversi e come la loro disposizione in campo rifletta poi le necessità che la singola partita presenta per la formazione di Flick; nella partita di Londra contro il Chelsea si nota come Kimmich vada a prendersi il pallone più in basso tra i due centrali mentre contro l'Hoffenheim si apriva più a destra per ricevere e giocare palla e soprattutto mettersi a disposizione di Thiago del quale nelle mappe qui di fianco si evince una sua qualità molto raramente citata, ossia quella di recuperare palloni a metà campo, una qualità spesso offuscata dalle sue infinite qualità in fase di impostazione.

Ad affrontare il Bayern Monaco arriva l'Augsburg di Martin Schmidt, allenatore svizzero che sta cercando di far crescere questa squadra che già negli anni precedenti aveva visto l'Europa (precisamente nella stagione 2105/2016 quando partecipò all'Europa League) e che ora vorrebbe consolidarsi in Bundesliga. L'andamento della squadra bavarese è stato finora abbastanza discontinuo, con periodi dai risultati scarsi a grandi momenti di forma di cui avevamo parlato nel momento di massimo splendore (ossia prima della trasferta di dicembre a Lipsia prima della pausa invernale), nel 2020 il rendimento in termini di risultati non è affatto positivo, difatti in una virtuale classifica di questo anno solare la squadra di Schmidt si troverebbe al penultimo posto con 4 punti frutto di una vittoria, un pareggio e 5 sconfitte che, ad onor del vero, sono tutte arrivate contro avversarie sulla carta più forti eccetto l'Union Berlino.

A non cambiare invece è la strategia tattica del tecnico svizzero che tende a schierare la sua squadra con un 4-4-2 che, a seconda delle situazioni di gioco e dell'avversario può tramutarsi in un 4-2-3-1 o in un 4-2-2-2 con i due terzini Lichtesteiner e Max molto alti per dare ampiezza. Guardando i numeri desta curiosità la fase di non possesso dell'Augsburg che ha l'indice di aggressività PPDA più alto del campionato (15,87, dato Understats) non ostante sia una squadra che ami tenere alta la propria linea difensiva e fare un uso molto ampio della tattica del fuorigioco; come si evince dalle statistiche elaborate da WhoScored la squadra di Schmdt utilizza in maniera vincente il fuorigioco in media per 2,5 volte a partita, un dato che la vede nello stesso ordine di grandezza di squadre come Leverkusen, Lipsia e Moenchengladbach che fanno uso di una fase di non possesso volutamente più aggressiva perché allineata con una strategia di recupero palla molto aggressiva; invece l'Augsburg non ama aggredire particolarmente l'avversario bensì aspetta nella propria metà campo ma tiene alta la linea tenendo strette le linee, una strategia che paga in termini di tiri subiti (14,1, in linea con il dato medio della Bundesliga) ma non in termini di goal subiti (50, quartultima difesa del campionato) seppur a fronte di 33xG subiti (secondo il modello di Between The Posts), dato che la allinea a squadre come Hoffenheim e Schalke, messe decisamente meglio in classifica e che, quindi, meglio identifica, a mio parere, il valore della squadra.

Sarà molto interessante, dunque, capire come il Schmidt cercherà di fermare il sistema offensivo del Bayern, di certo la poca cura della linea difensiva in fase di palla scoperta come nei secondi tempi delle recenti sfide contro Borussia Dortmund e Borussia Moenchengladbach non può ripetersi a Monaco altrimenti ci sarà da preparare il pallottoliere.


LA LIGA


La vittoria del Real nel Clasico di domenica scorsa ha riportato la squadra di Zidane in vetta alla classifica e messo ulteriormente a nudo i difetti del Barcellona, tuttavia il campionato spagnolo è ricco di insidie ed il fattore campo sta assumendo un'incidenza non marginale nello sviluppo della stagione (basti vedere la differenza di rendimento del Barcellona tra casa e fuori) e che sicuramente avrà un impatto per la lotta alla Champions che vedrà nel weekend lo scontro diretto tra Atletico Madrid e Siviglia, il Getafe ospitare il Celta Vigo e la Real Sociedad impegnata a Barcellona, ed è proprio la partita del Camp Nou la nostra scelta per questo weekend della Liga.


BARCELLONA - REAL SOCIEDAD (SABATO ORE 18.30)

Il match del Camp Nou mette di fronte tanto talento con da una parte una squadra che fatica ad unire tutto questo talento in un senso compiuto ed una squadra che, invece, sta riuscendo nel far esplodere il talento di tanti interpreti che finora avevano fatto fatica ad esprimerlo ed altri che si stanno sgrezzando.

Il Barcellona continua a non risolvere il proprio problema delle prestazioni lontano dal Camp Nou dove con Setien in panchina ha trovato la vittoria solo sul campo del Betis e soffrendo tantissimo, mentre ha dovuto lasciare lo scalpo a Valencia, Bilbao (in Coppa del Re) e Madrid nel Clasico dello scorso weekend oltre al pareggio deludente ottenuto a Napoli in Champions League. La squadra blaugrana continua a mostrare forti difficoltà lontano da casa a resistere al pressing avversario così come fa fatica a coprire il campo in caso di schieramento basso dell'avversario, questo a causa di una difficoltà, in assenza di Suarez, nel trovare un giocatore che dia profondità al possesso prolungato.

La mappa dei tocchi del Barcellona ci conferma questa sensazione che ad occhio è facilmente percepibile, ossia i tre uomini più avanzati preferiscono giocare il pallone fuori dall'area di rigore, Messi e Griezmann non hanno nelle corde l'attacco diretto all'area di rigore, Setien pensava di ovviare alla cosa inserendo Vidal come vertice avanzato del rombo di centrocampo, ma anche il cileno fatica a dare questo tipo di contributo, per questo motivo il possesso palla, seppur di qualità spesso elevata tende a trasformarsi in un possesso sterile senza sbocchi offensivi; al Camp Nou generalmente la musica cambia e la ragione è principalmente data dall'effetto ambientale che evidentemente stimola maggiormente i giocatori e soprattutto le dimensioni dello stadio (un tempo anche quelle del campo) in alcune situazioni non permette ai giocatori avversari di tenere le distanze giuste sul terreno di gioco e lasciare, dunque, maggiori spazi ai giocatori blaugrana. Tuttavia Setien non può accontentarsi di questo e vedremo se dopo la doppia trasferta di Napoli e Madrid cercherà delle modifiche anche in termini di uomini per ovviare ai deficit strutturali della sua squadra.

L'avversario che scenderà in campo al Camp Nou non è affatto dei più semplici, difatti la Real Sociedad di Imanol Alguacil è una delle realtà più interessanti di questa Liga che, come indicato in premessa, sta lanciando alla ribalta talenti che faticavano a sbocciare (vedi Odegaard e Januzaj) così come continua a lanciare giocatori provenienti dalla sempre ricca cantera della società. Questa grande concentrazione di talento è messa insieme da Alguacil mediante un calcio di possesso (55,2% di media, quarta in questa statistica nella Liga) basato sulle rotazioni del 4-3-3 che si trasforma un 4-2-3-1 o un 4-1-4-1 a seconda degli interpreti messi in campo.

In fase di non possesso la Real Sociedad è molto aggressiva e cerca di recuperare subito il possesso o, in caso sia costretto a giocare sulla punta centrale, si dispone per andare a contendere le seconde palle, un atteggiamento riscontrabile dal dato sul PPDA pari a 7,59, dunque inferiore solo a quello del Getafe. Le mappe dei recuperi palla effettuati nelle ultime due partite di campionato contro Valencia e Valladolid mostrano nel dettaglio le qualità della squadra in questo fondamentale, per questa ragione una corretta applicazione delle strategie di recupero palla può essere una chiave di lettura della partita viste le difficoltà che il Barcellona ha riscontrato a Madrid quando la squadra di Zidane ha alzato il livello del pressing.

LIGUE 1

Il campionato francese è giunto alla giornata numero 28, una giornata che potrebbe avere risvolti molto importanti per delineare la classifica del campionato, difatti diversi sono gli scontri di particolare interesse che possono spostare gli equilibri di classifica ma soprattutto gli equilibri in termini di consapevolezza delle contendenti. In questo quadro si inserisce il derby della Costa Azzurra tra Nizza e Monaco, così come la trasferta complicata del PSG a Strasburgo che precede la sfida di Champions contro il Borussia che deciderà il destino di Thomas Tuchel sulla panchina dei parigini e l'incrocio tra Rennes e Montpellier che presenta diversi spunti di interesse; in presenza di questo imbarazzo della scelta la nostra scelta ricade sulla sfida del Pierre Mauroy dove il Lille sfida il Lione di Garcia, a caccia dei tre punti per credere nella rimonta per un posto alla prossima Champions League.

LILLE-LIONE (DOMENICA ORE 21)

Partita che potrebbe essere decisiva per la lotta al terzo posto disponibile per l'accesso alla Champions quello tra la squadra di Galtier e quella di Rudi Garcia; ad oggi le due squadre sono divise da 6 punti, ragion per la quale per il Lione la partita di domenica è indispensabile per restare in corsa per i primi 3 posti.

Il Lille si presenta a questa partita con una serie di 4 vittorie nelle ultime 6 partite; le due sconfitte sono frutto delle sfide perse contro il PSG ed il Marsiglia, ossia le prime due della classe, tuttavia già la sconfitta contro la squadra di Villas-Boas ha dato delle indicazioni positive a Galtier sulla strada che sta percorrendo, ossia, partendo dalla strategia societaria di crescere giovani talenti e farli esplodere, il tecnico ha trovato la strada per ricostruire la squadra dopo le partenze di Leao e Pepe, lo ha fatto con un 4-4-2 di base che può trasformarsi in un 4-2-3-1 dove l'obiettivo è quello di usare tutta l'ampiezza del campo per generare spazi su cui lanciare in profondità i vari Ikone, Bamba e Osimhen.

La passmap della partita contro il Nantes della scorsa settimana evidenzia molto bene le differenti soluzioni che Galtier ha costruito per far progredire l'azione ed allo stesso tempo sfruttare la velocità delle frecce a sua disposizione: quindi vediamo la palla lunga verso Osimehn spostato sul centro-destra per collegarsi in maniera più diretta con Ikone, possiamo notare i due terzini che hanno ampiezza così come la posizione sfalsata dei due centrali di centrocampo per generare linee di passaggio alle spalle delle linee di pressione avversarie, il tutto fatto a ritmi molto alti per il campionato francese, generando dunque ampie fasi di dominio della partita ma allo stesso tempo forti rischi di trovarsi senza benzina nelle fasi cruciali del match così come successo nell'ultima partita interna contro il Marsiglia, dove nella fase centrale del secondo tempo ha subito 2 goal ed un calcio di rigore poi parato da Maignan nel giro di neanche 10 minuti.

Il Lione che scenderà in campo a Lille è forse nel suo momento migliore della stagione e sicuramente nel miglior momento della gestione Garcia: la squadra lionese è reduce da tre vittorie consecutive tra campionato e Champions League e dalla sconfitta in semifinale di Coppa di Francia contro il PSG ma solo dopo che l'espulsione di Marcelo aveva rotto l'equilibrio evidente della partita.

La svolta per il Lione sembra avere il nome di Bruno Guimaraes, mediano arrivato dall'Atletico Paranaense e su cui Garcia ha subito scommesso consegnandoli la cabina di regia a centrocampo dove accoppiato a Tousart forma una cerniera che copre la difesa (vedi mappa della sua partita contro la Juventus) ed in fase di possesso fa partire l'azione e lascia libero Aouar  (e lo stesso Tousart) di trovare spazio giocabile alle spalle del centrocampo avversario. Con la sua presenza in campo Garcia ha utilizzato anche la difesa a 3 che gli ha permesso nelle partite contro Metz e Juventus di avere maggiore copertura e permettere ai due esterni Dubois e Cornet di poter aggredire senza preoccuparsi più di tanto di ciò che accade alle proprie spalle; contro il Lille il saper coprire gli spazi è fondamentale per togliere ossigeno al talento di Ikone e Bamba in primis, per cui la sfida del Lione al Lille si presenta come una sfida carica di contenuti molto interessanti e, in base a quanto Garcia vorrà giocare a viso aperto, promette anche uno spettacolo godibile.

BONUS TRACK

Dopo aver analizzato il weekend dei principali campionati europei, come indicato in premessa, diamo spazio alla nostra serie B che, a differenza dei parenti ricchi ma poco organizzati della serie A, hanno stabilito di andare avanti a porte chiuse ove necessario. Il prossimo weekend arriva dopo un turno infrasettimanale che avvicina ulteriormente il Benevento al ritorno in serie A (+20 sul Crotone terzo), nel turno che si gioca questo weekend gli uomini di Inzaghi affrontano nel posticipo di domenica sera il Pescara, unica squadra capace di sconfiggere finora le streghe, mentre il Frosinone secondo, dopo lo stop di Livorno, affronta in casa la Cremonese; il programma, inoltre, prevede una sfida dalla rivalità iconica come quella tra Pisa e Livorno, mentre la scelta della gara da seguire è quella tra Venezia e Crotone.

VENEZIA-CROTONE (SABATO ORE 15)

La scelta della sfida dello stadio Penzo di Venezia è data dal fatto che Venezia e Crotone sono due delle squadre di questo campionato che ci stanno dando degli elementi di interesse a livello tecnico e tattico in questo campionato; non è facile in serie B cercare di imporre un calcio basato sul possesso palla con anche la ricerca di principi del gioco di posizione, per questo a Dionisi e Stroppa va dato un grande riconoscimento per il lavoro svolto, un lavoro apprezzato anche dai rispettivi club, con il Venezia che continua a credere nel lavoro del giovane tecnico toscano, seppure la classifica della squadra non sia affatto buona, dall'altra parte la società calabrese ha ricominciato la stagione con Stroppa non ostante le grandi difficoltà e le delusioni della scorsa stagione credendo nella crescita che la squadra aveva dimostrato nelle fasi finali del passato campionato.

Il Venezia è solito schierarsi con il 4-3-1-2 da cui Dionisi non ha praticamente mai derogato, l'azione parte sempre da dietro dai difensori centrali con il regista Fiordilino come vertice basso del rombo di centrocampo; a livello statistico infatti i centrali Modolo e Casale e lo stesso Fiordilino si trovano ai primi 15 posti tra i giocatori che hanno completato il maggior numero di passaggi in serie B; i terzini hanno il compito di dare ampiezza e di servire i movimenti ad aprirsi del trequartista Aramu o di una delle due punte nel tentativo di aprire la difesa avversaria; in fase di non possesso la difesa resta molto alta mentre la squadra si tiene compatta e cerca di chiudere gli spazi centrali.

Il possesso palla insistito, come si evince dai dati elaborati da FootballCritic, rappresentano il punto in comune tra la squadra di Dionisi e quella di Stroppa: la società arancio-nero-verde, pur avendo obbiettivi di classifica non più ambiziosi della salvezza ha scelto Dionisi proprio per proporre questo tipo di calcio e, bisogna dirlo, a tratti il Venezia è una delle realtà più godibili in termini di qualità del gioco espressa, purtroppo per loro la presenza in rosa di elementi molto acerbi li espone ad errori individuali sia in fase di possesso che di non possesso che spesso inficiano in maniera decisiva sul risultato, ma non per questo la strategia della società lagunare non può che considerarsi come positiva.





Dall'altra parte il Crotone, tra alti e bassi, è in piena corsa per la promozione diretta in serie A visto che solo 1 punto la divide dal Frosinone seconda forza del campionato; come si evince dalla grafica mostrata sopra in relazione al Venezia, anche Stroppa ha implementato una strategia in Calabria basata sul possesso palla (55% in media, migliore del campionato) ma partendo da uno schieramento tattico diverso, basato sul 3-5-2 in cui l'impostazione è demandata ai 3 centrali di difensivi (in particolare Marrone e Golemic) a cui si aggiunge il vertice basso del centrocampo Barberis, ove ciò non sia possibile a causa della pressione avversaria si cerca di allargare il gioco sugli esterni Molina e Mazzotta che si associano con le mezzali Benali e Crociata oppure anche, quando necessario, appoggiarsi sulle sponde di Simy per la seconda punta che può essere Junior Messias o l'ex Benevento Armenteros.

Data la grande diversità di opzioni a disposizione di Stroppa, non è casuale come la squadra rossoblu sia anche quella che oltre al miglior possesso palla è anche quella che va maggiormente al tiro nel campionato cadetto; la principale differenza tra la squadra di Stroppa ed il Venezia è la frequenza con cui il possesso palla effettuato porta al tiro, la compresenza di tiratori da fuori come Benali e Crociata a cui si aggiunge la continua (a volte eccessiva) voglia di Messias di trovare la porta con giocate individuali e la presenza in area di Simy. 

Sarà senza dubbio interessante capire quale delle due squadre dovrà rinunciare al possesso palla, per questo vedremo quanto i due allenatori avranno voglia di andare a contendere il possesso palla all'avversario e quanti rischi vorranno concedersi alle loro spalle, il giusto compromesso è sempre difficile trovarlo, chi ci riuscirà avrà in mano il controllo della partita.

Monday, 2 March 2020

Real Madrid - Barcellona, le pagelle

Il tanto atteso redde rationem della prima Liga di questo decennio (o l'ultima del secondo decennio di questo secolo a seconda della teoria preferita) arriva dopo una campagna in Champions non ottimale per Real Madrid e Barcellona e, specie per la squadra di Zidane, la situazione si è fatta particolarmente complicata, con l'1-2 da recuperare a Manchester in Champions ed il punto nelle ultime due partite in campionato che hanno consentito al Barça di Setien di operare il sorpasso in vetta alla Liga.

La partita è una battaglia giocata a ritmi altissimi, finisce con la vittoria del Real frutto di un secondo tempo giocato su ritmi che il Barcellona non è stato in grado di sostenere e che forse necessitava un'azione da parte di Setien in termini di cambi da fare che andavano, a mio parere, effettuati qualche minuto prima. Con questo risultato il Real torna in vetta alla classifica mentre il Barça continua a soffrire maledettamente le partite fuori dal Camp Nou, un difetto che, negli anni precedenti sotto la gestione Valverde, è costato due Champions League, quest'anno rischia di far saltare il banco anche nella Liga.

LE FORMAZIONI

Il Real Madrid si schiera con lo schieramento che ha dato maggiori garanzie a Zidane nel corso degli ultimi mesi, unica eccezione è l'utilizzo di Marcelo a sinistra al posto di Mendy, mentre in attacco al fianco di Benzema ci sono Isco e Vinicius.





Setien conferma in blocco lo schieramento delle ultime settimane con Busquets affiancato da De Jong e Arthur, con Vidal vertice avanzato del rombo alle spalle di Griezmann e Messi.

LE PAGELLE


REAL MADRID


COURTOIS 6,5

Nelle difficoltà che i suoi hanno avuto nel primo tempo trova due parate importantissime (specie quella in uscita su Arthur) che tengono in vita i suoi, la grande serata del Real parte dalle sue parate.

CARVAJAL 7

Partita clamorosa del terzino spagnolo che ha arato la fascia destra per tutta la partita con una continuità incredibile; nel corso del primo tempo le difficoltà della sua squadra nel contenere il possesso del Barça lo porta a stringersi al centro in fase difensiva dove con un paio di recuperi difensivi importanti salva la sua squadra dall'imbarcata nel primo tempo; nel secondo tempo la sua corsa e la sua intensità annullano tutto ciò che passa dalle sue parti.

SERGIO RAMOS 6

Queste sono le sue partite, tuttavia lo si nota poco, ma a livello offensivo anche il Barcellona produce poco dalla sua parte; inoltre ha giocato una partita molto più attenta rispetto ai suoi standard, tenendo la posizione senza lanciarsi in scorribande che lasciano buchi al centro della difesa.

VARANE 6

Prestazione solida del francese, tutti i suoi interventi difensivi sono puliti, specie quelli in area di rigore (tutti i 4 disimpegni completati con successo).

MARCELO 6,5

Solita grande spinta ma soliti buchi lasciati in fase difensiva, dove Semedo nel primo tempo sembra il padrone della fascia di sua competenza; nel secondo tempo, anche grazie all'aiuto di Vinicius, riesce a contenere meglio da quel lato anche aiutando la linea difensiva a contenere il Barcellona nelle vie centrali. Decisiva la sua diagonale su Messi nella fase centrale del secondo tempo sull'argentino ormai lanciato a tu per tu con Courtois.

CASEMIRO 7

Impossibile per il Real Madrid prescindere dal brasiliano, il suo lavoro di rottura davanti alla difesa andrebbe esposto in un teorico museo del calcio nella sala dedicata all'equilibrio difensivo di squadra; soprattutto nel secondo tempo il suo lavoro ai fianchi di Messi ha letteralmente annullato l'argentino dalla partita.

KROOS 8

Non schierato da Zidane in Champions League, questa volta Zidane lo preferisce a Modric ed il tedesco ci regala una prestazione da masterclass; in fase di possesso non sbaglia una giocata che sia una, chiude la partita con 64 passaggi riusciti su 65, in fase di non possesso ha seguito come un'ombra Arthur per tutta la partita, faticando contro gli strappi del brasiliano (come nell'occasione della grande opportunità salvata da Courtois nel primo tempo) ma lentamente lo tira fuori dalla partita.

VALVERDE 6,5

Modric e Kross devono lottare loro per una maglia, perché a lui Zidane non rinuncia mai e si capisce perché, il Barcellona dal lato sinistro non ha prodotto praticamente nulla ad eccezione dell'occasione creata da Jordi Alba nel primo tempo per Griezmann; per il resto l'uruguayano da l'ampiezza a destra quando necessario permettendo le imbucate di Carvajal.

ISCO 6

Solito grande movimento su tutto il fronte d'attacco per il trequartista spagnolo, crea sul lato sinistro la superiorità numerica che permette a Marcelo e Vinicius di cercare le giocate per bucare la difesa del Barcellona, tuttavia a parte questo lavoro la congestione di maglie merengues in quella zona di campo non gli permette di esprimere al meglio tutto il proprio bagaglio tecnico; il suo tiro a giro praticamente da fermo che chiama Ter Stegen ad una delle parate più belle dell'anno resta uno dei gesti tecnici più belli di tutta la partita. 

Dal 79' MODRIC s.v.

Il suo ingresso serve a dare maggiore ordine al centrocampo del Real a seguito del goal di Vinicius.

BENZEMA 6,5

Solito grande lavoro del francese nel far progredire la manovra della sua squadra, dalla mappa dei passaggi ricevuti si desume la sua centralità nel muovere il pallone nella metà campo offensiva; tuttavia, specie nel primo tempo, il suo continuo svariare ha svuotato spesso e volentieri l'area di rigore, in alcune situazioni una maggior presenza in area di rigore aiuterebbe.



Dal 90' MARIANO DIAZ 7

Entra ed al suo primo ed unico pallone toccato trova il goal del 2-0 che chiude i conti, il 7 vale anche per la fattura del goal tutt'altro che banale.

VINICIUS JUNIOR 7

E' suo il goal che decide la partita ed è sua una gran giocata qualche minuto dopo con cui manda al bar la difesa blaugrana salvo trovare Ter Stegen a chiudergli la porta in faccia; le sue scorribande sulla fascia sinistra per gran parte della partita lo hanno fatto sembrare un giocatore anarchico ed una volta arrivato sul fondo faticava a fare la scelta giusta su dove indirizzare il pallone, ma dato che si parla di un 2000, il goal realizzato perdona tutto.


BARCELLONA


TER STEGEN 7

La sua parata su Isco vale da sola la prestazione del portiere tedesco che non è ovviamente solo questo, nel primo tempo si è reso ulteriormente utile nella distribuzione del gioco grazie ai suoi piedi sapientissimi. Per me è il portiere più forte del mondo anche se la concorrenza di Alisson resta decisamente valida.

SEMEDO 6,5 

Nel primo tempo sfonda a destra, come si nota dalla sua mappa della partita, nel secondo tempo non riesce più a superare la metà campo; difensivamente si rende protagonista anche di un paio di chiusure difensive importanti e riesce anche a lottare contro le sfuriate del Real da quel lato del campo, chiude con 8 contrasti su 10 riusciti.


PIQUE 5

Partita assolutamente non all'altezza per il capitano del Barça, che sulle palle alte e sui cross mostra ancora di avere un ottimo senso della posizione (chiude con 6 disimpegni, tra cui il salvataggio sulla linea sul colpo di testa di Benzema nel secondo tempo) ma se preso in uno contro uno fatica a tenere a bada l'avversario e la sua scivolata fuori tempo sul goal di Vinicius certifica la sua prestazione negativa.

UMTITI 5

E' responsabile del goal del Real che chiude la partita facendosi sfilare con eccessiva facilità da Mariano Diaz, fino a quel momento la sua gara era stata abbastanza pulita seppur il coinvolgimento da quella parte di campo fosse di gran lunga minore.

JORDI ALBA 6

Rientrava oggi dopo l'assenza per infortunio, non era al meglio e si è visto; come Semedo, gioca molto più alto nel primo tempo fornendo un assist che Griezmann riesce a sprecare; nella ripresa deve dare una mano alla sua difesa soffocata dalla pressione del Real, difatti si rende utile con un paio di diagonali decisive, per il resto non incide nella partita.

BUSQUETS 6,5

Resta il centro di gravità permanente della sua squadra, è il giocatore con più tocchi (104) e passaggi (82, di cui 71 riusciti); con i suoi movimenti senza palla crea spazi per i propri compagni per ricevere palla, in fase di non possesso mostra ancora di saper leggere le giocate avversarie e di andare a mettere una pezza per frenare, nel secondo tempo, l'avanzata del Real Madrid. Anche in una serata così negativa per la sua squadra il suo valore resta intatto.

ARTHUR 6

Il suo voto finale è una media per quanto espresso nel primo tempo e quanto espresso (o meglio, non espresso) nel secondo tempo; nella prima frazione si muove bene alle spalle della linea dei centrocampisti del Real, è il giocatore che quando interviene nella costruzione genera più pericoli per il Real Madrid, inoltre con un suo inserimento riesce a liberarsi della soffocante marcatura di Kroos per andare al tiro a tu per tu con Courtois fallendo l'occasione che poteva girare il match a favore dei blaugrana; nel secondo tempo fatica a reggere l'aggressività di Kroos e Casemiro e sparisce dal match finché Setien non decide di toglierlo dal campo.

Dall' 80' RAKITIC S.V.

Entra al posto di Arthur quando il Real è ormai in vantaggio, troppo poco lo spazio concesso per rimettere le cose a posto.

DE JONG 6

Personalmente mi piange il cuore vederlo così defilato a sinistra con difficoltà ad associarsi con i suoi compagni, deve sempre fare riferimento alle proprie qualità individuali per tenere palla trovando raramente una sponda da Jordi Alba o uno scatto in profondità degli uomini più avanzati. Salvatelo.

VIDAL 5

Gara assolutamente negativa per il cileno, il cui compito sarebbe dovuto essere quello di dare verticalità e profondità al possesso della sua squadra, ed invece si nasconde continuamente e, nella ripresa, perde alcuni palloni importanti nel tentativo dei suoi compagni di uscire dalla pressione del Real.

Dal 69' BRAITHWAITE 5,5 

Setien lo fa entrare per dare alla squadra la profondità che Vidal non riusciva a dare, appena entrato con un gran movimento alle spalle di Sergio Ramos si trova solo davanti a Courtois che è ancora decisivo a chiudergli la porta in uscita. In occasione del goal di Vinicius si fa infilare dal brasiliano compromettendo definitivamente la partita dei suoi compagni.

MESSI 4

E' stato il migliore dei suoi nella gara d'andata, oggi assolutamente avulso dal contesto, chiude con 1 solo dribbling completato, in più ha sui suoi piedi due palloni con cui sbloccare la partita ma una la tira addosso a Courtois (con la scusante di aver tirato col destro) e nell'altra si fa rimontare dalla diagonale di Marcelo.


GRIEZMANN 4,5

Altro elemento che fatica ad essere valorizzato nell'attuale contesto tecnico del Barça, come a Napoli la mappa dei suoi tocchi lo vede confinato fino al limite dell'area di rigore avversaria; in presenza di Messi dovrebbe essere lui e/o Vidal a dare quella profondità ed invece restando al limite dell'area spalle alla porta fa regredire il ritmo dell'azione del Barcellona; a rendere ancora più inspiegabile questo suo comportamento è che quando si muove verso il centro dell'area avversaria è molto pericoloso, visto che ieri ha sfiorato (divorandolo) il goal del vantaggio nel primo tempo, mentre a Napoli aveva trovato il goal che permette al Barcellona di restare in linea di galleggiamento in Champions.

Dall' 81' FATI 5,5

Anche lui entra nei minuti successivi al goal del Real mostrando i limiti derivanti dalla sua giovane età: al primo pallone toccato, seppur fresco, viene sovrastato fisicamente da Carvajal reduce da 85 minuti di sgroppate continue sulla fascia; da due settimane il giovane talento della Cantera è stato sacrificato da Setien per fare spazio a Vidal, vedremo se le ultime pessime prestazioni del cileno, di Messi e di Griezmann gli potranno permettere di avere maggiore spazio, tuttavia non è giusto pretendere da un 2002 di cambiare le sorti dell'attacco del Barcellona.

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