Friday, 25 September 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21 Ep. 2

Questa sera inizia un altro weekend ricco di partite che ci porterà verso una settimana in cui sapremo la composizione dei gironi della prossima Champions League, la settimana appena trascorsa, invece, ci ha lasciato diverse indicazioni sia a livello di giocatori da seguire che di indicazioni su come molte squadre stiano rivedendo le proprie strategie tattiche in questa stagione; sulla base di ciò ho scelto le partite da consigliare per questo weekend che, sicuramente, ci fornirà maggiori indicazioni sul calcio che vedremo in questa stagione.

Foto Bundesliga Website 


BRIGHTON-MANCHESTER UNITED (SABATO ORE 13.30)


La Premier League è partita con una particolarità a livello statistico, in 18 partite disputate nessuna è terminata in pareggio, inoltre tutte le squadre (eccetto l'Aston Villa, ma con una partita in meno) hanno subito almeno un goal così come tutte le squadre hanno realizzato almeno una rete (eccetto lo Sheffield United), il dato rappresenta al meglio un'inizio di stagione ricco di belle partite in Premier, con tante squadre che si stanno proponendo con un ruolo da protagonista pur non avendo obiettivi di alta classifica.

Una delle squadre che in queste prime due partite ha destato sensazioni solo positive è il Brighton: la squadra allenata da Potter ha mostrato un gioco decisamente spettacolare sia contro il Chelsea (seppur sconfitti in maniera decisamente immeritata) che nella trasferta di Newcastle, dove nei primi 30 minuti si è potuto assistere ad una prova di coralità impressionante; nel Lunch Match del sabato i Seagulls ospitano il Manchester United, reduce dalla pesante sconfitta all'esordio contro il Crystal Palace che ha riaperto tutti i dubbi sulla tenuta della squadra di Solskjaer.

La mentalità della squadra di Potter è ben rappresentata dall'immagine qui a fianco, non ostante il vantaggio di due reti il Brighton continuava ad occupare la metà campo del Newcastle con uno scaglionamento ben riconoscibile e che tanti allenatori che amano il gioco di posizione mettono in pratica in fase di possesso, ossia il 3-2/5 con i primi 5 uomini a consolidare il possesso e gli altri 5 ad occupare le zone avanzate del campo presidiando tutti i corridoi; in questo contesto i Seagulls hanno mantenuto la supremazia territoriale sia con il Chelsea che contro il Newcastle nonché si sono mostrati maggiormente pericolosi rispetto ai propri avversari (il differenziale di xG è a loro favore di 1,4, terzo posto), a questo si aggiunge l'esplosione dell'esterno destro Tariq Lamptey, che si aggiunge alla lista dei suoi omologhi in quel ruolo quali Alexander-Arnold, Walker, Reece James e Wan-Bissaka: il terzino del Brighton ha disputato una partita mostruosa a Newcastle, propiziando il rigore dell'1-0, il third-pass per il goal del 2-0, ha costretto al giallo sia Shelvey che Lewis e, fino alla sua uscita dal campo, è stato il giocatore con più tocchi effettuati nella metà campo avversaria, una prestazione dominante che ci auguriamo di rivedere anche contro lo United.

Lo United, invece, ha esordito in Premier subendo una clamorosa sconfitta casalinga contro il Crystal Palace che ha posto fine ad una serie positiva di 14 partite in Premier e che ha fatto riaffiorare i dubbi che l'arrivo di Bruno Fernandes sembrava avesse fatto sparire.

La mappa degli xG della partita contro il Crystal Palace ha riportato alla luce le enormi difficoltà dello United a generare occasioni da rete (basti osservare quanti tiri da fuori area sono stati effettuati) e le occasioni concesse al Palace, invece, sono state tutte frutto di transizioni generate da palloni persi a centrocampo (pessima la prestazione di Pogba che ha perso 18 palloni prima di essere sostituito da Van de Beek) in cui si è notata la difficoltà di Lindelof nel contenere attaccanti veloci con Zaha ed Ayew; la partita di Brighton ci dirà in che modo Solskjaer intende ridare ordine alla propria squadra, sicuramente sarà importante il recupero di Wan-Bissaka in difesa per garantire maggiore copertura in quella zona di campo, tanto mancata contro il Crystal Palace, ma soprattutto ci sarà da definire chi lascerà il posto a Donny Van de Beek, l'ex Ajax ha mostrato di poter essere subito decisivo negli equilibri dei Red Devils (goal realizzato incluso) e, stante la pessima prestazione di Pogba, sarà molto importante capire quali saranno le scelte di Solskjaer a riguardo.

Un incrocio tra una squadra che punta alla salvezza ma che è in ottima forma e mostra una qualità di gioco di primo livello ed una squadra dalle aspettative molto alte ma che mostra serie difficoltà nel ritrovare un'identità di gioco è sempre motivo di grande interesse, per questo la sfida dell'AMEX Community Stadium si prospetta come la partita più ricca di spunti di questa giornata di Premier.




INTER-FIORENTINA (SABATO ORE 20.45)


E' arrivato il momento di vedere alla prima apparizione ufficiale dell'Inter di Antonio Conte, a poco meno di un mese dalla finale di Europa League persa contro il Siviglia.

Le discussioni delle ultime settimane in casa interista sono ruotate sulla figura di Antonio Conte che ha deciso di accettare nuovamente la sfida nerazzurra dopo settimane turbolente con la dirigenza poi risolte con l'intervento del presidente Zhang in prima persona. A rendere possibile la tregua tra l'allenatore salentino ed il club è stato senza dubbio anche il mercato, dove l'Inter ha dato nuove forze all'organico inserendo Hakimi sulla fascia destra, Vidal a centrocampo e Kolarov in difesa, tutti giocatori decisamente graditi e ben adattabili alle esigenze tattiche di Conte; a questo punto un solo punto interrogativo resta irrisolto, che fine farà Eriksen? L'arrivo di Vidal rende difficile pensare che l'Inter possa virare verso un 3-4-1-2 in cui il danese potesse sentirsi a suo agio, per cui a meno di cessioni entro la fine del mercato, dovrà adattarsi ad una posizione, quella di mezzala, in cui oggettivamente non si trova a proprio agio.

Data la premessa di cui sopra la prima formazioni ufficiale dell'anno che Conte schiererà contro la Fiorentina dovrebbe darci delle indicazioni sulla strategia che il tecnico salentino vorrà adottare nella stagione in corso. L'amichevole con il Pisa della scorsa settimana ha visto l'Inter presentarsi con Eriksen tra le linee e con Hakimi e Perisic sugli esterni: proprio il croato potrebbe essere la grande novità della formazione nerazzurra in questa stagione, bocciato lo scorso anno da Conte per lo stesso ruolo, l'esperienza ricca di successi a Monaco potrebbe aver convinto la società nerazzurra a tenerlo, sarebbe molto interessante vederlo esterno di tutta fascia contro la Fiorentina, partita che lo scorso anno l'Inter dominò senza riuscire a superare la resistenza della squadra di Iachini.





La Fiorentina di Iachini si presenta alla partita di San Siro con una vittoria all'esordio contro il Torino mostrando di essere in uno stato avanzato come idea di squadra con la scelta di spostare Chiesa a tutta fascia sulla destra che potrebbe rivelarsi vincente sia in termini di soluzioni offensive per la squadra che per permettere la crescita del giocatore che, a mio parere, va tenuto in zone di campo lontane dalla porta, in opposizione a quanto la stampa mainstream afferma, in modo da poter sfruttare al meglio le capacità atletiche del figlio di Enrico.

L'asse di riferimento del gioco della squadra viola è basato sul lato sinistro del campo (dove tendenzialmente agiscono Castrovilli e Biraghi) e sfruttare l'ampiezza per i cross di Biraghi e Chiesa; il goal è arrivato proprio su un cross teso di Chiesa a centro-area spinto in rete da Castrovilli. La sfida sugli esterni con Hakimi e Biraghi ancora uno contro l'altro dopo Borussia-Inter dello scorso anno e Chiesa-Perisic dall'altra potrebbe essere la chiave di lettura della partita che prevedo molto ricca di duelli individuali visto che le due squadre si presenteranno, almeno sulla carta, con lo stesso modulo, una situazione che spinge in genere gli allenatori a dover trovare mosse e contromosse in corso di partita proprio sulla base dei duelli individuali che si creano sul campo; l'Inter avrà bisogno di mostrare da subito di essere in grado di superare un avversario difficile per consolidare le certezze di essere la principale contender per togliere lo scudetto alla Juve, dall'altra parte la Fiorentina ha bisogno quanto meno di una prestazione in graodo di allontanare gli scetticismi non tanto sul valore della squadra quanto sulle capacità del suo allenatore di fornire una strategia tattica all'altezza della situazione.

BARCELLONA-VILLARREAL (DOMENICA ORE 21)


E' arrivato il momento dell'esordio stagionale anche per il Barcellona di Ronald Koeman, una squadra ed una società uscita da questa estate con le ossa rotte, sul campo per l'uscita dalla Champions a seguito del fragoroso 8-2 subito dal Bayern, e fuori dal campo con Messi che ha provato ad utilizzare la clausola per lasciare il Camp Nou e con tentativi maldestri di liberarsi di uomini non più al centro del progetto del club catalano (vicenda Suarez su tutti).


In tutto questo marasma è passato quasi inosservato il lavoro che Koeman sta portando avanti in queste settimane per costruire una nuova identità e riconoscibilità a questa squadra: il primo passo è stato quello di stabilire che il 4-3-3 va messo da parte per giocare con il doble pivote a centrocampo, per cui si accantona il vertice basso di centrocampo sostituiti da una coppia di centrocampisti davanti alla difesa (presumibilmente Busquets e De Jong che si alterneranno con Pjanic) e poi quattro giocatori in avanti a completare quello che, sulla carta, sarà un 4-2-3-1 in cui Griezmann dovrebbe giocare alle spalle di Messi alternando le rispettive posizioni nel corso della partita, ai loro fianchi Koeman ha dato molto spazio a Coutinho in precampionato, così come abbiamo visto all'opera i vari Trincao, Ansu Fati e Dembele; scopo di questo passaggio tattico è quello di muovere il gioco più rapidamente ed in verticale, elemento assente nelle ultime versioni del Barça, per cui sarà molto interessante capire come queste connessioni funzioneranno al cospetto del Villarreal di Unai Emery.

Il "sottomarino giallo" si presenta a questa sfida del Camp Nou con 4 punti conquistati nelle prime due partite contro Huesca ed Eibar, entrambe affrontate tra le mura amiche, due sfide che hanno mostrato alcune difficoltà da parte della squadra a trovare i giusti meccanismi, questo poiché il tempo avuto a disposizione di Emery per ricostruire questa squadra è stato alquanto limitato, per questo, così come da un lato si vedono le intenzioni in fase di possesso, dall'altra parte si notano ancora delle indecisioni nella fase di non possesso, con una squadra che tende ad allungarsi con la linea di difesa che non segue i tentativi di pressione alta della linea di centrocampo e di attacco.

Una costante del sistema messo in piedi da Emery è quello di schierare un 4-4-2 di base ma che richiede diverse rotazioni per rendere possibile uno scaglionamento in campo che cerchi di disordinare l'avversario: in questo caso vediamo Parejo si proponga in fase di costruzione mentre Coquelin si apre e genera spazio per i movimenti di Moi Gomez e Gerard Moreno, questo movimento, come si evince dall'immagine accanto, disordina la linea di centrocampo dell'Eibar generando linee di passaggio, inoltre Samu a destra e Pedraza a sinistra garantiscono l'ampiezza necessaria a tenere i terzini avversari; il 4-2-3-1/4-2-4 di Koeman visto sopra potrebbe essere messo in difficoltà da questo tipo di schieramento del Villarreal, così come lo spazio tra linea difensiva e linea di centrocampo (sempre nella stessa immagine si evince che in caso di transizione il Villarreal avrebbe dovuto fronteggiare un tre contro tre con molto spazio a disposizione per i giocatori dell'Eibar) che la squadra di Emery lascia agli avversari potrebbe portare Coutinho e Messi a banchettare in zona di rifinitura, così come la stessa fascia sinistra potrebbe essere terra di conquista per Dembele o Fati vista la grande propensione offensiva di Pedraza o del neo arrivo Pervis Estupinan.

BAYER LEVERKUSEN-LIPSIA (SABATO ORE 15.30)


La seconda giornata di campionato mette di fronte il Lipsia di Nagelsmann al primo impegno di una certa difficoltà, visto che dovrà far visita al Bayer Leverkusen di Bosz, squadra dall'identità tattica ben definita ma che rischia di uscire indebolita dall'addio di Havertz e Volland.

Il Leverkusen si presenta a questa partita dopo aver pareggiato a Wolfsburg nella prima giornata, la squadra di Bosz ha mantenuto molte delle prerogative viste nella precedente stagione, ossia una squadra che tiene il possesso del pallone nelle retrovie per poi cercare una verticalizzazione che mandi uno dei suoi giocatori offensivi davanti alla porta.

Per rendere possibile questo tipo di strategia, Bosz alterna la difesa a 3 o a 4 a seconda dell'avversario, con lo scopo di avere una superiorità numerica in fase di impostazione, contro il Wolfsburg qui si vede come la linea a 4 difensiva muova il pallone nel tentativo di cercare spazi tra le linee avversarie scaglionando 5 giocatori in zona rifinitura (Alario centralmente, Wirtz e Demirbay nei mezzi spazi, Bellarabi e Diaby sugli esterni) per poi attivare delle combinazioni rapide per superare la linea difensiva, nel caso qui accanto Tapsoba ha sufficiente spazio per mandare il pallone alle spalle delle difesa sfruttando la velocità di Diaby; in fase di non possesso, invece la squadra mantiene un atteggiamento aggressivo in fase di transizione, mentre tende a disporsi con due linee da 4 in situazioni posizionali, inoltre il posizionamento di Aranguiz permette alla difesa di avere maggiore protezione anche nei momenti in cui uno degli elementi spezzi la linea per andare ad aggredire l'avversario andando a ricomporre la linea. Altro motivo per vedere all'opera il Leverkusen è per osservare Florian Wirtz, classe 2003, giocatore visto all'opera già nella scorsa stagione dopo il lockdown, adesso chiamato a sostituire Kai Havertz da cui eredita la posizione in campo e da cui sembra aver anche ereditato le qualità tecniche, specie nel muovere il pallone con grande rapidità ed efficacia anche in spazi molto stretti.

Il Lipsia si presenta a Leverkusen con la seria intenzione di portare avanti il progetto di Nagelsmann che tanto ci ha esaltato dal punto di vista della qualità del gioco prodotto, quanto dal punto di vista dei risultati, con la semifinale di Champions che ha dato lustro ad una stagione terminata con un terzo posto in campionato ed una eliminazione ai quarti di finale di Coppa di Germania per mano dell'Eintracht.
Le due partite contro il Leverkusen giocate lo scorso anno hanno visto per lunghi periodi di gioco in difficoltà gli uomini di Nagelsmann, per cui la sfida alla squadra di Bosz diventa un test di particolare importanza per il 3-4-2-1 che il tecnico tedesco sembra aver definitamente adottato a partire dalla fase finale della scorsa stagione.

La prima in campionato ha visto il Lipsia passeggiare contro il Mainz (squadra a cui ha rifilato 14 reti nella scorsa stagione) ma soprattutto abbiamo avuto modo di ammirare i principi di gioco di Nagelsmann che tanto ci hanno divertito nel quarto di finale di Champions contro l'Atletico Madrid: il 3-4-2-1 sulla carta, si trasforma in fase di possesso in un 3-2/5, con la prima e la seconda linea che hanno il compito di dare inizio all'azione (un sistema che ha influenzato molto le strategie di Pirlo e del suo staff alla Juve) per poi innescare nei mezzi spazi Dani Olmo e Forsberg o tramite una giocata in verticale di uno dei tre difensori o passando per gli esterni; tuttavia a rendere particolarmente efficace il sistema di gioco è la capacità di muovere il pallone con grande rapidità da parte dei due centrocampisti centrali, e su questo è impressionante il lavoro svolto da Kevin Kampl, sempre in grado di spostare il pallone a due tocchi in qualsiasi situazione, indubbiamente è lui l'uomo a cui il sistema di Nagelsmann dovrà affidarsi per ottenere le migliori fortune in questa stagione.

Come si evince sarà una sfida che si giocherà in battere e levare, con tanti giovani interpreti pronti a dominare il decennio appena iniziato supportati da allenatori e club con un'idea di calcio a mio parere molto esaltante.


LILLE-NANTES (VENERDI' ORE 21)


Il programma della quinta giornata di Ligue 1 si apre con la sfida interna tra il Lille di Galtier ed il Nantes, una sfida tra due squadre che hanno portati avanti un mercato in questi mesi molto interessante e che, come d'abitudine nel campionato francese, stanno mettendo in mostra profili interessanti da seguire.

Il Lille arriva a questa partita dopo aver perso nei minuti finali la possibilità di uscire da Marsiglia con una vittoria e la testa della classifica; la squadra di Galtier si è mossa sul mercato quest'estate con lo scopo principale di coprire le due principali partenze, ossia il difensore Gabriel Magalhaes, acquistato dall'Arsenal, e l'altro elemento è Victor Osimhen, il centravanti nigeriano acquistato dal Napoli: al posto del primo è arrivato Sven Botman, classe 2000, scuola Ajax e che già ha preso il posto al centro della difesa con buone prestazioni, in attacco, invece, il posto di Osimhen è stato preso dalla grande promessa canadese Jonathan David, anche lui classe 2000, ma che sta facendo ancora un po' fatica ad entrare nei meccanismi della squadra di Galtier che, infatti, ha rivisitato il suo 4-4-2 per dividere i compiti offensivi con un altro attaccante centrale, ossia Burak Yilmaz, arrivato anche lui quest'estate al posto di Loic Remy.

Il cambio di tipologia di centravanti ha portato Galtier anche a rivedere la strategia della squadra in fase di possesso, fino all'anno scorso molto diretto, quest'anno, invece, l'assenza di un giocatore come Osimhen, ben innescabile anche con palloni verticali, ha portato il Lille a cercare di elaborare l'impostazione da dietro: come si evince dalla passmap elaborata da Between the Posts nella partita di domenica scorsa a Marsiglia si nota come Celik (il terzino destro) resti bloccato in fase di costruzione per creare una linea a 3 con i centrali difensivi permettendo al terzino sinistro (Bradaric o Reinildo) di alzarsi in zone più avanzate di campo e coinvolgendo maggiormente i due centrocampisti centrali, limitando, dunque, l'utilizzo degli attacchi diretti sulle punte, questo permette alla squadra Lilloise di avere un maggior controllo sulla partita ma manca ancora di incisività negli ultimi 20 metri, non è un caso che le due punte David e Yilmaz abbiano messo insieme meno di un tiro di media a partita e nessuno dei due abbia ancora trovato la via della rete, la partita contro un'altra squadra come il Nantes che ama, specie in trasferta, giocare prevalentemente nella propria metà campo mette di fronte Galtier di fronte alla necessità di elaborare nuove vie per lo sviluppo e la rifinitura della manovra.

Il Nantes si presenta, invece, a questa sfida reduce dal pareggio ottenuto nei minuti finali contro il Saint-Etienne dopo essere stata sotto di due reti: la squadra di Christian Gourcuff ha due anime diverse a seconda se gioca in casa o in trasferta, nel primo caso la squadra di mostra molto propositiva, nel secondo caso tende a concedere il campo alla squadra avversaria

Come si evince dalla mappa delle posizioni medie delle ultime due partite contro Saint-Etienne (in casa) e contro il Monaco (in trasferta) il 4-4-2 resta il modulo di base ma il baricentro (dato principalmente dal posizionamento dei due centrali di centrocampo e della linea difensiva).
La squadra di Gourcuff è stata costruita quest'estate aggiungendo principalmente un tassello, ossia quello dell'ex Liverpool Pedro Chirivella a centrocampo, dove lo spagnolo è l'uomo destinato a far partire l'azione innescando i due esterni offensivi e le due punte, tra le quali emerge l'esterno sinistro Moses Simon, giocatore devastante specie quando si tratta di creare attacchi in transizione (8 dribbling su 15 riusciti) a cui la squadra si affida per generare pericoli (è il giocatore che tocca più palloni nel terzo di campo avversario), bene anche il suo dirimpettaio Bamba (8 dribbling su 12) ma meno utilizzato da Gourcuff che lo alterna con Coco da quella parte di campo. A Lille vedremo sicuramente una squadra che aspetterà nella propria metà campo sperando di innescare in transizione i due esterni d'attacco, tuttavia, data la grande capacità della squadra di Galtier di saper coprire lo spazio che gli avversari possono usare in transizione, a Gourcuff servirà un atteggiamento diverso per uscire indenne dal Pierre Mauroy.
 

AJAX-VITESSE (SABATO ORE 21)


La terza edizione dell'Ajax di Ten Hag sembra essere partita nel verso giusto, con due vittorie nelle prime due partite (di cui la prima ottenuta non ostante l'inferiorità numerica), certo fino ad ottobre esiste la spada di Damocle del mercato che potrebbe influire non poco sulle forze a disposizione dei lancieri (Van de Beek ceduto al Manchester United e Sergino Dest che è prossimo a vestire la maglia del Barcellona) ed anche su questa prospettiva Ten Hag sta sperimentando nuovi giocatori da inserire nel suo sistema di gioco.
Nelle due partite fin qui disputate in Eredivisie l'allenatore olandese ha messo in campo già 19 giocatori schierati con il tipico 4-3-3 che in fase di possesso si trasforma in un 4-2-3-1 con Promes nominalmente nei tre di centrocampo ma in realtà agisce prevalentemente tra vertice avanzato del triangolo di un triangolo a centrocampo completato da Edson Alvearez supportato da Gravenbech o dal ghanese Kudus arrivato dal Nordsjoelland, in attacco il volto nuovo è l'esterno offensivo Antony, il match-winner della gara d'esordio in casa dello Sparta Rotterdam, in difesa, invece, questa dovrà essere la stagione dell'affermazione al centro della difesa di Perr Schuurs, giocatore che ha avuto la possibilità di unirsi già alla nazionale olandese nell'ultimo slot riservato alle nazionali lo scorso settembre.

La partita contro il Vitesse è un ottimo test per capire come sarà l'Ajax di questa stagione e cosa aspettarsi dai lancieri, questo perché la squadra allenata dal tedesco Thomas Letsch è decisamente una squadra di livello superiore rispetto alle due affrontate sinora da Tadic e compagni e che ama essere molto aggressiva in fase di non possesso ed il cui obiettivo è tenere il gioco della metà campo avversaria.

Anche se si parla di appena due partite di campionato il Vitesse è la squadra seconda in Eredivisie per occupazione territoriale del terzo di campo avversario, come indicato dalle statistiche di WhoScored, questo a dimostrazione di quanto la strategia aggressiva voluta da Letsch (scuola Red Bull anche lui) sia ben eseguita e rappresenti un aspetto che possa creare delle difficoltà ad una squadra che ha perso nell'ultimo mercato i giocatori su cui basava la propria costruzione dal basso, a questo si aggiunge la qualità tecnica in zona offensiva, in particolare grazie al giocatore copertina di queste prime due giornate della Eredivisie, ossia Oussama Tannane, classe 1994, attaccante che può coprire tutti i ruoli dell'attacco e che nell'ultima giornata di campionato è stato in grado di sbloccare la partita con questo calcio di punizione.


Friday, 18 September 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21 Ep. 1

Con la ripresa della Bundesliga e della Serie A la stagione calcistica 2020/2021 entra definitivamente nel vivo e con essa cercherò di analizzare di settimana in settimana elementi di particolare interesse scaturiti dai match disputati nel corso delle settimane precedenti per orientarci nel ginepraio di partite che ogni weekend ci metterà di fronte.

Partiamo dunque con l'analisi di questo weekend che mette in programma già partite di assoluto interesse (ogni riferimento a Chelsea-Liverpool non è casuale) ma che allo stesso tempo sarà orfana di alcune protagoniste (come il Barcellona nella Liga o Inter, Atalanta e Lazio in serie A), per questo motivo sarà interessante andare a focalizzarci su squadre già viste all'opera in queste prime settimane di questa nuova stagione o compagini che hanno progetti tecnici meritevoli di particolare attenzione.


PARMA-NAPOLI (DOMENICA ORE 12.30)


La scelta della partita da seguire per la prima del nostro massimo campionato sarebbe potuta anche cadere su Sassuolo-Cagliari, con un incrocio tra De Zerbi e Di Francesco che promette in ogni caso grande spettacolo, ma ho preferito virare sulla sfida del Tardini perché di fronte ci sono due squadre che stanno ricostruendo una propria identità e, per questo motivo, sarà molto interessante capire a che punto è il lavoro di Liverani e Gattuso.

Appena terminato lo scorso campionato, forse complice il cambio di assetto proprietario, il Parma ha vissuto una mini-rivoluzione tecnica, con l'addio di Faggiano e, conseguentemente, quello di D'Aversa, per passare alla direzione di Carli con Fabio Liverani alla guida tecnica: l'ex tecnico del Lecce ha mostrato idee di gioco molto interessanti in Salento nella scorsa stagione, un'idea praticamente opposta a quella del suo predecessore che, almeno nelle fasi iniziali di questa stagione, può portare delle difficoltà per la squadra emiliana.


La principale novità che Liverani ha portato con se è quella di tenere una linea difensiva più alta, un cambiamento non da poco per una squadra che con D'Aversa è sempre stata abituata a difendere sostanzialmente in area di rigore; nell'immagine qui a fianco, tratta dalla partita amichevole contro l'Empoli, si nota l'altezza della linea ma anche una maggiore propensione a lasciare spazi alle spalle in caso di uscita aggressiva di uno dei centrali difensivi (come accade in questo caso), per questo motivo servirà molto lavoro sul campo d'allenamento e sarà la sfida più importante per Liverani, ed il battesimo contro l'attacco del Napoli ci dirà molto sullo stato dei lavori.

Il Napoli ha iniziato il proprio cambiamento a dicembre dello scorso anno, quando ha deciso di sollevare dall'incarico Carlo Ancelotti consegnando una squadra sostanzialmente a fine ciclo nelle mani di Rino Gattuso; il lavoro del tecnico calabrese ha vissuto di alti e bassi proprio per le difficoltà a trovare un sistema in grado di mettere a proprio agio i calciatori presenti in rosa: la sua visione di gioco prevede un possesso palla che parta dal portiere ed un'aggressione alta sulla costruzione avversaria, un'idea, quest'ultima, che si è scontrata con la difficoltà mostrata dai suoi interpreti, di eseguire questo tipo di lavoro, per questa ragione i maggiori successi del Napoli (in particolare la vittoria della Coppa Italia) nella fase finale della scorsa stagione, sono nati grazie alla rinuncia di Gattuso ad adottare questa strategia optando per un blocco basso che ha disinnescato la manovra offensiva avversaria, permettendo ai partenopei di ottenere lo scalpo di Inter, in semifinale di Coppa Italia, Juventus in finale e limitando parecchio il Barcellona nell'ondata degli ottavi di Champions.

Il risvolto della medaglia di un baricentro basso come quello avuto dal Napoli in determinate partite la scorsa stagione era quello di non essere in grado di essere pericolosa in transizione offensiva, visto che le soluzioni offensive come Insigne o Mertens non sono propriamente dei velocisti, per questa ragione Gattuso sta studiando le mosse per migliorare la pressione alta ed allo stesso tempo avere delle opzioni importanti in fase di ripartenza, questa necessità ha portato a due soluzioni: la prima è l'arrivo di Victor Osimhen, acquisto più oneroso della storia del Napoli, la seconda è il possibile passaggio al 4-2-3-1 con Mertens in una posizione alle spalle del centravanti nigeriano.

Con l'arrivo del centravanti nigeriano dal Lille il Napoli si è assicurato un giocatore molto abile in fase di pressione (31% di pressioni vincenti, secondo i dati StatsBomb elaborati dalla piattaforma FBRef) ma anche un giocatore in grado di fare malissimo se lanciato in progressione ed anche utile in caso ci sia da affrontare un duello aereo e giocare di sponda; raccontato così sembra che si stia parlando di un giocatore perfetto, ma essendo un attaccante non deve mancare la fase realizzativa, e qui i livelli non sono propriamente eccezionali: come si desume dai dati riportati, tra i principali realizzatori della scorsa Ligue 1, Osimhen è l'unico ad avere un differenziale negativo tra goal realizzati e xG, per questo motivo. L'esordio al Tardini, quindi, ci darà tante importanti informazioni su come sarà questo Napoli.


SOUTHAMPTON-TOTTENHAM (DOMENICA, ORE 13)


La Premier ha avuto il suo battesimo nello scorso weekend, seppur a ranghi ridotti visto il rinvio delle partite delle due squadre di Manchester ed è stata oggetto di un post di presentazione su questo blog la scorsa settimana; in questo weekend il big-match sarà senz'altro quello tra Chelsea e Liverpool, con Lampard già chiamato a mostrare qualcosa contro i campioni in carica dopo l'esordio vincente ma molto balbettante in quel di Brighton, guarderemo con curiosità anche l'Arsenal che affronta il West Ham, l'Everton di Ancelotti che affronta in casa il WBA ed anche il Leeds di Bielsa che affronta il Fulhma di Parker ad Elland Road, tutte squadre in cerca di conferme positive dopo le ottime prestazioni nella prima giornata.  

Chi, invece, dalla prima giornata, ne è uscito ridimensionato sono Southampton e Tottenham, entrambe sconfitte di misura, rispettivamente da Crystal Palace ed Everton, e che hanno denotato difficoltà che questa partita ci dirà quanto sono lontane dall'essere risolte.

Il calcio del Southampton è fatto di occupazione degli spazi nella metà campo avversaria ed aggressione in zone alte del campo (il PPDA di 3,61 fatto registrare contro il Crystal Palace lo dimostra), genera anche situazioni pericolose in fase di transizione difensiva, dove la scelta di difendere in uno contro uno genera situazioni come quella che hanno portato al goal di Zaha nonché le diverse occasioni in contropiede che la squadra di Hassenhuttl ha subito nel corso della partita. Nell'esempio della foto si nota l'assenza di marcature preventive, soprattutto su Zaha che, in teoria, dovrebbe essere il giocatore avversario più pericoloso; dato che nel sud dell'Inghilterra domenica si presenterà un'altra squadra che ama difendere nella propria metà campo e sfruttare le transizioni come il Tottenham, per i Saints il test su come gestire questo tipo di partite è a dir poco probante.

Per il Tottenham e per Mourinho, invece, iniziare la Premier con due sconfitte in due partite sarebbe devastante a livello morale per una squadra, come denunciato più volte dall'allenatore portoghese, che già non si distingue per forza mentale; ma non è certo questo il problema principale visto sul campo dagli Spurs: nel giro di pochi mesi Mou ha dato al Tottenham l'identità che ha dato sempre alle sue squadre negli ultimi anni, ossia tanta passività ed attacchi solamente in transizione.

La Passmap della partita contro l'Everton (fonte Between the Posts) ha messo a nudo i limiti degli Spurs e delle scelte del suo tecnico: come si evince Alli e Kane si trovano sostanzialmente isolati dal gioco che progredisce solo tramite le catene esterne ma senza alcun accesso alla zona centrale del campo; il motivo è la scelta degli uomini in mezzo al campo, dove Mourinho ha scelto per tutto il match di fare a meno di Lo Celso, l'unico che sarebbe in grado di muovere il pallone per vie centrali con cognizione di causa; la trasferta di Southampton metterà il Tottenham di fronte ad una squadra decisamente aggressiva ma con i difetti in transizione difensiva che abbiamo visto sopra, per cui difficilmente vedremo Mou affrontare la sfida con un piano gara diverso, proprio perché il contesto sembra ideale per un contesto di baricentro basso e ripartenze che sfruttano la velocità di Lucas Moura e Son, ma se anche stavolta la partita richiederà un cambio di strategia come se la caverà?


HUESCA-CADICE (DOMENICA ORE 16)


Anche la Liga è tornata in campo la scorsa settimana, anch'essa a ranghi ridotti (e lo sarà anche questo weekend), per cui queste prime due giornate ci serviranno a conoscere meglio le squadre che vivono meno sotto la luce dei riflettori mainstream, ma che rendono la Liga il campionato più competitivo al mondo.

Per questa ragione la partita che consiglio per questo weekend vede di fronte addirittura due neopromosse, ossia l'Huesca ed il Cadice, con gli aragonesi che si presentano a questa partita forti del primo punto ottenuto in casa del Villarreal di Unai Emery mentre la squadra andalusa è stata sconfitta in casa dall'Osasuna per 2-0 ma non uscendone male dal punto di vista della prestazione; le neopromosse negli ultimi anni hanno portato nella Liga tanta qualità sia a livello tecnico che tattico alzando di molto il livello del campionato stesso, gli ultimi esempi sono quelli di Osasuna e Granada che tanto bene hanno figurato nell'ultima stagione, con gli andalusi che addirittura hanno trovato la qualificazione ai preliminari di Europa League.

L'Huesca arriva a questa partita con il punto ottenuto a Villarreal giocando, specie nel primo tempo, una partita di grande qualità, specie in fase di impostazione, con la squadra allenata da Michel che non ha paura a giocare palla a terra da dietro anche in presenza di un pressing aggressivo, contro il Villarreal abbiamo avuto modo di ammirare le qualità del terzino sinistro Galan in questa fase di gioco.






Il Cadice si presenta a questa Liga dopo aver sostanzialmente dominato la Segunda lo scorso anno e gestendo il vantaggio nella fase post-lockdown; lo stile di gioco della squadra andalusa, allenata da Alvaro Cervera, mostra una tensione decisamente più verticale potendo contare su un veterano come Alvaro Negredo al centro dell'attacco.

La Passmap della partita (fonte Between the Posts) contro l'Osasuna mostra chiaramente come le principali connessioni di gioco siano quelle tra il portiere ed Alvaro Negredo oppure le combinazioni sugli esterni (25 cross effettuati), in questo contesto, però, è emerso l'esterno offensivo classe 1994 Jorge Pombo, giocatore molto abile negli uno contro uno (4 dribbling riusciti contro l'Osasuna) e molto aggressivo in fase di non possesso, sarà molto interessante il suo duello con Maffeo su quella fascia.






BORUSSIA DORTMUND-BORUSSIA MOENCHENGLADBACH (SABATO ORE 18.30)


Tempo di dare il via al campionato anche nella Bundesliga tedesca, campionato che può vantare di avere tra le fila la vincitrice ed una semifinalista uscente dell'ultima Champions League oltre ad aver creato una generazione di allenatori che oggi sono presi a modello in Europa, rendendo la Bundesliga quindi un grande incubatore di novità tattica e rampa di lancio internazionale per grandissimi talenti.

Il calendario della prima giornata ha creato da subito degli accoppiamenti interessanti, tra cui l'esordio dei campioni del Bayern contro lo Schalke, ma anche la sfida tra Wolfsburg e Bayer Leverkusen, ma sicuramente a meritare la massima attenzione è la sfida tra il Borussia Moenchengladbach di Marco Rose ed il Borussia Dortmund allenato da Lucien Favre ed ancora più tracimante di talento rispetto allo scorso anno.

Il Dortmund si presenta a questa stagione con l'ambizione di contendere davvero il titolo al Bayern Monaco, l'unico fuoriuscito dal mercato è stato Hakimi che, però, è stato sostituito più che degnamente da Meunier; alla fine anche Jadon Sancho è rimasto a disposizione del tecnico svizzero che spera di poter contare anche del miglior Marco Reus, mentre a centrocampo l'arrivo di Bellingham aggiunge una nuova scelta per Favre che, in questo modo, può retrocedere Emre Can nella difesa a 3 che rimane, anche a livello di profondità numerica, il tallone d'Achille della squadra che, però, potrà contare su un assetto tattico consolidato, ossia il 3-4-3, che mette a proprio agio tutti i talentuosissimi talenti di cui dispone.

In fase di impostazione i 3 difensori ed i 2 centrocampisti formano le linee di costruzione al fine di avere superiorità numerica rispetto al pressing avversario o, come nel caso della partita di coppa della scorsa settimana contro il Duisburg vengono creati spazi per rendere possibile l'innesco dei trequartisti in zona di rifinitura in cui accede eventualmente anche uno dei centrocampisti centrali.
Raggiunta la metà campo avversaria i 5 "invasori" sono composti dai due esterni che danno l'ampiezza mentre le tre punte (in questo caso Haaland, Sancho e Reyna) occupano le corsie centrali, in questo modo la squadra può innescare al meglio il talento infinito di cui dispone li davanti. Questo assetto è quello che Favre ha raggiunto con il 3-4-3 impostato a partire dal girone di ritorno della scorsa stagione e reso letale grazie all'arrivo di Haaland.

Il Gladbach, invece, si presenta a questa stagione con la rinnovata ambizione data dal ritorno nella fase a gironi di Champions e da un progetto tecnico di spessore grazie al lavoro di Marco Rose in panchina, un progetto che avrà la sua continuità in questa stagione grazie al mantenimento della rosa dello scorso anno a cui sono stati aggiunti due elementi come Wolf e Lazaro a dare maggiore profondità al centrocampo.
Sulla base delle indicazioni ricevute dal precampionato e dalla partita di Coppa di Germania, con ogni probabilità Rose utilizzerà il 4-4-2 che diventa 4-2-2-2 in fase di possesso con i due esterni offensivi che si accentrano in zona rifinitura e si associano con le due punte, una situazione posizionale che vedete rappresentata nell'esempio a fianco, con i terzini che danno ampiezza ed i due esterni che entrano in campo ed occupano i mezzi spazi; in fase di non possesso Marco Rose l'hanno scorso ha avuto un approccio meno aggressivo rispetto a quello visto nei suoi anni a Salisburgo (PPDA nella scorsa Bundesliga pari a 10,82), la pressione viene attivata solo di fronte a determinati trigger, per questo motivo non sempre vediamo folate di giocatori che vanno a ri-aggredire il pallone come accade per tutte le squadre allenate da allievi di Ralf Rangnick, chissà che al secondo anno il tecnico austriaco non abbia intenzione di alzare il livello della propria squadra a partire da queste situazioni ed il Borussia Dortmund potrebbe essere un ottimo banco di prova.

RENNES-MONACO (SABATO ORE 21)


Il campionato francese, complice il fatto che ha chiuso le ostilità della stagione 2019-2020 senza rientrare dal lockdown, in questo weekend scende in campo per la quarta giornata; dopo tre giornate, abbastanza a sorpresa, a comandare la classifica è il Saint Etienne di Claude Puel, in testa a punteggio pieno e senza reti subite; il capolavoro per i verdi è arrivato proprio ieri sera grazie alla vittoria per 2-0 sul campo del Marsiglia in una sfida che valeva il primato in classifica.

Non ostante la squadra di Puel sia la capolista, due delle squadre che più hanno impresso positivamente in queste tre giornate sono Rennes e Monaco che si affrontano sabato sera in una sfida che potrebbe valere il primato visto il contemporaneo impegno ostico del Saint-Etienne a Nantes e la trasferta del Lille a Marsiglia.

La squadra bretone ha una società con importanti ambizioni, concretizzabili anche grazie alla qualificazione in Champions League ottenuta nella scorsa stagione, questo ha permesso al Rennes di poter trattenere (almeno finora) i migliori elementi della rosa (incluso quel fenomeno di Camavinga a centrocampo); Julien Stephan ha costruito una squadra che si differenzia moltissimo rispetto alla tendenza delle squadre francesi di costruire squadre che pensano prima a difendere, ha implementato un 4-3-3 con concetti di gioco posizionale e con tanta tecnica in fase di rifinitura dell'azione grazie ad interpreti come Raphael (2,3 dribbling e 1,3 key passes a partita finora, numeri in continuità con quelli della scorsa stagione). A questo contesto tecnico la società sta supportando l'allenatore con gli acquisti di Guirassy al centro dell'attacco (doppietta all'esordio la scorsa settimana) prelevato dall'Amiens, e di Terrier, esterno offensivo arrivato dal Lione e giocatore di cui si attende l'esplosione in questa stagione, a questo si aggiunge la capacità di buttare nella mischia i talenti del proprio settore giovanile, lo scorso anno c'è stata l'esplosione di Camavinga, questa, invece, sembra essere la stagione di Brandon Soppy, terzino destro classe 2002, già in grado di mettersi in mostra grazie alla sua grande aggressività e l'uso del fisico nei duelli individuali.

Dall'altra parte abbiamo il Monaco di Niko Kovac, giunto quest'estate al posto di Moreno che, prima del lockdown, sembrava aver trovato un sistema per far funzionare la squadra monegasca; il tecnico croato è intervenuto nel solco del lavoro iniziato dal suo predecessore istituzionalizzando un 4-3-3 in cui mettere a proprio agio i giocatori di maggiore tecnica come Golovin e Cesc Fabregas, affiancandoli a giocatori in grado di equilibrare lo schieramento come Fofana (arrivato nel mercato di gennaio scorso dallo Strasburgo) e Tchouameni (tornato dal prestito a Bordeaux); la strategia dell'ex allenatore del Bayern ha finora portato 7 punti in 3 partite, con miglioramenti costanti principalmente nella fase difensiva, dove quest'anno il Monaco può anche contare su Axel Disasi, decisamente uno dei migliori centrali difensivi della scorsa stagione con la maglia del Reims.

Il lavoro di Stephan sembra essere, naturalmente, in uno stato più avanzato rispetto a quello di Kovac, per cui i bretoni partono favoriti, ma sarà importante leggere il comportamento delle due squadre contro avversari che amano giocare il pallone allo stesso modo e soprattutto sarà importante capire lo stato di salute a livello difensivo di queste due squadre contro attacchi ben strutturati e dotati di grande qualità individuale.


IL PSV DI SCHMIDT (PSV-EMMEN, SABATO ORE 20)


Uno dei progetti tecnici più attesi di questa stagione è quello che ha riportato Roger Schmidt in Europa, dove ha accettato l'offerta del PSV per rendere nuovamente competitiva la squadra di Eindhoven e per implementare le sue idee di calcio nel laboratorio tattico per eccellenza d'Europa, ossia l'Olanda; il calcio di Schmidt è l'estremizzazione dei concetti iper-verticali resi celebri dal Ralf Rangnick e dal metodo Red Bull, dunque ricerca continua della verticalità ed immediata riaggressione sul portatore di palla, nel suo caso addirittura innescata da un passaggio in verticale volutamente sbagliato.

Nella prima giornata di campionato a Groningen abbiamo vista solo a sprazzi le idee di gioco del tecnico austriaco che, probabilmente sta ancora valutando gli uomini a propria disposizione, tanto che abbiamo visto lunghi tratti di possesso prolungato e sviluppo dell'azione mediante un approccio di calcio posizionale con il 4-4-2 di partenza che si trasforma in un 3-1-4-2 in fase di possesso, dove uno dei centrocampisti centrali si abbassa tra i centrali di difesa per far partire l'azione, gli esterni d'attacco che occupano i mezzi spazi in zona di rifinitura (zona di campo fondamentale nei principi di gioco di Schmidt) mentre i due terzini forniscono l'ampiezza.

In questa immagine si notano i principi di Schmidt con la squadra che, già dalla fase di possesso, sta pensando ad un'eventuale recupero palla in caso il giocatore in possesso perda il duello individuale, nelle immediate vicinanze del pallone ci sono 4 uomini più altri 3 pronti ad andare in chiusura (ed il terzino sinistro è fuori dall'inquadratura ma è largo a sinistra), in questo momento il PSV ha solo 2 uomini in marcatura preventiva, tuttavia l'atteggiamento aggressivo porta il Groningen a lasciare un solo giocatore contro la linea difensiva che, dunque, può operare in superiorità numerica.
Non abbiamo visto spesso, tuttavia, questo tipo di approccio nel corso della partita di Groningen, per cui vedremo se, con una settimana di lavoro in più, vedremo questi principi applicati con maggiore continuità.

Thursday, 10 September 2020

Cosa vedremo di diverso nella Premier League?




Questo weekend sarà quello che porterà a battesimo la Premier League edizione 2020/2021, un'edizione che nasce, come tutte le altre competizioni, in un contesto del tutto particolare, con un calendario rivoluzionato dall'emergenza COVID e con gli stadi ancora a porte chiuse, una situazione a dir poco penalizzante per una lega che fa dell'atmosfera dei suoi stadi un marchio di fabbrica anche in fase di marketing.

Messa da parte questa doverosa premessa che, comunque, avrà non poco impatto anche sul gioco in campo, ho provato a capire cosa vedremo di diverso dal punto di vista tecnico in questa stagione, cercando di rispondere ad alcune domande derivanti dall'osservazione delle ultime stagioni disputate.

SARA' ANCORA DUOPOLIO LIVERPOOL-MANCHESTER CITY?


Le ultime due stagioni hanno visto due squadre prendere il controllo delle operazioni in Premier League scavando un solco tra se ed il resto del campionato, stiamo parlando ovviamente del Liverpool di Jurgen Klopp ed il Manchester City di Pep Guardiola.

Il duello di due anni fa con le due squadre che hanno chiuso rispettivamente a 98 e 97 punti non ha avuto seguito nella scorsa stagione con il City che non è stato in grado di tenere il passo delle due stagioni precedenti consegnando il titolo alla squadra di Klopp con abbondante anticipo, ed è proprio il calo di rendimento nella scorsa stagione del City ad aprire la questione: quanto le due contendenti saranno in grado di mantenere questi standard in questa stagione?

La squadra di Klopp viene da tre stagioni in cui ha raggiunto una finale di Champions League (2017/2018), vittoria in Champions League e secondo posto in Premier con 97 punti fatti (2018/2019), vittoria della Premier League con 99 punti fatti, Supercoppa Europea e Mondiale per Club (2019/2020); la progressione dei Reds è stata continua ed ha raggiunto tutti gli obiettivi che il tecnico tedesco si era prefissato con il club dal momento del suo arrivo.
La questione per questa stagione a questo punto è relativa a quali sono gli obiettivi del Liverpool in questa stagione e quali stimoli avrà Klopp e la sua squadra nel continuare a perseguire nuovi obiettivi e nuove vittorie: nel corso degli anni abbiamo visto una squadra iperverticale che progressivamente è stata contaminata da una fase di possesso più conservativa, per cui (visto anche il tentativo di mettere sotto contratto Thiago Alcantara) sarà interessante capire che tipo di squadra vorrà essere questo Liverpool e se, soprattutto, Klopp sarà in grado di dare continuità al proprio ciclo ad Anfield Road, elemento, a mio parere, tutt'altro che scontato non ostante l'estensione del contratto firmato nella scorsa stagione e la grande empatia tra il tecnico tedesco e la tifoseria del Liverpool (non potrebbe essere altrimenti d'altronde); a mio parere l'eliminazione subita per mano dell'Atletico Madrid in Champions lo scorso anno rappresenta un campanello d'allarme, se la squadra non è focalizzata al 100% sullo specifico obiettivo, fatica a rendere al meglio, per cui questa sarà la vera sfida del Liverpool in questa stagione.
A confermare gli interrogativi arriva anche la differenza di rendimento tra la fase pre-lockdown (quella in cui il Liverpool ha costruito la sua vittoria) alla fase post-lockdown, in cui con meno da giocarsi, la squadra ha mostrato un grosso calo di rendimento, soprattutto a livello di numeri difensivi, un dato che preoccupa anche per la partenza di Lovren e che crea degli interrogativi in relazione al valore del centrale da affiancare a Van Dijk, per cui a Klopp spetta il compito di riaccendere il motore della sua squadra soprattutto a livello mentale e poi chiedere ai vari Matip e Gomez di alzare il proprio livello in difesa. 




Per il Manchester City, invece, già la scorsa stagione ha aperto diverse crepe nella struttura creata da Guardiola in questi anni, gli infortuni a catena in difesa hanno indebolito in maniera decisiva la fase di non possesso dei Citizens che, pur esercitando continuamente il proprio dominio del gioco, non siano stati in grado di limitare i danni una volta che l'avversario (seppur in poche occasioni) sia stato in grado di portare il pallone nella metà campo avversaria; questa situazione, poi, ha portato lo stesso Guardiola ad aggiustare lo schieramento della sua squadra in maniera più conservativa nelle gare decisive di Champions senza riuscire a risolvere il problema ma, anzi, dilatandolo, durante la partita con il Lione.
Per questo motivo il club è intervenuto sul mercato acquistando Ake dal Bounemouth, il cui compito sarà quello di fare backup a Laporte, ma soprattutto sta cercando di portare all'Etihad Koulibaly, il giocatore ideale per affrontare le transizioni difensive al meglio senza perdere qualità in fase di impostazione (anzi).

Nel grafico qui accanto, creato tramite i dati presenti su FbRef, possiamo vedere come il neo arrivo olandese dovrebbe portare ad un miglioramento del rendimento individuale a livello difensivo, il grafico mostra la quantità dei goal presi dalla squadra con ogni giocatore in campo e la relativa percentuale di errori rispetto alle giocate difensive effettuate, un dato che mette a nudo la negativa stagione di Otamendi e Laporte. 




COSA ASPETTARSI DA MANCHESTER UNITED E CHELSEA?


Quando parliamo di possibilità di non rivedere un duopolio Manchester City-Liverpool, le speranze a riguardo devono essere riposte sulle squadre di Solskjaer e Lampard, due squadre da cui ci si attende tantissimo per ragioni diverse: da una parte abbiamo lo United che, a partire dalla seconda parte della scorsa stagione, ha mostrato di aver probabilmente trovato la strada per risalire la china, dall'altra parte abbiamo il Chelsea di Frank Lampard, che si è reso protagonista di un mercato decisamente espansivo, con Abramovich che ha riaperto i cordoni della borsa creando una squadra che genera davvero tante aspettative.

La squadra di Solskjaer ha trovato una piacevole fluidità di gioco grazie all'innesto di Bruno Fernandes nel mercato di gennaio e l'esplosione di Mason Greenwood nella seconda parte di stagione, per questo sostanzialmente si può affermare che il progetto Solskjaer abbia preso il volo a partire dallo scorso febbraio, questo porta ovviamente i Red Devils a dover dare delle conferme in questa stagione.

Ad alzare il livello delle aspettative per lo United, numeri alla mano è il dato raffigurato qui accanto: se prendiamo la classifica dal momento dell'arrivo di Bruno Fernandes, lo United è in testa alla classifica della Premier, in termini realizzativi solo il City ha fatto meglio in questo periodo (ma i problemi del City li abbiamo visti prima); il mercato ha portato ad Old Trafford anche Van de Beek, un elemento di qualità in più per il centrocampo a disposizione di Solskjaer, per cui, almeno nelle prime giornate staremo a vedere come l'olandese verrà inserito nel sistema di gioco, anzitutto se giocherà insieme a Pogba e Bruno Fernandes, e poi in quale posizione verrà schierato: nel suo percorso all'Ajax ha giocato sia come centrale di centrocampo, come mezzala ed anche trequartista, insomma Solskjaer avrà i suoi bei grattacapi, a meno che l'arrivo dell'olandese non possa servire ad avere maggiori rotazioni da fare nel corso della stagione e non spremere tutti gli elementi a propria disposizione, probabilmente le difficoltà viste a livello di condizione fisica nelle ultime giornate di campionato e, soprattutto, nelle partite della fase finale di Europa League hanno portato a pensare che la rosa necessiti di profondità, per questo le voci insistenti relative alle offerte al Borussia Dortmund per Jadon Sancho vanno anche in quella direzione.

Riguardo il Chelsea, invece, dopo l'anno di ottimo apprendistato, arriva la prova del nove per Frank Lampard, chiamato in questa stagione a guidare una fuoriserie dopo aver portato la squadra in Champions facendo esordire tanti giocatori cresciuti nel vivaio del club londinese, un contesto che gli ha permesso di proporre un calcio molto frenetico e molto offensivo basato principalmente sulle transizioni, un sistema che ha reso per lunghi tratti della stagione le partite del Chelsea molto godibili e piene di capovolgimenti di fronte; cosa è mancato la scorsa stagione è riferibile sia alla capacità di concretizzare le occasioni create (69 goal realizzati a fronte di 76 xG creati, dato Understat) sia alla capacità di difendere la porta.

Come si evince dall'immagine accanto (fonte Between the Posts), i Blues hanno un saldo goal presi/xG subiti superiore a tutta la Premier, sostanzialmente il Chelsea ha subito 14 goal in più rispetto a quanti ne avrebbe dovuti subire e non è un mistero che le colpe di questo dato sono attribuibili alle prestazioni sotto le aspettative di Kepa, il portiere arrivato due anni fa a Stamford Bridge pagando la clausola rescissoria all'Athletic Bilbao, che lo ha reso il portiere più costoso della storia. Nel corso del mercato il Chelsea ha provato a trovare una sistemazione al portiere spagnolo e poter quindi tentare l'assalto ad un altro portiere, ma al momento è difficile trovare acquirenti, per cui toccherà al lavoro di Lampard e del suo staff ridare fiducia al portiere.  
Magari avrà pensato anche a questo il club londinese quando ha deciso di mettere sotto contratto Thiago Silva, un leader difensivo che, non ostante non sia più di primo pelo, ha mostrato ancora di essere uno dei difensori più importanti al mondo e le sua capacità e la sua leadership potranno magari aiutare il portiere basco a ritrovare la strada giusta; con riguardo ai numeri offensivi, invece, l'arrivo di Werner e Havertz porta in dotazione un grande numero di goal per gli anni a venire, se a questo si aggiunge la qualità di Ziyech alle loro spalle (senza dimenticarci di gente come Mount e Kovacic) allora è giusto che anche per il Chelsea le aspettative devono essere molto alte, obiettivo minimo deve essere il riavvicinamento alle due di testa, la strada è nel miglioramento dei numeri all'interno di entrambe le aree di rigore.


STAGIONE DI RICOSTRUZIONE NEL NORD DI LONDRA?

Per le due grandi rivali della parte nord di Londra sarà una stagione da dedicare ad un'inversione di tendenza rispetto alle ultime stagioni, da una parte il Tottenham che ha terminato l'era Pochettino in corso d'opera nella scorsa stagione per affidarsi alle cure di Jose Mourinho, a cui è stato affidato il compito di costruire una squadra in grado di seguire il suo stile di gioco; stesso discorso per l'Arsenal che è passato da Emery alla gestione Arteta, intento a riportare in casa dei Gunners i fasti dell'era Wenger.

La grafica elaborata da StatsBomb in relazione alla progressione degli xG del Tottenham nelle ultime due stagioni sono alquanto preoccupanti: la squadra subisce di più rispetto a quanto riesce a creare, una tendenza che si è acuita nel momento in cui Mourinho ha dovuto fronteggiare i tanti infortuni prima del lockdown, riuscendo a raddrizzare il tiro nelle ultime giornate. Adesso il Tottenham si presenta a questa stagione con un innesto importante a centrocampo come Hojberg, acquistato dal Southampton, e giocatore che ben si accoppia con Lo Celso in quella zona di campo; l'altro arrivo, ossia quello di Doherty dal Wolverhampton, dovrebbe permettere di avere un giocatore in grado di dare ampiezza (e buoni cross) in fase di possesso, nonché un giocatore con buone qualità in fase difensiva, ossia ciò che nella scorsa stagione Aurier non è stato in grado di garantire non ostante Mourinho abbia puntato molto su di lui. In questo momento l'idea è che qualcosa sul mercato sia in entrata che in uscita dovrà ancora accadere, ma intanto mi aspetto di vedere una squadra che intende mettere definitivamente da parte il ciclo di Pochettino.

Più complesso il discorso per l'Arsenal, che si trova fuori dalla Champions per il quarto anno di fila e che ha affidato ad Arteta il compito di ricostruire un'identità alla squadra a partire dal gioco fino ad arrivare alla crescita individuale dei talenti a disposizione dei Gunners; il percorso è molto complesso poiché sotto la gestione Emery la squadra non si è più mostrato in grado di controllare le partite: come è indicato dai dati qui a fianco (fonte Between the Posts) l'Arsenal ha subito più tiri rispetto a quelli effettuati, a dimostrazione di una squadra che fatica a controllare il gioco e a limitare la pericolosità delle squadra avversarie ed è questo il primo problema su cui Arteta è stato chiamato ad intervenire, ma con risultati non ancora continui. In questi primi mesi di gestione del tecnico spagnolo hanno senz'altro destato interesse i tentativi di mettere insieme i migliori giocatori in rosa, abbassando Saka in posizione di terzino sinistro che in fase di possesso si alza a dare ampiezza allo sviluppo dell'azione, permettendo ad Aubameyang di tagliare da sinistra ed accoppiarsi con la punta centrale (Lacazette o Nketiah), sul lato destro l'ampiezza la da Nicolas Pepe, l'acquisto più costoso della storia dei Gunners, mentre a dirigere le operazioni a centrocampo è Dani Ceballos, il cui rinnovo del prestito dal Real Madrid, è da annoverare come un'importante mossa di mercato che si è concentrato, invece, sulla linea difensiva, dove l'arrivo di Gabriel dal Lille, unito all'arrivo di Saliba, dovrebbe garantire un miglioramento in prospettiva anche del reparto arretrato; per questi motivi l'Arsenal meriterà di essere una squadra da seguire per capire quanto il lavoro di Arteta possa restiuire alla Premier League il miglior Arsenal.



LE AMBIZIONI DI WOLVES E LEEDS 

Wolverhampton e Leeds rappresentano una buona fetta della storia del calcio inglese, oggi sono due squadre che hanno deciso di dare il via ad un progetto partito dalla Championship e che prova a scalare le gerarchie della Premier League, entrambe si presentano ai nastri di partenza con due diversi tipi di ambizione, di breve periodo per i Wolves, al terzo anno consecutivo in Premier, di maggiore respiro quello del Leeds, tornato in Premier dopo 16 anni.

Il progetto Wolves nasce dall'acquisizione della società da parte del fondo Fosun, il quale ha sostanzialmente delegato all'agenzia del potente agente Jorge Mendes il compito di trovare i giocatori adatti a costruire una squadra che dalla Championship possa scalare i vertici della Premier League; utilizzando questa strategia anche in questa stagione è arrivato a Wolverhampton il centravanti Fabio Silva dal Porto, 18 anni e con già 12 reti realizzate nel campionato portoghese e da più parti si parla dell'arrivo, sempre dal Porto, dell'ex terzino sinistro dell'Inter Alex Telles; in aggiunta a questo la rosa è stata puntellata dall'arrivo di Marçal dal Lione (che coprirà il ruolo di centrale di sinistra nel 3-5-2 di Nuno) e dal ritorno di Miranda dal Famaliçao. In attesa di capire come si completerà il mercato, sicuramente i Wolves, senza l'impegno aggiuntivo dell'Europa League e con un sistema di gioco ampiamente consolidato, punteranno senz'altro al ritorno in Europa.

Il ritorno del Leeds in Premier, invece, ha il nome di Marcelo Bielsa: il tecnico rosarino, dopo aver mancato la promozione al primo anno, non ha fallito al secondo tentativo, e lo ha fatto con il suo solito stile, tanta corsa, tanto movimento senza palla e dominio del gioco: un sistema ed una metodologia di lavoro che ha consentito di ottenere questo grande risultato affidandosi ad un gruppo di giocatori che prima del suo arrivo navigavano a metà classifica in Championship; con l'arrivo in Premier il club guidato da Radrizzani ha deciso di investire una cifra importante per portare nello Yorkshire Rodrigo, centravanti del Valencia e della nazionale spagnola, un profilo perfettamente in linea con ciò che Bielsa richiede ai propri attaccanti, ossia tanto movimento e tanti smarcamenti; in difesa è arrivato, invece, il centrale del Friburgo Robin Koch, sicuramente un profilo interessante per le sue qualità in fase di impostazione. Per capire realmente quale posto avrà questo Leeds in Premier lo potremo verificare immediatamente alla prima di campionato, quando ci sarà il battesimo ad Anfield Road contro il Liverpool.


EVERTON, SOUTHAMPTON E LEICESTER: TRA SVOLTA E RIDIMENSIONAMENTO


Everton, Southampton e Leicester si presentano, per motivi diversi, con importanti aspettative in questa stagione, si tratta di tre squadre che hanno l'obbligo in questa stagione o di migliorare sensibilmente le proprie prestazioni (vedi Everton) o di confermare i progressi visti nel corso della scorsa stagione (il Southampton) o di non buttare via quanto di buono fatto nella stagione precedente (il Leicester).


La situazione in cui le pressioni saranno maggiori è sicuramente quella dell'Everton di Carlo Ancelotti, per entrambi questa è una stagione in cui non si può più sbagliare, da un lato per far ritrovare ai Toffees una collocazione in Premier che sia in linea con le ambizioni del club (metà classifica non può più essere considerato come un piazzamento soddisfacente), dall'altra parte per far ritrovare una credibilità ai metodi di lavoro dell'allenatore emiliano dopo le deludenti esperienze di Monaco e Napoli. L'Everton visto nella parte di stagione sotto la gestione Ancelotti non ha dimostrato di essere una squadra molto brillante, il 4-4-2 di base messo in piedi non aveva interpreti in grado di rifinire l'azione in modo concreto, per questa ragione la maggior parte delle azioni pericolose sono arrivate mediante lanci o cross verso Calvert-Lewin.


Per questo motivo l'arrivo di James Rodriguez desta particolare curiosità, soprattutto nell'ottica di come il colombiano verrà schierato da Ancelotti, che, ricordiamolo, lo ha voluto fortemente alla sua corte, chissà che il suo arrivo convinca Ancelotti a derogare al suo primo amore, ossia il 4-4-2 per passare ad un 4-2-3-1 che possa meglio permettere alla squadra di sfruttare la zona di rifinitura ed innalzare, di conseguenza, la qualità del gioco prodotto. Anche la fase difensiva lo scorso anno non è che fosse stata così irreprensibile, così come a Napoli, il pressing alto impostato da Ancelotti ha creato tanto spazio dietro le linee di pressione concedendo agli avversari tante opportunità in transizione, i 56 goal subiti nella scorsa stagione sono un passivo non sostenibile nel momento in cui si vuole alzare l'asticella, per questo motivo gli arrivi di Allan e Doucure dovrebbero permettere al centrocampo dell'Everton di avere i giocatori in grado di sostenere al meglio la fase di recupero palla. 

Per il Southampton, invece, siamo giunti alla seconda stagione del progetto Hassenhuttl, arrivato nella fase finale della stagione nel 2019, il tecnico tedesco sta portando avanti nel sud dell'Inghilterra i principi di gioco del sistema Red Bull, ossia gioco in verticale e grande pressione con tanti uomini in zona palla in fase di recupero del pallone.

La riconoscibilità dell'identità di gioco, come si nota dal grafico elaborato da Stats Perform qui a fianco, è uno degli obiettivi che Hassenhuttl ha ottenuto lo scorso anno dopo tanti aggiustamenti, come l'iniziale utilizzo della difesa a 3 ed anche tante brutte figure (come l'ormai celebre 9-0 subito dal Leicester) fino al passaggio definitivo al 4-4-2/4-2-2-2 che è stato il suo marchio di fabbrica negli anni di Lipsia e che lo ha lanciato alla ribalta come uno degli allenatori più interessanti del panorama internazionale come buona parte di coloro che sono cresciuti sotto l'ala di Ralf Rangnick. L'aspettativa principale che hanno i Saints in questa stagione è quella di far crescere quegli elementi che il sistema di Hassenhuttl ha esaltato, come Danny Ings ed il capitano Ward-Prowse, l'arrivo di Salisu in difesa permetterà ancora di più al Southampton di sostenere la propria strategia di pressione alta viste le grandi doti nei duelli individuali del centrale giunto dal Valladolid; l'unico elemento sul quale c'è un grosso punto interrogativo è a centrocampo, dove la partenza di Hojbjerg direzione Tottenham non è stata al momento sostituita sul mercato, per cui vedremo se Hassenhuttl cercherà degli aggiustamenti interni o se ci dovremo aspettare qualcosa entro la fine del mercato.

Riguardo il Leicester, la cavalcata della scorsa stagione è terminata con un grosso amaro in bocca per aver perso l'accesso alla Champions League dopo aver avuto un vantaggio enorme sul Manchester United e le altre inseguitrici: il gioco particolarmente brillante messo in piedi da Brendan Rodgers in fase di possesso (61 xG secondo i dati Understat) e di non possesso (miglior squadra in termini di PPDA con 7,95) ha dovuto fare i conti con i tanti infortuni nella fase di stagione post-lockdown, una situazione che resterà immutata per la prima parte di questa stagione. Dal mercato l'unica novità che emerge è l'uscita di Chillwell direzione Chelsea, sostituito dall'arrivo dall'Atalanta di Timothy Castagne, utile perché può coprire sia la fascia destra che quella sinistra; se i giovani fatti esordire da Rodgers nella fase finale della scorsa stagione faranno un passo in avanti decisivo allora il Leicester potrà ancora vestire un ruolo da protagonista e, magari, prendersi delle soddisfazioni anche a livello europeo, in caso contrario per le Foxes rischia di essere una stagione difficile.


I NUOVI VOLTI ED I VOLTI GIOVANI 


La parte meno nobile della Premier riesce ogni anno a mettere in luce giocatori che presto diventano obiettivo dei maggiori club (quest'anno per esempio è toccato ad Akè, vedi sopra alla voce Manchester City, oppure Chilwell, come preferite); questo aspetto è stato ulteriormente evidenziato da due trend aventi lo stesso peso: da una parte abbiamo il grande budget a disposizione anche per squadre di medio-bassa classifica, il che permette di convincere al trasferimento elementi provenienti da posizioni di vertice in campionati di minor valore economico, dall'altra parte abbiamo un importante progetto di costruzione di nuovi talenti promosso direttamente dalla FA e che ha portato negli ultimi anni l'Inghilterra a dominare nelle competizioni internazionali a livello giovanile, in questo contesto molte squadre attingono a piene mani per alzare il livello tecnico della squadra, per questo andrò a menzionare alcuni elementi desiderosi di fare il salto di qualità assieme alle rispettive squadre.

EBERECHI EZE (CRYSTAL PALACE)

La squadra di Hodgson ha chiuso molto male la scorsa stagione ed in molti pensano che se non ci sarà un atteggiamento diverso rispetto alle ultime stagioni, il rischio di trovarsi invischiati nella lotta per non retrocedere potrebbe diventare molto concreto; per questo motivo si richiede al Palace di mostrare un calcio maggiormente propositivo, in questa ottica l'arrivo di Eze dal QPR risponde alla necessità di innalzare il livello tecnico della squadra.

Il centrocampista inglese è esploso in questa stagione in Championship dove ha realizzato 14 goal e 8 assist prendendo letteralmente in mano le sorti della squadra londinese meritandosi la chiamata in Premier dal Crystal Palace; come emerge dalle grafiche elaborate da Soccerment sono tanti i valori offensivi su cui Eze è migliorato nella scorsa stagione in maniera sensibile, tra cui spicca il dato dei quasi 3 dribbling a partita riusciti, ragion per la quale tra lui e Zaha la squadra di Hodgson ha molto materiale a disposizione per rendere imprevedibile il proprio gioco e magari costruire qualcosa di più a livello offensivo rispetto all'ultima stagione.


JARROD BOWEN (WEST HAM)

Quando si parla di giovani da lanciare, la prima squadra che viene in mente nel calcio inglese è il West Ham, squadra dal cui settore giovanile sono emersi giocatori del calibro di Lampard, Terry, Joe Cole, Rio Ferdinand e Carrick e, se vogliamo tornare indietro negli anni, un certo Bobby Moore; oggi il West Ham propone nella sua rosa tra i giocatori fatti in casa i soli Rice e Noble, ma a gennaio dello scorso anno ha deciso di investire su un giocatore che da diversi anni era esploso in Championship con la maglia dell'Hull City ed era in attesa di fare il salto in Premier, questo giocatore è Jarrod Bowen, classe 1996, esterno d'attacco capace in due anni e mezzo di Championship di realizzare 52 reti e mettere a referto 11 assist.

Come abbiamo avuto modo di vedere con Eze, anche Bowen ha avuto una crescita costante a livello di numeri offensivi, rispetto al giocatore del QPR le caratteristiche sono più quelle di un giocatore che ama partire dall'esterno, seppur nell'Hull City sia stato schierato anche come punta centrale; Moyes ha ritagliato per lui un posto largo a destra dove ha avuto modo di realizzare 4 assist mostrando buone qualità sia nel difendere il possesso del pallone che in fase di rifinitura. Ulteriore dimostrazione del valore del giocatore sta anche nel crollo verticale avuto dall'Hull City nella scorsa stagione a seguito della sua cessione: i Tigers si trovavano in una zona di classifica più vicina alla zona playoff che alla zona retrocessione, hanno terminato la stagione all'ultimo posto retrocedendo clamorosamente in League One.

OLLIE WATKINS (ASTON VILLA)

Dopo la salvezza ottenuta all'ultima giornata, per i Villans l'obiettivo è quello di veleggiare in posizioni di classifica più tranquille, per riuscire nell'obiettivo, oltre a dover sistemare la fase difensiva, qualcosa a cui il manager Smith ha messo mano con successo nella fase post-lockdown, necessitava anche di un giocatore in grado di concretizzare la mole di gioco espressa da un centrocampo che è già di ottimo livello (grazie a gente come Grealish, giocatore meritevole di palcoscenici importanti, Douglas Luiz e Hourihane), cosa che i vari Samatta e Wesley non sono stati in grado di garantire (rispettivamente 1 e 5 reti realizzate, tanto che lo stesso Grealish è stato il capocannoniere della squadra con 8 reti realizzate), per cui quale migliore scelta se non il capocannoniere dell'ultima Championship?

Ollie Watkins si presenta in Premier League forte dei 26 goal realizzati con il Brentford nella scorsa stagione, in cui è stato il finalizzatore del 4-3-3 della squadra allenata da Thomas Frank, un sistema di gioco che somiglia molto anche a quello dell'Aston Villa in cui il centravanti inglese potrà rendersi utile non solo in fase realizzativa ma anche grazie alle sue ottime doti nel gioco di sponda (40% di duelli aerei vinti nella scorsa stagione in Championship).





JAMAL LEWIS (NEWCASTLE)

Il Newcastle è la squadra che più ha attirato le cronache nel corso del lockdown vista la trattativa che avrebbe dovuto portare a St. James Park una proprietà saudita pronta a fare investimenti importanti per portare i Magpies ai livelli che la piazza merita (come, a mio parere, tutte le piazza del Nord dell'Inghilterra), tuttavia il diniego giunto dalla Premier League all'acquisizione costringerà la tifoserie ad un'altra stagione con una salvezza da portare a casa.
La squadra di Bruce è stata una delle squadre più difensive della scorsa Premier League e nulla fa pensare che le cose possano andare diversamente in questa stagione, ma quanto meno il mercato sta portando nuovi volti, tra cui quelli di Callum Wilson e Ryan Fraser dal Bournemouth, ma il vero acquisto in controtendenza è quello di Jamal Lewis, terzino sinistro del Norwich malamente ma prevedibilmente retrocesso nella scorsa stagione.

L'acquisto di Lewis è in controtendenza rispetto allo spirito difensivo del Newcastle di Steve Bruce per il motivo che si tratta di un terzino dalla forte propensione offensiva; come emerge dai dati della piattaforma SmarterScout ad emergere sono le qualità nei dribbling del ventiduenne mentre sono molto bassi i valori relativi alla fase difensiva, valori che potrebbero essere influenzati, però, dai pessimi numeri difensivi del Norwich nella scorsa stagione, per cui la scelta del Newcastle risulta parecchio interessante e magari lasciano intendere una maggiore ricerca di qualità in fase di possesso.


CONCLUSIONI

La Premier League 2020/2021, come abbiamo visto, presenta diversi elementi di particolare interesse, ogni squadra ha una storia da raccontare, rispetto alle scorse stagioni ci aspettiamo una riduzione della forbice tra le prime due della classe ed il resto del gruppo, il valore delle 20 squadre lascia pensare che difficilmente rivedremo squadre che sfiorano o superano i 100 punti come accaduto negli ultimi 3 anni, così come, grazie a tante realtà ambiziose come quelle di Wolverhampton ed Everton, si possa dare il via alla fine dell'era delle top six con più squadre che cercheranno di inserirsi nella lotta europea.

A livello tattico, l'arrivo di Marcelo Bielsa aggiunge ulteriore fascino a questa Premier con Guardiola e Klopp che cercheranno anche di mostrare la superiorità delle loro idee rispetto a quelle dei manager in rampa di lancio come Arteta, Lampard e Hassenhuttl a cui aggiungo la curiosità per vedere all'opera Scott Parker, che ha riportato il Fulham in Premier, infine non possiamo non considerare la voglia di riscatto di Mourinho ed Ancelotti.

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