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Friday, 25 September 2020

Consigli per il weekend calcistico Stagione 20/21 Ep. 2

Questa sera inizia un altro weekend ricco di partite che ci porterà verso una settimana in cui sapremo la composizione dei gironi della prossima Champions League, la settimana appena trascorsa, invece, ci ha lasciato diverse indicazioni sia a livello di giocatori da seguire che di indicazioni su come molte squadre stiano rivedendo le proprie strategie tattiche in questa stagione; sulla base di ciò ho scelto le partite da consigliare per questo weekend che, sicuramente, ci fornirà maggiori indicazioni sul calcio che vedremo in questa stagione.

Foto Bundesliga Website 


BRIGHTON-MANCHESTER UNITED (SABATO ORE 13.30)


La Premier League è partita con una particolarità a livello statistico, in 18 partite disputate nessuna è terminata in pareggio, inoltre tutte le squadre (eccetto l'Aston Villa, ma con una partita in meno) hanno subito almeno un goal così come tutte le squadre hanno realizzato almeno una rete (eccetto lo Sheffield United), il dato rappresenta al meglio un'inizio di stagione ricco di belle partite in Premier, con tante squadre che si stanno proponendo con un ruolo da protagonista pur non avendo obiettivi di alta classifica.

Una delle squadre che in queste prime due partite ha destato sensazioni solo positive è il Brighton: la squadra allenata da Potter ha mostrato un gioco decisamente spettacolare sia contro il Chelsea (seppur sconfitti in maniera decisamente immeritata) che nella trasferta di Newcastle, dove nei primi 30 minuti si è potuto assistere ad una prova di coralità impressionante; nel Lunch Match del sabato i Seagulls ospitano il Manchester United, reduce dalla pesante sconfitta all'esordio contro il Crystal Palace che ha riaperto tutti i dubbi sulla tenuta della squadra di Solskjaer.

La mentalità della squadra di Potter è ben rappresentata dall'immagine qui a fianco, non ostante il vantaggio di due reti il Brighton continuava ad occupare la metà campo del Newcastle con uno scaglionamento ben riconoscibile e che tanti allenatori che amano il gioco di posizione mettono in pratica in fase di possesso, ossia il 3-2/5 con i primi 5 uomini a consolidare il possesso e gli altri 5 ad occupare le zone avanzate del campo presidiando tutti i corridoi; in questo contesto i Seagulls hanno mantenuto la supremazia territoriale sia con il Chelsea che contro il Newcastle nonché si sono mostrati maggiormente pericolosi rispetto ai propri avversari (il differenziale di xG è a loro favore di 1,4, terzo posto), a questo si aggiunge l'esplosione dell'esterno destro Tariq Lamptey, che si aggiunge alla lista dei suoi omologhi in quel ruolo quali Alexander-Arnold, Walker, Reece James e Wan-Bissaka: il terzino del Brighton ha disputato una partita mostruosa a Newcastle, propiziando il rigore dell'1-0, il third-pass per il goal del 2-0, ha costretto al giallo sia Shelvey che Lewis e, fino alla sua uscita dal campo, è stato il giocatore con più tocchi effettuati nella metà campo avversaria, una prestazione dominante che ci auguriamo di rivedere anche contro lo United.

Lo United, invece, ha esordito in Premier subendo una clamorosa sconfitta casalinga contro il Crystal Palace che ha posto fine ad una serie positiva di 14 partite in Premier e che ha fatto riaffiorare i dubbi che l'arrivo di Bruno Fernandes sembrava avesse fatto sparire.

La mappa degli xG della partita contro il Crystal Palace ha riportato alla luce le enormi difficoltà dello United a generare occasioni da rete (basti osservare quanti tiri da fuori area sono stati effettuati) e le occasioni concesse al Palace, invece, sono state tutte frutto di transizioni generate da palloni persi a centrocampo (pessima la prestazione di Pogba che ha perso 18 palloni prima di essere sostituito da Van de Beek) in cui si è notata la difficoltà di Lindelof nel contenere attaccanti veloci con Zaha ed Ayew; la partita di Brighton ci dirà in che modo Solskjaer intende ridare ordine alla propria squadra, sicuramente sarà importante il recupero di Wan-Bissaka in difesa per garantire maggiore copertura in quella zona di campo, tanto mancata contro il Crystal Palace, ma soprattutto ci sarà da definire chi lascerà il posto a Donny Van de Beek, l'ex Ajax ha mostrato di poter essere subito decisivo negli equilibri dei Red Devils (goal realizzato incluso) e, stante la pessima prestazione di Pogba, sarà molto importante capire quali saranno le scelte di Solskjaer a riguardo.

Un incrocio tra una squadra che punta alla salvezza ma che è in ottima forma e mostra una qualità di gioco di primo livello ed una squadra dalle aspettative molto alte ma che mostra serie difficoltà nel ritrovare un'identità di gioco è sempre motivo di grande interesse, per questo la sfida dell'AMEX Community Stadium si prospetta come la partita più ricca di spunti di questa giornata di Premier.




INTER-FIORENTINA (SABATO ORE 20.45)


E' arrivato il momento di vedere alla prima apparizione ufficiale dell'Inter di Antonio Conte, a poco meno di un mese dalla finale di Europa League persa contro il Siviglia.

Le discussioni delle ultime settimane in casa interista sono ruotate sulla figura di Antonio Conte che ha deciso di accettare nuovamente la sfida nerazzurra dopo settimane turbolente con la dirigenza poi risolte con l'intervento del presidente Zhang in prima persona. A rendere possibile la tregua tra l'allenatore salentino ed il club è stato senza dubbio anche il mercato, dove l'Inter ha dato nuove forze all'organico inserendo Hakimi sulla fascia destra, Vidal a centrocampo e Kolarov in difesa, tutti giocatori decisamente graditi e ben adattabili alle esigenze tattiche di Conte; a questo punto un solo punto interrogativo resta irrisolto, che fine farà Eriksen? L'arrivo di Vidal rende difficile pensare che l'Inter possa virare verso un 3-4-1-2 in cui il danese potesse sentirsi a suo agio, per cui a meno di cessioni entro la fine del mercato, dovrà adattarsi ad una posizione, quella di mezzala, in cui oggettivamente non si trova a proprio agio.

Data la premessa di cui sopra la prima formazioni ufficiale dell'anno che Conte schiererà contro la Fiorentina dovrebbe darci delle indicazioni sulla strategia che il tecnico salentino vorrà adottare nella stagione in corso. L'amichevole con il Pisa della scorsa settimana ha visto l'Inter presentarsi con Eriksen tra le linee e con Hakimi e Perisic sugli esterni: proprio il croato potrebbe essere la grande novità della formazione nerazzurra in questa stagione, bocciato lo scorso anno da Conte per lo stesso ruolo, l'esperienza ricca di successi a Monaco potrebbe aver convinto la società nerazzurra a tenerlo, sarebbe molto interessante vederlo esterno di tutta fascia contro la Fiorentina, partita che lo scorso anno l'Inter dominò senza riuscire a superare la resistenza della squadra di Iachini.





La Fiorentina di Iachini si presenta alla partita di San Siro con una vittoria all'esordio contro il Torino mostrando di essere in uno stato avanzato come idea di squadra con la scelta di spostare Chiesa a tutta fascia sulla destra che potrebbe rivelarsi vincente sia in termini di soluzioni offensive per la squadra che per permettere la crescita del giocatore che, a mio parere, va tenuto in zone di campo lontane dalla porta, in opposizione a quanto la stampa mainstream afferma, in modo da poter sfruttare al meglio le capacità atletiche del figlio di Enrico.

L'asse di riferimento del gioco della squadra viola è basato sul lato sinistro del campo (dove tendenzialmente agiscono Castrovilli e Biraghi) e sfruttare l'ampiezza per i cross di Biraghi e Chiesa; il goal è arrivato proprio su un cross teso di Chiesa a centro-area spinto in rete da Castrovilli. La sfida sugli esterni con Hakimi e Biraghi ancora uno contro l'altro dopo Borussia-Inter dello scorso anno e Chiesa-Perisic dall'altra potrebbe essere la chiave di lettura della partita che prevedo molto ricca di duelli individuali visto che le due squadre si presenteranno, almeno sulla carta, con lo stesso modulo, una situazione che spinge in genere gli allenatori a dover trovare mosse e contromosse in corso di partita proprio sulla base dei duelli individuali che si creano sul campo; l'Inter avrà bisogno di mostrare da subito di essere in grado di superare un avversario difficile per consolidare le certezze di essere la principale contender per togliere lo scudetto alla Juve, dall'altra parte la Fiorentina ha bisogno quanto meno di una prestazione in graodo di allontanare gli scetticismi non tanto sul valore della squadra quanto sulle capacità del suo allenatore di fornire una strategia tattica all'altezza della situazione.

BARCELLONA-VILLARREAL (DOMENICA ORE 21)


E' arrivato il momento dell'esordio stagionale anche per il Barcellona di Ronald Koeman, una squadra ed una società uscita da questa estate con le ossa rotte, sul campo per l'uscita dalla Champions a seguito del fragoroso 8-2 subito dal Bayern, e fuori dal campo con Messi che ha provato ad utilizzare la clausola per lasciare il Camp Nou e con tentativi maldestri di liberarsi di uomini non più al centro del progetto del club catalano (vicenda Suarez su tutti).


In tutto questo marasma è passato quasi inosservato il lavoro che Koeman sta portando avanti in queste settimane per costruire una nuova identità e riconoscibilità a questa squadra: il primo passo è stato quello di stabilire che il 4-3-3 va messo da parte per giocare con il doble pivote a centrocampo, per cui si accantona il vertice basso di centrocampo sostituiti da una coppia di centrocampisti davanti alla difesa (presumibilmente Busquets e De Jong che si alterneranno con Pjanic) e poi quattro giocatori in avanti a completare quello che, sulla carta, sarà un 4-2-3-1 in cui Griezmann dovrebbe giocare alle spalle di Messi alternando le rispettive posizioni nel corso della partita, ai loro fianchi Koeman ha dato molto spazio a Coutinho in precampionato, così come abbiamo visto all'opera i vari Trincao, Ansu Fati e Dembele; scopo di questo passaggio tattico è quello di muovere il gioco più rapidamente ed in verticale, elemento assente nelle ultime versioni del Barça, per cui sarà molto interessante capire come queste connessioni funzioneranno al cospetto del Villarreal di Unai Emery.

Il "sottomarino giallo" si presenta a questa sfida del Camp Nou con 4 punti conquistati nelle prime due partite contro Huesca ed Eibar, entrambe affrontate tra le mura amiche, due sfide che hanno mostrato alcune difficoltà da parte della squadra a trovare i giusti meccanismi, questo poiché il tempo avuto a disposizione di Emery per ricostruire questa squadra è stato alquanto limitato, per questo, così come da un lato si vedono le intenzioni in fase di possesso, dall'altra parte si notano ancora delle indecisioni nella fase di non possesso, con una squadra che tende ad allungarsi con la linea di difesa che non segue i tentativi di pressione alta della linea di centrocampo e di attacco.

Una costante del sistema messo in piedi da Emery è quello di schierare un 4-4-2 di base ma che richiede diverse rotazioni per rendere possibile uno scaglionamento in campo che cerchi di disordinare l'avversario: in questo caso vediamo Parejo si proponga in fase di costruzione mentre Coquelin si apre e genera spazio per i movimenti di Moi Gomez e Gerard Moreno, questo movimento, come si evince dall'immagine accanto, disordina la linea di centrocampo dell'Eibar generando linee di passaggio, inoltre Samu a destra e Pedraza a sinistra garantiscono l'ampiezza necessaria a tenere i terzini avversari; il 4-2-3-1/4-2-4 di Koeman visto sopra potrebbe essere messo in difficoltà da questo tipo di schieramento del Villarreal, così come lo spazio tra linea difensiva e linea di centrocampo (sempre nella stessa immagine si evince che in caso di transizione il Villarreal avrebbe dovuto fronteggiare un tre contro tre con molto spazio a disposizione per i giocatori dell'Eibar) che la squadra di Emery lascia agli avversari potrebbe portare Coutinho e Messi a banchettare in zona di rifinitura, così come la stessa fascia sinistra potrebbe essere terra di conquista per Dembele o Fati vista la grande propensione offensiva di Pedraza o del neo arrivo Pervis Estupinan.

BAYER LEVERKUSEN-LIPSIA (SABATO ORE 15.30)


La seconda giornata di campionato mette di fronte il Lipsia di Nagelsmann al primo impegno di una certa difficoltà, visto che dovrà far visita al Bayer Leverkusen di Bosz, squadra dall'identità tattica ben definita ma che rischia di uscire indebolita dall'addio di Havertz e Volland.

Il Leverkusen si presenta a questa partita dopo aver pareggiato a Wolfsburg nella prima giornata, la squadra di Bosz ha mantenuto molte delle prerogative viste nella precedente stagione, ossia una squadra che tiene il possesso del pallone nelle retrovie per poi cercare una verticalizzazione che mandi uno dei suoi giocatori offensivi davanti alla porta.

Per rendere possibile questo tipo di strategia, Bosz alterna la difesa a 3 o a 4 a seconda dell'avversario, con lo scopo di avere una superiorità numerica in fase di impostazione, contro il Wolfsburg qui si vede come la linea a 4 difensiva muova il pallone nel tentativo di cercare spazi tra le linee avversarie scaglionando 5 giocatori in zona rifinitura (Alario centralmente, Wirtz e Demirbay nei mezzi spazi, Bellarabi e Diaby sugli esterni) per poi attivare delle combinazioni rapide per superare la linea difensiva, nel caso qui accanto Tapsoba ha sufficiente spazio per mandare il pallone alle spalle delle difesa sfruttando la velocità di Diaby; in fase di non possesso, invece la squadra mantiene un atteggiamento aggressivo in fase di transizione, mentre tende a disporsi con due linee da 4 in situazioni posizionali, inoltre il posizionamento di Aranguiz permette alla difesa di avere maggiore protezione anche nei momenti in cui uno degli elementi spezzi la linea per andare ad aggredire l'avversario andando a ricomporre la linea. Altro motivo per vedere all'opera il Leverkusen è per osservare Florian Wirtz, classe 2003, giocatore visto all'opera già nella scorsa stagione dopo il lockdown, adesso chiamato a sostituire Kai Havertz da cui eredita la posizione in campo e da cui sembra aver anche ereditato le qualità tecniche, specie nel muovere il pallone con grande rapidità ed efficacia anche in spazi molto stretti.

Il Lipsia si presenta a Leverkusen con la seria intenzione di portare avanti il progetto di Nagelsmann che tanto ci ha esaltato dal punto di vista della qualità del gioco prodotto, quanto dal punto di vista dei risultati, con la semifinale di Champions che ha dato lustro ad una stagione terminata con un terzo posto in campionato ed una eliminazione ai quarti di finale di Coppa di Germania per mano dell'Eintracht.
Le due partite contro il Leverkusen giocate lo scorso anno hanno visto per lunghi periodi di gioco in difficoltà gli uomini di Nagelsmann, per cui la sfida alla squadra di Bosz diventa un test di particolare importanza per il 3-4-2-1 che il tecnico tedesco sembra aver definitamente adottato a partire dalla fase finale della scorsa stagione.

La prima in campionato ha visto il Lipsia passeggiare contro il Mainz (squadra a cui ha rifilato 14 reti nella scorsa stagione) ma soprattutto abbiamo avuto modo di ammirare i principi di gioco di Nagelsmann che tanto ci hanno divertito nel quarto di finale di Champions contro l'Atletico Madrid: il 3-4-2-1 sulla carta, si trasforma in fase di possesso in un 3-2/5, con la prima e la seconda linea che hanno il compito di dare inizio all'azione (un sistema che ha influenzato molto le strategie di Pirlo e del suo staff alla Juve) per poi innescare nei mezzi spazi Dani Olmo e Forsberg o tramite una giocata in verticale di uno dei tre difensori o passando per gli esterni; tuttavia a rendere particolarmente efficace il sistema di gioco è la capacità di muovere il pallone con grande rapidità da parte dei due centrocampisti centrali, e su questo è impressionante il lavoro svolto da Kevin Kampl, sempre in grado di spostare il pallone a due tocchi in qualsiasi situazione, indubbiamente è lui l'uomo a cui il sistema di Nagelsmann dovrà affidarsi per ottenere le migliori fortune in questa stagione.

Come si evince sarà una sfida che si giocherà in battere e levare, con tanti giovani interpreti pronti a dominare il decennio appena iniziato supportati da allenatori e club con un'idea di calcio a mio parere molto esaltante.


LILLE-NANTES (VENERDI' ORE 21)


Il programma della quinta giornata di Ligue 1 si apre con la sfida interna tra il Lille di Galtier ed il Nantes, una sfida tra due squadre che hanno portati avanti un mercato in questi mesi molto interessante e che, come d'abitudine nel campionato francese, stanno mettendo in mostra profili interessanti da seguire.

Il Lille arriva a questa partita dopo aver perso nei minuti finali la possibilità di uscire da Marsiglia con una vittoria e la testa della classifica; la squadra di Galtier si è mossa sul mercato quest'estate con lo scopo principale di coprire le due principali partenze, ossia il difensore Gabriel Magalhaes, acquistato dall'Arsenal, e l'altro elemento è Victor Osimhen, il centravanti nigeriano acquistato dal Napoli: al posto del primo è arrivato Sven Botman, classe 2000, scuola Ajax e che già ha preso il posto al centro della difesa con buone prestazioni, in attacco, invece, il posto di Osimhen è stato preso dalla grande promessa canadese Jonathan David, anche lui classe 2000, ma che sta facendo ancora un po' fatica ad entrare nei meccanismi della squadra di Galtier che, infatti, ha rivisitato il suo 4-4-2 per dividere i compiti offensivi con un altro attaccante centrale, ossia Burak Yilmaz, arrivato anche lui quest'estate al posto di Loic Remy.

Il cambio di tipologia di centravanti ha portato Galtier anche a rivedere la strategia della squadra in fase di possesso, fino all'anno scorso molto diretto, quest'anno, invece, l'assenza di un giocatore come Osimhen, ben innescabile anche con palloni verticali, ha portato il Lille a cercare di elaborare l'impostazione da dietro: come si evince dalla passmap elaborata da Between the Posts nella partita di domenica scorsa a Marsiglia si nota come Celik (il terzino destro) resti bloccato in fase di costruzione per creare una linea a 3 con i centrali difensivi permettendo al terzino sinistro (Bradaric o Reinildo) di alzarsi in zone più avanzate di campo e coinvolgendo maggiormente i due centrocampisti centrali, limitando, dunque, l'utilizzo degli attacchi diretti sulle punte, questo permette alla squadra Lilloise di avere un maggior controllo sulla partita ma manca ancora di incisività negli ultimi 20 metri, non è un caso che le due punte David e Yilmaz abbiano messo insieme meno di un tiro di media a partita e nessuno dei due abbia ancora trovato la via della rete, la partita contro un'altra squadra come il Nantes che ama, specie in trasferta, giocare prevalentemente nella propria metà campo mette di fronte Galtier di fronte alla necessità di elaborare nuove vie per lo sviluppo e la rifinitura della manovra.

Il Nantes si presenta, invece, a questa sfida reduce dal pareggio ottenuto nei minuti finali contro il Saint-Etienne dopo essere stata sotto di due reti: la squadra di Christian Gourcuff ha due anime diverse a seconda se gioca in casa o in trasferta, nel primo caso la squadra di mostra molto propositiva, nel secondo caso tende a concedere il campo alla squadra avversaria

Come si evince dalla mappa delle posizioni medie delle ultime due partite contro Saint-Etienne (in casa) e contro il Monaco (in trasferta) il 4-4-2 resta il modulo di base ma il baricentro (dato principalmente dal posizionamento dei due centrali di centrocampo e della linea difensiva).
La squadra di Gourcuff è stata costruita quest'estate aggiungendo principalmente un tassello, ossia quello dell'ex Liverpool Pedro Chirivella a centrocampo, dove lo spagnolo è l'uomo destinato a far partire l'azione innescando i due esterni offensivi e le due punte, tra le quali emerge l'esterno sinistro Moses Simon, giocatore devastante specie quando si tratta di creare attacchi in transizione (8 dribbling su 15 riusciti) a cui la squadra si affida per generare pericoli (è il giocatore che tocca più palloni nel terzo di campo avversario), bene anche il suo dirimpettaio Bamba (8 dribbling su 12) ma meno utilizzato da Gourcuff che lo alterna con Coco da quella parte di campo. A Lille vedremo sicuramente una squadra che aspetterà nella propria metà campo sperando di innescare in transizione i due esterni d'attacco, tuttavia, data la grande capacità della squadra di Galtier di saper coprire lo spazio che gli avversari possono usare in transizione, a Gourcuff servirà un atteggiamento diverso per uscire indenne dal Pierre Mauroy.
 

AJAX-VITESSE (SABATO ORE 21)


La terza edizione dell'Ajax di Ten Hag sembra essere partita nel verso giusto, con due vittorie nelle prime due partite (di cui la prima ottenuta non ostante l'inferiorità numerica), certo fino ad ottobre esiste la spada di Damocle del mercato che potrebbe influire non poco sulle forze a disposizione dei lancieri (Van de Beek ceduto al Manchester United e Sergino Dest che è prossimo a vestire la maglia del Barcellona) ed anche su questa prospettiva Ten Hag sta sperimentando nuovi giocatori da inserire nel suo sistema di gioco.
Nelle due partite fin qui disputate in Eredivisie l'allenatore olandese ha messo in campo già 19 giocatori schierati con il tipico 4-3-3 che in fase di possesso si trasforma in un 4-2-3-1 con Promes nominalmente nei tre di centrocampo ma in realtà agisce prevalentemente tra vertice avanzato del triangolo di un triangolo a centrocampo completato da Edson Alvearez supportato da Gravenbech o dal ghanese Kudus arrivato dal Nordsjoelland, in attacco il volto nuovo è l'esterno offensivo Antony, il match-winner della gara d'esordio in casa dello Sparta Rotterdam, in difesa, invece, questa dovrà essere la stagione dell'affermazione al centro della difesa di Perr Schuurs, giocatore che ha avuto la possibilità di unirsi già alla nazionale olandese nell'ultimo slot riservato alle nazionali lo scorso settembre.

La partita contro il Vitesse è un ottimo test per capire come sarà l'Ajax di questa stagione e cosa aspettarsi dai lancieri, questo perché la squadra allenata dal tedesco Thomas Letsch è decisamente una squadra di livello superiore rispetto alle due affrontate sinora da Tadic e compagni e che ama essere molto aggressiva in fase di non possesso ed il cui obiettivo è tenere il gioco della metà campo avversaria.

Anche se si parla di appena due partite di campionato il Vitesse è la squadra seconda in Eredivisie per occupazione territoriale del terzo di campo avversario, come indicato dalle statistiche di WhoScored, questo a dimostrazione di quanto la strategia aggressiva voluta da Letsch (scuola Red Bull anche lui) sia ben eseguita e rappresenti un aspetto che possa creare delle difficoltà ad una squadra che ha perso nell'ultimo mercato i giocatori su cui basava la propria costruzione dal basso, a questo si aggiunge la qualità tecnica in zona offensiva, in particolare grazie al giocatore copertina di queste prime due giornate della Eredivisie, ossia Oussama Tannane, classe 1994, attaccante che può coprire tutti i ruoli dell'attacco e che nell'ultima giornata di campionato è stato in grado di sbloccare la partita con questo calcio di punizione.


Friday, 31 January 2020

Cosa vedere nel weekend #16





In questo weekend i cinque principali campionati europei tornano in campo tutti insieme dopo aver superato le relative pause invernali ed i turni di coppa nazionale, un periodo che ci ha dato ulteriori indicazioni sui valori in campo ma che ha anche visto delle trasformazioni tra cambi di panchina e la parentesi di calcio mercato che terminerà (finalmente) questa sera.

Oltre ai campionati il weekend vedrà anche assegnarsi il primo slam della stagione, con gli Australian Open che decreteranno i vincitori, con sabato mattina la finale femminile tra Muguruza e Kenin e domenica mattina quella maschile tra Djokovic e Thiem.

Inoltre nella notte tra domenica e lunedì ci sarà uno degli spettacoli sportivi più mediatici al mondo, ossia il SuperBowl della NFL, evento che, presumiamo, si giocherà in un clima meno festoso del solito visto il fresco ricordo della scomparsa di Kobe Bryant la scorsa domenica.

Adesso entriamo nel dettaglio con i miei personali consigli per il weekend relativi alle partite da seguire nei principali campionati ed una breve presentazione delle finali dell'Australian Open.

SERIE A

Nel weekend la serie A scende in campo per la 22° giornata dopo un turno in cui le prime tre della classe hanno tutte lasciato punti con la Juventus che, sconfitta a Napoli, ha tenuto aperto il campionato proprio quando tutto sembrava apparecchiato per la fuga definitiva dopo i pareggi di Inter e Lazio. Alle spalle del trio di testa Roma ed Atalanta si giocheranno il quarto posto disponibile per la prossima Champions League e lo faranno dall'alto delle loro riconoscibili e nobili identità di gioco. Scendendo di un gradino, questa giornata ci darà qualche indicazione in più anche per la lotta al sesto e settimo posto in classifica, con la sfida di San Siro tra il Milan e l'Hellas Verona, ossia le due squadre che, nel 2020, hanno raccolto più punti di tutti assieme alla Lazio.

MILAN-HELLAS VERONA (DOMENICA ORE 15)


Con i 10 punti raccolti nelle prime quattro partite del 2020, Milan e Hellas Verona si affrontano in quello che, di fatto, è uno scontro diretto dell'Europa; la formazione rossonera ha in mano adesso il sesto posto in classifica, piazzamento utile all'accesso alla prossima Europa League e miglior piazzamento da inizio stagione, dall'altra parte il Verona si trova sorprendentemente, rispetto ai pronostici di inizio stagione, a 2 punti dalla squadra di Pioli.

La formazione rossonera ha dovuto ripensare molto a se stessa dopo aver chiuso il 2019 con il pesantissimo 5-0 subito a Bergamo, una partita che ha portato la società a delle riflessioni importanti e che hanno portato alla scelta di riportare Ibrahimovic in Italia; la scelta di Boban nasce da un desiderio di dare una scossa più caratteriale che tecnica alla squadra, lasciando a Pioli pieni poteri sul decidere come sfruttare al meglio in campo il lavoro dell'attaccante svedese; al tecnico emiliano sono bastati i 30 minuti giocati con la Sampdoria per capire come ricostruire la squadra: la scelta è andata verso un 4-4-2 con i due esterni di centrocampo a piedi invertiti che entrano in campo per lasciare spazio alle incursioni dei terzini creando dunque diverse soluzioni per servire le due punte (Ibra + Leao/Rebic); il cambio di schema e l'arrivo di Ibra ha indubbiamente innalzato le prestazioni di tutti i singoli nonché la pericolosità offensiva della formazione rossonera.

L'attaccante svedese non ha ancora inciso in fase realizzativa (1 goal realizzato contro il Cagliari oltre al goal divorato contro il Brescia venerdì scorso) ma si è messo a disposizione per rendere la manovra offensiva più pericolosa (il grafico di Understats evidenzia il suo apporto comparato a quello di Piatek), ma soprattutto ha permesso a Leao e Rebic di alzare il proprio rendimento, con quest'ultimo a segno 3 volte nelle ultime 2 partite con goal decisivi, questo principalmente grazie al fatto che gli appoggi su Ibra hanno permesso al Milan di giocare più palloni nella trequarti avversaria (44 passaggi di media nel terzo offensivo nel 2020, dato migliore assieme all'Atalanta). 

Chi, invece, il mercato lo ha fatto bene, è il Verona, in particolare partendo dalla scelta del suo allenatore: Ivan Juric ha costruito una squadra che è sempre piacevole da vedere giocare, inizialmente ne abbiamo esaltato l'abnegazione, la corsa e la solidità difensiva (attualmente quarta difesa del campionato con 22 reti subite), ma in questo 2020 l'Hellas ha fatto anche il salto di qualità anche a livello tecnico ed ha finalmente trovato una vena realizzativa, anche grazie al ritorno in piena forma di Giampaolo Pazzini. Il tutto ha portato la squadra scaligera ad essere, dietro alla sola Atalanta, la migliore squadra per xG realizzati e concessi (rispettivamenti 10,92 e 3,56, dati Understats) nel corso del 2020.




Le ultime due partite ci mostrano come la squadra grazie all'atteggiamento aggressivo in fase di non possesso (15 falli di media a partita, quinta in questa statistica in campionato) le permette di mantenere un baricentro mai eccessivamente basso) recupera velocemente la palla o rende la transizione offensiva avversaria sempre molto faticosa, giustificando l'appellativo di Atalanta in miniatura in linea, inoltre, con i dettami di Juric, discepolo di Gasperini. La fase di possesso, come si evince dalle passmaps, si appoggia su Faraoni in uscita dalla difesa per poi progredire sulla sinistra con le sgroppate di Lazovic, inoltre i centrocampisti centrali Veloso ed Amrabat e le mezzali/trequartisti Pessina/Verre/Zaccagni permettono la creazione continua di linee di passaggio che rende piacevole la trasmissione della palla, inoltre non è poco frequente la soluzione del cross di Lazovic da sinistra raccolto da Faraoni che arriva da destra, altra signature move delle squadre di Gasperini o Juric, a conferma di ciò il Verona è la squadra che costruisce più di tutti il proprio gioco da sinistra (43% degli attacchi) ed è la squadra che a livello percentuale conclude maggiormente a rete dal lato destro (21%, dato inferiore solo rispetto al Cagliari).

La partita contro il Torino (squadra che ha alcuni punti in comune con il Verona) in Coppa Italia ha mostrato ancora una volta i limiti del Milan che neanche il 4-4-2 è riuscito a coprire, ossia la difficoltà a reggere il confronto sulla distanza contro squadre aggressive, un campanello d'allarme visto l'ottimo stato di forma del Verona che si presenterà a San Siro per regalarsi una grande impresa, visto che finora, non ostante le ottime prestazioni, la squadra di Juric non è riuscita a raccogliere punti con nessuna delle grandi del campionato.

PREMIER LEAGUE

La Premier League giunge in questo weekend alla 25° giornata, ci arriva con il Liverpool che può già iniziare il conto alla rovescia per i festeggiamenti della prima Premier League della storia (all'epoca dell'ultimo titolo, nel 1990, il massimo campionato inglese si chiamava Premiership). Con i Reds che hanno deciso di fare campionato a parte, i motivi di interesse restano per le posizioni alle spalle della squadra di Klopp, con la lotta per i posti in Champions ed in Europa League che si apre ogni settimana a scenari sempre diversi. In questo scenario il match da seguire è la sfida tra il Leicester ed il Chelsea, rispettivamente terza e quarta in classifica.

LEICESTER-CHELSEA (SABATO ORE 13.30)

Il programma della Premier League è inaugurato dalla sfida del King Power Stadium di Leicester, dove la squadra di Rodgers, terza forza del campionato alle spalle del Liverpool e del City. ospita il Chelsea di Frank Lampard, posizionato alle spalle delle Foxes ma con un distacco di 8 punti.

La squadra di Rodgers ha stupito tutti per il proprio rendimento in questa stagione, superando anche le già ottimistiche previsioni della vigilia della stagione; l'arrivo dell'ex tecnico del Liverpool nel corso della scorsa stagione ha dato il via ad un cambio di strategia tecnica mettendo definitivamente in soffitta il 4-4-2 ed il gruppo del clamoroso titolo del 2016 per passare ad una strategia di gioco basata su giocatori più tecnici ed un approccio tattico maggiormente focalizzato sul possesso palla (55%, quarta in Premier) e sul controllo del gioco anche grazie ad una certa aggressività in fase di riconquista della palla (il PPDA del Leicester è il migliore del campionato con 7,79 passaggi concessi per azione difensiva).



Dai dati sugli xG elaborati da Between the Posts si trova conferma della qualità del gioco prodotto dalla squadra di Rodgers in quanto possiedono il dato migliore in relazione alla qualità di occasione per ciascun tiro effettuato (SQ nella tabella a fianco, dove 0,139 sta a significare che ogni tiro effettuato finora aveva mediamente il 14% di possibilità di realizzazione), dato che migliora se si prendono in considerazione i tiri effettuati da azione manovrata (SQop nella tabella a fianco, dove l'indice aumenta a 0,146); chi trae vantaggio da questa qualità espressa dalle Foxes è sicuramente Jamie Vardy, unico reduce dell'annata 2016 ancora pienamente titolare, che al momento comanda la classifica dei cannonieri della Premier con i suoi 17 goal realizzati.

Produzione offensiva importante è anche quella del Chelsea, con il lavoro di Lampard già trattato nei precedenti post di questo blog che ha permesso al club di valorizzare i tanti giovani che negli anni passati erano in prestito in giro per le serie inferiori e che nel frattempo avevano irrorato le nazionali giovanili inglesi. L'approccio cinetico della squadra, ovviamente, ha i suoi pro ed i suoi contro, così ci è capitato di vedere prestazioni e risultati poco continui, con eccezione della serie di 6 vittorie consecutive nella fase centrale del girone d'andata su cui i Blues stanno costruendo la propria classifica che la vedrebbe qualificata alla prossima Champions. Nelle ultime settimane questa discontinuità l'abbiamo riscontrata anche nel corso delle partite, con ampie fasi di dominio poi rese infruttuose da grossi cali nelle fasi finali della partita. I numeri sono ancora dalla parte di Lampard, dati gli scetticismi alla vigilia della stagione, specie dopo l'esordio in Premier con i 4 goal subiti dal Manchester United, il quarto posto in classifica è suggellato anche dai numeri del Chelsea, dove emerge un PPDA di 8,72, un valore che situa i Blues al quarto posto come livello di aggressività senza palla, posizionamento tra le prime quattro anche in relazione ai vari modelli di xG sia realizzati che subiti.


Da questa partita Lampard cerca risposte sul proseguimento di questa stagione da parte della sua squadra, i meccanismi rodati del Leicester saranno un test importante per capire se ci sono dei miglioramenti negli equilibri della squadra e della sua tenuta sui 90 minuti, soprattutto alla luce degli ottavi di finale di Champions contro il Bayern Monaco ormai imminenti ed una fase finale di Premier in cui il quarto posto dovrà essere difeso dai tentativi di recupero (non ancora convincenti, ad onor del vero) di Manchester United e Tottenham; per il Leicester, invece, riuscire a confermare le proprie prerogative di palleggio e dominio del campo anche con una squadra aggressiva e di valore tecnico importante come il Chelsea può essere il lasciapassare definitivo per la prossima Champions League e magari avere sufficiente margine per tentare un assalto anche alla FA Cup,

LA LIGA

La sconfitta netta subita a Valencia sabato scorso ha allontanato il Barcellona dalla vetta della classifica, ora proprietà del Real Madrid che può vantare adesso 3 punti di vantaggio sul Barça ed il Siviglia terzo a -8. Per la squadra di Zidane, che aveva ben impressionato nello scontro diretto del Camp Nou a fine dicembre, potrebbe essere l'inizio della fuga vincente, considerando il fatto che il Barcellona dovrà ritrovare il giusto equilibrio dopo il cambio della guardia in panchina tra il pragmatico Valverde ed il cruyffiano Setien; per rendere possibile questa fuga la squadra madridista dovrà superare le forche caudine del derby contro l'Atletico allo Stadio Bernabeu.

REAL MADRID-ATLETICO MADRID (SABATO ORE 16)

Il Real Madrid del secondo ciclo di Zinedine Zidane ha una nuova veste, ossia quella di una squadra solida, tanto da presentarsi al derby contro l'Atletico di Simeone, oltre che con 10 punti di vantaggio, anche con una rete in meno subita rispetto ai colchoneros, noti per la loro proverbiale tenuta difensiva; merito di ciò va dato principalmente all'ottima stagione della linea difensiva (con Raphael Varane sugli scudi, ma molto bene anche Mendy che da maggiori garanzie difensive rispetto a Marcelo) e dall'equilibrio che a centrocampo riesce a dare Casemiro (migliore del campionato per intercetti e contrasti riusciti, rispettivamente 3,7 e 2,2 a partita), ma soprattutto ad emergere è l'esplosione di Federico Valverde, capace di aggiungere quella corsa e quella qualità al centrocampo che non era più in grado di sostenere la compresenza di Kroos e Modric. Insomma dopo un precampionato difficile, Zidane ha svolto un gran lavoro per costruire una squadra che torni ad essere vincente prima di tutto a livello nazionale e fermare il dominio del Barcellona, la strada è tracciata, partendo da un equilibrio difensivo ben visibile tramite i numeri:


La squadra di Zidane è quella che concede meno xG a partita (0,72, secondo il dato elaborato da Bewtween the Posts), mentre come quantitativo di tiri subiti è dietro al solo Getafe (7,5 contro i 7,3 della squadra di Bordalas), a questo si aggiunge una solidità particolarmente marcata sulle situazioni di palla inattiva (2,5 tiri subiti a partita) a cui si aggiunge in maniera inversamente proporzionale, una grande abilità nelle conclusioni effettuate nello stesso tipo di situazione (vedi tabella successiva) dove le merengues sono avanti a tutti con una media di quasi 5 tiri a partita da sviluppo di palla inattiva.


Avere in squadra gente dalla riconosciuta abilità nel gioco areo (Varane, Sergio Ramos, Casemiro e lo stesso Benzema) è sicuramente la chiave per la squadra di Zidane per essere una minaccia costante in questo fondamentale.

Gli stessi numeri ci danno conferma anche delle qualità difensive dell'Atletico Madrid, questo ovviamente non è una novità vista la grande attenzione che Simeone pretende nella copertura degli spazi, per cui il dato di 0,74 xG subiti, pur essendo di un'inezia inferiore a quello del Real (0,02 di differenza) ha un peso specifico maggiore in quanto derivante da una quantità di tiri subiti di gran lunga superiore (9,6 a partita), il che sta a significare che la media di xG subiti per tiro è pari a 0,077, un dato nettamente migliore rispetto allo 0,096 del Real (posizionandosi rispettivamente primo e terzo in questa graduatoria). Come già indicato nei post precedenti, l'Atletico sta cercando di ricostruirsi un'identità dopo l'importante mercato in entrata ed in uscita della scorsa estate culminato con l'addio di Griezmann, Juanfran e Filipe Luis rimpazziati rispettivamente da Joao Felix, Trippier e Renan Lodi, ossia un tentativo di diventare una squadra più tecnica e meno focalizzata su un piano partita conservativo; il cambiamento tuttavia dimostra di essere ben lungi dall'essere finalizzato e lo stesso Simeone si sta dimostrando ancora poco deciso se proseguire o no su questa strada.


Come si evince dal grafico elaborato tramite le statistiche di Fbref, l'Atletico ha una leggera tendenza all'aumento sia degli xG a proprio favore che degli xG contro, il che lascia intuire una tendenza ad un tipo di impostazione di gara più aperto, ed i risultati iniziavano a dare un senso nei mesi precedenti la pausa di dicembre, tuttavia, al ritorno in patria dopo la supercoppa persa ai rigori proprio contro il Real, improvvisamente gli xG sono crollati tornando sotto la linea di tendenza portando la squadra di Simeone a perdere la trasferta di Eibar ed al pareggio casalingo contro il Leganes, il tutto senza andare a segno e causando il solco di 10 punti con cui l'Atletico si presenta al Bernabeu; la partita di domani deve essere occasione, in particolare, per capire quanto valgono gli attaccanti a disposizione di Simeone, visto che il loro rendimento è al momento alquanto scarso visto che sia Morata, sia Diego Costa, sia Joao Felix che Angel Correa stiano realizzando in misura inferiore rispetto ai loro expected goals, un dato curioso quanto preoccupante per l'Atletico che, infatti, è rimasto a secco nelle sfide contro Real e Barcellona fin qui disputate in questa stagione, dove, tuttavia, ha mostrato di poter neutralizzare e mettere in difficoltà il Real (nella finale di supercoppa Valverde ha dovuto "spendere" un cartellino rosso per evitare la sconfitta), per cui c'è da aspettarsi una sfida molto combattuta seppur, numeri alla mano, con pochi goal.

BUNDESLIGA

Il campionato tedesco è giunto alla terza giornata di ritorno dopo il turno che ha visto nuovamente accorciarsi la classifica nelle parti alte, con le prime 6 in classifica racchiuse in 7 punti, ma soprattutto ha visto esplodere nel massimo campionato tedesco la stella di Erling Håland, autore di 5 goal nelle due partite d'esordio con la maglia del Borussia Dortmund, subentrando dalla panchina in entrambe le occasioni e permettendo ai gialloneri di risalire la classifica, così come il Bayern Monaco che è ripartito dai blocchi con 9 goal fatti e 0 subiti in 2 partite. Ma per accorciare la classifica è stato necessario che Lipsia e Borussia Moenchengladbach facessero un passo falso e così è stato: sia la squadra di Nagelsmann che quella di Rose hanno lasciato l'intera posta in palio rispettivamente all'Eintracht ed allo Schalke permettendo alle altre contendenti di riavvicinarsi in classifica, ed è proprio lo scontro diretto tra le due squadre più interessanti di questo campionato ad attrarre la nostra attenzione per questo weekend.

LIPSIA-BORUSSIA MOENCHENGLADBACH (SABATO ORE 18.30)

La sfida che si gioca alla Red Bull Arena domani oltre a mettere di fronte la prima e la terza forza del campionato mette di fronte due manifesti di ciò che è la Bundesliga oggi, un campionato dove si gioca sostanzialmente quasi sempre all'attacco (con eccezioni interessanti come il Friburgo) e con baricentro alto; l'influenza del metodo Red Bull ha contagiato diversi allenatori in Germania, per cui la sfida tra il Lipsia (capostipite del modello voluto dalla multinazionale austriaca) ed il Moenchengladbach (che ha portato in panchina Marco Rose da Salisburgo, ossia il satellite principale della rete, per portare gli stessi principi anche presso la gloriosa società della Renania settentrionale).

Data la premessa, ed avendo già a lungo disquisito nei post precedenti sulle caratteristiche delle due squadre andiamo ad analizzarne il rendimento nel 2020 per capire quali temi ci proporrà la partita di domani.

Per il Lipsia l'inizio di 2020 ha portato con se l'addio di Diego Demme, partito in direzione Napoli, una partenza che francamente mi ha sorpreso, considerando la centralità del centrocampista nello scacchiere tattico di Nagelsmann, che infatti lo ha sempre schierato titolare in campionato dove il suo impatto è dato dai 64 passaggi di media a partita, secondo solo ad Upamecano (75); la sua partenza deve avere creato qualche difficoltà a Nagelsmann che, pur essendo un allenatore che fa della flessibilità tattica un mantra, ha mostrato nelle prime due partite della stagione di non aver deciso ancora come coprire questo vuoto.


Contro l'Union Berlino (gara vinta 3-1 in rimonta) sembrava mantenuta la struttura vista nella seconda parte del girone d'andata, con l'impostazione demandata ai due centrali difensivi Upamecano e Klostermann, mentre il posto di Demme sembrava condiviso tra lo statunitense Tyler Adams e Konrad Laimer, il tutto, però, all'interno di un 4-2-3-1 con quest'ultimo che agisce su un raggio d'azione meno avanzato rispetto ai mesi precedenti, per questo l'austriaco chiude la partita con un maggior numero di passaggi effettuati (66) rispetto alla sua media (48) e senza passaggi chiave effettuati.




Nella successiva trasferta di Francoforte, invece, Nagelsmann decide di cambiare e tornare ad affidarsi alla difesa a 3, che aveva abbandonato a settembre, decidendo sostanzialmente di lasciare il compito di impostare ai tre centrali, mentre Tyler Adams aveva il compito di far progredire l'azione partendo da quinto di destra, un sistema che ha funzionato nel primo tempo salvo poi non trovare alcuno sbocco offensivo nel secondo tempo dopo che l'Eintracht aveva trovato il goal del vantaggio; questo passaggio al 3-4-2-1 ha alquanto disorientato la squadra oltre a lasciare perplessi alcuni osservatori in merito alla posizione in campo di alcuni giocatori, una perplessità non del tutto sbagliata visto che un eccessivo uso delle rotazioni nelle posizioni in campo potrebbe mettere a disagio alcuni calciatori; la partita di domani ci darà nuove risposte, anche alla luce dell'arrivo di Dani Olmo che apre interrogativi sul destino di Forsberg nel sistema di Nagelsmann, insomma anche nelle difficoltà l'accoppiata Lipsia-Nagelsmann è una manna per chi ama analizzare le strategie tattiche dietro ad una squadra di calcio.

Mentre Nagelsmann ha smussato, con la sua flessibilità tattica, il DNA iper-agressivo del Lipsia, Marco Rose ha portato un atteggiamento iper-aggressivo a Moenchengladbach, un atteggiamento che ha portato la squadra bianco-verde a veleggiare in testa alla classifica per lunga parte del girone d'andata nonché rendere la squadra particolarmente riconoscibile come atteggiamento, basato su poche sovrastrutture in fase di possesso anche perché se sotto pressione il possesso basso va in difficoltà.


Dalla mappa dei passaggi delle ultime due partite si capisce il modo di costruire della squadra di Rose, nella partita contro il Mainz la poca pressione degli avversari porta il Moenchengladbach ad aggirare il blocco centrale indirizzando il gioco sugli esterni (si nota la quasi assenza di passaggi da e verso le zone centrali della metà-campo) per poi occupare la trequarti avversaria con diversi uomini a sostegno del gioco di sponda di Pleà. Un approccio che, però, mostra le sue debolezze quando il pressing avversario è piuttosto aggressivo (vedi stessa mappa nella partita persa contro lo Schalke), forzando diversi errori e rendendo complicatissimo l'accesso all'area di rigore avversaria. Per ovviare a questi limiti l'approccio di Rose è quello di andare immediatamente a caccia della seconda palla, un atteggiamento che spesso porta dei dividendi ma che spesso pecca nelle coperture preventive, permettendo agli avversari di trovare diverse opportunità da rete partendo da palle lunghe dalla propria metà campo (vedi i goal subiti per mano dello Schalke e del Mainz nelle prime due partite del 2020).




A livello statistico si aggiunge il fatto che il Borussia ha un saldo negativo tra tiri effettuati e tiri subiti (-0,5) come si evince dai dati elaborati da Between The Posts, tuttavia il dato degli xG è favorevole alla formazione di Rose che, però, contro gente come Werner e Nkunku dovrà tirar fuori una prestazione perfetta in fase di ri-aggressione della palla altrimenti il Lipsia rischia di esondare; la lezione della partita di andata (1-3 con tripletta di Werner) è un campanello d'allarme a cui Rose dovrà prestare molto attenzione.

In ogni caso sarà sicuramente una gran partita giocata in battere e levare, a meno che le due squadre, in un eccesso di rispetto reciproco, decidano di adottare un atteggiamento più prudente e guardare alla classifica snaturando le proprie prerogative.


LIGUE 1

Queste prime settimane del 2020 in Francia non hanno cambiato le gerarchie, con il PSG trascinato dal miglior Neymar dell'esperienza parigina che ha allungato a +10 dal Marsiglia che, quando è privo di Payet, perde quasi tutta la sua pericolosità offensiva. Questo primo scorcio di anno, inoltre, sta vedendo in corso la risalita del Montpellier e del Lione così come stiamo assistendo ad una nuova rivoluzione in casa Monaco, con Moreno che ha preso il posto di Jardim in panchina e con una squadra rivoluzionata in sede di mercato. Un'altra squadra che, quasi sotto silenzio, si sta ritagliando un ruolo da protagonista è il Rennes che, questa sera, affronta in casa il Nantes nella partita che consigliamo per questo weekend.

RENNES-NANTES (VENERDI' ORE 20.45)

Come indicato in premessa, quasi passando sotto silenzio, il Rennes di Julien Stephan, grazie ad una serie di 7 vittorie nelle ultime 10 partite è risalita fino al terzo posto con addirittura 4 punti di vantaggio sul Montpellier attualmente quarto, una posizione che al momento le garantirebbe la partecipazione alla prossima Champions League. Come per gran parte delle squadre della Ligue 1, Julien Stephan ha aggiustato in corso d'opera la struttura tattica della sua squadra in modo da mettere in vetrina la maggior parte delle individualità che ha a propria disposizione, difatti la svolta è arrivata con il passaggio dal 3-5-2 al 4-4-2 flessibile che ha esaltato le qualità di diversi elementi tra cui Raphinha (2,3 dribbling e 2,1 passaggi chiave a partita) e Camavinga (17 anni, ma già leader totale del centrocampo con 4,6 contrasti vincenti ed 1,6 intercetti a partita) e che ha permesso alla squadra di trovare maggiore coraggio in fase di non possesso.


Dal confronto tra l'ultima partita del Rennes (il pareggio a Nizza dello scorso venerdì) e l'ultima partita disputata con il 3-5-2 (la sconfitta di metà ottobre a Monaco) si denotano le posizioni medie più alte ed un maggior coinvolgimento dei giocatori più avanzati, oltre al già citato Raphinha, va notato il maggior coinvolgimento di Niang che viene spesso incontro per creare spazi per gli inserimenti della seconda punta Honou così come Tait da sinistra, autore del goal del pareggio.


Stesso discorso vale per la fase di non possesso dove si vede il tentativo della squadra bretone di alzare il pressing, un meccanismo reso possibile da un 4-2-3-1 con Niang che pressa o indirizza sull'esterno l'impostazione dei centrali per poi aizzare il pressing dei tre uomini alle sue spalle.

Con questa impostazione, dunque, Stephan ha portato il Rennes tra le prime 3 del campionato, l'avversario di stasera, invece, ossia il Nantes di Gourcuff si presenta con soli 5 punti di svantaggio frutto di numeri difensivi che avevamo sottolineato in un nostro precedente post, con una fase di recupero palla poco aggressiva prevalentemente improntato ad indirizzare il gioco avversario in zone di campo meno pericolose per facilitare il lavoro dei difensori.


Questo atteggiamento si riflette, a livello numerico, con la terza difesa del campionato (19 goal subiti) alla spalle di Reims e PSG, mentre solo l'Angers ha subito meno tiri della formazione di Gourcuff.

A livello offensivo, invece, i numeri non sono affatto positivi con 19 reti segnate (quartultimo attacco del campionato). Come si evince dalla grafica elaborata da WhoScored, la manovra del Nantes si sviluppa sugli esterni dove agiscono generalmente Blas a destra e Simon a sinistra, con quest'ultimo designato per creare pericoli in 1 vs. 1 e cercare il tiro, mentre Blas tende ad accentrarsi per lasciare l'ampiezza ad Appiah, il terzino destro che Gourcuff lascia sganciare tenendo, invece, più basso, il terzino sinistro.










AUSTRALIAN OPEN

Il primo slam della stagione, iniziato sotto i cattivi presagi degli incendi che avevano colpito l'Australia nelle scorse settimane, si è rivelato ricco di spunti interessanti sia nel tabellone maschile che in quello femminile, tracciando importanti indicazioni su ciò che sarà il 2020 tennistico.

IL TORNEO MASCHILE


Nel tabellone maschile la finale sarà tra Djokovic e Thiem, sicuramente la finale migliore per quello che si è visto in campo in queste due settimane, con il serbo grande favorito della vigilia ed ancora imbattuto nel 2020.

Djokovic di fatti si è presentato in Australia stracciando la concorrenza e regalando la ATP Cup alla Serbia; il tabellone, inoltre, gli proponeva come primo ostacolo sulla carta Tsitsipas ai quarti, ma la sconfitta subita dal russo per mano di un redivivo Raonic ha messo in discesa il cammino del serbo, facilitato anche dai problemi fisici di Federer in semifinale. La vittoria nella finale di domenica mattina porterebbe l'ottavo titolo a Melbourne, nonché il ritorno al primo posto nella classifica ATP grazie alla sconfitta di Nadal ai quarti contro Thiem.

L'austriaco, invece, non era partito con i favori del pronostico (complice un non convincente inizio di 2020) dal suo lato del tabellone, dove, invece, si trovavano Nadal e Medvedev (finalisti dell'ultimo slam del 2019, ossia gli US Open), ed invece eccoti che Wawrinka spariglia le carte negli ottavi di finale battendo il russo, mentre Thiem trova la grande impresa nei quarti battendo per la prima volta in uno slam Rafa Nadal, mostrando una grande crescita sia a livello tecnico sulla superficie (per Thiem questa è la terza finale in uno Slam, le precedenti due finali le ha giocate a Parigi sulla terra, sua superficie preferita) che a livello di tenuta mentale nelle sfide su 5 set, ossia la grande debolezza finora imputato ai vari talenti della NextGen da cui in questo 2020 ci aspettiamo la risoluzione, vista la finale ottenuta a Flushing Meadows da Medvedev lo scorso anno e la semifinale raggiunta, finalmente da Zverev.

I precedenti tra i due vedono in vantaggio il serbo che però ha vinto solo 1 degli ultimi 5 incontri contro l'austriaco, con l'ultimo precedente dello scorso novembre nelle ATP Finals di Londra in cui Thiem si è imposto al termine di una partita clamorosamente bella su una superficie, seppure indoor, non tanto dissimile da quella di Melbourne; Djokovic resta favorito, ma occhio allo stato di forma di Thiem.
 










IL TORNEO FEMMINILE


Nel tabellone femminile, invece, la finale sarà tra la Kenin e la Muguruza, una finale inaspettata quanto meritata dalle due contendenti che sono andate avanti con un percorso netto, in particolare la spagnola, tornata in grande forma e capace di abbattere qualsiasi cosa le capitasse sul percorso, inclusa la Halep in semifinale, ma soprattutto le vittorie al terzo turno contro la Svitolina (lasciandole appena 3 games) ed al quarto turno contro la Bertens (doppio 6-3); dal canto suo la Kenin ha fatto fuori la Barty, n.1 del tabellone e beniamina di casa, ma soprattutto ha interrotto al quarto turno l'avanzata di Coco Gauff, la predestinata del tennis femminile del decennio appena iniziato che, a sua volta, aveva fermato al terzo turno niente meno che Naomi Osaka, detentrice del torneo e testa di serie n.3

L'unico precedente tra le due contendenti è dello scorso settembre a Pechino, tra l'altro su una superficie simile a quella di Melbourne, in quell'occasione si era imposta la Kenin in 3 set, ma mentre la statunitense era in netta ascesa (basta vedere il dato del +14 nel ranking negli ultimi 6 mesi), la Muguruza sembrava entrata in un buco nero da cui sembra miracolosamente uscita dopo lo 0-6 subito nel primo set del primo turno contro la Rogers, poi è iniziata una marcia inarrestabile che ha portato la spagnola a giocarsi la terza finale di uno slam (le precedenti due le ha vinte a Parigi nel 2016 ed a Wimbledon nel 2017); per la Kenin invece, arriva a 21 anni la prima finale di uno slam, dopo che negli anni precedenti non era mai riuscita ad accedere alla seconda settimana.

Friday, 8 November 2019

Cosa vedere nel weekend #10



Con questo weekend ci si affaccia alla terza pausa per le Nazionali che scandisce le fasi di questa prima parte di stagione. Si è trattata di una fase che non ha modificato di molto le gerarchie nei principali campionati europei, mentre chi si presentava a questa fase con problemi che hanno portato al cambio di allenatore ha ottenuto risultati alterni, per cui il prossimo weekend potrebbe essere il capolinea anche per altre guide tecniche in giro per l'Europa. Ecco i miei consigli per il prossimo weekend.

SERIE A

Continua il duello in vetta tra Juventus ed Inter, un punto separa la squadra di Sarri da quella di Conte che, in questa fase di stagione hanno creato il solco tra loro ed il resto della compagnia, in cui emergono le difficoltà del Napoli, esplose in settimana con il famoso "ammutinamento" della squadra contro la decisione della società di andare in ritiro; delle difficoltà partenopee ne sta approfittando la Roma di Fonseca, forse la squadra più interessante di questa fase di stagione assieme alla ormai "solita" Atalanta. Chi invece dopo un momento difficile sta alzando il proprio ritmo e si sta candidando per un posto in Champions è la Lazio di Simone Inzaghi e del capocannoniere Ciro Immobile, impegnati all'Olimpico contro il Lecce di Fabio Liverani, uno che ha lasciato il segno da calciatore sulla sponda biancoceleste del Tevere.

LAZIO-LECCE (DOMENICA ORE 15)

Il match dell'Olimpico promette spettacolo e diversi spunti d'interesse in una partita il cui pronostico dovrebbe essere orientato a senso unico per la formazione di Inzaghi, ma che può essere aperto a scenari sorprendenti considerando che la formazione di Liverani ha portato a casa punti sia contro il Milan che contro la Juventus. I numeri fotografano una situazione in cui la produzione offensiva dei biancocelesti sia di altissimo livello, soprattutto, rispetto agli anni passati, la produzione è superiore alla statistica degli expected goals, un dato che negli scorsi anni, specie lo scorso anno, ha spiegato il motivo per il quale la Lazio non riusciva a portare a casa in termini di risultati la grande qualità di gioco espressa, invece quest'anno i numeri ci dicono che Immobile e compagni hanno realizzato 24 reti a fronte di poco meno di 20 xG creati. A permettere questa efficienza in fase offensiva è il capocannoniere del campionato, Ciro Immobile, le cui prestazioni lo rendono il miglior giocatore del campionato per rendimento secondo l'algoritmo di Soccerment; in Europa meglio di lui solamente due giocatori che si chiamano Leo Messi e Robert Lewandovski.

Il confronto tra lui e l'attaccante del Bayern Monaco basato sui calcoli della piattaforma Understat evidenzia tramite i numeri anche le caratteristiche dei due giocatori in relazione al loro contributo al gioco della squadra: il polacco spesso viene utilizzato anche per giocare il pallone spalle alla porta, fondamentale non propriamente nelle corde del centravanti della Lazio che preferisce giocare in profondità o essere al massimo il rifinitore finale della manovra offensiva (lo si denota dal numero di passaggi chiave "KP90" e assist "A90").

Dall'altra parte il Lecce ha mostrato di non essere una vittima sacrificale in serie A, lo mostrano i 10 punti sin qui raccolti: Liverani ha deciso di giocarsi tutte le partite con un approccio mai conservativo, anche a costo di rischiare delle imbarcate (vedi i 4 goal subiti a San Siro dall'Inter o quelli subiti in casa contro il Napoli) ma senza lasciare nulla di intentato: i numeri mettono in evidenza quanto la squadra vada in difficoltà quando c'è da recuperare il pallone: il 40% di possesso palla medio ed i 16 passaggi di media consentiti agli avversari prima di recuperare il pallone (indice PPDA), i 26 xG subiti (a fronte di 21 goal subiti), sono dati in cui la formazione salentina è fanalino di coda nella serie A; a far da contraltare a questi dati ci sono i dati sulla qualità della squadra in fase di possesso: l'80% di passaggi riusciti sono un dato statistico che mette il Lecce al di sopra di tutte le sue concorrenti per la salvezza e che, nel corso delle partite, serve alla squadra di Liverani per spezzare il ritmo degli avversari con prolungate fasi di possesso rese possibili dalle qualità tecniche di Filippo Falco, ma anche dal lavoro dei terzini e delle mezzali (Tabanelli, Petriccione) che si aprono disordinando la pressione avversaria; a livello numerico questo si evince dal peso che hanno nella fase di possesso giallorossa le fasce laterali, in particolare quella sinistra, proprietà di Marco Calderoni, autore addirittura di 2 reti, tra cui quella che ha regalato il pareggio al Lecce nella partita contro il Milan.

Come si evince dalle statistiche elaborate da WhoScored il Lecce è la terza squadra in serie A per sviluppo del gioco sulla fascia sinistra. Per la Lazio dunque un test per nulla comodo contro una squadra che non cercherà di fare le barricate e che ha mostrato grande resilienza, soprattutto a livello mentale, per invertire la rotta di partite sulla carta già segnate, per questo motivo la Lazio dovrà dar fondo alle proprie qualità realizzative ritrovate in questa stagione per poter chiudere la partita molto prima del fischio finale.

PREMIER LEAGUE

Il campionato inglese vivrà domenica pomeriggio il suo grande show con la super-sfida di Anfield Road tra il Liverpool ed il Manchester City, divise da sei punti e da una rivalità storica tra le due città, divise da 60 km; la partita assume un valore quasi decisivo principalmente per la formazione di Guardiola, che, in caso di sconfitta, si troverebbe a -9 dalla squadra di Klopp. Preso atto che la partita da seguire sia quella di Anfield Road, uno sguardo attento lo merita anche, a mio parere, la sfida di Stamford Bridge, dove il Chelsea vorrà continuare la propria scalata affrontando il Crystal Palace, squadra mai comoda, ma soprattutto è ricca di spunti la gara di White Hart Lane dove il Tottenham di Pochettino dovrà disperatamente cercare il ritorno alla vittoria contro lo Sheffield United di Chris Wilder.

TOTTENHAM-SHEFFIELD UNITED (SABATO ORE 16)

La squadra di Pochettino ha messo al sicuro la qualificazione alla seconda fase della Champions League, adesso è ora di rimettersi in funzione in campionato, dove non trova la vittoria da 4 partite, ed il cliente che trova di fronte è tutt'altro che comodo, visto che arriva lo Sheffield United reduce da un periodo di forma in cui ha raccolto 11 punti nelle ultime 6 partite. Gli Spurs avevano costruito il ciclo Pochettino con una tipologia di gioco pienamente riconoscibile, una riconoscibilità che sembra andata perduta e che ora il tecnico argentino dovrà ritrovare assieme ai vari giocatori messi fuori causa dagli infortuni, in particolare è molto importante il recupero dall'infortunio di Tanguy Ndombele, la cui forza fisica sarà il grimaldello per permettere di condurre il pallone nella metà campo avversaria evitando l'utilizzo dei lanci lunghi e permettere ai vari Eriksen, Son, Lamela, Lo Celso ed Alli di poter combinare e tornare a costruire azioni offensive di una certa qualità.

Le passmaps delle partite contro il Watford (a destra) e contro l'Everton (a sinistra), ci mostrano quanto il Tottenham faccia fatica ad avvicinarsi alla porta avversaria con la manovra, nel caso della partita con il Watford, in assenza di Ndombele la circolazione non progredisce e Kane non riesce a ricevere palla; nella sfida con l'Everton la presenza di Ndombele fa progredire meglio il pallone, ma l'assenza di Kane toglie profondità alla manovra, infatti il Tottenham chiuderà la partita con soli 3 tiri tentati (!).

Dall'altra parte lo Sheffield United di Wilder vive di granitiche certezze, basate sul 3-5-2 e di un gioco diretto con un utilizzo estremo delle catene laterali in cui vengono coinvolti anche i centrali difensivi di lato (in particolare Basham a destra), il tutto sotto la direzione in mezzo al campo di Oliver Norwood, deus ex machina del sistema di Chris Wilder, capace di attivare i meccanismi di gioco della Blades con le sue aperture di prima intenzione che lo rendono il miglior esecutore di passaggi lunghi tra i giocatori di movimento dell'intera Premier League (7,8 passaggi lunghi riusciti a partita in media, al secondo posto con 6,6 passaggi c'è un certo Paul Pogba che, però ha disputato metà delle partite del centrocampista nord-irlandese).

La centralità di Norwood e le linee di passaggio dirette sono facilmente riconoscibili in questa passmap risalente all'ultimo successo in campionato contro il Burnley; il Tottenham dovrà stare molto attento a non scoprirsi, cosa che molto di sovente ha creato guai in questa stagione vista la grande difficoltà a recuperare dalle transizioni offensive avversarie, marchio di fabbrica dello Sheffield United.











LA LIGA

Il campionato spagnolo, così come la Bundesliga, dopo 12 giornate abbiamo 13 squadre in 5 punti e tre squadre in vetta alla classifica, Barcellona, Real Madrid, che devono recuperare anche la loro sfida saltata nello scorso weekend, e la Real Sociedad, piacevolissima sorpresa di questa prima fase di stagione.

REAL SOCIEDAD-LEGANES (VENERDÌ ORE 21)

La formazione basca allenata da Imanol Alguacil, tecnico cresciuto internamente alla società (ed attenzione, il suo posto nel settore giovanile lo ha preso Xabi Alonso) si sta imponendo come una delle realtà più interessanti di questa edizione della Liga e, data la classifica cortissima e le difficoltà delle tre grandi Barça, Real ed Atletico, per loro potrebbero aprirsi discorsi interessantissimi in classifica, a patto che trovino un pizzico in più in termini di continuità. I numeri della stagione fin qui per gli uomini di Alguacil la pongono al quarto posto nella classifica dei migliori attacchi, terzo posto come dato di possesso palla, il tutto grazie alla grande qualità degli interpreti a disposizione della formazione basca, su tutti sta emergendo il grande talento di Martin Odegaard, giunto in prestito dal Real Madrid, in cerca di quella consacrazione attesa da diversi anni e che, sotto il cielo di San Sebastian, si sta finalmente verificando: Imanol Alguacil preferisce farlo partire prevalentemente defilato a destra dove può utilizzare il suo sinistro per rifinire l'azione (2.55 passaggi chiave di media a partita), è molto interessante da notare come si associa facilmente per caratteristiche con la punta centrale Willian Jose (o Isaac) e con Oyarzabal (o Januzaj) sull'altro mezzo spazio.

Ecco esemplificato l'asse Odegaard, Oyarzabal, Willian Jose (fonte Wyscout)

All'Anoeta a far visita ad Odegaard e compagni ci sarà il Leganes ultimo in classifica e con una grave crisi di produzione offensiva (appena 5 reti realizzate) e soprattutto tante difficoltà nel trovare il giusto assetto tattico, una situazione che ha portato la società ad esonerare Mauricio Pellegrino prima ed il traghettatore Cembranos poi. A sedersi sulla panchina della formazione castillana sarà il messicano Aguirre, reduce dal fallimento sulla panchina dell'Egitto nell'ultima Coppa d'Africa; Cembranos aveva provato a stabilire la squadra con un 4-3-3 che si è rivelato vincente contro il Mallorca ma perdente contro l'Eibar, ora vedremo se il tecnico messicano vorrà continuare sullo stesso percorso tattico del suo predecessore o se intenderà portare qualcosa di nuovo. Lo sapremo questa sera al fischio d'inizio.


BUNDESLIGA

Questa fase di stagione in Germania ha coinciso prevalentemente con le cadute fragorose del Bayern Monaco che hanno portato all'addio di Kovac e con il Borussia Moenchengladbach di Marco Rose che ha preso il comando delle operazioni e che, nello scorso turno, con la vittoria di Leverkusen, ha anche allungato a +3 sulle inseguitrici. Il weekend in arrivo è quello che vedrà di fronte le squadre che hanno dominato gli ultimi anni di Bubdesliga, ossia il Bayern Monaco ed il Borussia Dortmund, che si sfideranno alla Bayern Arena (fu Allianz Arena) domani pomeriggio alle 18.30. Oltre al big match la nostra attenzione va proprio sulla capolista, che cercherà di sfruttare dello scontro diretto per allungare: al Borussia-Park arriva il Werder Brema.

BORUSSIA MOENCHENGLADBACH - WERDER BREMA (DOMENICA 13.30)

Il campionato della squadra bianco-nero-verde è una sorpresa solo se comparata con le precedenti stagioni, dove Hecking non è stato in grado di portare il Borussia sui livelli che la rosa sembrava poter suggerire. Il cambio di strategia con l'arrivo di Marco Rose dal Salisburgo è stato pianificato per sfruttare al meglio il potenziale della rosa, ulteriormente ringiovanita nel corso del mercato di quest'anno e finanziata dalla cessione di Thorgan Hazard al Borussia Dortmund.
L'esempio principale del progetto della dirigenza del 'Gladbach ha il nome di Marcus Thuram, che ormai sta dismettendo i panni del figlio d'arte per diventare uno dei giocatori più interessanti del panorama europeo, con caratteristiche non fungibili con altri giocatori, vista la sua capacità di sapersi muovere partendo largo, da dove può svolgere il ruolo di rifinitore (4 assist finora in Bundesliga) e di finalizzatore ma solo quando riesce a trovare accesso alla zona centrale dell'area di rigore, mostrando, dunque, una grande intelligenza nella scelta della giocata giusta.

La mappa di tiro creata da Understat ci mostra l'accuratezza del francese nel cercare la conclusione da posizione centrale, inoltre in area di rigore il figlio di Lilian Thuram può anche sfruttare le sue grandi doti fisiche (grazie ai suoi 192cm); i suoi 5 goal finora realizzati sono frutto di 4,15 xG, a dimostrazione, anche numerica, delle qualità sopra menzionate. 
A pagare la chirurgica precisione di Thuram in area di rigore è stata ieri sera la Roma di Fonseca; la partita ha dimostrato che una squadra di qualità (grazie alle conduzioni di Veretout e la tecnica di Pastore) può essere in grado di bypassare la pressione della formazione di Rose, mandata a vuoto a lunghi tratti dalla Roma. La partita con il Werder Brema rappresenta un test importante per la squadra di Rose, visto che di fronte si trova un avversario che è molto indietro in classifica ma che non ha potuto ancora esprimere il proprio valore a causa di una lunga serie di infortuni; Kohfeldt sta lentamente ritrovando alcuni elementi che dovrebbero permettere alla sua squadra di tornare a macinare il gioco piacevole visto lo scorso anno, intanto dopo un inizio di stagione difficile il Werder ha messo in fila cinque pareggi tra cui due sui campi di Dortmund, Francoforte e Leverkusen, a centrocampo può disporre di giocatori come Nuri Sahin e l'ex Ajax Klaasen attorno al quale in genere ruota il possesso palla della squadra di Kohfeldt, un possesso che passa da Sahin per essere distribuito sulla fasce (in particolare quella destra) e cercare gli attaccanti che svariano su tutto il fronte d'attacco per ricevere palloni giocabili; le statistiche indicano come il Werder tiri tanto ma, purtroppo, tira anche male (ogni tiro effettuato ha possibilità inferiori al 10% di essere realizzato).


Le passmaps delle ultime due partite (in trasferta a Leverkusen ed in casa contro il Friburgo) mostrano esattamente come funziona l'impostazione degli uomini di Kohfeldt, con Sahin che riceve palla dai difensori; in caso di pressione sull'ex giocatore di Dortmund e Real Madrid, il gioco viene portato a destra dove Gebre Selassie dialoga direttamente con le punte che vengono incontro. Questo pattern molto consolidato nell'impostazione da dietro del Werder sarà la chiave della partita, se il Borussia riuscirà a disinnescare con il suo pressing il possesso della squadra di Brema sarà una partita a senso unico viste le debolezze del Werder in fase passiva una volta persa palla, altrimenti vedremo una partita molto aperta ed interessante in cui sarà la qualità dei singoli a dover fare la differenza.

LIGUE 1

La clamorosa sconfitta del PSG a Digione la scorsa settimana non ha di certo riaperto il discorso per il titolo, anzi per gli uomini di Tuchel la sconfitta è stata indolore visto il vantaggio di 7 punti sull'Angers secondo in classifica. La vittoria del Digione, assieme agli altri risultati maturati la scorsa settimana ha creato una classifica cortissima alle spalle del PSG con un distacco tra l'Angers secondo ed il Nimes ultimo di appena 9 punti; per questa ragione è sufficiente una serie positiva di risultati per sognare in grande ed una serie di sconfitte per farsi risucchiare dalla lotta per non retrocedere. Un riassunto di questa situazione è la sfida tra Nantes e Saint Etienne in programma alla Beaujoire domenica pomeriggio.

NANTES - SAINT ETIENNE (DOMENICA ORE 17)

L'arrivo di Claude Puel a Saint Etienne ha cambiato marcia alla stagione dei Les Verdes, un impatto che è facilmente visibile prendendo la classifica di Ligue 1 dalla data di arrivo dell'ex allenatore di Southampton e Leicester, classifica in cui il Saint Etienne è al comando con 10 punti in 4 partite, tra cui spicca la vittoria nel sentitissimo derby del Rodano contro il Lione proprio nella gara d'esordio di Puel, partita che poi è costata la panchina a Silvinho. Chi ha tratto grande vantaggio dall'arrivo di Puel è stato sicuramente Denis Bouanga, collocato come attaccante esterno nel tridente offensivo, il gambiano si è preso il ruolo del protagonista vincendo per quattro volte consecutive il premio di migliore in campo dato dagli algoritmi di WhoScored.


A fermare Bouanga ed il Saint Etienne ci proverà il Nantes di Gourcuff, reduce da tre sconfitte consecutive figlie di un'abulia offensiva presente anche quando i risultati erano positivi perché retti dalle ottime prestazioni difensive, in particolare dalle parate di Lafont. Motivo di interesse di questa partita sarà il duello a distanza tra lo stesso Bouanga e Moses Simon, l'unico elemento del Nantes capace di accendere la fantasia dei tifosi grazie alle sue accelerazioni, qui sotto il confronto statistico elaborato dall'algoritmo di Soccerment.



LA FINALE DI MLS (DOMENICA ORE 21.30)

A chiudere il weekend ci sarà la sfida tra Seattle Sounders e Toronto FC che, per la terza volta nelle ultime 4 stagioni, deciderà il vincitore della MLS; le due precedenti finali si sono giocate entrambe al BMO Field di Toronto, quest'anno invece toccherà al CenturyLink Field della città della Microsoft, già casa dei Seattle Seahawks della NFL. I favori del pronostico vanno ai padroni di casa, sia per il fattore campo che per la qualità offensiva espressa nel corso dei playoff dove ha eliminato i vincitori della regular season, ossia i Los Angeles Football Club di Carlos Vela con un 3-1 frutto di un piano gara finalizzato a facilitare le giocate di Lodeiro e Ruidiaz, protagonisti indiscussi della partita e di questi playoff. Dalla passmap si evince facilmente come non ci fosse alcun interesse verso un possesso basso (lasciato nelle mani di Los Angeles) ma semplicemente una ricerca di un modo rapido per arrivare ai due uomini li davanti e lasciarli dialogare per arrivare al tiri, la tattica ha funzionato visto che le tre reti portano la loro firma.


Dall'altra parte Toronto si presenta a questa finale dopo aver fatto fuori le favorite della Eastern Conference, ossia il New York City Football Club e l'Atlanta United campione in carica, anche qui il protagonista principale ha il nome di un singolo, come Lodeiro per Seattle, l'uomo in più per Toronto è senza dubbio Alejandro Pozuelo, titolare della maglia n.10 che prima era sulle spalle di Sebastian Giovinco: sostanzialmente è lo spagnolo il centro di gravità per Toronto che ha faticato tantissimo nel corso dell'anno a trovare un equilibrio in mezzo al campo: alla fine il tecnico Greg Vanney ha trovato la soluzione con Micheal Bradley (si esatto, ancora lui, l'ex romanista) davanti alla difesa sostenuto da Osorio e Delgado; contro Atlanta la vittoria è arrivata in maniera più casuale che frutto di una particolare strategia di gara, a meno che concedere a Barco e compagni tante conclusioni confidando che non la buttassero in rete non fosse incluso nel piano gara. 

La mappa dei tiri concessi ad Atlanta dalla formazione canadese dimostrano quanto la vittoria ottenuta sia stata un puro caso, per cui Vanney dovrà trovare delle soluzioni per non lasciare la propria difesa in balia di Lodeiro e Ruidiaz.

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