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Friday, 10 December 2021

Cosa ha sbagliato l'Atalanta e cosa ha fatto bene il Villarreal


Dopo il rinvio di mercoledì sera per neve, in una gelida Bergamo ieri pomeriggio si è disputata la partita che doveva decidere chi tra Atalanta e Villarreal avrebbe proseguito il proprio cammino europeo in Champions e chi in Europa League. E' toccato all'Atalanta bere l'amaro calice della retrocessione nella seconda competizione europea, un'eliminazione maturata ieri sera a seguito di una serie di errori nella preparazione della partita, ma ancora di più nelle partite precedenti dove non è stata capitalizzata una enorme supremazia contro gli avversaria di turno.

Il 3-2 per il Villarreal è stato frutto di un piano gara preparato molto meglio da Unai Emery rispetto a quanto fatto da Gasperini e che ha permesso agli spagnoli di costruire il triplo vantaggio che poi ha potuto gestire nel tentativo finale di rimonta della squadra bergamasca.


LE FORMAZIONI INIZIALI



Già dalla lettura delle formazioni si possono notare alcune chiavi che poi andranno a decidere la partita: Gasperini sceglie di schierare davanti il solo Zapata con Ilicic e Pessina che agiscono alle sue spalle con compiti e posizioni da coprire diversi; a centrocampo viene confermata la coppia De Roon-Freuler; Emery invece sceglie di schierare Alberto Moreno alto a sinistra a mostrare quale sarà il piano-gara con un 4-4-2 compatto ed i due attaccanti Gerard Moreno e Danjuma pronti a sfruttare le chance di ripartenza.


IL 4-4-2 DEL VILLARREAL

Il fatto di avere due risultati su tre a disposizione ha messo il Villarreal nella condizione di dettare il contesto tattico della partita, ossia compattarsi con il proprio 4-4-2 in fase difensiva e poter sfruttare le qualità dei propri due attaccanti per imbastire le transizioni. Il goal di Danjuma dopo 3 minuti di partita ha reso ancora più evidente la necessità di continuare a percorrere la stessa strategia.

La compattezza delle due linee della squadra di Emery ha tolto spazi all'Atalanta per riuscire a sviluppare la manovra in maniera fluida, questo ha permesso la negazione dello spazio tra le linee per i trequartisti della Dea, serviti sempre in una situazione in cui non potevano far progredire l'azione; inoltre un'attenta linea difensiva ha saputo ben attivare il fuorigioco come arma per negare la profondità ai giocatori atalantini, tagliando fuori dal match Zapata e rendendo inutili i movimenti alle spalle della linea degli esterni atalantini. Come ben si vede dall'esempio il 4-4-2 del sottomarino giallo è compatto ed orientato sulla palla: su palla laterale vediamo come anche l'aiuto di Gerard Moreno tolga all'Atalanta la possibilità di sviluppare il gioco con i propri rombi esterni, inoltre la compattezza delle linee toglie ogni spazio in zona di rifinitura alla squadra di Gasperini, con Pessina in particolare fagocitato da Capoue.

Molto interessante anche l'atteggiamento della squadra di Emery che si compattava in fase di difesa posizionale, ma allo stesso tempo alzava il proprio baricentro quando l'Atalanta riportava il pallone nella propria metà campo o doveva ricostruire un'azione da dietro. In questo esempio vediamo bene come la prima pressione sia esercitata di squadra, con le due linee da 4 che basculano da un lato all'altro del campo e stringono in zona palla. La linea difensiva resta a cavallo della linea di centrocampo per attivare il fuorigioco togliendo la soluzione in profondità ai nerazzurri, nello specifico esempio Ilicic viene messo in offside, in totale i giocatori di Gasperini sono terminati in fuorigioco 7 volte ieri sera.


LA TIMIDEZZA DELL'ATALANTA

Che non sia stata la miglior serata per l'Atalanta credo sia un elemento abbastanza pacifico: fino all'ingresso in campo di Malinovski e Muriel la squadra di Gasperini ha mostrato serie difficoltà a superare il blocco del Villarreal, difficoltà acuite, a mio parere, dalle scelte di formazione del tecnico piemontese che hanno tolto pulizia al possesso palla della squadra.

Le scelte di formazione sono apparse molto conservative da parte del tecnico di Grugliasco, la scelta di lasciare in panchina Malinovski e Koopmeiners ha tolto decisamente tanta qualità alla formazione bergamasca, inoltre avendo solo la vittoria come risultato a disposizione sarebbe stato opportuno adottare una strategia che permettesse di disordinare le linee compatte del Villarreal, cosa che non è avvenuta. 

L'esempio più calzante è quello che si nota in fase di costruzione: giocando con i tre centrali difensivi più De Roon e Freuler, la squadra bergamasca partiva con un vantaggio di due uomini in questa fase, questo rendeva poco complessa la circolazione bassa della palla, ma avere due giocatori in più in quella zona significa perderli in altre zone del campo, per questo motivo non si poteva creare nessuna superiorità posizionale, con Zapata, Ilicic e Pessina che, se serviti, finivano per restare isolati a duello contro gli avversari portando alla perdita del pallone o al mantenimento della sfera in modo abbastanza sterile.

Il dato dei duelli offensivi è abbastanza esemplificativo per mostrare le difficoltà avute ieri dalla squadra atalantina: appena il 30% dei duelli offensivi è stato vinto contro una media stagionale del 40% (dati Wyscout), una situazione questa che rappresenta anche numericamente la differenza che fa giocare nelle competizioni nazionali ed in quelle europee, un elemento che non può essere mai escluso quando si parla di rendimento delle formazioni italiane nelle coppe europee.

Anche la pressione tipica del calcio di Gasperini ha mostrato grosse lacune nella partita di ieri, in particolare si è notato un atteggiamento meno corale in questa fase di gioco, con le marcature a uomo nella metà campo avversaria ben riconoscibili ma allo stesso tempo è mancato il giusto appoggio da parte dei tre centrali difensivi, apparsi molto in difficoltà nel leggere i movimenti degli esterni offensivi del Villarreal e delle due punte, creando quindi delle situazioni di indecisioni nelle scelte che poi si sono riverberate in maggiore libertà alle spalle delle linee di pressione. Nell'esempio è riconoscibile la scelta di andare con De Roon e Freuler sulla coppia Parejo-Capoue mentre Zapata ed Ilicic prendono i due centrali difensivi, questo ha portato il portiere Rulli a muovere il pallone sui terzini o a cercare il lancio lungo; come vedremo, tuttavia, lo spazio alle spalle dei due centrali di centrocampo dell'Atalanta si è rivelata la chiave per il Villarreal per prendere il centro del palcoscenico dopo aver sofferto solamente nei 15' successivi al goal di Danjuma.


LA POSIZIONE DI GERARD MORENO

La chiave della partita è stata per il Villarreal il posizionamento di Gerard Moreno, ma più in generale lo spazio alle spalle di De Roon e Freuler è stato oggetto del piano partita offensivo di Emery, e l'intelligenza del numero 7 nel muoversi negli spazi giusti ha fatto il resto.

A dimostrazione delle difficoltà atalantine a coprire determinati spazi viene a soccorso l'esempio qui a lato: la posizione in cui riceve Moi Gomez il pallone è quella in cui l'Atalanta ha sofferto maggiormente, soprattutto nelle situazioni di transizione. Come si evince dall'esempio tra linea difensiva e resto della squadra si crea tantissimo spazio che il Villarreal ha potuto sfruttare: indubbiamente Toloi, Demiral e Palomino hanno avuto vita difficile nell'interpretare i movimenti delle due punte del Villarreal, con Danjuma che ha fatto a fettine in particolare il difensore turco e Gerard Moreno che ha giocato Palomino in occasione del goal del 3-0 per gli spagnoli.

In un video ho esemplificato alcune situazioni in cui gli smarcamenti preventivi di Gerard Moreno hanno creato situazioni di potenziale pericolo per la difesa dell'Atalanta, i video fanno inoltre emergere la strategia di pressing del Villarreal sull'uscita palla della squadra di Gasperini ed allo stesso tempo la grande compattezza in fase difensiva come già accennato precedentemente.



CONCLUSIONI

L'Atalanta è dunque uscita dalla Champions League dopo che per due stagioni era stata in grado di portare a casa due qualificazioni alla fase ad eliminazione diretta, adesso per la squadra di Gasperini il percorso europeo prosegue in Europa League, una competizione che dovrebbe essere utilizzata dalla squadra nerazzurra per accrescere la propria esperienza a livello continentale e, magari, passare qualche turno al fine di migliorare il proprio ranking in vista di una partecipazione più che possibile alla prossima edizione della Champions League.

La partita di ieri è stata persa per una serie di concause, la base, però, a mio parere sta nelle scelte iniziali di formazione di Gasperini, scelte che probabilmente si sono rivelate fallimentari anche a causa del goal iniziale di Danjuma che ha alzato improvvisamente il livello di pressione sulla squadra orobica, una pressione che ha portato la squadra a commettere tanti errori, avere idee poco chiare in fase di possesso e ad allungarsi una volta persa palla, concedendo, quindi il centro del palcoscenico al Villarreal fino agli ingressi in campo di Muriel e Malinovski che hanno cercato di cambiare (ma era troppo tardi) l'inerzia del match.

Per Emery quella di ieri sera è stata un'altra masterclass europea, in continuità con quanto fatto nell'Europa League dello scorso anno, ha decisamente preparato la partita meglio di Gasperini mostrando come un 4-4-2 ben utilizzato sia in grado di riempire il campo nel modo migliore e poter portare avanti diverse strategie nel corso della partita.

Friday, 16 April 2021

Consigli per il weekend calcistico, Stagione 20/21, Ep. 25


Dopo aver vissuto le imprese di Bayern, PSG, Real e City, le prodezze di De Bruyne, di Foden, di Neuer, di Mbappè e chi più ne ha più ne metta, torniamo a seguire in questo weekend i campionati che sono sempre più vicini al loro epilogo. Ogni competizione ha diversi spunti di interesse e verdetti ancora molto in bilico, per questo motivo ho scelto tre partite da seguire, ognuna delle quali hanno un contenuto importante ai fini della classifica, ma allo stesso tempo ci mette in condizione di osservare percorsi tecnici e tattici molto interessanti, sia a livello di individualità che a livello di proposte di gioco collettive.


CHAMPIONSHIP, READING-CARDIFF (VENERDI' ORE 19)

La seconda serie inglese è entrata nel rush finale della stagione regolare, per cui siamo giunti al momento in cui le partite iniziano ad essere qualcosa in più che decisive ai fini della definizione della griglia finale con le promozioni dirette, le retrocessioni e le squadre che si giocheranno il terzo posto disponibile al passaggio in Premier League tramite i playoff.

Per la promozione diretta ormai siamo in attesa della sola matematica che certifichi il ritorno in Premier League del Norwich, mentre il Watford sembra essere sufficientemente in vantaggio sul Brentford per la seconda piazza. Sono le posizioni sotto a questa che vedono una interessante battaglia in corso a cui cercano di restare attaccate Reading e Cardiff, al momento fuori dalla zona play-off e, specie per i gallesi, una sconfitta in questo scontro diretto significherebbe far saltare in aria ogni proposito di accesso alla post-season.

Oltre al valore per la classifica, questo match è molto interessante per vedere all'opera due squadre provviste di giocatori molto interessanti e che, magari, potremmo rivedere in Premier nella prossima stagione indipendentemente da come finirà la stagione delle relative squadre. 

Il Reading propone un 4-2-3-1 molto riconoscibile in cui il pallone circola abbastanza rapidamente ed allo stesso momento cerca di attirare la pressione avversaria al fine di imbeccare i movimenti dei due elementi tecnicamente più importanti e degni di menzione di questa squadra, ossia l'esterno sinistro Ovie Ejaria e soprattutto il trequartista centrale Micheal Olise, classe 2001, che ha messo a referto in questa stagione 6 goal, 10 assist e 2 passaggi-chiave a partita (intendendo come tali i passaggi che portano al tiro).

Fonte grafico Soccerment
Le capacità del numero 7 del Reading sono ben visibili nel suo stile di gioco, basato sulla comprensione e la ricerca degli spazi, elemento indispensabile nel calcio contemporaneo: partendo da una posizione di trequartista centrale è molto facile vederlo svariare in larghezza ed anche venire incontro a sostegno dello sviluppo dell'azione; non appena, poi, entra in possesso del pallone ha sufficiente velocità mentale e tecnica per cercare subito la palla in profondità per verticalizzare immediatamente l'azione, questo giustifica i suoi numeri in fase offensiva in questa stagione che vedete qui indicati.

In questa situazione il trequartista di passaporto francese viene a prendersi il pallone defilato sulla destra (zona del campo che preferisce essendo di piede mancino): non appena entra in possesso della palla verifica rapidamente il posizionamento delle linee avversarie e verticalizza verso l'accorrente centrocampista centrale che ha attaccato lo spazio creato da Olise stesso nel momento in cui viene incontro a prendersi la palla. Oltre alle qualità del n.7 del Reading si notano anche alcuni princìpi di calcio posizionale che il tecnico serbo Paunovic ha portato nella costa meridionale dell'Inghilterra. Nel 4-2-3-1 del tecnico che ha nel suo palmares anche la vittoria del Mondiale Under 20 con la nazionale serba nel 2015, si è creato, quindi, un ecosistema dove bene si incastrano le caratteristiche di Olise, ma anche di giocatori come Ejaria e Puscas che amano giocare in profondità contro la linea difensiva avversaria.



Anche da questi fermo immagine possiamo ammirare altri esempi del numero 7 del Reading che raccoglie la palla, nel primo caso muovendosi tra le linee, nel secondo caso si abbassa addirittura in zona di costruzione, tuttavia l'output non cambia: in entrambi i casi cerca subito la palla in verticale dopo aver identificato lo spazio per superare la linea difensiva, ad ulteriore dimostrazione della sua rapidità soprattutto dal punto di vista cognitivo.

Ad affrontare la squadra allenata da Paunovic ci sarà l'immediata inseguitrice in classifica: il Cardiff si trova, infatti, all'ottavo posto in classifica, seppur con 7 punti di distacco rispetto al Reading. Il distacco della squadra gallese è frutto della pessima serie di risultati delle ultime settimane, con 1 solo punto raccolto nelle ultime 3 partite.

Fonte passmaps 11tegen11
L'approccio della squadra allenata da Mick McCarthy è decisamente meno propositivo e meno ricercato rispetto a quello del Reading di Paunovic: avendo a disposizione li davanti i 195 cm del centravanti gallese Kieffer Moore, autore di 16 reti in questa stagione, corrispondenti ad oltre il 30% della capacità realizzativa della squadra, è molto facile comprendere come il gioco verta prevalentemente sull'utilizzo delle sue capacità nel gioco aereo. Per questo motivo la strategia della squadra gallese è decisamente molto diretta ed, appunto, basata, sui duelli aerei del suo centravanti, chiamato in media a 18,5 duelli aerei a partita, rendendolo il giocatore della Championship più sollecitato in questo fondamentale in fase offensiva. Non c'è nulla da sorprendersi, dunque, nel vedere della passmaps così particolari e che mostrano in maniera abbastanza evidente la strategia di gioco del Cardiff, basata su un possesso palla molto basso (45% di media) e tanti lanci lunghi e duelli aerei che fanno molto kick and rush della vecchia scuola britannica.

Come ogni partita con contrasti di stili, l'interesse è sempre molto alto, in più le due squadre hanno comunque da mostrare giocatori interessanti ed una situazione di classifica in cui i 3 punti per una delle due contendenti possono dare uno slancio molto importante al finale di stagione.


SERIE B, MONZA-CREMONESE (SABATO ORE 14)

La serie B si avvia verso la fase conclusiva della stagione, con ogni partita che inizia ad assumere contorni drammatici e con tantissime narrative ancora da scrivere, con squadre che prima lottavano per evitare la retrocessione che adesso lottano per un posto nei playoff, così come squadre che ambivano ad un posto nei playoff che adesso rischiano di essere invischiate nella lotta per non retrocedere (vedi Pordenone e Frosinone).

Sabato pomeriggio a Monza si affrontano due squadre il cui cammino nelle ultime giornate segue proprio filone di cambi di scena poco prevedibili fino a poche settimane fa: da una parte la squadra brianzola che è caduta in una spirale negativa che la sta allontanando dalla lotta alla promozione diretta fino e dall'altra la squadra grigiorossa che dopo gli affanni della gestione Bisoli sta risalendo la classifica fino a portarla a ridosso della zona playoff.

Fonte passmap 11tegen11
Il Monza di Christian Brocchi è in un pessimo periodo di forma iniziato prima della pausa per le nazionali con la sconfitta subita per mano del Venezia: una sconfitta per 4-1 che ha fermato una serie di risultati positivi che avevano portato la squadra di proprietà di Berlusconi al secondo posto in classifica, una posizione in linea con le aspettative che la rosa costruita da Adriano Galliani lasciava intendere come reale ambizione della squadra. Tuttavia, la qualità del gioco espresso ha lasciato molte perplessità negli osservatori: la grande qualità di talento individuale presente nella rosa ha permesso alla squadra brianzola di ovviare all'assenza, di fatto, di un'idea di gioco da parte di Christian Brocchi: il calo delle prestazioni di Boateng, dovute ad una condizione fisica non ottimale, hanno messo a nudo l'assenza di una strategia di gioco in grado di coinvolgere al meglio la grande qualità presente a centrocampo con gente come Barberis, Frattesi e Colpani, fino ad arrivare ad un 4-3-3 in cui il Monza praticamente salta il centrocampo per risalire tramite i movimenti degli esterni offensivi. Come si evince dalle passmaps qui di fianco abbiamo un'esemplificazione visiva di quanto detto sopra: il Monza non riesce a risalire il campo per vie centrali, preferisce appoggiarsi sui terzini che poi si associano con l'esterno offensivo di parte che cerca poi di rimettere il pallone in mezzo all'area di rigore attaccata da 3-4 uomini. La strategia è molto chiara e riconoscibile, ma sembra anche di facile lettura per l'avversario a cui è sufficiente chiudere le vie centrale e tentare le transizioni alle spalle dei terzini che salgono in appoggio per generare problemi alla difesa, una situazione che abbiamo visto nella partita persa contro il Venezia e soprattutto nella partita persa nello scorso weekend ad Ascoli.

La Cremonese si presenta a questa sfida, invece, con una importante serie positiva alle spalle di 6 partite con 4 vittorie e 2 pareggi che hanno tirato fuori la squadra grigiorossa dalla zona calda della classifica per portarla a ridosso dalla zona play-off. Il merito della risalita della squadra cremonese è senza dubbio attribuibile all'ottimo lavoro di Fabio Pecchia, subentrato a Bisoli all'inizio del 2021 dove ha lasciato alle spalle i principi di gioco passivi del tecnico emiliano per proporre un tipo di gioco decisamente più propositivo e che sta permettendo a tanti giovani elementi presenti nella rosa grigiorossa di muoversi con molto più agio.

Come si evince dal grafico elaborato sui dati Wyscout, si può notare la bontà del lavoro svolto da Pecchia dal suo arrivo a Cremona: come si evince dai valori successivi al cambio di panchina (desumibili dal cambio di colore delle linee) il possesso palla, i tiri effettuati, gli xG, i tocchi di palla in area avversaria ed il PPDA sono tutti migliorati sotto la gestione dell'ex  giocatore del Napoli che ha anche trasmesso una bella mentalità alla squadra come mostrato anche nella partita disputata martedì pomeriggio contro l'Empoli nel recupero della partita saltata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la formazione toscana, partita in cui la Cremonese ha rimontato per due volte la capolista del campionato mostrando continuamente un atteggiamento aggressivo in fase di non possesso e la volontà di non cedere il controllo della partita all'avversario.

Con le due squadre in uno stato di forma sostanzialmente opposto la Cremonese cercherà di approfittare della situazione per cercare di dare un colpo importante alle proprie speranze di agganciare la zona play-off ed aumentare le paure di un Monza partito per vincere il campionato e che, senza un risultato positivo sabato pomeriggio, rischia di mettere in forse anche la partecipazione ai playoff.

SERIE A, ATALANTA-JUVENTUS (DOMENICA ORE 15)

Per la serie A è un weekend quasi decisivo per quel che riguarda la lotta per i 4 posti in Champions League per la prossima stagione: il Napoli principale inseguitore e reduce dalla brillante vittoria ottenuta a Genova contro la Samp, dovrà affrontare un'Inter desiderosa di chiudere quanto prima la pratica scudetto, mentre a Bergamo Atalanta e Juventus si affrontano in un match che potrebbe lanciare una delle due verso un cammino in discesa per chiudere la stagione tra le prime quattro.

Ma Atalanta-Juventus non è solo una sfida di vitale importanza per la classifica ma è anche uno scontro tra due squadre che, per ragioni diverse, stanno vivendo delle trasformazioni tattiche che è interessante seguire.

Gasperini, a causa delle contemporanee assenze di diversi esterni della sua rosa, ha deciso di virare alla difesa a 4 (temporaneamente?), tuttavia, a dimostrazione di quanto lo schieramento di partenza sia un mero esercizio di stile, i princìpi di gioco ed i compiti e le funzioni richieste dallo schieramento non sono cambiate. L'Atalanta, come si desume dalla passmap a fianco, pur cambiando modulo di partenza non ha modificato il sistema con cui risale il campo, ossia le famose catene laterali. Con il passaggio alla difesa a 4, le iniziative che Toloi prima prendeva da braccetto, adesso le svolge partendo da terzino, associandosi con De Roon e con Malinovskiy, mentre dall'altro lato il triangolo è composto da Freuler, Gosens e Muriel con Zapata spostato dalla zona sinistra dell'attacco avversario a vantaggio del connazionale. Il vantaggio di questo nuovo schieramento sta nella possibilità di sfruttare la libertà concessa al trequartista centrale (Pasalic, ma anche Pessina quando tornerà disponibile) e sfruttare al meglio la zona di rifinitura dove gli elementi tecnici come Malinovskiy, lo stesso Pasalic ed Ilicic possono muoversi nel disordine creato dalle catene laterali, una situazione che la Juventus soffre parecchio.

Le grandi difficoltà che ha avuto la Juventus in questa stagione nascono per motivazioni molto diverse tra loro come una rosa assortita male ed una gestione poco oculata del monte ingaggi che ha reso impossibile nelle ultime due stagioni portare avanti un mercato importante a centrocampo, mentre a livello di campo il sistema di gioco molto rigido messo in piedi da Pirlo e dal suo staff ha reso spesso stantia e molto prevedibile la manovra bianconera ed, in alcuni casi, ha anche esposto la difesa a transizioni difficili da gestire.

Pirlo nelle ultime settimane ha provato diverse soluzioni per cercare un modo per ridurre le inefficienze della squadra: tra gennaio e febbraio il tentativo di abbassare il baricentro e giocare sostanzialmente in contropiede aveva portato dei risultati positivi come la vittoria contro la Roma ed il passaggio alla finale di Coppa Italia contro l'Inter, ma poi la sconfitta in campionato a Napoli e, soprattutto, quella sanguinosa di Oporto in Champions hanno mostrato l'altro lato della medaglia, ossia quello di una squadra non in grado di risalire il campo in maniera organica. La doppia sfida contro la squadra di Gattuso prima e quella con il Genoa poi hanno visto una Juve in grado di cercare diversi spartiti nello sviluppo della manovra, affidandosi non solo all'occupazione dei corridoi centrali ma anche cercare la superiorità numerica sugli esterni, soluzione raramente praticata dalla squadra bianconera nel corso della stagione. Un esempio di quanto sopra esposto lo vediamo in un paio di sovrapposizioni di Danilo nella partita contro il Napoli, dove da una parte crea superiorità numerica con una sovrapposizione esterna, e e nel secondo caso attacca lo spazio mediante una sovrapposizione interna. Questo discorso ha funzionato molto bene anche con Chiesa e Alex Sandro sul lato opposto o con gli scambi di fascia tra Cuadrado e lo stesso Chiesa: la Juve di Pirlo, evidentemente, per alzarsi di livello ha bisogno di ampliare i compiti richiesti agli elementi della rosa che meglio si stanno comportando in questa stagione. 

Sulla base di quanto abbiamo visto nelle ultime settimane, dunque, oltre ad una sfida di valore importante per la classifica, il modo diverso delle due squadre di sfruttare le fasce laterali potrebbe essere un elemento chiave della partita e potrebbe fornire ai due allenatori ulteriori indicazioni su quanto si possano rivelare azzeccate le modifiche ai compiti di alcuni giocatori in ottica di un futuro sviluppo delle rispettive squadre a livello tecnico e tattico.

Tuesday, 9 March 2021

L' Inter di Conte fa di necessità virtù


La sfida tutta nerazzurra che chiude la 26° giornata della serie A è un crocevia quasi decisivo per quel che riguarda la lotta scudetto e la lotta per la Champions League: le vittorie di Juventus e Milan non permettono alla squadra di Conte di poter lasciare punti in giro, per la squadra di Gasperini c'è da consolidare il quarto posto dagli attacchi di Roma e Napoli.

In una partita molto intensa, ricca di duelli e dal tono agonistico molto elevato c'è stato poco spazio per la tecnica, un contesto che alla fine ha favorito la squadra di Conte che, riuscendo a sfruttare un'occasione generata sugli sviluppi di un calcio d'angolo, è riuscita a trovare il goal che è valso 3 punti pesantissima ai fini della classifica e che mette l'Inter nelle reali condizioni per essere considerata la squadra favorita per vincere il campionato.


LE FORMAZIONI

Rispetto alle ultime uscite Antonio Conte decide di rinunciare ad Eriksen dal primo minuto inserendo nell'undici iniziale Arturo Vidal che non partiva titolare dalla trasferta vittoriosa di Firenze un mese fa; per il resto nessuna novità nelle scelte dell'allenatore salentino che conferma Hakimi e Perisic sugli esterni e la coppia Lautaro-Lukaku in attacco.

Dall'altra parte Gasperini sceglie Sportiello in porta, il trio difensivo è quello migliore a disposizione in rosa con Toloi, Romero e Djimsiti; scelte conservative anche per l'Atalanta da centrocampo in su, con la rinuncia al doppio attaccante inserendo Malinovskiy e Pessina alle spalle di Zapata, con Ilicic e Muriel in panchina.



LA COSTRUZIONE DELL'INTER CONTRO LA PRIMA PRESSIONE DELL'ATALANTA

Uno dei temi di maggior interesse della partita era chiaramente dato dalla contrapposizione tra la costruzione bassa dell'Inter che tanti dividendi ha raccolto nelle ultime settimane e la pressione a uomo a tutto a campo dell'Atalanta che, invece, i dividendi li raccoglie da cinque stagioni.


Come previsto l'Inter cerca di uscire dal suo lato destro dove operano Skriniar, Barella, Hakimi e Lukaku. Come nelle ultime uscite la costruzione della squadra di Conte vede i due "braccetti" allargarsi in posizione da terzini con Brozovic che, invece, si abbassa accanto a De Vrij al centro.

Le marcature scelte da Gasperini prevedevano, invece, l'uscita di Gosens su Hakimi, De Roon su Barella, Pessina su Brozovic e Freuler su Vidal; a Malinovskiy e Zapata resta da scalare sui tre difensori dell'Inter in base al lato palla: essendo il lato preferito dall'Inter per uscire quello di destra, il colombiano si occupava di Skriniar mentre l'ucraino di De Vrij, inoltre se l'Inter andava sul lato sinistro era Maehle ad alzarsi su Bastoni con Toloi che scalava su Perisic.


In questo modo l'Inter non è mai stata in grado di risalire il campo se non cercando di servire direttamente Lukaku che, però, oggi, a duello aveva un osso duro come Djimisiti a tenerlo a bada, inoltre era molto importante il lavoro di Zapata nel togliere a Skriniar l'angolo di passaggio verso Lautaro, soluzione a cui Conte aveva pensato alla vigilia della partita prevedendo che la catena di destra non poteva essere utilizzata con la stessa facilità delle partite precedenti: difatti, come si evince dalla statistica relativa ai palloni toccati, l'argentino è stato di gran lunga il giocatore con meno tocchi della partita.


LA FASE DI POSSESSO DELL'ATALANTA E QUELLA DI NON POSSESSO DELL'INTER

Diversa, invece, è stata la zona di gioco in cui si è giocato nel momento in cui era la squadra orobica ad avere il possesso del pallone: l'Inter in non possesso ha aspettato l'Atalanta quasi invitandola a portare più giocatori nella propria metà campo.

Come da meccanismo ormai consolidato dalla squadra di Gasperini, i due braccetti della linea difensiva a 3 si portavano in avanti mentre spettava ai due centrocampisti centrali posizionarsi in modo da controllare le marcature preventive ed evitare, dunque, problemi in caso di perdita della palla e di transizione offensiva dell'Inter.



L'Inter si opponeva a questo schieramento dell'Atalanta sostanzialmente abbassandosi nella propria metà campo e togliendo le vie d'accesso centrali alla squadra di Gasperini, in particolare togliendo i rifornimenti tra le linee a Pessina e Malinovskiy; non è un caso che gli unici pericoli l'Atalanta sia riusciti a crearli grazie al lavoro di Zapata che si allargava a sinistra cercando di dialogare con Gosens, tuttavia nel momento che il tedesco arrivava al cross, l'uscita di Zapata dall'area di rigore tendeva a svuotarla facendo andare a vuoto i palloni messi in area. 


LA DIFFERENZA LA FANNO I CORNER

La partita ha vissuto sulla superiorità delle difese rispetto agli attacchi: le strategie dei due allenatori in fase di non possesso, seppure antitetiche, si sono rivelate entrambe vincenti: alla fine del primo tempo le uniche conclusioni pericolose sono state dell'Atalanta e sono arrivate su due calci d'angolo in cui Handanovic prima e Brozovic dopo (con un intervento sulla linea) hanno negato la rete dell'Atalanta.

La situazione favorevole da corner, invece, ha favorito l'Inter: sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina, Skriniar è riuscito a trovare la zampata vincente al termine di una situazione molto confusa, a dimostrazione di come in alcune situazioni di gioco i centrali nerazzurri abbiano mostrato sempre la massima attenzione e concentrazione che si è rivelata decisiva per portare a casa la vittoria.

Fonte Understat
Come si evince dalla progressione degli xG nella partita, i picchi sono stati raggiunti nel primo tempo dai due calci d'angolo dell'Atalanta, così come il goal di Skriniar sia stata la miglior occasione con tiro creata dall'Inter, in quanto l'azione del primo tempo con mancato passaggio di Lukaku ad Hakimi a porta vuota avrebbe cambiato e non di poco il conto degli expected goals.

Sempre la progressione degli xG ci mostra come dopo il goal di Skriniar l'Inter abbia oggettivamente scelto di chiudersi a riccio a difesa del risultato e come lo ha fatto lo vediamo immediatamente.


IL BLOCCO DIFENSIVO DELL'INTER A DIFESA DEL GOAL


Trovato il goal del vantaggio la scelta di Conte è stata quella di chiudersi e cercare di sfruttare le transizioni: la strategia ha pagato in parte, nel senso che il blocco difensivo ha reso prevedibile e sterile il possesso dell'Atalanta ma in transizione le cose non hanno funzionato visto che Lukaku a differenza di quanto fatto nei precedenti incontri non è riuscito, al cospetto di Djimsiti e Romero, di sfondare con le sue progressioni palle al piede, tuttavia tanto è bastato all'Inter per portare a casa la vittoria.

La fase difensiva dell'Inter dopo il goal segnato è passata dal 5-3-2 del primo tempo ad un 5-4-1 con Lautaro e Barella ai fianchi di Brozovic ed Eriksen (subentrato a Vidal) a centrocampo a chiudere gli spazi tra le linee e aggredire i portatori di palla dell'Atalanta. In questo modo i vari Ilicic, Miranchuk e lo stesso Muriel, tutti subentrati nella ripresa, non sono riusciti ad avere la possibilità di giocare la palla se non spalle alla porta e, quindi, inoffensivi.


CONCLUSIONI


Di certo l'Inter ha portato a casa la vittoria e di certo ha messo da parte 3 punti che hanno un peso specifico di non poco conto per la vittoria finale del campionato, ma non di certo ha vinto il confronto tattico e tecnico con la squadra di Gasperini.

L'Atalanta anche in questa occasione ha mostrato tutta la sua forza e la capacità di saper mettere a disagio squadre che hanno mostrato di essere evolute tatticamente come la squadra di Antonio Conte, tuttavia il merito dell'Inter è stato quello di aver colto che, con ogni probabilità, non l'avrebbe spuntata insistendo sui propri punti di forza per cui ha puntato sul togliere agli avversari i propri punti di forza, specie dopo aver trovato modo di aver sbloccato la partita.

Un altro merito che va dato al lavoro di Antonio Conte è quello di aver migliorato tanto diversi giocatori ed onestamente vedere l'attitudine di gente come Perisic, Eriksen, oltre alla perfezione già menzionata degli interventi difensivi di Skriniar, De Vrij e Bastoni, è dimostrazione che ogni strategia tattica rappresenta sempre un percorso a valle rispetto all'empatia che deve intercorrere tra allenatore ed il gruppo di giocatori.

Friday, 26 February 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep.19


Come ogni venerdì siamo qui a presentare un nuovo weekend calcistico ricco di eventi: ci siamo messi alle spalle le prime due settimane di coppe europee ed i campionati riprendono a regalarci sfide ricche di contenuti e, soprattutto, in questo weekend, cariche di storia. 

E' un weekend, infatti, pieno di sfide che evocano rivalità che hanno fatto la storia del calcio: oggi molte di queste rivalità serviranno a decidere obiettivi e campionati diversi, e per questo cercherò di raccontarvele all'interno delle scelte che ho fatto per questo weekend ricco di temi calcistici storici o recenti.

Per questioni di spazio non ho inserito tra i miei consigli il programma della Eredivisie che vede le prime quattro in classifica scontrarsi tra di loro con il De Topper ad Eindhoven tra PSV ed Ajax e la sfida di Alkmaar tra l'AZ dei baby fenomeni ed il Feyenoord di Dick Advocaat. Ma è inutile dire che queste due sfide rappresentano l'apice dello spettacolo a livello europeo per chi ama un calcio di tipo tecnico ed offensivo con talento che tracima da ogni parte.


DERBY COUNTY - NOTTINGHAM FOREST (VENERDI' ORE 20.45)

La sfida tra Derby County e Nottingham Forest ci riporta dritti indietro di quasi 50 anni, ossia ai tempi in cui le due squadre dell'East Midlands inglese erano grandi protagoniste del calcio inglese e, nel caso del Forest, anche di quello internazionale. Il nome che accomuna la storia di questi due club e che ne è ha generato la rivalità è Brian Clough, uno dei tecnici più iconici della storia del calcio britannico e che è stato conteso come simbolo da entrambi i club e tifoserie.

Oggi, invece, le due squadre, si affrontano in un match dove in palio non ci sono titoli ma la possibilità di allontanare gli spettri della retrocessione in Ligue One, dopo che negli ultimi anni i due club sembravano aver trovato il modo per risalire e competere per un posto in Premier League.

Il Derby County è passato da una situazione in cui ha sfiorato il ritorno in Premier sotto la guida di Lampard, ad una situazione molto complicata che è costata la panchina a Philippe Cocu, successore di Lampard, ma che non si è rivelato in grado di fare presa nello spogliatioio. Il suo posto sulla panchina è stato preso da Wayne Rooney che, dopo essersi trasferito nella scorsa stagione a Derby per chiudere la carriera da calciatore alternandosi anche come assistente di Cocu, ha preso possesso della panchina a seguito dell'esonero dell'allenatore olandese, ad ogni modo il club per non lasciarlo solo in questa sua prima avventura da allenatore ha creato una figura di direttore tecnico assegnata ad Steve McClaren.

Fonte statistiche WhoScored

L'ex centravanti di Everton e Manchester United ha ricostruito la squadra basandosi su un atteggiamento più diretto senza avere un modulo di riferimento (anche se il 4-2-3-1 ed il 4-4-2 sono quelli maggiormente usati): in questa maniera la squadra, con un gioco più essenziale sta progressivamente riuscendo a risalire la classifica e ad allontanarsi dalla zona retrocessione. Come riportato da chi ne segue quotidianamente il lavoro, l'ex allievo di Sir Alex Ferguson, ha focalizzato molto del suo lavoro sulla cura dei calci piazzati, al punto che, come si desume dalle statistiche, le reti da calcio piazzato hanno un'enorme incidenza sulle realizzazioni del Derby County, con il terzino Byrne (di piede destro) ed il centrocampista scozzese Shinnie (di piede mancino) che hanno la media di passaggi-chiave più alta della squadra.

Il percorso del Nottingham Forest è molto simile a quello dei propri rivali: mentre il Derby County ha sfiorato la Premier due stagioni fa, nella scorsa stagione il Forest, sotto la guida di Lamouchi è stata a lungo in corsa per raggiungere la promozione salvo poi crollare nella fase finale della stagione fino ad essere estromessa anche dalla lotta per i playoff.

Le scorie del finale della scorsa stagione a cui aggiungere una diffidenza nei confronti dei metodi di Sabri Lamouchi, tacciati di eccessivo difensivismo in un ambiente che ha conosciuto il mito di Brian Clough e del suo gioco palla a terra. L'inizio di stagione è stato a dir poco pessimo con 1 sola vittoria nelle prime 9 partite che ha convinto il club a rimuovere Lamouchi dal suo incarico affidandola a Chris Hughton, reduce da un anno sabbatico dopo aver ceduto la panchina del Brighton a Potter.

Fonte dati Wyscout
L'allenatore irlandese non è certamente un allenatore che ama un calcio offensivo, anzi, ma quanto meno ha permesso al Forest di ritrovare una certa solidità difensiva, tanto da portarli ad essere la quinta difesa del campionato con 31 reti subite. Di contro c'è che la prolificità offensiva lascia alquanto a desiderare. Come si nota dalle statistiche, la squadra di Hughton ha un pessimo rapporto nel trovare la via della rete rispetto a quanto produce in termini di occasioni: sotto questo aspetto sta avendo un certo rilievo la stagione spezzettata dagli infortuni di Lewis Grabban, il finalizzatore della squadra nelle ultime due stagioni che, proprio a causa dei guai fisici di questa stagione sta dando uno scarso contributo in fase di finalizzazione con appena 3 reti realizzate.

PORTO - SPORTING LISBONA (SABATO ORE 21.30)

Altra sfida decisiva, questa volta per il campionato portoghese, e di fronte anche in questo caso un'altra rivalità che parla la stessa lingua della sfida che deciderà il Brasilerao: Porto e Sporting si affrontano in un match che potrebbe rappresentare il passaggio di consegne tra Sergio Conçeicao e Ruben Amorim e che potrebbe riportare il titolo a Lisbona sponda bianco-verde dopo 19 stagioni.

La squadra di Conceiçao ha mantenuto il secondo posto in classifica grazie ad un goal su rigore in pieno recupero sul campo del Maritimo: la vetta della classifica è lontana 10 punti, per cui definire importante la sfida contro lo Sporting sarebbe a dir poco un eufemismo. Una vittoria ed una prestazione di un certo livello in questo scontro diretto, oltre a rinverdire le ambizioni del Porto, potrebbe essere un ottimo slancio in vista del ritorno degli ottavi di finale di Champions contro la Juventus.

Sullo stile di gioco del Porto ho avuto modo di scrivere su questo blog ed anche le ultime partite disputate non hanno visto variazioni al tema sul 4-4-2 proposto da Conceiçao: specie nella partita contro la Juventus si è ben notato il modo in cui l'esecuzione dello schieramento tattico permetta alla squadra di restare sempre molto stretta chiudendo il campo all'avversario. 

Fonte dati Wyscout
Ma ciò che ha funzionato contro la pigrizia della Juventus nel cercare soluzioni offensive in grado di far male al Porto, non ha funzionato del tutto in questo campionato: i 10 punti di distacco dalla Sporting sono stati causati da una serie di prestazioni difensive non ottimali a causa della difficoltà in alcune situazioni ad eseguire la strategia di gioco. Con spazi ristretti sia in possesso che in non possesso, molto spesso le partite del Porto vedono tanti duelli aerei che, quando persi, mettono in difficoltà la squadra di Conceiçao. Come si evince dalle statistiche, il Porto fa grande uso dei duelli aerei non tanto rispetto alla media del campionato ma quanto rispetto alle altre "grandi" del campionato, a questo si aggiunge una percentuale di successo inferiore alla media e qui il margine rispetto alle concorrenti è ancora più evidente.

Lo Sporting arriva, invece, a questo big match con l'opportunità di chiudere in maniera quasi definitiva la lotta per il titolo: il deus ex machina di questa macchina quasi perfetta è Ruben Amorim, che è arrivato proprio un anno fa dalle parti del Jose Alvalade sostanzialmente acquistandolo dallo Sporting Braga spendendo 10 milioni di Euro.
La parabola di Amorim è quella di un allenatore destinato ad una carriera di grande successo, e sicuramente sarà un nuovo componente della scuola portoghese di cui vediamo grandi rappresentanti in giro per l'Europa ed anche nel nostro campionato: lo Sporting ha deciso di puntare su di lui dopo appena 3 mesi di lavoro sulla panchina del Braga dove ha implementato il 3-4-3 che è stato mantenuto da Carvahal e che ha trasferito in carta carbone dalla parte bianco-verde di Lisbona, dove sta dominando il campionato.

Come abbiamo visto nei precedenti post relativi al Braga, il sistema di Amorim si basa su un 3-4-3 in cui viene garantita una perfetta copertura del campo in ampiezza (grazie ai due esterni) e con i tre giocatori offensivi che hanno il compito di tenere occupati i corridoi centrali sulla trequarti avversaria alternando i movimenti a venire incontro e quelli in profondità per poter aprire le difese avversarie.
Altra caratteristica che rende riconoscibile la squadra di Amorim è la capacità di restare sempre corta in campo impedendo sostanzialmente all'avversario di risalire il campo una volta recuperato il pallone: in questa stagione così influenzata dai tanti impegni e da preparazioni fisiche forzatamente improvvisate, lo Sporting rappresenta una delle realtà più belle d'Europa per coralità nell'intero panorama europeo.

Esemplificazione di quanto spiegato sopra è desumibile dai fermo immagine qui di fianco: nella prima immagine troviamo lo schieramento in fase di costruzione, con i tre centrali difensivi che svolgono un compito importante nello sfidare lo schieramento basso avversario alzandosi palla al piede fino a metà campo, i due centrocampisti centrali cercano di attirare l'attenzione delle prime due linee di pressione per creare spazio tra linea difensiva e linea di centrocampo dove i tre attaccanti si muovono a venire incontro ed uno, invece, detta la profondità, in questo modo le soluzioni di passaggio per il giocatore in possesso del pallone sono molteplici, inoltre va sempre fatto notare che per Amorim è importante che un giocatore spalle alla porta possa avere sempre un compagno sulla stessa linea che sia, invece, fronte alla porta e poter liberarsi subito del pallone e rendere il possesso quanto più veloce possibile. Nel secondo esempio, invece, vediamo una situazione di risalita del campo dove è il centrale del tridente offensivo a venire incontro ed i due esterni d'attacco che cercano la profondità; inoltre si può anche notare come i due centrocampisti centrali, in questa fase di gioco non siano più appaiati ma siano disposti a diverse altezze. 

Insomma, la squadra di Amorim è costruita su dei princìpi di gioco atti a manipolare lo schieramento avversario e generare situazioni di superiorità posizionale: i numeri offensivi non sono eccezionali, tuttavia la capacità della squadra di dominare il contesto della partita rende sostanzialmente inoffensivi gli avversari, tanto che lo Sporting è la miglior difesa del campionato con appena 10 reti subite, ma anche altri indicatori come i tiri subiti e gli xG per tiro subito mostrano il valore della squadra, che, dunque, cercherà di avvicinarsi al ritorno alla vittoria del campionato che, come detto in premessa, manca dal 2002.

SAMPDORIA - ATALANTA (DOMENICA ORE 12.30)

Il confronto tra due allenatori come Ranieri e Gasperini rappresenta sempre un elemento di grande interesse per una partita del campionato di serie A: la diversa tipologia di calcio professata dai due tecnici ha sempre regalato sfide di grande contenuto tattico in cui il vincitore non è mai stato lo stesso.

Da quando il tecnico romano ha preso le redini della Samp, i confronti con l'Atalanta di Gasperini sono stati tre, tutti terminati con un risultato diverso: uno 0-0 a Marassi a fine 2019, vittoria dell'Atalanta nella gara di ritorno disputata a luglio alla ripresa del campionato dopo il lockdown, infine grande vittoria della Samp nella gara d'andata di questa stagione, con un 3-1 frutto di una partita disputata con il giusto mix di coraggio in fase di possesso e compattezza in fase di non possesso.

Come nella gara d'andata le due squadre si sfideranno dopo un impegno dell'Atalanta in Champions League: all'andata la sfida arrivo dopo la vittoria degli orobici in Danimarca contro il Midtjylland, questa volta arriva dopo la dolorosa sconfitta contro il Real negli ottavi di Champions.

Claudio Ranieri, dopo aver portato la barca in porto nella scorsa stagione, tirando fuori la Sampdoria da una situazione di classifica davvero molto difficile e con una squadra in involuzione tecnica, quest'anno ha ottenuto il puntellamento della rosa con elementi che hanno accresciuto (e non poco) la qualità tecnica a disposizione della squadra blucerchiata. Dal punto di vista tattico, pur in presenza di una squadra dal tasso tecnico accresciuto, preferisce mantenere un atteggiamento sempre molto guardingo e schiera la sua squadra sempre prendendo in prima considerazione le caratteristiche dell'avversario da affrontare: per cui indipendentemente dal modulo utilizzato (che generalmente è un 4-4-2 che in fase di possesso si può ramificare in diverse variazioni sul tema) l'atteggiamento della squadra è quello di mantenere un baricentro basso, ma soprattutto lasciare sempre l'onere di fare la partita all'avversario.


Fonte posizioni medie Lega Serie A
A dimostrazione di quanto sopra porto come esempio la disposizione della squadra nella partita contro la Lazio di sabato scorso: il 4-4-2 di partenza scelto da Ranieri si è modellato in fase di possesso in modo tale da coprire il campo allo stesso modo dell'avversario. La strategia voluta dal tecnico romano per questa stagione sta portando discreti frutti e la classifica sta li a dimostrarlo, tuttavia sono più che legittime alcune perplessità sul mantenimento di questo atteggiamento in presenza di una classifica in cui le preoccupazioni possono essere messe alle spalle: in alcune partite l'atteggiamento si è rivelato eccessivamente passivo (vedi la partita persa contro la Juventus a Marassi 3 settimane fa o quella persa a Roma contro la squadra di Fonseca nel primo impegno del 2021). Il motivo di questa perplessità sta nel fatto che un atteggiamento di questo tipo tende a mortificare le qualità tecniche di alcuni elementi come ad esempio Damsgaard (la pepita di questa squadra) che lontano dalla porta non può sempre mostrare le sue infinite qualità in uno contro uno, ma soprattutto Fabio Quagliarella, fortemente a disagio quando è costretto a giocare 50 metri dalla porta, specie considerando che si tratta di un giocatore di quasi 40 anni che se può giocare più vicino all'area di rigore avversaria può ancora garantire stagioni da doppia cifra. 

L'Atalanta si presenta a questa sfida, come detto in premessa, reduce dai soffertissimi 90 minuti di Champions disputati contro il Real Madrid: l'espulsione di Freuler ha costretto la squadra di Gasperini a giocare una partita con un baricentro molto basso e avere una partita di grande sofferenza vanificata dalla rete di Mendy nei minuti finali.

Fonte dati WhoScored
A trasmettere il senso di quanto sia stata faticosa la prestazione per l'Atalanta, e quanto l'espulsione abbia influito sul modo di giocare della squadra, è sufficiente notare statisticamente quanto la squadra di Gasperini sia abituata a sostare nella trequarti avversaria rispetto a quanto ha potuto fare nella sfida contro il Real Madrid. In campionato l'Atalanta è la squadra che riesce con maggiore frequenza ad avere supremazia territoriale ed anche per distacco: il 34% che si evince dalle statistiche è di 4 punti percentuali superiore al resto della concorrenza, a dimostrazione di quanto alla squadra piace difendere in avanti ed aggredire. Lo stesso atteggiamento la squadra lo stava avendo nelle fasi iniziali della partita contro il Real, purtroppo l'espulsione di Freuler ha portato la partita su binari in cui l'Atalanta si è dovuta arrangiare restando arroccata nel proprio terzo di campo per il 37% del tempo: sotto questo aspetto non è stato di poco conto l'impatto avuto dall'infortunio di Zapata, l'uscita del colombiano ha tolto alla Dea la possibilità di risalire il campo sfruttando il fisico e la progressione del suo centravanti che, dunque, salterà anche questa trasferta a Genova.

Il modo di giocare delle due squadre è ben riconoscibile: l'Atalanta tornerà sicuramente a giocare per dominare la partita, mentre la Samp cercherà di compattarsi a difesa della propria area di rigore, ma occhio a come la squadra di Ranieri organizzerà le proprie ripartenze e con quali uomini: per citarne uno Mikkel Damsgaard è uno di quelli in grado, per caratteristiche, di far saltare un sistema di marcature a uomo come quello della squadra bergamasca, così come la capacità di gestire la palla di Adrien Silva a centrocampo può mandare fuori giri la coppia di centrocampo De Roon-Freuler. Per questo ed altri motivi (come la tenuta fisica e mentale dell'Atalanta dopo la sfida di Champions) la partita di Marassi si presenta estremamente interessante e ricca di spunti tecnici e tattici.

Wednesday, 27 January 2021

Atalanta-Lazio non delude mai le aspettative


Per i quarti di finale di Coppa Italia, al Gewiss Stadium di Bergamo si affrontano Atalanta e Lazio in una sfida che è remake della finale del 2019 e, soprattutto dell'esaltante doppia sfida delle scorsa stagione in campionato, con 11 reti in 2 partite frutto di due rimonte clamorose (la Lazio all'andata da 0-3 a 3-3, l'Atalanta al ritorno da 0-2 a 3-2).

La partita anche questa volta non ha tradito le premesse, 5 reti, 23 tiri, 27 falli a dimostrazione dell'intensità di una partita in cui le due squadre si sono affrontate a colpi di duelli individuali e mosse e contromosse tattiche.

Vince l'Atalanta per 3-2 grazie alla capacità di saper sfruttare al meglio le qualità dei suoi migliori interpreti, in particolare la capacità dei suoi attaccanti (prima Muriel, poi Zapata) di sfruttare al meglio gli spazi lasciati dall'atteggiamento aggressivo in fase di non possesso della Lazio che pure aveva portato la squadra di Inzaghi ad avere in mano il controllo della partita in diverse fasi.


LE FORMAZIONI 

L'Atalanta schiera Pessina tra i due di centrocampo del suo 3-4-2-1, con il duo russo-ucraino formato da Miranchuk e Malinovskyi alle spalle di Muriel. Le rotazioni portano, inoltre, Maehle a prendere il posto di Hateboer sulla fascia destra.



Qualche rotazione in più, invece, per Simone Inzaghi, che schiera in attacco la coppia Muriqi-Pereira, riposo anche per Lazzari (gioca Marusic a destra con Fares a sinistra) e per Lucas Leiva (Escalante al suo posto).


LE SCELTE DELL'ATALANTA IN MARCATURA


Come consolidata prassi del suo sistema di gioco, Gasperini assegna marcature individuali a tutto campo, dato lo schieramento della Lazio la scelta delle marcature non è sorprendente: i tre uomini più avanzati prendono in consegna i tre centrali difensivi della Lazio, Pessina e Freuler prendono rispettivamente Escalante e Akpa-Akpro, i due esterni si appaiono sugli omologhi avversari, infine Djimsiti prende in consegna Milinkovic-Savic, Romero va su Muriqi e Palomino su Pereira.

Fonte dati: SofaScore
Con questo sistema, la possibilità di avanzare il campo per la squadra di Inzaghi era delegata ai lanci lunghi verso Muriqi o, più di rado, verso Milinkovic-Savic, alla fine del primo tempo Reina è stato il giocatore con più passaggi effettuati nella Lazio (di cui metà lanci lunghi) visto che nel sistema di marcature a uomo dell'Atalanta, il portiere spagnolo era, per una questione puramente numerica, l'unico giocatore libero di poter giocare la palla. Alla fine della partita i passaggi saranno 53, anche perché con la superiorità numerica del secondo tempo e l'ingresso di Parolo, il portiere è stato meno coinvolto in fase di possesso.


I MOVIMENTI IN COSTRUZIONE DELLA LAZIO


Per ovviare alle marcature a uomo dell'Atalanta, Inzaghi ha trovato come soluzione quella di manipolarla a proprio vantaggio mediante l'abbassamento dei due centrocampisti Escalante e Akpa-Akpro in fase di impostazione, in modo da attrarre fuori posizione Freuler e Pessina, questo per permettere a Reina di giocare palloni più precisi sulla trequarti dell'Atalanta e poter creare situazioni di vantaggio posizionale sulle seconde palle.

Questa scelta da parte della Lazio ha costretto l'Atalanta ad allentare la pressione dei due centrocampisti, in questa maniera Inzaghi ha disinnescato per buona parte del primo tempo la pressione dell'Atalanta, permettendo alla squadra biancazzurra di chiudere il primo tempo in vantaggio nel possesso palla (54%) ed a creare situazioni che hanno permesso di creare la basi per la vittoria di alcuni duelli individuali (Muriqi a fine partita vincerà 14 duelli su 21).

I DUELLI INDIVIDUALI SPOSTANO GLI EQUILIBRI DELLA PARTITA


In questo contesto tattico che la Lazio ha mostrato di saper spostare dalla propria parte, anche i duelli individuali mettono a proprio agio gli uomini di Inzaghi che, quindi, decidono a loro volta di iniziare a contestare in zone più alte di campo la formazione atalantina che si è, dunque, trovata nella stessa situazione in cui si è trovata la Lazio nelle fasi iniziali della partita. E' proprio da una palla recuperata da Acerbi in una fase di pressione è arrivato il goal del vantaggio momentaneo della squadra di Inzaghi. Come si evince dai fermo immagine qui a fianco, nel corso dell'azione del momentaneo 2-1 per la Lazio, sia Patric che Acerbi sono saliti fin sulla trequarti dell'Atalanta per andare ad aggredire il giocatore in appoggio all'uscita del pallone.

La risposta dell'Atalanta è stata quella di utilizzare le uscite dei "braccetti" della Lazio sui due trequartisti per lanciare Muriel alle spalle: i tagli esterni del colombiano hanno messo in difficoltà Hoedt che, oggettivamente, non poteva reggere il passo dell'ex attaccante della Samp. In questa maniera, con i centrali che uscivano sui trequartisti e Muriel che portava via Hoedt si è creato spazio per gli inserimenti centrali, in uno di questi Malinovskyi ha trovato il goal del 2-2 con cui le due squadre sono andate all'intervallo.

SECONDO TEMPO: NUOVI INGRESSI E NUOVI DUELLI

La prima mossa all'intervallo la fa Simone Inzaghi che toglie Patric e Fares e mette dentro Parolo (riprogrammato in questa stagione come centrale difensivo di destra) e Lazzari (con passaggio di Marusic a sinistra). E' proprio l'ex esterno della Spal a sfruttare un duello vinto da Muriqi contro Romero per lanciarsi verso la porta di Gollini costringendo Palomino ad un intervento giudicato dall'arbitro come intervento da ultimo uomo.




Se un duello perso da Romero ha generato l'azione che ha portato l'Atalanta a giocare il secondo tempo in 10, una palla recuperata dallo stesso difensore argentino sulla trequarti della Lazio permette a Miranchuk di trovare il goal che ribalta nuovamente la partita. Insomma in due azioni abbiamo potuto spiegare cosa significhi, nel bene e nel male, avere un approccio tecnico basato sui duelli individuali come quello voluto da Gasperini.

Con la superiorità numerica ed un goal da rimontare la Lazio deve giocarsi il tutto per tutto, per cui lo schieramento vede Acerbi e Lazzari a dare ampiezza, Akpa-Akpro e Parolo davanti ad Hoedt e gli altri 5 che cercano di congestionare l'area di rigore e la zona di rifinitura. La soluzione, tuttavia, non genera sufficienti pericoli alla porta di Gollini.

La carta che Gasperini si gioca, invece, è quella di Duvan Zupata: sostanzialmente il tecnico atalantino lo lascia in zona attacco pronto a sfidare Hoedt a duello in transizione, un duello che ovviamente è un mismatch favorevole al colombiano che, infatti, troverà su una transizione un fallo da rigore del difensore olandese che, comunque, appoggia tra le braccia di Reina tenendo aperta la sfida fino al termine. 
Inzaghi a questo punto coglie il messaggio e toglie dal campo Hoedt passando alla difesa a 4 in modo tale da avere superiorità numerica con Parolo e Acerbi contro Zapata, tuttavia questo vuol dire perdere il vantaggio numerico in altre zone del campo inibendo, dunque, gli effetti dell'espulsione di Palomino, permettendo all'Atalanta di portare a casa vittoria e qualificazione alle semifinali di Coppa Italia.

CONCLUSIONI

Ancora una volta l'Atalanta e la Lazio ci regalano una grande sfida piena di reti e di belle giocate, così come il quarto di finale tra Milan ed Inter abbiamo visto tanti duelli a tutto campo, ragion per la quale a dettare i tempi della partita sono state le capacità delle due squadre di vincere i singoli duelli per tutto il campo. 

Domenica pomeriggio rivedremo le due squadre nuovamente affrontarsi in un'altra sfida che promette altrettanto spettacolo, la capacità dei due allenatori di saper utilizzare al meglio le qualità dei loro singoli, la capacità di analizzare in corso d'opera gli aggiustamenti da fare in corso di partita e l'accettazione di affrontare i duelli con i rispettivi avversari rende Atalanta e Lazio due squadre in grado di inserirsi al meglio nel calcio di questi anni, soprattutto a livello europeo, e non è un caso se queste due squadre tra poco più di due settimane cercheranno di sfidare Real Madrid e Bayern Monaco negli ottavi di Champions League.

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