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Monday, 9 October 2023

How to explain Xabi Alonso through Hofmann goal.


Bayer Leverkusen is sitting in front of the Bundesliga table before this international break, a result which is fully deserved for the team coached by Xabi Alonso.

Here is how Bayer scored the first goal of the match against Koln in the last weekend ending a possession started in the own half.

Here is the goal:


Wednesday, 10 May 2023

Le avversarie delle italiane: il Leverkusen di Xabi Alonso

 

Foto: Account Facebook Bayer Leverkusen

Dopo aver analizzato il Siviglia avversario della Juventus, l'altra semifinale dell'Europa League vedrà di fronte la Roma di Jose Mourinho contro il Bayer Leverkusen. La formazione tedesca aveva iniziato la stagione con Gerardo Soane in panchina per poi esonerarlo dopo un pessimo inizio di stagione in Bundesliga. Al suo posto il club di proprietà della famosa casa farmaceutica ha deciso di dare una chance a Xabi Alonso, le cui precedenti esperienze erano state nel settore giovanile del Real Madrid e alla guida della Real Sociedad B, che aveva condotto in segunda division per non riuscire poi a mantenere la categoria.

Dell'ex centrocampista - tra le altre - di Real Madrid e Bayern Monaco si avevano già da tempo importanti aspettative come allenatore appena appese le scarpette al chiodo, visto che da giocatore aveva in mano le chiavi di squadre allenate da gente come Rafa Benitez, Jose Mourinho e Pep Guardiola. Per cui se da un lato poteva sembrare un salto nel vuoto affidarsi ad un allenatore con così poca esperienza sulla panchina di una squadra di così alto livello, dall'altra si riteneva che uno con le sue conoscenze non avesse poi così bisogno di tanta "gavetta".

Ed, in effetti, questi mesi alla guida del Bayer Leverkusen ci hanno mostrato un allenatore con idee di gioco molto chiare che ha saputo trasmettere ad una squadra che abbiamo sempre visto come esempio di discontinuità e di poca razionalità. Per cui andiamo a vedere cosa si deve aspettare la Roma in questo doppio confronto con la formazione tedesca.

Thursday, 29 September 2022

L'Union Berlino sta rompendo la Bundesliga?



Dopo la prima pausa stagionale (la seconda coinciderà con l'inizio dei Mondiali in Qatar) la Bundesliga ha una capolista abbastanza inaspettata: l'Union Berlino di Urs Fischer. Per quanto sia sorprendente vedere la squadra del quartiere Kopenick di Berlino lì in vetta, non vi è da sorprendersi nell'osservare l'ascesa di questa squadra al quarto anno nella massima serie tedesca, tutte stagioni in cui la squadra berlinese ha migliorato i propri risultati.

Le prestazioni dell'Union in Bundesliga, tuttavia, aprono un discorso non tanto sul livello medio del campionato tedesco, quanto sulla varianza tattica all'interno della competizione, stracolma di formazioni che propongono un calcio basato sulla verticalità e sull'aggressività in fase di non possesso. Non è un caso che la squadra di Fischer, con una proposta tattica decisamente diversa rispetto al resto delle contendenti, veleggi da tre stagioni in zone di alta classifica fino a giungere alla situazione attuale di vetta solitaria.

Ed è proprio l'identità tattica dell'Union Berlino l'oggetto di questa analisi.

Tuesday, 31 May 2022

La ricerca dell'equilibrio del Borussia Dortmund


Come da (bella) abitudine il calcio tedesco sviluppa i propri movimenti di mercato, nonché quelli della scelta della guida tecnica con abbondante anticipo rispetto agli altri campionati europei, ed una delle notizie più importanti delle ultime settimane è stata senza dubbio la scelta del Borussia Dortmund di chiudere il rapporto con Marco Rose dopo appena una stagione e rimettere in panchina Edin Terzic, l'allenatore che fece da traghettatore la scorsa stagione dopo l'esonero di Lucien Favre.

Per questo motivo ho deciso di analizzare come si sia evoluta tatticamente la squadra dell'ex allenatore di Salisburgo e Borussia Moenchengladbach nel corso della stagione, il tutto per cercare di risolvere una questione molto importante: la ricerca dell'equilibrio.


LE FORMAZIONI UTILIZZATE


Andando a rivedere le varie formazioni utilizzate da Rose nel corso della stagione, possiamo riscontrare diversi rimescolamenti nelle scelte, dal 4-2-3-1 che doveva essere il modulo di riferimento del tecnico di Lipsia, si è passati al 4-3-1-2 o al 4-3-3 che in termini percentuali è la soluzione più utilizzata ma probabilmente la meno adatta alle caratteristiche della rosa. Le soluzioni con la difesa a 3 sono quelle meno utilizzate ma, con ogni probabilità, hanno garantito un minimo di stabilità in più alla squadra.

Ovviamente il modulo è sempre una rappresentazione statica della realtà, per cui non sempre la definizione del sistema di gioco si riverbera nello schieramento della squadra nelle varie fasi di gioco, fattispecie abbastanza frequente nel calcio contemporaneo fatto di fluidità delle posizioni in campo e degli schieramenti.

LO SCARSO EQUILIBRIO IN NUMERI

Analizzando più specificatamente i valori relativi alle prestazioni del Dortmund in Bundesliga e vivisezionandole per moduli utilizzati, emergono chiaramente delle differenze di rendimento della squadra in base a come si schiera in campo. 

In base ai dati raccolti tramite il sito Understat, il 4-2-3-1 risulta essere il modulo utilizzato più frequentemente da Rose; quando, per i motivi che andremo ad analizzare, questo modulo ha mostrato grosse lacune, il 4-3-3 prima ed il passaggio al 3-4-2-1 poi sono stati il rimedio cercato dal tecnico ex Salisburgo, mentre il sistema a rombo è stato spesso utilizzato a partita in corso.


Andando ad analizzare l'andamento della squadra in base al modulo utilizzato, si nota chiaramente che sono due i moduli a fornire il miglior delta tra expected goal a favore e contro, ossia il 4-rombo-2 ed il 3-4-1-2. I sistemi di gioco preferiti da Marco Rose, invece, portano un differenziale sensibilmente minore e questo spiega grosso modo le difficoltà della squadra di Dortmund nel trovare il giusto assetto in campo per mancanza di equilibrio.

Anche andando a vedere la differenza di qualità tra tiri effettuati e tiri concessi è evidente come il 3-4-2-1 abbia permesso alla squadra di passare a dei valori ottimali, il sistema con il rombo ha concesso conclusioni molto più pericolose, ma soprattutto si può notare come il 4-2-3-1 di base del tecnico austriaco creasse conclusioni di buona qualità tanto quanto la qualità delle conclusioni subite, a dimostrazione di un atteggiamento in campo poco equilibrato. 

Dando un'occhiata al volume delle conclusioni, invece, si può notare come con il 4-2-3-1 e con il sistema a rombo, il numero delle conclusioni effettuate è decisamente superiore rispetto a quello subito con gli schieramenti che prevedevano l'utilizzo della difesa a tre. Il valore delle conclusioni subite, invece, si attesta su valori pressoché simili. Unendo dunque il dato quantitativo a quello qualitativo è emersa la migliore efficienza dei sistemi in cui non era prevista la difesa a 4. 

Ma questa inefficienza nasce da problemi della linea difensiva o sono più legati alla struttura generale della squadra? E' quello che andremo a vedere nel resto della nostra analisi.

IL PROBLEMA DELLE TRANSIZIONI


Non è certamente uno schema specifico a stabilire se una squadra sia equilibrata o meno, ma l'interpretazione dello stesso da parte dei calciatori, e soprattutto la capacità dei giocatori di saper essere parte di quel sistema di gioco.

Con la partenza quest'estate del centrocampista danese Delaney direzione Siviglia, il Dortmund è rimasto con un grosso buco nel cuore del proprio centrocampo che Marco Rose ha cercato di coprire con diversi tipi di giocatore ma senza grande successo, questo perché le caratteristiche di questi elementi poco si confacevano a questo tipo di schieramento.

Il 4-2-3-1 del Dortmund si compone di una linea difensiva i cui due terzini hanno grande propensione alla spinta in avanti e lasciare, quindi, diverso spazio alle proprie spalle che, con questo tipo di schieramento, deve essere coperto dai due centrali di centrocampo a supporto dei due centrali difensivi: ed invece con la cessione di Delaney è toccato a turno ai vari Dahoud e Bellingham a svolgere questo compito che si è prevedibilmente rivelato non essere nelle corde dei due giocatori. in questo esempio vediamo come Rose organizzava la costruzione del gioco: la coppia di centrocampisti a supporto dei due centrali difensivi era formata da Dahoud e da Reyna che si abbassava per permettere a Schulz di alzarsi a sinistra. Oltre a questo aspetto si sono aggiunte una serie di infortuni e condizioni fisiche precarie dei vari Can, Witsel e Hummels, ed ecco come questa situazione ha creato terreno fertile per una serie di disastri nella fase di non possesso che hanno compromesso, in maniera particolare, il cammino europeo. 

Ecco l'esempio di come il Dortmund andava ad aprirsi in fase di transizione: in questo caso tutto nasce da una palla persa da Dahoud che, a differenza di ciò che è tenuto a fare un centrocampista posizionale, ha cercato istintivamente di supportare l'attacco dei suoi compagni; una volta persa la palla, il Friburgo ha tanto spazio centrale per avanzare in contropiede. Per tappare il buco centrale si è resa necessaria una corsa disperata all'indietro dei terzini che, però, a loro volta, dovevano mollare la marcatura sugli esterni d'attacco avversari, per cui erano costretti a scegliere quale zona di campo lasciare incustodita. 

Mentre l'esempio precedente è tratto da una partita di inizio stagione, dove magari mancava al numero 8 del Dortmund una coscienza dei compiti da svolgere in quella posizione di campo per uno abituato a giocare (come dice il suo stesso numero di maglia) da 8 e non da 4, questo esempio arriva, invece, dalla partita di febbraio contro il Leverkusen, dove gli errori di posizionamento restano gli stessi. Qui vediamo come la squadra di Rose si consegni ad un contropiede della squadra di Seoane con ancora una volta il terzino destro che cerca di accorciare mentre Dahoud si dimentica dell'uomo tra le linee.

Insomma, i problemi difensivi del Dortmund nascono principalmente dal tentativo dell'ex allenatore del Salisburgo di non rinunciare al suo dogma di accettare gli uno contro uno, una situazione non ideale per i giocatori di cui disponeva da metà campo in giù.

Per questo motivo ad un certo punto, anche grazie al ritorno della disponibilità di Emre Can e Witsel, il tecnico tedesco ha inteso l'importanza di giocare con una difesa a 3 che lo ha portato a costruire, come si vede da questo esempio, con un 3+2 che ha mostrato di generare maggiore equilibrio sul terreno di gioco. Qui la soluzione era data da un ibrido formato dalla posizione di Akanji da terzino bloccato che si accentra in fase di impostazione, questo libera Dahoud che può svolgere sia compiti da costruttore che da invasore. 

Con il recupero di Emre Can, Rose ha potuto utilizzare soluzioni più flessibili tra le due fasi, permettendogli anche di riuscire parzialmente a risolvere il problema dell'assenza di un centrocampista posizionale di ruolo davanti alla difesa. Per esempio con l'ex juventino in campo ha potuto restaurare la costruzione 4+1, assunto di partenza del gioco del tecnico austriaco. Qui nella partita contro lo Stoccarda, abbiamo Dahoud che imposta tra i centrali mentre Can a destra e Guerreiro a sinistra forniscono l'ampiezza per aprire le linee di pressione avversarie e permettere la ricezione a Bellingham che si abbassa.

Ovviamente questo aspetto ha migliorato la gestione delle transizioni, ma non ha eliminato i problemi nelle letture in questa fase di gioco: in questo esempio Can stringe per fornire supporto ai centrali difensivi, anche Dahoud è ben posizionato per ritardare il contropiede avversario, tuttavia qui è Akanji a sbagliare poiché il suo compito doveva essere quello di coprire l'avanzata di Guerreiro sulla sinistra prendendo in consegna Marmoush; invece istintivamente sceglie di andare a supportare centralmente Hummels.

Per cui è evidente come la gestione di queste situazioni a campo aperto abbiano creato tanti problemi alla difesa del Borussia Dortmund: un mix tra scelte sbagliate nella gestione dei posizionamenti preventivi sia a livello individuale che di squadra, hanno reso i gialloneri particolarmente vulnerabili, come ben testimoniato dal dato relativo ai 52 goal subiti in Bundesliga.

L'arrivo dal mercato di Sule, Nico Schlotterbeck e Ozcan sicuramente suonano come una presa di coscienza da parte del club dell'importanza di restituire un certo equilibrio alla squadra, a dimostrazione che forse l'esonero di Rose nasce in ogni caso da altre ragioni.

IL GRANDE POTENZIALE OFFENSIVO DEL DORTMUND


Dove, invece, Marco Rose ha saputo fare un buon lavoro è senza dubbio nella fase offensiva, dove abbiamo visto un Dortmund regalare grande spettacolo e mettere in mostra progressivamente le grandi qualità dei giocatori presenti in rosa. Se la difesa è stata la decima del campionato, con 85 goal realizzati la squadra giallonera è stata il secondo miglior attacco, giustificando tramite la propria forza offensiva il secondo posto finale in classifica.

In molti sono indotti a pensare che i grandi numeri offensivi della squadra di Rose siano stati determinati dalle prestazioni al solito fuori scala di Haaland, e di certo anche in questa stagione il norvegese ha mostrato tutte le sue doti, ma non è da sottovalutare il fatto che determinate costanti create dall'ex tecnico del Borussia Moenchengladbach abbiano favorito una migliore qualità del gioco tra le linee che ha reso possibile la creazione di diverse opzioni per arrivare al tiro. 

La principale costante pretesa ed implementata da Rose è stata, senz'altro, quella di sovraccaricare la zona rifinitura avversaria con diversi uomini. Questa è una scelta che il tecnico austriaco si è portato dietro dal playbook con cui il suo calcio aveva incantato in quel di Salisburgo e che a Dortmund aveva diverse funzioni: la prima è quella di promuovere le combinazioni rapide tra i tanti elementi super-tecnici di cui il Borussia dispone tra centrocampo ed attacco; la seconda è quella di usare il sovraccarico come metodo non solo per invitare i giocatori tecnici a combinare stretto ma anche per avere più giocatori in zona palla nel caso essa venga persa e poter attivare, quindi, un contro-pressing.

Infine, c'è anche una terza opzione, ossia quella di usare il sovraccarico su un lato per poi muovere il pallone sul lato opposto, approfittando del fatto che le linee avversarie lo abbiano lasciato incustodito per contrastare il sovraccarico, creando quindi il cosiddetto lato debole. In questa situazione tutti i giocatori dell'Union Berlino sono stretti sul lato destro difensivo del campo, sul lato debole è pronto a ricevere il pallone Meunier con tanto spazio a disposizione di fronte a se (evidenziato in giallo). Da questa situazione arriverà un cross del giocatore belga che Haaland spingerà in rete.

Questo esempio riassume perfettamente quanto sopra esposto: il Dortmund si muove con 4 giocatori in zona palla, la difesa del Friburgo stringe le proprie linee in quella zona e si crea tanto spazio sulla sinistra per l'inserimento di Schulz. In questa fattispecie il Dortmund non utilizzerà il lato debole ma entrerà in area mediante le triangolazioni strette tra i giocatori sul lato forte, mostrando come le soluzioni in fase di finalizzazione sono molto varie e possono passare tranquillamente dal cross, dalla triangolazione o da un passaggio filtrante, rendendo, quindi, tremendamente imprevedibile il gioco offensivo della squadra.

Fonte grafico: Soccerment.
In tutto questo una menzione la merita il lavoro fatto per alzare definitivamente di livello le prestazioni di Jude Bellingham: il classe 2003 inglese ha completato la sua trasformazione in centrocampista box to box di primo livello. Come anche viene mostrato dalle statistiche avanzate predisposte da Soccerment, il suo contributo ad entrambe le fasi è stato evidente; inoltre ha mostrato di essere migliorato tanto nella fase di non possesso diminuendo l'irruenza e favorendo le letture, mentre con la sua capacità di condurre palla si è rivelato un'arma importantissima per la creazione di quei triangoli e combinazioni tra le linee che hanno permesso al Dortmund di generare tanti pericoli per la porta avversaria. 

Questa è sicuramente la più importante eredità che Marco Rose lascerà ad Edin Terzic. 

IL FUTURO E' EDIN TERZIC


In questa analisi abbiamo visto cosa Marco Rose abbia portato di buono al Westfalenstadion e cosa no. Il tecnico austriaco ha commesso degli errori faticando a trovare equilibrio in campo con la squadra che gli era stata messa a disposizione, ma sicuramente il club di Dortmund poco ha fatto per sostenere al meglio la scelta che aveva fatto poche settimane dopo l'esonero di Lucien Favre a fine 2020.

In questo, molto impatto ha avuto il periodo in cui Edin Terzic aveva preso il controllo della panchina ad interim nella seconda parte della scorsa stagione: l'aver ottenuto il piazzamento Champions in rimonta, i quarti di finale di Champions e la vittoria della Pokal hanno portato il club a designarlo come direttore tecnico, un ruolo che forse lo stesso Rose ha visto come una specie di commissariamento del suo lavoro e che, a mio parere, potrebbe aver creato quelle frizioni con la dirigenza che hanno portato al suo licenziamento ed al ritorno in panchina di Terzic.

Rose ha costruito comunque qualcosa in questa stagione, forgiando un materiale importante su cui di certo Terzic potrà godere al meglio: un Reus ed un Julian Brandt restituiti in buona condizione, un Malen che dopo un inizio difficile ha trovato la sua dimensione e che senza Haaland vedrà moltiplicate le proprie responsabilità ed opzioni offensive per terminare con un pacchetto difensivo rinnovato su cui il tecnico di origini bosniache poggerà le proprie strategie in non possesso.

Se sarà un successo, anche a Marco Rose dovranno essere dati dei meriti.

Friday, 11 March 2022

Come Sebastian Hoeness ha rilanciato l'Hoffenheim


Quando siamo giunti a nove giornate dalla fine della Bundesliga, come previsto alla vigilia della stagione, c'è una grande ressa alle spalle dei dominatori del Bayern Monaco. All'interno di questa c'è una squadra che sta emergendo a suon di prestazioni e di risultati, supportati da uno stile di gioco ben riconoscibile: stiamo parlando dell'Hoffenheim di Sebastian Hoeness, nipote di Uli, ex calciatore e dirigente di spicco del Bayern Monaco.

E' proprio dalla squadra bavarese che l'attuale allenatore dell'Hoffenheim proviene, essendo stato la guida tecnica della seconda squadra del Bayern che ha portato al trionfo nella terza serie tedesca nel 2020 in contemporanea con i trionfi della prima squadra. Tanto è bastato a convincere il club di Sinsheim a puntare su di lui per dare continuità al lavoro lasciato due stagioni prima da Julian Nagelsmann.

Dopo la prima stagione con alti e bassi e tanti infortuni, in questa stagione il tecnico bavarese è riuscito a dare continuità alla squadra e così, grazie ad un calcio che sa unire possesso palla e verticalità unitamente ad una fase di non possesso molto peculiare, oggi il suo Hoffenheim si trova al quarto posto in classifica con la concreta speranza di far risuonare nuovamente la musica della Champions League alla PreZero Arena, dove sabato prossimo arriverà a far visita il Bayern Monaco del grande ex Julian Nagelsmann.


LO SCHIERAMENTO DELL'HOFFENHEIM



A dimostrazione del fatto che la strategia di gioco conta di più dei moduli con cui una squadra entra in campo, la squadra di Hoeness non ha un modulo ben definito, in quanto questo viene modificato in base agli uomini a disposizione o dal tipo di avversario da affrontare.

Una preferenza la si può notare per l'utilizzo di una difesa a tre ed un centrocampo composto da due mediani più due esterni a tutta fascia con tre variazioni sul tema riguardo i tre davanti, dove l'Hoffenheim può schierarsi con un trequartista alle spalle di due punte, una punta supportata da due trequartisti o con tre giocatori sulla stessa linea, per poi trasformarsi in un 3-5-2 quando viene abbassato Baumgartner.

Analizzando i vari schieramenti e gli uomini utilizzati da Hoeness in campionato ho provato a sintetizzare la formazione base della squadra di Sinsheim, con Baumann portiere e primo costruttore della squadra; la linea difensiva è molto particolare visto che per 2/3 è composta da due giocatori nati come centrocampisti: Vogt è stato retrocesso in difesa diversi anni fa da Nagelsmann, Hoeness ha fatto la stessa cosa con Grillitsch. A centrocampo troviamo Samassekou, l'uomo di equilibrio del sistema di gioco, affiancato da un altro palleggiatore come Geiger; sugli esterni agiscono Kaderabek a destra ed il promettentissimo David Raum a sinistra. Tanto talento in avanti con Baumgartner e Kramaric che supportano la punta che può essere Bebou o l'israeliano Dabbur. In giallo ho voluto indicare gli altri giocatori utilizzati e che possono modificare lo schieramento della squadra: a centrocampo Stiller e Rudy fanno da backup ai due centrali di centrocampo, Akpoguma può essere schierato come terzo di difesa ma anche come esterno a destra, mentre Georginio Rutter è l'altra next big thing a disposizione del tecnico della squadra e può agire da punta centrale, seconda punta o da uno dei due uomini a supporto della punta centrale.



IL GIOCO PARTE SEMPRE DA DIETRO


La principale caratteristica dell'Hoffenheim di Hoeness sta nella scelta degli interpreti in fase di costruzione del gioco: con una difesa a tre in cui giocano Vogt e Grillitsch è chiarissimo l'intento del tecnico di volere giocatori con visione di gioco ed abili nel palleggio per poter dare il via l'azione con l'obiettivo di attirare il pressing avversario e colpire alle loro spalle.

Se andiamo a vedere il grafico relativo al coinvolgimento medio dei giocatori nel corso del campionato, è evidente come entrambi siano i giocatori da cui passano il maggior numero dei palloni, mentre si può anche notare la grande quantità di palloni ricevuti dai centrocampisti centrali ma soprattutto da Kramaric e Baumgartner, ossia gli uomini target della costruzione da dietro che ricevono nei mezzi spazi in zona rifinitura (ossia la zona tra centrocampo e difesa avversaria). Inoltre le diverse posizioni sul grafico mostrano anche il diverso coinvolgimento dei due esterni Kaderabek e Raum, il primo maggiormente ricercato dai passaggi progressivi, il secondo invece che partecipa anche ai meccanismi in costruzione come vedremo dettagliatamente più avanti.

La costruzione da dietro tipica dell'Hoffenheim è quella composta dal rombo formato dai tre centrali di difesa ed uno dei due centrocampisti. In genere sono i due braccetti a portare palla mentre il vertice alto del rombo è chiamato ad attrarre la pressione del centrocampo avversario per liberare spazio alle ricezioni alle spalle. Spetta, quindi, ai tre difensori il compito di far avanzare il pallone con un passaggio progressivo, questo spiega la centralità nel gioco di Vogt le cui veci, in questo esempio, le fa l'americano classe 2000 Chris Richards.

Come anticipato sopra, dei due esterni Raum è quello maggiormente coinvolto nella fase di costruzione, questo per aiutare l'uscita del pallone in fasi in cui l'avversario è molto aggressivo, soprattutto quando decide di togliere a Vogt la libertà di giocare il pallone. In questo esempio il Leverkusen manda l'esterno offensivo in pressione sul capitano dell'Hoffenheim, per questo motivo l'esterno sinistro si abbassa per fornire supporto alle spalle della pressione dell'avversario. Inoltre questo esempio ci mostra un'altra costante del sistema di costruzione voluto da Hoeness, ossia Florian Grillitsch che dalla posizione di centrale di difesa avanza dietro la prima linea di pressione per migliorare lo scaglionamento della squadra ed attrarre la pressione dell'avversario per creare più spazi alle spalle da attaccare.

Inoltre questo schieramento in costruzione è molto importante anche per creare un sistema automatico di marcature preventive in caso di perdita del pallone. In questo esempio si può notare chiaramente il rombo di costruzione schierato in difesa preventiva, con il centrocampista centrale che supporta l'aggressiva fase di riconquista del pallone nel momento in cui viene perso.




LO SVILUPPO MEDIANTE I TRIANGOLI E L'UTILIZZO DEL TERZO UOMO


La costruzione è il punto di partenza della strategia dell'Hoffenheim in fase di possesso, questo perché attira la pressione avversaria per poi cercare di colpirla alle spalle. Ma come riesce la squadra tedesca a superare la pressione? Qui entrano in campo l'utilizzo di triangoli per muovere il pallone in avanti e quello del terzo uomo, ossia un giocatore posizionato in modo tale da rendere possibile la connessione tra due giocatori interrotta dal posizionamento dell'avversario.

Analizzando statisticamente i metri guadagnati con i passaggi o con le conduzioni e le azioni che hanno portato al tiro possiamo definire chi fa progredire il gioco e chi cerca di rifinirlo, così vediamo ancora una volta i difensori che fanno avanzare il gioco (ancora una volta è visibile la centralità di Vogt in tal senso) mentre vediamo i due esterni Kaderabek e Raum che sono il punto d'unione tra fase di sviluppo e quella di rifinitura, con la loro capacità di condurre il pallone in corsa e di creare opportunità con i loro cross ed anche dai piazzati. La presenza di Grillitsch nello stesso quadrante si spiega con il suo coinvolgimento nelle palle da fermo quando queste vengono battute con l'opzione di un passaggio corto.

L'utilizzo dei triangoli è molto più frequente in partite contro squadre che non vanno a contendere la costruzione bassa dell'Hoffenheim ma preferiscono togliere la progressione centrale del pallone, così l'unico modo per risalire il campo resta quello di farlo per vie laterali. Così vediamo spesso a sinistra il terzo di difesa condurre il pallone per poi creare un triangolo con il centrocampista e l'esterno di parte.



Ma anche a destra queste combinazioni e questo schieramento viene utilizzato per questo scopo, seppur in maniera meno frequente, ossia quando non trovando spazio da un lato, il gioco viene ribaltato su quello opposto. Anche in questo caso si può vedere come i tre difensori siano attenti alle marcature preventive qualora il pallone venga perso, in tutto questo è ben visibile la voglia degli Hoffe di avere sempre il mano il controllo territoriale della partita.

La soluzione dell'utilizzo del terzo uomo è utilizzata più frequentemente, invece, in situazioni in cui il pressing avversario è più aggressivo oppure viene ben attirato dai centrocampisti: il loro movimento a venire incontro alla zona di costruzione porta la pressione avversaria ad allungare la squadra ed ecco che qui Vogt o Grillitsch possono usare il loro piede educato per usarli come "muro" per chiudere una triangolazione o per generare una linea di passaggio in verticale per gli elementi più avanzati. In questo esempio il terzo uomo restituisce il pallone a Vogt che serve in verticale il pallone per lo scatto di Raum alle spalle del terzino del Leverkusen. Indubbiamente la combinazione che permette a Raum di essere servito in profondità sulla corsa è una delle soluzioni più utilizzate e questo spiega il motivo per il quale il terzino sinistro campione d'Europa Under 21 sia il giocatore con all'attivo il maggior numero di azioni di tiro create.




DIFENDERE IN AVANTI PER NON RISCHIARE DIETRO


La strategia in fase di non possesso è molto chiara e prevede una evidente presa di posizione dell'Hoffenheim sul modo di difendere: così come la fase di possesso inizia mediante una costruzione dalla linea difensiva composta appositamente da due centrocampisti a tale scopo, la fase di non possesso inizia sulla trequarti avversaria con lo scopo di ridurre al minimo le fasi di difesa posizionale in cui la presenza di un solo difensore puro può creare delle difficoltà.

Se andiamo a vedere i dati sui tiri subiti in Bundesliga, la squadra di Hoeness è tra le squadre che concede di meno nell'intero campionato, anche il dato degli xG complessivi subiti (in base al modello StatsBomb) permette alla quarta forza del campionato tedesco di avere dei dati difensivi che premiano la strategia della squadra di Hoeness. Come andremo a vedere questa strategia porta la squadra a subire di meno ma quando subisce tende a concedere occasioni mediamente più importanti agli avversari.

Se invece vogliamo analizzare la strategia di pressione, avremo modo di notare come la strategia è aggressiva ma ragionata: l'obiettivo, come vedremo, è quello di costringere l'avversario a forzare la giocata per superare il blocco centrale con baricentro medio-alto predisposto dall'allenatore nativo di Monaco di Baviera per poi aggredire quando si attivano i cosiddetti pressing trigger, ossia quelle situazioni che attivano il pressing (per esempio un passaggio all'indietro o un passaggio in una zona laterale del campo). In base a questo grafico l'Hoffenheim va a disturbare l'avversario molto frequentemente sulla sua trequarti ma allo stesso tempo la percentuale di passaggi concessi agli avversari è più elevata se confrontata ad altre squadre che difendono in avanti, questo perché l'obiettivo non è il recupero palla immediato ma non concedere l'avanzamento in campo. 

Anche il dato del PPDA (10,19 secondo Wyscout) e del BDP  (in negativo secondo il calcolo di Soccerment, quindi vuol dire che l'Hoffenheim concede in media più passaggi all'avversario rispetto alle altre squadre) confermano che siamo di fronte ad una squadra che non vuole sporcare il possesso all'avversario.

Questi valori statistici sono una spiegazione dell'atteggiamento in non possesso della squadra di Sinsheim che punta a togliere accesso centrale all'avversario. Come si evince da questo fermo immagine, i due attaccanti creano una prima linea di pressione che punta solamente a disincentivare il portiere avversario a servire i due difensori centrali, una situazione che attiverebbe il pressing trigger; alle loro spalle le due mezzali sono già pronti ad aggredire sulle ricezioni dei due mediani del Leverkusen. L'obiettivo dell'Hoffenheim è costringere l'avversario a lanciare lungo e andare sugli esterni dove a propria volta si sposterà la pressione.

La prima pressione, inoltre, non prevede uno schieramento predefinito ma segue solamente il principio della chiusura degli accessi centrali: qui vediamo il sistema di pressione contro una squadra che gioca con un vertice basso anziché i due mediani, i due attaccanti sono coadiuvati da una delle mezzali nel togliere linee di passaggio ai centrali difensivi avversari. Come si vede nel fermo immagine il vertice basso avversario è totalmente ingabbiato per cui il centrale dell'Augsburg in possesso palla non ha soluzioni centrali per far progredire l'azione.

Quando invece l'avversario avanza e prende campo, lo schieramento difensivo dell'Hoffenheim diventa un 5-3-2 con i 3 centrocampisti ed i 2 attaccanti che continuano nel loro compito di chiudere il centro del campo e la linea dei 5 difensori pronta ad affrontare gli avversari con uscite individuali dalla linea per fermare la ricezione tra le linee o ritardare l'azione avversaria. Tutto questo spiega perché l'Hoffenheim sia una delle squadre che subisce meno l'iniziativa e soprattutto meno tiri a partita.

Anche da questo esempio è ben visibile il principio di chiudere il centro del campo; un altro elemento importante è la distanza tra il giocatore avversario in possesso palla e quello dell'Hoffenheim in pressione, a quest'ultimo seppur non viene richiesto di andare ad aggredire per riconquistare il pallone, deve comunque muoversi in modo tale da non concedere eccessiva libertà di calcio all'avversario generando una situazione di "palla scoperta", circostanza che renderebbe vana la strategia difensiva.

Il motivo sta nel fatto che una mancata copertura del pallone metterebbe a nudo il limite di questo sistema con baricentro medio-alto, ossia lo spazio lasciato in profondità alle spalle della linea difensiva: se a chi gioca da dietro viene permesso di giocare il pallone liberamente verrebbero fuori le difficoltà dei centrali difensivi nel correre all'indietro, tanto più che si tratta spesso e volentieri di giocatori come Vogt e Grillitsch che tanto danno in fase di impostazione ma che non possono certo garantire molto in situazioni di uno contro uno difensivi, tanto più in velocità.




CONCLUSIONI


Domani pomeriggio l'Hoffenheim affronterà un Bayern Monaco appena uscito dal martedì di Champions con le 7 reti realizzate al Salisburgo; all'andata la formazione di Nagelsmann vinse 4-0 mostrando i limiti della squadra di Hoeness sopra esposti ma anche le qualità di una squadra che non vuole lasciare il predominio territoriale ai propri avversari accettando i rischi che questa scelta comporta.

Il quarto posto in classifica e la differenza marcatamente positiva tra xG realizzati e xG subiti (secondo posto in base al modello Understat, quinto posto secondo il modello FbRef/StatsBomb) depongono decisamente a favore della strategia messa in piedi dall'allenatore bavarese che ha anche avuto il merito di far esplodere il talento di Raum e di Rutter.

Thursday, 2 September 2021

L'impronta di Van Bommel sul Wolfsburg


Il prologo della Bundesliga prima di tuffarci nel vivo della stagione vede in testa alla classifica il Wolfsburg, che in estate ha visto partire Oliver Glasner, ossia l'allenatore che l'ha riportata in Champions League per affidarsi all'ex centrocampista del Milan Mark Van Bommel, reduce da un'esperienza sulla panchina del PSV Eindhoven.

Il tecnico olandese ha portato delle lievi modifiche al modo di giocare della squadra smussando il calcio iper-verticale del suo predecessore ma senza rivoluzionare la struttura della squadra. Il Wolfsburg sembra una squadra in grado di capire quando è il momento di aggredire e quando compattarsi, quando verticalizzare e quando mantenere il pallone, tutto questo si è trasformato in 3 vittorie su 3 partite di campionato, il che rende la squadra di proprietà della Volkswagen una papabile terza incomoda nella lotta al titolo tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund.


 COME SI SCHIERA IL WOLFSBURG


Una delle cose che certamente Van Bommel non ha modificato rispetto a Glasner è il 4-2-3-1 di partenza che conferma la squadra in grado nella scorsa stagione di ottenere la qualificazione alla Champions League: il punto di forza sta nelle coppie centrali di difesa e centrocampo, con quest'ultima che dovrà fare a meno nel corso della stagione del grande dinamismo di Xaver Schlager, che si è rotto il crociato nel corso dell'ultima partita vinta contro il Lipsia, il che potrebbe portare il tecnico olandese ad apportare delle modifiche allo schieramento visto che negli ultimi giorni di mercato l'unico rinforzo giunto è quello di Dodi Lukebakio che andrà a fornire passo alla fascia sinistra.


L'IMPORTANZA DELLA COPPIA ARNOLD-SCHLAGER

Perché senza Schlager vedremo un altro Wolfsburg? La risposta è semplice: il centrocampista austriaco è davvero un giocatore unico nel suo genere per stamina e per capacità di coprire ampie porzioni di campo senza perdere lucidità nei contrasti. Le sue capacità bene si sposavano con quelle di Maximilian Arnold, l'uomo da cui passano i palloni prima di decidere cosa farne: i movimenti e i compiti di questa coppia di centrocampisti sono quelli su cui si basava l'identità del Wolfsburg di Glasner ed altrettanto vale per quella di Van Bommel.

Partiamo dalla fase di costruzione dove Arnold tende ad abbassarsi assieme ai due centrali difensivi per fare partire l'azione: come spesso accade nelle scuole calcistiche mitteleuropee, al centrocampista centrale viene spesso richiesto di non posizionarsi tra i centrali come accade nella salida lavolpiana bensì a lato di essi in modo da poter avere più soluzioni di passaggio diagonali; Arnold si sposta sul lato sinistro per poter sfruttare al meglio il suo piede mancino da cui fare partire l'azione. Da contraltare fa, invece, Schlager che si scagliona alle spalle della prima linea di pressione avversaria, una posizione da cui fa partire le proprie corse per andare a sostenere le successive fasi di gioco.

L'importanza del centrocampista austriaco nella fasi successive del gioco la si nota nel momento in cui il Wolfsburg, come da propria abitudine, cerca di sviluppare esternamente l'azione: in questo caso, partendo dalla propria posizione avanzata rispetto a quella di Arnold, è pronto a sostenere la risalita del pallone sul lato destro, dove agiscono due giocatori di grande corsa come Mbabu e Baku e dal cui lato i bianco-verdi generano diverse occasioni. Da questa posizione Schlager può sia completare un triangolo con i due esterni, sia andare alla riconquista della seconda palla qualora il compagno perda il duello individuale con il proprio avversario sulla fascia.

La spartizione delle funzioni tra i due centrocampisti è, inoltre, visibile, nelle fasi di transizioni difensiva, dove l'austriaco va a sostegno della fase di immediata riconquista del pallone mentre Arnold resta un passo indietro a fornire copertura preventiva davanti ai centrali difensivi e sostenuto da uno o entrambi i terzini. In questa occasione il Wolfsburg stava tentando di penetrare centralmente per cui i terzini non erano avanzati a dare sostegno; qualora, invece, il tentativo di attacco venga portato sugli esterni, quello sul lato opposto al lato pallo resta in marcatura preventiva garantendo due linee di copertura in caso di transizione avversaria.


SVILUPPO SUGLI ESTERNI ED OCCUPAZIONE ZONA RIFINITURA


Il Wolfsburg pur non possedendo una rosa intrisa di campioni ha giocatori in grado di permettere alla squadra diverse soluzioni di gioco per potersi rendere pericolosa: le principali sono lo sviluppo dell'azione sull'esterno e l'occupazione della zona rifinitura che viene cercata sia per vie centrali che sfondando appunto esternamente.

Nel proseguimento dell'azione analizzata prima che partiva sulla fascia destra, una volta superata la metà campo il trequartista centrale Philipp partecipa alla catena con Baku e Schlager. In questa occasione manca all'appello Mbabu, rimasto in copertura visto l'atteggiamento aggressivo del Lipsia, ma come si nota, la palla in verticale del terzino svizzero costringe il terzino avversario ad uscire sull'esterno creando uno spazio alle spalle potenzialmente esplorabile da un inserimento di Philipp o dello stesso Schlager, tutto questo in ossequio alla verticalità necessaria per sopravvivere all'ecosistema della Bundesliga.

Un esempio che vede la collaborazione del terzino lo vediamo in questo esempio, dove l'azione si sviluppa a sinistra. L'avversario di turno, l'Hertha Berlino è meno aggressivo in pressione, per cui i due terzini possono più facilmente slegarsi dalla fase di costruzione: in questo caso Roussilon triangola con l'esterno di parte Steffen e cerca di chiudere il triangolo con una sovrapposizione interna per poter arrivare ad un cross per Weghorst che prende posizione a centro area, questo fa collassare la difesa avversaria sul lato dove si sviluppa l'azione e sul centravanti generando spazio per l'inserimento da dietro di Philipp o per un taglio di Baku dal lato debole. In questa situazione, quindi, il Wolfsburg crea diverse opzioni per rendersi pericolosa sfruttando al meglio le specificità dei propri singoli. A completamento di quanto descritto nel paragrafo precedente , si può notare anche la presenza di Schlager (cerchiato) pronto ad intervenire in caso si rendesse necessaria la ri-aggressione della palla.

Da questa immagine meglio si chiarisce il modo in cui il Wolfsburg cerca di schierarsi in campo in fase di possesso: come abbiamo già visto precedentemente Arnold si abbassa in costruzione, i due terzini forniscono ampiezza ma ad altezze diverse, questo perché la preferenza di Van Bommel è quella di sviluppare l'azione sul lato destro con la catena Mbabu-Schlager-Baku-Phillip, tuttavia qualora quella zona di campo non sia accessibile ecco che si sfrutta lo spazio lasciato libero a sinistra dagli avversari per sviluppare l'azione da quel lato usando le discese di Roussillon. Altro elemento che si può notare da questo schieramento è l'occupazione della zona rifinitura da cui si evince anche il compito che hanno i giocatori all'interno di questo schieramento: sfruttando la fisicità e l'abilità sulle palle alte, Weghorst è quello che viene incontro spalle alla porta per giocare di sponda per giocare con gli altri occupanti della zona che attaccano la difesa o aiutano, assieme al solito Schlager, ad andare ad attaccare la seconda palla.

Da questo schieramento si evince come l'allenatore olandese cerca di avere quante più soluzioni possibile per avanzare e mettere in difficoltà la linea difensiva avversaria, quindi anche le soluzioni centrali sono esperite dai costruttori della squadra, anche se le soluzioni più utilizzate sono quelle esterne.

Come testimoniano le statistiche, l'utilizzo delle fasce laterali è decisamente massiccio ed è perfettamente suddiviso tra i due lati, un dato questo basato sul fatto che nell'ultima partita contro il Lipsia il Wolfsburg ha cercato di giocare prevalentemente a destra, sul lato opposto invece ha attaccato nella partita contro l'Hertha Berlino. Questo mostra come la squadra di Van Bommel cerca di attaccare dove l'avversario concede spazio, il fine ultimo dei bianco-verdi è quello di raggiungere la zona di rifinitura per conservare la supremazia territoriale.


LA FASE DI NON POSSESSO E' IL PUNTO DI FORZA


Pur essendo facilmente riconoscibili le intenzioni della fase di possesso dei lupi, questa non porta la squadra facilmente al tiro o alla creazione di occasioni particolarmente pericolose; i 13 tiri a partita registrati finora mettono il Wolfsburg a metà classifica in questa particolare classifica, mentre è la fase difensiva ad essere di ottimo livello con una sola rete subita in tre partite (su calcio di rigore) ed una media di xG per tiro che è la migliore del campionato tedesco.



Due sono le cause che permettono alla squadra di Van Bommel di mantenere questo tipo di valori difensivi: il primo sta proprio nella fase di non possesso, il secondo nella gestione della palla in fase di possesso.

Partendo dalla fase di non possesso, abbiamo già avuto modo di vedere la capacità della squadra di saper organizzare una transizione difensiva di ottimo livello, con sovraccarico della zona palla ed un sistema ben organizzato di marcature preventive. Oltre a questo c'è la compattezza del 4-2-3-1 della squadra in fase difensiva.

Il 4-2-3-1 in fase di non possesso è ben visibile da questo esempio, dove le linee sono ben compatte sia verticalmente che orizzontalmente. La fase di prima pressione porta l'avversario ad andare sull'esterno con una pressione che può essere molto alta (come avvenuto nella partita contro il Lipsia) sia più prudente e basata sulla copertura delle zone centrali (come accaduto contro l'Hertha Berlino). Una volta portata l'azione avversaria sull'esterno si nota altrettanto chiaramente come il Wolfsburg riesca ad avere superiorità numerica in quella zona di campo grazie allo scivolamento del solito Schlager.

Altro elemento distintivo è l'aggressività dei centrali difensivi, i quali hanno il compito di chiudere la zona di rifinitura qualora l'avversario si mostri in grado di averne accesso. I due centrali Brooks e Lacroix vanno sempre alla ricerca dell'anticipo spezzando la linea sempre con ottima scelta di tempo, qualora il tentativo non vada a segno, la profondità può essere coperta dalla grande velocità dei due terzini pronti a scappare indietro e recuperare sugli avversari in velocità. Come si desume anche da questo esempio si può notare la compattezza delle linee per negare il centro del campo e la progressione.

Oltre all'ottima organizzazione in fase di non possesso, altro elemento che permette al Wolfsburg di gestire il controllo della partita sta nella scelta di non accettare le sfide di transizioni con l'avversario. Difatti dopo aver riconquistato il pallone grazie agli ottimi meccanismi di transizione difensiva o grazie alla compattezza in fase di difesa posizionale vista sopra, la squadra di Van Bommel non rilancia a sua volta con una verticalizzazione ma decide di consolidare il possesso del pallone e ricostruire il gioco partendo dalla costruzione da dietro. In questa maniera il ritmo viene controllato e si evita di disordinare eccessivamente la squadra e, quindi, poter dettare il contesto tattico della partita, questo spiega i bassi punteggi delle partite del Wolfsburg in queste prime partite di campionato rispetto alle alte medie della Bundesliga.


CONCLUSIONI


Il Wolfsburg è arrivata alla pausa per le nazionali come capolista solitaria della Bundesliga, un risultato ottenuto grazie ad un approccio voluto da Van Bommel che contamina la ricerca della riconquista aggressiva del pallone con il controllo dei ritmi ed il mantenimento dell'ordine in campo, un concetto frutto delle idee di calcio che il tecnico olandese ha incontrato nella propria carriera di calciatore.

Sostanzialmente il Wolfsburg è davanti a tutti grazie prevalentemente alle proprie prestazioni difensive, sicuramente un cambio di paradigma per la Bundesliga. Terminata la pausa, tuttavia, diverse saranno le sfide che i lupi dovranno affrontare: la prima è capire come il sistema creato finora possa reggere senza un'architrave come Xaver Schlager, la seconda è capire come verrà gestito il doppio impegno, visto che Weghorst e compagni sono attesi dal girone di Champions in cui le probabilità di passare il turno sono alte visto che hanno pescato un girone con Lille, Siviglia e Salisburgo, squadre alla portata dei bianco-verdi.

La scelta di uno stile di gioco atto a controllare i ritmi di gioco può tornare utile a gestire gli impegni ed imporsi anche in Europa, per cui sarà moto utile tenere sotto controllo le prestazioni della squadra di Van Bommel.









Wednesday, 12 May 2021

Edin Terzic merita una panchina importante?

Dopo l'esonero di Favre avvenuto a dicembre a seguito della pesante sconfitta interna contro lo Stoccarda, il Borussia Dortmund ha deciso di affidare temporaneamente la panchina a Edin Terzic, giovane allenatore proveniente dal settore giovanile del Dortmund, appartenente anche lui a quella categoria di "laptop trainer" che in Italia non potrebbero neanche iscriversi ai corsi di Coverciano.

Il tecnico di origine bosniache lascerà la panchina dei gialloneri al termine della stagione in quanto il club ha scelto come successore Marco Rose dal Borussia Dortmund: tuttavia Terzic non sta svolgendo affatto un pessimo lavoro dalle parti del Signal Iduna Park e per questo motivo sarebbe opportuno che trovasse modo nella prossima stagione di trovare spazio in un'altra squadra, che sia di Bundesliga o di un altro campionato.

Dopo aver ereditato da Favre una squadra che aveva perso il proprio equilibrio, anche Terzic ha avuto momenti difficili: due sconfitte consecutive a gennaio hanno allontanato la squadra dalla zona Champions, ma con l'arrivo della massima competizione europea il tecnico è stato in grado di rimodellare la squadra con un 4-2-3-1 che è riuscito ad ottenere due obiettivi. Il primo obiettivo è stato quello di trovare un sistema che non facesse sentire la mancanza di Alex Witsel, il regista della squadra attorno al quale giravano tutti i meccanismi della squadra, il secondo quello di permettere a Marco Reus di poter fornire quel contributo che non sembrava in grado di dare al fianco di Haaland.


IL 4-2-3-1 E LA CENTRALITA' DI MARCO REUS

Con il 4-2-3-1 e senza un regista in mezzo al campo, Terzic ha deciso di spostare lo sviluppo della manovra sugli esterni in modo da arrivare mediante triangolazioni a raggiungere la zona di rifinitura, dove Reus ed Haaland potessero dialogare e trovare la via della rete.

In Champions League le reti realizzate a Siviglia negli ottavi ed a Manchester nei quarti di finale si sviluppano mediante questo asse che con Lucien Favre faceva fatica a svilupparsi. Una volta che la squadra riusciva a recapitare un pallone in zona rifinitura (mediante sviluppo o mediante transizione), la tecnica in velocità del tedesco e del norvegese hanno spaccato due linee difensive ben preparate come quelle della squadra di Lopetegui e Guardiola.


 




Questi meccanismi hanno favorito non solo le realizzazioni del centravanti classe 2000 ma innalzato le prestazioni del numero 11 tedesco che è riuscito a tornare sui livelli che lo hanno reso quel giocatore eccitante sempre ostacolato dagli infortuni. Nell'ultima partita di campionato contro il Lipsia lo abbiamo visto eseguire gli stessi movimenti in zona rifinitura dove si è accoppiato con Thorgan Hazard e con le loro combinazioni hanno fatto molto male alla squadra di Nagelsmann. Nell'esempio qui riportato vediamo come il tedesco galleggi tra le linee ed è pronto a ricevere il pallone che, dopo una scambio stretto di altissimo livello con Hazard, porterà al goal che sblocca la partita.

Come accennato in precedenza, il Dortmund cerca di raggiungere questa zona mediante no sviluppo laterale dell'azione: nel calcio attuale la pressione avversaria è sempre più orientata a non concedere le zone centrali del campo forzando il gioco verso le zone esterne. Questa situazione ha messo in difficoltà Lucien Favre, non in grado di modificare i meccanismi del suo 3-4-3: Terzic, invece, ha accettato di giocare il pallone in zone esterne mediante le combinazioni tra gli esterni o le conduzioni dei terzini. Nell'esempio qui riportato, notiamo una situazione molto simile alla precedente, con la palla portata da Pisczek sulla fascia destra che può scegliere di triangolare con Sancho o imbeccare la zona di rifinitura, questa volta occupata da Hazard.

In fase difensiva, invece, il ruolo di Marco Reus è altrettanto importante, in quanto Terzic gli assegna il compito di seguire a uomo il vertice basso avversario in costruzione: nella partita contro il Lipsia, il trequartista tedesco si è messo sulle tracce di Kevin Kampl, uno dei giocatori più importanti nello scacchiere di Julian Nagelsmann, costringendo gli avversari a girare al largo e andare a sbattere contro il compatto 4-4-2 in fase di non possesso messo in piedi dal tecnico del Dortmund.

In questo esempio, invece, si nota chiaramente la compattezza del 4-4-2 una volta che l'avversario passa dalla fase di costruzione a quella di sviluppo: il Dortmund nega al Lipsia ogni opzione centrale chiudendo tutte le linee di passaggio, inoltre l'approccio, come già visto nelle prime partite alla guida della squadra, permette ai difensori centrali di uscire immediatamente in aggressione spezzando la linea difensiva nel momento in cui il pallone riesce a filtrare in zona di rifinitura. Una situazione, questa, che Terzic ha codificato ed ha permesso ai quattro difensori di non avere esitazioni sulla scelta da fare.

I RISULTATI 

I risultati, come indicato in premessa, non sempre hanno premiato le scelte di Terzic: oltre alla serie negativa di fine gennaio, la sconfitta interna contro l'Eintracht Francoforte il 2 aprile, aveva allontanato il Dortmund dalla zona Champions di ben 7 punti. Un distacco che sembrava impossibile da colmare, ed invece i gialloneri sono riusciti, grazie alla fiducia del gruppo nelle scelte dell'allenatore e, perché no, grazie al recupero di elementi fondamentali come Jadon Sancho e Raphael Guerreiro, a trovare una serie di 5 vittorie consecutive che, unite al crollo della squadra di Hutter, le hanno permesso di recuperare la quarta posizione in classifica.

Il recupero dell'esterno inglese e del terzino portoghese ha permesso al giovane allenatore tedesco di poter insistere sulla scelta di dare ritmo alla manovra mediante le combinazioni laterali viste sopra, superando il lento e sterile possesso palla implementato da Favre nell'ultima parte della sua gestione.

A Terzic, dunque, restano 180 minuti per portare la barca Dortmund nel porto della Champions League, un risultato che renderebbe merito al suo lavoro: un lavoro che ha portato Haaland e compagni a 30 minuti dall'accesso alle semifinali di Champions League e che, domani sera, potrebbe sublimarsi alzando al cielo la Coppa di Germania nella finale che ripropone la sfida giocata sabato scorso contro il Lipsia. Comunque andrà a finire uno tra lui e Nagelsmann alzerà il primo trofeo della propria carriera da allenatore professionista: personalmente mi auguro uno dei tanti.

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