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Wednesday, 2 March 2022

Benevento e Cremonese promuovono il calcio moderno anche in Italia


Nel tour de force in cui è impegnata la Serie B in questo mese di febbraio, Benevento-Cremonese ha dato il via al marzo calcistico con un match terminato in parità ma che rinforza le convinzioni di entrambe le compagini nella corsa per la serie A (che sia diretta o tramite play-off) e soprattutto conferma la bontà del lavoro di Fabio Caserta e Fabio Pecchia, con il primo che si sta rivelando sempre più un allenatore emergente pronto a mettersi in gioco al piano superiore, mentre il secondo, dopo la cattiva esperienza di Verona, sta mostrando di saper mettere a proprio agio un gruppo di giovani talentuoso e dalla cifra tecnica difficile da vedere per il campionato cadetto.

L'1-1 finale è frutto di un equilibrio tra il gioco della Cremonese basato sul palleggio e quello del Benevento basato sulla ricerca della profondità; ai punti si potrebbe affermare che la formazione grigio-rossa avrebbe meritato qualcosa in più per occasioni da goal prodotte, ma va detto che entrambe le formazioni hanno sempre cercato di imporre il proprio gioco dando vita a sprazzi di partita anche molto intensi e piacevoli,


LE FORMAZIONI INIZIALI

Il Benevento di Caserta si schiera con un 4-3-3 in cui la coppia centrale di difesa è composta da Glik e Vogliacco (due muri nella sofferta vittoria di sabato pomeriggio a Perugia), Letizia e Barba sono i due terzini (quest'ultimo rimpiazzato dopo poco da Foulon causa infortunio); a centrocampo Calò è il vertice basso supportato da Ionita per fornire supporto fisico e da Acampora per pulire il possesso. Il tridente d'attacco è composto da Forte come riferimento centrale, con Insigne ed Improta ai suoi lati aventi compiti diversi: il fratello del capitano del Napoli è chiamato ad accentrarsi, mentre l'ex Bari e Salernitana deve svolgere più funzioni di mantenimento dell'ampiezza.


La Cremonese viene schierata da Pecchia con il 4-2-3-1 molto offensivo a cui ci ha abiutato in stagione, con la coppia Bianchetti-Okoli a fornire sicurezza alla linea difensiva con la loro forza sui duelli, i terzini Sernicola e Valeri sono chiamati a spingere; a centrocampo la coppia Castagnetti-Fagioli è tra le meglio assortite della categoria, con il primo abile a muovere rapidamente il pallone grazie al suo mancino educatissimo anche nelle giocate a lunga gittata, mentre Fagioli al suo fianco sta esplodendo come centrocampista di lotta e di governo, con la sua grande capacità di gestire il pallone anche in situazioni di forte pressione e con la capacità di cercare la giocata mai banale. In attacco il punto di riferimento è Samuel Di Carmine, alle cui spalle agisce Rafia mentre ai lati operano la fantasia di Luca Zanimacchia a destra e la corsa di Baez sul lato opposto.


LA BATTAGLIA TATTICA PARTE DAI TERZINI 

Le ambizioni dei due allenatori e la volontà di proporre un calcio offensivo è visibile dal modo in cui vengono utilizzati i terzini: soprattutto nel primo tempo Letizia e Foulon (quando è subentrato a Barba) da una parte e Sernicola e Valeri dall'altra sono stati utilizzati come arma dai due allenatori per aprire lo schieramento difensivo avversario e muoverlo al fine di trovare spazi in verticale su cui far proseguire l'azione. Questo posizionamento dei terzini era ben visibile sin dalla fase di costruzione delle due squadre.

Il Benevento costruisce con i due centrali che si aprono e Calò che si abbassa in mezzo ai due cercare di far partire l'azione in maniera pulita; proprio per mantenere alti e protetti i terzini, i giocatori più vicini nello schieramento erano le due mezzali Acampora e Ionita, chiamati a loro volta ad attrarre la linea di centrocampo della Cremonese e creare spazio nella zona tra le linee. In questo esempio si vede la posizione di Letizia più alta rispetto a Ionita ed Acampora che invece cercano di fornire una linea di passaggio frontale e fare anche da terzo uomo per permettere la ricezione a Calò, schermato sempre da uno tra Di Carmine e Rafia. 

Dall'altra parte la Cremonese aveva il problema di dover affrontare le due linee da 3 uomini proposte da Caserta per fermare la progressione centrale del gioco da parte della squadra grigiorossa: per questo motivo la soluzione adottata era quella di aprire uno tra Fagioli e Castagnetti al lato dei due centrali di difesa in modo da essere raggiunti dalla linea di passaggio lasciata aperta dall'avanzamento dei terzini e permettere loro di dialogare con lo stesso terzino di parte e con l'esterno offensivo con l'obiettivo di sovraccaricare la zona per poi far arrivare il pallone in zona rifinitura o cercare di avanzare mediante triangolazioni.

Lo stesso esempio è visibile quando il pallone va sul lato opposto, dove è Fagioli ad aprirsi per sfuggire alla morsa centrale dello schieramento difensivo del Benevento. In questo fermo immagine è meglio visibile lo schieramento del Benevento atto a chiudere il centro del campo e la volontà della Cremonese di aprirlo puntando sul sovraccarico laterale al fine di aprire una linea di passaggio per Rafia (che però viene sempre seguito quasi a uomo da Calò) o per progredire utilizzando lo stesso Sernicola e l'esterno offensivo di parte. 

LA RICERCA DELLA PROFONDITA' DEL BENEVENTO


Il diverso stile di gioco delle due squadre si è visto anche nel modo in cui hanno cercato di arrivare in porta ma anche di come hanno cercato di aggredire l'avversario, una differenza di stile che ha reso estremamente divertente la partita per lunghi tratti, con anche diverse fasi ricche di transizioni, duelli e contrasti che hanno alzato il livello agonistico della partita dandole anche un bel ritmo.

La strategia del Benevento era quella di disordinare il 4-4-2 con baricentro medio-alto della Cremonese, e Caserta ha mostrato di avere due importanti armi a propria disposizione per riuscire nel proposito, una si chiama Giacomo Calò, l'altra Roberto Insigne. Il regista delle streghe ha mostrato le sue grandissime qualità nel gioco lungo e nella ricerca di palloni filtranti tra le linee: in questo esempio si vede una giocata tipica del Benevento di Caserta (chiedo scusa per il gioco di parole geografico) con Ionita che fa da terzo uomo per servire il numero 5 che cerca la giocata di prima intenzione in verticale alle spalle della linea difensiva alta della squadra di Pecchia. 

L'ex centrocampista della Juve Stabia è stato una precisa richiesta di Fabio Caserta appena giunto a Benevento ad inizio stagione, visto che lo ha avuto a propria disposizione proprio negli anni di Castellammare di Stabia e senza dubbio rappresenta l'emanazione del suo allenatore in campo. Le statistiche mostrano come questo tipo di giocata sia il marchio di fabbrica del centrocampista del Benevento, tanto da essere il migliore in campionato nella specifica statistica dei passaggi filtranti predisposta da Wyscout, intendendosi come filtranti quei passaggi diretti ad un compagno di squadra alle spalle della linea difensiva avversaria.

L'altra soluzione della squadra sannita era quella di Roberto Insigne tra le linee: grazie al posizionamento delle mezzali in fase di costruzione e grazie al movimento di Forte ed Improta a fissare la linea difensiva della Cremonese, non di rado si creavano spazi tra le linee in cui si muoveva il fantasista della formazione beneventana. Tramite queste ricezioni il fratello di Lorenzo poteva muovere il pallone in zone di campo molto pericolose, la scelta pià gettonata è stata quella di sfruttare gli spazi che si creavano sugli esterni per lanciare i terzini (già alti a causa della loro posizione in fase di costruzione) ed arrivare al cross cercando di sfruttare i centimetri di Forte e Ionita in area.

La mappa dei passaggi ricevuti dal numero 19 del Benevento mostra chiaramente quanto questa soluzione sia stata cercata dalla formazione di Caserta per creare pericoli dalle parti di Carnesecchi.









IL GIOCO TECNICO ED IN VELOCITA' DELLA CREMONESE

Dall'altra parte la soluzione era quella di avanzare mediante le giocate in zone esterne con Baez da un lato e Zanimacchia dall'altro lato. Anche in questo caso il posizionamento in zona avanzata dei terzini era funzionale a cercare tramite triangolazioni, con l'aiuto del centrocampista o del trequartista, l'avanzamento oppure sovraccaricare quella zona di campo in modo da poter ribaltare il gioco o riaggredire immediatamente non appena il pallone veniva perso.

In questo esempio possiamo vedere come sia Di Carmine, servito in verticale, ad associarsi con Valeri e Rafia per creare un triangolo esterno mentre Baez cerca di sfruttare lo spazio creato alle spalle di Letizia e lasciato incustodito da Ionita e Calò, chiamati a chiudere il triangolo della Cremonese. Questo tipo di soluzione con taglio di Baez alle spalle di Letizia sarà la giocata che permetterà alla Cremonese di trovare il goal dell'1-1 per opera del proprio numero 7, seppur con la complicità di Paleari. Infine il posizionamento di Sernicola e Fagioli ci mostra anche la preparazione della squadra ad usare il contro-pressing per tenere il gioco sulla trequarti avversaria anche in caso di palla persa e sostenere, quindi, una strategia d'attacco con tanti giocatori in avanti.

Sul proseguimento dell'azione di cui sopra, possiamo vedere come la squadra, appena perso il pallone, cerca immediatamente di fiondarsi su di esso con un gegenpressing promosso da Fagioli e da Baez, mentre vediamo Sernicola che si abbassa a fornire una prima copertura ed Okoli già pronto a contrastare Forte qualora il Benevento avesse deciso di usarlo come appoggio per far partire la transizione offensiva. Nella fattispecie questa transizione verrà bloccata da un fallo dello stesso Fagioli, una situazione che non genera, quindi, un recupero palla ma allo stesso tempo non genera un pericolo immediato in contropiede.

Per cui mentre da una parte abbiamo visto una squadra che ha cercato di manipolare lo schieramento avversario per generare spazi da attaccare, dall'altra parte abbiamo visto una squadra cercare di muovere il pallone velocemente in spazi stretti. 


LA SUPERIORITA' DELLA CREMONESE NEL SECONDO TEMPO

Nel calcio dei cinque cambi a partita e degli impegni ravvicinati (con il prossimo turno di campionato nel weekend le squadre di serie B avranno disputato 8 giornate nel lasso di tempo di un mese esatto) sapere utilizzare le soluzioni dalla panchina ha un ruolo decisivo nella gestione del match. Così, mentre nel primo tempo abbiamo visto due squadre sfidarsi al meglio con le rispettive armi, nel secondo tempo i cambi hanno orientato il piano inclinato della partita dalla parte della Cremonese che però non è riuscita a concretizzare questa superiorità con il goal della vittoria.

A cambiare la partita è stata la scelta strategica dei due allenatori sui cambi offensivi: da una parte Caserta inserendo Lapadula al posto di Acampora ha sostanzialmente deciso di affidarsi interamente ad un 4-4-2 con lanci sulle punte e poi lavorare sulle seconde palle, dall'altra parte Pecchia ha fatto esattamente l'opposto, togliendo la punta centrale Di Carmine e Rafia per inserire Gondo e Gaetano, i cui movimenti a venire incontro hanno creato situazioni tali da allungare lo schieramento in campo della squadra sannita.

Il passaggio alle due punte voluto da Caserta ha portato alla ricerca di combinazioni rapide e dirette tra le due punte, una soluzione che ha quindi reso ancora più verticale l'atteggiamento della squadra di casa, il cui schieramento, come si vede nell'esempio è apparso più simile ad un 4-2-3-1. Come si vede la Cremonese non ha avuto paura a sfidare questo schieramento quasi in maniera pura, ossia andando alla ricerca del duello uomo su uomo e tenendo la linea alta. Alla fine la scelta si è rivelata vincente in quanto nella ripresa la squadra di Pecchia ha vinto quasi il 70% dei duelli difensivi, rendendo di fatto inoffensiva la mossa di Caserta. Ovviamente per puntare a questa idea difensiva Pecchia si fida molto soprattutto dei suoi centrali difensivi e sul posizionamento dei due centrocampisti centrali, in particolare la forza fisica nei duelli del centrale difensivo dell'Under 21 Okoli è decisamente fuori categoria, ed indipendentemente dall'andamento finale della stagione della Cremonese, sarà molto probabile vederlo in serie A nella prossima stagione, ricordando che il ragazzo è di proprietà dell'Atalanta.

La scelta di togliere un centrocampista per un attaccante ha scoperto lo schieramento difensivo del Benevento che, trasformandosi in un 4-4-2 ha avuto maggiori difficoltà a coprire le ricezioni tra le linee degli attaccanti avversari, situazione acuita dalle difficoltà di Improta ed Insigne a rientrare in copertura. Merito della Cremonese è stato anche quello di riciclare immediatamente i possessi ogniqualvolta riuscivano a disinnescare le combinazioni tra le due punte grazie alle qualità in distribuzione del pallone sia di Castagnetti che di Fagioli, due giocatori che si integrano perfettamente come caratteristiche in mezzo al campo. In questo esempio si vede chiaramente come la Cremonese possa banchettare negli spazi tra le linee di difesa e centrocampo del Benevento.

Come si evince dalla statistica relativa agli expected goals, nel secondo tempo la squadra di Pecchia ha avuto diverse occasioni da rete sfruttando questo vantaggio tattico e tecnico che si era creato, ma nonostante le 5 palle goal superiori a 0,10 xG create, le parate di Paleari e l'imprecisione in fase conclusiva hanno tolto alal Cremonese la possibilità di portare a casa i 3 punti e mantenere, quindi, la testa della classifica.



CONCLUSIONI


Benevento e Cremonese hanno messo in mostra una partita che nobilita il palcoscenico della serie cadetta: nonostante siamo in una fase della stagione parecchio densa di eventi e dove i punti in palio iniziano a farsi pesanti, le due squadre non si sono fatte problemi a cercare di imporre il proprio stile di gioco sull'avversario e giocare a carte scoperte nella ripresa nel tentativo di portare a casa i 3 punti.

Il calcio italiano ha sempre vissuto in una bolla di calcio speculare, dove l'equilibrio e la scarsa propensione al rischio fanno da padrone; vediamo questo retaggio ancora presente nel linguaggio giornalistico ed anche di alcuni addetti ai lavori, per cui vedere due squadre di B che provano a giocarsi la serie A con idee di calcio propositive e non avverse al rischio rappresentano un segnale tecnico che, arrivando dal basso, possa permettere finalmente al calcio italiano di evolversi in maniera definitiva promuovendone l'innalzamento qualitativo.

Friday, 16 April 2021

Consigli per il weekend calcistico, Stagione 20/21, Ep. 25


Dopo aver vissuto le imprese di Bayern, PSG, Real e City, le prodezze di De Bruyne, di Foden, di Neuer, di Mbappè e chi più ne ha più ne metta, torniamo a seguire in questo weekend i campionati che sono sempre più vicini al loro epilogo. Ogni competizione ha diversi spunti di interesse e verdetti ancora molto in bilico, per questo motivo ho scelto tre partite da seguire, ognuna delle quali hanno un contenuto importante ai fini della classifica, ma allo stesso tempo ci mette in condizione di osservare percorsi tecnici e tattici molto interessanti, sia a livello di individualità che a livello di proposte di gioco collettive.


CHAMPIONSHIP, READING-CARDIFF (VENERDI' ORE 19)

La seconda serie inglese è entrata nel rush finale della stagione regolare, per cui siamo giunti al momento in cui le partite iniziano ad essere qualcosa in più che decisive ai fini della definizione della griglia finale con le promozioni dirette, le retrocessioni e le squadre che si giocheranno il terzo posto disponibile al passaggio in Premier League tramite i playoff.

Per la promozione diretta ormai siamo in attesa della sola matematica che certifichi il ritorno in Premier League del Norwich, mentre il Watford sembra essere sufficientemente in vantaggio sul Brentford per la seconda piazza. Sono le posizioni sotto a questa che vedono una interessante battaglia in corso a cui cercano di restare attaccate Reading e Cardiff, al momento fuori dalla zona play-off e, specie per i gallesi, una sconfitta in questo scontro diretto significherebbe far saltare in aria ogni proposito di accesso alla post-season.

Oltre al valore per la classifica, questo match è molto interessante per vedere all'opera due squadre provviste di giocatori molto interessanti e che, magari, potremmo rivedere in Premier nella prossima stagione indipendentemente da come finirà la stagione delle relative squadre. 

Il Reading propone un 4-2-3-1 molto riconoscibile in cui il pallone circola abbastanza rapidamente ed allo stesso momento cerca di attirare la pressione avversaria al fine di imbeccare i movimenti dei due elementi tecnicamente più importanti e degni di menzione di questa squadra, ossia l'esterno sinistro Ovie Ejaria e soprattutto il trequartista centrale Micheal Olise, classe 2001, che ha messo a referto in questa stagione 6 goal, 10 assist e 2 passaggi-chiave a partita (intendendo come tali i passaggi che portano al tiro).

Fonte grafico Soccerment
Le capacità del numero 7 del Reading sono ben visibili nel suo stile di gioco, basato sulla comprensione e la ricerca degli spazi, elemento indispensabile nel calcio contemporaneo: partendo da una posizione di trequartista centrale è molto facile vederlo svariare in larghezza ed anche venire incontro a sostegno dello sviluppo dell'azione; non appena, poi, entra in possesso del pallone ha sufficiente velocità mentale e tecnica per cercare subito la palla in profondità per verticalizzare immediatamente l'azione, questo giustifica i suoi numeri in fase offensiva in questa stagione che vedete qui indicati.

In questa situazione il trequartista di passaporto francese viene a prendersi il pallone defilato sulla destra (zona del campo che preferisce essendo di piede mancino): non appena entra in possesso della palla verifica rapidamente il posizionamento delle linee avversarie e verticalizza verso l'accorrente centrocampista centrale che ha attaccato lo spazio creato da Olise stesso nel momento in cui viene incontro a prendersi la palla. Oltre alle qualità del n.7 del Reading si notano anche alcuni princìpi di calcio posizionale che il tecnico serbo Paunovic ha portato nella costa meridionale dell'Inghilterra. Nel 4-2-3-1 del tecnico che ha nel suo palmares anche la vittoria del Mondiale Under 20 con la nazionale serba nel 2015, si è creato, quindi, un ecosistema dove bene si incastrano le caratteristiche di Olise, ma anche di giocatori come Ejaria e Puscas che amano giocare in profondità contro la linea difensiva avversaria.



Anche da questi fermo immagine possiamo ammirare altri esempi del numero 7 del Reading che raccoglie la palla, nel primo caso muovendosi tra le linee, nel secondo caso si abbassa addirittura in zona di costruzione, tuttavia l'output non cambia: in entrambi i casi cerca subito la palla in verticale dopo aver identificato lo spazio per superare la linea difensiva, ad ulteriore dimostrazione della sua rapidità soprattutto dal punto di vista cognitivo.

Ad affrontare la squadra allenata da Paunovic ci sarà l'immediata inseguitrice in classifica: il Cardiff si trova, infatti, all'ottavo posto in classifica, seppur con 7 punti di distacco rispetto al Reading. Il distacco della squadra gallese è frutto della pessima serie di risultati delle ultime settimane, con 1 solo punto raccolto nelle ultime 3 partite.

Fonte passmaps 11tegen11
L'approccio della squadra allenata da Mick McCarthy è decisamente meno propositivo e meno ricercato rispetto a quello del Reading di Paunovic: avendo a disposizione li davanti i 195 cm del centravanti gallese Kieffer Moore, autore di 16 reti in questa stagione, corrispondenti ad oltre il 30% della capacità realizzativa della squadra, è molto facile comprendere come il gioco verta prevalentemente sull'utilizzo delle sue capacità nel gioco aereo. Per questo motivo la strategia della squadra gallese è decisamente molto diretta ed, appunto, basata, sui duelli aerei del suo centravanti, chiamato in media a 18,5 duelli aerei a partita, rendendolo il giocatore della Championship più sollecitato in questo fondamentale in fase offensiva. Non c'è nulla da sorprendersi, dunque, nel vedere della passmaps così particolari e che mostrano in maniera abbastanza evidente la strategia di gioco del Cardiff, basata su un possesso palla molto basso (45% di media) e tanti lanci lunghi e duelli aerei che fanno molto kick and rush della vecchia scuola britannica.

Come ogni partita con contrasti di stili, l'interesse è sempre molto alto, in più le due squadre hanno comunque da mostrare giocatori interessanti ed una situazione di classifica in cui i 3 punti per una delle due contendenti possono dare uno slancio molto importante al finale di stagione.


SERIE B, MONZA-CREMONESE (SABATO ORE 14)

La serie B si avvia verso la fase conclusiva della stagione, con ogni partita che inizia ad assumere contorni drammatici e con tantissime narrative ancora da scrivere, con squadre che prima lottavano per evitare la retrocessione che adesso lottano per un posto nei playoff, così come squadre che ambivano ad un posto nei playoff che adesso rischiano di essere invischiate nella lotta per non retrocedere (vedi Pordenone e Frosinone).

Sabato pomeriggio a Monza si affrontano due squadre il cui cammino nelle ultime giornate segue proprio filone di cambi di scena poco prevedibili fino a poche settimane fa: da una parte la squadra brianzola che è caduta in una spirale negativa che la sta allontanando dalla lotta alla promozione diretta fino e dall'altra la squadra grigiorossa che dopo gli affanni della gestione Bisoli sta risalendo la classifica fino a portarla a ridosso della zona playoff.

Fonte passmap 11tegen11
Il Monza di Christian Brocchi è in un pessimo periodo di forma iniziato prima della pausa per le nazionali con la sconfitta subita per mano del Venezia: una sconfitta per 4-1 che ha fermato una serie di risultati positivi che avevano portato la squadra di proprietà di Berlusconi al secondo posto in classifica, una posizione in linea con le aspettative che la rosa costruita da Adriano Galliani lasciava intendere come reale ambizione della squadra. Tuttavia, la qualità del gioco espresso ha lasciato molte perplessità negli osservatori: la grande qualità di talento individuale presente nella rosa ha permesso alla squadra brianzola di ovviare all'assenza, di fatto, di un'idea di gioco da parte di Christian Brocchi: il calo delle prestazioni di Boateng, dovute ad una condizione fisica non ottimale, hanno messo a nudo l'assenza di una strategia di gioco in grado di coinvolgere al meglio la grande qualità presente a centrocampo con gente come Barberis, Frattesi e Colpani, fino ad arrivare ad un 4-3-3 in cui il Monza praticamente salta il centrocampo per risalire tramite i movimenti degli esterni offensivi. Come si evince dalle passmaps qui di fianco abbiamo un'esemplificazione visiva di quanto detto sopra: il Monza non riesce a risalire il campo per vie centrali, preferisce appoggiarsi sui terzini che poi si associano con l'esterno offensivo di parte che cerca poi di rimettere il pallone in mezzo all'area di rigore attaccata da 3-4 uomini. La strategia è molto chiara e riconoscibile, ma sembra anche di facile lettura per l'avversario a cui è sufficiente chiudere le vie centrale e tentare le transizioni alle spalle dei terzini che salgono in appoggio per generare problemi alla difesa, una situazione che abbiamo visto nella partita persa contro il Venezia e soprattutto nella partita persa nello scorso weekend ad Ascoli.

La Cremonese si presenta a questa sfida, invece, con una importante serie positiva alle spalle di 6 partite con 4 vittorie e 2 pareggi che hanno tirato fuori la squadra grigiorossa dalla zona calda della classifica per portarla a ridosso dalla zona play-off. Il merito della risalita della squadra cremonese è senza dubbio attribuibile all'ottimo lavoro di Fabio Pecchia, subentrato a Bisoli all'inizio del 2021 dove ha lasciato alle spalle i principi di gioco passivi del tecnico emiliano per proporre un tipo di gioco decisamente più propositivo e che sta permettendo a tanti giovani elementi presenti nella rosa grigiorossa di muoversi con molto più agio.

Come si evince dal grafico elaborato sui dati Wyscout, si può notare la bontà del lavoro svolto da Pecchia dal suo arrivo a Cremona: come si evince dai valori successivi al cambio di panchina (desumibili dal cambio di colore delle linee) il possesso palla, i tiri effettuati, gli xG, i tocchi di palla in area avversaria ed il PPDA sono tutti migliorati sotto la gestione dell'ex  giocatore del Napoli che ha anche trasmesso una bella mentalità alla squadra come mostrato anche nella partita disputata martedì pomeriggio contro l'Empoli nel recupero della partita saltata a causa del focolaio COVID che aveva colpito la formazione toscana, partita in cui la Cremonese ha rimontato per due volte la capolista del campionato mostrando continuamente un atteggiamento aggressivo in fase di non possesso e la volontà di non cedere il controllo della partita all'avversario.

Con le due squadre in uno stato di forma sostanzialmente opposto la Cremonese cercherà di approfittare della situazione per cercare di dare un colpo importante alle proprie speranze di agganciare la zona play-off ed aumentare le paure di un Monza partito per vincere il campionato e che, senza un risultato positivo sabato pomeriggio, rischia di mettere in forse anche la partecipazione ai playoff.

SERIE A, ATALANTA-JUVENTUS (DOMENICA ORE 15)

Per la serie A è un weekend quasi decisivo per quel che riguarda la lotta per i 4 posti in Champions League per la prossima stagione: il Napoli principale inseguitore e reduce dalla brillante vittoria ottenuta a Genova contro la Samp, dovrà affrontare un'Inter desiderosa di chiudere quanto prima la pratica scudetto, mentre a Bergamo Atalanta e Juventus si affrontano in un match che potrebbe lanciare una delle due verso un cammino in discesa per chiudere la stagione tra le prime quattro.

Ma Atalanta-Juventus non è solo una sfida di vitale importanza per la classifica ma è anche uno scontro tra due squadre che, per ragioni diverse, stanno vivendo delle trasformazioni tattiche che è interessante seguire.

Gasperini, a causa delle contemporanee assenze di diversi esterni della sua rosa, ha deciso di virare alla difesa a 4 (temporaneamente?), tuttavia, a dimostrazione di quanto lo schieramento di partenza sia un mero esercizio di stile, i princìpi di gioco ed i compiti e le funzioni richieste dallo schieramento non sono cambiate. L'Atalanta, come si desume dalla passmap a fianco, pur cambiando modulo di partenza non ha modificato il sistema con cui risale il campo, ossia le famose catene laterali. Con il passaggio alla difesa a 4, le iniziative che Toloi prima prendeva da braccetto, adesso le svolge partendo da terzino, associandosi con De Roon e con Malinovskiy, mentre dall'altro lato il triangolo è composto da Freuler, Gosens e Muriel con Zapata spostato dalla zona sinistra dell'attacco avversario a vantaggio del connazionale. Il vantaggio di questo nuovo schieramento sta nella possibilità di sfruttare la libertà concessa al trequartista centrale (Pasalic, ma anche Pessina quando tornerà disponibile) e sfruttare al meglio la zona di rifinitura dove gli elementi tecnici come Malinovskiy, lo stesso Pasalic ed Ilicic possono muoversi nel disordine creato dalle catene laterali, una situazione che la Juventus soffre parecchio.

Le grandi difficoltà che ha avuto la Juventus in questa stagione nascono per motivazioni molto diverse tra loro come una rosa assortita male ed una gestione poco oculata del monte ingaggi che ha reso impossibile nelle ultime due stagioni portare avanti un mercato importante a centrocampo, mentre a livello di campo il sistema di gioco molto rigido messo in piedi da Pirlo e dal suo staff ha reso spesso stantia e molto prevedibile la manovra bianconera ed, in alcuni casi, ha anche esposto la difesa a transizioni difficili da gestire.

Pirlo nelle ultime settimane ha provato diverse soluzioni per cercare un modo per ridurre le inefficienze della squadra: tra gennaio e febbraio il tentativo di abbassare il baricentro e giocare sostanzialmente in contropiede aveva portato dei risultati positivi come la vittoria contro la Roma ed il passaggio alla finale di Coppa Italia contro l'Inter, ma poi la sconfitta in campionato a Napoli e, soprattutto, quella sanguinosa di Oporto in Champions hanno mostrato l'altro lato della medaglia, ossia quello di una squadra non in grado di risalire il campo in maniera organica. La doppia sfida contro la squadra di Gattuso prima e quella con il Genoa poi hanno visto una Juve in grado di cercare diversi spartiti nello sviluppo della manovra, affidandosi non solo all'occupazione dei corridoi centrali ma anche cercare la superiorità numerica sugli esterni, soluzione raramente praticata dalla squadra bianconera nel corso della stagione. Un esempio di quanto sopra esposto lo vediamo in un paio di sovrapposizioni di Danilo nella partita contro il Napoli, dove da una parte crea superiorità numerica con una sovrapposizione esterna, e e nel secondo caso attacca lo spazio mediante una sovrapposizione interna. Questo discorso ha funzionato molto bene anche con Chiesa e Alex Sandro sul lato opposto o con gli scambi di fascia tra Cuadrado e lo stesso Chiesa: la Juve di Pirlo, evidentemente, per alzarsi di livello ha bisogno di ampliare i compiti richiesti agli elementi della rosa che meglio si stanno comportando in questa stagione. 

Sulla base di quanto abbiamo visto nelle ultime settimane, dunque, oltre ad una sfida di valore importante per la classifica, il modo diverso delle due squadre di sfruttare le fasce laterali potrebbe essere un elemento chiave della partita e potrebbe fornire ai due allenatori ulteriori indicazioni su quanto si possano rivelare azzeccate le modifiche ai compiti di alcuni giocatori in ottica di un futuro sviluppo delle rispettive squadre a livello tecnico e tattico.

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