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Wednesday, 13 May 2020

Appunti finali sulla Ligue 1



La Ligue 1 è stato il primo dei top campionati europei a scegliere di chiudere la stagione anzitempo, una decisione nata dalla scelta del Governo di non permettere eventi sportivi di ogni genere fino a settembre unitamente alla richiesta della UEFA di chiudere le stagioni sportive al massimo entro la prima settimana di agosto, quindi la federazione francese non ha fatto altro che ufficializzare quella che di fatto era una situazione ormai inevitabile date le circostanze.

In aggiunta alla chiusura del campionato, la federazione francese ha stabilito anche la classifica finale della Ligue 1 basata sulla media punti delle squadre, incoronando dunque come campione di Francia il PSG dominatore della stagione, Marsiglia e Rennes accedono alla prossima Champions League, mentre Lille, Reims e Nizza conquisterebbero i posti per la prossima Europa League (in attesa di capire se le finali di Coppa di Lega e Coppa di Francia potranno essere disputate, in tal caso tornerebbero in gioco Lione e Saint-Etienne, finaliste delle due coppe dove sfideranno il PSG); infine il Tolosa e l'Amiens sono stati retrocessi in Ligue 2 da dove risalgono Lorient e Lens.

In attesa delle definitività dei risultati sportivi, grazie ai dati presenti sulla piattaforma Fbref ho potuto analizzare nel dettaglio le statistiche del campionato, che, invece, possono essere considerate come definitive, e che ci farà capire chi si è distinto sia a livello di squadra sia a livello individuale, ed ipotizzare alcune prospettive per la prossima stagione (ammesso che possa iniziare regolarmente); infine ho voluto creare una top 11 dei giocatori che si sono messi in luce in questa stagione.

FASE DI NON POSSESSO

LA DIFESA DELLA PORTA (I PORTIERI)


La mia analisi ha inizio con il ruolo dell'estremo difensore, in un campionato dove il baricentro delle squadre tende ad essere molto basso è molto importante non prendere goal, per cui l'importanza rivestita dal portiere è quella di chi con una parata può davvero cambiare le sorti di una partita, così come un portiere facilmente battibile può essere un vulnus troppo grande da gestire per una squadra di Ligue 1.
Nel grafico che segue, utilizzando le statistiche elaborate dal sito Fbref, ho utilizzato i dati relatiivi ai post-shots expected goals (PSxG) che calcola le prestazioni dei portieri sulla base della probabilità che il tiro subito vada in rete in base alla direzione del tiro avversario rispetto allo specchio della porta, insomma stesso discorso degli xG ma non calcolato sulla base della posizione di tiro ma sulla base della direzione dello stesso; fatta questa premessa sull'origine dei dati, nei due assi ho inserito da una parte il saldo tra goal subiti e PSxG subiti, dall'altra i PSxG per tiro subito allo scopo di misurare la difficoltà media dei tiri subiti.



Osservano i dati del grafico emergono tante informazioni molto interessanti che ci permettono di capire il concetto affrontato in premessa: troviamo tante squadre con lo stesso indice di PSxG ma con divari clamorosi in termini di saldo, così troviamo sul quadrante alto a destra Walter Benitez del Nizza e Gautier Larsonneur del Brest che hanno un salto positivo di ben 8 goal attesi (tantissimi per una squadra coinvolta in una lotta punto a punto), il loro contributo sul raggiungimento dell'obiettivo sportivo delle rispettive squadre (una potenziale qualificazione in Europa League per il Nizza, la salvezza per il neopromosso Brest), mentre dal lato opposto troviamo Stephane Ruffier, il portiere del Saint-Etienne, le cui underperformance hanno avuto un impatto sulla stagione negativa della squadra allenata da Puel, la cui caduta verticale è stata salvata dallo stop dovuto all'emergenza COVID-19 e Baptiste Reynet, il portiere del Tolosa che ha chiuso il campionato in fondo alla classifica; non è casuale, inoltre, che il portiere dell'altra squadra retrocessa (Regis Gurtner dell'Amiens) sia situato in una zona di grande saldo negativo.

Dimostrata la centralità dei portieri nell'ottenimento del risultato, tra gli estremi difensori da segnalare metterei l'ex portiere di Spal e Torino Alfred Gomis, autore di un'ottima stagione a Digione, così come il portiere del Metz Oukidja e soprattutto il portiere del Reims Predrag Rajkovic che, con le sue parate, ha permesso al Reims di essere la squadra meno battuta del campionato, per questo ho deciso che nella nostra top 11 sia lui il portiere titolare con Larsonneur come suo backup.

ALTEZZA DELLA PRESSIONE 


Il campionato francese è riconosciuto a livello europeo per essere uno dei più fisici e più difensivi, per questo è difficile trovare squadre che cercano di proporre un calcio particolarmente propositivo, questo si riflette principalmente nella strategia di non possesso. Nel grafico riportato sotto, elaborato sulla base dei dati Fbref, ho cercato di mettere insieme i dati relativi agli xG subiti dalle 20 squadre ed il relativo approccio in fase di pressione, in particolare sulla percentuale di pressioni effettuate nella trequarti avversaria.





Ciò che si desume ovviamente sono i valori fuori scala del PSG che, sostanzialmente, domina tutte la partite del campionato forte dell'infinita superiorità a propria disposizione, per cui tralasciando i parigini, solo Lille, Marsiglia e Nizza hanno un approccio maggiormente aggressivo (assieme a Monaco e Nizza, ma che raccolgono pochi dividendi) in fase di recupero palla, mentre la maggior parte delle squadre preferisce un approccio più conservativo.

Il Lille di Galtier è una delle squadre che è maggiormente cresciuta nel corso della stagione e lo stop forzato alla stagione li ha penalizzati visto che erano in piena corsa per contendere il terzo posto al Rennes; gli uomini di Galtier hanno un approccio molto aggressivo in fase di riconquista del pallone (il 75% della pressione è esercitata nei due terzi di campo più avanzati) al cospetto di una minore attitudine al controllo del pallone dove viene preferito un approccio maggiormente verticale.


Un esempio lo possiamo apprezzare da questa immagine: il terzino sinistro Reinildo va ad attaccare alto l'esterno destro del Rennes Raphinha, costringendolo ad un pallone in orizzontale intercettato da Ikonè che manda al tiro Remy che andrà a segnare regalando il goal vittoria al Lille; la squadra di Galtier ha utilizzato spesso il pressing alto anche per andare a prendere le seconde palle dopo i lanci lunghi a cercare Osimehn, insomma una versione in scala ridotta del gegenpressing, una strategia che nessun altro mette in pratica con continuità e con la stessa efficacia nel campionato francese.


Al versante opposto rispetto al Lille abbiamo il Reims, la rivelazione di questo campionato che ha chiuso al quinto posto in classifica e che è in attesa di capire se sarà designata come partecipante alla prossima Europa League. Il grafico sopra dimostra come sia una squadra molto propensa a contestare il possesso avversario solo in zone molto basse del campo, rispecchiato in uno stile in non possesso basato sull'indirizzamento del gioco avversario in zone meno pericolose mediante una copertura delle linee di passaggio anziché contestare direttamente il possesso, poi una volta recuperato il pallone gli uomini di Guion preferiscono non accelerare ma muovere il pallone con molta pazienza.

Come si desume dall'immagine il Reims in fase di non possesso si dispone con un 4-2-3-1 (i difensori non si vedono nell'inquadratura) in cui lo scopo è muovere la linea in direzione del pallone per coprire le linee di passaggio più immediate; i centrocampisti centrali si occupano dei propri omologhi; in caso l'avversario si disponga con difesa a 4 e centrocampo con un vertice basso il centravanti ha un ruolo più attivo nel contestare le linee di passaggio a disposizione del centrale difensivo in possesso; l'avversario fatica ad accedere centralmente ed è costretta al lancio lungo o a giocare sugli esterni, la cui ricezione attiva la pressione del Reims. Questa strategia, unitamente ad una fase di possesso atta a tenere bassi i ritmi ha permesso alla squadra di David Guion di essere la migliore difesa del campionato per goal subiti (21) e la terza migliore difesa per xG subiti (27, fonte StatsBomb).

Lo stesso grafico, come accennato inizialmente mostra, invece, come un atteggiamento aggressivo in fase di non possesso ha raccolto pochi dividendi, per Monaco e Nizza, le quali hanno concesso moltissimo ai propri avversari in termini difensivi, tuttavia mentre la squadra nizzarda è riuscita a limitare i danni grazie all'imprecisione degli avversari e le parate di Benitez (vedi sopra il paragrafo riservato ai portieri), per la squadra monegasca le mancanze difensive hanno tenuto la squadra al di sotto delle proprie potenzialità in classifica dilapidando i propri numeri offensivi (vedi successivi paragrafi sulla fase di rifinitura e finalizzazione).

Così come il Reims, invece, molto positivi anche i numeri difensivi di Strasburgo ed Angers, gli alsaziani devono questo dato ad un atteggiamento sempre molto coperto mentre gli angioini dall'altra parte hanno mostrato un atteggiamento molto aggressivo che li ha tenuti per lungo tempo nelle zone alte della classifica e che la vede come la squadra con meno tiri subiti di media a partita.

I DIFENSORI DA SEGNALARE


La principale caratteristica delle Ligue 1 è quella di mettere in mostra talenti da poter mettere in vetrina e permettere una prosecuzione della strategia di player-trading; partendo dalla linea difensiva, sulla base di alcuni dati statistici che andrò a mostrarvi, ho scelto gli elementi più interessanti visti in questa stagione e che possono essere profili interessanti da seguire per squadre dei maggiori campionati.

Prendendo come riferimento difensori con almeno 10 presenze all'attivo e calcolandone le prestazioni sulla base dei duelli individuali da una parte e sugli interventi difensivi dall'altra, emergono i profili di Gnagnon del Rennes, Djiku dello Strasburgo come centrali difensivi e Hassane Kamara del Reims e Centonze del Metz come terzini rispettivamente a sinistra ed a destra. Nella mia scelta avrebbero potuto essere inseriti altri profili interessanti come la coppia difensiva del Reims Disasi-Abelhamid, molto forti sulle palle alte ed anche ben educati in fase di impostazione da dietro, inoltre i numeri mostrano come Bain del Brest e Isimat-Mirin del Tolosa fossero meritevoli di menzione, ma in ogni caso le loro prestazioni non mi permettono di metterli davanti ai quattro che ho scelto, tuttavia ritengo possibile che quanto meno all'interno della stessa Ligue 1 (anche se c'è da considerare che il centrale del Tolosa è sotto contratto con il Besiktas) il loro profilo potrebbe essere preso in considerazione per rafforzare il reparto difensivo.


Entrando più nel dettaglio ho voluto fare una comparazione per caratteristiche mediante l'apposito tool di WhoScored per la comparazione dei giocatori, e questo è il ritratto che ne vien fuori, ovviamente i due centrali difensivi hanno numeri migliori in relazione alle chiusure difensive (Djiku nel rinviare il pallone fuori dalla propria area, Gnagnon nel chiudere le traiettorie di tiro; i due terzini negli interventi in tackles e nei palloni intercettati.


























L'età dei quattro elementi che ho scelto da inserire nella mia ipotetica top 11 è quella di giocatori che hanno raggiunto la fase finale della loro maturazione e che cercheranno, al termine di questa stagione, di trovare una possibilità a livelli più importanti: lo stesso Kamara ha preso il posto in questa stagione che lo scorso anno era occupato da Mouassa, oggi compagno di Gnagnon a Rennes, per cui data l'età e data la propensione del Nimes al player-trading, non è da escludere un suo passaggio ad un livello più alto, fermo restando che per la squadra di Guion esiste la concreta possibilità di disputare l'Europa League nella prossima stagione, permettendo a Kamara di avere la vetrina desiderata e confrontarsi su uno scenario diverso.

Discorso simile può essere fatto per Gnagnon, il difensore ivoriano del Rennes, stante le decisioni della federazione francese, potrà avere la chance di mettersi in mostra nella prossima Champions League qualora decida di restare in Bretagna per poter poi spiccare il volo verso mete più prestigiose, fermo restando che il progetto della società sembra essere molto più ambizioso rispetto ad una mera strategia di player-trading.

Per Centonze la sua prima stagione in Ligue 1 è stata un gran successo, il suo stile come terzino è adatto a lottare in duelli fisici, profilo opposto a quello di Kamara che punta tutto sulle proprie qualità atletiche e di recupero in corsa, per questa ragione il terzino destro del Metz è un profilo adatto a squadre che non amano giocare con un baricentro molto alto, inoltre non è un giocatore su cui fare molto affidamento in fase di possesso, per questo può essere utile in una difesa a 4 con disposizione asimmetrica in fase di possesso, con lui che resta basso in copertura mentre l'ampiezza può essere data dal terzino dall'altra parte del campo con maggiore qualità in fase di possesso (anche qui, lo stesso Kamara ne è un esempio).

Alexander Djiku è già al centro di diverse speculazioni: la sua fisicità e la sua duttilità lo rendono utilizzabile anche davanti alla difesa oltre che come braccetto della difesa a tre, tuttavia nelle ultime partite il difensore francese sembra essere entrato in rotta di collisione con l'allenatore Laurey proprio per la scelta di schierarlo da centrocampista davanti alla difesa (al posto di Fofana, ceduto nella finestra invernale al Monaco) anziché come difensore centrale, i numeri parlano di un ottimo giocatore in termini di letture difensive (come dimostra il grafico sopra), al momento il suo limite sembra essere l'eccessiva irruenza nei duelli individuali che lo rende un giocatore molto falloso (è tra i 10 difensori centrali più fallosi del campionato); per lo Strasburgo la sua cessione potrebbe rivelarsi un ottima plusvalenza (lo ha acquistato dal Caen la scorsa estate per 4,5 milioni, Transfermarkt prima della sospensione della stagione lo valutava già il doppio).

FASE DI POSSESSO


Dopo aver analizzato la fase di non possesso entriamo nell'analisi della fase di possesso che ho suddiviso nelle seguenti fasi:

  • L'avanzamento del campo, ossia capire in che modo le squadre cercano di risalire il campo
  • La distribuzione del gioco, ossia la frequenza con cui le squadre sfruttano zone di campo in verticale
  • Lo stile dei passaggi

STILE DI AVANZAMENTO IN CAMPO


Uno dei sistemi per capire a livello statistico l'atteggiamento strategico di una squadra è valutare il modo in cui la squadra decide di avanzare in campo, se mediante la conduzione del pallone, se mediante i dribbling o mediante il movimento della palla.

Dal grafico si evince che con ogni singolo tocco o passaggio il PSG progredisce in misura minore il campo ma lo fa in maniera più efficace visto che è la squadra con più dribbling effettuati, più passaggi in avanti e più conduzioni in avanti, ragion per la quale che anche sotto questo aspetto i valori della squadra di Tuchel siano totalmente fuori scala per il campionato.

Per il resto i valori tra le varie squadre in termini di avanzamento per singola giocata sono più o meno simili, a fare eccezione è il Montpellier, la cui  posizione sul grafico lascia intendere uno stile di gioco molto diretto, confermato inoltre dall'utilizzo massivo dei passaggi lunghi, difatti solo lo Strasburgo ha una percentuale di passaggi lunghi sul totale dei passaggi effettuati simile a quella della squadra di Michel Der Zakarian (34%), inoltre l'avanzamento avviene usando i passaggi come arma principale (solo Monaco e Lione, oltre al PSG, effettuano più passaggi in avanti a partita) ed in misura minore con le conduzioni palla al piede, ma soprattutto è la squadra con il minor numero di dribbling riusciti a partita (8) sintomo di una squadra poco votata alla tecnica. Il sistema della squadra occitana, mostra di essere efficace in termini di produzione offensiva (il dato dei tiri e dei goal effettuati, seppur di poco, sono sopra la media del campionato, mentre i numeri difensivi sono nella media.

Come si evince dall'esempio risalente all'ultima vittoria contro lo Strasburgo, il pattern è molto semplice da individuare: palla lunga dalla difesa (non necessariamente alta), sponda verso l'esterno e palla in area per una delle due punte che nel frattempo riempiono l'area, alle volte supportati dal trequartista (quando si dispongono con il 3-4-1-2) che in questa occasione si era proposto per raccogliere un pallone a rimorchio qualora l'esterno non avesse optato per il cross. Con questo sistema la squadra di Der Zakarian si è costruita una buona posizione in classifica e, se il campionato non fosse stato sospeso, si sarebbe giocata un posto per l'Europa League nella grande mischia presente dal quinto posto (Reims-Nizza 41 punti) al tredicesimo posto (Bordeaux e Nantes a 37 punti).






DISTRIBUZIONE DEL GIOCO PER ZONE


Un'altra analisi fatta per capire la tipologia di gioco delle squadre della Ligue 1 è quella relativa alla distribuzione delle aree di gioco: ho suddiviso nel grafico il numero dei tocchi effettuati da ciascuna squadra e rapportarli per le zone di campo in cui questi tocchi vengono effettuati, sulla base di questo si può intuire la strategia della squadra una volta in possesso del pallone; per esempio dall'incidenza dei tocchi a centrocampo unito con la percentuale di tocchi nella propria trequarti o in quella avversaria si possono evincere delle caratteristiche specifiche di quella squadra. 




Per esempio il Bordeaux di Paulo Sousa gioca molti palloni a centrocampo ma molto pochi nella trequarti avversaria, mentre squadre che hanno un dato simile relativamente al centrocampo come PSG e Lille hanno un maggior numero di tocchi nella trequarti avversaria rispetto alla propria trequarti, il che ci lascia desumere che le ultime due hanno un possesso palla più fluido, in più la tonalità dei colori variano dal rosso fino al nero sulla base del numero dei tocchi effettuati a partita, per cui per il PSG si conferma che il fraseggio a centrocampo è maggiormente prolungato e trova spazi per portare il pallone nella trequarti avversaria, il Lille d'altro canto, visto il minore numero di tocchi, conferma un approccio con meno fraseggio a centrocampo e maggiore ricerca della verticalizzazione. 

Usando lo stesso metro di giudizio possiamo notare come il Nizza di Patrick Vieira muova tanto il pallone nella propria trequarti mostrando come il progetto tecnico dell'ex giocatore dell'Arsenal (dei cui numeri difensivi pessimi abbiamo avuto modo di notare sopra) sia davvero un unicum nel contesto fisico e reattivo della Ligue 1, tuttavia i numeri ci mostrano come questo possesso non si risolva in un avanzamento del campo, a meno che qualcuno non lo faccia mediante conduzione, questo spiega la difficoltà della squadra nizzarda portare il pallone nella trequarti avversaria. Ad ogni modo nel corso delle settimane il lavoro di Vieira nel trovare il giusto equilibrio ha progressivamente trovato dei risultati positivi, anche grazie alla crescita di elementi come Lees-Melou, Ounas e Maoulida, oltre alla duttilità tattica di Herelle e Danilo che permettono alla squadra di poter cambiare di volta in volta lo schieramento sul terreno di gioco senza rinunciare ai proprio principi strategici, per cui il Nizza, qualora Saint Etienne e Lione non fossero in grado di battere il PSG nelle finali delle due coppe nazionali (se si giocheranno) riuscirà a qualificarsi alla prossima Europa League (seppure tramite i turni preliminari); i se ed i ma sulla qualificazione europea resteranno aperti ancora per molto, ma resta che la strada tracciata all'Allianz Riviera possa portare delle soddisfazioni in futuro contando anche la solida proprietà adesso alle spalle.




In questo esempio, preso dall'ultima trasferta della squadra di Vieira a Bordeaux si nota in maniera netta come l'intenzione sia quella di non liberarsi mai del pallone anche a costo di lunghi possessi a ridosso della propria area di rigore, l'obbiettivo è quello di attirare quanto più possibile la pressione avversaria per poi colpirla alle spalle, tuttavia il Nizza è costretto a coinvolgere davvero tanti giocatori nella fase di circolazione del pallone nelle zone più basse del campo, i ricevitori alle spalle delle linee di pressione avversarie sono sempre girati spalle alla porta, per cui l'unica soluzione è quella di tornare indietro o aprire sull'esterno; in questo caso Moussa Wague, l'esterno del Nizza non appena riceve il pallone orientato verso la metà campo avversaria cerca di servire Dolberg in profondità. ma il danese ex Ajax è in inferiorità numerica rispetto ai difensori del Bordeaux e viene anticipato, situazioni di questo genere hanno per lunghi tratti della stagione reso il Nizza particolarmente sterile in fase offensiva rendendo, soprattutto, sterile il proprio possesso palla a meno che delle giocate individuali non riuscissero nell'intento di guadagnare il campo che altrimenti il possesso prolungato non riesce ad ottenere. 


TIPOLOGIA PASSAGGI


Nel grafico sotto ho analizzato i dati relativi ai passaggi effettuati dalle squadre di Ligue 1, indicando su un'asse la percentuali di passaggi riusciti sul totale e sull'altro asse ho indicato la lunghezza dei passaggi in percentuale rispetto ai passaggi totali; ne emerge anzitutto la conferma di un dato ovvio, man mano che le squadre alzano l'incidenza dei passaggi lunghi, in maniera proporzionale diminuisce la percentuale di riuscita dei passaggi effettuati, la squadra con la percentuale di passaggi lunghi effettuati che ha la maggior precisione nei passaggi effettuati è il Rennes, la squadra bretone è allenata da Julien Stéphan, uno degli allenatori emergenti del calcio transalpino, il cui sistema di gioco è basato sullo sviluppo tramite catene esterne, le palle lunghe hanno lo scopo di cambiare il lato di campo e generare occasioni con cross tagliati alle spalle della difesa o mediante gli uno contro uno dei suoi elementi tecnici più interessanti, ossia l'esterno destro di piede mancino Raphinha, in altre situazioni, invece, sono i centrali difensivi che cercano direttamente le punte con lunghe palle verticali, sfruttando al meglio le qualità di protezione spalle alla porta di Niang ed Honou per poi appoggiarsi sugli esterni e risalire il campo.




Un esempio della strategia spesso adottata dal Rennes in cui il lancio lungo è usato con raziocinio ed efficacia è quello che vedete nell'esempio sotto (il video è creato con l'ausilio del tool Dynamic 2019 di SICS). Come accennato sopra, il lancio in verticale serve ad innescare la combinazione esterno-punta presenti in quella zona di campo; nel primo caso la combinazione non ha buon esito, nel secondo caso il lavoro di Honou permette al Rennes di lanciarsi con quattro uomini verso la porta del Nizza, l'occasione non si concretizza ma è potenzialmente molto pericolosa viste le tante soluzioni a disposizione dei 4 elementi offensivi del 4-4-2 di Stephan. Insomma il lavoro del tecnico francese ha non solo esaltato le qualità individuali di tanti dei suoi uomini ma ha permesso la qualificazione della squadra bretone ai preliminari della prossima Champions League (con tutti i caveat dovuti alla situazione attuale).




I CENTROCAMPISTI DA SEGNALARE


Dopo aver vivisezionato con i numeri l'atteggiamento in fase di possesso palla da parte delle squadre, adesso passiamo ad analizzare le prestazioni individuali da cui sceglieremo i quattro centrocampisti da inserire nella top 11. Disponendo il centrocampo in una linea a 4 di un 4-4-2 i due posti centrali saranno presi da un giocatore che si è distinto in fase di pressione e recupero palla ed uno da un giocatore abile a far progredire l'azione in conduzione o tramite passaggi; sugli esterni inserirò i giocatori più abili nel dribbling e nel creare opportunità da rete.

PRESSING


Nell'analizzare i centrocampisti sulla base dei numeri in fase di non possesso, ho creato un grafico (utilizzando come riferimento i dati di Fbref) in cui da una parte ho sommato gli interventi difensivi (tackles vincenti, intercetti, passaggi interrotti) mentre dall'altra parte ho indicato la percentuale delle pressioni vincenti sul portatore di palla. 


I giocatori che emergono sono quelli che si trovano nel quadrante in alto a destra, dove troviamo Benjamin André del Lille (il centrocampista con il maggior numero di palloni intercettati, 59), giocatori più aggressivi come Otavio del Bordeaux e Sangarè del Tolosa, ma i giocatori che maggiormente hanno impressionato nello svolgimento dei compiti di pressione e di recupero palla sono Eduardo Camavinga, la stella del Rennes classe 2002, già nel mirino di squadre del calibro del Real Madrid, e Baptiste Santamaria, il frangiflutti messo davanti alla difesa nel 4-1-4-1 dell'Angers e capace di vincere il 60% dei contrasti effettuati (fonte SofaScore); leggendo il grafico non può non essere menzionato il livello oltre la media di Marquinhos quando Tuchel lo ha schierato davanti alla difesa e l'esperienza (classe 1988) di Lucas Deaux che ha permesso al Nimes, seppur per il rotto della cuffia, di portare a casa un'importante salvezza; infine, tornando al quadrante alto a destra del grafico, si nota il grande lavoro di quantità richiesto da PSG e Lione rispettivamente a Gueye ed a Tousart.

Sulla base dell'analisi di questi numeri la prima casella a centrocampo la assegno al fuoriclasse del Rennes con Santamaria come suo backup.

IMPOSTAZIONE E PROGRESSIONE


Per stabilire mediante le statistiche i giocatori che meglio si sono disimpegnati in fase di impostazione e di progressione dell'azione ho elaborato un grafico che tiene in considerazione da una parte la precisione dei passaggi effettuati e dall'altra una serie di dati come la percentuali di passaggi lunghi sul totale dei passaggi effettuati, la percentuale di passaggi lunghi effettuati e la distanza di campo conquistato tramite i passaggi, in modo da calibrare la percentuale di passaggi riusciti con la tipologia di rischio che ogni giocatore prende in fase di impostazione.




Dal grafico (la fonte dei dati è sempre Fbref) mostra la centralità di Verratti e Gueye nello scacchiere del PSG e la loro dominanza nella distribuzione del gioco, sono loro i giocatori con la miglior percentuale di passaggi riusciti tra i centrocampisti, mantenendo una percentuale elevata di passaggi in avanti, anche per questa ragione il loro puntino sul grafico è più grande in quanto misura la distanza di campo guadagnata per ogni partita in conduzione. 

Il grafico mostra, come era lecito attendersi, che il dato della percentuale dei passaggi riusciti diminuisce proporzionalmente all'elevarsi della percentuale di passaggi meno conservativi (misurati dalla percentuale di passaggi in avanti e di passaggi lunghi), a fare eccezione è Cesc Fabregas, l'ex Arsenal tenta frequentemente la verticalizzazione, tuttavia mantiene una precisione nei passaggi quasi in linea con la media degli altri centrocampisti, a rafforzare le sue peculiarità ci sono i dati relativi alla distanza guadagnata per ogni passaggio, inferiore solo a quella di Mangani dell'Angers (ottima l'integrazione dei compiti tra lui e Santamaria) e Savanier del Montpellier (a conferma dell'approccio diretto del Montpellier raccontato sopra). 

Passando al versante destro del grafico, ossia quello dove si trovano i giocatori con la percentuale di passaggi riusciti più alta, oltre a Verratti e Gueye, sorprendono i numeri dell'ex giocatore del Palermo Eddy Gnahore, oggi in forza all'Amiens, tuttavia il suo 91% di passaggi riusciti è spiegabile mediante l'utilizzo di passaggi non particolarmente rischiosi, confermato dal fatto che i suoi passaggi fanno guadagnare poco campo alla sua squadra; di tutt'altro spessore, invece, i numeri di Boubakary Soumarè, centrale di centrocampo del Lille con valori in ciascuna riga superiore alla media, sintomo di varietà di soluzioni di passaggio, ed Ibrahima Diallo, centrocampista classe 1999 del Brest, ma di proprietà del Monaco, capace di una percentuale di passaggi riusciti pari al 87% pur avendo un'incidenza di passaggi lunghi superiore al 30%; a questi due aggiungerei Aurelien Tchouameni, passato a gennaio dal Bordeaux allo stesso Monaco per 20 milioni di Euro il quale ha mostrato numeri da giocatore che sa far progredire il gioco (ha la percentuale più alta di passaggi in avanti effettuati e di distanza conquistata per passaggio all'interno del suo quadrante); infine non possiamo non fare una menzione per Houssem Aouar, il gioiello del Lione, giocatore capace di giocare ogni pallone con grande lucidità e di saper guadagnare campo con le sue progressioni palle al piede e far progredire il campo alla sua squadra.
 
Avendo già scelto Camavinga assieme a Santamaria come centrocampista di rottura, al suo fianco, il posto al loro fianco lo assegniamo a Marco Verratti, mentre come backup mi è difficile esimermi dal lasciare il posto proprio ad Aouar, il cui valore abbiamo potuto ammirare nella partita disputata dal Lione contro la Juventus in Champions League, un saggio delle sue doti lo potete ammirare nel seguente video elaborato grazie al software VideoMatch di SICS).



RIFINITURA


Dopo aver analizzato i centrocampisti in fase di rottura ed in fase di impostazione, la nostra attenzione è rivolta, invece, ai centrocampisti aventi il compito di trasformare l'azione in una pericolosa opportunità da rete, per questa ragione ho voluto prendere come riferimento i valori relativi ai key passes rapportati ai passaggi totali effettuati, e il dato sugli expected assist (xA) che misura (come per gli expected goals) la probabilità che il passaggio effettuato possa essere trasformato in rete dal ricevente.



Dall'analisi del grafico emerge inequivocabilmente la grande stagione di Angel Di Maria, forse la miglior stagione dell'argentino da quando veste la maglia del PSG, il posizionamento largo a destra nel sistema di Tuchel in cui può accentrarsi con il suo sinistro da dove dispensare assist e giocate decisive lo hanno reso a mio parere il giocatore più influente di tutto il campionato; per qualità di occasioni create alle spalle di Di Maria abbiamo Mbappè, ma il suo posto in questa formazione non sarà nella linea di centrocampo.

Il discorso fatto per Di Maria possiamo farlo anche per Dimitri Payet, la sua influenza sulla stagione positiva del Marsiglia vice-campione è ben visibile dal suo posizionamento nel grafico, l'11% dei suoi passaggi sono stati key-passes, ossia hanno armato il tiro di un compagno di squadra, generando poco più di 7 xA.

Passando ai giocatori che hanno mostrato un grande salto di qualità in questa stagione è il brasiliano del Rennes Raphinha, che il Rennes ha acquistato ad agosto dallo Sporting Lisbona, le cui qualità hanno convinto Julien Stéphan a modificare il modulo della squadra da un 3-5-2 passivo al 4-4-2 effervescente visto sopra e che ha consentito alla squadra bretone di issarsi fino al terzo posto in classifica; il suo posizionamento nel grafico denota la sua visione di gioco in fase di rifinitura e la grande velocità palla al piede che gli permette di sfidare spesso e volentieri in uno contro uno i propri avversari diretti (5 dribbling tentati a partita).
Per le stesse motivazioni un altro giocatore che vedete spiccare nel grafico è Mounir Chouiar, ventunenne esterno sinistro/trequartista del Digione, in grado di generare con i suoi 2,2 key passes e 3,5 dribbling a partita un totale di poco più di 3 xA, sufficienti a regalare alla sua squadra una salvezza tutt'altro che scontata ed a lui di veder raddoppiato il suo valore di mercato (TransferMarkt prima dellao stop lo valutava 8 milioni di Euro, rispetto ai 4 milioni di inizio stagione).

Per chiudere, tra i giocatori che meritano una menzione vi sono anche il numero 10 algerino del Nimes Zinedine Ferhat (capace di generare quasi 5 xA nella sua posizione di esterno destro/trequartista) e quella del 32enne Mathieu Dossevi, che ha cercato con le sue giocate (anche per lui poco meno di 5xA) di salvare il Tolosa, ma senza successo.

Per cui sulla base di quanto sopra, gli esterni del nostro centrocampo ideale della Ligue 1 saranno Di Maria e Payet con Raphinha e Chouiar designati come loro backup.


FASE DI REALIZZAZIONE


Dopo aver visto come le squadre della Ligue 1 cercano di recuperare la palla, come avanzano in campo, ora vediamo come e quanto arrivano alla conclusione e con quale pericolosità.

EXPECTED GOALS E CONVERSIONE SQUADRA


L'indicatore principale a livello statistico della pericolosità di una squadra è dato dagli expected goals, ossia il modello per il quale ad ogni tiro corrisponde un indice di pericolosità. Nel grafico riportato sotto sono indicati su un asse gli xG generati per ciascun tiro costruito, sull'altro asse la percentuale di realizzazione dei tiri effettuati.

 

Anche in questo caso i dati del grafico mostrano i valori fuori scala del PSG, capace di generare 0,165 xG/tiro per una percentuale di realizzazione pari al 15% dei tiri effettuati (quindi la squadra di Tuchel soffre addirittura realizza meno di quanto produce), inoltre è la squadra con più tiri effettuati a partita (l'indicatore varia dal verde al rosso scuro in base ai tiri effettuati a partita) e con più reti realizzate (l'indicatore è di dimensioni più grandi proporzionalmente ai goal realizzati).

La squadra dopo il PSG dalla maggior produzione offensiva è il Monaco, facilitato dalla grande quantità di talento di cui dispone dalla metà campo in su (Golovin, Jovetic, Ben Yedder e Slimani su tutti, senza dimenticare il contributo di Fabregas che abbiamo visto nei paragrafi precedenti), tuttavia anche i monegaschi soffrono di una capacità di realizzazione inferiore a quella attesa, un dato che la accomuna al Lille (0,12 di xG/tiro contro il 9% di gol/tiro).

Da notare è la presenza di puntini verdi nel quadrante in basso a sinistra, ossia squadre che tirano molto ma che, prendendo in considerazione il dato di xG/tiro sotto il limite medio del campionato pari a 0,10, significa che forse lo fanno troppo scegliendo di tirare anche da posizioni in cui è meno probabile segnare: in questo gruppo troviamo Marsiglia e Montpellier, i cui valori in termini di xG e percentuale di realizzazione sono in linea con la media del campionato, e Nimes e Angers che invece hanno valori decisamente sotto la media del campionato.

Infine mi soffermo sulle due squadre presenti sulla linea media degli xG/tiro, ossia Bordeaux e Tolosa, due squadre che producono tiri con la stessa frequenza e qualità delle occasioni, ma la squadra di Paulo Sousa ha delle percentuali di realizzazione inferiori solo al PSG, mentre quella del Tolosa è pari appena al 5%, con un livello di underperformance insostenibile e che ha portato la squadra occitana a chiudere il campionato in fondo alla classifica.


ATTACCANTI DA SEGNALARE


Come abbiamo provato a fare con le squadre, andiamo ad analizzare la finalizzazione dal lato dei calciatori allo scopo di scegliete i due attaccanti che completeranno la mia formazione ideale per questa edizione della Ligue 1: la valutazione è basata sul grafico che segue che mette in correlazione la differenza tra goal attesi (gli xG) ed i goal realizzati con la qualità delle occasioni medie per ogni tiro effettuato (rigori esclusi), in questa maniera ho voluto valutare la capacità degli attaccanti di trasformare in rete le azioni costruite dalla loro squadra ma anche capire la loro capacità di essere al posto giusto al momento giusto (elemento non negoziabile per qualunque attaccante).

 

Dal grafico i profili che emergono sulla base delle valutazioni che vi ho fornito sono quelli nel quartile in alto a destra, dove troviamo gli attaccanti più prolifici ma soprattutto quelli più abili a trasformare in rete le migliori azioni costruite dalla propria squadra: avendo visto i numeri offensivi del PSG non è una sorpresa, quindi, trovare i nomi di Mauro Icardi e Kylian Mbappé tra i giocatori che si fanno trovare più pronti sotto porta (il dato di Icardi sugli xG/tiro la dice lunga sulle doti dell'ex centravanti dell'Inter in area di rigore).

Al duo del PSG il grafico ci fa notare i numeri importanti di Wissam Ben Yedder, centravanti francese arrivato al Monaco negli ultimi giorni del mercato estivo e capocannoniere del campionato assieme allo stesso Mbappè, ma soprattutto non possono non essere prese in considerazione i numeri di Moussa Dembelè, il centravanti del Lione, autore di appena 2 goal in meno dei due capo-cannonieri pur prendendosi tiri da situazioni statisticamente meno semplici, per cui è opportuno chiedersi quali numeri potrà ottenere qualora il Lione nella prossima stagione si mostrasse in grado di creare opportunità da rete migliori; degni di menzione a livello statistico ci sono Kasper Dolberg, ex centravanti dell'Ajax chiamato a ricostruirsi una fama a Nizza dopo le ultime stagioni deludenti in Olanda, ed i segnali sulla sua crescita sono parecchio incoraggianti, oltre a lui è opportuno segnalare le ottime prestazioni in fase realizzativa di Loic Remy, quasi a sopperire i vuoti realizzativi a volte lasciati dal compagno d'attacco a Lille Victor Osimhen, autore di 13 reti ma con ancora interessanti margini di miglioramento.

Infine, tra gli attaccanti che hanno mostrato ottimi numeri ma che hanno ulteriori opportunità di migliorarsi nei prossimi anni, oltre al già citato Osimhen, vorrei menzionare le ottime prestazione del "Pipa" Benedetto che ha spesso trascinato da solo il Marsiglia a suon di reti e di Adrien Honou, attaccante del Rennes che ha mostrato di sapere trovare la porta quando è chiamato in causa, resta da capire se il suo futuro è più vicino all'area di rigore avversaria o più creatore di spazi per Niang e Raphinha.

Sulla base di quanto analizzato sopra i miei due attaccanti scelti per la top 11 sono Mbappè e Ben Yedder con Icardi e Dembelè come loro backup.


RIEPILOGO DELLA TOP 11


In coda alla mia analisi sulla Ligue 1 2019/2020 terminata anzitempo, provo a riassumere la mia top 11 del campionato (backup inclusi) e provo a compararla con quella elaborata dagli algoritmi di WhoScored.

LA MIA TOP 11


Come siamo arrivati a costruire questa top 11 lo abbiamo visto nei paragrafi precedenti, la scelta del modulo è dettata anche dalla mia scelta dell'allenatore che ha espresso un calcio molto gradevole per il campionato francese, ossia il 4-4-2 del Rennes di Stephan, in cui i due esterni alti hanno facoltà di svariare sulla trequarti per poi innescare le punte e/o interscambiandosi con esse.



LA TOP 11 DI WHOSCORED


L'algoritmo di WhoScored crea la top 11 dando un peso a ciascun evento che coinvolge un singolo calciatore all'interno della partita, ad ogni evento viene dato un punteggio che va a creare una valutazione del singolo giocatore da 1 a 10, sulla base di questo calcolo la Top 11 che ne emerge è la seguente:

Fonte WhoScored
 

Guardando lo schieramento ed i giocatori scelti troviamo molte similitudini tra la top 11 da me elaborata e quella proposta da WhoScored: i centrali difensivi scelti sono Abdelhamid (che io ho scelto come backup di Djiku e Gnagnon) e Marquinhos, la quota PSG a centrocampo è presa da Gueye (anziché Verratti), mentre al suo fianco si trova Savanier del Montpellier al posto di Camavinga, per il resto le catene di fascia e la coppia d'attacco sono le stesse che avevo scelto nella mia top 11.


CONCLUSIONI


Come ogni anno la Ligue 1 mantiene intatte le proprie prerogative di un campionato in cui lo spettacolo non è la priorità mentre resta un laboratorio di primissimo livello per lo sviluppo di giovani giocatori di talento, in questo contesto a livello tattico abbiamo visto delle eccezioni come il Nizza di Vieira o il Rennes di Stephan che hanno provato a giocare un calcio di maggiore qualità o il Lille di Galtier che ha proposto una fase di non possesso meno conservativa e più orientata ad un pressing alto; questi contesti tattici hanno permesso la valorizzazione di giovani di grande interesse (di cui ho disquisito nel post) ed anche il rilancio di talenti che sembravano non mantenere le aspettative (vedi Dolberg a Nizza e Renato Sanches a Lille); la presenza di contesti e situazioni di questo genere possono creare una maggiore attrattiva per questo campionato e, anche grazie a qualche investimento di alcune nuove proprietà (vedi INEOS a Nizza, il gruppo Artemis a Rennes, lo stesso Aulas a Lione), avvicinarlo ai maggiori campionati europei in termini di competitività.

Friday, 29 November 2019

Cosa vedere nel weekend #12


Superata la settimana di coppe europee da stasera i club tornano in campo per i rispettivi campionati: il pezzo forte del weekend è, con ogni probabilità, la sfida di domenica sera tra l'Atletico Madrid di Simeone ed il Barcellona al Wanda Metropolitano, una sfida che rievoca prima di tutto le sfide del 2014 con l'Atletico capace di andarsi a prendere la Liga al Camp Nou e di fare fuori i blaugrana nei quarti di Champions, impresa ripetuta due anni dopo generando la mistica dell'Atletico di Simeone, una mistica che nelle ultime stagioni sta lentamente scemando e che domenica sera deve riemergere per reinserirsi nella lotta per il titolo. 

Data la premessa ora ci focalizziamo sulle partite che generano i maggiori temi di interesse nel weekend.

SERIE A

Il nostro massimo campionato può festeggiare un improvviso ritorno alla competitività dopo le 3 vittorie ed 1 pareggio (quello del Napoli ad Anfield Road, non proprio un risultato negativo) della due giorni di Champions; ora ci si rituffa nel duello a distanza tra Juventus ed Inter (impegnate in casa contro Sassuolo e Spal), e su quello che accade alle loro spalle e capire se la prestazione ed il risultato di Liverpool permetteranno al Napoli (impegnato in casa contro il Bologna) di ritrovare la strada della vittoria; la partita di maggior interesse, invece, è quella di domenica sera al Bentegodi, dove la Roma di Fonseca, reduce dalla trasferta turca in Europa League, affronterà il bellissimo Verona di Juric.

HELLAS VERONA-ROMA (DOMENICA ORE 20.45)

Sarà un posticipo tutt'altro che banale quello del Bentegodi, si affrontano due squadre che stanno regalando bel calcio ai propri tifosi con stili di gioco molto differenti ma accomunati dalla grande presa che i rispettivi tecnici (Juric e Fonseca) hanno avuto sui rispettivi gruppi.

Il Verona ha trovato in Juric l'uomo in grado di valorizzare una rosa che alla vigilia sembrava destinata ad un ritorno immediato in serie B, ed invece ecco che il 3-4-1-2 del tecnico ex Crotone e Genoa unito alle scelte di mercato condivise tra allenatore e società (vedi l'arrivo di Veloso e Salcedo, due pupilli del tecnico e giovani elementi come Kumbulla e Rrahmani, tra i migliori difensori per rendimento della serie A, pescati dalla società) ha creato una squadra che ha sorpreso tutti per le sue prestazioni, merito anche di un lavoro a livello atletico comparabile solamente con quello che Gasperini ha messo in piedi all'Atalanta (non a caso Juric è un discepolo dell'allenatore dell'Atalanta) ed i numeri lo dimostrano: in fase di aggressione la squadra scaligera è in testa alla classifica dei palloni recuperati (99, dato Lega Serie A) ed è nella prima metà della classifica secondo l'indice PPDA (Passaggi concessi per azione difensiva) i quali dimostrano l'approccio aggressivo della squadra in fase di non possesso. In fase di possesso la squadra ha come pattern preferito lo spostamento del pallone sugli esterni, con Lazovic a sinistra che opera quasi sulla stessa linea degli attaccanti e Faraoni che, invece, dall'altra parte mantiene una posizione mediamente più bassa; tuttavia i veri motori del gioco gialloblu sono i due interni di centrocampo Amrabat e Veloso (ora sostituito da Pessina in quanto infortunato) che si sobbarcano il compito di portare la manovra nella trequarti avversaria associandosi con gli esterni e creando spazi con i loro tagli verso l'esterno. Il goal della vittoria nel match contro la Fiorentina è l'esemplificazione del livello elevato di intesa raggiunta dai meccanismi di squadra del Verona.

La pressione che sa imporre il Verona e la sua capacità di muovere il pallone da un lato all'altro del campo sarà un grande banco di prova per la Roma di Fonseca, squadra che sta progredendo a vista d'occhio nell'assimilazione dei concetti tattici del tecnico portoghese, basati su un possesso palla che parte da dietro per poi lasciare spazio alle scelte degli interpreti nel terzo finale di campo, un sistema che ha funzionato molto bene contro avversari che non hanno messo troppo sotto pressione l'impostazione da dietro dei giallorossi.
L'impostazione è finalizzata a portare la palla sulla trequarti avversaria nel modo più sicuro possibile, per questo i due centrali difensivi ed i due centrali di centrocampo sono soliti creare un quadrilatero da cui far partire l'azione in superiorità numerica per vie centrali (in caso di squadre che difendono più basse il quadrilatero può essere completato anche dal portiere Pau Lopez), i due terzini danno ampiezza qualora necessario per poi imbeccare immediatamente gli attaccanti esterni (Zaniolo e Kluivert) che poi hanno il compito di creare superiorità numerica con i dribbling verso il centro del campo (2,3 dribbling a partita per l'olandese e 2 dribbling a partita per l'azzurro) per poi creare spazi necessari a servire Dzeko tramite le sovrapposizioni di Pellegrini (o Pastore in sua assenza) e Veretout o tramite i cross dei terzini (in particolare Kolarov, 2 assist a cui si aggiungono i 2,3 cross riusciti a partita).

La pressione sull'impostazione da dietro di squadre come l'Atalanta ha fatto saltare i meccanismi della Roma, c'è da aspettarsi lo stesso atteggiamento dal Verona, a due mesi di distanza dalla partita contro la squadra di Gasperini capiremo come Fonseca abbia aggiustato i meccanismi di uscita della palla per portare il pallone sulla trequarti avversaria; una soluzione potrebbe essere quella di permettere l'uscita del pallone scavalcando la trequarti e giocando di sponda con Dzeko, il cui duello con Rrahmani e Kumbulla sarà un altro grande elemento di interesse della partita. Oppure chiedere a Lorenzo Pellegrini di fare quanto visto ieri sera ad Istanbul.







PREMIER LEAGUE

Con il ritorno di Mourinho la Premier ha ritrovato il personaggio mancante per aumentare (se mai fosse necessario) l'interesse sul campionato inglese, tuttavia gli servirà un successo contro il Bournemouth per continuare a mantenere intatto il suo impatto sugli Spurs. Ma è un gran malato del calcio inglese al centro della nostra attenzione in questo weekend, ossia l'Arsenal di Unai Emery, con la panchina del tecnico spagnolo che è saltata dopo la sconfitta di Europa League contro l'Eintracht e la serie di 7 partite senza vittorie (l'ultimo successo in Premier addirittura risale al 4 ottobre).

NORWICH-ARSENAL (DOMENICA ORE 15)

In Inghilterra la crisi dell'Arsenal è oggetto di continuo dibattito, in tanti si chiedono come sia possibile che Unai Emery ad ormai 18 mesi dal suo insediamento dopo l'addio di Arsene Wenger non sia stato in grado di trovare un assetto tattico in grado di mettere insieme i pezzi della rosa a sua disposizione. I numeri relativi a questa stagione sono abbastanza esplicativi per capire le difficoltà dei Gunners, in particolare fa specie la classifica relativa al saldo tra tiri effettuati e tiri concessi, un saldo negativo molto preoccupante che pone la squadra di Emery addirittura in zona retrocessione.

Il dato è determinato dalla poca predisposizione della squadra alla fase difensiva, difetto sempre presente dalle parti dell'Emirates Stadium, ma generalmente dovuto ad un approccio offensivo della squadra durante l'era Wenger che lasciava spesso la propria metà campo scoperta; con Emery il problema sembra essere molto più grave, il tecnico spagnolo ha visto erodere le certezze sulla propria squadra (in particolare la fase difensiva) e, per questo, ha progressivamente abbassato il baricentro impostando partite meramente speculative, come testimoniato dalle continue modifiche di modulo, con il recente passaggio alla difesa a 3. L'accorgimento, tuttavia, non ha raccolto dividendi, anzi, la situazione è peggiorata visibilmente visti i limiti congeniti alla squadra in fase di recupero palla, anche con una difesa più bassa, e sicuramente i 21 tiri concessi al Southampton nell'ultima sfida di Premier sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso fino a giungere all'inopinata sconfitta interna in Europa League contro l'Eintracht nel deserto dell'Emirates, che ha portato questa mattina la società alla scelta di rimuovere dall'incarico l'ex allenatore di Siviglia e PSG.

In attesa di capire chi sarà a prendere il posto di Emery, domenica pomeriggio i Gunners faranno visita al Norwich sotto la guida di Freddie Ljungberg, indicato dalla società come manager ad interim, una mossa di stile nostalgico come quella di Solskjaer a Manchester (con la differenza che Ljungberg era già parte dello staff tecnico di Emery) che chissà non diventi definitiva qualora lo svedese non trovi la quadra, magari con l'aiuto di un rinforzo difensivo a gennaio.

Ad ospitare l'Arsenal ci sarà, come annunciato, il Norwich di Daniel Farke, che ha lasciato l'ultimo posto in classifica la scorsa settimana dopo la vittoria sul campo dell'Everton mettendosi alle spalle una serie negativa di 1 punto in 7 partite dopo la clamorosa vittoria sul City. Abbiamo più volte parlato bene dell'atteggiamento della squadra di Farke in approccio alla Premier League con una squadra priva di esperienza nella categoria, un approccio molto aggressivo confermato dai numeri (il dato PPDA vede il Norwich veleggiare poco sotto metà classifica) che, però, comporta molti rischi che molto spesso non hanno pagato (il Norwich è penultimo per goal subiti e ultimo per xG subiti).

Preso atto delle difficoltà di esecuzione della strategia i Canaries hanno progressivamente abbassato il proprio baricentro rinunciando in parte all'aggressione alta con conseguenti difficoltà nel portare l'azione nella trequarti avversaria (solo il Newcastle ha giocato meno tempo del Norwich nella trequarti avversaria) comportando anche difficoltà a generare azioni pericolose, come esemplificato dal grafico elaborato in base agli xG a favore e gli xG subiti.
Per entrambe le squadre, dunque, la partita sarà un test molto importante, da una parte per capire quali aggiustamenti vorrà portare Ljungberg alla squadra, dall'altra parte per capire se la vittoria sul campo dell'Everton possa essere una nuova partenza per la squadra di Farke.

BUNDESLIGA

Il campionato tedesco sembra prossimo a diventare una lotta a tre tra la capolista Borussia Moenchengladbach, il Bayern Monaco rivitalizzato dall'addio di Kovac ed il Lipsia di Nagelsmann che in settimana ha festeggiato l'accesso alla fase ad eliminazione diretta della Champions League. Delle tre ad avere la partita sulla carta meno complicata sembra essere il Lipsia, impegnato sul campo del Paderborn ultimo in classifica ma reduce dal pareggio ottenuto a Dortmund, per il Moenchengladbach gara interna molto ostica contro la grande sorpresa Friburgo, mentre per il Bayern Monaco test interno contro il mai decifrabile Bayer Leverkusen, reduce dalla vittoria in Champions in terra russa ed ancora in corsa per la qualificazione. Tuttavia in settimana la Bundesliga ha visto un'altra panchina saltare, ossia quella di Covic all'Hertha Berlino, notizia non così sorprendente vista la striscia negativa dei berlinese, a fare notizia è il fatto che il suo posto in panchina è stato preso da Jurgen Klinsmann; per l'ex tecnico della nazionale tedesca e del Bayern Monaco il battesimo arriverà dal Dortmund di Favre, anche lui, probabilmente, all'ultima spiaggia.

HERTHA BERLINO-BORUSSIA DORTMUND (SABATO ORE 15.30)

La pesante sconfitta subita ad Augsburg lo scorso sabato ha decretato il capolinea dell'avventura di Covic sulla panchina dell'Hertha, una scelta determinata dalle quattro sconfitte consecutive della formazione berlinese e dall'idea che il tecnico croato non avesse realmente capito come far rendere al meglio il materiale a propria disposizione. I numeri non hanno dato tecnico all'erede di Dardai sulla panchina berlinese, a livello difensivo l'Hertha subisce 2 reti a partita e con un solo clean sheet all'attivo; numeri che farebbero pensare ad un approccio di una squadra che concede perché sbilanciata in avanti, ed invece vediamo che si tratta di una squadra che difende bassa e che concede poco su azione, tuttavia sono i calci piazzati il grande problema dell'Hertha che è la squadra di Bundesliga che concede le migliori occasioni su calcio piazzato nell'intera Bundesliga.


Come si evince dalle statistiche elaborate da Between the Posts, l'indice di qualità dei tiri concessi da calcio piazzato (nella tabella indicato come SQsp) un tiro medio concesso su calcio piazzato dall'Hertha ha una probabilità di conversione del 17,5%, un numero troppo alto, considerata una media di 3,6 tiri concessi a partita su situazione di palla inattiva, emerge che in ogni partita l'Hertha in ogni partita ha circa il 63% di possibilità di subire goal da calcio piazzato. nei fatti ciò si è tramutato in 12 goal subiti da calcio piazzato subiti sui 25 totali. A questi pessimi numeri si aggiungono numeri alquanto pessimi in fase offensiva: l'Hertha Berlino è la squadra che tira meno di tutte nell'intera Bundesliga (meno di 10 tiri a partita) e che accede con meno frequenza alla trequarti avversaria, insomma l'atteggiamento conservativo voluto da Covic costringe la squadra a risalire molto campo e non bastano le qualità di Lukebakio e Dilrosun in transizione a generare sufficienti pericoli una volta rientrati in possesso palla; a Klinsmann, dunque, il compito di riprendere in mano la situazione magari con un atteggiamento più offensivo.

Capire come Klinsmann disporrà l'Hertha Berlino sarà un pensiero aggiuntivo per Favre, la cui posizione sulla panchina del Dortmund è parecchio in bilico complici le rovinose sconfitte a Monaco prima della pausa e poi quella di Barcellona in Champions che ha messo a repentaglio la qualificazione al prossimo turno. I punti di contatto tra le due partite ed il rendimento stagionale della sqaudra di Dortmund è quella di non essere in grado di proporre una manovra che esalti le qualità della squadra come spesso accadeva lo scorso anno. Diversi sono i fattori che stanno generando le difficoltà per il Dortmund, in primis le precarie condizioni di forma di Paco Alcacer, spesso ai box per infortunio, che toglie profondità alla manovra, e poi i rapporti che non sembrando essere idilliaci tra Sancho e la società che stanno influendo negativamente sulle prestazioni del gioiello inglese, costringendo Favre a preferirgli Hakimi in quella posizione, così come successo a Barcellona ed in altre occasioni in questa stagione. Dato che il duo Sancho-Alcacer è stato l'asse dei principali successi del Dortmund nella scorsa stagione, ecco che la loro assenza/scarsa motivazione incide profondamente sulle dinamiche offensive dei gialloneri.

Le radar chart elaborate da StatsBomb fanno emergere in maniera chiara l'impatto offensivo della squadra con e senza il centravanti spagnolo, un problema a cui Favre non è riuscito a trovare una soluzione in quanto poco incline a muoversi dai propri principi conservativi (per esempio un pressing più alto avrebbe aiutato a colmare alcune lacune), per cui adesso il Dortmund si trova ad essere al nono posto per tiri effettuati e addirittura terzultima se limitiamo l'analisi della stessa casistica alle gare esterne. Dovrebbe essere chiaro a Favre dove intervenire per salvare non solo la sua panchina ma permettere al Dortmund di reinserirsi nella lotta a tre per la vittoria del titolo o quanto meno garantirsi un posto tra le prime quattro; Berlino deve essere la gara della svolta da un punto di vista di approccio alle gare esterne.

LA LIGA

Come indicato in premessa, la Liga vive in questo weekend la sfida tra l'Atletico del Cholo Simeone ed il Barcellona, sicuramente il big-match della quindicesima giornata del campionato spagnolo, una sfida che potrebbe permettere a Real Madrid e Siviglia di approfittarne e mettersi il Barça alle spalle: la squadra di Zidane, in grandissima crescita, affronta una trasferta mai semplice come quella sul campo dell'Alaves; per il Siviglia sfida interna contro il Leganes ultimo in classifica, ma che sta ritrovando la migliore strada sotto la guida di Aguirre. Come match da seguire, invece, ho scelto la sfida del Mestalla con il derby tra Valencia e Villarreal.

VALENCIA-VILLARREAL (SABATO, ORE 21)

La sfida del Mestalla mette in campo due squadre divise geograficamente da 60 km e da due punti in classifica, ma unite dalle vicissitudini degli ultimi mesi, a cui le due squadre stanno cercando di far fronte regalando momenti di grande esaltazione alternati a momenti di grande depressione, il che rende questa partita totalmente impronosticabile ed anche foriera di un grande spettacolo sia tecnico che agonistico.

Il Valencia è stato costretto a settembre a ripartire dopo il tormentato addio di Marcelino alla panchina a causa dei conflitti con la dirigenza, nei due anni di regno dell'allenatore asturiano (ex allenatore anche del Villarreal) ha portato due volte il Valencia in Champions League ereditando un pregresso di un paio di stagioni in cui i pipistrelli hanno anche temuto di lottare per non retrocedere; al posto di Marcelino in panchina si è seduto Albert Celades, ex allenatore dell'under 21 spagnola, che ha deciso di non fare rivoluzioni a livello tattico mantenendo la struttura di base del 4-4-2 di Marcelino con Dani Parejo leader del centrocampo e della squadra; i risultati finora sono stati molto alterni, anche a causa degli infortuni che hanno costretto Celades ad inventarsi soluzioni come Wass terzino destro o centrale di centrocampo, in fase offensiva di fatto non ha mai avuto a disposizione Goncalo Guedes, l'uomo in più della squadra sotto la gestione Marcelino, ma ha potuto mettere in mostra giovani prospetti di grande interesse come Ferran Torres, Carlos Soler ed il coreano Lee Kang-In, sulla cui crescita si appoggia il progetto sul campo della squadra valenciana in questa stagione, nonché la strategia societaria, che aspetta l'esplosione dei suoi giovani della cantera per poter monetizzare sul mercato e consolidare i conti della società. A livello statistico si evidenzia chiaramente un atteggiamento più offensivo di Celades rispetto a quello di Marcelino che prediligeva la solidità della squadra, i dati sui tiri effettuati e subiti fanno emergere come il Valencia crei tanto ma allo stesso tempo subisca tanto; un atteggiamento che spiega i risultati altalenanti.

Il dato relativo ai tiri effettuati dimostra come il Valencia vada al tiro con molta meno frequenza rispetto al Villarreal e soprattutto rispetto a buona parte della compagnia nella Liga, prevalentemente perché consente all'avversario di tenere per più tempo la palla (48% il possesso palla medio) avendo, dunque, meno tempo per creare opportunità.
Ma, osservando il dato della seconda immagine, si nota come la qualità dei singoli tiri effettuati innalza di gran lunga il rendimento della squadra di Celades che sale al quarto posto in questa classifica, questo dato è prevalentemente dovuto alla pericolosità sulle palle da fermo, e su questo aspetto non è di poca incidenza le qualità in questo fondamentale di Dani Parejo.


Riguardo, invece, il Villarreal i numeri offensivi la vedono allo stesso livello, se non superiore, di Barcellona e Real Madrid, il merito è, oltre all'atteggiamento ultra-offensivo della squadra di Calleja, che si dispone con un 4-3-3 che esalta le caratteristiche di Santi Cazorla, che ha addirittura ritrovato la nazionale spagnola grazie alle sue prestazioni e di Gerard Moreno che, in 14 partite ha raggiunto il bottino di reti raccolto in 35 partite lo scorso anno (8 reti), tuttavia questo grande rendimento offensivo non è accompagnato dallo stesso rendimento in fase difensiva, dove la squadra subisce troppo, soprattutto da calcio piazzato dove, con 6 goal subiti il sottomarino giallo è la squadra ad aver subito più goal su palla inattiva, e pensando alla capacità del Valencia su questo fondamentale, sarà un test davvero importante per la difesa del Villarreal. Gli ingredienti per seguire una partita piena di goal e spettacolo ci sono tutti, l'atmosfera del derby renderà le cose ancora più spettacolari.

LIGUE 1 

Il campionato francese è giunto alla quindicesima giornata ed è già a caccia della seconda forza del campionato visto il dominio del PSG. La caccia al secondo posto sarà appannaggio della squadra che sarà stata in grado di trovare una fisionomia che le dia l'opportunità di raggiungere una certa continuità in termini di risultati, ad oggi vi è una candidata ad assumere questo ruolo, ed è il Marsiglia di Andres Villas-Boas che, con tre vittorie consecutive ha portato la sua squadra al secondo posto e questa sera inaugurerà la giornata ospitando al Velodrome il Brest.

MARSIGLIA-BREST (VENERDI, ORE 20.45)

Il Marsiglia di Andres Villas Boas è reduce da 4 vittorie nelle ultime partite che hanno portato l'Olimpique al secondo posto in classifica e che hanno permesso all'allenatore portoghese di trovare quello che dovrebbe essere finalmente l'assetto definitivo della squadra che può essere sintetizzato con un 4-1-4-1 che vede un uomo davanti alla difesa (Strootman o Kamara), Payet largo a sinistra, Maxime Lopez largo a destra e Rongier e Sanson come incursori e Dario Benedetto il riferimento centrale; indubbiamente ad alzare il livello della squadra ci ha pensato Payet, che con il lavoro di Villas-Boas è diventato l'uomo deputato ad inventare, e lui ha risposto presente: in un campionato dove gioca gente come Di Maria, Golovin e Slimani, è lui il re dei passaggi chiave con 3.6 a partita.
Sono le sue giocate, assieme al lavoro spalle alla porta di Benedetto, ad aprire gli spazi ed a permettere al Marsiglia di trovare la giocata vincente. 

Quella di stasera sicuramente è da considerare come la prova del nove per la squadra marsigliese, visto che affronterà il neopromosso Brest, squadra che, sulla carta, è decisamente alla portata degli uomini di Villas Boas, ma che dovrà stare attenta contro una squadra che ha mostrato una grande resilienza a livello mentale, rimanendo sempre in partita e mostrando anche coraggio, cercando di buttare via la palla quando necessario. I numeri vedono ovviamente la squadra bretone molto indietro in termini di xG, sia realizzati che subiti, per cui sia i goal segnati che subiti sono frutto di overperformance statistiche ma imputabili alle ottime qualità a livello offensivo dei due esterni di attacco Court e Grandsir e della punta Charbonnier che si sobbarcano la fase offensiva della squadra, mentre in difesa è giusto osservare le prestazioni del portiere Larsonneur, capace di parare 31 tiri provenienti dall'area di rigore, nessuno meglio di lui in Ligue 1. Per cui oltre che una prestazione di squadra il Marsiglia avrà bisogno di importanti prestazioni individuali dei suoi elementi chiave per portare avanti la propria striscia positiva.

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