Tuesday, 1 June 2021

La fluidità dello Stoccarda di Matarazzo

Una delle squadre più piacevoli da osservare in questa stagione segnata dalla pandemia e da un livello calcistico che, per forza di cose, è stato meno entusiasmante. è stato lo Stoccarda di Pellegrino Matarazzo, allenatore nativo del New Jersey con chiare origini italiane e che si è trasferito in Germania per dare seguito ad una carriera da calciatore non eccelsa per poi iniziare una carriera da allenatore con le giovanili del Norimberga.

Dopo aver riportato la squadra sveva in Bundesliga da cui era retrocessa l'anno precedente, c'era molta curiosità nel capire come le idee di gioco del tecnico italo-americano avrebbero attecchito con la massima divisione tedesca, già ricca di idee tattiche molto interessanti e propositive. Ciò che ne è emerso è una squadra la cui fluidità in campo l'ha resa quasi un unicum, con la capacità di adeguarsi ad ogni tipo di contesto tattico mantenendo inalterate le proprie prerogative strategiche.


LO SCHIERAMENTO DI BASE 

Lo Stoccarda si schiera di base con un 3-4-2-1 che, tuttavia, resta così solo sulla carta o solo in limitate fasi della partita, questo perché la fluidità estrema del sistema di gioco di Matarazzo rende solamente un gioco di stile stabilire il modulo di questa squadra. Ad ogni modo siamo in grado di stabilire quale sia la formazione di base della squadra biancorossa.

La formazione prevede in porta Gregor Kobel, portiere di nazionalità svizzera che è già stato ceduto al Borussia Dortmund per 15 milioni di Euro. La difesa a 3 è composta dall'ex Arsenal Mavropanos, il centrale Waldemar Anton e Kempf sul centro-sinistra: l'importanza che ha questa linea difensiva la vedremo nel corso dell'analisi. A centrocampo la coppia di centrali è composta dal giapponese Endo, metronomo della squadra, e dal belga Orel Mangala; sugli esterni, invece, agiscono Silas Wawangituka a destra (la stella della squadra) ed il croato Borna Sosa a sinistra. In attacco, invece, inamovibile al centro Sasa Kalajdzic che può essere affiancato dalla coppia di trequartisti formata da Gonzalo Castro e Philip Forster, ma in quella posizione possono agire anche Nico Gonzalez e Tanguy Coulibaly.


LA FASE DI POSSESSO

I numeri dello Stoccarda a livello offensivo ed in termini di possesso palla sono da considerarsi nell'élite del campionato tedesco, questo perché la squadra di Matarazzo si trova nelle prime sette posizioni di tutti gli indicatori statistici offensivi: possesso palla (51,5% di media), tiri a partita (13,4 di media) e, soprattutto, reti realizzate (56). Considerando che i primi sette posti sono quelli che danno l'accesso alle coppe europee, possiamo affermare che le prestazioni offensive della squadra sveva siano appartenenti a quel livello.


COSTRUZIONE E SVILUPPO  

Lo Stoccarda, come si evince dal dato relativo al possesso palla, è una squadra che non ama improvvisare le fase di costruzione e di sviluppo dell'azione: la costruzione parte da dietro ma non è mai insistita, i centrali sono chiamati a portare il pallone per attirare la pressione avversaria per poi cercare di far avanzare il gioco. Il lato preferito dalla squadra di Matarazzo per sviluppare l'azione è quello destro, dove lo schieramento subisce delle rotazioni posizionali molto interessanti, quasi a dare un senso di unicità al sistema e che, allo stesso tempo, esalta le caratteristiche di alcune individualità, su tutti Silas Wawangituka.

Sin a partire da questa fase si iniziano a notare i compiti richiesti ai giocatori: i tre centrali difensivi formano un rombo di costruzione assieme al giapponese Endo che si abbassa in zona di costruzione mentre il suo compagno di reparto Mangala si stacca in posizione più avanzata, inoltre si può intuire già da questo esempio la volontà di sviluppare poi l'azione su lato destro con Mavropanos più defilato rispetto agli altri due centrali difensivi, pronto ad associarsi con Castro che si allarga dal mezzo spazio di destra per dare profondità a Wawangituka fuori inquadratura.

Spesso è anche l'avversario ad indirizzare la costruzione dello Stoccarda sui piedi di Mavropanos: nell'esempio il 4 vs 3 in fase di inizio dell'azione vede l'avversario scegliere di lasciare libero il difensore ex Arsenal che, quindi, è libero di avanzare palla al piede e sviluppare l'azione sul lato destro del campo, in altri casi è la squadra di Matarazzo stessa abile a muovere il pallone da un lato all'altro del campo per sfuggire alla prima pressione avversaria.

Superata la fase di costruzione, ecco le rotazioni posizionali sul lato destro: nell'esempio Forster da trequartista destro si allarga lateralmente mentre Wawangituka si accentra attirando su di se il terzino sinistro avversario, questo crea uno spazio che viene attaccato dal trequartista opposto, ossia Coulibaly. Queste rotazioni vengono effettuate anche con movimenti diversi, come per esempio la palla giocata sull'esterno con Silas che viene servito in profondità, una situazione da cui sono arrivate tante occasioni e tanti goal per la squadra sveva, quanto meno fino all'infortunio del giocatore congolese.


L'UTILIZZO DI KALAJDZIC


Sasa Kalajdzic è il centravanti di questa squadra nonché, specie dopo l'infortunio di Wawangituka, il principale realizzatore della squadra, chiudendo la stagione con 16 reti realizzate, inoltre lo vedremo tra pochi giorni vestire la maglia dell'Austria ad Euro 2020. La particolarità del centravanti austriaco sta nel suo ampio bagaglio di giocate non ostante la sua altezza (è altro 2 metri) potrebbe indurre l'osservatore distratto a considerarlo il solito pivot cestistico a cui indirizzare i palloni alti.

In realtà Kalajdzic ha tante qualità palla al piede e, spesso e volentieri, non ha problemi ad abbassarsi per giocare il pallone e aiutare a muoverlo da un lato all'altro del campo: ma questo non vuol dire che Matarazzo non sfrutti la sua altezza per superare il pressing avversario mediante attacchi diretti. Spesso consideriamo l'attacco diretto come una giocata casuale, fatta quando i difensori o i centrocampisti non sanno cosa farsene del pallone: lo Stoccarda, invece, sapendo di avere l'austriaco riesce sempre a disegnare un sistema atto a sfruttare al meglio questo tipo di situazioni.

In questo esempio il pallone rilanciato da Kobel verso Kalajdzic vede i due trequartisti Castro e Forster pronti a raccogliere la seconda palla ed attaccare la profondità, inoltre largo a destra c'è il solito Wawangituka pronto a sfruttare una combinazione qualora l'attaccante austriaco non giochi di sponda ma riesca addirittura a stoppare la palla (cosa che non accade di rado viste le sue lunghe leve). Questa situazione non è utilizzata solamente in caso di una fase di costruzione resa complicata dalla pressione avversaria ma anche come arma per innescare le transizioni offensive nel momento in cui la squadra recuperi il pallone in fase di difesa posizionale.

In questa situazione Matarazzo sfrutta la presenza in campo di un trequartista dal passo più veloce come Coulibaly per dare anche una soluzione a Kaljdzic in caso di spizzata dell'attaccante austriaco: l'altra opzione è l'appoggio a Forster già pronto ad appoggiare la manovra offensiva verticalizzando per uno dei tagli proverbiali da destra di Wawangituka. L'opzione dell'attacco diretto, dunque, resta sempre una delle opzioni utilizzabili ma viene utilizzata davvero solo se necessario o se è necessario rimescolare il contesto tattico della partita: Kalajdzic è chiamato ad affrontare poco più di 5 duelli aerei a partita, vincendo poco meno di 3 di media, a dimostrazione di una soluzione efficace ma utilizzata con parsimonia.


LA FASE DI NON POSSESSO

Quando la palla passa all'avversario vedere muoversi lo Stoccarda ci ricorda un liquido che si estende e si restringe sulla base del proprio contenitore: in questo caso il recipiente è il lato di campo in cui l'avversario possiede il pallone, e lo Stoccarda è il liquido che adegua il proprio posizionamento sul campo in base al possesso avversario.


LA PRIMA PRESSIONE


La strategia di Matarazzo in fase di prima pressione è quella di contestare da subito la costruzione dell'avversario mediante un forte orientamento sull'uomo che poi, una volta indirizzato il possesso verso l'esterno si trasforma in un riferimento palla-uomo. 

Ecco un esempio della strategia di prima pressione dello Stoccarda che, sostanzialmente cerca la parità numerica con i costruttori avversari con ciascun giocatore che segue un uomo prestabilito: in questo caso poiché l'Eintracht abbozza una salida lavolpiana abbassando un centrocampista tra i difensori centrali, questi è seguito ad uomo da Mangala a fino al limite dell'area di rigore mentre uno dei trequartisti e la punta seguono i due difensori centrali.

Nel momento in cui il pallone viene indirizzato sull'esterno ogni giocatore resta vicino all'uomo di proprio riferimento mentre il giocatore sull'altro lato (in questo caso Kalajdzic) stringe ulteriormente il campo sul lato palla ponendosi a metà strada tra il portiere avversario ed il centrale difensivo suo riferimento, togliendo, quindi, all'avversario un'importante opzione per uscire da quella situazione di pressione.

Le pressione viene, a sua volta, accompagnata da una linea difensiva molto aggressiva che, come si può ben intuire, non ha problemi nell'alzarsi sin oltre la linea di centrocampo per sostenere l'azione di prima pressione della squadra. inoltre lo fa mantenendo sempre corta la propria diagonale, a dimostrazione del forte orientamento della linea difensiva sulla palla.


Questo atteggiamento permette spesso e volentieri alla squadra di Matarazzo di recuperare rapidamente il possesso del pallone accettando i rischi di esporsi qualora questo tipo di giocate estremamente aggressive non vada a segno. Per questo motivo la squadra sceglie quando è il momento di aggredire alto o quando è il momento semplicemente di mantenere un assetto più conservativo. Il dato del PPDA conferma questo approccio "misto" della squadra sveva, in quanto (secondo Understat) è pari a 10,72, quindi sopra la "soglia psicologica" di 10. Questo si spiega con un atteggiamento che spesso cambia in base al risultato: in caso di risultato positivo lo Stoccarda non necessita di andare a prendere l'avversario in alto ma aspetta con un baricentro leggermente più basso.


LA DIFESA POSIZIONALE


Quando la partita richiede momenti in cui è più saggio abbassare l'intensità della pressione, lo Stoccarda modifica il proprio schieramento in quello che si può definire un 5-2-3 con gli esterni che si allineano ai tre centrali difensivi che restano sempre molto stretti, mentre Mangala, che in fase di possesso vediamo occupare una posizione più alta in campo rispetto ad Endo, si affianca al giapponese a coprire la zona di rifinitura.

In questa situazione si nota come la squadra di Matarazzo muova le sue due linee di pressione allo scopo di togliere accesso centrale orientando il movimento in base alla posizione del pallone. Qui siamo in una situazione in cui lo Stoccarda è in vantaggio, per cui la squadra può permettersi di lasciar giocare l'avversario ma togliendo loro le opzioni per progredire centralmente. In ogni caso, che si tratti di una prima pressione aggressiva o di un atteggiamento attendista, il mantra della squadra è quello di restare corti tenendo le linee sempre molto vicine.

Qui invece siamo in una situazione in cui i biancorossi di Svevia stanno ripiegando dopo una fase di prima pressione: l'atteggiamento è lo stesso, una linea da 3 davanti ad una linea di 2 uomini chiude le opzioni centrali: qui si nota anche il posizionamento della linea difensiva molto vicino ai due centrocampisti togliendo, di fatto, l'accesso alla zona di rifinitura all'avversario che, in fasi di transizione viene bloccato da un'uscita di uno dei tre centrali, in fase di difesa posizionale mediante la scalata all'indietro di uno tra Endo e Mangala.


LA FASE DI TRANSIZIONE


Nel calcio tedesco le fasi di gioco sono molto più dinamiche rispetto alle nostre e tanti allenatori focalizzano il proprio lavoro sulle transizioni, ossia i momenti in cui il pallone passa di proprietario: nel campionato tedesco sono molteplici i momenti della partita in cui il possesso cambia, d'altronde è proprio questa fase di gioco che ha dato vita al gegenpressing, ossia l'utilizzo della fase di transizione come parte della strategia offensiva.


TRANSIZIONE DIFENSIVA


Il gioco di Matarazzo non è assimilabile al 100% ai principi del Gegenpressing, tuttavia è molta l'attenzione che il tecnico italo-americano dedica a queste fasi di gioco, tanto che è possibile dedurre la presenza di meccanismi studiati a tavolino.

Una volta perso il pallone in zona d'attacco l'input è quello di andare ad aggredire subito per riconquistare il pallone: nell'esempio vediamo come in queste situazioni il primo ad accorciare per andare a riconquistare palla è Endo che, invece, abbiamo visto agire a protezione della linea difensiva nelle altre fasi di gioco. Questo atteggiamento è anche conseguenza della scelta di attaccare sostanzialmente con 6 uomini, cioè i due esterni, i tre davanti e Mangala, questo porta alla necessità di andare a contestare subito il possesso avversario vista la massiccia presenza di uomini in quella zona di campo.

La presenza di 6 uomini in attacco e di 3 difensori più Endo in fase di costruzione garantisce, inoltre, superiorità numerica alla squadra sveva nel momento in cui l'avversario è in grado di rilanciare a sua volta una transizione offensiva. Questa superiorità numerica, inoltre, è rafforzata dall'atteggiamento della linea difensiva stessa che mantiene corta la squadra e, a sua volta, riesce ad essere sempre molto stretta.

Come visto precedentemente con i meccanismi di prima pressione, anche in fase di transizione, la linea difensiva mantiene un atteggiamento aggressivo anche a sostegno della riaggressione della palla persa: anche qui vediamo Mavropanos che esce altissimo e con Anton che accorcia alle sue spalle, mentre il solito Endo resta li a garantire un eventuale raddoppio. 




TRANSIZIONE OFFENSIVA


L'approccio verticale che abbiamo visto in fase di possesso lo si vede anche in fase di transizione offensiva: nel momento in cui la squadra riprende il controllo del pallone, è immediata la ricerca della verticalità su Kaljdzic che poi ha il compito di distribuire nuovamente il gioco come visto precedentemente con gli attacchi diretti.

Ma la vera arma che Matarazzo ha per attivare le transizioni offensive è Silas Wawangituka: il congolese prima dell'infortunio era in grado di saltare con la sua velocità e la sua progressione chiunque gli si parasse davanti, diventando il maggiore incubo per i terzini e gli esterni sinistri della Bundesliga. In realtà il sistema di gioco voluto da Matarazzo per le transizioni è molto esigente sui singoli calciatori, chiamati ad avanzare il campo mediante conduzioni.

Non è un caso, infatti, che lo Stoccarda primeggi a livello statistico nelle conduzioni palla sulla trequarti avversaria ed a livello di dribbling riusciti, a dimostrazione di come il lavoro di Matarazzo abbia permesso a diversi giocatori di poter esprimere il 100% del proprio potenziale alzandone il livello che, vista la loro età, potrebbe ulteriormente esplodere nei prossimi anni.


CONCLUSIONI


Lo Stoccarda si è rivelato una delle novità più interessanti del calcio europeo grazie ad una struttura di gioco molto riconoscibile e ben assimilata dai vari interpreti. In questi giorni abbiamo visto che il portiere Kobel è stato ceduto per 15 milioni di Euro al Borussia Dortmund che aprono un grosso punto interrogativo su cosa sarà della squadra sveva per la prossima stagione.
Le prestazioni della squadra e le idee di Matarazzo hanno messo in luce tante individualità di grande livello e di grande prospettiva, per cui è opportuno chiedersi quali siano le intenzioni del club: puntare un altro anno con questo gruppo sperando di ottenere una qualificazione europea o cercare di monetizzare al meglio l'esplosione di questi talenti? Il fatto che il tecnico italo-americano, nel turbinio dei cambi di panchina della Bundesliga, sia ancora li al proprio posto potrebbe essere un indizio a favore di una ricerca di continuità sotto tutti gli aspetti, in tal caso tenete d'occhio lo Stoccarda per la prossima Bundesliga.

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