venerdì 4 febbraio 2022

L'Old Firm ha aperto il ciclo Postecoglou al Celtic


L'Old Firm è una delle sfide più iconiche dell'intero calcio europeo: quella tra Rangers e Celtic è una delle rivalità stracittadine più antiche e più sentite nel mondo, con implicazioni che non riguardano solamente il calcio (anzi il calcio è proprio un aspetto marginale), in un connubio tra fede calcistica e religiosa che rende questa sfida e questa rivalità unica nel suo genere. 

Nella sfida di mercoledì sera al Celtic Park la formazione di casa ha letteralmente distrutto i Rangers con un sonoro 3-0 che ha permesso alla squadra cattolica di Glasgow di riprendersi oltre che la testa provvisoria della Premiership scozzese, anche un primato in termini di ciclo tecnico che sembrava perduto dopo le ultime due stagioni, dove Steven Gerrard aveva permesso ai Rangers di riprendere il dominio interrotto dal fallimento del club nel 2012.

Con il combinato disposto dell'addio dell'ex capitano del Liverpool, che ha deciso di prendere il ruolo di manager all'Aston Villa, e l'arrivo a Celtic Park di Ange Postecoglou, la situazione sembra essersi nuovamente ribaltata, per cui in questa analisi andremo a vedere come l'ex tecnico degli Yokohama Marinos ha permesso alla sua squadra di trionfare nell'Old Firm che mancava (in campionato) da settembre 2019.

LE FORMAZIONI INIZIALI

Le assenze determinate dagli infortuni e la partenza di alcuni giocatori per affrontare i match con le rispettive nazionali hanno costretto i due allenatori ad alcune scelte forzate o avere poche alternative su chi mettere in campo dal primo minuto.


Dal punto di vista tattico entrambe le formazioni si sono schierate con un 4-3-3 di base la cui interpretazione sarà oggetto di questa analisi. E' proprio questo aspetto ad essere stato decisivo in quanto sia a livello di caratteristiche di interpreti che di disposizione delle squadre in campo le due squadre partivano sulla carta in maniera speculare.

LA COMPLICITA' DEI RANGERS

Nel trionfo della squadra bianco-verde, oltre ai meriti giganteschi del modo di stare in campo imposto da Postecoglou, una quota di complicità va assegnata all'atteggiamento voluto da Giovanni van Bronckhorst, reo di aver preparato la squadra a giocare con un atteggiamento in campo molto timido molto lontano da quello ereditato da Steven Gerrard.

Questo atteggiamento si sta riverberando negativamente sulla fase difensiva dei Gers. Come si evince dal grafico, dall'addio di Gerrard sono decisamente aumentate le partite in cui la squadra concede un numero di xG maggiore della media. Le barre in rosso si riferiscono alle partite sotto la gestione dell'attuale tecnico dell'Aston Villa, quelle in blu alle partite sotto la gestione del tecnico olandese, insomma il peggioramento sembra particolarmente visibile e riconoscibile a livello statistico ma lo si può anche notare dall'atteggiamento della squadra in fase di non possesso.

L'atteggiamento dei Rangers è stato quello di abbassarsi e di non contestare in alcun modo la costruzione degli avversari. Qui vediamo per esempio il centrale difensivo del Celtic Starfelt che può condurre liberamente il pallone fin oltre il cerchio di centrocampo mentre tutta la squadra indietreggia, inoltre da qui possiamo vedere il sistema di sviluppo esterno della squadra biancoverde con Jota, l'esterno offensivo che da l'ampiezza allo schieramento attirando Tavernier, il terzino Taylor accentrandosi apre la linea di passaggio verso l'ex Benfica in quanto Amad Diallo lo segue a uomo. Questa situazione creerà tutti i presupposti per il dominio Celtic, come vedremo nel proseguimento di questa analisi.

LO SVILUPPO LATERALE DEL CELTIC


La principale costante del modo di giocare del Celtic di Postecoglou è indubbiamente quella di sviluppare l'azione mediante triangoli laterali, un sistema tipico del 4-3-3 di Vincenzo Italiano e Zdenek Zeman che ho già analizzato in passato sulle pagine di questo blog. Anche qui si va grande uso delle rotazioni posizionali tra i giocatori appartenenti a ciascuna delle catene: in questa partita queste rotazioni sono state particolarmente meccaniche a causa dell'insistenza dei Rangers di orientare la propria fase difensiva sull'uomo.

Queste sono le heatmap di Jota e Abada, ossia i due esterni offensivi del 4-3-3 del tecnico australiano, da qui si evince chiaramente come, nella sua versione di questo schieramento siano questi due giocatori a dover fornire la massima ampiezza alla manovra. Inoltre emerge il fatto che, insieme, questi due giocatori abbiano sommato 100 tocchi, il che significa che sono stati serviti molto frequentemente dai loro compagni che, a loro volta, erano in grado, di creare spazi sufficienti affinché potessero essere serviti e giocare il pallone. Questo meccanismo si può evincere anche dall'esempio mostrato sopra, generato dal movimento dei terzini che si accentrano liberando le linee di passaggio per le loro ricezioni. 

Ecco come il Celtic organizzava il proprio triangolo di sviluppo esterno: Abada, l'esterno offensivo, riceve il pallone allargandosi, il terzino Juranovic si accentra portandosi dietro Kent che lo segue a uomo, un po' come sul lato opposto Amad Diallo faceva su Taylor. Barisic a sua volta deve aprirsi per contestare Abada aprendo la linea difensiva. Nello spazio creato si inserisce la mezzala O'Riley che può essere servito in profondità dallo stesso Abada alle spalle di Barisic. 

Inoltre la corsa in avanti di O'Riley non aveva come unico scopo quello di farsi servire in profondità, ma anche di costringere Aribo ad inseguirlo fin dentro l'area, liberando spazio tra le linee dove potevano essere serviti, oltre che lo stesso Juranovic, anche l'altra mezzala Hatate, come avvenuto nell'azione del secondo goal del Celtic. Grazie a questi movimenti il Celtic ha fatto saltare quello che era un sistema di marcature a uomo dei Rangers manipolando perfettamente gli spazi. 




L'azione del goal del 2-0 è una perfetta esemplificazione di quanto esaminato fino ad ora: si parte dalla costruzione paziente dei due centrali che prima cercano di attivare la catena sinistra, poi vanno su quella destra da dove si innesca la combinazione terzino, esterno, mezzala che costringe Kamara (il mediano dei Rangers) a dover scalare per dare man forte; tuttavia questo movimento libera spazio proprio in zona rifinitura che viene attaccato da Hatate che poi fa il resto con una meravigliosa conclusione da fuori area.

LA GRANDE AGGRESSIVITA' DELLA PRIMA PRESSIONE


Altro elemento che ha permesso al Celtic di dominare la partita è stato l'atteggiamento super-aggressivo non appena i Rangers cercavano di giocare la palla: al contrario dei propri avversari la squadra di Postecoglou non ha mai aspettato l'avversario e non gli ha mai consentito di giocare il pallone comodamente sin dalla propria trequarti.

L'obiettivo della pressione della squadra di casa era quello di portare i Rangers a giocare sulla fascia, dove, con l'aiuto della linea laterale, il campo si stringe inesorabilmente per l'avversario e quindi dare inizio al pressing. Per costringere la squadra di Van Bronckhorst ad andare lateralmente, la strategia era quella di avere due uomini come prima linea di pressione che si accoppiassero con i due centrali difensivi avversari togliendo loro la possibilità di servire centralmente Kamara. Sul passaggio tra un centrale difensivo e l'altro uno dei due elementi (qui la mezzala O'Riley) aggredisce Bassey chiudendogli la linea di passaggio di ritorno per Goldson, mentre l'altro elemento (qui la punta Giakoumakis) scalava su Kamara; in questa maniera l'unica soluzione a disposizione del centrale difensivo dei Gers era quella di apppoggiare su Barisic a sinistra.

Una volta che Barisic viene aggredito (dall'esterno Abada) questi si trova impossibilitato a far progredire l'azione: i suoi due appoggi più vicini sono Kamara e l'esterno offensivo Kent che cercano di scambiare ma i giocatori del Celtic hanno fatto sempre un gran lavoro a restare attaccati ai propri uomini in questa fase rendendo vano ogni tentativo di progressione del pallone nella metà campo avversaria. Per questo motivo i Rangers saranno costretti a tanti lanci lunghi o tanti retropassaggi, finendo per non avere mai il controllo del pallone e del territorio.

Neanche appoggiarsi sul portiere era un'opzione percorribile per la squadra ospite, questo per lo stesso meccanismo precedente: sul passaggio verso il portiere il giocatore in pressione continua la propria corsa verso il portiere, chiude la linea di passaggio di ritorno mentre l'altro elemento della prima linea di pressione va ad attaccare l'altro centrale difensivo. A McGregor restano due opzioni: una è quella più sbrigativa di lanciare il pallone, l'altra di rischiare un passaggio in verticale verso Kamara con O'Riley in agguato. L'estremo difensore dei Rangers percorrerà il più delle volte la prima opzione (12 lanci lunghi tentati rispetto ai 5 di media nel corso della stagione).

Tutto questo dominio è ben riassumibile da questa grafica apparsa nel corso della partita, quando non erano passati neanche 20 minuti, che ben testimoniano con quale approccio il Celtic abbia affrontato la partita giustificando pienamente il successo finale, maturato, tra l'altro, già al termine del primo tempo, dopo 45 minuti in cui si è letteralmente vista una sola squadra in campo. 




CONCLUSIONI


Il trionfo del Celtic è stata un'enorme dimostrazione di forza della squadra di Postecoglu, questo 4-3-3 paziente in possesso finché non innesca i triangoli laterali di sviluppo e la grande aggressività in fase di non possesso rappresenta un marchio di fabbrica che l'allenatore australiano si è portato dal Giappone assieme a diversi interessantissimi elementi della rosa.

L'altro elemento che preme sottolineare è che l'attuale stagione nei piani del club cattolico di Glasgow sarebbe dovuta essere di mero assestamento dopo la rivoluzione avvenuta nel corso dell'ultima estate. Oggi il Celtic si trova in testa alla Premiership con una squadra la cui età media è la seconda più bassa del campionato, per questo motivo la prestazione di ieri sera assume maggiore valore perché più che un exploit siamo di fronte alla possibilità di dare il via ad un ciclo che può regalare grandi soddisfazioni per i tifosi dei Bhoys.

Per i Rangers il passaggio da Gerrard a Van Bronckhorst sembra aver abbassato il livello della squadra che sembra essere diventata più timida e fa molta fatica a capire i meccanismi che l'allenatore olandese sta cercando di implementare soprattutto in fase di non possesso. Restituire il titolo un anno dopo averlo riconquistato sarebbe un grande problema per la sponda protestante della città scozzese, per questo all'ex tecnico del Feyenoord servirà restituire alla squadra la stessa mentalità lasciata dal suo predecessore.

Infine sarà molto interessante capire come si comporteranno le due squadre a febbraio nel turno preliminare rispettivamente di Europa League e di Conference League: per i Gers il turno di Europa League prevede la sfida quasi proibitiva contro il Borussia Dortmund, contro i quali un atteggiamento così passivo rischia di creare le condizioni per una disfatta; per il Celtic scontro molto interessante in Conference League contro il Bodo Glimt, altra squadra che esprime un tipo di gioco particolarmente offensivo e bello da osservare.

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