Tuesday, 24 August 2021

Come sta andando il Barcellona senza Messi?


Il 5 agosto è ancora fresco nella mente dei tifosi del Barcellona e dei tanti seguaci della squadra blaugrana in giro per il mondo, tuttavia per lo stesso motivo per il quale Messi ha lasciato il Barça accasandosi al PSG, Ronald Koeman sta continuando nel suo processo di reset tecnico della squadra iniziato nella seconda parte della seconda stagione: the show must go on. Sotto le direttive della presidenza Laporte la squadra catalana prova a rimettere la Masia al centro del villaggio e ricostruire un'identità di gioco.

Per questa ragione la partita di sabato sera a Bilbao era un test utile per capire che cosa aspettarci da questa squadra e come sta proseguendo il lavoro del tecnico olandese su una della panchine oggettivamente più scomode d'Europa in questo momento. Con un pizzico di sorpresa dal mio personale punto di vista, Koeman ha messo in soffitta il 3-4-3 che tanto bene aveva impressionato nella seconda parte della scorsa stagione per riproporre il 4-3-3 a cui sono tanto affezionati dalle parti del Camp Nou. Escluso ovviamente Messi, invece, gli interpreti sono rimasti praticamente gli stessi con un'unica eccezione: Memphis Depay.


LE FORMAZIONI DI ATHLETIC-BARCELLONA


Il 4-3-3 di Koeman dunque prevede una linea difensiva composta da Dest-Garcia-Pique-Jordi Alba, Busquets a fare da pivote affiancato da De Jong e Pedri ed il tridente offensivo formato da Griezmann-Braithwaite e Griezmann.

Il 4-4-2 è il cavallo di battaglia storico dell'Athletic Bilbao e del proprio allenatore Marcelino: la linea difensiva è composta da Leque a destra, Balenziaga a sinistra (in attesa del ritorno di Yuri Berchiche) e la coppia centrale formata da Vivian e Inigo Martinez; la linea di centrocampo è composta da Berenguer e Muniain sugli esterni e Dani Garcia e Vencedor al centro mentre la coppia d'attacco è Inaki Williams-Sancet.


COSTRUZIONE VS PRIMA PRESSIONE

Uno degli elementi di sfida a livello tattico tra le due compagini è stato, come ampiamente previsto, tra la costruzione del Barcellona e la prima pressione aggressiva della squadra di Marcelino, una pressione alta e mista uomo-zona che non ha permesso alla squadra di Koeman di risalire il campo nonostante il tecnico olandese tenesse i due terzini legati in fase di costruzione proprio per avere una sfogo laterale alla manovra su cui però la squadra basca aveva buon gioco a far indirizzare la manovra. 

Le uscite anche sull'esterno da parte del Bilbao erano molto rapide ed aggressive portando i giocatori blaugrana a commettere diversi errori tecnici, complice anche la serata non proprio ottimale sotto diversi aspetti del portiere Neto, poco sicuro con i piedi e, detto per inciso, poco d'aiuto fuori dai pali. Per uscire da questa situazione molto importante è stato il compito svolto da Pedri o da Braitwaite a fornire man forte al terzino sinistro del Barça, oppure le stesse abilità tecniche dell'ex valenciano nell'aggirare la pressione di Berenguer e far tornare il pallone sui piedi sapienti di Busquets.

Se invece l'aggressione immediata non portava al recupero del pallone l'Athletic si risposizionava con il suo 4-4-2 compatto a cui il Barcellona cercava di rispondere in fase di sviluppo alzando i terzini per avere ampiezza, De Jong in zona di sviluppo veniva affiancato da Pedri o da uno dei tre attaccanti all'interno delle rotazioni che interessavano anche e soprattutto la zona di rifinitura.



DEPAY LEADER TECNICO?

L'ex giocatore del Lione sembra aver preso sul serio la propria avventura con la maglia del Barça: la precedente avventura in un top club come il Manchester United non era stato proprio da ricordare, per questo motivo le perplessità sulle capacità dell'olandese di imporsi in un contesto così importante come quello catalano erano da prendere sul serio. Ed invece queste prime apparizioni mostrano che lo scetticismo sembra essere mal riposto e che il numero 9 di Koeman (uno che gli ha dato responsabilità anche con la maglia degli Oranje).

Nell'insieme delle rotazioni che il Barcellona ha proposto per scardinare il blocco posizionale del Bilbao, l'olandese ha cercato sempre di sfruttare al meglio lo spazio tra terzino e centrale difensivo avversario, magari sfruttando il momento in cui la manovra veniva spostata sugli esterni occupati dai terzini alzati da Koeman in fase di sviluppo dell'azione: questi suoi movimenti hanno costretto i centrali di Marcelino ad uscire su di lui affrontandolo in duelli individuali da cui è difficile uscire vincitori contro il prodotto del settore giovanile del PSV. Da questo tipo di movimento e successiva giocata il numero 9 del Barça ha generato un assist clamorosamente sciupato da Braithwaite nel primo tempo e poi realizzato il goal che ha permesso alla sua squadra di pareggiare la partita. 

Con la fuoriuscita di Messi, personalmente mi aspettavo una maggiore centralità da parte di Antoine Griezmann, ma al momento il francese non mostra la stessa attitudine del proprio compagno di squadra, mostrando di volere il pallone tra i piedi e sempre girato con le spalle dietro alla porta. Al n.7 blaugrana serve un miglioramento nei movimenti senza palla ed è un punto su cui Koeman dovrà molto lavorare, perché partendo dal mezzo spazio di destra ed accentrandosi potrebbe creare molti spazi per gli inserimenti di De Jong e magari ritagliarsi uno spazio da falso nove nello schieramento con libertà di movimento in zona rifinitura pronto a scambiarsi di posizione con lo stesso Depay e con Braithwaite che, sotto questo aspetto, sembra essere meglio inserito nei meccanismi.


IL 4-4-2 DEL BILBAO

Precedentemente ho mostrato come lo schieramento dell'Athletic si compattasse in un 4-4-2 in fase di difesa posizionale, ma di fatto è l'unica situazione di gioco in cui abbiamo visto la squadra di Marcelino schierarsi in campo in questo modo. Leggendo la storia del club e dell'allenatore negli ultimi anni si può essere facilmente indotti a pensare ad uno schieramento particolarmente rigido, invece non è affatto così, anzi, già dalla fase di prima pressione abbiamo visto come la squadra si scaglioni sul campo. 


Stesso discorso vale per la fase di possesso, dove il 4-4-2 si trasforma, soprattutto in mezzo al campo, dove Dani Garcia e Vencedor hanno compiti diversi: il numero 16 dell'Athletic, a differenza di Dani Garcia, è sostanzialmente un invasore, anche perché la fase di costruzione dei baschi non è particolarmente elaborata visto che la costante degli uomini di Marcelino è la ricerca immediata della giocata in verticale. 

Su questo aspetto è molto importante il lavoro svolto dai due esterni offensivi ed i movimenti delle due punte: con i due mediani che impegnano le due mezzali del Barça, l'Athletic cerca di sfruttare al meglio la presenza del solo Busquets a guardia della zona tra le linee, per questo Munain spesso cerca di accentrarsi occupando quella zona assieme a Sancet: per ovviare a questa situazione spesso toccava a Dest seguire il numero 10 basco il cui spazio veniva occupato dai tagli esterni di Inaki Williams che poteva involarsi in uno contro uno contro Eric Garcia (poi Araujo) per creare pericoli da quella zona di campo sfruttando lo schiacciamento della linea difensiva del Barça.

Questi movimenti uniti alla capacità di smistare il gioco di Inigo Martinez col suo educatissimo sinistro hanno spesso messo in difficoltà la squadra di Koeman, che ha sofferto tantissimo il gioco diretto della squadra di Marcelino, soprattutto nella parte iniziale del secondo tempo quando è sembrata in balia della squadra basca, complice la stanchezza di Pedri e la fuoriuscita dal match di Braithwaite.


CONCLUSIONI

Il percorso per la ricostruzione di un Barcellona competitivo fuori dal campo è estremamente lungo e tortuoso, quello in campo è iniziato dalla scorsa stagione e potrebbe dare delle soddisfazioni in prospettiva. Allo stato dell'arte Koeman sta cercando di fare del proprio meglio per tenere al vertice la squadra blaugrana, il test del San Mames è sempre uno dei più difficili da affrontare e forse per Pedri e compagni è stato quasi un bene affrontarlo subito per capire dove questa squadra deve migliorare e dove, invece, è già ad un buon punto.

Con l'uscita di scena di Messi alcuni meccanismi si sono inceppati, per esempio i famosi (o famigerati, per gli avversari) Pase de la Muerte di Jordi Alba non sono ancora recepiti dagli elementi avanzati della squadra, le rotazioni in zona rifinitura ci sono ma faticano a far progredire l'azione, così come quando la attaccata questa squadra fatica a trovare le giuste coperture; dal punto di vista degli aspetti positivi c'è la capacità di Depay di dare alla squadra quella profondità che spesso le è mancata nelle ultime stagioni. 

Insomma, il cartello lavori in corso è ben evidente ma Koeman sta inserendo nei meccanismi progressivamente i nuovi elementi e l'idea è quella di un gruppo di lavoro che si è rafforzato di fronte alle disgrazie societarie (i giocatori subentrati, per esempio, sono entrati molto bene in partita, vedi Sergi Roberto ricollocato nella sua posizione naturale a centrocampo) per questo ritengo che seguire l'evoluzione di questo Barcellona nel corso della stagione potrà essere un esercizio molto interessante.

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