martedì 3 maggio 2022

Con o senza scudetto, il Milan ha un suo stile di gioco


La lotta per lo scudetto terrà banco sulle bacheche dei nostri social e sulle prime pagine dei giornali fino a quando non scopriremo il vincitore che, con ogni probabilità, verrà decretato solo all'ultima giornata. A 270 minuti dalla fine delle ostilità il Milan ha un vantaggio di due punti rispetto ai cugini dell'Inter che non sappiamo se saranno sufficienti per poter festeggiare lo scudetto il 22 maggio ma il percorso della squadra di Pioli in queste ultime due stagioni è senza dubbio quello che ha permesso un miglioramento progressivo della squadra in entrambe le fasi e, che, a giudizio di chi vi scrive, rende la formazione rossonera la squadra con maggiori possibilità di aprire un ciclo vincente in Italia nei prossimi anni.

Questa crescita nasce dal momento in cui la dirigenza del Milan ha scelto quale strada intraprendere: con la richiesta da parte della proprietà di creare valore, Maldini e Massara si sono messi all'opera per iniziare un percorso di forte identità tecnica e tattica atta a modernizzare il modo di fare calcio dalle parti di Milanello; a tal scopo il club aveva anche scelto di delegare tutto ciò a Ralf Rangnick, salvo scegliere di tornare sui propri passi nel momento in cui la strada tracciata dall'ex capitano del Milan con Pioli in panchina stava seguendo tracce soddisfacenti.

Ma andiamo a scoprire come il Milan di quest'anno sia cresciuto e come la sua identità sia ben visibile, usando come riferimento la partita di domenica pomeriggio contro la Fiorentina.


IL DILATAMENTO DEGLI SPAZI COME ARMA OFFENSIVA

Il Milan di questa stagione è decisamente meno cinetico e verticale rispetto allo scorso anno, questo perché il centro di gravità della squadra non è più Calhanoglu, bensì Brahim Diaz; i due giocatori hanno caratteristiche decisamente diverse, per cui Pioli ha dovuto colmare l'assenza del turco con un sistema di gioco in possesso strutturato in modo tale da liberare spazio per l'ex giocatore del Manchester City ed anche per fornire maggiore centralità alle volate di Rafael Leao.

La prima novità proposta dal Milan in questa stagione è stata "forzata" dall'addio di Donnarumma in direzione PSG; la scelta del club rossonero è stata quella di virare su Mike Maignan, fresco vincitore del titolo francese a Lille e solidissimo portiere tra i pali, ma soprattutto educatissimo con i piedi. I suoi lanci sono stati spesso una chiave utilizzata da Pioli per bypassare la prima pressione avversaria andando a pescare millimetricamente un giocatore tra le linee o addirittura gli scatti di Leao alle spalle della difesa, come spesso avvenuto in questa stagione, come ben esemplificato dal goal realizzato contro la Sampdoria a metà febbraio.
In questa circostanza la disposizione del Milan in costruzione attira i tre centrocampisti della Fiorentina di Vincenzo Italiano, questo già da se lascia immaginare quanto spazio il Milan potesse avere alle spalle dei tre giocatori indicati con i pallini viola, un invito a nozze per un portiere dal piede come quello di Maignan.

Anche nella partita di domenica la soluzione è stata cercata tra i due ex Lille, con l'obiettivo neanche troppo velato di mettere il portoghese in condizione di affrontare in uno contro uno Venuti, indubbiamente l'anello debole della linea difensiva della Fiorentina; non a caso, infatti, dopo essere stato ammonito, l'ex giocatore del Benevento è stato sostituito da Italiano inserire Martinez Quarta. Da questo esempio, inoltre, si può notare come mediante l'attacco diretto ed il movimento di Giroud e Leao si crea spazio tra le linee che può essere attaccato da Brahim Diaz, ma anche da un potenziale inserimento per vie centrali di Theo Hernandez magari usando il gioco di sponda di Giroud, soluzione quest'ultima che si è rivelata poco proficua visto che dei 9 palloni indirizzati al francese, solo 4 sono stati raccolti e tutti molto lontani dalla porta, insomma l'ex attaccante di Arsenal e Chelsea è stato utile principalmente a tenere le attenzioni dei centrali viola su di lui.

Questa situazione è visibile in questo esempio, con ancora una volta l'attacco diretto verso Giroud che allunga le distanze tra difesa e centrocampo della squadra viola in cui provano ad inserirsi Leao che taglia da sinistra e Messias a rimorchio. Soprattutto nel primo tempo quella zona di campo evidenziata è stata spesso cercata dai rossoneri per creare pericolo, basti pensare alle occasioni capitate sui piedi di Brahim Diaz che però l'ex City ha sprecato con scelte ed esecuzioni sbagliate.

Dall'analisi degli ingressi in area delle formazione rossonera si nota chiaramente come la strategia di Pioli di manipolare lo schieramento della Fiorentina abbia creato davvero tante situazioni favorevoli in zona rifinitura, tanto da permettere di accedere per vie centrali nell'area di Terracciano. E questo è stato dovuto nel primo tempo principalmente mediante questa strategia diretta, nel secondo tempo, invece, grazie a delle incursioni centrali che hanno aperto le linee di pressione della Fiorentina come un panzerotto nell'olio quando l'impasto viene bagnato dall'acqua delle mozzarelle. Ma questo lo andremo a vedere nel capitolo riservato al giocatore, che, a parere di chi vi scrive, è stato il migliore in campo: Sandro Tonali.


UN MODO DI DIFENDERE MODERNO QUANTO REDDITIZIO

Il Milan ad oggi è la seconda difesa del campionato (un solo goal in più subito rispetto all'Inter) e scavando più a fondo nei dati, in questo girone di ritorno ha subito appena 8 reti a fronte di poco meno di 11 expected goals subiti (in base al modello Understat), un dato decisamente migliore per distacco al resto della concorrenza.


In che modo il Milan ha ottenuto questi valori difensivi? Il discorso non si slega dal modo in cui questa squadra è stata pensata dal proprio allenatore e dalla dirigenza, ossia aggredire e giocare in avanti, anche a costo di accettare il rischio di lasciare spazi in profondità, ed è per ovviare a questo che il Milan ha scelto di affidare la propria difesa a due giocatori che sono a proprio agio a difendere in spazi ampi come Tomori e Kalulu.

Questo è un esempio di come il Milan decide di difendere, un atteggiamento esasperato anche dai movimenti senza palla e dalle rotazioni dei giocatori della Fiorentina: qui vediamo come i due centrali Kalulu e Tomori seguano praticamente a tutto campo i propri uomini nel momento in cui la Fiorentina sta iniziando lo sviluppo della propria azione. Oltre al posizionamento dei giocatori che, come si evince, non hanno come riferimento la propria linea bensì il proprio uomo, si può notare quanto accetti di lasciare tanto spazio alle proprie spalle ben consapevoli che le diagonali dei terzini (in questo caso Calabria) saranno sufficienti a rallentare l'avversario che prova il taglio e permettere ad uno tra Kalulu e Tomori di tornare con tre falcate a riordinare la linea e recuperare sull'avversario. Sotto quest'aspetto il Milan ha portato in Italia un modo di difendere molto europeo, in cui non ci si preoccupa nell'accettare il duello con il proprio avversario. ed il fatto che i due centrali rossoneri abbiano una media superiore al 70% di duelli vinti in questa stagione mostrano come la scommessa di Pioli sia ben riposta.

Ma ovviamente ogni fase difensiva che si rispetti parte da come si comporta la squadra dal momento in cui l'avversario inizia a giocare il pallone. E così anche l'atteggiamento della squadra in prima pressione è molto importante per togliere all'avversario la possibilità di avanzare in campo e, soprattutto, impedire di mettere in pratica il proprio piano di gioco. Nel piano-gara della Fiorentina lo scopo era quello di giocare la palla esternamente dove creare i triangoli tipici del 4-3-3 di Italiano con cui consolidare e sviluppare il possesso per poi cercare di giocare il pallone sul lato opposto da dove poi cercare la rifinitura esterna con un cross di Biraghi o una conduzione in area di Maleh o Saponara. Il Milan ha colto questo piano ed ha provato tanto a disturbare il gioco al piede del portiere Terracciano utilizzato proprio per muovere il pallone verso Venuti da cui far partire il triangolo, concedendogli poca libertà di far partire l'azione grazie alle corse di Giroud orientate verso di lui e quelle di Leao sullo scarico comodo verso Milenkovic, questo rendeva molto più complicato muovere il pallone in maniera pulita verso il terzino destro, permettendo quindi al Milan di scalare con Kessie e stringere il campo alla formazione viola. Non è un caso, infatti, che il goal che deciderà la partita arriverà su un passaggio errato del portiere della Fiorentina che, nel tentativo di trovare una complicata linea di passaggio sulla destra, ha regalato il pallone a Leao a sua volta bravo a trasformare in rete la situazione favorevole.


TONALI ELEMENTO PIVOTALE DEL SISTEMA MILAN


Sandro Tonali è un giocatore italiano classe 2000 che, dopo il primo anno di apprendistato a Milanello, è entrato perfettamente nel meccanismo di gioco di Pioli e, con le modifiche introdotte quest'anno dal tecnico emiliano, non solo ha raggiunto la titolarità nell'undici rossonero ma è probabilmente diventato l'elemento centrale di tutto il sistema.

In fase difensiva la sua capacità di tenere sempre la posizione giusta compensando le uscite in avanti dei difensori centrali è fondamentale per fornire le giuste coperture non solo davanti alla difesa ma anche alle spalle di essa. In questo esempio è perfettamente spiegato il concetto: Kalulu e Tomori escono in avanti, lo spazio alle loro spalle è coperto da Theo Hernandez ma soprattutto dalla corsa all'indietro dell'ex Brescia che ricrea una linea difensiva con l'aiuto della diagonale di Calabria dal lato destro.

Anche in questo esempio, in situazione di difesa rossonera schierata, aveva il compito di seguire gli inserimenti di Maleh tra Calabria e Kalulu. Nel secondo tempo Milan-Fiorentina si è trasformata in una gara di transizioni da una parte all'altra del campo, e con due squadre così allungate, la capacità del numero 8 rossonero di garantire la protezione della propria difesa con le sue letture e le sue corse è stata decisiva ed è quantificabile negli otto palloni intercettati e nei 16 duelli su 24 vinti che, oltre a renderlo il migliore in campo a parere di chi vi scrive, lo è stato anche per gli algoritmi statistici di WhoScored e SofaScore.

Ma non è certo solo il lavoro difensivo ciò che ha permesso a Tonali di emergere nel corso della partita, anche la sua grande capacità di gestire la palla, non scevra da rischi, è stata molto importante nell'economia della partita. 

Così come nel primo tempo il Milan usava il gioco diretto per risalire il campo ed allungare la Fiorentina, nel secondo tempo sono state un paio di giocate del giocatore bresciano a far saltare i meccanismi di pressione della squadra di Italiano. In questo esempio Tonali aggira con una bellissima veronica Amrabat aprendosi il campo ed aprendolo ai propri compagni con un passaggio in avanti verso Krunic che condurrà il pallone nel tanto spazio davanti a se per poi giocare un filtrante verso Theo Hernandez che culminerà con il cross per l'occasione salvata sulla linea da Igor (azione poi invalidata dal fuorigioco del francese).

BASTERA' PER LO SCUDETTO?


Il Milan attende lo scudetto da 10 anni, i propositi del club erano quelli di riportare la squadra gradualmente ad essere competitiva per i titoli e per tornare ad essere un club di valore. La partita contro la Fiorentina ha mostrato in tutto e per tutto come la formazione rossonera sia stata forgiata dal proprio allenatore ed i concetti e princìpi di gioco sono diventati riconoscibili, così come il profilo dei giocatori che Maldini e Massara hanno portato a Milanello.

Altre partite nel corso della stagione hanno mostrato che, per quanto buoni nei propositi, determinati princìpi andavano a cozzare contro la realtà di alcune dinamiche di gioco, come la famosa partita interna con il Bologna dopo la pausa per le nazionali, in cui il blocco basso dei felsinei ha mostrato alcuni limiti individuali davanti. Ma anche la partita di ritorno contro l'Inter in Coppa Italia aveva mostrato difficoltà nelle letture difensive in alcune situazioni di gioco.

Per cui la formazione di Pioli non è perfetta e questo rende difficile sbilanciarsi sul fatto che questa squadra sarà in grado di portare a casa i 7 punti che le servono per festeggiare il diciannovesimo scudetto, ma in ogni caso, da un punto di vista meramente analitico, il Milan è a 3 punti dal superare il punteggio della scorsa stagione (elemento non raggiungibile dalle altre sue concorrenti in campionato), ma soprattutto sta mettendo le basi per un progetto tecnico che la può rendere il riferimento del calcio italiano nel contesto internazionale.

Indipendentemente dalla vittoria dello scudetto e dal possibile cambio di proprietà dato per imminente dalla stampa.

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