giovedì 13 aprile 2023

Chiacchere da Bar(i) #29 - Sudtirol-Bari

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari.

La sfida di Bolzano contro il Sudtirol issa il Bari in maniera solida al terzo posto in classifica rosicchiando addirittura due punti al Genoa secondo in classifica. E' stata una partita molto equilibrata quella disputata al "Druso" e molto bloccata come preventivato alla vigilia, ma non sono mancati i temi di discussione che proviamo a snocciolare da par nostro io e Giovanni Fasano.

Il Bari conquista tre punti pesantissimi in casa del Sudtirol al termine di una gara equilibrata e decisa da un gol nei minuti di recupero. Quali considerazioni si possono trarre da questa vittoria?

Nicola L. - Sudtirol-Bari non è stata affatto una partita noiosa anche se potrebbe sembrarlo visto che parliamo di una partita in cui si sono visti pochi tiri ma in ogni caso si è vista una sfida molto interessante sotto diversi aspetti. Diciamo che per un osservatore che guarda più le emozioni non c’è molto materiale se non il finale di partita, ma per chi guarda le cose più nel profondo la lotta strategica tra Bisoli e Mignani è stata molto interessante da seguire.

Il report della partita (Fonte: Soccerment).

Come annunciato in presentazione la scorsa settimana entrambe le squadre amano lasciare il pallone all’avversario e lo si è visto nell’atteggiamento delle due squadre in fase di non possesso (PPDA altissimo per entrambe le squadre). Anche leggendo l’andamento degli expected threat si può notare chi nelle varie fasi di partita abbia cercato di fare qualcosa in più per prendere il centro della scena.

Il Bari lo ha fatto cercando di scalfire il granitico 4-4-2 della squadra di Bisoli usando Folorunsho come soluzione aggiuntiva in fase di costruzione, con il numero 90 biancorosso che spesso si abbassava per fornire una soluzione di passaggio a Maiello permettendo a Maita e Benedetti di sganciarsi in avanti. Questo ha permesso al Bari di mantenere il controllo del gioco ma senza riuscire a creare disagi alla squadra altoatesina negli ultimi 20 metri di campo, in ogni caso un buon segnale dal punto di vista della volontà di accettare un contesto tattico non nelle proprie corde.

Il Sudtirol nella ripresa, invece, ha provato ad accelerare il gioco usando con frequenza costruzioni dirette sulla testa di Odogwu per andare poi alla ricerca della seconda palla con il posizionamento in verticale di Rover che ha dato parecchio fastidio soprattutto dopo l’uscita dal campo di Maiello (e purtroppo dovremo tornare su questo evento nefasto) con Benali non proprio a suo agio nei compiti di schermatura davanti alla linea difensiva. 

Come ogni partita equilibrata è arrivato un turning point che alla fine si è rivelato decisivo, ossia l’infortunio di Fiordilino, l’uomo deputato a far partire l’azione e che dava equilibrio alla squadra nel momento di massimo sforzo per arrivare al goal permettendo anche a Tait di sganciarsi e sfruttare il gioco di sponda di Odogwu. Il suo sostituto Pompetti si è mostrato meno lucido al momento del suo ingresso in campo fino ad arrivare all’intervento in ritardo che ha portato alla sua espulsione permettendo al Bari di rialzare il proprio baricentro fino a trovare il goal di Morachioli. 

Insomma anche questa volta è stato un evento terzo alla partita a decidere alla fine l’esito, ma questa volta dentro un contesto di gara dove le due formazioni sono state meno passive di quanto sia sembrato.

Giovanni F. - Nonostante siano passati diversi giorni dalla partita, è ancora difficile valutare in modo analitico ed oggettivo una vittoria così importante ed emozionante. Oltre ad avere un valore intrinseco dato dalla posizione in classifica occupata dalle due squadre, questa era una partita importante per valutare l’approccio e la tenuta mentale delle due squadre in uno scontro diretto che non ci stupiremmo se si ripetesse a Giugno con una posta in palio più alta.

Le due squadre si sono alternate al timone del match, con il Bari che ha gestito il pallone nei primi 45 minuti e il Sudtirol che ha provato a fare lo stesso nella ripresa. Gli effetti sono stati risibili in entrambe le frazioni di gioco: il Bari ha costruito poco e il Sudtirol ancora meno. L’accento però non va posto sull’inefficienza dei due attacchi, bensì sul livello raggiunto da entrambi i sistemi difensivi. Il Sudtirol si conferma granitico ed ermetico nell’ostruzione delle linee di passaggio centrali, mentre il Bari conferma l’ottimo trend difensivo (un gol subito nelle ultime sette gare) evidenziando un reparto che si regge grazie alle abilità individuali dei due difensori centrali e alla cooperazione tra centrocampo e difesa.

Il Bari ha gestito con equilibrio entrambe le fasi di gioco, tentando di offendere utilizzando il dinamismo e la mobilità di Folorunsho come grimaldello per scardinare la difesa di Bisoli e arroccandosi nella propria metà campo quando il pallino del gioco era nelle mani dei padroni di casa. Spesso abbiamo sottolineato come la passività in fase difensiva sia un difetto cronico di questo Bari, ma ieri la squadra ha saputo gestire i vari gradi di aggressività limitando il Sudtirol quando il pallone transitava nelle zone più pericolose. Tra le tante vittorie ottenute, questa la si può considerare quella della maturità, l’imposizione perentoria sul terreno di gioco di una diretta concorrente in un periodo in cui i punti pesano il doppio.

Come giudicate la prestazione del Bari in funzione delle scelte di Mignani? Vi hanno convinto undici iniziale e cambi effettuati?

Nicola L. - Io sono sostanzialmente soddisfatto dell’atteggiamento del Bari nel primo tempo, ho visto una squadra che ha cercato di trovare soluzioni per fare male all’avversario, ma questa volta, come ben sottolineato da Giovanni, il Bari aveva di fronte una squadre perfettamente organizzata dal suo allenatore e con idee molto chiare in entrambe le fasi, per cui era necessaria una prestazione di personalità che, a mio parere, non è mancata.

Le difficoltà del secondo tempo sono ascrivibili non solo al cambio di ritmo che il Sudtirol ha cercato di imprimere alla partita ma anche all’uscita di Maiello che ha tolto al Bari il giocatore in grado di aiutare i centrali difensivi ad assorbire i movimenti dei giocatori alle spalle di Odogwu, questo ha portato il Bari ad abbassarsi per non concedere spazi tra le linee, un’operazione che ha avuto successo (il Sudtirol alla fine ha registrato 4 tiri in tutta la partita, checché Bisoli ne dica). 

L’altro lato della medaglia di quando ti abbassi è quello che finisci per isolare le punte ed onestamente lasciare Cheddira (soprattutto questo Cheddira) ed Antenucci lì davanti nel deserto ti porta a diventare succube delle difese avversarie. Sotto questo aspetto ho trovato una mossa intelligente da parte di Mignani quella di inserire ad un certo punto, oltre a Morachioli, Ceter che, con la sua fisicità è riuscito a rendere meno dominante Zaro nei duelli.

Il fatto che il goal nasca da un assist del centravanti colombiano per l’ex Renate non è del tutto un caso.  

Giovanni F. - Per la partita, fino ad ora, più importante dell'anno, Mignani si è affidato ai fedelissimi, e la scelta ha pagato. Al contrario, nelle scelte a gara in corso, l’ex mister del Siena è stato meno lineare del solito, provando a mischiare le carte con gli ingressi di Ceter e Morachioli. Il conseguente cambio di modulo non ha creato grossi grattacapi agli avversari, questo va specificato, ma è una soluzione che in modo o nell’altro continua a dare riscontri positivi. Contro il Benevento erano stati i dribbling dell’ex centrocampista del Renate ad indirizzare la gara, mentre a Bolzano Ceter si è ben disimpegnato nei duelli contro Zaro e Vinetot e Morachioli ha deciso il match con un taglio in area di rigore profondo e molto intelligente. 

Molto lucida anche la scelta di sostituire l’infortunato Maiello con Benali. Nel momento in cui è stata accertata l'indisponibilità del centrocampista campano ero convinto che Mignani optasse per la soluzione più conservativa Mallamo, con conseguente slittamento in cabina di regia di Maita. L’ingresso di Benali ha invece mantenuto inalterata la pulizia nell’uscita del pallone e permesso al Bari di modulare il ritmo del match senza affanni. Ovviamente Benali per caratteristiche non può dare lo stesso apporto difensivo di Maiello, ma in determinate gare la sua sicurezza nella gestione del pallone potrebbe essere una soluzione valida per ovviare alla pesantissima assenza di Maiello.

Quali giocatori vi hanno impressionato in positivo? E quali in negativo?

Nicola L. - Il match-winner è stato ovviamente Morachioli, già decisivo una settimana fa contro il Benevento, ma credo che la prestazione da mettere in maggiore evidenza sia quella di Folorunsho, che non solo è finalmente tornato dal suo infortunio ma sembra essere tornato sui livelli che abbiamo ammirato nella fase iniziale della stagione. Le statistiche parlano di 91 palloni toccati e 10 duelli vinti su 15, ma soprattutto è stata la prestazione a tutto campo a colpirmi. 

La heatmap di Folorunsho a dimostrazione della grande partita del centrocampista biancorosso (Fonte: Sofascore).

Riguardo il peggiore, può apparire ingeneroso criticare il capocannoniere della squadra e vice-capocannoniere del campionato, ma in questo momento Walid Cheddira è totalmente impalpabile. A sua discolpa si può dire che il Bari fa maggiore fatica a trovare la profondità in cui servirlo, ma la sua difficoltà a gestire ogni singolo pallone sta diventando preoccupante: lo dico sottovoce ma vorrei consigliare a Mignani che, vista l’importanza degli impegni delle prossime settimane, qualche panchina per fargli ricaricare un po’ le pile è un’ipotesi che prenderei in considerazione.

Giovanni F. - Anche io, come Nicola, avrei menzionato Michael Folorunsho come migliore in campo, ma per offrire una soluzione alternativa premio Francesco Vicari. Il centrale romano, ben coadiuvato da Di Cesare, ha gestito alla perfezione il duello contro un avversario ostico come Odogwu, giganteggiando sulle palle alte (5 duelli vinti dei 6 ingaggiati). Nell’unica occasione in cui i due centrali hanno allentato la morsa sull’attaccante nigeriano, quest’ultimo, con una sponda precisa, ha servito Rover e tu per tu con Caprile, ma lo stesso Vicari ha murato la conclusione sventando il pericolo. Il rendimento dell’ex Spal è stato elevato per tutto l’arco della stagione, ma quella di ieri rientra a pieno titolo tra le migliori prestazioni in maglia biancorossa.

L'intervento salva risultato del centrale biancorosso.

Non posso che concordare con Nicola anche sulla scelta del peggiore in campo: Walid Cheddira conferma di essere entrato in un periodo negativo dal quale fatica ad uscire. Oltre ad essere appannato in fase realizzativa, l’attaccante marocchino fatica a rendersi utile per la squadra e palesa un nervosismo a cui non siamo abituati. Nulla di così allarmante, intendiamoci, ma per lo sprint finale il Bari avrà bisogno dei gol del suo punto di riferimento. Oltre a lui, voglio citare anche la prova opaca di Leonardo Benedetti, che continua a piacermi per applicazione e apporto atletico alla squadra ma a convincermi poco per la scarsa intraprendenza con il pallone tra i piedi. Benedetti è tra i calciatori che effettuano più passaggi all’indietro dell’intera categoria, e nella partita contro il Sudtirol questa tendenza è stata quasi snervante nelle situazioni in cui c’erano i presupposti per tentare una giocata più coraggiosa.

Sabato pomeriggio al San Nicola arriva il Como, reduce da un pareggio casalingo contro il Genoa che ha riacceso le speranze di promozione diretta del Bari. Che partita vi aspettate?

Nicola L. - Il Como arriva al San Nicola reduce dal pareggio acciuffato nel finale contro il Genoa, una dimostrazione anzitutto di grande fiducia nei propri mezzi da parte della squadra di Moreno Longo che dopo aver provato diversi modi di schierare in campo la squadra ha virato progressivamente verso il suo caro 3-5-2.

Grazie al passaggio definitivo a questo modulo la formazione lariana si è tirata fuori brillantemente dalla zona bassa della classifica ed in questo momento si trova in una situazione di equidistanza dalla zona play-out e dalla zona play-off.

Uno degli elementi di maggior preoccupazione per il Bari sarà la coppia d’attacco Cutrone-Cerri che con la loro fisicità saranno una sfida difficile per la coppia di centrali del Bari, mentre il trio centrale di centrocampo viene cambiato di volta in volta da Longo in base al tipo di partita da fare ed in base all’avversario, per cui sarà interessante capire quali saranno le scelte dell’ex allenatore del Torino.

Rivedendo la partita contro il Genoa un punto debole della squadra lariana sembra quello di leggere i movimenti tra le linee: Gudmundsson è riuscito più volte a ricevere palla in situazioni pericolose tra la difesa ed il centrocampo del Como, per cui mi aspetto da Mignani una mossa per cercare di sfruttare al meglio questa situazione, magari rispolverando Botta alle spalle delle punte.

Ma per il Bari la vera prova sarà capire come sostituire Maiello: la prestazione di Benali in quella posizione non è stata proprio del tutto convincente, per cui mi aspetto un ritorno di Maita in quella casella con magari lo stesso Benali al suo fianco che si alterni in zona costruzione con il numero 4 biancorosso. Il caro Vujadin Boskov diceva che come gioca centrocampo gioca squadra, e Bari-Como a mio parere si deciderà proprio in mezzo al campo.

Giovanni F. - Il Como è una squadra dal rendimento incostante ma che perde poco e che con il passaggio al 3-5-2 ha trovato un equilibrio che le garantisce un livello di prestazioni sempre sufficiente. Molto, se non tutto, delle sorti della squadra di Longo passa dai piedi della coppia d’attacco di giornata, che il più delle volte è composta da Cerri e Cutrone con le fugaci apparizioni di Mancuso ma anche di Gabrielloni. L’abbondanza offensiva non la si ritrova negli altri reparti, dove Longo ha meno soluzioni.

Per il Bari sarà dunque importante gestire al meglio i duelli individuali in difesa e limitare le ricezioni degli attaccanti. Solitamente Cerri è quello che riceve e gestisce più palloni, mentre Cutrone stressa le difese attaccando la profondità.

Come ha dimostrato il Genoa, il Como è una squadra che quando si sbilancia fatica terribilmente in fase di transizione negativa, quindi il Bari potrebbe anche optare per un atteggiamento più attendista al fine di creare i presupposti per far male agli avversari sfruttando le ripartenze. Per avere un centrocampo più muscolare e di gamba, mi aspetto che Mignani rispolveri Molina nel ruolo di mezzala destra con lo spostamento di Maita in cabina di regia.

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