Foto: Pagina Facebook SSC Bari. |
Per il trentesimo (celebriamo questa cifra tonda) episodio di Chiacchere da Bar(i) io e Giovanni Fasano commentiamo una delle partite più indecifrabili della stagione della squadra biancorossa e per questo motivo ricca di spunti di riflessione e di analisi. Cominciamo.
Come vogliamo raccontare gli eventi di Bari-Como? Che idea vi siete fatti sul suo andamento?
Giovanni F. - Quella tra Bari e Como è stata una gara interessante perché ha mostrato sia le criticità della struttura tattica biancorossa che le potenzialità di cui questa squadra dispone. Nei primi 45 minuti si è visto un Bari lento nella circolazione del pallone e prevedibile nel tentativo di scardinare la scatola difensiva comasca attraverso i movimenti di Folorunsho.
Contro il Sudtirol l’ex centrocampista della Reggina si abbassava quasi sulla linea dei difensori per toccare il pallone e liberare spazio per le ricezioni degli attaccanti, mentre ieri si allargava per sovraccaricare il lato sinistro dell’attacco biancorosso e combinare con i vari Benedetti e Mazzotta. Come detto però, si è visto un Bari troppo meccanico e compassato nella gestione del pallone, tanto che dopo i primi minuti di assestamento il Como ha preso il pallino del gioco.
Senza fare nulla di trascendentale, la squadra di Moreno Longo ha sfruttato alcune criticità nel sistema difensivo biancorosso per creare diverse situazioni pericolose. Nello specifico, la pigrizia in fase di non possesso dei tre attaccanti e la passività del resto della squadra ha consentito ai comaschi di portare tanti uomini dentro o a ridosso dell’area di rigore.
Il riempimento dell'area di rigore da parte del Como in occasione del primo goal. |
Il primo gol è scaturito da un’azione laboriosa e un po’ caotica che ha però evidenziato il coraggio del Como nell’ accompagnare l’azione offensiva con 6/7 uomini. Al di là dell’azione del gol, oltre ai due attaccanti, anche Iovine occupava sempre l’area di rigore, costringendo Benali a ripiegamenti profondi che liberavano lo spazio sulla trequarti in cui agivano Bellemo e Arrigoni. Quest’ultimo ha disputato un ottimo primo tempo nella gestione del pallone e nei movimenti senza palla.
Nella ripresa gli ingressi di Morachioli e Botta hanno ridato vigore e fantasia alle trame offensive del Bari. La posizione dell’argentino sul centro-destra ha creato non pochi problemi alla difesa del Como, soprattutto nel primo quarto d’ora della ripresa, mentre l'intraprendenza di Morachioli ha generato quel caos necessario per invertire l’indirizzo preso dal match. Dopo la sfuriata di inizio ripresa, che con maggiore precisione nell’ultimo passaggio avrebbe potuto portare anche al gol del pareggio, il Como ha nuovamente preso le misure alla squadra di Mignani, trascinando la gara in una fase di stallo che sembrava doversi protrarre fino al fischio finale. Il Bari ha invece avuto la forza di riportare in parità il match, rendendo meno amaro un pomeriggio che, visti i risultati delle altre squadre, lascia comunque il sapore dell’occasione persa.
Nicola L. - Molti giornalisti intitolerebbero Bari-Como come una partita a due facce, con un primo tempo dominato dal Como ed un secondo tempo che ha visto il Bari riacciuffare la partita non solo in termini di punteggio. Ad uno sguardo attento della partita, invece, direi che le facce sono state più di una.
Infatti i commenti relativi al primo tempo si concentrano quasi esclusivamente su quanto accaduto tra i minuti 18 e 40, ossia i 22 minuti in cui il Como ha trovato le due reti e sette delle undici conclusioni verso la porta di Caprile. Sono stati 22 minuti di totale black-out per la formazione biancorossa in cui la squadra lariana arrivava con estrema facilità dalle parti dell’estremo difensore del Bari e soprattutto mostrava le difficoltà di Mignani nel trovare il giusto assetto della squadra per compensare l’assenza di Maiello a cui dobbiamo rassegnarci almeno fino al termine della stagione regolare.
Il perché di questa situazione è, a mio parere, riferibile in primis alle difficoltà difensive della formazione biancorossa nello schermare quei spazi che Maiello sapeva coprire con la sua grande interpretazione delle situazioni di gioco. La scelta di assegnare quella posizione in campo e, soprattutto, quei compiti difensivi a Benali si è rivelata una scelta suicida a livello difensivo a cui Mignani ha cercato di porre rimedio nel corso della partita salvo riuscirci solo nel momento in cui nell’intervallo ha tolto l’ex Brescia per rimescolare la linea di centrocampo e di attacco.
Questa difficoltà nel trovare l’assetto giusto nel primo tempo si è riverberata anche nella fase di possesso della formazione biancorossa, dove abbiamo visto Mignani ribaltare il rombo di centrocampo alzando Benali come vertice alto ed abbassando Folorunsho da mezzala sinistra con Maita a protezione della linea difensiva. Ma questi continui cambi resi necessari dalla situazione difficile in non possesso ha confuso la squadra anche in fase di possesso, dando l’idea di una squadra assente dal terreno di gioco (per cui no, non è una questione di impegno e di grinta, semplicemente la squadra era confusa, e poi basta con sta storia dell’impegno e della grinta, davvero, basta!).
Nel secondo tempo l’assetto del Bari è cambiato, con Maita a protezione della difesa e con l’ingresso di Botta che ha permesso al pallone di muoversi in maniera più pulita. Il goal, praticamente in partenza, di Cheddira su assist di Morachioli ha anche ribaltato il piano emozionale della partita con il Como che ha (consapevolmente o inconsapevolmente non lo sappiamo) deciso di abbassarsi e praticamente rinunciare alle ripartenze isolando le due punte rendendo vita più facile ad uno schieramento biancorosso con un baricentro più alto.
E’ una fase della stagione in cui la testa conta di più di qualsiasi altra cosa, anche Mignani nelle interviste dopo la partita ha parlato di ansia (sportivamente parlando sia chiaro) dopo il primo goal del Como. Ed anche il goal di Cheddira ha avuto un ruolo nel ribaltamento del piano mentale della partita. Direi che la chiave di lettura di Bari-Como sta essenzialmente qui.
Come volete commentare le due facce del Bari in questa partita? Quali considerazioni deve trarre Mignani da questa partita?
Giovanni F. - La considerazione principale che Mignani deve trarre da questa partita è che il calo di forma di Cheddira sta condizionando l’intero impianto offensivo della squadra. Gli strappi con cui l’attaccante marocchino affettava le difese avversarie e consentiva alla squadra di prendere campo sono sempre meno frequenti sia per una fase di appannamento del giocatore stesso che per un adattamento delle difese al suo gioco. Per ovviare a questo problema è necessario implementare nuove soluzioni. Nello specifico mi aspetto che venga concesso maggiore minutaggio ad Esposito, che per colpi, fisicità e dinamismo può ridare brillantezza ad una fase offensiva ancora legata a pattern poco efficaci.
Inoltre, continua a convincermi poco l’utilizzo dei terzini. Il Bari ha la fortuna di avere due coppie di terzini con caratteristiche diverse, ma Mignani non fa buon uso di questa specificità. Mazzotta e Pucino sono difensori esperti, solidi nei duelli difensivi ed abili nel giocare di reparto, ma soprattutto il secondo ha pochissime soluzioni offensive nel proprio bagaglio tecnico. Questa prevedibilità con il pallone tra i piedi diventa un minus importante nelle gare in cui la fase offensiva è più sollecitata rispetto a quella difensiva.
La mappa degli attacchi posizionali del Bari (Fonte: Wyscout). |
Sabato, ad esempio, nel secondo tempo il Bari ha sviluppato gran parte delle proprie trame offensive sulla sinistra, creando densità e costringendo la linea difensiva del Como a scivolare verso quella zona di campo. Conseguentemente, il lato debole, ossia la fascia destra occupata da Pucino, era costantemente sguarnita, ma il terzino campano non ha mai approfittato della situazione limitandosi ad una presenza passiva. In situazioni del genere, inserire elementi con caratteristiche più offensive come Dorval o addirittura Molina potrebbe essere una soluzione.
Nicola L. - Come accennato nell’analisi della partita, a mio parere il problema di partenza stava nella scelta di schierare Benali davanti alla difesa. Con le due punte che tenevano impegnati i centrali ed i terzini che dovevano uscire sulle discese degli esterni, era necessario assorbire al meglio gli inserimenti di Iovine e su questo Benali non si è rivelato abile, proprio per mancanza di capacità di leggere le giocate ed i movimenti avversari.
La scelta di Mignani è stata senza dubbio di stampo offensivo, si voleva un giocatore in grado di gestire bene la palla in fase di costruzione e permettere alle mezzali di invadere la trequarti avversaria. Un’idea a mio parere molto nobile ma che ha portato, come la proverbiale coperta di Linus, a scoprire qualche debolezza difensiva della squadra in alcune situazioni.
Come già scritto a margine della partita di Bolzano, l’assenza di Maiello è un grosso problema di ordine tattico per il tecnico del Bari e la partita contro il Como ha mostrato questo aspetto. Il Bari è una squadra con dei limiti, Mignani cerca di camuffarli ma a scapito della brillantezza e di una fase offensiva che paga il fatto di non attaccare con molti uomini proprio per mantenere un livello di protezione elevato della propria area di rigore.
Lo schieramento del secondo tempo è apparso molto più equilibrato complice anche l’impigrimento in termini di atteggiamento della squadra di Longo, inoltre non è più possibile ignorare il rendimento di Morachioli, che per la terza partita consecutiva è stato il game changer della situazione.
In molti adesso reclamano un posto da titolare per lui, una richiesta legittima ma invito comunque tutti a porsi la domanda se davvero Morachioli dal primo minuto può avere lo stesso impatto che ha a partita in corso. Mignani se la sta ponendo questa domanda e ad oggi ritiene che il suo potenziale sia meglio esplorabile a gara in corso; su questo tipo di valutazioni io tendo sempre a dare ragione all’allenatore, anzitutto perché è lui ad avere il piano della partita in testa, secondo perché - parafrasando un altro termine giornalistico - è l’allenatore a vedere il giocatore nel corso della settimana.
Morale della favola per me è che l’esperimento Benali davanti alla difesa sia da considerare fallito, e che queste partite sono molto utili per Mignani per capire quali soluzioni esplorare da qui fino al termine della stagione, tanto più considerando il fatto che difficilmente (fate pure gli scongiuri) la stagione regolare terminerà con una classifica diversa da questo terzo posto, per cui per l’ex allenatore del Modena c’è margine per sperimentare nuove soluzioni nelle prossime partite.
Mai come questa volta è davvero interessante capire chi secondo voi è stato il migliore del Bari e chi il peggiore.
Giovanni F. - Pochissimi dubbi sul migliore in campo: Gregorio Morachioli ha cambiato il match e lo ha fatto fornendo al Bari quella dose di imprevedibilità negli ultimi 30 metri che era mancata terribilmente nel primo tempo. Pur avendo un arsenale ancora piuttosto limitato, l’ex Renate spicca per l’abilità nell’uno contro uno che è merce rarissima in questa categoria e in generale nel calcio italiano. Oltre a questa esplosività che gli consente di bruciare gli avversari anche in situazioni statiche, Morachioli impressiona per la sensibilità del piede destro. Il ragazzo può crescere tanto e ha potenzialità importanti che Mignani deve sfruttare il più possibile in questo finale di stagione.
Meno certezze, invece, per quanto riguarda il peggiore in campo. Non ho apprezzato le prove di Mazzotta, Antenucci e Benali, ma soprattutto per quanto riguarda gli ultimi due era il contesto tattico del primo tempo a sfavorirli. Chi invece ha confermato la giornata negativa anche nella ripresa è stato Raffaele Pucino. Il terzino casertano, nel momento di massima pressione da parte dei biancorossi, è stato troppo scolastico con il pallone tra i piedi e poco intraprendente nelle situazioni in cui aveva campo da attaccare per tentare di raggiungere il fondo. Certo, non ha le caratteristiche di un terzino arrembante, ma in una gara del genere era necessario uscire dall'ordinario.
Nicola L. - Avendo Giovanni scelto Morachioli e concordando con la sua scelta è giusto che io proponga un altro nome, e scelgo l’altro giocatore subentrato dopo l’intervallo, ossia Ruben Botta; l’argentino schierato qualche metro più indietro è entrato bene nella partita ed ha aiutato maggiormente il Bari a muovere il pallone in maniera più pulita e soprattutto con la sua capacità di difendere palla e portarla avanti in conduzione ha messo più sotto pressione i centrocampisti del Como.
Riguardo il peggiore, devo mantenere una certa coerenza con quanto scritto negli altri quesiti, ossia devo indicare Ahmad Benali. Certo la colpa non è del tutto ascrivibile a lui visto che gli sono stati assegnati compiti non nelle sue corde, ma il centrocampista biancorosso ha mostrato di essere fuori dalla partita anche quando spostato in avanti da Mignani. La sua sostituzione all’intervallo, spiace dirlo, è stata la svolta per la partita del Bari. Difficilmente Mignani lo riproporrà davanti alla difesa, per cui per lui l’opportunità di riscatto arriverà presto.
Il Bari andrà a Pisa per il posticipo di domenica pomeriggio. Che partita vi aspettate?
Giovanni F. - Il Pisa sta vivendo un periodo complesso all’interno di una stagione in cui il rendimento è stato sempre ondivago. La squadra di D’Angelo ha vinto solo una delle ultime 6 partite, segna poco (4 gol nelle ultime 6) e non ha più quella solidità difensiva che ha caratterizzato la passata stagione. Nonostante ciò, è una squadra con diverse individualità importanti, soprattutto nel reparto offensivo.
La fase offensiva si regge principalmente sui movimenti e sulla creatività di Morutan, che agisce alle spalle di due punti fisiche (nell’ultimo periodo Moreo e Torregrossa). Se ci fosse stato Maiello avrebbe preso lui in consegna il trequartista turco, ma la sua assenza apre a diversi possibili scenari.
Per caratteristiche e specificità della gara appare improbabile che Mignani riproponga Benali in quel ruolo, quindi mi aspetto lo spostamento di Maita in cabina di regia con il compito di limitare le ricezioni di Morutan. Sarà fondamentale che il triangolo a difesa della porta (centrali e vertice basso) fornisca una prestazione solida nei duelli individuali per venire a capo di questa partita.
La difesa invece, per caratteristiche fisiche, potrebbe soffrire la versione migliore dell’attacco barese, e cioè quella fluida che non dà riferimenti fissi e i cui interpreti si interscambiano in continuazione. Il Bari con ogni probabilità farà una partita di rimessa, quindi situazioni di attacco in campo aperto saranno frequenti. L’errore in cui il centrocampo biancorosso non deve incappare è quello dell’eccessiva frenesia: sarà fondamentale gestire il pallone in modo pulito, soprattutto in fase di uscita dal basso, per poi ricercare la verticalità al momento giusto.
Nicola L. - La formazione di D’Angelo era una delle mie favorite addirittura per la promozione diretta e prima della pausa di gennaio la vedevo stra-lanciata per il raggiungimento di questo obiettivo. Ed invece in questo girone di ritorno il Pisa ha ampiamente deluso e adesso occupa l’ultimo posto disponibile per il playoff rendendo cruciale per loro la sfida di domenica contro il Bari.
Questo potrebbe essere anche un bene per la squadra di Mignani che potrà quindi predisporre il piano-partita a lei più congeniale basato sull’attesa e le ripartenze, ma bisognerà fare molta attenzione perchè ultimamente con un Cheddira lontano dalla migliore forma questa strategia si trasforma facilmente in un’arma a doppio taglio.
Infine resta particolarmente delicata la questione del giocatore da schierare davanti alla difesa: il rombo di centrocampo del Pisa tracima di qualità da tutte le parti e la sua punta di diamante è il rumeno Olimpiu Morutan, giocatore assolutamente sprecato in questa categoria ed in grado di realizzare giocate come questa.
Con due punte difficili da marcare (D’Angelo può scegliere tra Torregrossa, Gliozzi e Moreo) e con questa qualità a centrocampo, i meccanismi difensivi del Bari saranno messi molto sotto pressione, per cui sarà molto importante per Mignani azzeccare sin dalla partenza la soluzione giusta.
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