mercoledì 5 aprile 2023

Chiacchere da Bar(i) #28 - Bari-Benevento

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari.

Dopo la pausa per le nazionali sono tornati i campionati, quindi anche la serie B e quindi torna Chiacchere da Bar(i). Io e Giovanni Fasano proviamo a raccontare cosa è stata Bari-Benevento, con il ritorno alla vittoria della formazione biancorossa che ci porta al dilemma esistenziale se festeggiare per il risultato o essere preoccupati per la prestazione. Proviamo a ragionarci su.

Il Bari ritrova la vittoria nella sfida contro il Benevento. Quali considerazioni possiamo fare su questa partita?

Nicola L. - Partiamo subito da una considerazione: chiunque abbia visto Bari-Benevento e non fosse stato un tifoso di una delle due squadre credo e temo abbia spento la tv o cambiato canale dopo pochissimi minuti. Era difficile stabilire in partenza quale sarebbe stato l'atteggiamento delle due squadre, ed invece il Benevento ha risolto subito questo dubbio prendendo in mano le redini delle operazioni cercando di occupare la trequarti biancorossa.

Fonte: Wyscout.

Il dato relativo ai duelli difensivi nella prima mezzora di partita, ossia la porzione di gara giocata in parità numerica. mostra chiaramente chi aveva provato ad avere un baricentro più avanzato e chi invece cercava di restare basso per poi impostare una ripartenza. Nulla di nuovo conoscendo il modo in cui il Bari ci ha abituato in questa stagione, ma terribilmente frustrante quando questo atteggiamento in fase di non possesso non è supportato da una gestione del pallone ottimale quando in possesso. Ed è ciò che è successo ancora una volta al Bari, ossia una certa facilità a rendere poco pericoloso questo predominio territoriale della formazione sannita, ma altrettanta se non maggiore difficoltà nel risalire il terreno di gioco.

La serie infinita di episodi arbitrali (su cui non voglio soffermarmi) culminati con l'espulsione di Acampora hanno permesso al Bari di vedere improvvisamente inclinata l'inerzia della partita dalla propria parte e Mignani ne ha approfittato cambiando lo schieramento della squadra nel secondo tempo, con l'ingresso di Morachioli che ha dato nuovo ritmo al possesso del Bari, da una sua iniziativa sulla sinistra è nata l'occasione del rigore poi trasformato da Antenucci, poco dopo sono arrivati l'espulsione di Viviani e l'immediato goal del raddoppio di Folorunsho che hanno fatto partire i titoli di coda alla partita.

Giovanni F. - Dopo la pesante sconfitta di Terni, il Bari ritrova la vittoria in casa contro il Benevento al termine di una gara più complicata del previsto. Come di consueto, anche questa gara è stata indirizzata in maniera evidente dagli episodi, questa svolta sfavorevoli ai sanniti. L’espulsione di Acampora giunta sul finale del primo tempo ha smorzato l’impeto della squadra di Stellone, che fino a quel momento aveva ben figurato contro un Bari disordinato in fase di non possesso e impreciso in fase di possesso. Nella ripresa il doppio giallo comminato a Viviani e il successivo gol di Folorunsho hanno messo in ghiaccio un risultato mai in discussione.

Rimandando alle prossime domande l’analisi della prestazione, si può dire che le notizie più liete giunte dal pomeriggio del San Nicola sono i 3 punti e il ritorno a pieno regime di Michael Folorunsho. Oltre a questo, il Bari ha dimostrato di essere in grado di cambiare pelle anche a gara in corso in modo efficiente, un’abilità non da poco data l’indole integralista - come ribadito anche da Polito in conferenza stampa - di Mignani. In attesa della fase più calda della stagione, implementare nuove soluzioni nella struttura tattica della squadra non può che essere una buona notizia, soprattutto in ottica playoff dove uscire dal proprio spartito può risultare spesso determinante.


Come vogliamo giudicare la prestazione del Bari?

Nicola L. - Partiamo dal presupposto che un giudizio definitivo sulla prestazione del Bari non si può dare visti gli eventi della partita. Di certo quanto abbiamo visto nel primo tempo si accoda a quanto espresso nelle ultime prestazioni prima della pausa: ci eravamo augurati che l'interruzione avesse consentito alla squadra di ripresentarsi con un atteggiamento diverso in questa partita ma questo non è successo ed ancora una volta sono stati alcuni episodi a rendere possibile la vittoria.

La mossa di Mignani di inserire Morachioli nel secondo tempo ha sicuramente permesso al Bari di coprire meglio l'ampiezza del campo e soprattutto usarla per aprire lo schieramento del Benevento rimaneggiato dall'inferiorità numerica. Il saper sfruttare la superiorità numerica resta comunque un merito dell'allenatore biancorosso, spesso (anche a ragione) criticato per i cambi e per le mancate letture della partita in corso d'opera; invece questa volta l'inserimento dell'ex giocatore del Renate è stata una scelta vincente.

Non sappiamo se questa idea sarebbe stata replicata in caso di parità numerica, e soprattutto non sappiamo come il Bari avrebbe affrontato il secondo tempo in condizioni diverse, per questo motivo i dubbi permangono: il Bari può essere una squadra che vince senza dover sempre aggrapparsi ad episodi favorevoli? Il problema sta tutto qui. Se si vuole la serie A bisogna andare un passo oltre in termini di prestazione, se ci si accontenta di mantenere le attese della vigilia della stagione allora può andare bene così.




Molto legato a questo aspetto è l'intervento in conferenza stampa di Ciro Polito, che ha deciso di intervenire al termine della partita forse cosciente che è necessario fare un punto della situazione. Credo che il contenuto di questa intervista sia pienamente condivisibile ed è ricco di contenuti a mio parere molto intelligenti: ha elogiato il supporto della curva ed ha sottolineato i mugugni di altre fette dello stadio (forse calcando un po' la mano sotto questo aspetto, ma ci può stare), ma soprattutto ha settato correttamente quelle che devono essere le aspettative, ossia prendere quello che viene, inclusa la possibilità di andare in serie A, ma allo stesso tempo ha paventato quelle che possono essere le insidie di questo cammino da qui alla fine. Nota finale: l'appoggio e le lodi alla squadra sono più che giusti, ma sarebbe anche opportuno avere un atteggiamento diverso sul campo, resto dell'idea che da qui alla fine della stagione regolare il Bari debba giocare con l'atteggiamento di chi non ha nulla da perdere e non invece questo atteggiamento speculativo che vediamo da diverse settimane, soprattutto perché la serie A è diventata un obiettivo ma non deve essere un obbligo e questa deve essere la chiave per raggiungerla.

Giovanni F. - La prestazione del Bari, specialmente nel primo tempo, è stata tutt’altro che soddisfacente. I biancorossi hanno sofferto un atteggiamento sorprendentemente aggressivo del Benevento, che concedeva la circolazione del pallone ai quattro difensori biancorossi per poi intensificare la pressione quando il pallone raggiungeva le mezzali. Il Bari non ha mai trovato le contromisure adatte per aggirare la pressione dei sanniti, tanto che dopo una prima fase di studio è stata la squadra di Stellone a prendere le redini del match. 

Oltre a non avere soluzioni in fase di possesso, il Bari ha sofferto anche senza palla. I movimenti ad attaccare la profondità di Pettinari abbassavano la difesa e consentivano al giovane ed interessante Carfora di ricevere tra le linee e combinare con gli altri centrocampisti. In un paio di occasioni il ragazzo classe 2006 è riuscito anche ad incunearsi in area di rigore, denotando un’insolita passività del centrocampo biancorosso nel leggere i suoi movimenti.

Come detto, l’espulsione di Acampora ha cambiato il match. Dopo aver sfiorato il gol nel finale del primo tempo, i cambi di Mignani hanno stravolto l’assetto tattico del Bari e mandato in confusione un Benevento scottato dall’espulsione di uno dei suoi uomini cardine. L’ingresso di Morachioli largo sulla sinistra e lo spostamento di Bellomo sulla fascia destra ha allargato le maglie difensive avversarie e consentito al Bari di far progredire la manovra in modo più fluido. Due sgasate di Morachioli hanno sin da subito fatto capire quale sarebbe stato l’andazzo del secondo tempo, e difatti poco dopo Antenucci ha sbloccato il match dal dischetto. Da quel momento la gara è entrata in una fase di garbage time in cui è emerso il rientrante e famelico Folorunsho, chirurgico in occasione del gol del raddoppio.




Non può mancare la solita domanda: chi vi è piaciuto di più della formazione biancorossa e chi meno?


Nicola L. - Credo che sul migliore in campo ci siano pochi dubbi e mi riferisco ovviamente all'ingresso di Gregorio Morachioli che ha sostanzialmente spaccato la partita con il suo ingresso dopo l'intervallo. La sua capacità di saltare l'uomo in velocità (sottolineata anche da Polito nell'intervista menzionata sopra) ha creato la maggior parte dei pericoli nel secondo tempo ed hanno permesso al Bari di indirizzare al meglio la partita dalla propria parte.

Riguardo il giocatore che mi è piaciuto di meno, il nome che faccio è quello di Walid Cheddira: se il piano partita del Bari nel primo tempo non ha funzionato è anche dovuto al fatto che il capocannoniere biancorosso ha spesso perso i duelli individuali con il proprio avversario diretto ed ha avuto difficoltà a controllare palloni anche elementari (un difetto che i suoi detrattori fanno notare molto spesso).

Giovanni F. - Dell’undici scelto da Mignani per iniziare il match il migliore in campo è stato sicuramente Mirco Antenucci. L’ex attaccante della Spal, oltre a realizzare il gol del vantaggio e a guadagnare la punizione del successivo 2 a 0, si è ben disimpegnato anche nella prima frazione, gestendo alla perfezione palloni complessi ricevuti spalle alla porta e con pochi compagni a supporto. La sua pulizia tecnica, abbinata alla capacità di assorbire i contrasti e lucrare qualche fallo, è stata determinante per allentare le fasi di pressione degli ospiti. 
Oltre a lui, va evidenziato il brillante ingresso di Gregorio Morachioli e quello detonante di Folorunsho. Il primo ha dato una scossa alla squadra con un paio di strappi in cui ha nuovamente palesato le sue abilità nel dribbling; il secondo, da tempo atteso al rientro, ha ricordato quanto la sua intraprendenza nell’ultimo terzo di campo sia fondamentale in una squadra in cui il top scorer è in fase calante.

Non voglio accanirmi contro Cheddira, quindi decido di bocciare un calciatore il cui nome non è mai rientrato tra i peggiori in campo quest’anno: Mattia Maita. Il centrocampista ex Catanzaro, oltre ad incassare l’ennesimo cartellino giallo per un’ingenuità, ha fornito una prova opaca sotto ogni punto di vista. Dal suo lato il Benevento ha creato i pericoli maggiori con i movimenti continui di Carfora, mai letti né da lui né da Pucino, mentre con il pallone è stato spesso precipitoso e poco lucido. Diversamente rispetto al solito, ho apprezzato la scelta di Mignani di sostituirlo durante l’intervallo.



Il lunedì di Pasquetta il Bari va a Bolzano a giocarsi una partita a dir poco fondamentale per la posizione in classifica, quali saranno le chiavi di questa partita?


Nicola L. - L'importanza della partita non è data dalla posta in palio a mio parere bensì dalla necessità di entrambe le squadre di mettere alla prova in uno scontro diretto i loro punti di forza e debolezza. Il Sudtirol sta mostrando solidità non solo dal punto di vista tecnico con il suo 4-4-2 molto compatto e che è in grado di reggere a lunghe fasi di difesa posizionale, ma anche a livello mentale, con la squadra in grado di mantenere il proprio ordine ed il proprio focus nonostante fosse stata messa sotto nel punteggio e sotto il profilo del ritmo e dell'intensità.

Per questo motivo sarà molto difficile capire come affronteranno la partita le due formazioni, visto che entrambe amano lasciare il possesso palla e la supremazia territoriale all'avversario, per cui probabilmente saranno decisive le capacità delle due squadre di gestire al meglio le situazioni di transizione: la fisicità di Odogwu e le conduzioni palla al piede di Rover potrebbero essere un grosso spauracchio per il Bari che avrà bisogno delle migliori versioni di Folorunsho e Cheddira per poter mettere in difficoltà la squadra di Bisoli.

Va anche detto che all'andata ci aspettavamo una partita molto chiusa e bloccata ed invece si è rivelata una della partite più divertenti della stagione, per cui speriamo anche in questa sorpresa.

Giovanni F. - Inutile ribadire l’importanza di questa partita ai fini della classifica: il Bari affronta in trasferta la diretta concorrente per la posizione più comoda in ottica playoff con la possibilità di accrescere il proprio vantaggio. 

Le caratteristiche del Sudtirol sono ben note: quella di Bisoli è una squadra solida, granitica, ordinata e con diverse individualità un po’ oscurate dall’efficienza dell’intero impianto di gioco ma che in realtà hanno un valore che esula dal contesto. Parlo, ad esempio, di Giovanni Zaro, centrale ben strutturato e fenomenale nelle prolungate fasi di difesa posizionale a cui è sottoposta la squadra. Ma non solo: c’è Rover, eclettico centrocampista offensivo che spicca per dinamismo e doti balistiche, Odogwu, Belardinelli e anche l’arcigno capitan Tait.

Il 4-4-2 con baricentro medio/basso con cui i padroni di casa affronteranno il Bari creerà senza dubbio difficoltà ai biancorossi, che dovranno fornire una prestazione brillante con il pallone e intensa in fase di riaggressione per cercare di cogliere impreparata una squadra a cui non va dato il tempo di riordinarsi in fase difensiva. Una buona notizia per i biancorossi è l’assenza di Masiello che, al netto di eventuali ripensamenti, confermerà l’intenzione di non giocare contro il Bari né in casa né in trasferta e priverà il Sudtirol del partner ideale per Zaro.

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