giovedì 30 dicembre 2021

Il Liverpool sembra un po' più fragile


Per la Premier League questo è un periodo ricco di partite, un periodo poco amato dagli allenatori, costretti a fare i salti mortali per schierare una formazione all'altezza ogni 48 ore; soprattutto quelli stranieri, non particolarmente legati alle usanze del Regno Unito, faticano a gestire questo periodo della stagione, e Jurgen Klopp sta mostrando di non digerire al meglio questa fase della stagione, in cui il Liverpool è scivolato a -9 dal Manchester City con una gara da recuperare.

Martedì sera per i Reds è arrivata una sconfitta sul campo del Leicester, reduce dal 6-3 subito proprio dalla squadra di Guardiola nel Boxing Day, che in totale emergenza difensiva è riuscita a tenere inviolata la propria porta. Il Liverpool ha creato diverse occasioni ma senza trovare la via della rete, mentre il Leicester seppur soffrendo, è riuscito ad attivare bene i propri meccanismi in contropiede, trovando grazie ad esso il goal che è valso un'insperata vittoria.

Il dato degli xG, del possesso palla e delle conclusioni ci raccontano di una partita che in altre circostanze il Liverpool avrebbe potuto vincere tranquillamente, tuttavia qualche difficoltà la squadra di Klopp l'ha dimostrata, ben ingabbiata dallo schieramento della formazione di Rodgers che ha rinunciato ad ogni tipo di pressione sul possesso del Liverpool (18,57 il dato del PPDA della formazione di Rodgers) puntando, invece, su un indirizzamento del gioco avversario verso le zone esterne del campo dove poter isolare i giocatori del Liverpool, per poi cercare di partire in contropiede.


LE FORMAZIONI INIZIALI

Vedendo la formazione del Leicester è abbastanza semplice rendersi conto della situazione di emergenza delle Foxes nel reparto difensivo: tutti i difensori centrali erano fuori uso e per questa ragione la coppia al centro della difesa era formata da Ndidi ed Amartey, due mediani, davanti a loro Rodgers ha inserito altri due mediani come Choudhury e Soumarè, il tutto in un 4-3-1-2 dove Maddison agisce da trequartista alle spalle delle punte Vardy e Iheanacho.



Dall'altra parte Klopp ha dovuto rinunciare al solo Robertson, sostituito da Tsimikas; a centrocampo sono Henderson e Oxlade-Chamberlain ad affiancare Fabinho, mentre in avanti non si tocca il tridente Salah-Jota-Manè.

LA STRATEGIA DIFENSIVA DEL LEICESTER


Il 4-3-1-2 con cui il Leicester si è schierato in campo aveva obiettivi molto chiari in fase di non possesso: il Liverpool è una della squadre più difficili da limitare in fase di sviluppo, visti i continui movimenti dei terzini, delle mezzali e dei tre d'attacco atti a disordinare le difese avversarie sfruttando l'intera larghezza del campo e gli spazi tra le linee.

Per ovviare a questa situazione, Rodgers ha istruito la linea difensiva a muoversi in modo da avere sempre sotto controllo i tre attaccanti del Liverpool, lasciando a Choudoury e Dewsbury-Hall il doppio compito di scalare sul terzino o sulla mezzala. Come si evince dall'esempio Castagne e Thomas seguono Salah e Manè, mentre vediamo il meccanismo di scalate dei centrocampisti in base al posizionamento della palla: qui Dewsbury-Hall va a prendere Alexander-Arnold mentre Soumarè scala su Henderson, inoltre possiamo anche notare Maddison che segue le tracce di Fabinho. Con questo schieramento il Leicester ha molto rallentato il gioco dei Reds che hanno avuto difficoltà ad innescare il tridente offensivo.

L'altra mossa dell'allenatore del Leicester è stata quella di indirizzare il gioco del Liverpool, non permettendo alla squadra di Klopp di muoversi per vie centrali in costruzione, una situazione che avrebbe permesso ai terzini di prendere immediatamente campo mentre come si evince dall'esempio la costruzione deve essere portata sull'esterno: le linee di pressione molto basse si limitano ad occludere gli spazi centrali, il Liverpool deve andare sull'esterno per proseguire l'impostazione dell'azione facendo scattare la trappola preparata dal predecessore di Klopp sulla panchina di Anfield.

La trappola consiste nel muovere lo schieramento della squadra in zona palla andando a schiacciare il triangolo di sviluppo esterno formato da Tsimikas, Manè e Oxlade-Chamberlain verso la linea laterale, costringendo gli avversari a tornare indietro per cercare di ricostruire il gioco. Non è un caso che, come vedremo più avanti. per cercare di costruire azioni da rete mediante la propria manovra Klopp abbia dovuto rinunciare al 4-3-3 per permettersi una costruzione di gioco in grado di trovare l'uomo alle spalle delle linee di pressione avversarie.


HENDERSON L'ARMA OFFENSIVA DEL LIVERPOOL


La grande attenzione mostrata da parte della linea difensiva del Leicester nei confronti del tridente offensivo del Liverpool ha reso da una parte poco pericolosi i tre attaccanti, ma dall'altra ha portato la creazione di spazi per gli inserimenti delle mezzali. Il giocatore che più di tutti si è reso pericoloso utilizzando le sue doti di corsa senza la palla è stato Jordan Henderson.

Ecco un esempio di come l'ex giocatore del Southampton si è reso pericoloso: sfruttando l'orientamento sulla palla delle linee difensive del Leicester, cercava di sfruttare lo spazio tra centrale difensivo e terzino creato dal movimento ad allargarsi di uno dei tre attaccanti (nella fattispecie Jota) per sfruttare quello spazio e mettere in crisi lo schieramento difensivo del Leicester. In questo esempio il pallone terminerà sui piedi di Jota che però non troverà modo di concludere a rete da posizione favorevole.

L'unico modo che aveva la squadra di Klopp per generare pericoli era quello di sfruttare le debolezza intrinseca di un 4-3-1-2, ossia la difficoltà a gestire i cambi di gioco: frequentemente il pallone è passato da lato di Tsimikas a quello di Alexander-Arnold allo scopo di aprire la scatola dello schieramento difensivo. In questo esempio, con il Leicester portato dentro la propria area di rigore, le zone esterne sono lasciate libere, per cui sul cambio di lato tocca a Dewsbury-Hall uscire liberando spazio per l'inserimento di Henderson. Anche in questo caso arriverà un'occasione per Salah da posizione defilata parata da Schmeichel. 

Inoltre, dove il Liverpool non riusciva a creare su azione manovrata, provava a farlo nel gioco da fermo, soprattutto creando situazioni di pericolo dagli sviluppi di rimessa laterale in zona d'attacco: proprio da questo tipo di situazione è stato propiziato il calcio di rigore poi fallito da Salah. A procurarselo è stato proprio Henderson con un'altra incursione all'interno dell'area di rigore avversaria. Il rigore sbagliato unitamente alla successiva ribattuta ha influenzato in gran parte il dato degli xG, ma soprattutto non ha permesso al Liverpool di portare la partita sui binari preferiti, ossia un avversario che deve alzare il baricentro che si espone quindi alla verticalità del gioco dei Reds.

IL GIOCO DI TRANSIZIONE DEL LEICESTER


Per la squadra di Rodgers il piano partita non poteva essere oggetto di scelta libera, sia a causa delle tante assenze, sia a causa della forza dell'avversario che mai e poi mai avrebbe concesso al suo ex allenatore di risalire il campo mediante il palleggio. Per questo motivo la scelta del tecnico nordirlandese è andata su un gioco diretto e di transizioni.

D'altronde riuscire a giocare da dietro era un'impresa a dir poco complicata per il Leicester. In questo esempio si nota chiaramente il sistema di prima pressione creato da Klopp che rendeva assai complicato il palleggio da dietro. Per questo motivo la soluzione migliore era comunque quella di costruire con 6 uomini (i 4 di difesa più Choudhury e Soumarè) allo scopo di attirare la pressione dei giocatori del Liverpool e cercare in profondità i movimenti di Maddison e delle due punte. Le statistiche ci vengono in soccorso contando ben 14 rinvii lunghi di Schmeichel al cospetto dei 7 di media effettuati in ogni match, a dimostrazione che la pressione del Liverpool ha costretto Rodgers ad adattare il piano gara.

In questo esempio vediamo come viene messa in pratica la transizione offensiva: su una palla recuperata a centrocampo è uno dei tre elementi offensivi a proporre il primo smarcamento preventivo (nel caso di specie Iheanacho) mentre gli altri due vanno subito in profondità portandosi via la linea difensiva del Liverpool. Questa scelta ha creato i presupposti per la creazione di alcune situazioni potenzialmente pericolose, tuttavia non sono state convertite in pulite occasioni di rete poiché, come visto in precedenza, Alexander-Arnold e Tsimikas non si alzavano subito in costruzione, questo permetteva loro di poter assistere la linea difensiva in caso di transizione e non lasciare in inferiorità numerica i propri compagni; nel secondo tempo, con i due terzini alzati in fase di costruzione (come stiamo per vedere), le transizioni del Leicester riusciranno a far male alla difesa del Liverpool.

LE MOSSE CHE HANNO CAMBIATO LA PARTITA


Come detto in precedenza, il Leicester ha saputo trovare il modo per rendere complicato l'accesso all'area di rigore da parte del Liverpool grazie alla capacità di chiudere ogni spazio centrale chiudendo i portatori di palla verso la linea laterale. Per ovviare a questa situazione Klopp ha cercato di cambiare lo spartito mettendo in campo Keita al posto di Oxlade-Chamberlain, mettendo da parte il 4-3-3 per avere più presenza al centro.

Come si evince da questo esempio lo schieramento si trasforma in un 4-2-2-2 con due attaccanti che bloccano la linea difensiva, due giocatori che si muovono tra le linee mentre Keita si abbassa in costruzione. I due terzini danno ampiezza allo scopo di aprire la linea di centrocampo del Leicester, passata a 5 con l'ingresso in campo di Lookman e Maddison spostato sulla destra. Attirando la pressione dei centrocampisti con i costruttori il Liverpool riesce finalmente a trovare i giocatori liberi tra le linee togliendo, inoltre, riferimenti alla linea difensiva avversaria. Da questo tipo di situazione nascerà la migliore occasione del secondo tempo per il Liverpool che, però, Manè non riuscirà a convertire in rete.

Il passaggio al 4-5-1 sembrava, al contrario, una mossa suicida di Rodgers, non più in grado di mandare il Liverpool sull'esterno in quanto le due linee si facevano facilmente manipolare. Tuttavia l'ingresso di Tielemans alzando il livello tecnico del centrocampo ha aperto nuove opportunità di gestire meglio il gioco di transizione una volta recuperata palla.

La qualità del belga nel difendere il pallone lo rende un giocatore di difficile replicabilità per qualsiasi squadra, tanto più per il Leicester, per cui qui si può notare come da solo sia stato in grado di eludere una immediata riaggressione del Liverpool dopo una palla recuperata al limite dell'area di rigore con un altro attacco impostato nel modo descritto sopra. L'altra chiave sta nella posizione di Lookman inserito per sfruttare il punto debole del gioco di Klopp: lo spazio che i due terzini lasciano alle spalle in fase di transizione. Da una situazione molto simile a quella dell'esempio è nata l'azione con cui l'ex giocatore dell'Everton ha sbloccato la partita regalando la vittoria alla sua squadra.

Quindi i cambi hanno permesso da una parte al Liverpool di trovare modo di avanzare centralmente ed aggirare le trappole di Rodgers, ma dall'altra parte ha esposto i Reds ai contropiedi del Leicester, resi possibili dal posizionamento di Lookman. La partita tatticamente si è decisa qui, con le Foxes che hanno trovato modo di massimizzare i vantaggi del nuovo schieramento tattico al contrario di quanto fatto da Salah e compagni.

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