Il 2022 della Liga è iniziato con un turno di campionato che celebra la fine del girone d'andata e che ha messo di fronte due squadre la cui identità tattica è molto marcata e ben distinta: da una parte il Betis ed il suo 4-2-3-1, dall'altra parte il Celta Vigo ed il suo ambiziosissimo 4-1-3-2.
Già lo scontro delle ultime giornate di campionato della scorsa stagione (terminato con una vittoria del Betis per 3-2) aveva mostrato quanto fosse forte la contrapposizione tattica tra le due formazioni con il contesto tattico della partita dominato da Coudet e l'aggressività del suo schieramento ma comunque perdendola.
Questa volta l'ex tecnico del Racing Avellaneda si è vendicato del Betis e di Pelegrini andando a vincere per 2-0 al Benito Villamarin continuando a mostrare la bontà del suo stile di gioco nonostante le diverse assenze, riuscendo a portare il piano tattico della partita dalla propria parte nel corso del primo tempo esponendo il Betis alle sue difficoltà in fase di transizione difensiva.
In questa analisi cercherò di spiegare come entrambe le squadre abbiano comunque esposto il proprio piano tattico nel corso della partita, ma anche perché quello eseguito dal Celta Vigo sia stato quello migliore in campo portando la squadra galiziana a prendersi con merito l'intera posta in palio.
LE FORMAZIONI INIZIALI
Come indicato in premessa, Pelegrini e Coudet non derogano ai rispettivi sistemi di gioco nonostante qualche assenza da una parte e dall'altra: nel 4-2-3-1 del tecnico cileno non viene schierato dal primo minuto Nabil Fekir, così come Rodri, una scelta che, come vedremo, sarà forse decisiva in negativo per la formazione betica; dall'altra parte Coudet deve far fronte a molte assenze in difesa ed a centrocampo che lo portano a spostare Aidoo in posizione di terzino destro, Okay Yokuslu (20 minuti collezionati in tutta la stagione) nell'inedita posizione di centrale di difesa e Fran Beltran schierato come schermo davanti alla difesa del 4-1-3-2.
I PRINCIPI DEI DUE SCHIERAMENTI IN CAMPO
Sin dalle prime battute della partita si è capito come entrambi gli allenatori avrebbero cercato di fare le rispettive partite cercando di prendere il controllo del pallone e del territorio. Per questo motivo entrambe le squadre cercavano di intrappolare le relative fasi di possesso avversarie non concedendo l'avanzamento in campo.
GLI ERRORI IN POSSESSO DEL BETIS..
..E LE DIFFICOLTA' IN TRANSIZIONE
L'elemento tipico del 4-2-3-1 sta nel fatto che nella gran parte dei casi i due terzini salgono in avanti in fase di possesso, per cui è molto importante il lavoro che devono svolgere i due mediani nel dare protezione ai due centrali difensivi in fase di transizione, ossia il momento in cui l'avversario recupera palla e cerca di ribaltare il gioco nella metà campo offensiva.
Nella partita del Benito Villamarin la tattica del Celta è stata quella di usare il movimento delle proprie due punte al fine di mandare al tappeto i meccanismi di transizione difensiva del Betis, già di per se molto fragili visto che la coppia William Carvalho-Guardado non ha nella corsa all'indietro il proprio punto di forza. Per questo motivo la fase di transizione difensiva della squadra di Pelegrini è sostanzialmente nelle mani della coppia di centrali difensivi Bartra-Victor Ruiz, anch'essi molto più a loro agio in situazioni posizionali anziché la marcatura sull'uomo.
Lo schieramento in non possesso della squadra di Coudet ha poi permesso di evidenziare le inefficienze del sistema di Pelegrini una volta persa palla. Questo esempio è perfetto nel capire come lo scaglionamento del centrocampo del Celta faccia a fette il sistema della squadra di Pelegrini in questa fase di gioco, determinata da un errore di impostazione di Victor Ruiz: qui Guardado si era alzato per cercare spazio alle spalle del centrocampo dei galiziani, per cui il messicano stesso cerca di pressare Fran Beltran ma lascia spazio alle sue spalle per Denis Suarez che è libero in quanto William Carvalho è rimasto a dare copertura preventiva su Santi Mina, questo porterà il portoghese a scalare sul trequartista del Celta ma liberando ovviamente a propria volta il centravanti creando un due contro due tra attaccanti e difensori centrali del Betis.Questo esempio mostra chiaramente lo scopo del rombo di centrocampo creato da Coudet a centrocampo in fase di non possesso e la Y in fase di possesso: l'avversario è costretto più volte a rompere le linee ed a compiere delle scelte che generano continua superiorità posizionale per la sua squadra. Il Betis sotto questo aspetto non è stato in grado di porre in essere una contromossa adatta a prendere il controllo tattico della partita, e questo ha portato il tecnico argentino a portare a casa i 3 punti e la sfida tattica contro il collega cileno.
LE MIGLIORIE DEL SECONDO TEMPO DEL BETIS
Pelegrini ha cercato di rimescolare le carte nel corso dell'intervallo togliendo Lainez ed inserendo Rodri: con l'ingresso di quest'ultimo si è certamente vista qualche miglioria nello schieramento della squadra betica, apparsa un po' più fluida ed in grado di controbattere al sistema di marcature a uomo del centrocampo avversario.
Rodri ha sostanzialmente fatto ciò che Lainez non ha fatto nel primo tempo, ossia entrare dentro al campo e creare linee di passaggio promuovendo delle rotazioni con Canales che potessero costringere i galiziani a fare delle scelte su quali spazi liberare. Nell'esempio si vede Rodri che viene incontro sfruttando un movimento di Canales che attira Denis Suarez. Il Celta sceglie di non concedere le profondità ed il passaggio in zona centrale del campo, liberando la zona tra le linee e soprattutto l'ampiezza che il Betis ha cercato di sfruttare con le corse di Bellerin e Moreno. Questa strategia si è ulteriormente acuita con l'uscita di Guardado per Fekir, con quindi maggiori rotazioni tra lui, Canales e Rodri e con Juanmi che cercava di accompagnare Willian Jose al centro dell'attacco.Questa scelta ha permesso al Betis di avere il controllo del pallone e quello territoriale nel secondo tempo, permettendole di migliorare anche i meccanismi di riconquista del pallone, tuttavia il Celta è sempre riuscito a tenere la partita sui binari di duelli individuali che hanno portato il Betis a forzare più volte la giocata e sbagliarla, rendendo quindi poco produttiva la supremazia della squadra di Pelegrini.
CONCLUSIONI
La sfida tra Betis e Celta Vigo era una sfida tra le identità dei due allenatori Pelegrini e Coudet, ha avuto la meglio quest'ultimo grazie alla capacità dei propri centrocampisti di avere la superiorità numerica in mezzo al campo determinata dal 4-1-3-2 rispetto al 4-2-3-1. Pelegrini dal canto suo non è riuscito a sua volta a creare superiorità nella trequarti avversaria a causa di un atteggiamento troppo rigido della sua squadra nel primo tempo.
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