martedì 4 gennaio 2022

Betis-Celta Vigo è stata una sfida di identità


Il 2022 della Liga è iniziato con un turno di campionato che celebra la fine del girone d'andata e che ha messo di fronte due squadre la cui identità tattica è molto marcata e ben distinta: da una parte il Betis ed il suo 4-2-3-1, dall'altra parte il Celta Vigo ed il suo ambiziosissimo 4-1-3-2.

Già lo scontro delle ultime giornate di campionato della scorsa stagione (terminato con una vittoria del Betis per 3-2) aveva mostrato quanto fosse forte la contrapposizione tattica tra le due formazioni con il contesto tattico della partita dominato da Coudet e l'aggressività del suo schieramento ma comunque perdendola. 

Questa volta l'ex tecnico del Racing Avellaneda si è vendicato del Betis e di Pelegrini andando a vincere per 2-0 al Benito Villamarin continuando a mostrare la bontà del suo stile di gioco nonostante le diverse assenze, riuscendo a portare il piano tattico della partita dalla propria parte nel corso del primo tempo esponendo il Betis alle sue difficoltà in fase di transizione difensiva.

In questa analisi cercherò di spiegare come entrambe le squadre abbiano comunque esposto il proprio piano tattico nel corso della partita, ma anche perché quello eseguito dal Celta Vigo sia stato quello migliore in campo portando la squadra galiziana a prendersi con merito l'intera posta in palio.

LE FORMAZIONI INIZIALI

Come indicato in premessa, Pelegrini e Coudet non derogano ai rispettivi sistemi di gioco nonostante qualche assenza da una parte e dall'altra: nel 4-2-3-1 del tecnico cileno non viene schierato dal primo minuto Nabil Fekir, così come Rodri, una scelta che, come vedremo, sarà forse decisiva in negativo per la formazione betica; dall'altra parte Coudet deve far fronte a molte assenze in difesa ed a centrocampo che lo portano a spostare Aidoo in posizione di terzino destro, Okay Yokuslu (20 minuti collezionati in tutta la stagione) nell'inedita posizione di centrale di difesa e Fran Beltran schierato come schermo davanti alla difesa del 4-1-3-2.



I PRINCIPI DEI DUE SCHIERAMENTI IN CAMPO

Sin dalle prime battute della partita si è capito come entrambi gli allenatori avrebbero cercato di fare le rispettive partite cercando di prendere il controllo del pallone e del territorio. Per questo motivo entrambe le squadre cercavano di intrappolare le relative fasi di possesso avversarie non concedendo l'avanzamento in campo.

Da questo esempio si nota come il Celta Vigo faccia parecchio riferimento all'uomo in fase di non possesso, con riferimenti ben precisi: ai terzini Aidoo e Javi Galan viene chiesto di prendersi cura di Juanmi e Lainez mentre Beltran deve controllare Canales con i due centrali che devono controllare Willian Jose; altro giocatore con un ordine ben preciso è Denis Suarez, il vertice alto del rombo di centrocampo del Celta, chiamato a prendersi cura in fase di prima pressione di Guardado, l'uomo deputato da Pelegrini ad abbassarsi tra i due centrali per far partire l'azione mentre le due mezzali restano in posiziona intermedia per essere pronti a scalare sui terzini o stringere su William Carvalho.

Decisamente più orientato sulla palla il sistema difensivo del Betis di Pelegrini. Aiutati anche dalla grafica della Liga si può notare come il 4-2-3-1 di base del tecnico cileno si trasformi in un 4-4-2 in fase di non possesso con la squadra che si orienta e bascula in direzione della palla ed è pronta ad andare in pressione non appena il Celta sposta il pallone sul terzino e si possono anche vedere tutte le varie opzioni di scalata dei terzini sulle mezzali del Celta Vigo.

Quest'ultimo fermo immagine ci permette di notare una particolarità nelle costanti tattiche di Coudet, ossia la creazione di questa "Y" a centrocampo (che trovate evidenziata in rosso) resa possibile dall'abbassamento del vertice alto del rombo Denis Suarez che permette alle mezzali Cervi e Brais Mendez di alzarsi delegando quindi ad essi il compito di attaccare la zona tra le linee di difesa e centrocampo avversarie. Il movimento delle due punte, inoltre, porta la linea difensiva ad essere impegnata da essa comportando un dilatamento dello spazio in questione, qui la scelta di Pelegrini è di far salire i terzini a duello con le mezzali rischiando anche il duello tra i centrali e gli attaccanti.

La lotta tra i sistemi di pressione ha permesso alla squadra galiziana di avere in mano il contesto tattico della partita portandola sul piano dei duelli individuali e portando il Betis a giocare la palla alta (45 duelli aerei contro i poco meno di 30 in questa stagione).

GLI ERRORI IN POSSESSO DEL BETIS..


L'obiettivo del gioco del Betis è quello di progredire sul campo per vie centrali e sfruttare le combinazioni esterne per rifinire l'azione, questo è possibile grazie alla peculiarità del 4-2-3-1 di Pelegrini che chiede ai due terzini di alzarsi per dare ampiezza ed agli esterni offensivi di stringere per ricevere il pallone tra le linee ed allo stesso tempo creare spazio per le sovrapposizioni. L'obiettivo del Celta era quello di negare anzitutto queste ricezioni tra le linee e poi usare le mezzali per non concedere superiorità numerica sull'esterno prevenendo le sovrapposizioni. 

Questa è la situazione che si creava quando la formazione betica iniziava la costruzione dell'azione: Guardado si abbassa tra i centrali creando la salida lavolpiana,  i terzini si alzano e cercano di aprire lo schieramento del Celta per raggiungere giocatori tra le linee. Qui si vede bene come Bellerin attiri nelle sua zona la mezzala sinistra del Celta Cervi, questo genera una potenziale linea di passaggio in verticale che può essere raccolta da un movimento a venire incontro di Willian Jose, posizionato tra centrale difensivo e terzino, oppure da Lainez che potrebbe occupare quel mezzo spazio di sinistra e lasciare il centravanti a bloccare la linea difensiva. Ma il messicano si è mosso davvero poco senza palla rendendo vita facilissima alla difesa del Celta che ha sempre potuto limitare gli attacchi della squadra di casa per tutto il primo tempo.

La prestazione molle del classe 2000 messicano è ben esemplificata da questi numeri: nonostante i tre dribbling completati, il duello con Javi Galan è stata stravinto dal terzino ex Huesca che ha disposto di lui per tutto il corso del primo tempo, costringendo Pelegrini a rimangiarsi la scelta e sostituire il messicano all'intervallo con Rodri. La scelta di Coudet di puntare come da suo stile sull'aggressività dei duelli individuali ha mietuto come vittima proprio Lainez, il quale dovrà fare un passo in avanti sotto questo aspetto per mantenere le alte aspettative riposte su di lui dalla società bianco-verde. La partita di domenica per lui è stata una lezione che, sotto la guida di Pelegrini, non potrà che portare benefici alla crescita di questo talento.





..E LE DIFFICOLTA' IN TRANSIZIONE

L'elemento tipico del 4-2-3-1 sta nel fatto che nella gran parte dei casi i due terzini salgono in avanti in fase di possesso, per cui è molto importante il lavoro che devono svolgere i due mediani nel dare protezione ai due centrali difensivi in fase di transizione, ossia il momento in cui l'avversario recupera palla e cerca di ribaltare il gioco nella metà campo offensiva.

Nella partita del Benito Villamarin la tattica del Celta è stata quella di usare il movimento delle proprie due punte al fine di mandare al tappeto i meccanismi di transizione difensiva del Betis, già di per se molto fragili visto che la coppia William Carvalho-Guardado non ha nella corsa all'indietro il proprio punto di forza. Per questo motivo la fase di transizione difensiva della squadra di Pelegrini è sostanzialmente nelle mani della coppia di centrali difensivi Bartra-Victor Ruiz, anch'essi molto più a loro agio in situazioni posizionali anziché la marcatura sull'uomo.

Lo schieramento in non possesso della squadra di Coudet ha poi permesso di evidenziare le inefficienze del sistema di Pelegrini una volta persa palla. Questo esempio è perfetto nel capire come lo scaglionamento del centrocampo del Celta faccia a fette il sistema della squadra di Pelegrini in questa fase di gioco, determinata da un errore di impostazione di Victor Ruiz: qui Guardado si era alzato per cercare spazio alle spalle del centrocampo dei galiziani, per cui il messicano stesso cerca di pressare Fran Beltran ma lascia spazio alle sue spalle per Denis Suarez che è libero in quanto William Carvalho è rimasto a dare copertura preventiva su Santi Mina, questo porterà il portoghese a scalare sul trequartista del Celta ma liberando ovviamente a propria volta il centravanti creando un due contro due tra attaccanti e difensori centrali del Betis. 

Questo esempio mostra chiaramente lo scopo del rombo di centrocampo creato da Coudet a centrocampo in fase di non possesso e la Y in fase di possesso: l'avversario è costretto più volte a rompere le linee ed a compiere delle scelte che generano continua superiorità posizionale per la sua squadra. Il Betis sotto questo aspetto non è stato in grado di porre in essere una contromossa adatta a prendere il controllo tattico della partita, e questo ha portato il tecnico argentino a portare a casa i 3 punti e la sfida tattica contro il collega cileno.

LE MIGLIORIE DEL SECONDO TEMPO DEL BETIS

Pelegrini ha cercato di rimescolare le carte nel corso dell'intervallo togliendo Lainez ed inserendo Rodri: con l'ingresso di quest'ultimo si è certamente vista qualche miglioria nello schieramento della squadra betica, apparsa un po' più fluida ed in grado di controbattere al sistema di marcature a uomo del centrocampo avversario.

Rodri ha sostanzialmente fatto ciò che Lainez non ha fatto nel primo tempo, ossia entrare dentro al campo e creare linee di passaggio promuovendo delle rotazioni con Canales che potessero costringere i galiziani a fare delle scelte su quali spazi liberare. Nell'esempio si vede Rodri che viene incontro sfruttando un movimento di Canales che attira Denis Suarez. Il Celta sceglie di non concedere le profondità ed il passaggio in zona centrale del campo, liberando la zona tra le linee e soprattutto l'ampiezza che il Betis ha cercato di sfruttare con le corse di Bellerin e Moreno. Questa strategia si è ulteriormente acuita con l'uscita di Guardado per Fekir, con quindi maggiori rotazioni tra lui, Canales e Rodri e con Juanmi che cercava di accompagnare Willian Jose al centro dell'attacco. 

Questa scelta ha permesso al Betis di avere il controllo del pallone e quello territoriale nel secondo tempo, permettendole di migliorare anche i meccanismi di riconquista del pallone, tuttavia il Celta è sempre riuscito a tenere la partita sui binari di duelli individuali che hanno portato il Betis a forzare più volte la giocata e sbagliarla, rendendo quindi poco produttiva la supremazia della squadra di Pelegrini. 

CONCLUSIONI

La sfida tra Betis e Celta Vigo era una sfida tra le identità dei due allenatori Pelegrini e Coudet, ha avuto la meglio quest'ultimo grazie alla capacità dei propri centrocampisti di avere la superiorità numerica in mezzo al campo determinata dal 4-1-3-2 rispetto al 4-2-3-1. Pelegrini dal canto suo non è riuscito a sua volta a creare superiorità nella trequarti avversaria a causa di un atteggiamento troppo rigido della sua squadra nel primo tempo.

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