venerdì 5 marzo 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 20


Quello in partenza stasera è un altro weekend ricco di sfide importanti, si parte dai derby di Manchester e di Madrid al Der Klassiken di Germania, così come al crocevia dei destini di Inter e Juventus in serie A nelle sfide contro Atalanta e Lazio. Tutto questo arricchisce un palinsesto ricco di spunti in giro per l'Europa: le mie scelte sono ricadute su tre match che si disputeranno rispettivamente nelle giornate di sabato, domenica e lunedì giusto per evitare sovrapposizioni e per poterne prendere nota e seguirle nel corso del weekend.


FRIBURGO - LIPSIA (SABATO ORE 15,30)

Questo weekend la Bundesliga merita di avere tutti gli occhi su di se per la grande quantità di scontri interessanti creati dal calendario: infatti questo è il fine settimana del Der Klassiker tra Bayern e Borussia Dortmund, così come quello della sfida pirotecnica tra Borussia Moenchengladbach e Bayer Leverkusen, protagoniste all'andata di un 4-3 quasi epico; pur in presenza di questi big-match, il campionato ha altre due protagoniste che per motivi diversi si stanno ritagliando un ruolo importante in questo campionato e che sabato pomeriggio si sfideranno una contro l'altra, mi riferisco a Friburgo e Lipsia.

La squadra della città della Foresta Nera resta una delle più interessanti della Bundesliga per proposta di gioco e per individualità mostrate in campo: per chi segue il campionato tedesco la cosa non è una sorpresa considerando chi detiene la cabina di comando, ossia Christian Streich, allenatore dalle importanti conoscenze calcistiche unite ad una capacità importante (stando agli addetti ai lavori) nel saper empatizzare con i propri calciatori, facilitando dunque la possibilità di trasmettere il proprio pensiero sul campo.

Una delle costanti del tipo di gioco di Streich sta nella ricerca degli spazi in zona centrale tramite uno stile di gioco che sia quanto più possibile verticale. Nell'esempio che vedete a fianco si può notare l'esecuzione di questo piano: il 4-4-2 di base si trasforma in un 4-2-2-2 con i due esterni offensivi che entrano nel centro del campo mentre le due punte raccolgono i palloni che arrivano direttamente dalla difesa; come si nota, anche i due centrocampisti centrali giocano molto vicini rendendo possibile la conquista della seconda palla. In fase di non possesso, lo schieramento torna ad essere un 4-4-2 ma con un baricentro che cerca di non essere molto basso per evitare di farsi chiudere in area di rigore: questo approccio si è rivelato molto utile e funzionale soprattutto contro le grandi della Bundesliga, tanto che nell'ultimo mese sia Borussia Dortmund che Bayer Leverkusen hanno dovuto lasciare l'intera posta in palio alla formazione di Streich.

Sul Lipsia di Nagelsmann ormai sappiamo tutto: siamo di fronte ad una delle squadre più importanti d'Europa allenata da uno degli allenatori più brillanti ed influenti del continente: il lavoro fin qui svolto dalla squadra di proprietà della Red Bull in questa stagione li ha portati a tenere il passo del Bayern Monaco superando alcuni momenti di appannamento. La partita di Friburgo è un crocevia importante per la formazione di Nagelsmann per restare attaccata ai bavaresi e, chissà, sperarne in un nuovo passo falso per poter addirittura prendere la vetta della classifica.

Nelle ultime settimane, specie in concomitanza con un periodo poco brillante della squadra culminato in un'inopinata sconfitta a Mainz, si è cominciato a parlare di quello che sembra essere il punto debole della squadra che Nagelsmann ha cercato in tutti i modi di mascherare ma spesso senza successo: la fase di finalizzazione. La partenza di Werner ha senza dubbio tolto al Lipsia quello che era l'uomo che dava la profondità alla squadra e finalizzava il lavoro svolto dai compagni: quest'anno, invece, gli attaccanti a disposizione di Nagelsmann faticano ad essere particolarmente incisivi in fase conclusiva, probabilmente anche a causa di una scarsa attitudine a cercare la profondità.

Come si evince dal fermo immagine, per caratteristiche il centravanti di questa stagione, ossia Youssuf Poulsen, tende principalmente a venire incontro alla palla per giocare di sponda e permettere ai centrocampisti alle proprie spalle (Nkunku o Dani Olmo o Sabitzer come in questo caso) di chiudere una triangolazione che li porti davanti al portiere: questa sembra la formula più ricercata dal Lipsia per arrivare alla porta vista, appunto, la poca propensione del danese ad attaccare la profondità anche perché, per caratteristiche fisiche, non è propriamente un fulmine di guerra.

L'altra soluzione cercata per attaccare la linea difensiva è quella di arrivare dall'esterno e cercare di riempire l'area di rigore con quanti più uomini possibile e posizionati in punti diversi dell'area di rigore: questa soluzione è quella che, nell'ultima partita con il Moenchengladbach vinta di rimonta, ha permesso ai Die Roten Bullen di trovare la via della rete. 
I numeri, tuttavia, mostrano come le difficoltà in fase di finalizzazione esistano: l'attacco è il quinto del campionato con 43 reti realizzate ed il sesto per xG per tiro (fonte Wyscout), un dato che mostra come spesso la squadra sia costretta a prendersi tiri da posizione poco favorevole; altro aspetto che nelle precedenti settimane ha contribuito alla perdita di qualche punto per il Lipsia sta nei numeri difensivi: nel corso del 2021 in campionato il numero dei goal subiti (11) in 10 partite è già superiore a quanto fatto segnare nelle giornate di campionato disputate nel 2020, ossia 9 reti in 13 partite.

Su questi numeri hanno influito parecchio alcuni grossi errori individuali commessi dai difensori del Lipsia, errori che sono anche costati la sconfitta nella sfida d'andata contro il Liverpool negli ottavi di Champions, il cui ritorno il Lipsia dovrà affrontare successivamente a questa dura trasferta contro una squadra che sa bene come sfruttare gli errori avversari e ad indurli mediante la loro pressione.

SUPERLIGA DANESE, BRONDBY-COPENAGHEN (DOMENICA ORE 14)

Come indicato e prospettato da molti osservatori attenti del calcio internazionale, l'epicentro della costruzione del talento a livello europeo si sta spostando verso il nord del continente: basti pensare ai tanti talenti norvegesi in giro per l'Europa, la Svezia che ci ha negato l'accesso ai Mondiali nel 2018 per poi raggiungere i quarti di finale in Russia, i miracoli dell'Islanda e, più di recente, della Finlandia. In questo contesto non può certo mancare all'appello la Danimarca che, di talento ne ha sempre messo a disposizione, o tramite i propri talenti o tramite quelli prodotti dal proprio campionato: così abbiamo visto il Midtjylland accedere alla Champions League e mostrare i propri talenti, abbiamo visto in Italia sbocciare il talento di Mikkel Damsgaard cresciuto nel Nordsjoelland.

Anche in questa stagione il campionato danese sta rispettando le aspettative e sta mettendo in mostra altri nuovi talenti pronti ad essere lanciati nel mercato internazionale: la sfida tra Brondby e Copenaghen metterà in mostra alcuni elementi molto interessanti oltre ad essere una partita che ha un valore molto importante per la classifica e non solo, visto che qui si tratta del derby della città di Copenaghen, parecchio sentito dalle due tifoserie non ostante la rivalità abbia origini molto recenti nel tempo.

Il Brondby tra le due contendenti è la squadra con maggiore tradizione e dominatrice in suolo danese fino agli anni '90 (con annesse due sfide contro la Roma in Coppa Uefa nel 1991 e nel 1995 che i tifosi giallorossi ricordando con molto piacere), poi la costituzione dell'FC Kobenhavn ha tolto prima lo strapotere cittadino e, conseguentemente, il dominio nazionale. 

Alla squadra giallo-blu il titolo nazionale manca ormai dal 2005, un periodo davvero lunghissimo per una squadra che dal 1985 al 2005 non ha mai lasciato le prime due posizioni in classifica: a partire da un paio d'anni, tuttavia, le cose sembrano in fase di miglioramento, grazie al miglioramento dello scouting di giovani calciatori da sviluppare all'interno del proprio settore giovanile.

All'interno del 3-4-3 (o 3-4-1-2) messo in piedi dal tecnico Fredriksen, gli elementi che si stanno maggiormente mettendo in luce e che stanno mostrando la bontà del lavoro svolto a livello giovanile sono il centrale di centrocampo Morten Frendrup, classe 2001, e soprattutto Jesper Lindstrom, classe 2000 che in questa stagione sta esplodendo al punto di esordire in nazionale lo scorso novembre.

Nel sistema scelto da Fredriksen, che prevede una squadra che cerca la giocata in verticale quanto più velocemente possibile, il ruolo di Lindstrom è indispensabile nel trio d'attacco: è difficile dargli una collocazione tattica perché nel foglio formazione lo possiamo trovare come esterno offensivo, come punta centrale ed anche mezzala. Le sue funzioni sono quelle di muoversi e cercare lo spazio per la giocata in rifinitura o in finalizzazione: la sua capacità principale è quella di saper evitare la marcatura dell'avversario e trovarsi, dunque, lo spazio per effettuare la giocata. Come si evince dai fermo immagine qui di fianco, la sua capacità di riconoscere il modo con cui tenersi lontano dall'avversario gli permetta poi di avere il tempo giusto per trovare la giocata decisiva, che sia una giocata di prima intenzione alle spalle della difesa come nel primo esempio, o che sia farsi trovare smarcato al tiro da posizione favorevole creando una linea di passaggio al proprio compagno. Queste capacità lo hanno portato a mettere insieme 9 goal e 4 assist a fronte di 1,73 passaggi per il tiro a partita e 5,98 dribbling tentati a partita (fonte Wyscout), a dimostrazione che si tratta di un giocatore che tenta sempre la giocata per arrivare alla porta senza mai essere conservativo nelle scelte, insomma il corollario perfetto per un sistema di gioco diretto come quello dei giallo-blu.

Dall'altra parte della barricata troviamo il Copenaghen (o Kobenhavn per i puristi della definizione originale) che ha raccolto proprio dal Brondby il dominio interno a partire dal 2000 collezionando 12 titoli in 20 campionati. Nelle ultime stagioni il Midtyjlland, a sua volta, ha iniziato fortemente a contrastare il dominio della squadra bianco-blu che, adesso, si trova ad assumere il ruolo della squadra in rincorsa e, guardando la classifica, non solo nei confronti dei campioni uscenti, ma anche nei confronti dei grandi rivali del Brondby.

Ad oggi, infatti, la squadra allenata da Jess Thorup, che ha preso le redini della squadra dopo la fine dell'era Solbakken, si trova a dover risalire in classifica e ricucire un distacco molto importante su Brondby e Midtjylland: per questo motivo il derby con i rivali giallo-blu rappresenta un crocevia importante per il proseguimento della stagione.

Guardando le prestazioni del Copenaghen ciò che emerge è la difficoltà a trovare un equilibrio nel 4-2-3-1 con cui la squadra si schiera in campo: la principale problematica sta nella gestione delle transizioni, con la squadra che alza diversi giocatori nella metà campo avversaria in fase di possesso, curando molto poco le marcature preventive esponendosi, dunque, alle transizioni avversarie, come ben si evince dal fermo immagine qui a fianco. Ma anche in fase di difesa schierata i limiti difensivi del Copenaghen sono evidenti: nel secondo esempio la linea difensiva viene schiacciata dagli attaccanti mentre i due centrali di centrocampo si lasciano entrambi attirare dalla palla, questo genera spazi per un rimorchio da parte di un centrocampista avversario, sono tante le situazioni in cui la squadra di Thorup subisce queste situazioni vanificano la qualità del gioco offensivo prodotto.

Il gioco offensivo resta, dunque, il principale punto di forza di questa squadra che, infatti, ha il maggior numero di goal segnati in campionato (37) ma è anche la terzultima difesa con 31 reti subite. Con una squadra così sbilanciata in avanti, dunque, è chiaro che ad emergere a livello di singoli siano gli elementi offensivi: Jonas Wind, classe 1999, è il centravanti del Copenaghen e sta trovando una grande stagione a livello realizzativo grazie alle 11 reti realizzate frutto di una percentuale di conversione dei tiri vicina al 30%; al suo fianco occhio anche alla crescita del nativo di Sierra Leone ma naturalizzato danese, Mohammed Daramy, classe 2002 che, quando impiegato largo a destra riesce sempre a creare qualcosa di molto interessante.

Per questo motivo, dunque, questo derby della capitale danese mostra enormi spunti di interesse e metterà in vetrina la prossima interessante generazione di talenti del calcio danese, un movimento la cui crescita deve essere vista con enorme attenzione e che potrebbe, chissà, riportare in futuro un paese del Nord Europa a portare a casa un trofeo internazionale in maniera meno epica ma più programmata dell'Europeo vinto dalla Danimarca nel 1992.


PREMIER LEAGUE RUSSA: RUBIN KAZAN - ZENIT SAN PIETROBURGO (LUNEDI ORE 14,30)

Nello scorso weekend è ripreso, dopo la pausa invernale il campionato russo, un campionato che, a livello internazionale, mostra ancora di essere molto indietro rispetto a molte altre nazioni pur essendoci club in grado di investire grosse somme di denaro da utilizzare sia sul mercato che sulle strutture e gli impianti sportivi.

Non ostante le disponibilità economiche i club russi faticano ad attirare giocatori di talento nel prime della carriera per aumentare il tasso tecnico delle squadre e del torneo, per questo tendono a ripiegare su nomi importanti ma che, evidentemente, non sono più competitivi per contesti di un certo livello.

Uno degli esempi più evidenti di questa situazione è proprio lo Zenit San Pietroburgo, la capolista del campionato che ha infarcito la propria rosa di giocatori come Malcom, Driussi, Lovren e Rakitsky pensando di poter ottenere quel salto di qualità necessario ad essere competitivi in Champions League, cosa che, invece, non è accaduta ma quanto meno le ha permesso di acquisire uno status, nel campionato russo, da prima della classe difficilmente attaccabile.

Fonte passmap account Twitter 11tegen11 plots
Come già accennato in un precedente post, il gioco dello Zenit fa molto affidamento sullo strapotere fisico di Dzyuba al punto dal renderlo il fulcro del gioco della squadra nel momento in cui non si riesce a risalire il campo con qualità: prendendo a riferimento la passmap dell'ultima partita di campionato contro il Rostov (pareggiata per 2-2) si nota come il gioco ristagni sul lato sinistro del campo non potendo avanzare per vie centrali. Inoltre come si nota dai dati indicati a margine della mappa si può notare come il centravanti sia il giocatore su cui vengono diretti i passaggi progressivi e come sia lui stesso il giocatore che riesce a guadagnare più campo con il pallone ai piedi.

Insomma lo Zenit tende ad usare un sistema abbastanza semplice quanto redditizio per poter mantenere la supremazia in patria, quantomeno per il momento. Tuttavia lo stesso sistema che raccoglie dividendi in campionato mostra forti lacune superato il Mar Baltico.

Per questa ragione il campionato russo necessità di realtà in grado di contestare la supremazia dello Zenit cercando di far crescere elementi di talento ed inserirli in un sistema di gioco propositivo in grado di esaltarli: lo abbiamo visto nei post precedenti con la Dinamo Mosca, lo stiamo vedendo anche con il prossimo avversario dello Zenit, ossia il Rubin Kazan.

La squadra di Kazan è allenata dall'ex commissario tecnico della nazionale russa Slutsky che sta schierando la squadra con un 4-1-4-1 ricco di talento e di tecnica, tanto da essere la squadra che ricerca di più i dribbling e le giocate individuali in tutto il campionato. Ad eccellere in queste situazioni ci sono i due esterni offensivi Makarov e soprattutto Kvaratskhelia: nel momento in cui l'avversario non concede il centro del campo il Rubin si allarga sui propri terzini che cercano di servire i due esterni offensivi i quali, con le loro conduzioni conquistano il centro del campo e puntano verso la porta liberando a loro volta spazio per i loro compagni.

Tra i due, tuttavia, è il georgiano, classe 2001, a sublimare la fase offensiva del Rubin Kazan: le sue grandi doti in dribbling (quasi 16 tentati a partita con una percentuale di riuscita di poco inferiore al 50% secondo i dati Wyscout) e la sua eleganza quando conduce il pallone lo rende sia molto bello da vedere dal punto di vista puramente estetico, ma anche funzionale nel momento che attira sempre raddoppi di marcatura che liberano spazio per i compagni: per dare un'esemplificazione delle qualità del georgiano ho estratto le sue giocate nella sfida di campionato disputata nello scorso weekend sul campo dello Spartak Mosca, partita vinta dal Rubin per 2-0 e che ha rimesso in corsa la squadra granata per un posto nell'affollata lotta per un posto in Europa.

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