venerdì 12 marzo 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 21



Superata un'altra settimana in cui sono state protagoniste le coppe europee si ritorna immediatamente nell'atmosfera dei campionati che, a questo punto, iniziano ad entrare nella fase finale: dopo aver lavorato negli ultimi mesi alla ricerca di un'identità di gioco, questo è il periodo dove si capisce quali strategie si sono rivelati vincenti e quali no. E' il momento di focalizzarsi sugli obiettivi ed ogni partita comincia ad assumere un ruolo decisivo per la classifica.

Per questo weekend ho scelto tre partite ognuna avente un significato diverso: abbiamo due squadre che hanno deciso di cambiare volto nel corso della stagione in attesa di capire cosa fare nella prossima stagione ma che non possono abbassare la guardia nella stagione attuale; abbiamo due squadre che, invece, hanno costruito una stagione in cui hanno consolidato le proprie idee di gioco e che si affrontano per capire se nel breve o nel lungo periodo possono pensare di diventare grandi; infine abbiamo due squadre che rappresentano una delle più grandi rivalità stracittadine d'Europa le cui tracce in questa stagione sono sempre andate in direzioni opposte.


BORUSSIA DORTMUND - HERTHA BERLINO (SABATO ORE 18,30)

Con il passaggio del turno in Champions League il Borussia Dortmund ha trovato un senso ad una stagione che, dopo l'esonero di Favre, è sembrata scappare di mano: ad Edin Terzic, traghettatore in attesa di affidare la panchina a Marco Rose nella prossima stagione, sta riuscendo il compito di trovare in questa situazione un minimo di quadratura del cerchio all'interno di un contesto molto confuso, soprattutto a causa degli infortuni che stanno falcidiando la squadra in questo periodo della sua gestione.

Il tecnico del Dortmund ha dovuto lottare con una serie di infortuni in questi mesi che lo hanno costretto a rivedere più volte i suoi piani fino ad arrivare al punto di mettere da parte ogni tipo di proposta di gioco specifica ma di adattarla in base agli uomini a disposizione: e così dopo l'infortunio di Witsel ha dovuto trasformare il 4-2-3-1 in un 3-4-3 per mantenere un certo equilibrio difensivo, poi con l'infortunio di Sancho e Guerreiro ha dovuto virare sul 4-3-3 come nella sfida infrasettimanale di Champions contro il Siviglia.

Fonte dati FbRef / StatsBomb
Lavorando più sugli uomini che su uno specifico sistema di gioco Terzic sta riuscendo quanto meno ad esaltare le caratteristiche di diversi elementi che sembravano finiti in ombra: uno di questi è senza dubbio Mahmoud Dahoud autore di prestazioni eccezionali sia nel doppio confronto contro il Siviglia in Champions che nel Klassiker perso nei minuti finali contro il Bayern lo scorso weeekend, partite in cui ha mostrato le sue qualità tecniche nel far avanzare il gioco anche sotto pressione avversaria, ed anche insospettabili capacità nell'andare ad aggredire palloni vacanti o seconde palle; l'altro è Marco Reus che sta trovando una importante continuità di rendimento e di minutaggio sperando che gli infortuni non tornino a tormentarlo. Ma ovviamente non è possibile parlare di Borussia Dortmund senza parlare della centralità di Haaland: il suo coinvolgimento o meno nel gioco, la sua presenza o assenza in campo hanno un impatto pari a quello dell'inclinazione di un tavolo per una biglia, ed il suo rendimento è perfettamente sintetizzato dai numeri, per cui alla fine il discorso tecnico per Terzic si riduce a far toccare quanti più palloni possibili al norvegese consapevole che più e coinvolto più alte sono le possibilità di trovare la via della rete.

L'avversario di turno per il Dortmund è l'Hertha Berlino, una delle grandi delusioni di questa Bundesliga: il club della capitale ha fatto grossi investimenti quest'anno che sembravano potessero portare la squadra ad avere un ruolo di rilievo nel corso del campionato, ed invece si trovano a dover lottare per la salvezza.

L'escalation negativa della situazione ha portato a fine gennaio all'esonero di Labbadia, allenatore che aveva preso in consegna la squadra durante il lockdown nella scorsa stagione, anch'essa ricca di delusioni e difficoltà nei rapporti tra campo e club. La sua versione dell'Hertha Berlino era tatticamente ambiziosa, con una squadra che cercava di fare possesso e di aggredire maggiormente l'avversario: un'idea di calcio che sembrava calzante per la rosa a disposizione di Labbadia, ma invece le cose non sono andate come sperato, con una squadra che raramente ha mostrato di tenere un certo equilibrio che, difatti, si è riverberato sulle prestazioni difensive della squadra.

Fonte dati FbRef StatsBomb
Al suo posto il club ha assegnato il posto a Paul Dardai, cavallo di ritorno sulla panchina dell'Hertha, nonché bandiera da calciatore. L'ungherese sta cercando di cambiare il corso degli eventi della squadra modificandone l'approccio: la fase di non possesso è meno aggressiva (il PPDA è aumentato sotto la sua gestione comparato alla gestione Labbadia), mentre la fase di possesso è più diretta (il numero di passaggi a partita è abbondantemente diminuito, come si evince dal grafico, suddiviso tra gestione Labbadia, in verde, e gestione Dardai, in rosso). Al momento il cambio di approccio ha portato appena 4 punti in 6 partite (che includono, però, le sfide contro le attuali prime 4 in classifica) e che ha portato la prima vittoria nell'ultimo weekend contro l'Augsburg.

La sfida dell'andata terminò con un pirotecnico 5-2 a favore del Dortmund in cui i pregi ed i difetti delle due squadre erano stati alquanto visibili, nel corso della stagione i difetti hanno portato all'esonero di entrambi gli allenatori, per cui sarà una sfida interessante quella tra Terzic e Dardai, due traghettatori ma con la responsabilità di restituire un senso al materiale importante che hanno a disposizione.


MANCHESTER UNITED - WEST HAM (DOMENICA, ORE 20,15)

Sfida di grande fascino quella dell'Old Trafford ed i motivi non sono pochi: si tratta di due squadre dalla grande tradizione e che hanno fatto la storia del calcio inglese, tornando ai giorni nostri è la partita che vede il ritorno di Moyes nello stadio dove sembrava essere iniziato il declino della sua carriera, ma soprattutto è una sfida che dopo tanti anni torna a profumare di alta classifica, con gli Hammers che sembrano aver trovato, dopo anni di sofferenze, una competitività ad alti livelli.

Lo United si presenta a questa sfida reduce dalla vittoria del derby contro il City, dove ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione di quale direzione Solskjaer ha voluto dare alla propria guida tecnica con questo gruppo di giocatori. L'allenatore norvegese ha sostanzialmente creato una squadra prevalentemente reattiva, con una preparazione alla partita basata sull'avversario e sul come limitarne i punti di forza: questo approccio presenta, come altro lato della medaglia, una sensazione di squadra che, invece, in possesso si affidi prevalentemente alle giocate individuali dei suoi elementi offensivi o alla velocità degli stessi in situazioni di transizione.

Queste sensazioni sono maggiormente visibili nelle gare disputate negli scontri diretti in campionato, dove lo United stava iniziando a raccogliere una serie di 0-0 che ben rappresentavano il tipo di partita messo in piedi dalla squadra di Solskjaer. Questo atteggiamento è stato più volte contestato da buona parte della critica vicina al mondo dei Red Devils, critiche che al momento sono state smorzate dalla vittoria ottenuta in casa del City.

Questo è un esempio di come Solskjaer adatti il proprio schieramento a quello dell'avversario in fase di non possesso: contro il City nello scorso weekend lo United è stato molto bravo nel limitare l'impostazione della squadra di Guardiola creando una gabbia per le ricezioni di De Bruyne e Gundogan. I due mediano Fred e McTominay li seguivano a uomo mentre la prima linea di pressione si occupava di chiudere le linee di passaggio verso di loro. Questa strategia mista tra copertura della prima linea e marcatura dei due mediani ha tolto ossigeno alla manovra del City che ha fatto una gran fatica a raggiungere l'area di rigore avversaria. Da una situazione di questo genere è nata la palla rubata da cui è scaturita l'azione del rigore che ha sbloccato il derby dello scorso weekend.

Il campionato del West Ham, come indicato in premessa, ha superato di gran lunga le aspettative, sia per quel che si è visto dalle parti del London Stadium nelle ultime stagioni, sia per la fiducia nella capacità di David Moyes di far risalire le quotazioni proprie e della squadra. Ed invece ecco che il manager scozzese, che dopo l'avventura nel 2013 ad Old Trafford sembrava essere caduto in un buco nero, è riuscito a ricostruire un'identità a questa squadra rendendola molto solida e, allo stesso tempo, molto piacevole da vedere.

A differenza delle scorse stagioni, sotto la guida di Moyes il primo passo in avanti è stato fatto sulle scelte operate in sede di mercato a partire dalla sessione invernale dello scorso anno: anziché andare ad investire somme su giocatori di grido ma poco funzionali, il club ha iniziato a scandagliare mercati meno affascinanti sulla carta ma decisamente più funzionali: così dallo Slavia Praga sono arrivati Coufal e Soucek, mentre dalla Championship sono arrivati Bowen, Dawson e Benrahma, giocatori che si sono rivelati subito utili alla causa.

Moyes schiera la squadra sostanzialmente con due moduli: il 4-2-3-1 oppure un 3-4-2-1 in cui però la strategia di gara non cambia: accettazione del possesso avversario e ricerca delle transizioni dove poter utilizzare la rapidità di Lingard, Bowen o Pablo Fornals. Tuttavia il vero punto di forza del lavoro di Moyes sta nell'esaltare le qualità dei propri uomini in termini di compiti e funzioni ancor prima del loro posizionamento in campo: infatti guardando le statistiche individuali dei giocatori del West Ham, molti di essi risultano eccellenti in uno specifico fondamentale, ed è su questo che Moyes costruisce la forza della sua squadra. Guardando agli esempi a fianco si evince chiaramente che il principale punto di forza della squadra sta nelle capacità dei due centrali di centrocampo Rice e Soucek che hanno formato un'accoppiata che perfettamente si integra: il talento della sempre florida Academy degli Hammers ha una grande capacità di raccattare palloni davanti alla difesa mediante intercetto, il ceco, invece, sfrutta la sua prepotenza fisica per dominare nel gioco aereo, le 8 reti realizzate in campionato sono il biglietto da visita di questa stagione del West Ham. 

SIVIGLIA - BETIS (DOMENICA ORE 21)

Ad una settimana di distanza dal derby di Madrid, un altro sentitissimo derby impreziosisce il calendario della Liga spagnola: il derby di Siviglia mette contro le due identità della città andalusa in uno degli scontro di maggior fascino e vissuti con maggior calore in tutta la Spagna.

Questa partita arriva, inoltre, in un periodo particolare per le due squadre, e per opposte ragioni: nel giro di poche settimane la squadra di Lopetegui ha visto sciogliersi in mano buona parte degli obiettivi di questa stagione, con la pesante uscita di scena dalla Copa del Rey, vittima di una grande prestazione del Barça, ed anche quella dalla Champions League, con il Dortmund che è stato in grado di cambiare di invertire la rotta proprio in coincidenza con la doppia sfida contro gli uomini di Lopetegui; dall'altra parte, invece, il Betis di Pellegrini ha iniziato a trovare un'interessante continuità di risultati, oltre che un miglioramento delle prestazioni, che l'ha portata ad entrare in pianta stabile in lotta per un posto in Europa.

Analizzando le ultime prestazioni del Siviglia è abbastanza percettibile il calo di rendimento della squadra che fatica a muovere il pallone in fase di possesso così come fatica a mantenere il giusto posizionamento in campo in fase di riconquista della palla, ossia l'elemento che sembrava quasi un marchio di fabbrica per la squadra allenata da Lopetegui.

Come si evince dai fermo immagine relativi alle reti subite nelle sfide contro Dortmund e Barcellona, entrambe le situazioni nascono in fase di transizione: Messi nel primo caso, Haaland nel secondo riescono a ricevere il pallone ed eseguire la giocata successiva in piena libertà a causa di una mancanza di attenzione nelle marcature preventive. Questo aspetto è stato a lunghi tratti il punto di forza della squadra di Lopetegui nel corso della stagione permettendole di giocarsi le partite con un baricentro alto ed una forte supremazia territoriale, errori come quelli evidenziati qui di fianco rischiano di far cadere tutto come un castello di carte. Per questo motivo al Siviglia è necessario risintonizzarsi al meglio dal punto di vista della tenuta mentale ancora prima che fisica prima che la Real Sociedad non riesca a colmare tutto il vantaggio che la squadra di Lopetegui si era costruita nel corso della stagione.


Dall'altra parte il Betis di Pellegrini è in un ottimo stato di forma, soprattutto a livello mentale: la squadra betica si presenta a questo derby con una striscia di 10 partite in cui ha raccolto 7 vittorie, 2 pareggi ed 1 sconfitta nella sfida contro il Barcellona che vi avevo presentato qualche settimana fa. Grazie a questa seria positiva i biancoverdi sono riusciti a sfruttare anche il crollo del Villarreal per issarsi al sesto posto in classifica che, ad oggi, sarebbe valido per l'accesso alla Conference League del prossimo anno. La crescita della squadra di Pellegrini nasce grazie al miglioramento di alcuni meccanismi che hanno permesso alla squadra di avere una maggiore supremazia territoriale e, soprattutto, la gestione degli uomini da parte del tecnico cileno gli ha permesso di trovare sempre soluzioni in corso d'opera anche in situazioni molto difficili come l'ultima partita di campionato vinta di rimonta contro l'Alaves. 

Fonte, canale Telegram PlayerankBot
Come è possibile notare dai grafici qui a fianco, il Betis ha uno stile di gioco in fase di non possesso che è abbastanza codificato: il recupero palla avviene cercando di portare l'avversario sull'esterno per poi aggredirlo. Sotto questo aspetto il 4-2-3-1 creato da Pellegrini nasce proprio con questa strategia: se l'avversario non concede il centro del campo si cerca di portare il gioco nella trequarti avversaria mediante catene esterne; se l'avversario, a sua volta, è molto aggressivo, come nel caso del Barcellona, si cerca anche la palla lunga verso la punta centrale (e sotto questo aspetto sia Borja Iglesias che Loren Moron sono dei discreti target man) per poi cercare di andare sulla seconda palla portando diversi uomini a contrastare la risalita dell'avversario. A livello numerico, anche l'indice PPDA del Betis conferma questo approccio, visto che, stando ai dati Understat, la squadra betica si trova al quinto posto con un indice pari a 8,52.


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