lunedì 15 marzo 2021

Manchester United - West Ham, il disagio del dover attaccare


Il programma della domenica della Premier League prevede un epilogo di grandissimo interesse dato che ad affrontarsi sono il Manchester United ed il West Ham, due squadre di grandissima tradizione nella patria che ha inventato il calcio e che oggi rappresenta un incrocio di storie molto interessante.

La partita di oggi, infatti, come già anticipato nella mia preview pubblicata venerdì, vede il ritorno di Moyes ad Old Trafford: non che sia la prima volta per il primo successore di Sir Alex Ferguson di tornare nel luogo del suo grande fallimento da allenatore, ma oggi rappresenta sicuramente la prima volta da quando la sua carriera è tornata ad essere brillante: il suo West Ham è la grande sorpresa di questo campionato e viene a Manchester a mostrare tutto il proprio valore per capire se può davvero presentare una candidatura per la prossima Champions League.

Come previsto, è stata una partita molto fisica e con pochi spazi per vedere giocate offensive di un certo livello: Moyes ha cercato di impostare una partita difensiva per cercare di scoprirsi alla distanza e sfruttare la stanchezza degli avversari: il piano non ha sortito gli effetti sperati, non ostante la squadra di Solskjaer fosse esausta sul finale di partita, gli Hammers non sono stati in grado di scalfire la tenuta difensiva dello United che ha portato a casa i 3 punti grazie ad un autogoal di Dawson sugli sviluppi di un calcio d'angolo.


LE FORMAZIONI


Molte assenze formate da ambo i lati: Solskjaer deve fare a meno di buona parte del suo attacco con Martial che si aggiunge a Cavani nella lista degli assenti, anche a centrocampo le cose non vanno meglio con Pogba e Van de Beek infortunati; dall'altra parte Moyes deve rinunciare al suo uomo più in forma, ossia Jessie Lingard, inutilizzabile a causa dell'accordo di prestito con il Manchester United.

Il tecnico norvegese sostanzialmente schiera la stessa formazione che giovedì scorso ha pareggiato contro il Milan in Europa League e che, con ogni probabilità, sarà la stessa che si presenterà a San Siro giovedì prossimo. Lo schieramento è un 4-2-3-1 con Fred che riprende il posto in mediana accanto a McTominay, davanti ritorna anche Rashford rinviando dunque l'esordio da titolare di Amad Diallo.




Dall'altra parte Moyes ritorna alla difesa a 3 con il classe 2000 Ben Johnson riproposto esterno a sinistra coperto da Cresswell, a centrocampo il tecnico scozzese inserisce un centrocampista in più, ossia il capitano Mark Noble, in attacco Michail Antonio viene affiancato da Jarrod Bowen. 


CHI HA FATTO LA PARTITA

Manchester United e West Ham sono due squadre che sono a loro maggiore agio quando è l'avversario ad avere la palla: non è un segreto che la maggior parte delle vittorie del Manchester United quest'anno siano arrivate quando hanno avuto meno del 50% del possesso, così come si sa bene quanto Moyes abbia lavorato principalmente nel tenere una squadra dal baricentro basso e che copra al meglio la propria area di rigore, un grosso punto debole della squadra sotto la gestione Pellegrini.

Fonte heatmap WhoScored
Uno dei temi più attesi della vigilia era capire chi si sarebbe trovato costretto a dover avere il controllo del possesso ed anche la supremazia territoriale, sono bastati pochi minuti per capirlo: il 5-3-2 del West Ham non lasciava adito ad equivoci, sono i Red Devils a dover fare la partita e questo è stato il leit motif di tutto il primo tempo, terminato con un possesso palla del 65% a favore della squadra di Solskjaer ed una supremazia territoriale ben visibile dalle heatmap qui a fianco.

Tuttavia questa è la tipica situazione in cui lo United fatica a fare gioco e, soprattutto, ad attivare le frecce nel proprio arco: Rashford, James e Greenwood danno il proprio meglio se lanciati in velocità, giocando da fermo perdono molto del loro potenziale.

Per cercare di ovviare a questa situazione Soskjaer ha cercato delle modifiche nell'assetto della squadra in fase di possesso, proprio in modo tale da trovare il modo per stanare il West Ham: questo avveniva mediante uno schieramento definibile come un 3-1-6 con Wan Bissaka affiancato ai due centrali difensivi, Fred che fa da vertice di questo rombo di costruzione, mentre McTominay si alza assieme agli attaccanti e Bruno Fernandes cercando di occupare gli spazi centrali mentre l'ampiezza veniva data da James a destra e Shaw a sinistra.

Il West Ham da canto suo rispondeva con uno schieramento decisamente molto guardingo, come si intuiva dallo schieramento iniziale: in fase di non possesso la squadra di Moyes si abbassava fino al limite della propria area di rigore con due linee rispettivamente da 5 e da 3 chiudendo ogni linea di passaggio e chiudendo ogni opzione in profondità ed in ampiezza.




L'UTILIZZO DELLA FASCIA SINISTRA DEL MANCHESTER UNITED


E' proprio il lato sinistro quello maggiormente utilizzato dallo United per cercare di creare pericoli: la motivazione stava nel fatto che l'esterno inglese faceva molto più movimento senza palla e, per questo, riusciva sempre a trovare lo spazio dove ricevere il pallone sfruttando i cambi di gioco di Fred aiutandosi anche dell'approccio timido di Coufal non appena riceveva palla, con il terzino ceco che restava in copertura permettendogli di avanzare più volte palla al piede. Nel fermo immagine di fianco si nota lo spazio che ha Shaw per affrontare in 1 contro 1 il terzino ceco, ovviamente questa situazione è stata attivata da un cambio di gioco da parte di Bruno Fernandes.

L'altro motivo di questa scelta è dato dal solito atteggiamento degli elementi offensivi dello United, ossia quello di aspettare il pallone tra i piedi ed iniziare a muovere le gambe solo dopo la ricezione del pallone: questo atteggiamento fa perdere diversi tempi di gioco alla squadra che si trovava, come diverse volte accade in questi ultimi anni, a circondare l'area avversaria ma senza mai trovare la giocata migliore. Per ovviare a questa situazione l'unico giocatore in grado di creare qualcosa è ovviamente Bruno Fernandes che, venendo incontro in zona di sviluppo dell'azione cerca di dare maggiore qualità alla circolazione del pallone. In questo fermo immagine si nota come il portoghese si abbassi fino a diventare il vertice del rombo di costruzione dello United nel 3-1-6 con cui i Red Devils si schieravano in fase di possesso, tuttavia anche in questa situazione si può notare come ci sia occupazione della zona di rifinitura ma senza movimenti da parte di chi occupa gli spazi: i giocatori sono fermi spalle alla porta senza cambiare la postura affinché la ricezione del pallone possa portare a qualcosa di buono.

IL RECUPERO ALTO DEL PALLONE


Il vantaggio del 3-1-6 (o 2-2-6 in base all'altezza di Wan Bissaka) era quello di avere molti giocatori sulla trequarti del West Ham, questo ha reso possibile una strategia di recupero alto del pallone favorito, appunto dalla grande presenza di giocatori dei Red Devils in quella zona di campo: per il West Ham l'unico modo di uscire era spazzare via il pallone oppure cercare Michail Antonio che, pur dandosi un gran da fare, ha avuto una serata complicatissima contro Lindelof e Maguire che lo hanno sovrastato nei duelli fisici. Nel fermo immagine si può notare come lo United andava a cercare di bloccare sul nascere ogni transizione del West Ham sfruttando la densità creata dal posizionamento dei giocatori in fase di possesso, in particolare la quantità di giocatori presenti nella trequarti avversaria.

Fonte dati SofaScore
In questo modo gli Hammers non sono mai riusciti a risalire il campo, inoltre i loro punti di forza, ossia le qualità fisiche di Soucek e della stesso Antonio non potevano essere facilmente attivati visto che il Manchester United non ha nulla da invidiare a nessuno dal punto di vista fisico dalla metà campo in giù. Anche le statistiche confermano come il West Ham non sia stato in grado di rigiocare il pallone su Antonio: i dati relativi ai duelli del centravanti sono stati poco positivi, a dimostrazione che impostare una partita di duelli fisici contro Lindelof o Maguire non sia un piano foriero di successi.










IL PASSAGGIO DEL WEST HAM ALLA DIFESA A 4


Durante l'intervallo Moyes ha inteso la necessità di dover fare qualcosa in più che una gara di mero contenimento: l'impossibilità a risalire il campo con la palla nel corso della partita avrebbe portato la squadra a spendere eccessive energie nel rincorrere l'avversario, in quel caso il timore era quello che la stanchezza avrebbe presentato il conto ad un certo punto. 

Per ovviare a questa situazione ha deciso di modificare lo schieramento schierandosi con un 4-2-3-1 dove Ben Johnson viene spostato da esterno di sinistra a centrocampista destro: lo scopo era sostanzialmente quello di costringere Shaw ad arretrare di qualche metro il proprio raggio di azione, inoltre lo stesso Johnson seguiva costantemente il terzino ex Southampton in modo da non costringere Coufal a fare lunghe rincorse per coprire le sue folate come abbiamo visto nel primo tempo. 

La mossa, però, ha rivelato dopo pochi minuti, il lato negativo della medaglia: la linea difensiva a 4 si era esposta sul lato debole, ma i centrali non erano ben settati su questa modifica, così su un cross innocuo di Greenwood Dawson è convinto ci sia la copertura sul secondo palo convinto di avere due compagni alle spalle, lascia scorrere il pallone costringendo Coufal a fare un miracolo per togliere la battuta a rete a botta sicura di Rashford. Dall'angolo successivo arriva il goal del Manchester United che decide la partita: è lo stesso Dawson a sbagliare il disimpegno e depositare la palla nella propria porta.

LE SCELTE SUI CAMBI


La Premier League è l'unico campionato a non ammettere i cinque cambi in tutta Europa, una scelta francamente poco comprensibile in questo momento storico, così per gli allenatori le possibilità di ridare tono fisico alla squadra sono ridotte nel corso del match, da qui anche il motivo per il quale le partite di Premier sono decisamente meno intense e giocate ad un ritmo più basso rispetto a come era prima del lockdown.

Gli unici cambi della partita sono 2 e li effettua entrambi Moyes al 62': fuori Johnson e Noble, dentro Lanzini e Benrahma, cambi con un chiaro messaggio offensivo del tecnico scozzese che aggiunge qualità a centrocampo con l'argentino e cerca imprevedibilità con i tagli da sinistra dell'ex giocatore del Brentford. I cambi sono stati il segnale che Moyes voleva dare alla squadra di cambiare strategia e cominciare a prendere campo: ovviamente questo ha comportato l'esporsi ai contropiede del Manchester United, come nell'esempio qui a fianco, dove Coufal alzandosi a sostegno della manovra del West Ham abbia lasciato ovviamente spazi per gli smarcamenti di Rashford.

Dall'altra parte Solskjaer decide di non effettuare nessun cambio, le spiegazioni possono essere solo due: l'undici come schierato in campo lo soddisfaceva al punto dal non rendere necessaria alcuna modifica oppure le scelte a disposizione in panchina erano così poche dal convincerlo che non era il caso di utilizzarle.

Alla fine i cambi del West Ham non cambiano il corso della partita al punto da modificarne il risultato finale: lo United non potendo portare tanti giocatori nella metà campo avversaria non andava più a pressare il West Ham e andava progressivamente ad abbassare il baricentro. Alla fine gli Hammers non sono riusciti ad arrivare al tiro ad eccezione di un'occasione giunta sul piede di Soucek proprio su un'azione costruita da una giocata individuale di Benrahma rifinita da Lanzini, ma il muro messo davanti ad Henderson ha funzionato; anche Bowen su un cross dalla sinistra ha avuto una buona chance ma ha mancato la porta, occasioni importanti ma troppo poco per meritare il goal del pareggio. 


CONCLUSIONI


La vittoria finale del Manchester United si può ritenere senz'altro giusta: la squadra di Solskjaer non ama fare la partita e non ama fare possesso, tuttavia il West Ham non ha dato alternative sul piano partita da adottare dai Red Devils. I limiti della squadra e soprattutto di alcuni elementi a livello individuale sono ancora presenti, tuttavia il tecnico norvegese sta mettendo in piedi alcuni meccanismi che permettono alla squadra, a sua volta, di far giocare male l'avversario di turno costringendolo all'errore che poi si rivela decisivo per le sorti del match: è successo domenica scorsa contro il City ed è successo anche ieri sera contro il West Ham.

Nel vedere la solidità che ha mostrato lo United nelle ultime settimane aumenta di valore la prestazione del Milan giovedì scorso ad Old Trafford: la partita che vedremo a San Siro giovedì prossimo si presenta come una magnifica battaglia che avrebbe meritato un'importante cornice di pubblico. Sia Milan che Manchester United ieri sera hanno mostrato, con problematiche diverse, di aver sofferto lo sforzo della gara d'andata, per questo sono convinto che vedremo due squadre giocarsi tutto.

Riguardo il West Ham, il piano partita di Moyes non ha dato gli effetti sperati, la squadra è mancata nelle ripartenze nel primo tempo ed ha finito per schiacciarsi e per perdere a causa di un errore individuale dettato da una condizione di grande pressione per il reparto difensivo. Gli Hammers hanno mostrato anche stasera una buona dose di forza mentale per cercare di restare in partita e, soprattutto grande presenza ed applicazione, ma quando l'avversario riesce a disinnescare a livello fisico elementi centrali come Soucek ed Antonio, la squadra perde buona parte della propria forza.

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