martedì 18 maggio 2021

Come Italiano ha salvato lo Spezia

Lo Spezia di Vincenzo Italiano è, sin dalla scorsa stagione, una delle squadre più interessanti da seguire nel nostro campionato: il 4-3-3 del tecnico nativo di Karlsruhe ha permesso alla squadra ligure di raggiungere prima la promozione in serie A mediante i playoff per poi ottenere, contro ogni pronostico della vigilia, una brillante salvezza festeggiata nella partita di sabato scorso contro il Torino.

La vittoria contro la squadra granata è arrivata mettendo in mostra tutte le qualità del gioco proposto dalla squadra spezzina nel corso di questo biennio e su cui si concentrerà la mia analisi.


LA COSTRUZIONE E LO SVILUPPO PER CATENE ESTERNE

Uno degli elementi che rende il gioco dei bianchi spezzini particolarmente riconoscibile è l'utilizzo delle catene laterali per sviluppare l'azione in modo da creare un lato forte che poi permetta la conclusione sull'altro lato di gioco (il cosiddetto lato debole).

Questa a sinistra è una tipica situazione dello Spezia: il pallone in fase di costruzione viene portato fuori dal terzino (in questo caso Marchizza) che si associa con l'esterno offensivo (Saponara) e la mezzala (Pobega) di parte creando un triangolo in cui i tre elementi ruotano facendo avanzare il pallone e costringendo l'avversario a portare più uomini in quella zona di campo liberano il lato opposto, dove è pronto a comporsi lo stesso tipo di terzetto. Ho evidenziato in questo fermo immagine sia Ricci che Nzola, in quanto il vertice basso del centrocampo e la punta centrale hanno il compito di servire di prima intenzione il cambio di lato.

Questo fermo immagine, tratto dalla partita vinta contro il Milan, mostra chiaramente il momento di passaggio da un lato all'altro del campo: in questo caso la giocata avviene tramite Agudelo, schierato quella sera in posizione di punta centrale, interpretando il compito in base alle proprie caratteristiche di giocatore abile a condurre il pallone grazie al suo baricentro basso, differentemente da Nzola, cercato dai compagni per le sue capacità di vincere i duelli sulle palle alte e nel lavoro spalle alla porta. Dimostrazione come pur cambiando gli interpreti e le relative caratteristiche non cambiano le costanti di gioco.


IL PRESSING ALTO


Altro elemento caratteristico della squadra ligure è la ricerca continua di conquistare il possesso in zone alte del campo supportata da una disposizione in campo estremamente audace: tutto parte dall'atteggiamento della squadra in prima pressione decisamente orientato sull'uomo.

Nella partita vinta sabato scorso contro il Torino si nota abbastanza chiaramente l'atteggiamento e la strategia delle Aquile finalizzato a disturbare l'uscita da dietro degli avversari con i tre attaccanti che si accoppiano con i tre difensori centrali del Torino. In questo esempio si nota anche l'uscita della mezzala destra Maggiore su Mandragora, il vertice basso del centrocampo granata: questa strategia rimane sempre la stessa pur cambiando a seconda della partita i compiti assegnati a ciascun giocatore.

Sempre prendendo come esempio la partita contro il Milan, che io prendo a riferimento come un perfetto riassunto del modo di giocare dello Spezia, vediamo come i compiti vengono modificati, con i due esterni offensivi Gyasi e Saponara mandati sui due terzini, mentre Ricci ed Estevez prendono i due medianti del Milan Bennacer e Kessie: un atteggiamento tremendamente aggressivo che ammutolì totalmente il Milan al punto di non permetterle di uscire dalla propria metà campo se non tramite palle lunghe che, non ostante la presenza di Ibrahimovic, non portarono ad alcun dividendo.

Questo atteggiamento porta con se alcuni rischi, soprattutto quello di lasciare incustodita la zona tra le linee di centrocampo e difesa: non sono mancate le occasioni in cui questo atteggiamento è stato punito dagli avversari (vedi, per esempio il goal di Caputo nella sfida con il Sassuolo, comunque vinta),

Come emerge chiaramente dall'esempio qui a fianco, la zona rifinitura spesso viene lasciata incustodita, proprio per la tendenza dei centrocampisti (in particolare il centrale, Matteo Ricci) a scalare in avanti per sostenere il pressing. In molto squadre questo vuoto genera situazioni di indecisione tra chi deve occuparsi di coprire quella zona nel momento in cui il pallone viene giocato dal giocatore posizionato tra le linee: nello Spezia nel bene o nel male esiste una scelta codificata che è perfettamente in linea con la strategia del proprio allenatore.

La scelta di Italiano è quella di richiedere ad uno dei centrali difensivi di spezzare la linea ed uscire in aggressione sul giocatore in possesso in quella zona: in questo esempio si vede Ismajli uscire dalla linea a 4 togliendo la possibilità all'avversario di giocare il pallone in maniera comoda. Esistono tanti numeri che giustificano la bontà di questo approccio, anche quelli che all'apparenza possono risultare negativi, come i falli commessi: solo il Verona di Juric commette più falli a partita dello Spezia, ma non sempre commettere molti falli rappresentano una debolezza, molto spesso i falli permettono di bloccare un'azione molto pericolosa.

Fonte Dati FbRef / StatsBomb
Se andiamo a vedere altre statistiche che vanno a misurare l'atteggiamento delle squadre di serie A in fase di non possesso, si nota chiaramente come lo Spezia sia tranquillamente riconoscibile come una squadra in grado di togliere supremazia territoriale agli avversari (vedi dato dei passaggi concessi nella propria trequarti) sia di rendere difficile agli stessi di mantenere il possesso del pallone, visto che al pari di Verona, Bologna, Atalanta e Sassuolo, concedono una percentuale di passaggi riusciti all'avversario inferiore all'80%. Il rischio di questo approccio resta intrinseco: la grandezza degli indicatori mostra comunque come la squadra ligure conceda rifiniture dall'elevato grado di pericolosità potenziale (utilizzando il dato degli expected assist).

CONCLUSIONI

Nel calcio non esiste un metodo di gioco o una strategia che possa permetterti di vincere in maniera automatica, per cui avere un approccio più propositivo o più passivo non rappresenta la risposta alle vittorie ed alle sconfitte. 

Lo Spezia di Vincenzo Italiano ha scelto una strada basata su un calcio molto tecnico e corale in fase di possesso ed un calcio molto aggressivo in fase di non possesso: questo approccio gli ha permesso di rendere la squadra molto riconoscibile non solo a chi la osserva, ma anche per i suoi giocatori. 

Dove, a mio parere, l'allenatore nato in Germania ha fatto il proprio capolavoro, è stato il momento in cui è stato in grado di trovare compiti e funzioni a ciascuno dei 34 (!) giocatori utilizzati in questa stagione senza che la squadra si smuovesse di un solo passo dalla propria identità di gioco.

Tornando al discorso di partenza, che sia un approccio offensivo o difensivo, la bontà del lavoro è data dal risultato finale, e lo Spezia ha portato a casa una salvezza poco pronosticabile ad inizio stagione e che ha permesso ad Italiano di portare a casa un altro grande risultato dopo le tre promozioni consecutive ottenute negli anni precedenti. Insomma il tecnico nativo di Karlsruhe unisce estetica ed efficacia, un valore che pochi hanno e che si può costruire solo dopo anni di lavoro sul campo e di tanto studio.

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