Dopo l'esonero di Favre avvenuto a dicembre a seguito della pesante sconfitta interna contro lo Stoccarda, il Borussia Dortmund ha deciso di affidare temporaneamente la panchina a Edin Terzic, giovane allenatore proveniente dal settore giovanile del Dortmund, appartenente anche lui a quella categoria di "laptop trainer" che in Italia non potrebbero neanche iscriversi ai corsi di Coverciano.
Il tecnico di origine bosniache lascerà la panchina dei gialloneri al termine della stagione in quanto il club ha scelto come successore Marco Rose dal Borussia Dortmund: tuttavia Terzic non sta svolgendo affatto un pessimo lavoro dalle parti del Signal Iduna Park e per questo motivo sarebbe opportuno che trovasse modo nella prossima stagione di trovare spazio in un'altra squadra, che sia di Bundesliga o di un altro campionato.
Dopo aver ereditato da Favre una squadra che aveva perso il proprio equilibrio, anche Terzic ha avuto momenti difficili: due sconfitte consecutive a gennaio hanno allontanato la squadra dalla zona Champions, ma con l'arrivo della massima competizione europea il tecnico è stato in grado di rimodellare la squadra con un 4-2-3-1 che è riuscito ad ottenere due obiettivi. Il primo obiettivo è stato quello di trovare un sistema che non facesse sentire la mancanza di Alex Witsel, il regista della squadra attorno al quale giravano tutti i meccanismi della squadra, il secondo quello di permettere a Marco Reus di poter fornire quel contributo che non sembrava in grado di dare al fianco di Haaland.
IL 4-2-3-1 E LA CENTRALITA' DI MARCO REUS
Con il 4-2-3-1 e senza un regista in mezzo al campo, Terzic ha deciso di spostare lo sviluppo della manovra sugli esterni in modo da arrivare mediante triangolazioni a raggiungere la zona di rifinitura, dove Reus ed Haaland potessero dialogare e trovare la via della rete.
In Champions League le reti realizzate a Siviglia negli ottavi ed a Manchester nei quarti di finale si sviluppano mediante questo asse che con Lucien Favre faceva fatica a svilupparsi. Una volta che la squadra riusciva a recapitare un pallone in zona rifinitura (mediante sviluppo o mediante transizione), la tecnica in velocità del tedesco e del norvegese hanno spaccato due linee difensive ben preparate come quelle della squadra di Lopetegui e Guardiola.
Questi meccanismi hanno favorito non solo le realizzazioni del centravanti classe 2000 ma innalzato le prestazioni del numero 11 tedesco che è riuscito a tornare sui livelli che lo hanno reso quel giocatore eccitante sempre ostacolato dagli infortuni. Nell'ultima partita di campionato contro il Lipsia lo abbiamo visto eseguire gli stessi movimenti in zona rifinitura dove si è accoppiato con Thorgan Hazard e con le loro combinazioni hanno fatto molto male alla squadra di Nagelsmann. Nell'esempio qui riportato vediamo come il tedesco galleggi tra le linee ed è pronto a ricevere il pallone che, dopo una scambio stretto di altissimo livello con Hazard, porterà al goal che sblocca la partita.
Come accennato in precedenza, il Dortmund cerca di raggiungere questa zona mediante no sviluppo laterale dell'azione: nel calcio attuale la pressione avversaria è sempre più orientata a non concedere le zone centrali del campo forzando il gioco verso le zone esterne. Questa situazione ha messo in difficoltà Lucien Favre, non in grado di modificare i meccanismi del suo 3-4-3: Terzic, invece, ha accettato di giocare il pallone in zone esterne mediante le combinazioni tra gli esterni o le conduzioni dei terzini. Nell'esempio qui riportato, notiamo una situazione molto simile alla precedente, con la palla portata da Pisczek sulla fascia destra che può scegliere di triangolare con Sancho o imbeccare la zona di rifinitura, questa volta occupata da Hazard.
In fase difensiva, invece, il ruolo di Marco Reus è altrettanto importante, in quanto Terzic gli assegna il compito di seguire a uomo il vertice basso avversario in costruzione: nella partita contro il Lipsia, il trequartista tedesco si è messo sulle tracce di Kevin Kampl, uno dei giocatori più importanti nello scacchiere di Julian Nagelsmann, costringendo gli avversari a girare al largo e andare a sbattere contro il compatto 4-4-2 in fase di non possesso messo in piedi dal tecnico del Dortmund.
In questo esempio, invece, si nota chiaramente la compattezza del 4-4-2 una volta che l'avversario passa dalla fase di costruzione a quella di sviluppo: il Dortmund nega al Lipsia ogni opzione centrale chiudendo tutte le linee di passaggio, inoltre l'approccio, come già visto nelle prime partite alla guida della squadra, permette ai difensori centrali di uscire immediatamente in aggressione spezzando la linea difensiva nel momento in cui il pallone riesce a filtrare in zona di rifinitura. Una situazione, questa, che Terzic ha codificato ed ha permesso ai quattro difensori di non avere esitazioni sulla scelta da fare.
I RISULTATI
I risultati, come indicato in premessa, non sempre hanno premiato le scelte di Terzic: oltre alla serie negativa di fine gennaio, la sconfitta interna contro l'Eintracht Francoforte il 2 aprile, aveva allontanato il Dortmund dalla zona Champions di ben 7 punti. Un distacco che sembrava impossibile da colmare, ed invece i gialloneri sono riusciti, grazie alla fiducia del gruppo nelle scelte dell'allenatore e, perché no, grazie al recupero di elementi fondamentali come Jadon Sancho e Raphael Guerreiro, a trovare una serie di 5 vittorie consecutive che, unite al crollo della squadra di Hutter, le hanno permesso di recuperare la quarta posizione in classifica.
Il recupero dell'esterno inglese e del terzino portoghese ha permesso al giovane allenatore tedesco di poter insistere sulla scelta di dare ritmo alla manovra mediante le combinazioni laterali viste sopra, superando il lento e sterile possesso palla implementato da Favre nell'ultima parte della sua gestione.
A Terzic, dunque, restano 180 minuti per portare la barca Dortmund nel porto della Champions League, un risultato che renderebbe merito al suo lavoro: un lavoro che ha portato Haaland e compagni a 30 minuti dall'accesso alle semifinali di Champions League e che, domani sera, potrebbe sublimarsi alzando al cielo la Coppa di Germania nella finale che ripropone la sfida giocata sabato scorso contro il Lipsia. Comunque andrà a finire uno tra lui e Nagelsmann alzerà il primo trofeo della propria carriera da allenatore professionista: personalmente mi auguro uno dei tanti.
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