Foto - Twitter Olympique Lyon |
L'epilogo di questa edizione della Ligue 1 è davvero un racconto ricco di effetti speciali e di colpi di scena: da ieri sera, con ogni probabilità la lotta a 4 per il titolo si è suddivisa in una lotta a due tra Lille e PSG, mentre Monaco e Lione si giocheranno il posto sul gradino più basso del podio che varrà, però, l'accesso alla prossima Champions League.
La sfida del Louis II non poteva terminare con un pareggio che sarebbe stato inutile per entrambe le contendenti, per questo motivo le due squadre hanno giocato sempre a viso aperto senza mai cercare giocate conservative: l'approccio delle due squadre è stato sempre quello di cercare la porta utilizzando al meglio i propri punti di forza, rendendo la sfida un appassionante duello tecnico-tattico.
Dopo una lunga battaglia riesce ad avere la meglio il Lione che vince 3-2 grazie ad una rete a pochi minuti dalla fine del classe 2003 Rayan Cherki, una rete ed una prestazione in inferiorità numerica della squadra di Rudi Garcia che vendica la squadra lyonnaise della rimonta subita sette giorni prima dal Lille nel match che li ha buttati fuori dalla lotta per il titolo, da cui, dopo questa sconfitta, sono fuori anche i monegaschi.
LE FORMAZIONI
Le due squadre entrano in campo senza particolari novità: il Monaco, con qualche assenza di troppo nel reparto avanzato, conferma Aguilar esterno alto a destra, la coppia Fofana-Tchouameni è confermatissima a centrocampo, mentre in attacco ritrova la titolarità Ben Yedder che affianca Volland: la novità è la presenza di Cesc Fabregas dal primo minuto alle spalle delle punte in un 4-2-3-1 asimmetrico.
Dall'altra parte il Lione conferma la difesa a 3 con De Sciglio braccetto, rispetto alla gara con il Lille torna Denayer nel trio difensivo e Cornet riprende la titolarità a sinistra; in attacco, invece, confermata la coppia Depay-Toko Ekambi.
IL LIONE PARTE MEGLIO
La prima parte di partita vede sicuramente il Lione approcciare meglio all'incontro, inoltre le scelte strategiche di Rudi Garcia sembrano funzionare bene meglio rispetto a quelle previste da Kovac. Due sono state le scelte che hanno garantito all'ex tecnico della Roma di prendere il centro del ring in questa fase del match: la prima pressione e, soprattutto, l'utilizzo della larghezza in fase di possesso.
GLI AGGIUSTAMENTI DEL MONACO
Kovac riesce a capire dopo alcuni minuti che era necessario trovare degli aggiustamenti per riuscire a risalire il campo dalla pressione del Lione e per chiudere gli spazi che l'avversario era in grado di crearsi sulla trequarti.
Fonte grafico Understat |
I CAMBI CAMBIANO LA PARTITA
La bellezza della partita e la forza delle squadre è stata data soprattutto dalla grande quantità di soluzioni e talento a disposizione dei due allenatori in panchina: ogni cambio effettuato a partire dall'intervallo ha sortito delle modifiche nel corso della partita.
Il primo cambio arriva, appunto, durante l'intervallo e lo fa Rudi Garcia che fa entrare Kadewere al posto di Dubois, ma senza cambiare il modulo di gioco, tocca a Toko Ekambi a spostarsi a destra dove dovrà coprire tutta la fascia, seppur protetto alle sue spalle da Diomandé, altro giovane prospetto made in Lione, entrato nel primo tempo al posto di un Denayer ancora non al meglio della condizione fisica.
Lo stesso dinamismo è quello che porterà al goal del pareggio di Depay, il quale nasce da una transizione della squadra ospite, generata da una grande occasione sprecata a sua volta in contropiede: il pallone arriva al centravanti olandese in tre passaggi, complice l'assenza dei due terzini che si erano lanciati entrambi in avanti, poi è lui stesso a trovare il goal con un'azione personale che perfettamente riassume ciò che è Monaco-Lione nel secondo tempo.
Le dinamiche da cui nasce il goal dell'olandese rappresentano un aperitivo di ciò che le due squadre regaleranno nella parte finale di partita.
RIEQUILIBRARE IL CENTROCAMPO
Preso il goal del momentaneo pareggio, Kovac si rende conto che serve nuova linfa per il centrocampo: così Fabregas lascia il posto a Matazo, altro interessante prospetto messo in vetrina ieri sera. Con il suo ingresso in campo la squadra monegasca ritrova la parità numerica a centrocampo necessaria per riprendere in mano il controllo delle operazioni, a cui si aggiunge l'ingresso di Badiashile al posto di Disasi, un cambio tra difensori che toglie al Lione il vantaggio di un uomo fresco come Kadewere contro la linea difensiva.
IL GRAN FINALE
Con l'ingresso di Guebbels e Pellegri, Kovac decide di passare a quello che sostanzialmente un 4-2-4 con i due mediani disposti non più in linea allo scopo di creare un rombo di costruzione: il Lione ha risposto abbassandosi creando i presupposti per un lancio in area di Maripan che porterà al fallo da rigore di Lopes su Pellegri trasformato con un cucchiaio da Ben Yedder.
CONCLUSIONI
La partita è stata una continua montagna russa di emozioni, con due allenatori che hanno dato fondo a tutto ciò che avevano a disposizione per portare a casa la partita: dopo un primo tempo in cui erano chiari e definiti i piani partita delle due squadre e come preferivano attaccare e difendere, nel secondo tempo i cambi e l'alternanza del risultato ha portato a vedere in campo diverse strategie e diverse soluzioni fino ad arrivare al tutti contro tutti finale, frutto di una partita in cui ad una mossa è sempre stata corrisposta una contromossa e per questo le squadre alla fine si sono allungate ed hanno cercato il tutto per tutto, visto che il pareggio non andava bene a nessuno.
In un periodo storico in cui si è parlato tanto di Superlega e di un calcio attraente solo se giocano le solite squadre ed i soliti campioni, Monaco e Lione hanno dimostrato che si può dare spettacolo anche se non si hanno fatturati importanti ma semplicemente puntando su giocatori con fame di successo e grandi mezzi tecnici pronti a giocarsi le loro chances in progetti meno ricchi ma più stimolanti.
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