martedì 4 maggio 2021

Monaco - Lione, racconto di una delle partite più belle dell'anno

Foto - Twitter Olympique Lyon

L'epilogo di questa edizione della Ligue 1 è davvero un racconto ricco di effetti speciali e di colpi di scena: da ieri sera, con ogni probabilità la lotta a 4 per il titolo si è suddivisa in una lotta a due tra Lille e PSG, mentre Monaco e Lione si giocheranno il posto sul gradino più basso del podio che varrà, però, l'accesso alla prossima Champions League.

La sfida del Louis II non poteva terminare con un pareggio che sarebbe stato inutile per entrambe le contendenti, per questo motivo le due squadre hanno giocato sempre a viso aperto senza mai cercare giocate conservative: l'approccio delle due squadre è stato sempre quello di cercare la porta utilizzando al meglio i propri punti di forza, rendendo la sfida un appassionante duello tecnico-tattico.

Dopo una lunga battaglia riesce ad avere la meglio il Lione che vince 3-2 grazie ad una rete a pochi minuti dalla fine del classe 2003 Rayan Cherki, una rete ed una prestazione in inferiorità numerica della squadra di Rudi Garcia che vendica la squadra lyonnaise della rimonta subita sette giorni prima dal Lille nel match che li ha buttati fuori dalla lotta per il titolo, da cui, dopo questa sconfitta, sono fuori anche i monegaschi.


LE FORMAZIONI

Le due squadre entrano in campo senza particolari novità: il Monaco, con qualche assenza di troppo nel reparto avanzato, conferma Aguilar esterno alto a destra, la coppia Fofana-Tchouameni è confermatissima a centrocampo, mentre in attacco ritrova la titolarità Ben Yedder che affianca Volland: la novità è la presenza di Cesc Fabregas dal primo minuto alle spalle delle punte in un 4-2-3-1 asimmetrico.


Dall'altra parte il Lione conferma la difesa a 3 con De Sciglio braccetto, rispetto alla gara con il Lille torna Denayer nel trio difensivo e Cornet riprende la titolarità a sinistra; in attacco, invece, confermata la coppia Depay-Toko Ekambi.


IL LIONE PARTE MEGLIO

La prima parte di partita vede sicuramente il Lione approcciare meglio all'incontro, inoltre le scelte strategiche di Rudi Garcia sembrano funzionare bene meglio rispetto a quelle previste da Kovac. Due sono state le scelte che hanno garantito all'ex tecnico della Roma di prendere il centro del ring in questa fase del match: la prima pressione e, soprattutto, l'utilizzo della larghezza in fase di possesso.

In fase di prima pressione Paqueta veniva alzato al fianco delle due punte allo scopo di andare a prendere individualmente i tre difensori del Monaco chiamati a far partire l'azione: la costruzione della squadra monegasca si basa su un 3+2 che Kovac ha implementato ormai da diversi mesi. Sostanzialmente Garcia si è giocato la carta di andare a seguire a uomo i costruttori avversari, una mossa molto aggressiva e rischiosa ma ben supportata dall'atteggiamento della linea difensiva a 3.

In fase di possesso, invece, era molto chiaro quanto efficace il sistema di uscita dalla propria metà campo: la prima pressione del Monaco veniva manipolata allargando il centrale di destra Denayer che giocando il pallone lungo-linea verso l'esterno di parte Dubois, costringeva il terzino del Monaco Caio Enrique ad uscire su di lui generando spazio alle sue spalle che veniva attaccato da un taglio esterno di Toko-Ekambi, il cui movimento allargava le maglie della difesa monegasca: in queste maglie si inserivano Paqueta e Caqueret, una mossa abbastanza costante nel playbook di Rudi Garcia in questa stagione. In questo esempio ci troviamo già a difesa schierata, ma il concetto non cambia, con Caio Henrique che esce su Dubois e Paqueta che taglia nello spazio tra terzino e centrale del Monaco.

GLI AGGIUSTAMENTI DEL MONACO

Kovac riesce a capire dopo alcuni minuti che era necessario trovare degli aggiustamenti per riuscire a risalire il campo dalla pressione del Lione e per chiudere gli spazi che l'avversario era in grado di crearsi sulla trequarti.

Per risalire il campo era necessario chiedere maggiore movimento ai 5 invasori designati dalla strategia di Kovac: è bastato chiedere a Fabregas e Volland di muoversi venendo incontro per avere uno schieramento meno piatto che ha, conseguentemente, permesso di aprire le maglie della difesa del Lione e, soprattutto di creare rapide combinazioni tramite triangolazioni. Da una situazione costruita in questa maniera è arrivato il goal con cui i monegaschi hanno trovato il goal del vantaggio nel primo tempo: costruzione con i tre centrali che sfruttano lo spazio creato dai movimenti di Fofana e Tchouameni che portano via le due mezzali avversarie, Volland viene incontro inseguito da Denayer, scarico su Caio Enrique che serve Ben Yedder che, con un passaggio di prima chiude la triangolazione e manda in porta l'attaccante tedesco.

Anche in fase di non possesso, il gioco laterale del Lione viene disinnescato dalla maggiore proattività dei due mediani: in particolare Fofana segue gli inserimenti delle mezzali, come in questo caso, la solita combinazione esterna del Lione aveva nuovamente liberato Caqueret che però viene inseguito dall'ex mediano dello Strasburgo che lo rimonta e gli sradica il pallone con due falcate. Anche Kovac, dunque, accetta i rischi ma sa di poter contare sullo strapotere fisico dei suoi mediani e dei suoi centrali difensivi. Questo lavoro rende inoffensiva la strategia dei Les Gones mostrando ancora una volta la bontà della tenuta difensiva della squadra di Kovac, testimoniata dal fatto che dopo il difficile inizio i monegaschi non hanno concesso praticamente più nulla da li alla fine del primo tempo.

Fonte grafico Understat
La progressione degli xG nel primo tempo conferma l'andamento del primo tempo, con il Lione abile a fare la prima mossa e mettere in difficoltà il Monaco, poi gli aggiustamenti portati dalla squadra di casa hanno portato ad un cambio di inerzia che sembrava portare Ben Yedder e compagni dritti ad un'altra vittoria ed un altro clean sheet.









I CAMBI CAMBIANO LA PARTITA

La bellezza della partita e la forza delle squadre è stata data soprattutto dalla grande quantità di soluzioni e talento a disposizione dei due allenatori in panchina: ogni cambio effettuato a partire dall'intervallo ha sortito delle modifiche nel corso della partita.

Il primo cambio arriva, appunto, durante l'intervallo e lo fa Rudi Garcia che fa entrare Kadewere al posto di Dubois, ma senza cambiare il modulo di gioco, tocca a Toko Ekambi a spostarsi a destra dove dovrà coprire tutta la fascia, seppur protetto alle sue spalle da Diomandé, altro giovane prospetto made in Lione, entrato nel primo tempo al posto di un Denayer ancora non al meglio della condizione fisica.

Ma oltre al cambio di interpreti cambia anche la strategia di Garcia nel cercare di risalire il campo: bloccata la mossa delle combinazioni esterne, si torna a tentare l'assalto per vie centrali, questo avviene abbassando Caqueret in costruzione al fianco di Thiago Mendes e Paqueta che avanza in zona rifinitura dove si associa con Kadewere e Depay. Con questa soluzione il Lione sembra maggiormente in grado di risalire il campo e di coprire al meglio i corridoi in ampiezza, anche perché Fabregas non ha sufficiente autonomia per restare in campo 90 minuti e per questo il centrocampo del Monaco fa fatica a tenere a bada il dinamismo del Lione.

Lo stesso dinamismo è quello che porterà al goal del pareggio di Depay, il quale nasce da una transizione della squadra ospite, generata da una grande occasione sprecata a sua volta in contropiede: il pallone arriva al centravanti olandese in tre passaggi, complice l'assenza dei due terzini che si erano lanciati entrambi in avanti, poi è lui stesso a trovare il goal con un'azione personale che perfettamente riassume ciò che è Monaco-Lione nel secondo tempo.

Le dinamiche da cui nasce il goal dell'olandese rappresentano un aperitivo di ciò che le due squadre regaleranno nella parte finale di partita.


RIEQUILIBRARE IL CENTROCAMPO

Preso il goal del momentaneo pareggio, Kovac si rende conto che serve nuova linfa per il centrocampo: così Fabregas lascia il posto a Matazo, altro interessante prospetto messo in vetrina ieri sera. Con il suo ingresso in campo la squadra monegasca ritrova la parità numerica a centrocampo necessaria per riprendere in mano il controllo delle operazioni, a cui si aggiunge l'ingresso di Badiashile al posto di Disasi, un cambio tra difensori che toglie al Lione il vantaggio di un uomo fresco come Kadewere contro la linea difensiva. 

Questa situazione mette, invece, in difficoltà dal punto di vista atletico il centrocampo del Lione, con Caqueret e Paqueta non più in grado di tenere testa al trio di centrocampisti della squadra di casa che, infatti, resta in controllo della partita ma senza riuscire ad affondare, questo grazie a delle letture individuali da parte dei difensori, abili a chiudere la linea di passaggio finale agli attaccanti avversari; questa situazione di sofferenza a centrocampo porta all'evento che sembrava poter cambiare il match, ossia l'espulsione di Caqueret, punito con un secondo giallo per l'intervento in ritardo su Tchouameni a centrocampo. Come si evince dall'immagine, l'ingresso del 2002 belga, fornisce nuove soluzioni in fase di rifinitura alla formazione di Kovac, difatti questa azione terminerà con un suo inserimento dopo una sponda di Ben Yedder, neutralizzato da un'uscita bassa di Lopes.

IL GRAN FINALE

Tuttavia, non ostante l'inferiorità numerica, il goal di Marcelo sugli sviluppi di un calcio di punizione apre le danze per il finale con i botti mostrando come non ostante l'inferiorità numerica il Lione sia ancora in grado di giocarsi le sue carte, anche sfruttando il fatto di non avere, a questo punto della stagione ed a quel punto della partita, più nulla da perdere. La mossa di Garcia per ovviare all'inferiorità numerica è stata quella di schierare la squadra con un 4-4-1 in possesso ed un 4-1-4 in non possesso.

Con l'ingresso di Guebbels e Pellegri, Kovac decide di passare a quello che sostanzialmente un 4-2-4 con i due mediani disposti non più in linea allo scopo di creare un rombo di costruzione: il Lione ha risposto abbassandosi creando i presupposti per un lancio in area di Maripan che porterà al fallo da rigore di Lopes su Pellegri trasformato con un cucchiaio da Ben Yedder.


Il pareggio non va bene a nessuno, così le tattiche saltano e Garcia si gioca la carta di Bruno Guimaraes e Cherki che trasforma nuovamente la squadra che passa ad un 4-2-3, una mossa che porterà al goal del 3-2 dello stesso centrocampista classe 2003, innescato da una verticalizzazione del brasiliano: ancora una volta i cambi di Garcia vanno a segno ed il Lione porta a casa la partita. Come si nota dal fermo immagine, Guimaraes attira due giocatori del Monaco su di se liberando Cherki che verrà servito da De Sciglio, imbeccato a sua volta dalla gran giocata in verticale dell'ex Athletic Paranaense.

CONCLUSIONI

La partita è stata una continua montagna russa di emozioni, con due allenatori che hanno dato fondo a tutto ciò che avevano a disposizione per portare a casa la partita: dopo un primo tempo in cui erano chiari e definiti i piani partita delle due squadre e come preferivano attaccare e difendere, nel secondo tempo i cambi e l'alternanza del risultato ha portato a vedere in campo diverse strategie e diverse soluzioni fino ad arrivare al tutti contro tutti finale, frutto di una partita in cui ad una mossa è sempre stata corrisposta una contromossa e per questo le squadre alla fine si sono allungate ed hanno cercato il tutto per tutto, visto che il pareggio non andava bene a nessuno.

In un periodo storico in cui si è parlato tanto di Superlega e di un calcio attraente solo se giocano le solite squadre ed i soliti campioni, Monaco e Lione hanno dimostrato che si può dare spettacolo anche se non si hanno fatturati importanti ma semplicemente puntando su giocatori con fame di successo e grandi mezzi tecnici pronti a giocarsi le loro chances in progetti meno ricchi ma più stimolanti.

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