Monday, 20 February 2023

Il Lille di Fonseca è un bel progetto

 


Dopo l'esperienza di Roma e dopo le difficili settimane trascorse all'inizio dello scorso anno in concomitanza con l'inizio della guerra iniziata dalla Russia in Ucraina, Paulo Fonseca ha scelto di ripartire da Lille, una piazza che due stagioni fa fu in grado di festeggiare un clamoroso titolo in Ligue 1 ma che, a causa di problemi societari, ha dovuto ricostruirsi e, dopo una stagione interlocutoria (eufemismo), si è affidata al tecnico portoghese per dare il via ad un nuovo progetto tecnico.

Fonseca ha scelto questo progetto per poter tornare a proporre il calcio che preferisce, basato sul possesso palla e riempire la squadra di giocatori tecnici per moltiplicare le soluzioni offensive. Il biennio romano lo ha costretto a venire a patti con necessità tecniche diverse che lo hanno messo molto a disagio, un disagio che non è mai stato nascosto.

Per spiegare il percorso che Fonseca sta cercando di seguire nel nord della Francia, lo facciamo analizzando una sconfitta, quella subita ieri nel lunch match contro il PSG, in cui solo un goal di Messi su punizione a tempo scaduto ha regalato ai parigini tre punti che, in realtà, avrebbero meritato gli uomini di Fonseca. 

Il commento più immediato lo ha fornito proprio il tecnico portoghese al termine della partita.




UN RITORNO ALLA COMFORT ZONE TATTICA


Ogni persona ama vivere la propria vita in base a dei principi e delle idee con cui si sente più a proprio agio, per cui quando può agire in contesti dove tali principi e tali idee sono presenti, questi agisce al meglio delle proprie possibilità e riesce a trasmettere al meglio il proprio modo di fare e di pensare.

Questo discorso vale anche per gli allenatori di calcio e Paulo Fonseca non è da meno: il tecnico portoghese mette alla base del proprio modo di lavorare determinati principi attorno ai quali costruire le proprie squadre. Il 4-2-3-1 che aveva tentato di costruire a Roma non ha attecchito con le idee ed i principi del materiale di cui disponeva ed anche con i principi e con le idee del mondo che lo circondava. Ora a Lille Fonseca è libero di proporre il proprio modo di giocare, ed il materiale che gli è stato messo a disposizione è malleabile al punto giusto da poter essere utilizzato per dare esecuzione alla sua idea di calcio.

Pur schierandosi con un 4-2-3-1 sulla carta, il calcio di Fonseca si basa su una forte fluidità nelle fasi di gioco. 

In fase di possesso si sta riproponendo uno schieramento molto simile a quello con cui si era messo in luce nello Shakhtar Donetsk, ossia i due terzini che svolgono compiti diversi: in questo esempio si vede come Diakite - il terzino destro - resti agganciato ai centrali difensivi da costruttore, mentre Weah a sinistra si alza a dare ampiezza; la scelta stessa di assegnare ad un giocatore nato come attaccante come Weah la casella del terzino sinistro (seppur come soluzione di ripiego vista l'assenza di Ismaily, il terzino sinistro di spinta di cui disponeva anche nell'esperienza ucraina) è chiara dimostrazione di quanto Fonseca creda in una chiara idea di gioco. Già dalla fase di costruzione possiamo quindi notare come il Lille occupi al meglio le varie zone di campo, inclusa l'ampiezza (Bamba e Weah) e la profondità (David), ma su questo ci torneremo dopo.

In fase di non possesso, invece, il 4-2-3-1 si trasforma in un 4-4-2 classico ma con un baricentro sempre alto (basti notare nell'esempio l'altezza della linea difensiva; dato medio raccolto da Soccerment 50 metri di baricentro). In questa situazione Weah, quindi, ricompone la linea di difesa a 4 posizionandosi da terzino sinistro, mentre davanti a lui è Cabella ad allargarsi; Angel Gomes, invece, affianca David in prima linea. Il classe 2000 inglese proveniente dal Manchester United può anche, a seconda delle situazioni, posizionarsi alle spalle del centravanti canadese per proteggersi meglio in caso di scaglionamento dei costruttori avversari. Ciò che è importante notare, comunque. è l'altezza del baricentro, anch'esso un connotato delle idee di gioco di Fonseca.


LO SCAGLIONAMENTO CENTRALE PER RISALIRE IL CAMPO


La partita di Parigi ha mostrato la capacità del Lille di utilizzare al meglio la propria qualità per arrivare in porta in maniera molto pericolosa. Questo lo si deve alla libertà concessa da Fonseca ai propri centrocampisti e trequartisti centrali di creare rotazioni ed occupare zone diverse di campo a patto che la zona sviluppo e la zona rifinitura vengano sempre occupate.

In questo esempio notiamo i movimenti dei quattro giocatori chiamati ad occupare queste zone del campo: Andrè si abbassa a costruire l'azione mentre Andre Gomes occupa la zona sviluppo assieme ad Angel Gomes e Cabella che si scambiano di posizione muovendosi uno verso la zona di sviluppo e l'altro verso la zona di rifinitura per costringere i centrocampisti del PSG a scegliere chi seguire. Questa quadrilatero è l'elemento essenziale dello sviluppo del gioco della squadra di Fonseca: i loro movimenti ed i loro scambi con la palla manipolano le linee avversarie creando tanti spazi da sfruttare. In questo esempio è la linea difensiva del PSG ad essere preoccupata dallo spazio che si è creato in zona rifinitura ed è anche preoccupata dalla situazione di palla scoperta; Andrè riconosce la situazione e cerca di attaccare la profondità con un lancio verso David e Weah. 

I movimenti tra zona sviluppo e zona rifinitura sono molto importanti anche quando lo schieramento avversario forza il Lille a muovere il pallone in ampiezza. In questo esempio per facilitare la risalita del pallone, Cabella viene incontro svuotando uno spazio che viene occupato da Andre Gomes. Cabella appoggia il pallone a Weah largo che chiude il triangolo servendo l'ex Everton in zona rifinitura, poi quest'ultimo chiuderà un altro triangolo con il figlio di George che andrà ad un cross sul primo palo attaccato da David a cui Donnarumma negherà il goal con un grande intervento (non l'unico della sua partita).

Questi fraseggi e questi triangoli che portano la palla fuori per poi riportarla dentro sono tutti farina del sacco del movimento di questo quadrilatero di centrocampo dai piedi finissimi, il materiale migliore da consegnare nelle mani di un allenatore come Fonseca.


LA PRESSIONE ALTA PER AVERE SUPREMAZIA TERRITORIALE


Il calcio del Lille di Fonseca non è solo basato sul possesso palla (con il 59,3% di media è seconda dietro proprio al PSG, contro cui ieri ha esercitato il 53,5% di possesso) ma anche nella ricerca aggressiva del recupero palla. Più volte nella partita di ieri il PSG ha avuto serie difficoltà a far partire da dietro l'azione e questo giustifica sia il dato del possesso palla a favore del Lille che quello del field tilt, ossia il numero di palloni giocati nella trequarti avversaria, pari addirittura al 58%, sempre secondo i dati Soccerment.

La prima pressione della squadra di Fonseca è stata sempre molto aggressiva e volta a non concedere superiorità numerica in costruzione alla squadra di Galtier. In questo esempio vediamo come Fabian Ruiz cerchi di aiutare la costruzione aprendosi fuori linea e lasciando alzare Nuno Mendes. La contromisura del Lille è di aprire Bamba sull'ex Napoli e far salire Diakite in maniera aggressiva sull'ex giocatore dello Sporting Club. Per rendere efficace questo tipo di strategia è necessaria, inoltre, una forte collaborazione della linea difensiva che appoggi la pressione alta tenendo alta la linea, a questo si aggiunge la necessità di comunicare al meglio tra compagni, una cosa ben visibile in questo esempio con Djalo che richiama l'attenzione di Andrè affinché si occupi di Neymar che si era sfilato dalla morsa della linea difensiva.

L'altro lato della medaglia di questo atteggiamento è che se salta la parità numerica, il sistema di pressione crolla e mette in difficoltà l'intera squadra. E' ciò che è successo in occasione del goal del 2-0 realizzato da Neymar, in cui Marco Verratti crea la superiorità numerica nel modo più tradizionale, ossia andando via nel duello con il proprio avversario. Con questa giocata l'ex centrocampista del Pescara ha tanto spazio davanti difeso solo da André che però ha sia Neymar che Messi al suo fianco da coprire. Sarà il brasiliano a ricevere palla e sarà lui ad imbastire mediante conduzione l'azione che in pochi secondi lo porterà a trovare la via della rete.

La pressione alta ed il baricentro alto sono un altro marchio di fabbrica del gioco di Fonseca, il tecnico portoghese accetta il rischio di essere infilato e di lasciare metri da attaccare ai propri avversari. Il fatto stesso che la sua squadra abbia iniziato a dare il meglio di se proprio dopo questo goal subito è perfetta esemplificazione di come il pensiero dell'ex tecnico giallorosso abbia attecchito sui giocatori.


COSA CI HA DETTO PSG-LILLE


La sfida del Parc des Princes ci ha regalato un'incredibile serie di emozioni e ci ha raccontato come il calcio può regalare spettacolo in modi diversi: da una parte il talento individuale immenso di Mbappé (andata a rivedere il goal pazzesco con cui ha sbloccato la partita) e Messi (che ha regalato i tre punti ai parigini con una punizione che può essere definita come una versione calcistica del buzzer beater cestistico), dall'altra parte tanti giocatori dalle grande doti tecniche mossi da una coralità che crea un valore tecnico maggiore della somma dei suoi interpreti.

Ognuno è libero di preferire l'una o l'altra, ma la partita di Parigi ci insegna che si può fare bel calcio sia con i soldi per accaparrarsi i migliori talenti del pianeta, sia con meno soldi ma con le idee di chi vuole creare i campioni del domani. Chi si sta fregando le mani di questo spettacolo è la Ligue 1 che ogni settimana ci regala partite di elevatissimo contenuto tecnico.

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