Foto: Pagina Facebook SSC Bari |
E' stata una settimana a dir poco intensa per il Bari, in pochi giorni si è rischiato di vedersi crollare quanto costruito negli ultimi 18 mesi dal club biancorosso: prima la netta sconfitta contro il Perugia e poi le ultime concitate 24 ore di calciomercato con l'affaire Portanova che ha praticamente fatto rivoltare la piazza. Assieme a Giovanni Fasano abbiamo cercato di analizzare quanto accaduto prima sul campo e poi fuori dal campo. In più questa settimana si aggiunge Simone Angeletti, grande appassionato di sport che abbiano a che fare con il pallone o con due ruote, ma soprattutto grande tifose ed osservatore del mondo Perugia. Simone lo potere leggere su Riserva di Lusso ed ascoltare sul podcast di ciclismo Angliru.
Il Perugia espugna di prepotenza il San Nicola, quanto è dovuto questo risultato ai meriti della squadra umbra e quanto ai demeriti del Bari?
Simone A. - L'impressione generale è che il Perugia stia prendendo sempre più la forma di una squadra tipica di Castori, dopo un inizio di stagione orripilante. Pur mantenendo un atteggiamento particolarmente speculativo, stiamo cominciando ad eseguire vari livelli di speculazione.
Nello specifico di questa partita, si notano due accorgimenti particolari: Christian Kouan in marcatura sul regista avversario (già proposto contro Cagliari, Cosenza e Modena) e le ricezioni sull'esterno di Olivieri e Di Carmine. Con queste ultime, l'idea di creare occasioni palla in aria dalla trequarti o dal lato corto dell'area per sfruttare gli inserimenti dal lato debole è venuta spesso fuori.
È chiara poi la nostra volontà di "non possesso", con un centrocampo votato alla distruzione delle linee di gioco del Bari e la tendenza ad andare ossessivamente lungo sulle fasce. Il Bari in un certo senso ha accettato questo tema tattico trovandosi a improvvisare una partita brutta, sporca e cattiva.
In sintesi, il Perugia ha eseguito esattamente ciò che ha pianificato. Non è stato comunque un piano gara "inattaccabile" e ha richiesto un non indifferente dispendio fisico, mentale e di cartellini. Anche per colpa delle assenze, il Bari probabilmente non ha trovato il modo di farcele pagare.
Nicola L. - Mignani a fine partita ha chiaramente messo in primo piano la prestazione del Perugia come causa di quanto visto in campo e del risultato finale della partita. Alla fine credo di essere d’accordo con questa considerazione del tecnico biancorosso, il Perugia ha trovato delle mosse che hanno spento gli interruttori del gioco del Bari.
Nel secondo tempo il livello delle sostituzioni ha fatto il resto, con il Perugia in grado di mantenere intatto il proprio livello di aggressività e di lucidità ed anzi aggiungendo qualità con l’ingresso di Lisi e Luperini. Il Bari ha continuato a perdere palloni e duelli che hanno progressivamente allungato e scoperto la squadra fino ad arrivare alle due reti che hanno deciso la partita.
Indubbiamente quest’ultimo aspetto è stato molto demoralizzante da vedere ed è quello che sta causando i malumori della piazza in questi giorni. Ma su quest’ultimo aspetto ci torneremo.
Giovanni F. - Penso che questa sconfitta sia figlia dei meriti del Perugia e delle pesanti assenze a cui il Bari non ha saputo ovviare.
Il Perugia, oltre ad aver attuato degli accorgimenti tattici che hanno complicato la circolazione palla del Bari, mi ha colpito per l’aggressività e il coraggio con cui ha approcciato il secondo tempo. Mentre nella prima frazione la squadra di Castori si è preoccupata unicamente di togliere ritmo al Bari spezzando il gioco, nella ripresa, complice un Bari sempre più sfiduciato e remissivo, ha continuato a sviluppare il gioco sulle fasce ma attaccando l’area di rigore biancorossa con più uomini. Casasola ha messo in grande difficoltà Mazzotta, mentre la mobilità dei vari Olivieri, Di Serio e Di Carmine ha mandato in crisi forse per la prima volta in stagione la coppia composta da Di Cesare e Vicari.
Il Bari ha reagito alle difficoltà della ripresa nel modo più sbagliato. In fase difensiva la squadra non era ermetica come al solito, complice uno scarso apporto senza palla dato dai tre giocatori offensivi; mentre le poche situazioni pericolose create nella ripresa sono state figlie di iniziative individuali confusionarie. Mignani ha cercato di compattare la squadra togliendo un Botta evanescente in fase offensiva e più pigro del solito in fase di non possesso, ma neanche l’ingresso di un giocatore più equilibrato come Mallamo ha riordinato la squadra.
Il Bari si è presentato a questa partita senza Cheddira e Maita, quale assenza secondo voi si è fatta maggiormente sentire?
Simone A. - Considerato quanto detto sopra, forse Cheddira. Al di là della prestazione dei due sostituti (con tutte le difficoltà del caso, Maiello ha fatto una partita rispettabile, Antenucci no), Cheddira avrebbe tenuto sicuramente più in apprensione una difesa con due cartellini gialli ed avrebbe potuto sfruttare qualche corsa palla al piede per destabilizzare i raddoppi sistematici del Perugia. Magari né lui né Maita sarebbero bastati a cambiare il contesto della partita con la sola presenza, ma l'attaccante marocchino avrebbe avuto la possibilità di inserirsi meglio in quelle pieghe della partita dove il controllo della situazione non era in mano al Perugia.
Nicola L. - Per il tipo di partita che il Perugia è venuto a fare a Bari, le assenze di Maita e Cheddira si sono rivelate devastanti per il Bari. Come ha detto Simone, la difesa alta e l’atteggiamento aggressivo della squadra di Castori potevano essere davvero terreno fertile per Walino per lanciarsi con le sue progressioni a campo aperto e magari avrebbe costretto gli avversari ad abbassare di qualche metro il baricentro cambiando il contesto della partita.
Le posizioni medie del Perugia mostrano quanto sia stato alto il baricentro della squadra di Castori (Fonte: Sofascore). |
Ma anche l’assenza di Maita è stata pesantissima, il numero 4 del Bari ha una capacità di coprire il campo che nessuno ha in questa rosa, la sua capacità di essere maggiormente risoluto con il pallone tra i piedi, che sia un passaggio in verticale o una conduzione palla al piede, è oggettivamente mancata nella formazione biancorossa; le caratteristiche di Bellomo sono diverse e non hanno inciso nella partita, soprattutto così come impostata da Castori con duelli individuali al centro del campo.
Giovanni F. - L’assenza di Cheddira è stata pesante in quanto ha permesso a Castori di adottare una strategia più aggressiva e coraggiosa senza palla; mentre quella di Maita ha privato il Bari di un giocatore abile nel conservare il possesso, affidabile nella circolazione del pallone e con tante armi a disposizione per vincere i duelli individuali.
Anche questa volta scegliete un migliore ed un peggiore sia per il Bari che per il Perugia
Simone A. - Al di là del match winner Di Serio, citerei l'ormai solito Tiago Casasola. L'argentino è sicuramente il leader tecnico e "di temperamento" di questa squadra. Si è fatto carico nel primo tempo delle direttissime transizioni offensive del Perugia lavorando anche bene con gli occasionali sganciamenti di Rosi e Curado, ha difeso con diligenza ed impegno e, non da ultimo, ha servito il cross che Di Serio ha messo in porta per l'1-0. Menzioni anche per Rosi (unico dei tre difensori a non uscire dal primo tempo con un giallo sul groppone) e Simone Santoro, il "Casasola" del centrocampo.
Sceglierei nel Bari la buona prestazione di Dorval che ha gestito perfettamente Paz e Lisi e Leonardo Benedetti, che pur senza l'aiuto di Mazzotta dalla sua parte, è riuscito a rendersi utile in entrambe le fasi. Va comunque detto che l'unica evidente sbavatura della sua partita ha portato all'occasione di Santoro.
Nicola L. - Concordo con Simone nel considerare Benedetti il migliore del Bari: quel poco che si è visto a livello offensivo della formazione biancorossa nasce da sue giocate o da suoi inserimenti senza palla. Ormai sta diventando un appuntamento fisso da parte mia inneggiare al centrocampista in prestito dalla Sampdoria, ma la crescita che sta avendo dall’inizio di questa stagione e dimostrano quanto il disfattismo di questi giorni sul lavoro fatto in campo da questa società sia mal riposto.
Il match report di Soccerment ci mostra oltre ai numeri inerenti il dominio del Perugia, quanto la manovra del Bari si appoggiasse tanto su Benedetti e quella degli umbri su Casasola. |
Riguardo il peggiore, potrei prendere tutto il tridente d’attacco, ma scegliendone uno la scelta più facile è quella di Mirko Antenucci, assolutamente impalpabile; inoltre la sua esperienza sarebbe servita per aiutare la squadra a mantenere la calma di fronte al gioco aggressivo tendente al provocatorio della squadra umbra, ed invece è stato il primo a cadere nella trappola facendosi ammonire per un gesto di reazione.
Nel Perugia è stata davvero importante la prestazione di Simone Santoro: personalmente io sono sempre affascinato da quei centrocampisti in grado di essere utili tanto in fase di non possesso che in fase di possesso, e Santoro mi ha dato l’impressione di essere un centrocampista box to box in fieri, molto a suo agio nei duelli e che dopo due stagioni sotto Alvini e Castori ha affinato un forte senso di verticalità nel suo gioco.
La mappa dei palloni recuperati da Santoro nel corso della partita (Fonte: Wyscout). |
Il peggiore in campo, seppur in un contesto di una squadra in cui tutti hanno svolto al meglio i propri compiti, direi sia stato Marco Olivieri, anzitutto per quella gigantesca opportunità che ha avuto nelle fasi iniziali del secondo tempo in cui ha tirato addosso a Caprile un pallone che un attaccante professionista dovrebbe depositare facilmente in rete, ed anche per non aver dato la stessa profondità che è riuscito a dare Di Serio quando è entrato in campo.
Giovanni F. - Vorrei discostarmi dalla scelta di Simone e Nicola, ma Leonardo Benedetti è ancora una volta l’unico (o uno dei pochi) a strappare la sufficienza. In fase di rifinitura continua ad essere molto limitato, ma nel primo tempo è stato l’unico in grado di pareggiare l’intensità messa in campo dal Perugia.
Per quanto riguarda il peggiore in campo, le prestazioni di Mazzotta e Antenucci sono state gravemente insufficienti, ma anche Ruben Botta mi ha deluso. L’argentino ha sicuramente pagato la ruvidezza degli avversari e la mancanza di linee di passaggio facili da percorrere, ma da un giocatore con le sue qualità, in una situazione del genere, mi aspetto più pulizia e lucidità nelle esecuzioni tecniche.
Nel Perugia è difficile individuare un peggiore in campo, mentre ho apprezzato particolarmente la prova di Tiago Casasola. L’esterno argentino, pretoriano di Castori, si conferma uno dei migliori laterali destri della categoria e il regista occulto dei biancorossi. Oltre ad avere un grande impatto in fase di possesso (dopo Santoro è il calciatore che ha toccato più palloni), è stato molto abile nel supportare Aleandro Rosi nei duelli con un cliente scomodo come Folorunsho che si allargava nella sua zona di competenza per ricevere il pallone e poi tagliare in mezzo al campo.
Quali conseguenze porterà questa partita sul campionato di Bari e Perugia?
Simone A. - Per adesso si punta a tirarsi fuori dalle zone rosse un pezzo per volta. Questi sono altri tre punti fondamentali per confermare la progressiva ascesa del Perugia in zone più tranquille della classifica. In generale, queste prime tre partite del girone di ritorno sottolineano la differenza tra lo sconcertante inizio di stagione e ciò che stiamo man mano diventando.
Nicola L. - Questo è probabilmente il periodo più difficile della stagione per il Bari. La seconda sconfitta consecutiva ha messo un po’ tutti con i piedi per terra, e vedere la classifica che si accorcia alle proprie spalle rischia di creare situazioni decisamente poco piacevoli per il gruppo.
A questo si aggiunge una piazza che improvvisamente si è mostrata poco paziente nei confronti di questa squadra, e questo potrebbe a sua volta pesare molto più della sconfitta stessa: detto questo, a Mignani ed alla squadra resta solo il lavoro come unica soluzione a disposizione per non cadere nella proverbiale buca. Un momento negativo la squadra lo ha subito anche lo scorso anno e più o meno nello stesso periodo, ma fu in grado di tirarsene fuori mettendo da parte il fioretto ed utilizzando la spada.
Dopo la trasferta di Ferrara arriveranno due gare consecutive al San Nicola contro Cosenza e Cagliari; superato questo trittico tireremo le somme su come la squadra avrà reagito a queste settimane negative.
Riguardo il Perugia, come scriveva Simone, questa vittoria suggella un lavoro di Castori iniziato con il suo rientro in panchina dopo la breve parentesi di Silvio Baldini. Questa vittoria e questa prestazione hanno mostrato la trasformazione di questa squadra, costruita molto in ritardo ad inizio stagione ed a cui il tecnico ex Salernitana sta dando un’identità anche diversa rispetto a quella solita che ci si aspetta dal tecnico marchigiano. Anche il mercato ha rafforzato ulteriormente la squadra in mezzo al campo, per cui sarei molto sorpreso di non vederla fuori dalla zona retrocessione nel giro di qualche settimana.
La piazza di Bari si è mostrata molto impaziente in questi giorni di mercato. Cosa ne pensate della situazione che si sta creando nell’ambiente barese?
Simone A. - Ok, qui mi addentro in cose che conoscete sicuramente meglio di me, magari provo a darvi un punto di vista "esterno". La situazione del Bari è complessa. Da una parte, la squadra che va in campo ha super legittime ambizioni di Playoff ma c'è chiaramente un discorso dal punto di vista "dirigenziale" che andrà affrontato, possibilmente prima del desiderato ritorno in Serie A.
Non credo che due partite sbagliate tolgano al Bari il merito di una stagione fin qui assolutamente positiva ma va risolto il nodo della doppia proprietà il prima possibile. Siccome gli investimenti sul mercato (o la loro mancanza) sono un termometro sufficientemente a portata di tutti per capirne qualcosa di più, comprendo bene la fretta nel voler capire in che direzione andrà questo discorso nel prossimo futuro. Sensazione mia: non è un nodo che verrà risolto quest'anno, a meno che una promozione sul campo metta i De Laurentiis spalle al muro.
Giovanni F. - Come tante piazze del Sud, anche Bari è vittima di una mancanza di raziocinio nei giudizi che spesso sfocia in periodi di ingiustificata esaltazione e altrettanti di ingiustificata depressione. In più, la concomitanza con una campagna acquisti che fino a sabato faticava ad ingranare e alcune dichiarazioni evitabili da parte di membri dello staff dirigenziale hanno accentuato la percezione negativa della sconfitta.
Dal mio punto di vista il netto KO contro il Perugia non cambia minimamente il giudizio sulla competitività della rosa e sul valore del lavoro svolto da Mignani, in quanto reputo entrambi i fattori nettamente al di sopra di quelle che erano le aspettative di inizio anno. Il Bari ha dimostrato di poter fare partita pari con tutti gli avversari, e questa è una conquista non da poco per una squadra i cui obiettivi sbandierati ad inizio stagione erano ben lontani dalla zona di classifica in cui staziona.
Nicola L. - Al termine della partita contro il Perugia mi sono lasciato andare ad uno sfogo contro il modo che ha la città di rapportarsi con la squadra. È bastata una prestazione negativa per buttare via quanto di buono fatto nel corso di questo anno e mezzo da questo gruppo (allenatore e direttore sportivo inclusi).
Collegare la sconfitta contro il Perugia ad un’inattività sul mercato è un ragionamento veramente molto debole e non capisco come possa essere accettato anche da persone che dovrebbero avere un minimo di raziocinio. I vari Bellomo e Mallamo improvvisamente etichettati come non all’altezza di questa squadra dopo aver dato il loro contributo in questa stagione sono l’esempio migliore per spiegare la totale infondatezza delle critiche nei confronti della squadra e della strategia sportiva del club.
Ammesso ma non concesso che Polito avrebbe potuto portare nuovi giocatori alla vigilia della partita contro il Perugia, che apporto avrebbero dovuto portare dopo due allenamenti? Ve lo dico io: nessuno. Capisco che non tutti vogliano approfondire le dinamiche di una squadra di calcio e la complessità intrinseca nel far giocare insieme 11 giocatori, però pensare che arrivi un giocatore X e che diventi decisivo appena buttato nella mischia mi sembra una cosa fuori dal mondo anche per chi guarda le cose in maniera superficiale.
Superata questa settimana, il Bari riparte dal quinto posto in una classifica cortissima in un campionato in cui anche chi sembrava dovesse dominare non lo sta facendo; la strada tracciata da Polito alla scrivania e da Mignani in campo mi sembra l’unica possibile per portare il Bari in serie A, che sia questo o il prossimo anno.
Settimana prossima arriva la trasferta di Ferrara contro la Spal di De Rossi, cosa ci dobbiamo aspettare?
Giovanni F. - De Rossi continua a dichiarare di voler comandare il gioco contro tutti, un’ambizione lecita ma che può far sorridere lo staff tecnico del Bari. Ipotizzando una gara di difesa bassa e ripartenze, per il Bari sarà fondamentale gestire bene i palloni recuperati per attaccare immediatamente una squadra spesso disorganizzata in fase di transizione negativa e statica nei suoi elementi difensivi.
In fase di non possesso mi aspetto un Bari che non forzerà il pressing sulla circolazione palla dei tre difensori, ma che invece alzerà l’intensità quando il pallone raggiungerà le vere fonti di gioco dei ferraresi: Dickmann sulla destra e i due centrocampisti centrali. A tal proposito, sarà interessante visionare il giovanissimo Matteo Prati, centrocampista classe 2003 proveniente dalla Primavera che sta ripagando la fiducia di De Rossi con ottime prestazioni.
Nicola L. - Bari-Spal del girone d’andata è stata una delle partite più divertenti viste in assoluto nella serie B in questa stagione; la squadra emiliana in quell’occasione, tuttavia, era allenata da Roberto Venturato, un allenatore con una grossa propensione al rischio; un rischio che si è riverberato in una tenuta difensiva modesta che ha convinto il club a rimuoverlo dall’incarico per affidare la prima panchina della propria carriera a Daniele De Rossi.
L’ex capitano della Roma ha deciso di intervenire cercando di sistemare al meglio la linea difensiva che è passata dallo schieramento a 4 tipico di Venturato ad uno schieramento a 3. Per il resto ha cercato di portare uno stile di gioco più basato sul possesso palla (oltre 56% di media) ma che per rifinire necessita principalmente dei cross dei due esterni Dickmann e Tripaldelli. Come sviluppo del gioco somiglia al Perugia visto a Bari, ma tende a giocare su ritmi più controllati.
A latere da quella che è l’impronta tattica che De Rossi vorrebbe dare alla Spal c’è anche la scelta di dare molte chances a diversi giovani, a partire dai centrali di difesa Dalle Mura e Peda (classe 2002) per arrivare a Matteo Prati, classe 2003, buttato nella mischia dopo la cessione di Salvatore Esposito allo Spezia e che sta mostrando ottimi valori in mezzo al campo.
Dal mercato di gennaio è arrivato il colpo Nainggolan, un acquisto difficile da decifrare al momento visto che non si conoscono le condizioni di forma del giocatore belga che, tuttavia, potrebbe essere inserito subito nell’undici iniziale da De Rossi vista la squalifica di Maistro, il principale creatore di gioco della squadra spallina.
Per il Bari, quindi, si riproporranno gli stessi dilemmi tattici della partita contro il Perugia, ma questa volta con un Maita ed un Cheddira in più a disposizione. La Spal è una squadra che va in difficoltà nel riorganizzarsi quando perde palla e, soprattutto, dato il progressivo ringiovanimento della rosa iniziato da De Rossi, spesso tende a smarrirsi nei momenti di difficoltà della partita. Sono questi i punti di debolezza avversari su cui il Bari dovrà giocarsi la propria partita, ma dall’altra parte dovrà trovare il modo per limitare gli esterni della squadra ferrarese, un grosso problema se non ci sarà il giusto supporto dei tre attaccanti alle due fasi di gioco.
Per concludere, un giudizio complessivo sulle operazioni in uscita e in entrata fatte da Ciro Polito.
Giovanni F. - Penso che Polito abbia fatto un autentico capolavoro nello sfoltire la rosa ed epurare una serie di calciatori fuori dal progetto tecnico. Parliamo di un totale di 10 cessioni, alcune a titolo definitivo altre a titolo temporaneo, con il solo Galano rimasto a Bari da indesiderato.
Il riassunto del mercato invernale del Bari, da notare il valore di mercato delle entrate e delle uscite a fronte di un costo zero (Fonte: Transfermarkt) |
Sul fronte entrate, considerando l’esiguo budget a disposizione, il lavoro svolta dal direttore sportivo campano è complessivamente sufficiente. Sarri è un buon portiere che avrà tempo di crescere in attesa di scalare le gerarchie, Esposito ha caratteristiche che ben si sposano con le idee di calcio di Mignani ed ha rimpiazzato un giocatore (Salcedo) il cui impatto nei 6 mesi a Bari è stato vicino allo zero; mentre Morachioli, stando alle parole di Polito, potrebbe assicurare quella vivacità alla fase offensiva che i vari Cangiano e Galano non hanno mai garantito.
In difesa mi prendo del tempo per commentare l’avvicendamento tra Matino e Terranova perché non conosco il centrale proveniente da Potenza, ma l’ex centrale del Sassuolo, pur essendo un pilastro dello spogliatoio, era ormai sprofondato nelle gerarchie a causa di un evidente declino atletico.
Concludo con il centrocampo, dove si attendevano un vice Maiello e una mezzala offensiva e sono arrivati Benali per ovviare a quest’ultima necessità e Salvatore Molina come jolly in caso di variazioni tattiche. Ascoltando le parole di Polito, penso che l’ingaggio di Molina sia un contentino dato a Mignani per farsi parzialmente perdonare la mancanza di un vice Maiello; mentre Benali, pur essendo un giocatore meno brillante di quello apprezzato a Pescare e Crotone, resta un profilo affidabile tecnicamente, abile nella gestione del pallone e abbastanza creativo nell’ultimo terzo di campo.
Nell’undici base del Bari non cambierà nulla, ma alcuni profili (penso in primis a Benali ed Esposito) potranno allungare le rotazioni e, chissà, insidiare i titolari.
Nicola L. - E’ sufficiente vedere la lista delle uscite al termine di questa sessione per capire di cosa avesse bisogno in primis il Bari da questa finestra di mercato: per poter rinforzare la squadra è necessario fare posto in rosa a livello numerico.
Questo tipo di lavoro viene spesso e volentieri sottovalutato perché tutti vogliono tutto e subito: non è un modo di pensare sostenibile nel calcio di oggi, a meno che non giochi nella Premier League. Il Bari con le cessioni di questa sessione di mercato ha creato i presupposti per poter avere slot liberi nella prossima stagione per alzare il livello tecnico della rosa ed al contempo ringiovanire la squadra.
Allora qualcuno potrebbe obiettare chiedendosi perché non far arrivare questi giocatori in gennaio: il motivo è che quei giocatori che possano rendere il Bari più forte sono difficili da prendere a gennaio, mentre da qui a giugno ci sarà tempo per valutare i profili migliori da inserire, per questo motivo si è scelto di ripiegare su prestiti che, se performano al meglio (vedi Sebastiano Esposito e Benali) possono portare il Bari a lottare per la serie A, se invece accadesse il contrario potranno essere restituiti al mittente.
Spero che questo spiegone possa essere utile a giustificare la mia opinione positiva sulle gestione del mercato da parte del Bari. Detto questo, nell’operato di Ciro Polito, il tentativo poi stoppato dalla piazza (ecco, qui la piazza ha fatto bene nel contestare il club) di portare a Bari Manolo Portanova è una grossa macchia che mi lascia molti dubbi e molte perplessità sul valore umano del direttore sportivo del Bari.
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