Fonte: Pagina Facebook SSC Bari |
Ventiduesimo episodio di Chiacchere da Bar(i) dove assieme a Giovanni Fasano e con l'aiuto di Marco Lai in veste di esperto di faccende cagliaritane raccontiamo la partita disputata sabato pomeriggio al San Nicola tra Bari e Cagliari, partita terminata con un pareggio che lascia rimpianti ad entrambe le squadre per motivi diversi. Quali sono queste motivazioni? Proviamo a spiegarvele qui.
Bari-Cagliari è terminata 1-1 con il Bari che acciuffa il pareggio allo scadere. Cosa ne pensate del risultato finale?
Nicola L. - La partita tra Bari e Cagliari direi che sia facilmente leggibile nel suo andamento, con il goal a freddo di Lapadula che ha inclinato il contesto tattico della partita dalla parte della squadra di Ranieri. D’altronde dalla nostra analisi della vigilia avevamo certezza del fatto che Bari e Cagliari oggi sono due squadre che sono maggiormente a proprio agio quando lasciano la palla agli avversari, ed il goal iniziale è stato il miglior regalo possibile per la squadra di Ranieri che ha potuto lasciare al Bari l’onere di “fare” la partita.
Il report sulla partita prodotto da Soccerment |
Da quel momento la partita si è giocata quasi tutta in una metà campo, e non lo dico utilizzando un’iperbole giornalistica ma faccio affidamento sui numeri di Soccerment che mostrano dati incredibili come il 76% di field tilt a favore dei biancorossi, il dato del possesso palla (75% contro il 25% del Cagliari) ed il dato del baricentro del Cagliari (35 m contro i 51 m del Bari).
Va detto che il Bari ha accettato la costrizione determinata dall’episodio iniziale ed ha provato con tanta pazienza a cercare di superare il muro eretto dalla formazione sarda a difesa della porta di Radunovic. Una pazienza ed una convinzione non sempre fruttuosa ma che si era vista anche nella partita contro il Cosenza e che è stata premiata a pochi secondi dallo scadere con l’episodio del calcio di rigore trasformato da Antenucci che restituisce un senso di giustizia all’andamento della partita.
Giovanni F. - Penso che il risultato finale sia corretto in quanto il Cagliari ha fatto troppo poco per meritare la vittoria e il Bari ha fatto abbastanza per meritare almeno il pareggio. La modalità e la tempistica con cui il Bari ha trovato il gol dell’1-1 aumentano i rimpianti in casa Cagliari, ma per come si era messa la gara dopo l’espulsione di Lapadula i sardi possono tornare a casa guardando il bicchiere mezzo pieno.
La gara ha seguito un copione figlio del vantaggio iniziale realizzato dall’attaccante peruviano, con il Bari che ha controllato il pallone cercando di valicare il muro eretto a difesa di Radunovic e il Cagliari che ha opposto una strenua resistenza compattandosi nella propria metà campo con due linee da quattro strette e ben coordinate.
Al termine dei primi 45 minuti il Cagliari era in totale controllo della contesa e non aveva concesso alcuna occasione ad un Bari troppo schematico e compassato nello sviluppo della manovra. Nella ripresa è stato nuovamente Lapadula a ribaltare gli equilibri della contesa, ma questa volta a parti inverse con un’espulsione frutto di una sbracciata tanto ingenua quanto evitabile. Sin dai primi minuti della ripresa il Bari era parso più pimpante con il pallone e feroce in riaggressione, ma con la superiorità numerica la pressione a cui è stato sottoposto il Cagliari si è fatta sempre più intensa.
Il gol arrivato al fotofinish è il giusto premio ad una squadra che pur scontrandosi con i suoi limiti ha fatto il massimo per acciuffare almeno il pareggio e a Mignani che con l’ingresso in campo di Morachioli ha modificato l’assetto offensivo della propria squadra e creato un po’ di confusione nell’ermetico castello difensivo cagliaritano.
Marco L. - Il Cagliari è andato a Bari con le idee chiare: squadra compatta e chiusa nel tentativo di limitare il palleggio della squadra di casa per poi ripartire in contropiede. Il gol immediato di Lapadula ha semplificato la vita ai sardi, che forti del vantaggio potevano con ancora maggiore comodità fare il tipo di partita che avevano pianificato.
Ad ogni modo, un buon piano partita nella teoria non sempre viene applicato nella pratica, ma in questo il Cagliari - quantomeno nel primo tempo - ha fatto una partita difensivamente perfetta rendendo di fatto sterile il miglior attacco del campionato. L’unica critica che si può muovere alla squadra di Ranieri è quella relativa a una fase offensiva troppo deficitaria. Se l’idea è quella di chiudersi per poi ripartire in contropiede è difficile riuscire a creare grattacapi agli avversari se si accompagna l’azione solo con 2 massimo 3 giocatori.
Nel secondo tempo la partita a mio avviso non è stata poi troppo diversa anche dopo l’espulsione di Lapadula, perché il Bari ha avuto comunque difficoltà nel creare occasioni pulite. Va detto comunque che per forza di cose la squadra di Mignani ha preso più controllo del campo, specialmente dopo l’ingresso di Barreca che ha costretto Ranieri a passare a un ultra-difensivo 5-3-1. Quando ti chiudi così tanto e così presto può capitare di incappare in errori come quello di Makoumbou che porta al rigore, specialmente in 10 uomini perché bisogna correre il doppio per coprire il campo con il rischio di arrivare troppo stanchi ai momenti decisivi.
Ranieri al termine della partita ha dichiarato che è stata una partita tattica. Secondo voi è stato davvero così?
Nicola L. - La scorsa settimana ci eravamo già soffermati su quali potessero essere le mosse che i due allenatori avrebbero utilizzato per mettere in difficoltà la propria controparte. Con l’indisponibilità di Folorunsho, Mignani ha scelto di confermare Ruben Botta sulla trequarti mentre la novità è stata la mossa di schierare Benali in posizione di mezzala sinistra in luogo di Benedetti, mentre Ranieri ha ancora una volta cambiato schieramento decidendo di confermare Mancosu dopo la partita contro il Benevento, ma questa volta schierandolo da seconda punta alle spalle di Lapadula in un 4-4-2 dove ha trovato spazio Luvumbo a destra e Lella a sinistra.
Il perché è subito visibile in questo esempio: come indicato da Marco la scorsa settimana il Cagliari aveva da risolvere il dubbio su come bloccare Maiello, per cui la soluzione è stata anziché di lavorare con compiti individuali di lavorare di reparto con le due punte che controllavano il play biancorosso mentre la posizione stretta degli esterni serviva a tenere sotto controllo le mezzali. Scopo di questa strategia era quella di portare il Bari a giocare sugli esterni, soluzione non certo preferita da Mignani anche per caratteristiche dei terzini a disposizione.
Per questo motivo ho trovato molto interessante la mossa del tecnico biancorosso nel secondo tempo di svuotare il centro del campo ed accettare di sviluppare il gioco lateralmente facendo entrare Morachioli e Molina, ed è proprio dai loro cross che sono arrivate le migliori occasioni nel secondo tempo per il Bari e l’azione da cui è scaturito il rigore che ha fissato l’incontro sul pareggio.
Marco L. - Senz’altro. La scelta di Ranieri di passare dal canonico 3-5-2 al 4-4-2 era già indice di una partita che si sarebbe rivelata estremamente tattica. Considerando lo stile difensivo del Cagliari quando si schiera con un 3-5-2 il Bari avrebbe potuto trovare con facilità superiorità numerica al centro, specialmente tra le linee dove Dossena (che di solito gioca centrale dei tre) non è troppo a suo agio nel rompere la linea.
L’idea di schierare un 4-4-2 molto compatto e stretto con Lapadula e Mancosu che oscuravano Maiello (il quale è stato costretto a muoversi più lateralmente per ricevere) e Lella che sulla carta era un esterno sinistro ma nella pratica era quasi una mezzala ha creato grossi problemi al giro palla del Bari, che si è quasi sempre focalizzato sulle fasce (seppur con tanta fluidità, spesso Benali e Botta ricevevano quasi da terzini) perdendo di pericolosità.
Come dice Nicola la scelta di Mignani di, per così dire, accettare l’invito del Cagliari di giocare sulle fasce è stato senz’altra molto intelligente, aiutata nella sua efficacia dall’espulsione di Lapadula e il passaggio al 5-3-1.
Insomma: non è stata probabilmente una partita divertentissima per l’appassionato medio, ma chi ama le partite di scacchi sul prato verde ha senz’altro avuto tanti spunti.
Chi deve uscire più soddisfatto dal pareggio del San Nicola in vista del proseguimento della stagione?
Nicola L. - Il pareggio, guardando la classifica e gli altri risultati, alla fine può suonare maggiormente positivo per il Bari, soprattutto perché tiene a distanza proprio la formazione di Ranieri. Guardando la cosa dal punto di vista della prestazione, invece, entrambe le squadre escono dalla sfida del San Nicola con ulteriori consapevolezze: il Bari ne esce con la consapevolezza di sapersi adattare a nuovi spartiti, il Cagliari ha messo un nuovo mattone nel processo di ricostruzione che Ranieri sta portando avanti, per cui ritengo molto probabile che rivedremo queste squadre al playoff in qualità di favorite (e forse finaliste?).
Giovanni F. - Per quello che è stato l’andamento della gara è indubbio che ad uscire meglio dalla contesa sia stato il Bari. Un ulteriore stop casalingo sarebbe stato troppo duro da digerire per la squadra di Mignani, e ciò lo si può evincere dagli sguardi dei giocatori a fine partite che sembravano più sollevati che soddisfatti. Con questo pareggio in extremis, unito alla vittoria di settimana scorsa con il Cosenza, il Bari dimostra a se stesso che nel suo campo, con un pubblico appassionato e trainante, è possibile andare oltre i propri limiti strutturali e ottenere risultati anche insperati. Non mi stupirei se questi 4 punti fungessero da trampolino per migliorare un rendimento casalingo ancora troppo ondivago.
Il Cagliari torna amareggiato per la mancata vittoria ma rinfrancato dalla prova difensiva dell’intera squadra. In un periodo in cui l’infermeria è piena di giocatori importanti era fondamentale non cedere il passo, compattarsi e ottenere il massimo in un campo tutt’altro che semplice. La squadra di Ranieri ha dimostrato di saper interpretare un certo tipo di partite, ma con il prosieguo del campionato sarà interessante vedere cosa farà il tecnico testaccino per arricchire una fase offensiva ad oggi legata ad iniziative individuali e connessioni estemporanee.
Marco L. - Per come si è sviluppata la partita senz’altro il Bari. Per il Cagliari infatti il pareggio arrivato in quel modo e in quel momento della partita non può che risultare come una beffa, specialmente alla luce dei risultati delle altre gare dato che nessuna delle squadre in alto in classifica è riuscita a trovare i tre punti.
Cercando di ragionare con la testa ancora ferma al prepartita però un pareggio ottenuto in trasferta (ricordiamo che il Cagliari quest’anno è penultima per punti in trasferta, 9 in 12 partite) contro una squadra così forte non può che essere un risultato positivo. Ranieri dovrà essere bravo nel prevenire o eventualmente gestire un possibile piccolo crollo psicologico, perché i ragazzi sicuramente negli spogliatoi avranno avuto la sensazione di aver perso due punti e non di averne guadagnato uno, specialmente l’autore del fallo Makoumbou (autore, comunque, di una partita di altissimo livello) che è sembrato molto giù.
Solito gioco: chi pensate sia stato il migliore in campo ed il peggiore in campo, questa volta di entrambe le squadre?
Nicola L. - Riguardo il migliore in campo del Bari credo che non ci possa essere che l'unanimità (ma siete liberi di smentirmi) nel definire la prestazione di Raffaele Maiello meritevole di un posto da titolare di una squadra di serie A. Il giocatore con la maglia numero 17 non ha avuto la possibilità di giocare palloni puliti ma ha capito da subito che la sua doveva essere una partita di trincea, ed infatti la sua capacità di recuperare e riciclare palloni con cui il Cagliari provava a risalire (vanamente) il terreno di gioco ha reso possibile l'occupazione militare della metà campo cagliaritana esonerando da qualsiasi rischio la retroguardia barese.
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