mercoledì 22 febbraio 2023

Chiacchere da Bar(i) #22 - Bari-Cagliari

 

Fonte: Pagina Facebook SSC Bari

Ventiduesimo episodio di Chiacchere da Bar(i) dove assieme a Giovanni Fasano e con l'aiuto di Marco Lai in veste di esperto di faccende cagliaritane raccontiamo la partita disputata sabato pomeriggio al San Nicola tra Bari e Cagliari, partita terminata con un pareggio che lascia rimpianti ad entrambe le squadre per motivi diversi. Quali sono queste motivazioni? Proviamo a spiegarvele qui.

Bari-Cagliari è terminata 1-1 con il Bari che acciuffa il pareggio allo scadere. Cosa ne pensate del risultato finale?

Nicola L. - La partita tra Bari e Cagliari direi che sia facilmente leggibile nel suo andamento, con il goal a freddo di Lapadula che ha inclinato il contesto tattico della partita dalla parte della squadra di Ranieri. D’altronde dalla nostra analisi della vigilia avevamo certezza del fatto che Bari e Cagliari oggi sono due squadre che sono maggiormente a proprio agio quando lasciano la palla agli avversari, ed il goal iniziale è stato il miglior regalo possibile per la squadra di Ranieri che ha potuto lasciare al Bari l’onere di “fare” la partita.

Il report sulla partita prodotto da Soccerment

Da quel momento la partita si è giocata quasi tutta in una metà campo, e non lo dico utilizzando un’iperbole giornalistica ma faccio affidamento sui numeri di Soccerment che mostrano dati incredibili come il 76% di field tilt a favore dei biancorossi, il dato del possesso palla (75% contro il 25% del Cagliari) ed il dato del baricentro del Cagliari (35 m contro i 51 m del Bari). 

Va detto che il Bari ha accettato la costrizione determinata dall’episodio iniziale ed ha provato con tanta pazienza a cercare di superare il muro eretto dalla formazione sarda a difesa della porta di Radunovic. Una pazienza ed una convinzione non sempre fruttuosa ma che si era vista anche nella partita contro il Cosenza e che è stata premiata a pochi secondi dallo scadere con l’episodio del calcio di rigore trasformato da Antenucci che restituisce un senso di giustizia all’andamento della partita.

Giovanni F. - Penso che il risultato finale sia corretto in quanto il Cagliari ha fatto troppo poco per meritare la vittoria e il Bari ha fatto abbastanza per meritare almeno il pareggio. La modalità e la tempistica con cui il Bari ha trovato il gol dell’1-1 aumentano i rimpianti in casa Cagliari, ma per come si era messa la gara dopo l’espulsione di Lapadula i sardi possono tornare a casa guardando il bicchiere mezzo pieno.

La gara ha seguito un copione figlio del vantaggio iniziale realizzato dall’attaccante peruviano, con il Bari che ha controllato il pallone cercando di valicare il muro eretto a difesa di Radunovic e il Cagliari che ha opposto una strenua resistenza compattandosi nella propria metà campo con due linee da quattro strette e ben coordinate.

Al termine dei primi 45 minuti il Cagliari era in totale controllo della contesa e non aveva concesso alcuna occasione ad un Bari troppo schematico e compassato nello sviluppo della manovra. Nella ripresa è stato nuovamente Lapadula a ribaltare gli equilibri della contesa, ma questa volta a parti inverse con un’espulsione frutto di una sbracciata tanto ingenua quanto evitabile. Sin dai primi minuti della ripresa il Bari era parso più pimpante con il pallone e feroce in riaggressione, ma con la superiorità numerica la pressione a cui è stato sottoposto il Cagliari si è fatta sempre più intensa.

Il gol arrivato al fotofinish è il giusto premio ad una squadra che pur scontrandosi con i suoi limiti ha fatto il massimo per acciuffare almeno il pareggio e a Mignani che con l’ingresso in campo di Morachioli ha modificato l’assetto offensivo della propria squadra e creato un po’ di confusione nell’ermetico castello difensivo cagliaritano.

Marco L. - Il Cagliari è andato a Bari con le idee chiare: squadra compatta e chiusa nel tentativo di limitare il palleggio della squadra di casa per poi ripartire in contropiede. Il gol immediato di Lapadula ha semplificato la vita ai sardi, che forti del vantaggio potevano con ancora maggiore comodità fare il tipo di partita che avevano pianificato. 

Ad ogni modo, un buon piano partita nella teoria non sempre viene applicato nella pratica, ma in questo il Cagliari - quantomeno nel primo tempo - ha fatto una partita difensivamente perfetta rendendo di fatto sterile il miglior attacco del campionato. L’unica critica che si può muovere alla squadra di Ranieri è quella relativa a una fase offensiva troppo deficitaria. Se l’idea è quella di chiudersi per poi ripartire in contropiede è difficile riuscire a creare grattacapi agli avversari se si accompagna l’azione solo con 2 massimo 3 giocatori.

Nel secondo tempo la partita a mio avviso non è stata poi troppo diversa anche dopo l’espulsione di Lapadula, perché il Bari ha avuto comunque difficoltà nel creare occasioni pulite. Va detto comunque che per forza di cose la squadra di Mignani ha preso più controllo del campo, specialmente dopo l’ingresso di Barreca che ha costretto Ranieri a passare a un ultra-difensivo 5-3-1. Quando ti chiudi così tanto e così presto può capitare di incappare in errori come quello di Makoumbou che porta al rigore, specialmente in 10 uomini perché bisogna correre il doppio per coprire il campo con il rischio di arrivare troppo stanchi ai momenti decisivi.

Ranieri al termine della partita ha dichiarato che è stata una partita tattica. Secondo voi è stato davvero così?

Nicola L. - La scorsa settimana ci eravamo già soffermati su quali potessero essere le mosse che i due allenatori avrebbero utilizzato per mettere in difficoltà la propria controparte. Con l’indisponibilità di Folorunsho, Mignani ha scelto di confermare Ruben Botta sulla trequarti mentre la novità è stata la mossa di schierare Benali in posizione di mezzala sinistra in luogo di Benedetti, mentre Ranieri ha ancora una volta cambiato schieramento decidendo di confermare Mancosu dopo la partita contro il Benevento, ma questa volta schierandolo da seconda punta alle spalle di Lapadula in un 4-4-2 dove ha trovato spazio Luvumbo a destra e Lella a sinistra. 

Il perché è subito visibile in questo esempio: come indicato da Marco la scorsa settimana il Cagliari aveva da risolvere il dubbio su come bloccare Maiello, per cui la soluzione è stata anziché di lavorare con compiti individuali di lavorare di reparto con le due punte che controllavano il play biancorosso mentre la posizione stretta degli esterni serviva a tenere sotto controllo le mezzali. Scopo di questa strategia era quella di portare il Bari a giocare sugli esterni, soluzione non certo preferita da Mignani anche per caratteristiche dei terzini a disposizione. 

Per questo motivo ho trovato molto interessante la mossa del tecnico biancorosso nel secondo tempo di svuotare il centro del campo ed accettare di sviluppare il gioco lateralmente facendo entrare Morachioli e Molina, ed è proprio dai loro cross che sono arrivate le migliori occasioni nel secondo tempo per il Bari e l’azione da cui è scaturito il rigore che ha fissato l’incontro sul pareggio.

Marco L. - Senz’altro. La scelta di Ranieri di passare dal canonico 3-5-2 al 4-4-2 era già indice di una partita che si sarebbe rivelata estremamente tattica. Considerando lo stile difensivo del Cagliari quando si schiera con un 3-5-2 il Bari avrebbe potuto trovare con facilità superiorità numerica al centro, specialmente tra le linee dove Dossena (che di solito gioca centrale dei tre) non è troppo a suo agio nel rompere la linea.

L’idea di schierare un 4-4-2 molto compatto e stretto con Lapadula e Mancosu che oscuravano Maiello (il quale è stato costretto a muoversi più lateralmente per ricevere) e Lella che sulla carta era un esterno sinistro ma nella pratica era quasi una mezzala ha creato grossi problemi al giro palla del Bari, che si è quasi sempre focalizzato sulle fasce (seppur con tanta fluidità, spesso Benali e Botta ricevevano quasi da terzini) perdendo di pericolosità.

Come dice Nicola la scelta di Mignani di, per così dire, accettare l’invito del Cagliari di giocare sulle fasce è stato senz’altra molto intelligente, aiutata nella sua efficacia dall’espulsione di Lapadula e il passaggio al 5-3-1.

Insomma: non è stata probabilmente una partita divertentissima per l’appassionato medio, ma chi ama le partite di scacchi sul prato verde ha senz’altro avuto tanti spunti.

Chi deve uscire più soddisfatto dal pareggio del San Nicola in vista del proseguimento della stagione?

Nicola L. - Il pareggio, guardando la classifica e gli altri risultati, alla fine può suonare maggiormente positivo per il Bari, soprattutto perché tiene a distanza proprio la formazione di Ranieri. Guardando la cosa dal punto di vista della prestazione, invece, entrambe le squadre escono dalla sfida del San Nicola con ulteriori consapevolezze: il Bari ne esce con la consapevolezza di sapersi adattare a nuovi spartiti, il Cagliari ha messo un nuovo mattone nel processo di ricostruzione che Ranieri sta portando avanti, per cui ritengo molto probabile che rivedremo queste squadre al playoff in qualità di favorite (e forse finaliste?).

Giovanni F. - Per quello che è stato l’andamento della gara è indubbio che ad uscire meglio dalla contesa sia stato il Bari. Un ulteriore stop casalingo sarebbe stato troppo duro da digerire per la squadra di Mignani, e ciò lo si può evincere dagli sguardi dei giocatori a fine partite che sembravano più sollevati che soddisfatti. Con questo pareggio in extremis, unito alla vittoria di settimana scorsa con il Cosenza, il Bari dimostra a se stesso che nel suo campo, con un pubblico appassionato e trainante, è possibile andare oltre i propri limiti strutturali e ottenere risultati anche insperati. Non mi stupirei se questi 4 punti fungessero da trampolino per migliorare un rendimento casalingo ancora troppo ondivago.

Il Cagliari torna amareggiato per la mancata vittoria ma rinfrancato dalla prova difensiva dell’intera squadra. In un periodo in cui l’infermeria è piena di giocatori importanti era fondamentale non cedere il passo, compattarsi e ottenere il massimo in un campo tutt’altro che semplice. La squadra di Ranieri ha dimostrato di saper interpretare un certo tipo di partite, ma con il prosieguo del campionato sarà interessante vedere cosa farà il tecnico testaccino per arricchire una fase offensiva ad oggi legata ad iniziative individuali e connessioni estemporanee.

Marco L. - Per come si è sviluppata la partita senz’altro il Bari. Per il Cagliari infatti il pareggio arrivato in quel modo e in quel momento della partita non può che risultare come una beffa, specialmente alla luce dei risultati delle altre gare dato che nessuna delle squadre in alto in classifica è riuscita a trovare i tre punti. 

Cercando di ragionare con la testa ancora ferma al prepartita però un pareggio ottenuto in trasferta (ricordiamo che il Cagliari quest’anno è penultima per punti in trasferta, 9 in 12 partite) contro una squadra così forte non può che essere un risultato positivo. Ranieri dovrà essere bravo nel prevenire o eventualmente gestire un possibile piccolo crollo psicologico, perché i ragazzi sicuramente negli spogliatoi avranno avuto la sensazione di aver perso due punti e non di averne guadagnato uno, specialmente l’autore del fallo Makoumbou (autore, comunque, di una partita di altissimo livello) che è sembrato molto giù.

Solito gioco: chi pensate sia stato il migliore in campo ed il peggiore in campo, questa volta di entrambe le squadre?

Nicola L. - Riguardo il migliore in campo del Bari credo che non ci possa essere che l'unanimità (ma siete liberi di smentirmi) nel definire la prestazione di Raffaele Maiello meritevole di un posto da titolare di una squadra di serie A. Il giocatore con la maglia numero 17 non ha avuto la possibilità di giocare palloni puliti ma ha capito da subito che la sua doveva essere una partita di trincea, ed infatti la sua capacità di recuperare e riciclare palloni con cui il Cagliari provava a risalire (vanamente) il terreno di gioco ha reso possibile l'occupazione militare della metà campo cagliaritana esonerando da qualsiasi rischio la retroguardia barese.


Riguardo il peggiore in campo, mi duole molto dover dare questa palma ad Elia Caprile. L'estremo difensore biancorosso, sul quale proprio alla vigilia della partita mi sono permesso di scrivere un articolo elogiandone le sue doti, si è lasciato sorprendere dal cross improvviso di Mancosu restando a metà strada facendosi beffare da Lapadula. È il primo errore del portiere del Bari in questa stagione, e probabilmente resterà l'unico, ma sarebbe poco onesto non segnalarlo.

Riguardo il Cagliari, la partita difensiva della squadra di Ranieri ha fatto emergere le qualità di Alberto Dossena al centro della difesa: il centrale classe 1998 ha vinto tutti i duelli in cui è stato coinvolto ed ha liberato diverse volte la propria area di rigore sfruttando al meglio i 195 cm di altezza. Le sue qualità aeree avevano già fatto male al Bari lo scorso anno quando con la maglia dell'Avellino un suo colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d'angolo diventò un assist per il goal con cui Kanoute pareggiò la partita del Partenio. Insomma, mi fa sempre piacere sottolineare le prestazioni di giocatori provenienti dalla terza serie.

Il ruolo di peggiore in campo per la squadra sarda lo devo assegnare necessariamente a Lapadula che ha lasciato i propri compagni in inferiorità numerica in maniera a dir poco sciocca, non tanto per la seconda ammonizione che nasce da una situazione di gioco, quanto per la prima che si è procurato per quella pessima abitudine dei calciatori di andare ad inveire contro i rispettivi avversari quando finiscono a terra per evidenziare un contatto. Lapadula si è andato proprio a cercare quell'ammonizione visto che si è fatto due volte il campo in discesa e poi in salita per andare ad urlare nei confronti di Cheddira.

Giovanni F. - La prestazione di Maiello è tre, quattro, forse cinque spanne sopra quelle dei compagni, ma cerco comunque di fare qualche nome diverso da quello del centrocampista campano. Parto soffermandomi sul cameo significativo di Gregorio Morachioli, entrato a circa 10 minuti dalla fine ma il cui impatto è stato fondamentale nel forcing finale biancorosso. Senza fare nulla di trascendentale, Morachioli ha fatto intravedere quelle che sono le sue caratteristiche: intraprendenza e coraggio nell’uno contro uno e buona capacità di condurre il pallone anche nei corridoi centrali. Sarà molto interessante seguirne l’evoluzione nei prossimi mesi. Oltre a lui, non mi è dispiaciuto il secondo tempo di Antonio Mazzotta, che conferma l’ottimo periodo di forma e ripaga la costante fiducia riposta da Mignani in lui. Il suo assiduo apporto alla manovra offensiva è stato importante per tentare di allargare le maglie avversarie.

Per quanto riguarda il peggiore in campo non me la sento di punire Vicari, in quanto penso che il cross di Mancosu fosse estremamente preciso e molto complesso da leggere per lui. Scelgo invece Walid Cheddira, decisamente non a suo agio in una partita del genere. L’attaccante marocchino ha evidenziato tutti i suoi limiti tecnici, soprattutto nel primo tempo quando chiamato a giocare spalle alla porta e con poco tempo a disposizione per elaborare e realizzare la giocata ha commesso tantissimi errori. Nella ripresa ha compensato aggiungendo intensità e tenacia in alcune azioni di pressing, ma nel complesso non ha fornito una buona prestazione.

Nel Cagliari ottima prova difensiva di Obert, a mio modo di vedere il migliore del quartetto difensivo, mentre mi è piaciuto un po’ meno Dossena, soprattutto in alcuni disimpegni nella prima frazione. Anche lui però non va sotto la sufficienza.

Tra i migliori figura anche Rog, più quantitativo che qualitativo ma fondamentale nell’affiancare Makoumbou nel lavoro di filtro a protezione della difesa. Nel momento in cui si è compreso il copione della gara temevo molto la sua capacità di ribaltare il campo con facilità, ma le intenzioni della squadra erano diverse e si è messo in mostra unicamente per il lavoro difensivo.

I subentrati del Cagliari - penso in primis a Millico e Kourfalidis -  non hanno avuto un impatto significativo, ma punirli inserendoli tra i peggiori sarebbe ingeneroso in quanto le condizioni della gara non erano ideali per mettersi in mostra. Sono quindi costretto a bocciare uno dei miei calciatori preferiti di questa stagione di Serie B, Antoine Makoumbou, troppo troppo ingenuo nell’occasione del rigore concesso da Massa dopo il contatto tra lui e Maiello.

Marco L. - Difficile non citare Maiello come migliore in campo del Bari, autore di una prestazione di altissimo livello senza palla, ma anche intelligente nei suoi smarcamenti fuori linea per aggirare la gabbia costruita da Lapadula e Mancosu e ricevere palloni puliti. Personalmente ho apprezzato anche la gara di Vicari, forse non perfetto sul gol di Lapadula (ma personalmente do più meriti al cross illuminante di Mancosu), ma in generale molto preciso e attento. Per il peggiore in campo sono indirizzato verso una delle due punte, ma per il mio modo di vedere il calcio è difficile prendersela con gli attaccanti in partite di questo tipo in cui gli avversari sono ben schierati, compatti e stretti. Anzi, ho apprezzato la voglia di Cheddira di venirsi a prendere qualche pallone più verso il centrocampo per cercare di entrare in partita, anche se è evidente che non fosse il suo forte.

Nel Cagliari è difficile individuare il migliore in campo. Personalmente ho apprezzato la gara di tutti e undici i titolari. Obert, per esempio, ha dato ulteriore dimostrazione delle sue qualità e delle sue potenzialità: è un difensore estremamente moderno con qualità anche nell’impostare e condurre palla al piede. Vorrei però dare una sorta di premio di incoraggiamento a Makoumbou, seppur si sia reso protagonista con un errore molto grave che secondo me è stato dettato dalla stanchezza. Credo che il congolese abbia fatto una partita di alto livello in entrambe le fasi, molto attento nel limitare i palloni tra le linee, bravo nel resistere al pressing e per una volta dopo tanto tempo presente anche in zone più avanzate del campo.


Sabato il Bari va a far visita al Brescia, squadra in crollo verticale per diverse ragioni. Quali insidie può nascondere questa partita?

Giovanni F. - L’unica insidia reale è rappresentata dall’ennesimo cambio in panchina imposto da Cellino. Le Rondinelle, dopo l’esonero di Clotet e quello recentissimo di Possanzini, sono state affidate a Gastaldello, e a prescindere dal valore dell’allenatore un cambio in panchina porta con sé un supplemento di motivazioni che almeno nell’immediato può pagare.

In generale il Brescia è una squadra allo sbando: inconsistente in fase offensiva e facilmente perforabile in fase difensiva. La cerniera di centrocampo è composta da giocatori di valore, penso in primis a Van De Looi ma anche a Bisoli e Ndoj, ma la squadra non ha mai trovato una conformazione precisa e paga le difficoltà di alcuni singoli, tra cui quelle dell’interessante difensore centrale classe 2002 Papetti.

In attacco è una squadra potenzialmente elettrica e brillante, con giocatori brevilinei e scattanti come Listowski, Pablo Rodriguez e Bianchi, ma al momento nessuno di questi trova spazio con continuità. I destini offensivi della squadra, specialmente dopo la partenza di Moreo, sono sulle spalle di Florian Aye, attaccante che pareva poter valere qualcosa in più della middle class della Serie B ma che invece è in caduta libera come la sua squadra.

Il Bari dovrà essere cinico e spietato come nelle sue migliori versioni da trasferta, cercando di estromettere subito dalla contesa una squadra il cui equilibrio è molto fragile.

Nicola L. - Fa abbastanza impressione notare come nella sfida d'andata il Bari affrontava un Brescia in testa alla classifica del campionato: già da allora la squadra si trovava in quella posizione di classifica oltre i propri meriti, ma quanto meno si potevano notare le individualità a disposizione di Clotet. Le (gravi) problematiche societarie stanno incidendo sicuramente sulla squadra a cui si aggiunge la follia di Cellino di cambiare allenatore praticamente ad ogni partita.

La difficoltà maggiore per il Bari è quella di capire come preparare questa partita, visto che con questo susseguirsi di cambi in panchina è oggettivamente impossibile capire su quali punti deboli e quali punti di forza delle rondinelle deve essere basata la partita della squadra di Mignani.

Anche questo impegno sarà per la formazione biancorossa un test importante per capire il livello di consapevolezza e di fiducia nel proprio modo di giocare raggiunto in questo momento. Secondo me quel livello sta raggiungendo il picco in questo momento e sarebbe un gran peccato non approfittarne contro un avversario che si trova in una situazione diametralmente opposta.

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