lunedì 20 luglio 2020

Roma-Inter, l'analisi delle scelte di Fonseca e Conte

Il posticipo domenicale della 34^ giornata di serie A metteva di fronte due squadre con stili di gioco molto ben definiti, con due allenatori che hanno idee di gioco molto precise e che hanno portato una certa identità alle rispettive squadre: da un lato abbiamo il gioco di Fonseca con molta attenzione alla fase di possesso e che tenta di sfruttare al meglio le qualità tecniche dei suoi trequartisti a supporto del finalizzatore Edin Dzeko, dall'altra parte il gioco estremamente codificato di Antonio Conte che ha permesso all'Inter di esprimersi a tratti su livelli difficili da sostenere per le altre squadre del campionato; ad accomunare le due squadre, invece, c'è la difficoltà a coprire lo spazio alle proprie spalle, da un lato a causa di meccanismi di transizione difensiva non sempre ben eseguiti, dall'altra parte le difficoltà dei nerazzurri a mantenere costanti i ritmi nell'arco dei 90 minuti che portano la squadra ad allungarsi, per questo andrò ad analizzare le squadre nell'arco delle varie fasi della partita.

La partita dell'Olimpico è stata utile per analizzare come i due allenatori stanno ovviando ai punti di debolezza delle loro squadre in vista non solo delle ultime giornate di campionato ma anche della fase finale di Europa League in cui Roma e Inter cercheranno di dire la loro pur senza avere i favori del pronostico.

LE FORMAZIONI INIZIALI

Le due squadre si schierano coerentemente a quanto visto nelle ultime giornate, con Fonseca che è passato definitivamente al 3-4-2-1 con Kolarov come centrale di sinistra, dall'altra parte Conte presenta il suo 3-5-2 con Brozovic vertice alto del triangolo di centrocampo completato da Gagliardini e Barella e con la coppia d'attacco Sanchez-Lautaro Martinez.



LA POSIZIONE DI BROZOVIC

Chi si aspettava il croato come vertice basso del centrocampo dell'Inter è rimasto sorpreso dalla mossa di Conte di schierarlo nella posizione che in questi masi avrebbe ritagliato per Eriksen, una mossa che ha destato alcune critiche, tuttavia ritengo che la scelta abbia avuto un senso, specie nella prima parte di partita, perché Conte ha rivisto il sistema di prima costruzione permettendo al croato di spostarsi qualche metro più avanti ed essere utile in fase di pressione che in fase di sviluppo e rifinitura dell'azione.

IL LAVORO IN FASE DI PRIMA PRESSIONE

Con la Roma che imposta con i suoi tre centrali, Conte risponde con Sanchez e Lautaro in pressione sui braccetti, mentre a Brozovic è richiesto di attaccare Ibanez e (in alcuni casi) anche Pau Lopez, ma anche di chiudere le linee di passaggio verso Diawara; il suo lavoro ha costretto la Roma a muovere il gioco sugli esterni ed a sviluppare il gioco mediante azioni laterali.

Ecco un esempio della prima pressione nerazzurra, Brozovic è addirittura più avanzato di Sanchez e Lautaro con lo scopo di togliere soluzioni di passaggio a Pau Lopez, all'ex portiere del Betis vengono ostruite tutte le soluzioni centrali, in questo modo le due punte possono orientarsi anche sui due braccetti della Roma, come richiesto da Conte (in basso nell'immagine).

Stessa situazione la troviamo anche in questa circostanza, qui cambia lo scaglionamento dei tre centrali della Roma, ma l'approccio non cambia: Brozovic resta in pressione su Lopez coprendo la linea di passaggio verso Diawara ed allo stesso tempo è pronto ad orientare la propria corsa verso Ibanez, posizionato alla destra del portiere giallo-rosso.

Andando a leggere le statistiche della partita elaborate da SICS questa pressione alta della formazione nerazzurra ha prodotto diversi palloni persi dalla Roma in fase di costruzione (7 palloni persi da Mancini) oltre ad isolare dal gioco Diawara (28 passaggi effettuati, 25 per Veretout, a dimostrazione di come siano stati abili ad isolare i centrocampisti centrali della Roma), tuttavia, come vedremo dopo, la squadra di Fonseca è stata abile a cercare soluzioni alternative per uscire dalla pressione.
 

LA SUA POSIZIONE IN ZONA DI RIFINITURA

In fase di possesso, il croato si è mosso prevalentemente in zona di rifinitura sfruttando le difficoltà della Roma nel gestire la superiorità numerica generata dalla scelta della Roma di aggredire individualmente i tre centrali dell'Inter con Pellegrini, Mkhitaryan e Dzeko lasciando Diawara e Veretout a lottare contro i tre centrocampisti dell'Inter, per cui superata la prima pressione il croato con i suoi movimenti ha disordinato le linee giallo-rosse come nell'azione che ha portato al calcio d'angolo da cui è nato il vantaggio dell'Inter.

Nell'azione che porta al calcio d'angolo del momentaneo vantaggio nerazzurro, la posizione di Brozovic permette di creare una superiorità nella zona di rifinitura, come si evince dall'immagine la Roma con la prima pressione costringe l'Inter ad andare sull'esterno, situazione che non dispiace a Conte che ha codificato nel suo playbook la giocata di prima intenzione di Young alle spalle della linea di centrocampo, dove vi è lo spazio creato dal lavoro dei due attaccanti che tengono impegnata la linea difensiva permettendo a Brozovic di sfruttare quello spazio e disordinare le linee della Roma, l'azione terminerà con Candreva che servirà Sanchez in profondità, la chiusura di Ibanez determinerà il calcio d'angolo da cui nasce il goal di De Vrij.

Anche in questa occasione la libertà concessa da Conte a Brozovic crea difficoltà alla Roma nelle scelte, in questo caso Gagliardini e Barella tengono impegnati Diawara e Veretout, l'uomo cerchiato in rosso è Mancini che pochi secondi prima era uscito dalla linea per contrastare il croato portandolo in quella zona di campo, poi l'ex atalantino decide di andare a ricomporre la linea difensiva senza completare la pressione contando sull'aiuto di Pellegrini che però resta su Bastoni (non inquadrati), in questo modo Brozovic ha completa libertà e Mancini stesso resta nella terra di nessuno lasciando gli altri due centrali difensivi in uno contro uno contro Lautaro e Sanchez, da questa situazione nascerà l'occasione che poteva portare l'Inter sul 2-0 ma sprecata dallo stesso Brozovic a due passi da Pau Lopez.

IL GIOCO LATERALE DELLA ROMA

La pressione alta dell'Inter, come abbiamo visto sopra, ha creato parecchi grattacapi all'uscita difensiva della Roma, ma il 3-4-2-1 costruito da Fonseca ha permesso alla squadra giallo-rossa di poter trovare con pazienza soluzioni diverse rispetto a quelle che aveva preventivato alla vigilia; in particolare non potendo accedere ai due centrali di centrocampo ha deciso di utilizzare a proprio vantaggio il proposito dell'Inter di orientare il gioco della Roma sugli esterni, questo è stato possibile grazie allo sviluppo di un gioco laterale sulla fascia destra che ha permesso di mettere in mezzo Ashley Young.

Fonte, report SICS
Dagli analisi dei passaggi-chiave elaborati da SICS si evince come la Roma abbia deciso di bypassare la pressione dell'Inter mediante la connessione tra i centrali difensivi e i due trequartisti a sostegno di Edin Dzeko, ossia Pellegrini e Mkhitaryan, che hanno ricevuto 8 passaggi-chiave a testa, anche lo stesso Dzeko è stato usato come riferimento per i palloni a scavalcare il centrocampo: in questo fondamentale il bosniaco si è potuto esaltare nei duelli con De Vrij, inoltre il posizionamento dei due trequartisti al suo fianco ha permesso di rendere produttive le sue sponde rendendo possibile la soluzione delle combinazioni laterali, specie sul lato destro, dove l'asse Pellegrini-Bruno Peres, sfruttano le doti in velocità del brasiliano ha creato diverse situazioni di potenziale pericolo per la difesa nerazzurra.

Come si evince dall'immagine, però, non ostante i duelli vinti da Bruno Peres contro Young, il pericolo per l'Inter resta solo potenziale in quanto Pellegrini dopo aver innescato il gioco laterale con il brasiliano non va ad invadere l'area di rigore lasciando l'onere ai soli Dzeko e Mkhitaryan, permettendo dunque all'Inter di chiudere sui cross dell'ex giocatore del Torino, situazione testimoniata dalle statistiche che indicano come i due esterni della Roma siano arrivati al cross solamente 3 volte (2 volte Spinazzola, 1 Bruno Peres).

Passmap fonte Between the Posts
A conferma del fatto che l'asse di destra fosse la principale fonte di gioco della squadra di Fonseca ci viene in soccorso la passmap elaborata da Between the Posts da cui si evincono facilmente le connessioni tra i centrali difensivi della Roma e Lorenzo Pellegrini e la connessione tra quest'ultimo e Bruno Peres, tanto che i 32 passaggi che si sono scambiati rappresentano la combinazione più alta di passaggi tra giocatori giallo-rossi, oltre ad essere i giocatori della Roma con il maggior numero di tocchi (65 a testa) e con li maggior numero di passaggi effettuati (41 Pellegrini, 38 Bruno Peres). 








L'UTILIZZO DI HANDANOVIC IN COSTRUZIONE

Una delle principali novità che stiamo vedendo in questa fase di stagione post-COVID è quella di utilizzare il portiere nella prima costruzione, a livello europeo questo è già un elemento abbastanza diffuso (vedi Neuer, Ter Stegen, Ederson ed Alisson su tutti) ma che progressivamente sta prendendo piede anche in Italia: abbiamo visto Gattuso preferire Ospina a Meret proprio per la necessità di un maggior coinvolgimento del portiere in fase di possesso, lo stesso Fonseca ha voluto Pau Lopez come portiere per poterlo utilizzare in impostazione (ma come abbiamo visto sopra, il lavoro di Brozovic è riuscito a limitarlo), poi abbiamo visto De Zerbi fare lo stesso con Consigli al Sassuolo, questa volta stiamo vedendo lo stesso atteggiamento con Handanovic.

In questa immagine si nota abbastanza chiaramente l'importanza che ha il coinvolgimento del portiere in fase di costruzione, Handanovic conduce il pallone in mezzo a Skriniar e Bastoni mentre de Vrij si stacca pronto a ricevere al lato di Dzeko, la Roma non ha mai risposto andando ad attaccare il portiere nerazzurro ma ha tenuto i tre uomini più avanzati sempre orientati a coprire il centro ed eventualmente aggredire i tre difensori centrali dell'Inter per non permettere alla squadra di Conte di non prendere campo tramite i passaggi-chiave dei centrali difensivi e dello stesso Handanovic.

Fonte Videomatch SICS
La scelta conservativa della Roma si è rivelata nella sfida prima costruzione-prima pressione come quella vincente, infatti dall'analisi dei passaggi-chiave dei centrali difensivi elaborati da SICS si evince chiaramente come la squadra di Fonseca sia stata molto abile nel saper uscire dal proprio terzo difensivo bypassando la linea di pressione aggressiva dell'Inter vista precedentemente; la copertura del centro da parte della Roma non ha permesso, invece, all'Inter di risalire il campo se non quando Brozovic si abbassava riprendendo la sua posizione di vertice basso del triangolo di centrocampo ma sottraendo la sua presenza nella metà campo avversaria, presenza non colmabile da Barella e Gagliardini generando dunque, anche un po' di confusione, situazione che, nel secondo tempo, Conte ha risolto anche a causa della situazione di svantaggio, facendo entrare Eriksen al posto di Gagliardini ed arretrando il croato. 

Passmap fonte Between the Posts
A conferma delle difficoltà dell'Inter a prendere campo lo dimostra la passmap con tanti passaggi tra i centrali di difesa e con gli esterni e l'isolamento dei centrocampisti centrali sempre ben schermati dalla prima linea di pressione della Roma; a livello numerico l'Inter chiuderà la partita con il 56% di possesso palla ma il pallone si è giocato per il 31% del tempo nel terzo di campo nerazzurro ed il 27% nel terzo di campo della Roma,












CONCLUSIONE

Il 2-2 finale è un risultato alla fine giusto, la grande battaglia tattica tra i due tecnici ha portato a tanti duelli (specie sugli esterni) ma pochi tiri (7 della Roma e 8 dell'Inter) e poche occasioni da rete, tuttavia quanto prodotto anche a livello di xG rispecchia fedelmente il risultato finale (1,44 vs, 1,53 secondo il modello Understat, 1,27 vs. 1,41 secondo il modello Between the Posts) con il calcio di rigore che, ovviamente, ha un peso importante su questa statistica, usando, invece, come riferimento l'indice di pericolosità elaborato da SICS la Roma chiude davanti con un indice di 42 rispetto a 36 dell'Inter.

A Fonseca resta l'idea che il passaggio al 3-4-2-1 stia dando maggiore compattezza alla squadra, sembrano lontani i tempi delle disastrose transizioni difensive viste in diverse occasioni in questa stagione, la difesa a 3 e l'ottimo lavoro di schermatura della prima linea di pressione permette ai giallo-rossi di limitare molto gli avversari, inoltre gli esterni sono molto più a loro agio quando possono giocare scollegati dalla linea difensiva, vedi la prestazione di Bruno Peres; resta aperta la questione del riempimento dell'area di rigore, Pellegrini più volte non ha dato seguito alle combinazioni con Bruno Peres restando fuori area, se la Roma ha concluso molto poco rispetto a quanto ha prodotto nella metà campo avversaria è anche dovuto al fatto che il peso dell'attacco all'area di rigore al momento sembra limitato ai soli Dzeko e Mkhitaryan.

Riguardo l'Inter, il 3-4-1-2 su cui ha virato Conte nel post-COVID mostra potenzialità interessanti, tuttavia sarebbe ancora più interessante vederlo all'opera con Brozovic a centrocampo ed Eriksen come vertice alto del triangolo, questo consentirebbe un'uscita del pallone dal terzo difensivo molto più fluida e non solamente tramite le solite giocate a memoria con palla all'esterno che scarica poi sulle due punte, una giocata che se viene ben neutralizzata come ha fatto la Roma necessita di un piano B che non può prescindere da un'uscita del pallone anche per vie centrali.

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