Thursday, 28 October 2021

Zeman non è ancora passato di moda


La notizia del terzo ritorno di Zdenek Zeman sulla panchina del Foggia suonava all'orecchio di tutti come una mossa quasi propagandistica del club pugliese per attirare attenzione su di se e strizzare l'occhio a quel pubblico che ha goduto di quella magnifica opera che erano i satanelli agli inizi degli anni 90.

Dall'altra parte, ovviamente, avevamo chi ritiene o riteneva che i metodi di lavoro dell'allenatore boemo fossero ormai superati, insomma i famosi gradoni e le estenuanti ripetute rappresenterebbero una sorta di ancient regime della preparazione dei calciatori, tuttavia nulla ha mai provato che il suo approccio abbia fatto dei danni alla carriera dei calciatori allenati dall'allenatore del Foggia nella sua carriera. Anzi.

Questa non è ovviamente una lode acritica al lavoro di Zdenek Zeman, tuttavia esistono contesti dove se esiste terreno fertile per imporre un metodo come quello dell'ex allenatore di Lazio e Roma, questo può ancora portare grosse soddisfazioni sotto diversi punti di vista, anche perché le idee di gioco di Zeman erano avanti di 30 anni rispetto a tutti in passato e, per questa ragione, possono essere considerate tutt'oggi come contemporanee, anzi ancora di più oggi.


IL 4-3-3 COME STRUMENTO TATTICO INSINDACABILE


Il sistema di gioco di Zeman non transige mai dal 4-3-3, un modulo che il tecnico boemo ha da sempre inserito nella sua blueprint tattica e strategica e da cui non ha mai derogato in quanto lo ha sempre ritenuto lo schieramento ideale per coprire al meglio il campo grazie alla creazione di triangoli su tutto il campo.

Perfetta esemplificazione del pensiero zemaniano in tal senso è visibile in questa circostanza con i giocatori disposti in modo tale da creare triangoli per muovere il pallone sempre in avanti passando attraverso o aggirando le linee di pressione avversarie. I triangoli sono visibili nel trio di costruzione formato dai due centrali difensivi ed il vertice basso Petermann, il terzini con le mezzali e Petermann o con gli esterni offensivi più avanti nel campo. Il 4-3-3 di Zeman è un meccanismo estremamente codificato in cui ad ogni giocatore è richiesto sempre e comunque di garantire la presenza di questi triangoli in qualsiasi zona di campo e qualsiasi fase di gioco: questo posizionamento è la base di tutte quelle sequenze di gioco alla base del gioco del Foggia e visibile in diversi esempi.

Il trend delle passmaps del Foggia elaborato da Wyscout mostra chiaramente la ricerca dei triangoli da parte della formazione rossonera; ciò che emerge particolarmente da questa mappa è che, a differenza di quelle che siamo soliti osservare, la linea che collega i due centrali difensivi è molto chiara e sottile, questo significa che è molto raro che la coppia centrale scambi il pallone tra di loro, questo perché il possesso palla al semplice scopo di rallentare il ritmo non è concepito nel sistema di Zeman che predica una continua ricerca della verticalità e dell'avanzamento in campo senza troppi indugi.




RAPIDO AVANZAMENTO IN VERTICALE


Come già accennato in precedenza, il gioco di Zeman non prevede momenti di pausa o di consolidamento del possesso, il pallone deve muoversi in avanti, per cui i giocatori sono istruiti ad evitare passaggi in orizzontale o a tenere troppo il pallone tra i piedi, e soprattutto non è sufficiente giocare il pallone in avanti, ma bisogna immediatamente mettersi a disposizione per riceverlo o per rendere possibile la successiva progressione della palla.

Come si evince da questo esempio, il punto di partenza è quello di costruire inizialmente con Petermann che si abbassa in salida lavolpiana tra i centrali Sciacca e Girasole: in questa circostanza i tre elementi non scambiano il pallone tra di loro ma cercano di farlo progredire superando le linee di pressione avversarie. Qui sono evidenziati gli spazi tra le linee lasciati dal Bari: l'obiettivo è quello di arrivare con tre passaggi in porta, così l'esterno d'attacco si abbassa in zona sviluppo, riceve il pallone da Petermann e con uno scambio rapido in quella zona verticalizza subito sulla punta posizionata tra la linea di difesa e di centrocampo del Bari e pronto ad attaccare la difesa biancorossa imbeccato da un'immediata verticalizzazione.

Fonte dati Wyscout
I passaggi progressivi sono quei passaggi che ti permettono di guadagnare campo e sono considerati tali se si avanza in campo per 30 metri, se i punti di partenza e arrivo sono nella propria metà campo, per 15 metri, se i punti di partenza e arrivo sono nelle metà campo opposte, 10 metri, se i punti di partenza o arrivo sono nella metà campo avversaria. In questo tipo di statistica il Foggia è posizionata molto in alto sia come quantità di passaggi progressivi tentati che di passaggi progressivi riusciti in percentuale, una combinazione statistica che nessuno riesce ad avere nel campionato e che ben mostra la specificità del modo di giocare della squadra di Zeman.

Fonte dati Wyscout
Se invece andiamo a misurare il dato del possesso palla in maniera ragionata, possiamo notare come il Foggia sia una delle squadre con una percentuale di possesso tra le più importanti del campionato ma, allo stesso tempo, se andiamo a fare la conta delle sequenze di possesso che durano più di 45 secondi la formazione rossonera ha un valore che la isola rispetto al resto delle formazioni appartenenti al suo quadrante in termini di possesso. Anche questo valore numerico conferma l'assunto di base del pensiero calcistico del tecnico boemo: il pallone deve viaggiare e non si deve mai cercare di prolungare le fasi di gioco, o quanto meno limitare i momenti in cui farlo (anche se gestire il possesso sarebbe stato un aspetto che, specie nelle sue esperienze passate sarebbe potuto tornare molto utile).





LE CATENE LATERALI


Come abbiamo avuto modo di vedere precedentemente, il 4-3-3 del Foggia di Zeman basa il proprio sviluppo sulle catene laterali, un sistema che, come è stato stupendamente spiegato da Emiliano Battazzi nella sua pubblicazione Calcio Liquido, lo stesso tecnico definisce "terziglie" e che, come altrettanto ottimamente spiegato da Michele Tossani sul suo blog la Gabbia di Orrico ha anche lo scopo di giocare il pallone li dove anche perdendolo possono essere limitati i rischi in contropiede.

La catena laterale del Foggia è composta da terzino, mezzala ed attaccante esterno, scopo di questa combinazione è quella di avanzare sul campo ed arrivare rapidamente ad affrontare la linea difensiva avversaria. In questo esempio lo sviluppo della formazione rossonera viene contestato con una linea di pressione molto aggressiva del Palermo, qui l'avanzamento porta l'esterno offensivo Merola a cercare la punta Ferrante di prima intenzione nello spazio che si è creato tra il terzino del Palermo ed il centrale difensivo. Anche da questo esempio possiamo notare il triangolo di costruzione del Foggia che attiva quello laterale di sviluppo.

Con una pressione più attendista come quella che ha mostrato di avere il Bari, il triangolo laterale ha comunque come scopo quello di avanzare rapidamente in campo e con rotazioni tra i tre interpreti della catena muovono il pallone in avanti ma anche le linee avversarie. In questo esempio un movimento che vediamo ripetersi frequentemente è quello dell'esterno sinistro d'attacco Curcio che tende ad abbassarsi lasciando al terzino o alla mezzala il compito di diventare il vertice alto del triangolo; in questa maniera Curcio si è portato via il terzino destro del Bari Pucino ed il terzino sinistro Nicoletti si butta dentro nello spazio tra le linee lasciato dagli avversari per essere servito da un altro passaggio filtrante. Anche in questo esempio notiamo sempre in background il triangolo di costruzione della formazione rossonera che accompagna l'azione mammano che avanza.




L'ACCESSO IN AREA DI RIGORE


Altro elemento che permette di rendere riconoscibile il 4-3-3 di Zeman sta nella capacità di attaccare la linea difensiva avversaria mediante i tagli alle spalle di essa generati, neanche a dirlo, da dei triangoli e da delle sovrapposizioni. 

Qui entra in campo il ruolo in questa squadra del suo numero 10: Alessio Curcio, non proprio un giocatore di primo pelo, visto che si tratta di un classe 1990, una pecora nera se vogliamo in una squadra la cui età media è di 24,5 anni, a maggior ragione se pensiamo che i metodi zemaniani attecchiscono meglio su giocatori molto giovani ed al picco della forma fisica. 

Ma evidentemente all'ex giocatore del Catania succede come al buon vino, invecchiando migliora, tanto che la stagione passata in maglia rossonera è stata probabilmente la migliore della sua carriera con le 14 reti segnate, seppur da posizione di centravanti. In questa stagione, come evidenziato dalle statistiche, il numero 10 del Foggia è diventato l'uomo dell'ultimo passaggio: è il giocatore con il maggior numero di passaggi-chiave a partita (intesi come i passaggi che portano al tiro un compagno di squadra) e con il maggior numero di attacchi in profondità (intesi come i passaggi effettuati negli ultimi 20 metri di campo esclusi i cross).

Con Zeman la posizione in campo è cambiata: adesso è l'esterno offensivo di sinistra del tridente, il suo compito principale è quello di appoggiare la risalita del pallone nel triangolo di sviluppo come visto precedentemente e cercare l'ultimo passaggio una volta che il pallone arriva davanti alla difesa avversaria. La sua heatmap stagionale non lascia dubbi su dove Zeman abbia collocato Curcio nel suo scacchiere.










E LA FASE DIFENSIVA?


Indubbiamente uno dei punti di maggiore criticità che è sempre stato contestato all'allenatore del Foggia è la mancanza di cura della fase difensiva, o quanto meno l'estrema audacia con cui prepara questa fase di gioco. Tante volte nelle sue avventure le sue difese hanno sofferto parecchio quando attaccate, soprattutto quando la linea alta voluta dal tecnico boemo veniva superata dagli avversari.

La strategia difensiva del Foggia di Zeman è sostanzialmente assimilabile a quella che oggi è meglio conosciuta come gegenpressing: la struttura dello schieramento voluto dal tecnico boemo è quella di recuperare il pallone quanto più in alto possibile sul terreno di gioco, costi quel che costi. Nell'esempio vediamo come funzione la strategia: mentre la squadra sviluppa il gioco con la sua catena laterale. il triangolo di costruzione formato dai due centrali difensivi e dal vertice basso di centrocampo creano quella che è la linea di copertura preventiva che segue molto da vicino lo sviluppo dell'azione.

Un altro aspetto riconoscibile del sistema zemaniano è quello di tenere la squadra altissima e portare quanti più uomini possibile in avanti: in questo esempio contiamo 8 giocatori del Foggia coinvolti in questa situazione d'attacco dei satanelli. Avere 8 giocatori di certo ti espone a diversi rischi ma allo stesso tempo costringe l'avversario a rintanarsi con anche tutti i giocatori di movimento sulla propria trequarti, questo sulla carta riduce le possibilità per l'avversario di ripartire in contropiede. A questo va aggiunto che l'obiettivo finale di questa occupazione della metà campo avversaria non è certo quello di evitare i contropiedi, quanto quello di riconquistare il pallone in zone più alte possibili di campo: insomma Zeman fa il gegenpressing da circa 40 anni.

Ovviamente i rischi restano, soprattutto perché quel triangolo di costruzione visto sopra non rappresenta una doppia linea di copertura preventiva: sostanzialmente cosa vuol dire questa cosa? Quasi tutte le squadre con le coperture preventive cercano di avere superiorità numerica contro gli attaccanti avversari; con due linee di copertura si ha una prima linea che attacchi chi riceve la palla dopo che l'avversario l'ha riconquistata, mentre la seconda linea copre lo spazio alle spalle. Ma quello che succede con Zeman è diverso: il vertice alto del triangolo di costruzione, ossia Petermann, tende ad unirsi alla fase di gegenpressing togliendo quella linea di copertura ed esponendo i difensori agli attacchi avversari perdendo la superiorità numerica.

Nell'ultima partita di campionato contro il Taranto molto spesso, specie nel primo tempo, la difesa foggiana si è trovata in questo tipo di situazione in fase di transizione difensiva: l'uscita in avanti di Petermann portava alla creazione di un buco tra le linee esplorato dai giocatori del Taranto che, per fortuna dei tifosi foggiani, non sono stati in grado sempre di capitalizzare, se non in occasione dell'azione che ha portato al calcio di rigore che aveva sbloccato la partita per poi essere pareggiata proprio da un goal di Petermann a dimostrazione di quanto scollegare il vertice basso del centrocampo comporti dei svantaggi e degli svantaggi, entrambi accettati dal tecnico boemo nella sua strategia di gioco. 

Al momento questo gioco di vantaggi/svantaggi vede la formazione foggiana con un saldo positivo di 4 goal (15 goal segnati contro 11 subiti) e di 2,4 xG (13,8 a favore, 11,4 contro), per cui numericamente parlando la strategia al momento regge, ma è ovvio che siamo ad appena 1/3 della stagione, per cui i bilanci andranno fatti molto più avanti.

E LA PARTE ATLETICA?


Un altro aspetto particolarmente discusso del mondo zemaniano è quello relativo alla preparazione atletica: i metodi del tecnico boemo sono considerati da molti come vetusti, adesso la preparazione estiva non crea più il "fondo", ossia quelli esercizi che servono ad allenare la resistenza dei giocatori, bensì oggi ci si fonda più su allenamenti basati sulle situazioni di gioco e, soprattutto, la palla è presente sin dal primo giorno di allenamento.

Non essendo esperto di questo settore, non mi lancerò in giudizi in tal senso, tuttavia il sistema di gioco di Zeman è estremamente specifico e non assimilabile a nessun altro tipo di sistema, per quanto molti suoi ex calciatori nella loro avventura di allenatore abbiano cercato di usare come riferimento i princìpi del tecnico boemo (vedi Gigi Di Biagio ed Eusebio Di Francesco) non hanno avuto altrettanto successo, per cui mi viene da pensare che la meccanicità di cui possiamo godere nel vedere il Foggia di Zeman sia proponibile solo con quel metodo di lavoro.

Per perorare la causa di Zeman cerco conforto anche da un ulteriore dato statistico: il Foggia è una squadra che segna molto nelle mezzora finale delle partite e che nello stesso lasso di tempo subisce pochissimo. Non è un caso che i 7 goal realizzati dai rossoneri tra il 60' ed il 75' di gioco sia per distacco il record migliore del campionato in quello specifico momento della partita, non un dato banale considerando quanto le partite spesso cambino registro dopo l'ora di gioco. Stesso discorso vale per la fase difensiva: il Foggia ha subito finora solo 4 reti nei secondi tempi, solo il Catanzaro con 2 può fregiarsi di un dato migliore nella competizione. 

Indubbiamente un sistema così fortemente orientato sulla resistenza è fortemente esigente nei confronti dei calciatori, e solo con una forte opera di convincimento e motivazioni può fare presa sui giocatori, per questo attecchisce prevalentemente su elementi molto giovani o in cerca di riscatto, mentre è molto più faticoso da far digerire a giocatori maggiormente affermati e poco disposti ad uscire dalla propria comfort zone.

CONCLUSIONI

Vedere, anzi rivedere, all'opera il Foggia di Zeman è un esercizio molto appagante per gli occhi di un appassionato: per chi pensava che un tecnico di 75 anni non potesse insegnare calcio nel 2021 ha ricevuto una risposta molto negativa al momento. Il 4-3-3 di Zeman segue princìpi come le catene laterali, il pressing alto e la difesa alta, tutte cose che vediamo in gran parte degli allenatori di nuova generazione, per questo motivo il tecnico boemo non è giovane di età ma calcisticamente contemporaneo, questo perché le sue idee 40 anni fa erano tremendamente (forse troppo) avanti rispetto al resto.

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