Friday, 1 October 2021

Real Sociedad e Monaco alzano il livello dell'Europa League


La seconda giornata dei gironi di Europa League prevedeva nel programma un confronto molto interessante tra due squadre che fanno della crescita dei giovani di talento un mantra: da una parte la Real Sociedad che sta costruendo una forte identità partendo dal proprio vivaio, dall'altra il Monaco che investe tantissimo su giovani di prospettiva presentandosi come step intermedio prima del passaggio ad una big europea.

La partita è terminata 1-1 con le due squadre che si sono divise equamente sia il risultato finale che il predominio tattico della partita, con la solidità del Monaco a dettare il contesto nel primo tempo, la coralità della Real Sociedad a dettarla nel secondo.

I numeri parlano sicuramente dei padroni di casa come quelli che hanno fatto la partita, ma il Monaco è stato in grado di mettere in campo una buona gara d'attesa sfruttando al meglio la fisicità dei propri elementi, pur producendo molto poco in zona offensiva, come testimoniano il dato sul possesso palla e sulle occasioni create.



LE FORMAZIONI


La Real Sociedad deve far fronte ad una serie di assenza, tra cui la principale è senza dubbio quella di Alexander Isak in attacco, un'assenza che costringe ad ogni partita Alguacil ad inventarsi qualcosa. Nella partita di ieri è toccato a Portu posizionarsi, almeno nominalmente, da centrale di attacco.




Nel Monaco, invece, Kovac continua a schierare contemporaneamente i tre uomini di forza a centrocampo con Tchouameni, Fofana e Jean Lucas mentre in attacco è Boadu la punta centrale con Diop e Diatta nominalmente ai suoi fianchi anche se quest'ultimi tendono a stare più vicini ai centrocampisti formando di fatto un 4-5-1.


LA SOLIDITA' DEL MONACO DETTA IL CONTESTO NEL PRIMO TEMPO


Già leggendo le formazioni sembrava abbastanza evidente come Kovac puntasse ad una partita prevalentemente di attesa opponendo a centrocampo la fisicità dei suoi giocatori alla tecnica dei propri avversari.

La strategia del tecnico croato aveva come scopo quello di non permettere la ricezione del pallone alla Real in zona di rifinitura, per questo la linea di centrocampo è stata schierata con 5 uomini allineati pronti a chiudere ogni corridoio in verticale e spezzare la linea nel momento in cui la Real Sociedad si trovava costretta a muovere il pallone in orizzontale.

Da questo fermo immagine si nota chiaramente la linea di 5 centrocampisti pronta ad ostacolare le linee d'accesso alla zona centrale del campo, la punta centrale Boadu inizialmente si limita a coprire la linea di passaggio verso il vertice basso della formazione basca Martin Zubimendi che, infatti, in corso d'opera sarà costretto ad abbassarsi tra i centrali in modalità salida lavolpiana per poter giocare il pallone.


Non appena il pallone passava da uno dei centrali difensivi della Real Sociedad verso Zubimendi o verso i terzini, uno dei 5 elementi della linea era pronto a staccarsi per contendere il possesso al portatore di palla: in questo esempio Fofana si stacca per andare ad ostacolare Zubimendi mentre al suo fianco Tchouameni era pronto a tenere a bada Guevara, il giocatore con la linea di passaggio più semplice da servire per chi sta portando palla. In queste situazioni i centrocampisti del Monaco facevano valere la loro forza fisica limitando fortemente la circolazione della palla in avanti da parte degli avversari.

In fase di possesso, invece, come da consuetudine del gioco del Monaco da un anno a questa parte, Sidibè stringe al fianco dei due centrali difensivi per creare una prima linea di costruzione a 3, la seconda linea, invece, viene formata da Tchouameni e Jean Lucas, chiamando Fofana ad occupare una zona avanzata di campo, mentre le ampiezze vengono date da Diatta a destra e Caio Enrique a sinistra. Come si evince dal fermo immagine la Real Sociedad pareggiava le due linee di costruzione della formazione monegasca.

Questa struttura era quella pensata da Kovac alla vigilia della partita, tuttavia il contesto della partita non gli ha consentito di utilizzare con frequenza vista la pressione alta della squadra di casa; per questo motivo erano diverse le situazioni in cui per risalire il campo è stato necessario richiedere a Sidibè di riaprirsi per poi cercare di usare il fianco destro occupato da Diatta e, appunto Fofana per risalire il campo. Questa è la situazione da cui nasce il calcio d'angolo che porterà al goal di Disasi, dove si può facilmente notare la posizione di Fofana nel mezzo spazio di destra, lato preferito dal Monaco per sviluppare i propri attacchi.

Questo è l'esempio della giocata a cui mi riferivo precedentemente: qui è Aguilar, entrato nell'intervallo al posto di Sidibè che, da posizione di terzino destro classico serve direttamente il compagno di squadra con la maglia numero 22 che diverse volte nel corso della partita si è trovato ad essere il giocatore più avanzato della propria squadra: con i suoi inserimenti ed il suo strapotere fisico il Monaco tentava così di allentare la pressione alta della formazione di Alguacil.

A dimostrazione di quanto questa strada sia stata battuta di frequente dalla formazione di Kovac, il dato statistico relativo alle fasce d'attacco mostra chiaramente la propensione della squadra monegasca a sviluppare il proprio gioco tramite il lato destro del campo, proprio quello composto da Sidibè (poi Aguilar), Fofana e Diatta. Di fronte a dati simili e di fronte ad un comportamento della squadra così facilmente individuabile sul campo di gioco sarebbe bello poter chiedere all'allenatore a fine partita se questa soluzione sia frutto di una propria strategia o se sia stato l'avversario a concedere quella come unica zona di campo dove poter risalire.


LE DIFFICOLTA' DELLA REAL SOCIEDAD NELLA PRIMA PARTE..


La squadra di Alguacil ha chiaramente cercato ed ottenuto il dominio della partita mediante il possesso del pallone: il tecnico basco non ha mai nascosto il suo principio per il quale con il pallone a propria disposizione si ha il maggior controllo sulla partita.

Tutte le statistiche afferenti la partita mostrano chiaramente come la Real Sociedad sia quella che abbia tentato più volte di andare al tiro e soprattutto ha mantenuto il controllo del possesso palla, nonché una supremazia territoriale, tuttavia nel primo tempo tante sono state le difficoltà per Oyarzabal e compagni.



La Real Sociedad ha avuto difficoltà a superare il muro creato da Kovac con il 4-5-1 visto precedentemente, anche la struttura della squadra in fase di costruzione non garantiva un granché sotto questo aspetto e, soprattutto nella prima parte del primo tempo era apparsa più rigida del solito.

Da questo esempio si nota chiaramente come il blocco centrale del Monaco isoli completamente i giocatori della Real Sociedad in fase di rifinitura; inoltre i terzini vengono tenuti bassi da parte di Alguacil nel tentativo di attrarre gli esterni e smuovere il blocco, cosa che non accade, rendendo quindi estremamente faticosa la circolazione del pallone che si muoveva esclusivamente in orizzontale rendendo possibile l'attivazione della pressione da parte dell'avversario.

Nel corso del primo tempo, tuttavia, abbiamo iniziato a notare le prime rotazioni posizionali tipiche del calcio della formazione di San Sebastian, in cui si sono create le condizioni per creare qualche disordine nelle linee avversarie e soprattutto servire in maniera più costruttivo i tre uomini più avanzati. In questo esempio Portu si allarga fino a quasi pestare la linea laterale: con Aihen Munoz che resta basso la Real Sociedad ha la possibilità di utilizzare a proprio vantaggio la linea stretta del Monaco per muovere il pallone in avanti lateralmente: con questo piccolo accorgimento Portu può anche fungere da terzo uomo ricevendo palla da Munoz e scaricandola su Guevara che si trova alle spalle di Diatta che prova ad andare a correre verso il terzino sinistro della Real Sociedad. Questi movimenti permettono ad Alguacil di capire come superare il blocco monegasco come vedremo nel secondo tempo.

Dove Alguacil ha provato a costruire i pericoli è stato nelle fasi di riconquista del pallone: la Real Sociedad possiede, a mio parere, uno dei sistemi di transizione difensiva tra i più efficaci in Europa e rappresenta una parte importante del pensiero tattico del suo allenatore. Il dato statistico relativo al PPDA non mente in tal senso: i Txuri-urdin hanno mantenuto una pressione costate sul proprio avversario in fase di non possesso. Non è un caso, infatti, che seppur nelle difficoltà della prima frazione, la pressione esercitata sul Monaco sia stata l'elemento che ha consentito la creazione delle situazioni in cui la squadra di Kovac sia andata frequentemente in difficoltà ma ha saputo ovviare a ciò grazie alla grande fisicità dei propri centrali di difesa e centrocampo.

Questo rendimento della squadra in fase di non possesso è reso possibile dall'atteggiamento visibile nel fermo immagine qui di fianco, dove si nota chiaramente quanto la squadra comprima il campo a disposizione dell'avversario, con la linea difensiva disposta ad un passo dalla linea di metà campo per poter sfruttare il fuorigioco mentre le due mezzali del 4-3-3 di Alguacil vanno a prendere a uomo i due mediani del Monaco, ecco perché la squadra di Kovac raramente ha avuto la possibilità di costruire nel modo in cui è abituata a fare.

Stesso atteggiamento riscontrabile anche nelle fasi di transizione: qui vediamo l'atteggiamento della squadra appena perso il pallone, con la zona palla praticamente presa d'assalto numericamente dai giocatori in maglia bianco-blu e dove possiamo notare come anche le marcature preventive avvengono ad un passo dalla linea di metà campo, con il vertice basso di centrocampo Zubimendi che garantisce la superiorità numerica.



..ED I MIGLIORAMENTI NEL SECONDO TEMPO


Nell'intervallo Alguacil ha apportato alcuni cambiamenti nella disposizione in campo della squadra nonchè della strategia per cercare di risalire il campo.

La prima cosa visibile nei primi minuti del secondo tempo è stato sicuramente l'utilizzo delle zone esterne del campo per portarsi in avanti. In particolare in fase di impostazione il pallone veniva giocato sul terzino destro Zaldua che cercava poi di scambiare con Januzaj e Merino che si muovevano per creare un triangolo necessario ad avere superiorità numerica su quel lato, spesso era anche Portu ad unirsi al triangolo, ma cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia: lo schieramento del Monaco ha iniziato a mostrare le proprie crepe.

Ecco un esempio di cosa succedeva con le discese di Zaldua sulla destra nel corso del secondo tempo: la Real Sociedad ha un 3 contro 2 sulla fascia che apre la linea difensiva del Monaco e che costringe uno dei due mediani ad uscire dalla propria posizione creando uno spazio invitantissimo per l'inserimento del numero 2 della squadra basca che, però, in questa occasione non viene servito facendo perdere una potenziale occasione da rete.

Altra mossa di Alguacil è stata quella di pretendere con maggiore continuità l'occupazione totale in ampiezza della zona di rifinitura (la zona tra centrocampo e difesa avversaria), questo ha consentito la creazione dei triangoli di cui sopra una volta che il pallone viaggiava nelle zone laterali del campo, ma soprattutto costringeva il Monaco a dover lasciare giocoforza delle zone libere di campo dove la Real Sociedad cercava di mandare i propri attaccanti in uno contro uno. In questo esempio si creano i presupposti per permettere a Januzaj sulla fascia destra di isolarsi contro Caio Enrique: non è un caso che l'ex giocatore del Manchester United abbia chiuso la partita con il maggior numero di dribbling effettuati, ben 6, e con il maggior numero di duelli offensivi tentati (32 contro i 13 effettuati sul lato opposto da Oyarzabal).


CONCLUSIONI


La partita tra Real Sociedad e Monaco è stata, alla fine, una contrapposizione di stili, con una squadra che ha tentato di fare la partita contro un'altra che ha pensato prima a coprirsi, una squadra che predilige la tecnica contro una che predilige la fisicità e l'atletismo. Come ogni contrapposizione di stili ne è venuta fuori una partita piacevole in cui entrambi gli allenatori hanno provato a piegare il contesto tattico della partita dalla loro parte riuscendoci, come abbiamo visto, a fasi alterne nel corso della partita. 

Ma soprattutto Real Sociedad e Monaco hanno messo in mostra tantissimi giocatori dalla prospettiva esaltante di fronte ad essi: la squadra spagnola partiva con un 11 titolare dall'età media di poco sotto i 26 anni mentre i monegaschi si sono presentati addirittura con una formazione dall'età media di poco superiore ai 23 anni. Ecco perché le squadre di Alguacil e Kovac con la loro presenza stanno nobilitando l'Europa League.

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