giovedì 21 ottobre 2021

La mentalità Ajax ha dominato il Dortmund


La terza giornata dei gironi di Champions League ha messo in calendario un confronto interessantissimo tra Ajax e Borussia Dortmund, due delle principali formazioni a livello europeo quando si parla di buttare nella mischia giovani talenti con prospettive da fenomeni.

Ai fini della classifica del girone non si è trattata di una sfida dal peso gigantesco visto che entrambe le compagini si presentavano alla sfida dell'Amsterdam Arena a punteggio pieno in classifica avendo battuto entrambe Sporting Lisbona e Besiktas nei turni precedenti.

Per questo motivo ci si aspettava una sfida a viso aperto, e così è stato nei primi 20 minuti circa, con diverse transizioni e potenziali opportunità per entrambe le squadre, poi è diventato tutto un grandissimo show dell'Ajax, capace in corso d'opera di aggiustarsi tatticamente e di esporre i limiti difensivi della squadra di Marco Rose che continuano ad accompagnare le prestazioni della squadra giallonera nel corso di questa stagione.


LE FORMAZIONI


Lo schieramento delle due squadre viene disegnato sulla carta come un 4-3-3, definizione sicuramente corretta per quel che riguarda i meccanismi di gioco della squadra olandese; decisamente diversi, invece, quelli della squadra tedesca, con le posizioni di Malen e Reus decisamente più strette, anche in fase di non possesso, avvicinando lo schieramento più ad un rombo che ad un 4-3-3, tuttavia gli scambi di posizione tra i due giocatori al fianco di Haaland hanno mostrato come chiudersi in una definizione di modulo resta un esercizio assai aleatorio.




IL DORTMUND TROVA SPAZI NELLA TREQUARTI


L'inizio di partita del Dortmund è stato migliore rispetto a quello dei loro avversari: le scelte di pressing dell'Ajax nella fase iniziale della partita erano apparse molto disordinate, permettendo la creazione di spazi tra le linee dove galleggiavano i tre elementi offensivi creando situazioni potenzialmente pericolose.

Un modo della squadra di Rose per trovare spazio stava nei movimenti ad uscire di Jude Bellingham che, accompagnato dalle discese di Meunier attirava Alvarez fuori posizione liberando spazio tra le linee per uno spazio occupato nell'esempio da Reus e Haaland. Qui Bellingham anziché andare al centro deciderà di ritardare l'azione togliendone l'inerzia permettendo all'Ajax di ricucire le distanze tra i reparti e sventando l'azione.

A creare quello spazio tra le linee era la strategia di pressione dell'Ajax che cercava inizialmente di salire con Alvarez e le mezzali per andare a prendere Witsel e l'altro centrocampista che si abbassava a costruire (in questo caso Bellingham, ma si alternavano con Brandt), a questo si aggiungeva l'uscita dell'altra mezzala sul terzino di parte (Berghuis su Schulz) ed ecco che si creavano spazi importanti per il Dortmund; tuttavia delle ottime letture individuali dei centrali difensivi hanno permesso all'Ajax di non essere punita per questa mancanza di equilibrio in campo.

Le statistiche sui duelli difensivi ci mostrano quanto sia stata decisiva per le sorti del match la grande prestazione individuale del centrale argentino Lisandro Martinez, capace di mettere più volte la museruola anche ad Haaland, specie nella prima frazione di gara.







Chissà se adesso staremmo raccontando un'altra partita qualora il Dortmund fosse stato capace di convertire in azioni da rete queste difficoltà iniziali dell'Ajax, ma gli errori tecnici commessi dai giocatori di Rose dovevano lasciare intuire che non fosse la loro serata migliore.


IL TRIANGOLO DI DESTRA DELL'AJAX


L'Ajax ha costruito la propria proposta offensiva sia utilizzando la grande qualità dei propri interpreti, sia mediante una copertura del campo in ampiezza che ha esposto i limiti difensivi del Borussia Dortmund. L'anima offensiva dei lancieri è risieduta nel triangolo formato a destra da Mazraoui, Berghuis ed Antony.

Le qualità in dribbling del brasiliano, quelle in sovrapposizione del terzino marocchino ed il senso degli inserimenti dell'ex capitano del Feyenoord, hanno letteralmente mandato in tilt la difesa del Dortmund. Qui vediamo il posizionamento dei tre elementi del triangolo con Antony che riceve da Mazraoui, scambia corto con Berghuis che restituisce il pallone all'ex San Paolo che, nel frattempo, si beve Schulz, contro il quale ha scherzato per tutto il corso del match.

Anche la partita di Berghuis da quella parte è stata clamorosa, per capacità di coprire il campo, per capacità di associarsi con i compagni e, per non farsi mancare nulla, ci ha regalato delle giocate sensazionali in rifinitura: una di queste è arrivata al termine di un'altra triangolazione con Antony su quel lato in cui il brasiliano premia il suo inserimento che sfrutta servendo con un colpo di tacco Haller a centro area con la porta spalancata davanti. Da questo esempio si può notare come le incursioni di Antony costringano Hummels ad aprire la linea difensiva costringendo Witsel a delle faticosissime corse all'indietro.

Mazraoui, invece, innescava la superiorità numerica anche grazie al fatto che il Dortmund sembrava non avere un piano per impedirne la ricezione e la progressione palla al piede: dal modo in cui la squadra di Rose cercava di pressare la costruzione dell'Ajax si notava la mancanza di una strategia ben definita su cosa fare in fase di non possesso, nell'esempio è abbastanza evidente come il terzino marocchino sia facilmente raggiungibile dai compagni mentre nessun giocatore del Dortmund si occupa di uscire su di lui e, soprattutto, di chiudere la linea di passaggio verso di lui: anche questo è un chiaro esempio di una serata tutt'altro che positiva per la formazione tedesca.

UNA MENTALITA' OFFENSIVA


Come indicato precedentemente, la fase di non possesso dell'Ajax nella primissima parte di partita non è stata proprio da consegnare agli annali, ma qui sta anche la capacità di Ten Hag di aggiustare lo schieramento della sua squadra pur non rinunciando a determinati princìpi.

Dopo le difficoltà iniziali i meccanismi in pressione sono cambiati ed hanno permesso alla squadra di essere scaglionata meglio e soprattutto, più corta: nell'esempio la squadra si muove in modo tale da avere come riferimento l'uomo nella zona dove si sta giocando il pallone, ma allo stesso tempo vediamo come Alvarez, a differenza delle prime fasi di partita, mantenga la posizione centrale a protezione della linea difensiva. Inoltre come si può evincere, la squadra è più compatta anche nelle zone più lontane dal pallone, stringendo, quindi, il campo da difendere.

Questi meccanismi hanno, quindi, portato ad una serie importanti di recuperi palla anche in zone piuttosto avanzate del campo: questo schieramento è stato utilizzato anche in fase di riaggressione dopo aver perso il pallone, come è accaduto nell'azione del goal del 2-0 realizzato da Blind. Ma soprattutto, la cosa più importante da notare è stata la mentalità della squadra, sempre portata a difendere in avanti anche dopo aver ottenuto il doppio vantaggio: la statistica sul PPDA mostra chiaramente le difficoltà iniziali della formazione di Ten Hag nella fase iniziale della partita dove ha concesso possessi prolungati agli avversari, tanto quanto la grande aggressività tenuta nella fase centrale del match anche con due goal di vantaggio.


LA DIMENSIONE CHE DA SEBASTIEN HALLER


Una citazione in questa analisi la merita sicuramente Sebastien Haller, capocannoniere, al momento, di questa fase a gironi di Champions League, con 6 reti realizzate a cui aggiungere i due assist confezionati ieri sera, soprattutto quello sul goal di Blind, dove il centravanti ex Eintracht ha mostrato tutte le sue capacità di gestione del pallone spalle alla porta con una padronanza tecnica ed un'eleganza con pochi termini di paragone in giro.

Nella versione dell'Ajax di Ten Hag del 2019 in grado di arrivare in semifinale di Champions e di trovarsi a pochi secondi dall'accesso alla finale stessa, il ruolo di centravanti era domandato a Tadic, un falso nueve che muoveva il pallone con grande maestria fungendo da direttore d'orchestra avanzato: oggi il serbo mantiene gli stessi compiti, ma spostato largo a sinistra dove assieme a Blind e Gravenberch tessono la tela per poi rovesciare il gioco sul triangolo opposto. Oggi, invece, il fulcro centrale è questo attaccante che veste la maglia della nazionale ivoriana e che ha dato una nuova dimensione al gioco della squadra olandese grazie alle sue grandi capacità di gestire il pallone spalle alla porta.

In questa clip potete osservare alcune giocate con cui il centravanti dell'Ajax fa avanzare la manovra delle sua squadra, giocate che pochi giocatori con quelle caratteristiche fisiche possono permettersi.




CONCLUSIONI


Osservare l'Ajax nella partita di martedì sera è stato un grandissimo piacere per chi ama un calcio in cui l'estetica conta tanto quanto il risultato; il rammarico è stato quello di non aver visto una partita equilibrata come ci si poteva attendere alla vigilia. 

Le aggiunte di Berghuis e Haller hanno reso questa nuova versione dell'Ajax di Ten Hag una nuova potenziale contender come sorpresa di questa Champions League: gli addii di De Ligt, De Jong e Ziyech non sono stati facili da smaltire, ma come da sua tradizione il club di Amsterdam ha saputo sfruttare la propria identità per far crescere altri giovani del loro vivaio e renderli pronti ad una nuova sfida internazionale.

Il Dortmund di Marco Rose, invece, fatica maledettamente a trovare un equilibrio in campo: la coesistenza tra Haaland e Malen, principale scommessa dell'ex tecnico del Borussia Moenchangladbach in queste primi mesi della sua gestione, fatica a prendere piede e ne paga le conseguenze la struttura di squadra che deve, inoltre, fronteggiare l'assenza di un giocatore importante come Guerreiro e che non riesce ad assorbire la mancanza di un giocatore come Delaney, ceduto nell'ultima sessione di mercato.

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