venerdì 5 novembre 2021

A scuola di verticalità dal Bayer Leverkusen


Bayer Leverkusen e Betis si affrontavano ieri nella quarta giornata del girone G appaiate a 7 punti in classifica, dunque la sfida della BayArena rappresentava uno scontro diretto per prendersi il primo posto nel girone che vale accesso diretto agli ottavi di finale ed ipotecare in ogni caso la qualificazione al prossimo turno mantenendo le distanze dal Celtic che ha fatto il pieno di punti contro il Ferencvaros.

La partita è terminata per 4-0 a favore della squadra allenata da Seoane, una vittoria frutto di una grandissima capacità di sfruttare al meglio i difetti del Betis grazie alla grande capacità di verticalizzare il gioco e mettere a proprio agio le qualità del quartetto offensivo messo in campo ieri sera con Moussa Diaby classe 1999 il più "anziano" dei quattro, per questo motivo la mia analisi verterà su come il sistema creato dell'ex tecnico dello Young Boys ha reso possibile questo scenario.


LE FORMAZIONI INIZIALI



Il Leverkusen è reduce da un periodo parecchio negativo determinato principalmente dallo schiaffo subito nella partita contro il Bayern Monaco al ritorno dalla pausa delle nazionali: come lo scorso anno la sconfitta contro la squadra bavarese ha improvvisamente tolto certezze alle aspirine che hanno cominciato nuovamente a sbandare dietro fino ad arrivare ad una clamorosa eliminazione dalla Coppa di Germania per mano del Karlsruhe.

Così, dopo aver tentato il 3-4-3 in campionato contro il Wolfsburg (esperimento andato male vista l'ulteriore sconfitta subita) il tecnico svizzero ha deciso di virare su un 4-4-2 la cui particolarità sta nelle caratteristiche delle due punte, ossia Amine Adli e Florian Wirtz, due giocatori che nella versione (messa in soffitta?) del 4-2-3-1 visto ad inizio stagione erano impiegati nella linea dei tre trequartisti alle spalle della punta.

Nel Betis, invece, Pellegrini non ha, ovviamente, derogato dal suo 4-2-3-1 con William Carvalho e Guido Rodriguez a fare da mediani davanti alla difesa, Fekir tra le linee e Joaquin e Ruibial che partono dall'esterno per poi occupare i mezzi spazi e favorire le volate dei terzini Bellerin e Miranda.


SCHIERAMENTI SIMILI MA CON DIVERSI CONCETTI

Nella teoria il 4-4-2 ed il 4-2-3-1 il più delle volte sono considerati fratelli o uno genitore dell'altro, proprio perché entrambi gli schieramenti hanno tanti aspetti in comune, soprattutto in relazione alla fase di non possesso. Come sappiamo, dare un modulo è sempre un esercizio pleonastico, in quanto poi nelle diverse fasi di gioco lo schieramento in campo cambia, per cui è molto più utile parlare di concetti più che di moduli di gioco.

Questo è il modo in cui il Leverkusen sviluppa il proprio 4-4-2 di partenza in fase di sviluppo del gioco, lo schieramento si trasforma in 2-4-4 con i terzini che si allineano ai centrocampisti e gli esterni che si allineano ai due attaccanti; nelle fasi successive di gioco vedremo come una serie di scaglionamenti dei giocatori a diverse altezze del campo riuscirà ad eludere le linee di pressione del Betis. Tuttavia già da questo fermo immagine si può intuire come allargando lo schieramento il Leverkusen abbia a sua volta tolto compattezza in orizzontale allo schieramento della squadra betica.

Con riguardo al Betis, invece, la disposizione in campo in fase di costruzione mostrava il diverso approccio di Pellegrini, con i due terzini che si alzavano per fornire l'ampiezza mentre i due mediani si muovevano in modo da disordinare la prima linea di pressione del Leverkusen, scopo era quello di creare spazio per le ricezioni di Fekir che veniva incontro per giocare la palla ed inventare qualcosa, oppure sfruttare i movimenti degli esterni offensivi tra le linee, come si evince dal movimento di Joaquin. In questa circostanza il movimento dei due mediani crea una linea di passaggio pulita di Ruiz per Fekir.

Anche dagli esempi di cui sopra si può notare una grossa differenza in termini di compattezza degli schieramenti in fase di non possesso, due dati statistici ci aiutano a capire dove la partita si può essere decisa: uno è il dato relativo al PPDA nettamente favorevole al Leverkusen (9,34 contro il 18,5 del Betis), l'altro quello relativo agli ingressi in area di rigore non tanto in relazione al dato quantitativo (23 tentati ingressi per parte) quanto a quello qualitativo.

La compattezza del Leverkusen in fase di non possesso ha inaridito totalmente le possibilità del Betis di accedere per vie centrali all'area di rigore del Leverkusen: come si evince dalla mappa di fianco, la maggior parte degli ingressi in area sono avvenuti principalmente sull'asse Bellerin-Joaquin sulla fascia destra, ma una volta giunti in area il Leverkusen godeva di una certa superiorità fisica che non è stato possibile compensare neanche con i centimetri di Borja Inglesias che non ha vinto nessun duello nel corso della partita contro i diretti avversari.

Altrettanto evidente ciò che è accaduto sulla trequarti opposta: il Leverkusen è riuscito ad accedere all'area di rigore prevalentemente per vie centrali, addirittura spesso e volentieri utilizzando la cosiddetta zona 14, ossia quella mattonella ideale al limite dell'area di rigore da dove potenzialmente si possono creare un gran numero di linee di passaggio ad elevata pericolosità; come il Leverkusen sia riuscito ad accedere in quella zona del campo è la chiave tattica che ha indirizzato e deciso la partita a favore della squadra tedesca.


L'OCCUPAZIONE DELLA ZONA DI RIFINITURA


Come già anticipato, a decidere la partita è stata la capacità delle aspirine di muovere il contesto tattico della partita dalla propria parte: la chiave è stata nella scelta delle due punte nominali del 4-4-2 che sono state abili a sfruttare al meglio gli spazi che si creavano tra centrocampisti e difensori, quella che nella teoria tattica italiana viene definita come la zona di rifinitura.

Da questo esempio è facilmente visibile come il Leverkusen occupasse la zona di rifinitura: nello spazio evidenziato troviamo ben tre giocatori, ossia le due punte più uno degli esterni offensivi. Questo sovraccarico di uomini in quella zona creava una superiorità rispetto ai due mediani del Betis che non potevano schermare tutte le linee di passaggio a disposizione del portatore di palla avversario (in questo caso Tah), per cui era molto facile per la squadra di Seoane trovare un uomo libero tra le linee che, una volta ricevuto il pallone può giocare il pallone di prima per un inserimento alle spalle della linea difensiva o giocare corto con uno degli altri due giocatori presenti in quella zona ed entrare in area mediante triangolazione. La presenza di 5 giocatori in quella zona di campo era utile anche per attivare eventualmente la riaggressione in caso di palla persa o di giocata finale non eseguita correttamente, un sistema che tanto ricorda il gegenpressing di Jurgen Klopp ai termpi di Dortmund e che a Leverkusen hanno avuto modo di vedere in maniera ancora più estrema durante la gestione di Roger Schmidt.

Come si evince dalla statistica dei passaggi in profondità, ossia quelli finalizzati negli ultimi 20 metri di campo cross esclusi, la zona tra le linee è stata molto cercata e con molto successo, visto che ben 16 volte il Leverkusen è stato in grado di raggiungere quella zona di campo; in media la squadra di Seoane ci riesce poco meno di 11 volte a partita e nella gara di andata appena 5 volte, a dimostrazione che l'impiego di Adli e Wirtz contemporaneamente in quella zona si è rivelato una mossa vincente.


LE TRANSIZIONI HANNO AMPLIATO IL GAP


L'occupazione della zona di rifinitura è stata una delle chiavi che ha permesso di portare la partita dalla parte del Leverkusen, che ha progressivamente preso controllo della partita fino a far schiantare la formazione di Pellegrini grazie alla gestione delle fasi di transizione.

Come transizione, giusto rimarcarlo, si intendono quelle fasi di gioco in cui cambia il possesso del pallone, ed è una fase parecchio delicata di gioco visto che chi perde il possesso deve risistemare il proprio schieramento per non lasciare spazi all'avversario mentre chi recupera il pallone deve decidere cosa farne di quel pallone recuperato, se usarlo per sfruttare la fase di riaggiustamento dello schieramento avversario cercando di innescare un contropiede, oppure conservare il possesso e gestire i ritmi della partita.

La scelta del Leverkusen è stata quella di sfruttare i recuperi palla per lanciare le proprie frecce in contropiede, d'altronde se si dispone di gente come Paulinho e Diaby per attaccare la profondità sarebbe delittuoso non sfruttare la cosa, tanto più se la fase di transizione difensiva del Betis non era neanche lontanamente in grado di tenere a bada i 4 elementi offensivi delle aspirine. Ed ecco qui spiegati i 15 contropiedi concessi dalla formazione betica agli uomini di Seoane, di cui 6 hanno poi portato ad una conclusione in porta (il totale delle conclusioni dei tedeschi è stato di 22 tiri verso la porta di Rui Silva). La pendenza del dato verso il lato sinistro del campo è conseguenza di quanto avvenuto nel secondo tempo, mentre nel primo tempo è stato principalmente il lato destro dove si sviluppavano le azioni di contropiede della squadra tedesca, anche e soprattutto per merito del grande lavoro negli intercetti da parte della coppia centrale di centrocampo Andrich-Demirbay e la grande vena con il pallone tra i piedi del terzino destro Jeremie Frimpong, autore di 5 dribbling riusciti sui 5 tentati.

L'azione che porta al goal del vantaggio del Leverkusen è una perfetta esemplificazione di cosa è stata questa partita: tutto parte da una palla persa da Fekir che va a sbattere contro il muro compatto delle linee di difesa e centrocampo del Leverkusen, Paulinho intercetta la palla e può così attivare la sua velocità a campo aperto assieme a Wirtz, Adli e Diaby e far partire una 4 X 100 che porterà al goal del francese prodotto del settore giovanile del Paris Saint-Germain.

Sul proseguimento dell'azione il pallone viene scaricato su Adli mentre Wirtz e Diaby si allargano per aprire le linee di copertura preventive del Betis che, giustamente, si occupavano di negare il centro del campo alla formazione avversaria, tuttavia nonostante l'azione ritardatrice data da questo schieramento, la velocità dei 4 batteristi del Leverkusen porta la squadra ad entrare comunque in area di rigore ed a Wirtz di predisporre l'assist per il suo compagno con la maglia numero 19.

Ancora più bella da vedere l'azione di qualche minuto prima che aveva portato al goal, poi annullato per fuorigioco, di Frimpong, nata da una situazione di gegenpressing della formazione di Seoane con Demirbay che recupera palla ed attiva una transizione che in due tocchi porta il terzino olandese solo davanti a Rui Silva. 




LE DEBOLEZZE DEL BETIS


Indubbiamente allo show del Leverkusen ha contribuito la prestazione non proprio eccezionale del Betis: la squadra di Pellegrini ha mostrato ancora le sue difficoltà strutturali a tenere la squadra equilibrata e soprattutto ha sofferto parecchio il gioco di transizioni dei propri avversari.



Come si evince dalle statistiche stagionali in Liga, questo sembra essere un problema abbastanza evidente della formazione betica che produce tanto ma subisce altrettanto, per cui in una serata come quella di ieri in cui a livello offensivo tante cose sono mancate, le difficoltà difensive hanno portato ad una sconfitta di queste proporzioni. 

Ad aumentare, poi, il senso di disequilibrio della squadra, c'è stata la scelta di far entrare Canales in luogo di Willian Carvalho nel corso dell'intervallo allo scopo di aver un piede più educato per la fase di costruzione dell'azione. Come si evince dalle posizioni medie del secondo tempo, l'ingresso del numero 10 e quello di Alex Moreno sulla fascia sinistra hanno portato la squadra ad esporsi maggiormente lasciando praticamente al solo Guido Rodriguez il compito di proteggere la difesa, un compito che l'argentino non ha neanche svolto male (13 duelli vinti ed 11 palloni intercettati secondo le statistiche di Wyscout) ma che nulla ha potuto contro gli spazi lasciati sguarniti da una squadra che si era irrimediabilmente allungata nel corso del secondo tempo.







CONCLUSIONI

Il risultato finale di 4-0 punisce decisamente le pecche del Betis ed esalta il piano gara predisposto da Seoane ad inizio partita che ha anche ritrovato una squadra in grado di compattarsi molto bene in fase di non possesso e riuscendo con estrema facilità a disordinare lo schieramento della squadra di Pellegrini.

Il tecnico cileno potrebbe anche aver pagato alcune scelte in termini di uomini (eccesso di turnover in vista del derby contro il Siviglia?): sicuramente nei momenti decisivi della partita tanti sono stati gli errori commessi anche a livello individuale (vedi palla persa da Fekir in occasione del primo goal) e soprattutto le difficoltà a reggere l'aggressività dei giocatori avversari nelle fasi di transizione.

Quello che ci resta di questa partita è anche la grande prestazione dei tanti giovani in rampa di lancio in quel di Leverkusen, con Florian Wirtz padrone della trequarti ed in grado di trovare sempre lo spazio giusto per ricevere il pallone, una qualità che giustifica gli accostamenti che molti fanno con Thomas Muller.

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