giovedì 25 novembre 2021

Xavi sta ricostruendo il Barcellona


La storia del Barcellona è una storia di identità, non solo calcistica, ma anche di appartenenza territoriale e di visione politica di cui il club si fa veicolo (Mes que un club), per questo quanto accaduto negli ultimi anni sotto la gestione Bartomeu è stata una clamorosa rottura con questa identità che ha portato il club blaugrana al tracollo economico ed una serie di gestioni tecniche che hanno provocato smarrimento nella tifoseria. 

Ovviamente il picco di questa situazione si è raggiunto quest'estate con il club impossibilitato a depositare il nuovo contratto di Leo Messi dando il via in maniera forzata ad un processo di ricostruzione dell'identità originaria del club, con la Masia che torna al centro del progetto calcistico. Questo progetto è stato affidato a Ronald Koeman che, nonostante importanti sforzi, non è riuscito a trovare una quadra a questa squadra, per cui il presidente Laporta non ha perso tempo a richiamare nella terra promessa il figliol prodigo Xavi che, dopo il ritiro dal calcio giocato, ha esercitato le sue idee tattiche sotto il sole ed i milioni degli sceicchi qatarioti.

Ho provato ad analizzare le prime due partite della gestione Xavi al fine di individuare le principali costanti del tecnico catalano che, manco a dirlo, si basano sui principi ingeriti negli anni trascorsi da calciatore nella cantera prima e in prima squadra poi al Camp Nou, ossia gioco di posizione e creazione di triangoli per lo sviluppo dell'azione, senza dimenticare i meccanismi di riconquista immediata del pallone una volta perso.


FORMAZIONI DIVERSE MA DISPOSIZIONI SIMILI

Nelle idee di gioco di Xavi ci sono dei princìpi che vanno oltre ai moduli di gioco, per questo motivo nelle due partite disputate finora sotto la sua gestione si sono visti due schieramenti sulla carta diversi ma che poi si strutturavano sul campo in maniera pressoché simile, questo allo scopo di inserire i calciatori in base alle proprie caratteristiche ma anche per aggiustare lo schieramento della squadra in base allo schieramento avversario.

Per questo motivo abbiamo visto il Barcellona schierarsi in campo con due moduli nominalmente diversi: nella partita di martedì contro il Benfica abbiamo visto un 3-4-2-1 che rappresenta l'abito ideale del calcio di Xavi in piena continuità con quello che era il 3-4-3 del Barcellona di Cruyff o dell'ultimo Barça di Guardiola, schierati con un centrocampo a rombo. Nella partita contro l'Espayol, invece, abbiamo visto come schieramento di base un 4-3-3 che rappresenta la continuità con un modulo su cui la squadra catalana ha basato la propria identità negli ultimi 20 anni. 

Ma sappiamo tutti molto bene come i moduli valgano il giusto nell'analizzare il modo di giocare di una squadra, ed è così che analizzando le passmaps relative alle due partite notiamo che una volta disposta in campo la squadra assume lo stesso schieramento soprattutto in fase di possesso, con quello che può essere definito un 3-2-5 con il primo quintetto che costruisce ed il secondo che invade occupando i 5 corridoi verticali del campo come da manuale del gioco di posizione.



SUPERIORITA' NUMERICA IN PRIMA COSTRUZIONE

Uno degli elementi fondanti del credo calcistico di Xavi è quello di avere sempre un giocatore in più in costruzione rispetto alla pressione avversaria, un elemento a cui non si deroga e che per questo può cambiare in base alla struttura della pressione avversaria. Attenzione: la superiorità deve essere ne minore ne maggiore di un'unità, altrimenti questo significherebbe perdere uomini in zone più avanzate del campo.

Da questo esempio si evince cosa questo stia a significare: l'Espanyol spende due uomini sulla prima linea di pressione, questo comporta che il Barcellona costruisce con Mingueza, Pique e Eric Garcia mentre Busquets non si abbassa a supporto dei centrali proprio perché la sua presenza sarebbe considerata ridondante mentre restando alle spalle della prima linea di pressione può sfruttare gli spazi creati dai movimenti dei suoi compagni più avanzati. Nel corso della stessa partita l'Espanyol lascerà solo un uomo in prima pressione ripiegando su un 5-4-1, questo porterà Mingueza a slegarsi dalla prima linea di costruzione delegandola ai soli centrali difensivi.

Nella partita contro il Benfica si è vista in maniera più marcata la struttura 3+2 in costruzione, questo perché la formazione portoghese ha cercato di contestare la costruzione di Pique e compagni in parità numerica (5 vs. 5 come si evince dall'esempio). Questo spiega anche la scelta di una difesa a 3 più rigida con Araujo in luogo di Mingueza con l'uruguayano più abile del canterano spagnolo nei duelli difensivi; per mantenere la superiorità numerica, invece, ecco che torna utile l'utilizzo di Ter Stegen e del suo educatissimo piede.

Ciò che accomuna le due situazioni sta nel fatto che il Barça utilizza lo schieramento in prima costruzione per capire quale sia l'atteggiamento dell'avversario ed in base a questo stabilire come scaglionarsi sul terreno di gioco. Nel primo esempio notiamo ampio spazio a disposizione di Busquets tra prima linea di pressione e linea dei centrocampisti dell'Espanyol; nel secondo esempio vediamo un Benfica più aggressivo ma che concede spazio tra linea di centrocampo e di difesa, questo ci fa capire come Xavi faccia in modo di manipolare lo schieramento avversario.


STRUTTURA DELLA SQUADRA IN SVILUPPO 


La manipolazione degli spazi è ovviamente centrale nel sistema di sviluppo del gioco di Xavi: l'avversario viene sollecitato a fare delle scelte su quali zone di campo coprire e quali lasciare libere, mediante il possesso palla il Barcellona dovrebbe riconoscere quelle zone libere dove destinare il passaggio progressivo.

Da questo esempio tratto dalla partita contro l'Espanyol si nota cosa comporti questo aspetto: l'elemento di base è la struttura posizionale con cinque giocatori che occupano i cinque corridoi verticali. Qui l'avversario sceglie di chiudere le vie di accesso alla zona di rifinitura (ossia lo spazio tra difensori e centrocampisti) mantenendo le due linee corte, per cui il Barça sfruttando il sistema posizionale in ampiezza costringe il terzino sinistro dell'Espanyol ad uscire creando uno spazio tra di esso ed il centrale di sinistra: in questo spazio si inserisce Nico Gonzalez. 

Quello spazio dove si inserisce il classe 2002 spagnolo è il cosiddetto mezzospazio, in inglese halfspace, uno spazio considerato cruciale nel calcio posizionale e con ancora maggiore accezione nel calcio di Xavi.


Anche a livello statistico si nota chiaramente quanto il Barça in queste due partite abbia cercato quei spazi intermedi per generare situazioni di pericolo. Nella partita contro l'Espanyol è stato molto marcato l'utilizzo di questo meccanismo sul lato sinistro, quello dove si trovano ad operare Gavi e Jordi Alba a cui si aggiungeva De Jong, chiamato più volte ad abbandonare la posizione di prima copertura preventiva al fianco di Busquets per sovraccaricare quel lato di campo.

Questo esempio riassume quanto appena detto: il Barcellona qui porta 5 giocatori più Depay (che non conto in quanto non dovrebbe stare in quella posizione) per sovraccaricare un lato di campo, l'Espanyol chiude la porta stringendosi su quel lato ma aprendolo su quello opposto, così la squadra di Xavi va ad esplorare il lato debole per Akhomach, classe 2004 buttato nella mischia dall'ex capitano del Barça nella sua gara d'esordio in panchina.




LA RICERCA DEL PASE DE LA MUERTE


Uno dei marchi di fabbrica del Barcellona degli ultimi anni è stato il "pase de la muerte", ossia la tipologia di passaggio decisivo con cui Jordi Alba permetteva a Messi di rimpinguare le sue statistiche di realizzazione. Questo tipo di passaggio viene creato giocando il pallone sull'esterno alle spalle della linea difensiva avversaria che è costretta a rinculare mentre più giocatori riempiono l'area, uno di questi si stacca facendo un passo all'indietro e viene servito da un passaggio all'indietro dell'esterno permettendogli di concludere con lo specchio della porta davanti a se. 


Ecco qui un esempio di questo tipo di rifinitura cercata dal Barça: lo scatto di Jordi Alba costringe la linea difensiva ad abbassarsi, i giocatori blaugrana si dispongono in area di rigore riempendola staccandosi dalla linea difensiva, questo genera occasioni ad alto grado di conversione in rete (nella fattispecie Nico Gonzalez non riuscirà a trovare la via della rete).




In questo esempio si nota come questa soluzione sia conseguenza della struttura posizionale della squadra: qui il Benfica sceglie di giocare corto e stretto togliendo spazio tra le linee ma questo da una parte permette a Busquets di essere libero di trovare linee di passaggio in maniera indisturbata, dall'altra la scelta porta a concedere spazio sull'esterno dove Jordi Alba può essere addirittura servito sulla corsa.



Come si desume dal dato statistico relativo agli ingressi in area, anzitutto è aumentata la frequenza degli ingressi rispetto alla media stagionale (34 in Liga, 30 in Champions), ma soprattutto si può notare come la via esterna sia ampiamente ricercata mediante il meccanismo sopra esposto.


DIFESA IMBATTUTA GRAZIE ALLA RIAGGRESSIONE


Un dato emerso dalle due partite finora disputate dal Barça sotto la gestione Xavi sta nel dato relativo ai goal subiti: due partite due clean sheets per Ter Stegen. Certo sia l'Espanyol con Dimata e soprattutto il Benfica con Seferovic hanno avuto chances clamorose per battere il portiere tedesco nelle fasi finali delle due partite disputate ma restano due episodi quasi isolati soprattutto se confrontati con le difficoltà della squadra ogni qualvolta perdeva il possesso del pallone sotto la gestione Koeman.

Qui vediamo il meccanismo di prima pressione che inizia uomo contro uomo per poi diventare uomo-palla non appena l'avversario porta il pallone verso l'esterno, dove si vede che Depay prende Otamendi (il centrale dei tre difensori del Benfica) mentre Gavi stringe su Weigl abbandonando Almeida che non può essere servito visto che le linee di passaggio verso di lui sono coperte. Il Benfica è costretto al lancio lungo costringendo gli attaccanti a duelli aerei persi contro Pique ed Araujo (ecco spiegata la scelta dell'uruguaiano come indicato precedentemente).

Ancora più marcato è l'atteggiamento della squadra appena perso il pallone: il meccanismo alla base ci permette di chiudere il cerchio partito con la fase di costruzione, ossia quello di avere sempre un uomo in più rispetto a chi viene lasciato in smarcamento preventivo dall'avversario quando difende e lasciare gli altri a supporto della manovra offensiva e soprattutto riaggredire non appena viene perso il pallone. In questo esempio si nota chiaramente come Mingueza, Busquets e De Jong siano già pronti ad andare ad aggredire l'uscita avversaria con De Jong già in marcatura preventiva sull'unico uomo dell'Espanyol fuori dall'area di rigore.

Il dato del PPDA conferma la bontà della strategia di Xavi, con entrambe le partite terminate con un PPDA inferiore a 7 secondo i dati Wyscout.


CONCLUSIONI

Il lavoro da fare per Xavi è decisamente enorme ma le prime due partite ci hanno fatto intendere che la strada sembra tracciata e che la semina è in pieno corso. Il lato negativo di queste due partite sta nel fatto che la squadra finalizza poco e male (l'unico goal è arrivato su un calcio di rigore anche piuttosto generoso).

Da un lato sembra che Depay, l'uomo più vicino all'idea di finalizzatore in questa squadra, dopo un inizio di stagione travolgente sembra essere un tantino appannato e compie spesso scelte sbagliate con il pallone tra i piedi; dall'altro lato i vari ragazzini che agiscono alle sue spalle o al suo fianco sembrano ancora leggermente restii ad andare alla conclusione se non hanno la porta spalancata davanti ai loro occhi.

Ma la grande quantità di talento che il tecnico catalano dovrà innaffiare in questi mesi rende tutti molto ottimisti sulla crescita di questa squadra e, nei minuti in cui si è visto in campo contro il Benfica, un esempio quasi allegorico delle aspettative riposte in questo progetto è Ousmane Dembele, entrato in campo a mezzora dalla fine costruendo diverse opportunità potenziali con i suoi allunghi sulla destra.

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