Foto: Pagina Facebook SSC Bari. |
Quinta vittoria nelle ultime sei partite per il Bari, che trova la vittoria di misura anche sul campo dell'Ascoli che era imbattuto da quando Breda era subentrato in panchina a Bucchi (10 punti in 4 partite con altrettanti clean sheet per Leali). Come nella trasferta di Brescia non è tutto oro quel che luccica: il Bari si porta a casa i tre punti ma anche la consapevolezza che non sempre giocando con questa strategia il risultato potrà essere favorevole.
Per cui quali insegnamenti porta questa partita per la formazione biancorossa? Ce lo siamo chiesti, anche questa volta, io e Giovanni Fasano.
La temutissima trasferta di Ascoli è terminata con un’altra vittoria di misura. Come raccontereste la partita del “Del Duca”?
Nicola L. - Personalmente credo che la partita debba raccontarla Nicola Falasco, giocatore che con il suo piede sinistro è stato artefice di molte delle fortune dell’Ascoli in questa stagione, ma che domenica, invece, si è svegliato, a proposito di piedi, con il piede sbagliato.
Il terzino sinistro della squadra di Roberto Breda ha sbagliato ogni tipo di giocata e, per mettere la ciliegina sulla torta, si è fatto ammonire intavolando un’inutile polemica con Esposito su come gestire una rimessa laterale, per poi subire la seconda ammonizione per un fallo conseguente ad un pallone che si è allungato in malo modo.
Ascoli-Bari si può riassumere tutta qui, con un Bari che, fino a quando le due squadre erano in parità numerica, stava subendo l’iniziativa della squadra di casa e deve ringraziare Caprile e qualche imprecisione dei giocatori piceni, se non sia finita sotto.
La progressione degli expected goals (Bari in verde) per mostrare la totale assenza in fase offensiva del Bari fino al rigore di Cheddira. (Fonte: Soccerment). |
Ottenuta la superiorità numerica, la formazione biancorossa ha potuto giocare il pallone più comodamente e su un’iniziativa sulla sinistra è arrivato un pallone in area che Cheddira ha conteso a Botteghin costringendo l’ex Feyenoord a commettere un ingenuo fallo da rigore poi trasformato dal centravanti biancorosso, proprio ad un passo dal fischio finale del primo tempo.
Se tutto questo non lo vedete come un messaggio positivo dato dal fato alla formazione di Mignani, beh allora non so cos’altro possa succedere, ma soprattutto non andrei ulteriormente a ricercare episodi positivi nelle prossime settimane, altrimenti sarà difficile dare seguito ai sogni di gloria che (giustamente) tutti credono di poter inseguire a Bari.
Giovanni F. - Ascoli-Bari è stata una partita fortemente influenzata da una serie di episodi che hanno sorriso ai biancorossi. Su quale sia stato il punto di svolta del match ci sono pochissimi dubbi: l’espulsione di Falasco ha tarpato le ali ad un Ascoli in crescita nella fase centrale della prima frazione e ridato fiducia ad un Bari passivo e poco brillante.
L’Ascoli ha approcciato la gara con maggiore intensità e coraggio, imbrigliando un Bari troppo scolastico nei movimenti senza palla di centrocampisti e attaccanti. Esposito è stato morbido nei duelli e stranamente impreciso nelle sponde, mentre Cheddira ha palesato tutti i suoi limiti ormai ben noti nel gioco spalle alla porta.
Oltre a loro due, anche Bellomo - scelto nuovamente da Mignani nel ruolo di trequartista - è stato poco intraprendente nei movimenti senza palla e troppo compassato nelle poche occasioni in cui riceveva il pallone con spazio da attaccare. Il confronto con il trequartista avversario, Falzerano, è stato quasi impietoso: nella prima mezz’ora il classe 91’ ha creato grossi grattacapi alla linea difensiva biancorossa alternando movimenti in profondità ad altri fatti per sovraccaricare il lato palla e creare superiorità numerica.
L'impatto dell'espulsione di Falasco e dell'ingresso di Maiello e Benali sulla quantità di possesso palla del Bari (Fonte: Wyscout). |
L’ingenua espulsione subita da Falasco, seguita dal rigore conquistato e trasformato da Cheddira, hanno indirizzato in modo netto la partita. Nella ripresa il Bari ha alternato fasi in cui, soprattutto grazie agli ingressi di Maiello e Benali, ha gestito senza rischi il possesso, ad altre in cui, pur forte della superiorità numerica, ha confermato la tendenza a sfilacciarsi in mezzo al campo e a rintanarsi con passività nella propria area di rigore. Non si può certo dire che il Bari abbia corso grossi pericoli, ma l’impressione resta quella di una squadra volenterosa, mentalmente inscalfibile ma con la spia della riserva accesa.
A corredo di ciò va comunque detto che, specialmente in questo periodo, mettere punti in cascina è la cosa più importante e il Bari ne ha fatti 16 nelle ultime 6 partite, subendo solo 5 gol di cui 2 nel garbage time della sfida contro la Spal. In più, in un campionato così livellato vincere contro squadre in fiducia è doppiamente difficile, quindi i punti ottenuti contro Venezia ed Ascoli, seppur conquistati in maniera sporca, non vanno sottostimati.
Come giudicate la prestazione del Bari ed il contesto in cui è arrivata?
Nicola L. - Come si è capito leggendo la risposta al primo quesito, la prestazione del Bari non mi ha affatto convinto, ma è anche giusto sottolineare che la formazione biancorossa si è presentata in condizioni tutt’altro che ottimali a questa partita.
Il fatto di aver dovuto rinunciare in un sol colpo, dal primo minuto, a Di Cesare e Maiello, ossia le travi portanti di questa squadra, è un esempio che serve a dare concretezza a quell’idea di squadra arrivata a questa partita con il fiato corto tra piccoli e grandi infortuni e con un turno infrasettimanale molto faticoso nel mezzo.
Il Bari del primo tempo non è praticamente mai riuscito a muovere il pallone se non cercando di lanciare la palla su Esposito e su Cheddira che hanno dovuto sfidare i rispettivi avversari a duello con le spalle alla porta per quasi tutto il primo tempo.
La grafica dei passaggi progressivi della formazione biancorossa molto indicativa sulle direttrici di gioco (Fonte: Wyscout). |
Il giocatore di proprietà dell’Inter, pur di non dover fare a sportellate con Botteghin, ha preferito abbassarsi tantissimo per poter giocare qualche pallone di sponda per prolungare un minimo la fasi di possesso del Bari ma sacrificando un eventuale supporto negli ultimi 20 metri; il capocannoniere della squadra di Mignani e del campionato cadetto non è mai riuscito ad attivare le proprie corse verso la porta, suo marchio di fabbrica.
La partita poi è girata dalla parte giusta per la formazione biancorossa e nel secondo tempo, complice anche l’ingresso di Maiello, è stato più semplice gestire i ritmi (abbassandoli), e soprattutto i nuovi ingressi hanno permesso al Bari di far valere la superiorità numerica mediante una maggiore brillantezza a livello fisico.
Giovanni F. - Il mio giudizio sulla prestazione della squadra lo si può evincere dalla risposta alla prima domanda.
Detto ciò, voglio continuare a dare credito al gruppo e all’allenatore perché ritengo che la prestazione sia anche figlia di un periodo particolarmente intenso in termini di partite giocate e tipologia di sfide disputate.
Nell’arco della stagione il Bari ha sempre mostrato questa abilità nel saper cambiare abito in base all’avversario di turno, quindi mi aspetto sin da sabato prossimo - contro un avversario diverso dai vari Brescia, Venezia ed Ascoli - una squadra meno speculativa e desiderosa di determinare il proprio destino attraverso le sue armi. In questo senso, nonostante le partite di abulia offensiva siano diverse, Mignani rappresenta una garanzia e penso sappia perfettamente quale sia la strada da perseguire per tentare l’assalto alla Serie A.
Ed anche questa volta proviamo a stabilire migliore e peggiore della formazione biancorossa. Fuori i nomi.
Nicola L. - Il tipo di partita impostata dal Bari influisce anche sullo stabilire quelli che sono stati i migliori ed i peggiori in campo: per forza di cose devo orientarmi sul reparto difensivo per trovare il migliore e la scelta è davvero complicata perché i 4 difensori del Bari si sono tutti disimpegnati al meglio.
Ma se devo sommare l’apporto tra le due fasi allora scelgo Mazzotta, tenuto a riposo nella partita contro il Venezia, e che ad Ascoli ha mostrato tutte le qualità messe in mostra nel corso di questa stagione da quando Mignani gli ha dato una maglia da titolare.
I 52 passaggi effettuati (su 56 tentati) da Mazzotta nella partita di Ascoli (Fonte: Wyscout). |
Oltre ad aver interpretato al meglio i suoi compiti difensivi tenendo bene la posizione e coprendo anche le uscite di Vicari dalla linea difensiva, in fase di possesso è stato addirittura il giocatore con più palloni toccati della squadra e da una sua discesa sulla sinistra è nata la situazione che ha portato al rigore segnato da Cheddira.
Riguardo il peggiore, il discorso ovviamente è opposto e sono i giocatori offensivi a dover prendersi l’onere di finire tra i peggiori: di certo non tutte le colpe sono loro visto che l’atteggiamento del Bari li ha portati a dover lottare soli contro la difesa dell’Ascoli; tuttavia, fatta questa premessa credo che la prestazione di domenica sia la peggiore di Sebastiano Esposito con la maglia biancorossa: ha perso tutti i duelli ed ha fatto una gran fatica a gestire i palloni ricevuti. Prestazione negativa.
Giovanni F. - Sicuramente ci sono state alcune prestazioni sopra la media, ma nessuno si è distinto rispetto agli altri in modo evidente. Come Nicola, anche io ho apprezzato il comportamento della linea difensiva, dunque cito Zuzek per rimarcare l’ottimo lavoro collettivo e individuale svolto dalla retroguardia biancorossa.
Il centrale sloveno, oltre a mostrarsi affidabile nei compiti prettamente difensivi, ha nuovamente esibito una notevole confidenza nel giocare il pallone con i piedi. Rispetto a Di Cesare e Vicari, che si limitano ad una circolazione pulita ma elementare, Zuzek ricerca spesso tracce verticali, e lo fa con discreta precisione e invidiabile sicurezza. Oltre a lui, ennesima grande prestazione di Benedetti, encomiabile nel lavoro senza palla.
Meno in palla il reparto offensivo, a partire da Esposito già citato da Nicola, passando per Cheddira, il cui rigore riabilita parzialmente una prestazione piena di imprecisioni tecniche, per arrivare a Scheidler, la cui mezz’ora in campo è stata forse la peggiore da quando veste biancorossa. Il francese continua ad essere molle e svagato nei contrasti, una mancanza che in partite del genere può pesare più che in altre. Inoltre, ha cestinato due grosse occasioni che avrebbero evitato il brivido finale sull’entrata di Zuzek su Dionisi.
Sabato pomeriggio ci sarà lo showdown contro il Frosinone. Che tipo di partita dovrà fare il Bari?
Nicola L. - Indipendentemente da quella che sarà la cornice di pubblico del San Nicola (si parla di 50000 presenze, ma non essendo gara serale ed essendo sabato comunque un giorno lavorativo a Bari, dubito ci si avvicinerà a questo tipo di affluenza) Bari-Frosinone sarà una grandissima partita in quanto mette di fronte le due squadre che si esprimono meglio a livello collettivo (il Genoa vive delle individualità di cui dispone).
Il 4-3-3 costruito da Fabio Grosso ha reso la squadra ciociara una macchina da guerra (calcisticamente parlando, sia chiaro) in cui il principale punto di forza è il tridente d’attacco con i due esterni Roberto Insigne e Caso a tratti irresistibili in velocità e palla al piede, supportati da una punta centrale in grado di svolgere più compiti (sia che si tratti di Mulattieri che di Luca Moro).
Alle spalle di questo attacco c’è un centrocampo in grado di muovere la palla e riempire spazi ed una linea difensiva che non ha paura a restare alta nonostante non abbia centrali difensivi particolarmente rapidi e con due terzini che non hanno problemi a spingere, soprattutto a sinistra con Frabotta o Cotali. Inoltre è una squadra che ha due scelte in tutti i ruoli, e questo è merito di una persona che a Bari nessuno può dimenticare, nonostante il grande lavoro di Ciro Polito: mi riferisco a Guido Angelozzi.
Che partita mi aspetto? Difficile da dire, la cosa più ovvia è quella di vedere un Bari che resti basso come da tendenza delle ultime partite ed un Frosinone che cercherà di fare la partita. Tuttavia, in base ai giocatori che Mignani avrà a disposizione per il big-match, credo che questa sia la partita in cui il Bari debba cercare di proporre qualcosa di diverso, quasi al limite di giocarsela senza avere nulla da perdere, perchè alla fine di perdere contro questo Frosinone ci può anche stare, ma non ci può stare di farlo senza averci provato a metterli in difficoltà. Tanto più che, vista la situazione di classifica, non credo che la squadra di Fabio Grosso verrà a Bari cercando di speculare, ma è solo una mia impressione..
Giovanni F. - Prima di ogni cosa, da Bari e Frosinone mi aspetto una grande partita che rispecchi il valore delle due squadre e del campionato che stanno disputando.
Entrando nello specifico, è molto difficile dire che tipo di partita debba fare la squadra di Mignani perché Grosso ha dimostrato di essere molto bravo nel mutare il proprio piano di gioco in base alle caratteristiche dell’avversario. I vari Caso, Insigne, Garritano e Mulattieri sono fenomenali nell’attaccare in campo aperto, ma hanno anche qualità sufficienti e soluzioni efficienti per scardinare blocchi bassi grazie agli isolamenti sulle fasce o alle combinazioni centrali che coinvolgono anche Rohden, Boloca e Mazzitelli.
Per evitare che i ciociari prendano ritmo e fiducia, il Bari dovrà concentrarsi sul limitare le loro fonti di gioco principali, ossia Caso e Insigne. Essendo due esterni che amano giocare il pallone, costringerli a ricezioni complesse, spalle alla porta e con poche linee di passaggio a supporto potrebbe essere la soluzione per limitarne l’impatto sulla gara. Per farlo sarà importante grande coesione in fase di non possesso e tanta aggressività e intensità sui portatori di palla.
In fase offensiva il Bari dovrà recuperare la fluidità e la brillantezza dei giorni migliori, magari proponendo uno schieramento meno conservativo di quelli visti nelle ultime settimane. La speranza è che torni arruolabile Folorunsho, in caso contrario mi aspetto Benali o addirittura Botta ad agire a supporto delle punte.
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