sabato 4 marzo 2023

Chiacchere da Bari(i) #24 - Bari-Venezia

 

Foto: Pagina Facebook SSC Bari.

Nuova puntata di Chiacchere da Bar(i) in cui io e Giovanni Fasano ci troviamo a commentare la quarta vittoria in cinque partite della formazione biancorossa al termine di un'altra partita tostissima e sofferta contro una squadra come il Venezia che sta crescendo progressivamente sotto la gestione Vanoli che, infatti, non a torto, ha affermato che la sua squadra meritasse di uscire dal San Nicola con almeno un punto. Proviamo a spiegare perché.

Una vittoria di misura contro il Venezia. Che partita è stata quella del San Nicola?

Nicola L. - Anche Bari-Venezia è stata una partita molto complicata per il Bari, al pari di quella contro il Cagliari di due settimane fa. Vanoli è venuto a Bari con l’obiettivo di dettare il contesto tattico della partita e ci è riuscito: nel primo tempo si è schierato con un 3-5-2 molto rigido in cui ha usato diverse varianti per bloccare il gioco della squadra di Mignani.

In particolare il Venezia ha provato a schermare Maiello usando al meglio la propria coppia d’attacco che si suddivideva i compiti, con una delle due punte che andava sul centrale del Bari in possesso palla e l’altra che, appunto, seguiva il play biancorosso. Non appena il gioco veniva, invece, spostato sui terzini, le consegne cambiavano a seconda della fascia di competenza: sulla ricezione di Pucino scalava in avanti Ciervo, schierato in una posizione di quinto di sinistra su cui nutro personalmente qualche dubbio, mentre se il pallone andava a Ricci sulla sinistra, il compito di andarlo a prendere era della mezzala Milanese. 

Senza poter attivare Maiello per il Bari era difficile impostare un’azione degna di questo nome, inoltre la soluzione palla profonda per Cheddira era, a sua volta, negata da un altro accorgimento di Vanoli che ha schierato Ceppitelli con dei compiti quasi da libero, una soluzione avente proprio lo scopo di negare la profondità al Bari ed al suo capocannoniere.



Le cose sono migliorate progressivamente quando a turno i centrocampisti del Bari hanno iniziato a muoversi senza palla e a dare una mano in costruzione ai compagni, questo ha creato molta confusione nella squadra lagunare su quali scelte fare (seguire i movimenti dei centrocampisti o coprire la zona? Un problema che ha afflitto principalmente Busio e Tessmann). A questo si è aggiunta la capacità di Maiello di individuare di volta in volta le zone di campo dove ricevere la palla e questo gli ha permesso, come al solito, di tornare ad orchestrare il gioco e permettere al Bari di prendere in mano le redini delle operazioni.

Nel secondo tempo Vanoli ha fatto la prima mossa togliendo Busio ed inserendo Cheryshev, una mossa che ha dato un input importante alla formazione lagunare che ha iniziato il secondo tempo con un approccio migliore che l’ha portata anche al goal con Pohjanpalo, poi annullato per la manata di Cheryscev su Ricci. In particolare, l’ex giocatore del Valencia si muoveva tra le linee con molta libertà creando situazioni di superiorità numerica in fase di sviluppo dell’azione.

Trovato il goal il Bari ha deciso di correre ai ripari facendo entrare Zuzek togliendo Bellomo, scegliendo, quindi, di mettersi in trincea a difesa del risultato. La missione ha avuto successo e la formazione biancorossa ha portato a casa i tre punti.

Giovanni F. - Partiamo dai dati oggettivi e incontrovertibili: il Bari conquista la terza vittoria nelle ultime quattro partite e riduce ad un punto la distanza con il Genoa secondo in classifica. Lo fa al termine di una gara tesa e giocata sul filo dell’equilibrio sin dalle primissime battute. Non si può dire che il Bari abbia fornito una bella prestazione, ma non si può negare che la squadra abbia interpretato bene una gara tutt’altro che semplice.

L’undici scelto da Mignani annunciava uno scontro improntato sulla fisicità, e così è stato. Nella prima frazione le due squadre hanno alternato fasi di timido predominio caratterizzate da un paio di ottime occasioni da gol per parte. Il Bari ha sviluppato diverse trame interessanti pur peccando di incisività nell’ultimo terzo di campo, mentre il Venezia ha generato diversi pericoli sfruttando la buona verve della catena di sinistra composta da Candela e Milanese, entrambi ottimi giocatori.

Il piano gara della ripresa è stato determinato da un susseguirsi di episodi che hanno favorito il Bari e costretto il Venezia a prendere in mano le redini del match. La pressione a cui è stata sottoposta la retroguardia biancorossa è stata costante e intensa, ma mai così pericolosa da mettere a repentaglio il risultato. L’ingresso di Zuzek e il conseguente cambio di assetto ha consentito al Bari di gestire senza affanni il duo Pohjanpalo-Novakovic, mentre il lavoro senza palla degli infaticabili Benedetti e Molina ha garantito un costante supporto sia ai quinti che a Maiello in mezzo al campo. Pur sfruttando a pieno tutta la profondità della sua panchina, Vanoli non è riuscito ad imprimere quel cambio di passo necessario per sovvertire l’inerzia della gara.

All’ottima prova difensiva ha fatto da contraltare una produzione offensiva ancora scarna. Il Bari si conferma meno brillante del solito in quello che è il punto di forza del proprio arsenale offensivo: la capacità di ribaltare il campo in poco tempo e con qualità. A Brescia c’erano state le prime avvisaglie, oggi un’ulteriore conferma. L’assenza di Folorunsho è una giustificazione più che valida in tal senso, ma l’impressione è che la squadra sia globalmente un po’ affaticata.

Quali impressioni vi ha destato la prestazione del Bari, soprattutto in relazione al prosieguo del campionato?

Nicola L. - Credo che nelle interviste post-partita, Mignani abbia utilizzato un termine molto calzante per riassumere la prestazione del Bari: acume. Il Bari di queste ultime settimane sta piegando l’andamento di diverse partite - specie quelle casalinghe - usando molto la testa e trovando di volta in volta le soluzioni giuste per venire a capo di situazioni difficili.

La partita contro il Venezia è stata resa molto complicata dal fatto che la squadra di Vanoli ha dettato il contesto tattico sia nella prima che nelle seconda frazione di gara, ma questo non ha fatto smarrire la formazione biancorossa che ha cercato di volta in volta la soluzione migliore per prendere in mano il controllo delle operazioni.

A questo aspetto si aggiunge il fatto che mancavano giocatori importanti, eppure il Bari, seppur dovendo abbassare di molto la qualità del suo gioco proprio per caratteristiche degli elementi in campo, è riuscito a tenere il campo contro una squadra che sembrava ad un certo punto poter uscire dal San Nicola con l’intera posta in palio.

Ovviamente non tutto è rose e fiori, perché anche questa volta dopo aver trovato il gol il Bari si è abbassato pericolosamente senza la capacità di riuscire, poi, a ripartire e sapere cosa fare con il pallone tra i piedi. Anche la mossa di passare a tre dietro, forse più dettata dal fatto che la panchina si era svuotata di centrocampisti che altro, non ha aiutato in tal senso, tanto più che poi Vanoli stesso si è tenuto l’ultima mossa a livello tattico passando alla difesa a 4 facendo saltare il piano di Mignani di giocarsi la partita con uno schieramento “a specchio” nella fase finale di partita.

Riguardo le indicazioni per il resto del campionato, la classifica comincia ad essere interessante, tuttavia mi preme sottolineare che dopo la gara d’andata a Venezia il Bari era saldamente in testa alla classifica, ma da lì iniziò una serie di partite senza vittorie molto lunga. Rispetto a quel Bari questa è una squadra che sa trovare soluzioni differenti per risolvere e piegare a proprio favore le partite, ma sarà sufficiente per tenere il passo? 

Però, oltre a scaldare le piazza, l'idea che mi sono fatto dopo questa partita è che questa squadra abbia raggiunto un alto livello di consapevolezza della propria forza e questa si vede nell'entusiasmo e nei gesti dei giocatori e dell'allenatore. Alla fine le cose più belle a Bari le abbiamo viste quando si crea un contesto di fiducia all'interno dello spogliatoio ben visibile in alcune scene viste durante e dopo la partita.



Nell’ordine le prossime avversarie saranno Ascoli, Frosinone e Ternana, al termine di questo trittico capiremo se ci sono reali possibilità di illudersi oppure no.

Giovanni F. - È una vittoria che conferma la profondità della rosa messa a disposizione da Polito e la capacità di Mignani di scegliere gli uomini giusti in base al tipo di gara da affrontare. 

Nello specifico, la mossa determinante nella sfida contro il Venezia è stata quella di scegliere Salvatore Molina a centrocampo, a discapito di un calciatore più a suo agio con il pallone ma meno dinamico come Benali. Oltre ad essere determinante nell’azione del gol di Bellomo, la presenza dell’ex Monza ha garantito costante supporto a Pucino nei duelli con Ciervo, estromettendo dal match il ragazzo cresciuto nelle giovanili della Roma. 

Secondo i dati di SofaScore, sono stati 7 su 8 i contrasti vinti da Molina, una statistica emblematica dello spessore della sua prestazione.

Oltre a dirci tanto sulla bontà del lavoro svolto da Mignani, è una vittoria che muta le prospettive del Bari. Per la prima volta in stagione la squadra ha dato continuità a un filotto di risultati positivi vincendo una gara fondamentale ai fini della classifica. Lo ha fatto sporcandosi le mani, plasmando il proprio assetto con prontezza e maturità e dimostrando di avere tutte le carte in regola per permettere ai tifosi di sognare.


Il gioco ormai lo conoscete: il vostro migliore ed il vostro peggiore in campo.


Nicola L. - Onestamente penso che nessuno si sia realmente elevato nella squadra biancorossa all’interno della partita: ognuno a suo modo ha fornito il proprio contributo, specie nella seconda parte del secondo tempo, quando il Bari ha trovato più volte il modo per mettere in difficoltà gli avversari.

Ma dovendo fare un nome la mia scelta ricade su Salvatore Molina, autore dell’assist per il goal di Bellomo (anche lui ottima partita oltre alla rete realizzata). La sua capacità di svolgere più compiti si sta rivelando un’arma importantissima per il Bari: ha dato una mano a Maiello in costruzione, ha dato una mano a Pucino quando era necessario portare un raddoppio di marcatura da quella parte, più in generale ha riempito a modo suo il centrocampo del Bari. 
Ero molto perplesso sulla scelta di Polito di portarlo a Bari, quasi fosse un ripiego per non essere tornato da Monza con Valoti, ed invece si sta rivelando un giocatore preziosissimo che ha allungato lo spettro di scelte a disposizione di Mignani per il suo centrocampo.


Riguardo il peggiore, anche qui per i motivi di cui sopra non è possibile trovare un giocatore che realmente si sia distinto negativamente. Per cui devo trovare necessariamente un pelo nell’uovo e dico che ho visto un Valerio Di Cesare meno brillante del solito, si è preso un’ammonizione dopo pochissimi minuti per un’uscita dalla linea difensiva valutata con i tempi sbagliati che ne ha condizionato la partita assieme, forse, a delle condizioni fisiche non ottimali. Non lo definirei il peggiore, perché non è la chiave di lettura corretta, ma meno brillante del solito mi sento di dire di sì.

Giovanni F. - Come fatto intuire nella domanda precedente, anche per me il migliore in campo è stato Salvatore Molina. Oltre a lui nessuno si è distinto particolarmente, dunque faccio qualche nome la cui prestazione è stata ampiamente sufficiente. Il primo è ancora una volta Raffaele Maiello, meno appariscente nella circolazione del pallone ma fondamentale nel solito encomiabile lavoro difensivo. Nella prima frazione ha supportato i due centrali schermando le ricezioni di Pohjanpalo, mentre nella ripresa ha gestito senza affanni il subentrante Cheryshev. Buona prova anche del rientrante Ricci, protagonista di un bel duello con Candela, e di Vicari, granitico nei duelli e più pulito del solito nella circolazione del pallone.

È stata una partita avara di picchi prestazionali, dunque fatico a trovare anche un peggiore in campo. Se non fosse stato per il gol avrei citato Bellomo, che ancora una volta ha palesato i suoi limiti nel giocare da trequartista. Mignani lo vede in quel ruolo, ma per me non ha la rapidità di pensiero necessaria per associarsi con le punte e integrarsi in un sistema offensivo improntato sulla verticalità. Il gol - di pregevole fattura sia per l’assist di Molina che per l’ottimo movimento sul secondo palo di Bellomo - ha ridato colore alla sua prova, ma resta un giocatore il cui impiego va centellinato.


Domenica trasferta ad Ascoli, contro cui arrivò all’andata la prima sconfitta stagionale. Che valore date a questa partita?


Nicola L. - Non sono uno che ama le iperboli ma la partita di Ascoli potrebbe davvero cambiare dimensione alla stagione del Bari: la squadra picena si presenta al confronto con 10 punti nelle ultime 4 partite, frutto del cambio di panchina da Bucchi a Breda.

Fonte dati: Wyscout
Con l’arrivo dell’ex allenatore del Latina in panchina, la squadra picena ha sostanzialmente blindato la porta, tenendola inviolata in tutte e quattro le partite; non è un dato casuale visto che dall’arrivo della nuova guida tecnica sono decisamente diminuiti i tiri e gli expected goals subiti.

Il Bari affronterà, quindi, una squadra diversa rispetto a quella dell’andata anche dal punto di vista tattico, con Breda che ha schierato i bianconeri dal suo arrivo con un 4-3-1-2 molto simile al rombo con cui gioca Mignani, per cui ci aspetta un’altra sfida a scacchi a livello tattico e, se la formazione biancorossa riuscirà a portare a casa anche questa sfida sfruttando al meglio le varie soluzioni presenti in rosa, beh allora sì che il discorso sugli obiettivi deve essere aggiornato e l’asticella portata molto in alto.

Giovanni F. - Sarò lapidario: quella contro l’Ascoli si prospetta una gara ancora più dura di quella appena mandata in archivio. La squadra di Breda è in un ottimo periodo di forma: vince, non subisce gol da più di un mese e assapora, per il secondo anno di fila, la possibilità di fare i playoff.

L’Ascoli è una squadra fisica, muscolare e rognosa soprattutto nella parte centrale del campo. In mediana agiscono Caligara e Collocolo, entrambi profili da attenzionare anche in ottica salto di categoria. Il secondo più del primo è il prototipo del centrocampista moderno capace di fare tante cose, a grande intensità e con una buona dose di qualità.

L’attacco, con l’assenza di Forte, è leggero ma dinamico. Per intenderci, la coppia Marsura-Gondo ricorda quella composta da Olivieri e Di Carmine che ha creato grossi problemi a Di Cesare e Vicari.

Sarà una gara da disputare ancora una volta con l’elmetto, su un campo piccolo e contro una squadra che ti lascia poco tempo per pensare ed elaborare le giocate. Da Mignani mi aspetto importanti rotazioni e soprattutto il ritorno in attacco di Esposito: il suo estro e la sua fantasia potrebbero essere le chiavi per indirizzare la sfida.

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