Wednesday, 7 June 2023

Chiacchere da Bar(i) #37 - Bari-Sudtirol semifinale di ritorno

 

Foto: Profilo Facebook SSC Bari

Più di 50000 spettatori finalmente hanno potuto liberare il grido di gioia al San Nicola, cosa mai successa quando il pubblico di Bari ha riempito l'astronave di Renzo Piano. ci ha pensato Leonardo Benedetti a trovare il goal che ha mandato la formazione biancorossa in finale e regalare una gioia ad una città intera. Io e Giovanni Fasano proviamo ad analizzare e razionalizzare una partita che non abbiamo assistito in maniera così razionale e che forse non lo è davvero stata. Cominciamo.

Il gol di Benedetti con una squadra lasciata in dieci dall’espulsione di Ricci permette al Bari di raggiungere la finale. Cosa vogliamo raccontare di questa partita?

Giovanni F. - Bari-Sudtirol, a prescindere da ogni considerazione tecnica o tattica, è una di quelle partite che avrà sempre un posto riservato nel cuore dei tifosi biancorossi. Personalmente ho avuto la fortuna di vedere la partita dal vivo, e la sensazione dopo il fischio finale era che anche noi tifosi avessimo contribuito attivamente al risultato ottenuto. 

Il rimando all’importanza del pubblico nell’economia della gara sarà costante in questa analisi, ma adesso proviamo a concentrarci su ciò che si è visto nel rettangolo di gioco. 

Mignani ha scelto il 4-4-2 già visto nel finale di stagione per cercare di scardinare il muro eretto dal Sudtirol, con Maita e Maiello a comporre la cerniera di centrocampo, Morachioli e Bellomo ad interpretare in modo diverso il ruolo di esterno di centrocampo e Cheddira ed Esposito in avanti. 

La feroce riaggressione del Bari
I primi 20 minuti hanno visto un Bari arrembante e propositivo, feroce in riaggressione e martellante nel tentativo di mettere alle corde gli avversari. A differenza della gara d’andata, Mignani ha sciolto le briglie ai terzini, consentendo ad entrambi di formare triangoli per creare superiorità numerica sulle fasce. Ricci combinava con Morachioli e Maita, mentre Dorval sfruttava i movimenti di Bellomo per garantire ampiezza sulla fascia destra e combinava con Esposito, impiegato nel ruolo di seconda punta con il compito di sovraccaricare il lato palla e offrire una linea di passaggio nei corridoi centrali. 

Così come nella gara d’andata, dove questo potenziale vantaggio non era stato quasi mai sfruttato, anche venerdì sera i movimenti di Esposito hanno creato diversi grattacapi alla linea difensiva del Sudtirol, con Bisoli che sin dai primi minuti chiedeva al terzetto di centrocampo maggiore compattezza. 

Il ragazzo di proprietà dell’Inter ha sfruttato la sua sensibilità tecnica per creare combinazioni ad alto tasso tecnico con Cheddira, generando diversi pericoli potenziali e la grande occasione capitata sui piedi del marocchino poco dopo la mezz’ora di gioco. Al contrario, il Bari perdeva la sua efficacia quando abusava troppo dei cross, sia per la qualità dei palloni catapultati in area da terzini e centrocampisti, che per la scarsa presenza di uomini in area di rigore. 

L’espulsione di Ricci ha smorzato l’impeto offensivo del Bari, costringendo i biancorossi ad una gara diversa nel secondo tempo. Con il nuovo schieramento, un 3-4-2 che vedeva Dorval e Morachioli impiegati a tutta fascia, i biancorossi hanno continuato a dominare territorialmente la gara, ma senza ritrovare i sincronismi della prima frazione. Le iniziative offensive erano appannaggio dei duelli ingaggiati dai due esterni e dai movimenti costanti ma sempre più fiacchi di un Esposito encomiabile ma meno lucido rispetto alla prima frazione.

I cambi di Mignani, rivelatisi decisivi, sono arrivati al momento giusto, ma a fare la differenza è stata l’attitudine con cui i tre subentrati si sono calati nel match. Botta al primo pallone toccato si è lanciato all’arma bianca in un duello con due difensori avversari, riuscendo a trovare lo spazio per spedire in area un cross debole ma insidioso, che dopo un velo intelligente di Cheddira e una sponda più casuale che voluta di Folorunsho ha incocciato il destro di Benedetti, chirurgico ed esiziale nello sfruttare l’occasione. 

Nell’ultimo quarto d’ora, un Bari allo stremo delle forze si è rintanato nella propria trequarti con il solo obiettivo di frapporre più corpi possibili tra gli avversari e la porta difesa da Caprile. La strategia, tutt’altro che efficace data la stazza degli uomini con cui il Sudtirol ha invaso l’area di rigore biancorossa, ha generato un paio di mischie in cui la fortuna ha sorriso al Bari e alle coronarie dei tifosi biancorossi. Ovviamente abbassarsi così tanto ha offerto il fianco agli ultimi attacchi disperati del Sudtirol, ma era difficile pretendere lucidità e raziocinio in un momento così concitato.

Nicola L. - A differenza di Giovanni non ho potuto seguire la partita dallo stadio, ma per assaporare l’atmosfera del San Nicola ho optato per togliere l’audio della telecronaca lasciando solo quello ambientale, e mai scelta si è rivelata più azzeccata. Non si può leggere la partita del San Nicola senza la cornice dell’astronave di Renzo Piano.

Entrando più nella disamina tecnica del match, Mignani ha cercato di mischiare le carte con uno schieramento che prevedeva Bellomo come mezzala destra e Maita mezzala sinistra. La motivazione risiedeva nel fatto di sovraccaricare con delle catene entrambe le zone laterali del campo prendendo coscienza del fatto che difficilmente si sarebbe trovato spazio nelle zone centrali.

Inoltre, lo schieramento con baricentro basso del Sudtirol oltre che prevedibile ha consentito al tecnico biancorosso di lasciare in difesa preventiva la sola coppia di centrali difensivi più Maiello e lasciando sganciare Dorval e Ricci, proprio alla ricerca di quelle superiorità numeriche necessarie a far scricchiolare il muro della formazione atesina. Purtroppo il muro non è scricchiolato per varie ragioni: una volta giunti nella trequarti i giocatori biancorossi facevano fatica a trovare la giocata vincente e soprattutto al sovraccarico di uomini proposto dal Bari, Bisoli rispondeva facendo collassare lo schieramento difensivo della squadra sul lato palla lasciando spazio solo per incursioni sulla fascia, motivo per il quale il Bari ha trovato accesso in area principalmente con dei cross fagocitati dai vari Zaro e Vinetot.


Con l'espulsione di Ricci il sentimento che emergeva era quello di aver perso l'uomo maggiormente ispirato in fase di rifinitura. Infatti il terzino ex Parma aveva mostrato nel corso del primo tempo di essere tra i pochi a cercare la giocata in verticale: l'occasione che Cheddira si procura al 35' del primo tempo nasce da una sua palla verticale in area di rigore che passa tra le maglie strette dello schieramento del Sudtirol. Per cui oltre a restare in inferiorità numerica il Bari ha perso anche la sua principale fonte di pericolo (le statistiche ci dicono che 6 dei 32 ingressi in area dei biancorossi sono partiti dai suoi piedi, nessuno ha fatto di più di lui).

Il cambio di modulo dopo l'intervallo è stata una mossa corretta di Mignani non potendo contare di un terzino alternativo in grado di fornire la stessa spinta, per cui spostando Morachioli e Dorval a tutto fascia l'intento di aprire lo schieramento avversario restava intatto, permettendo al Bari di continuare a mantenere la supremazia territoriale e giocando, questa volta a suo vantaggio, con l'atteggiamento difensivo degli avversari.

Quando la squadra biancorossa sembrava priva di forze e di lucidità, gli ingressi contestuali di Botta, Benedetti e Folorunsho hanno dato quella spinta utile a far cadere a spallate il muro eretto da Bisoli con un'azione confezionata dai tre subentrati a pochi secondi dal loro ingresso in campo. Un segnale decisamente importante di presenza emotiva di tutta la squadra all'interno della partita, elemento indispensabile per vincere partite che l'avversario cerca di sporcare in tutti i modi.

Dopo il goal fatto la squadra è nuovamente ricaduta nel vizio di abbassarsi, trasformando quell'entusiasmo in paura: il Sudtirol non sarebbe mai stato capace di avvicinarsi all'area di rigore se si fosse mantenuto un atteggiamento più coraggioso, invece si è optato per far entrare l'avversario negli ultimi 18 metri e solo il caso ha voluto che questa scelta non si rivoltasse contro la squadra di Mignani.


La vittoria che sensazioni vi lascia su questa squadra? Mignani ha espiato le sue colpe per la gara d’andata?


Giovanni F. - Spero che la fatica con cui si è superato un avversario decisamente meno preparato funga da lezione in previsione di Cagliari. La scellerata gara d’andata ha rischiato di compromettere una stagione condotta in modo quasi impeccabile da mister e squadra, e non vorrei rivedere lo stesso braccino nella gara della Domus Arena. 

Il compito per Mignani era molto più semplice rispetto alla gara d’andata. Con l’obbligo di vincere la partita l’unica strada percorribile era quella di attaccare con intensità, coraggio e un po’ di sana sfacciataggine sin dai primi minuti, e così è stato.

Un dettaglio sui duelli difensivi del Bari nella partita di venerdì sera (Fonte: Wyscout)

Ciò in cui il tecnico ligure si è distinto in positivo sono state le scelte e le tempistiche dei cambi. Come ben sappiamo, il Bari non ha in rosa i picchi qualitativi di squadre come Frosinone, Genoa, Parma o Cagliari stesso, ma ha un organico profondo e con molteplici soluzioni tattiche da poter adottare. 

Il lavoro di Polito, in questo senso, è stato encomiabile, e Mignani nella partita fino ad ora più importante della stagione ha saputo sfruttare le risorse a disposizione nel modo più corretto. In particolare, la scelta di inserire un calciatore ambizioso e sfrontato come Botta e un centrocampista di gamba come Benedetti si è rivelata subito decisiva in un contesto in cui energie, fisiche e mentali, iniziavano a scarseggiare.

Nicola L. - Come scritto a commento della gara d'andata, Mignani è stato costretto questa volta a chiedere ai suoi ragazzi un atteggiamento più aggressivo e propositivo ed il Bari ha mostrato di poterlo fare. Come ha detto Giovanni, mi auguro che la partita di Bolzano sia stata la lezione di cui la squadra e l'allenatore avevano bisogno per capire che un calcio speculativo ti mette di fronte a rischi inattesi.

Questa volta Mignani ha preparato molto bene la partita, soprattutto mi è piaciuta l'organizzazione della squadra in fase di recupero palla e soprattutto come ha preparato la squadra a gestire le potenziali transizioni avversarie, in particolare bloccando la connessione tra le due punte Odogwu e Mazzocchi, indispensabile nell'economia del gioco di Bisoli per poter alleggerire la pressione. Ed invece qui possiamo notare quanto fosse aggressivo Di Cesare nell'andare a cercare l'anticipo su Odogwu e Maiello pronto ad andare a recuperare la seconda palla dalle grinfie di Mazzocchi, una situazione che più volte si è verificata nel corso della partita e che ha consentito al Bari, seppur non brillando in termini di produzione offensiva a tenere molto alta la pressione sullo schieramento difensivo avversario.

Poi la scelta di inserire Botta, Benedetti e Folorunsho in corsa si è rivelato oltremodo vincente non solo per l'azione del goal ma anche per permettere al Bari di poter mantenere una certa intensità anche nelle fasi di gara in cui la stanchezza poteva far abbassare i ritmi e la concentrazione della squadra. Come detto sopra resta il neo della gestione dei minuti finali di partita, non è mai consigliabile invitare un avversario senza idee offensive ad entrare così facilmente in area di rigore.


Chi è stato secondo voi l’uomo copertina di questa notte di passione biancorossa? E chi ha figurato meno bene?

Giovanni F. - Fa strano dirlo per un ragazzo che ha da poco compiuto 22 anni e l’anno scorso giocava in Serie D, ma Mehdi Dorval è stato il trascinatore del Bari in questa partita. Il terzino algerino sin dal primo minuto si è calato nel match nel modo giusto, garantendo aggressività, intensità e qualità alla manovra offensiva e non disdegnando soluzioni individuali che non si sono rivelate decisive per la scarsa precisione in rifinitura. Nel finale si è calato nei panni del capopopolo, arringando il pubblico e facendo saltare i nervi dei giocatori avversari con giocate a metà tra l’ostruzionismo e l’arguzia.

Per la palma di peggiore in campo vado ancora una volta sulla fascia sinistra, dove Giacomo Ricci si è reso protagonista di una leggerezza che poteva compromettere la qualificazione. Parto dal presupposto che Ricci è un terzino che mi piace, sia per la pulizia tecnica nella gestione del pallone che per l’apporto atletico che garantisce alla fase offensiva, ma questi cali di concentrazione di cui è vittima potrebbero limitarne e non poco l’ascesa. 

Nicola L. - La prestazione d Dorval è stata senza dubbio esaltante per i motivi correttamente addotti da Giovanni, però la mia scelta ricade su un giocatore che non smetterò mai di esaltare: mi riferisco a Raffaele Maiello, autore di un'altra partita di lotta e governo a dir poco esaltante. Nessun pallone che transitava dalle sue parti è mai finito sui piedi dei giocatori avversari, evidentemente a 32 anni per lui questa è la nuova chance che la carriera gli mette di fronte per giocare la serie A da professionista (le precedenti esperienze di Empoli e Frosinone sono state negative per lui) e sta dando tutto per sfruttarla.

Riguardo il peggiore, il primo tempo di Mattia Maita è stato a mio parere al limite dell'irritante; sia chiaro il numero 4 del Bari ha fatto una grande stagione ma nella partita di venerdì ha mostrato di aver quasi dimenticato cosa fare quando aveva il pallone tra i piedi. Diverse volte con le sue esitazioni ha fatto perdere tempi di gioco alla squadra vanificando l'ottima organizzazione con cui la squadra si avvicinava all'area di rigore avversaria. A livello difensivo, invece, ha giocato una partita maiuscola per cui strappa anche lui la sufficienza ma la sua prestazione in generale desta ancora qualche preoccupazione.


Ed ora arriva la doppia sfida al Cagliari per stabilire chi sarà la terza promossa in A. Che partite vi aspettate?


Giovanni F. - Quella della Domus Arena si prospetta una gara complessa sotto ogni punto di vista, che sarà importante affrontare con equilibrio ma con la giusta dose di coraggio. Nella prima metà della gara d’andata contro il Parma, i sardi hanno palesato un certo disordine in fase di transizione negativa, con ritardi a catena nella fase di pressing e contropressing che hanno consentito al Parma di arrivare in porta con estrema facilità. Difficile che questa situazione si replichi giovedì, ma in ogni caso per il Bari sarà importante cercare subito la verticalità per cogliere di sorpresa una linea difensiva che non potrà contare su Alberto Dossena, leader emotivo e difensore centrale più utilizzato da Ranieri da quando siede sulla panchina del Cagliari.

La difesa, che con ogni probabilità sarà il reparto più sollecitato, dovrà invece fornire una prova di massima applicazione mentale. Lapadula, rispetto ad Odogwu, non ingaggerà duelli fisici a ripetizione con Vicari e Di Cesare, ma cercherà di incunearsi tra di loro sfruttando la maggiore rapidità nei primi passi e la capacità, quasi divinatoria, di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Allo stesso modo, sarà importante raddoppiare gli esterni, che con ogni probabilità saranno Luvumbo e Nandez, vere fonti di gioco offensive in caso di assenza di Mancosu. Per cercare di tenere in allerta la catena destra del Cagliari (quella composta dallo stesso Nandez e da Zappa), potrebbe essere fruttuoso l’utilizzo dal primo minuto di Morachioli, che limiterebbe le sortite offensive del terzino.

Nicola L. - Sarà una battaglia tattica mica da ridere quella che aspetta il Bari a Cagliari: il vantaggio di poter ottenere la serie A anche con un doppio pareggio si è mostrata essere un boomerang per Mignani e la squadra in semifinale per cui è necessario avere in mente un piano ben definito sia per la fase di non possesso che per quella di possesso.

Per la partita che si giocherà in Sardegna giustamente Giovanni faceva notare la pesante assenza di Dossena per la squadra di Ranieri, ma anche il Bari dovrà capire come gestire la linea difensiva in assenza di Ricci: è arruolabile Pucino a destra per spostare Dorval a sinistra oppure ci sarà Mazzotta sul lato mancino? Non un quesito di poco conto considerando che Luvumbo da una parte e Nandez/Zappa dall'altra possono imperversare.

Di certo anche il Cagliari avrà le sue preoccupazioni visto che a sua volta per quanto Zappa sia molto pericoloso palla al piede non è certamente imbattibile negli uno contro uno difensivi, per questo motivo quanto scritto da Giovanni sulla possibilità di giocarsi di nuovo la carta Morachioli non è affatto peregrina. Servirà un Bari sempre compatto in entrambe le fasi e che cerchi di giocarsi le sue carte quando in possesso del pallone.

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