Saturday, 10 June 2023

Chiacchere da Bar(i) #38 - Cagliari-Bari, finale d'andata

 

Fonte: Pagina Facebook SSC Bari.

Eccoci tornati per commentare la finale d'andata dei playoff di B tra Cagliari e Bari: è stata la partita in cui la formazione biancorossa ha devastato gli algoritmi che calcolano gli expected goals, ma allo stesso tempo quella che possiamo considerare la prestazione di più alto livello della squadra di Mignani dall'inizio di stagione. La commentiamo al solito io e Giovanni Fasano con l'aiuto del nostro cagliaritano di riferimento Marco Lai, che ringraziamo nuovamente per la sua disponibilità.

Un gol di Lapadula nei primi minuti ed il pari allo scadere di Antenucci su rigore, sembra il racconto di Bari-Cagliari di campionato. Cosa vogliamo raccontare di ciò che è successo in mezzo?

Nicola L. - Possiamo iniziare ad analizzare e raccontare la partita di Cagliari dall’evento che, probabilmente, ha scatenato tutto ciò che abbiamo visto. Il goal con cui Lapadula ha sbloccato la partita ha immediatamente ribaltato l’onere di fare il gioco dalla squadra di Ranieri a quella di Mignani.

Al tecnico di Testaccio era in capo la prima mossa di questi 180’ e lui se l’è giocata quasi specchiando lo schieramento del Bari e giocando anch’egli con un 4-3-2-1 asimmetrico con Luvumbo che partiva largo a sinistra per poi accentrarsi al fianco di Mancosu alle spalle di Lapadula. Se a questo si aggiungono gli inserimenti di Nandez e le discese di Zappa sulla destra ecco che abbiamo la mossa su cui il Cagliari ha costruito il suo vantaggio.

La contemporanea discesa del terzino ex Pescara ed il movimento delle uruguaiano hanno portato Vicari a scegliere se ricomporre la linea difensiva o restare su Mancosu scegliendo la prima opzione, con Maiello chiamato a coprire proprio l’uscita di Vicari dalla linea difensiva per seguire il taglio di Luvumbo, Mancosu è libero di ricevere e di trovarsi nella posizione ideale (in zona rifinitura, fronte alla porta e con palla scoperta) per trovare l’assist perfetto per Lapadula, altrettanto abile a trovare lo smarcamento alle spalle di Dorval che aveva cercato di salire per metterlo in fuorigioco non appena Mancosu aveva ricevuto palla.

Trovato il vantaggio il Cagliari ha iniziato ad arretrare invitando il Bari a sbilanciarsi, ma la formazione di Mignani è stata molto brava a muoversi con pazienza cercando soluzioni non forzate per raggiungere l’area di rigore, anzi quando è capitato che qualcuno cercasse di verticalizzare rapidamente abbiamo visto Mignani arrabbiarsi in maniera alquanto inedita.

La passmap del Bari per mostrare come il volume principale di combinazioni sia stato effettuato sul lato sinistro. (Fonte: Wyscout).

Anche la formazione biancorossa ha cercato come soluzione principale quella di sovraccaricare un lato di campo (principalmente il sinistro) cercando con delle triangolazioni di superare le linee della squadra di Ranieri, sotto questo aspetto è stata ancora una volta importante la prestazione di Sebastiano Esposito che ha fatto più volte il collettore di gioco venendo incontro e giocando a muro per servire i compagni sulla corsa.

Il dato sulla percentuale di lanci lunghi utilizzati dal Cagliari mostra quanto nella prima mezzora la squadra di Ranieri abbia cercato di andare lungo. (Fonte: Wyscout).

L’altro aspetto che ha influito sul dominio progressivamente creato dal Bari è stata la fretta con cui il Cagliari giocava il pallone per attivare le transizioni verso Luvumbo, questo ha portato la formazione sarda ad accelerare il gioco in verticale ma rendendo questa strategia poco efficace in quanto Zuzek e Dorval hanno sostanzialmente domato il numero 77 del Cagliari ma soprattutto ha portato a diversi palloni regalati alla formazione biancorossa portandosi molta più pressione del necessario. Il dato sui lanci lunghi testimonia questa tendenza della squadra di Ranieri.

Nel secondo tempo le cose sono andate avanti alla stessa maniera, ma questa volta con il Cagliari che ha scelto di tenere un po’ di più la palla complice l’affaticamento di alcuni elementi del Bari che hanno allungato un po’ la squadra. Poi le cose sono nuovamente cambiate con le sostituzioni, con Ranieri che ha dovuto tirar fuori forzatamente Mancosu mentre Mignani ha potuto inserire forze fresche con gli ingressi di Bellomo e Folorunsho, questo ha permesso al Bari di riprendere l’intensità ed il dominio visto nel primo tempo e ricominciare l’assalto alla porta di Radunovic che è dovuto capitolare solo sul rigore di Mirko Antenucci.

Marco L. - La sensazione è che il Cagliari sia partito meglio trovando spazio sui due esterni. Al di là del gol di Lapadula che ha evidenziato la capacità dei rossoblù nel rendersi pericoloso quando riesce a trovare Mancosu tra le linee, nei primi venti minuti le occasioni per trovare il raddoppio sono state tante: il gol annullato a Lapadula, la traversa su angolo di Deiola e l’occasione in area per Mancosu dopo una combinazione con il numero 9. Questo genere di partite si alimentano di episodi e di energie positive, dunque credevo che il rigore parato da Radunovic su Cheddira avrebbe avuto un impatto negativo sul Bari e uno positivo sul Cagliari. Niente di più sbagliato. Da quel momento in poi la squadra di Mignani ha dominato la gara.

La passmap del Cagliari (Fonte: Wyscout).

Difficile spiegare razionalmente il tracollo del Cagliari e l’impressionante prestazione del Bari, si tratta probabilmente di un mix tattico, atletico e psicologico. La squadra di Ranieri è apparsa un po’ sulle gambe e impaurite, troppo frettolosa nel cercare subito le punte e facendo un favore agli avversari. Il Bari dal canto suo ha trovato tante soluzioni in costruzione grazie a Maita che a volte creava superiorità in mezzo al campo abbassandosi al fianco di Maiello, altre volte si allargava alle spalle di Nandez per ricevere e condurre oppure per servire Esposito tra le linee nel caso in cui Makoumbou decidesse di seguirlo. 

È quasi incredibile quello che è accaduto nella metà campo del Cagliari nel secondo tempo, la porta sembrava stregata. Interventi miracolosi di Radunovic di mano e di piede, salvataggi di Zappa: è successo di tutto. Il Bari ha avuto almeno 7-8 occasioni nitide per trovare il gol del pari, e credo che l’averlo trovato solo al 95’ su un calcio di rigore rappresenti alla perfezione ciò che sa essere il calcio: puro caos.

Giovanni F. - Parto con una premessa a mio modo di vedere insindacabile: Cagliari-Bari è stata una bella partita. Entrambe le squadre, considerando la posta in palio, hanno dato vita ad uno spettacolo per certi versi inatteso. Ovviamente il gol di Lapadula ha ribaltato le premesse iniziali, costringendo il Bari a rivedere i suoi piani sin dalle battute iniziali e quindi ad interpretare la gara in modo diverso.

Dopo la sfuriata iniziale del Cagliari, durata circa 20 minuti e intervallata solo dalla grande occasione avuta da Zuzek su calcio d’angolo, è stato sorprendente vedere il Bari prendere le redini del match con naturalezza e consapevolezza. Il Cagliari ha sin da subito fatto i conti con una condizione fisica non impeccabile, figlia, ovviamente, dei molteplici impegni avuti nelle ultime due settimane. Nello specifico, la scarsa collaborazione in fase di non possesso del terzetto offensivo, consentiva al Bari di acquisire metri, specialmente sul versante sinistro dove la posizione di Maita si è rivelata quasi illeggibile per i padroni di casa. Le combinazioni attivate dall’ex centrocampista del Catanzaro e alimentate da Mazzotta, Morachioli ed Esposito (sempre puntuale nel sovraccaricare il lato forte) hanno permesso al Bari di generare occasioni potenziali ma anche reali. 

Come detto da Marco, il rigore sbagliato da Cheddira piuttosto che affossare emotivamente l’undici di Mignani ha dato ulteriore carica ai biancorossi. Da quel momento la partita si è svolta principalmente nella metà campo del Cagliari, dove il Bari, con pazienza e sfruttando un palleggio brillante e meno improntato sulla verticalità del solito, ha cercato di trovare il gol del pareggio.

Ceter, nonostante i pochi minuti disputati è stato il secondo giocatore del Bari per tocchi in area di rigore (Fonte: Wyscout).

In più, Mignani si è rivelato coraggioso nella scelta dei cambi, mantenendo lo schieramento a tre punte ma sacrificando l’estro e l’elettricità di Esposito e Morachioli a vantaggio della fisicità e del dinamismo di Ceter e Folorunsho. Una scelta rivelatasi decisiva soprattutto grazie all’impatto sul match del colombiano, incontenibile nei duelli fisici contro i difensori del Cagliari.

Cosa volete sottolineare delle prestazioni di Cagliari e Bari?

Nicola L. - Anzitutto vorrei segnalare come in una partita tra due squadre che fanno dell’attenzione alla fase difensiva un mantra si sia arrivati al tiro per più di 30 volte (32 secondo i dati di Wyscout), un dato che mostra quanto questa partita sia stata davvero fuori da qualsiasi spartito atteso alla vigilia.

Da una parte il Cagliari ha mostrato di poter essere devastante quando riesce ad attivare la connessione tra Mancosu e Lapadula e su questo si è poggiata la strategia iniziale di Ranieri, una strategia che dopo il goal del vantaggio la formazione sarda avrebbe potuto cercare di esperire con maggiore continuità ma ha scelto di affidarsi ad una fase di attesa e la ricerca delle transizioni, ma senza successo.

Inoltre abbassarsi non è stata una buona idea anche a livello difensivo, in quanto sul lato forte del Bari si trovavano a difendere Zappa o anche Goldaniga, due giocatori non propriamente affidabili a livello difensivo. Infine, la tenuta difensiva sui calci piazzati della squadra isolana è stata davvero un punto debole a cui onestamente non avrei mai pensato.

Riguardo il Bari, l’inizio non è stato molto convincente e, come sta accadendo in questi playoff, è necessario prendere per primi lo schiaffo per far tirare fuori tutto a questa squadra. La personalità mostrata dalla formazione biancorossa nell’occupare la metà campo del Cagliari senza, allo stesso tempo, esporsi a rischi particolari, ha restituito ai tifosi il senso di una partita esaltante e che, lo dico senza paura, ha esaltato anche me che la vedevo tanto da farmi più volte sbilanciare nelle chat di famiglia e con gli amici che ero certo il Bari avrebbe trovato la via del goal se non in questa partita, in quella successiva.

Anche il modo in cui Mignani ha schierato la squadra mi ha colpito positivamente, con Mazzotta slegato dalle fasi di costruzione e togliendo a Maita responsabilità con il pallone tra i piedi dopo i disastri della partita contro il Sudtirol. In questo modo il tecnico del Bari ha cancellato dal campo i limiti di questa squadra garantendo un certo equilibrio anche con un baricentro alto.

Marco L. - È stata una partita paradossale. Dall’arrivo di Ranieri il Cagliari è stata forse la migliore squadra del campionato dal punto di vista difensivo, mentre ieri ha concesso qualcosa come 4 xG su azione. Va bene che mancava il leader Dossena, ma si tratta di un crollo impronosticabile e inspiegabile. Dall’altra parte il Bari che solitamente si trova a suo agio quando può aspettare e ripartire con la qualità dei giocatori offensivi, ieri è sembrata una squadra con soluzioni pressoché illimitata in fase di possesso contro un avversario chiuso. 

Giovanni F. - Del Cagliari mi ha impressionato il livello tecnico di alcuni singoli, specialmente Mancosu e Makoumbou. Il primo ha ispirato un paio di combinazioni con Lapadula da stropicciarsi gli occhi, del secondo mi rapisce la capacità di uscire dalla pressione abbinando qualità ed efficacia.

Per quanto riguarda il Bari, voglio soffermarmi sulla tenuta mentale di questa squadra, sperando di non essere smentito nel giro di poche ore. Il gol di Lapadula in apertura avrebbe mandato KO moltissime squadre, specialmente se composte da molti giocatori alla prima esperienza a questi livelli, mentre l’undici di Mignani ha incassato il colpo e dopo una breve sbandata ha ripreso a macinare gioco, come se nulla fosse. 


Simbolo di questa capacità di reagire non può che essere Dorval, reo di aver commesso un piccolo errore (e ribadisco piccolo perché vanno dati i giusti meriti a Lapadula per il movimento e a Mancosu per l’assist realizzato), ma esemplare nel rientrare in partite e limitare un elemento fondamentale per il Cagliari come Luvumbo.

Scegliete un migliore ed un peggiore in campo per ciascuna delle due squadre.

Marco L. - Per entrambe le squadre credo ci sia un evidente favorito al premio di migliore in campo. Per i rossoblù è senza dubbio Radunovic, che se avesse parato anche il rigore di Antenucci sarebbe entrato di diritto nella discussione per la migliore prestazione di sempre di un portiere. 

Se il Cagliari ha ancora una speranza per la gara di ritorno deve tutto al serbo. Per il Bari la scelta è effettivamente più ampia, mi è piaciuta tanto la prestazione di Maita che è stato un rebus tattico per il Cagliari, ma non posso che premiare Sebastiano Esposito. Bravissimo nel mettersi in visione tra le linee alle spalle dei centrocampisti del Cagliari, pulitissimo nei controlli e negli appoggi, sempre pericoloso su piazzato. Una partita di altissimo livello che testimonia la qualità del ragazzo scuola Inter.

Tutte le conclusioni in porta subite da Radunovic suddivise per expected goal e expected goal on target, ossia la possibilità che un tiro diventi gol in base alla direzione del tiro nello specchio della porta, la differenza rappresenta la qualità aggiunta al tiro da parte di chi lo tira. (Fonte: Wyscout).

Per il peggiore in campo faccio più fatica. Forse è troppo facile prendersela con i due centrali Goldaniga e Altare - specialmente con il secondo che ha causato il fallo da rigore decisivo - visto il crollo difensivo della squadra di Ranieri, ma credo che siano stati effettivamente i meno brillanti. Sia chiaro, non esclusivamente per un discorso difensivo, ma anche per un discorso offensivo. 

Da tempo affermo che il Cagliari non può giocare senza la qualità dal basso di Obert, perché gli altri tre centrali della rosa fanno troppa fatica quando devono impostare. Ieri si è notato tanto: in molte situazioni c’era la possibilità di servire Zappa e Azzi alle spalle di Cheddira e Morachioli ma si è lanciato il pallone lungo a caso aiutando il Bari a dominare il pallone e il campo. Nota di demerito per Prelec, entrato per fare a botte e tenere qualche pallone ma ha addirittura peggiorato la situazione. 

Nel Bari il nome è più facile: Cheddira. Ha sbagliato qualsiasi cosa davanti, ma voglio spezzare una lancia a suo favore perché la giocata al 49’ in cui ha messo a terra Goldaniga prima di incrociare il pallone è stata di altissimo livello, ci è voluta una parata sensazionale di Radunovic.

Nicola L. - La scelta del migliore in campo per il Bari vede in lizza a mio parere diversi calciatori, ma per dominare il contesto tattico della partita il giocatore chiave è stato senza dubbio Sebastiano Esposito, capace di svolgere in maniera puntuale il suo compito di raccordo tra le linee e permettere al Bari di gestire il pallone in maniera sempre accurata. Avrebbe meritato anche di essere premiato destinandogli qualche pallone in più in area, e per questo devo menzionare la sua pazienza nel non mostrare alcun tipo di rancore verso i propri compagni, in particolare uno.

Un dettaglio sul coinvolgimento di Esposito e delle zone di campo da lui battute nel corso della partita. (Fonte: Wyscout).

Quell’uno è, invece, il peggiore in campo: ormai Walid Cheddira sta facendo la scorta di citazioni come peggiore in campo da un paio di mesi a questa parte, e mi dispiace visto che si tratta del trascinatore del Bari nella prima fase di stagione. La partita di Cagliari ci ha mostrato che ha smarrito quell’entusiasmo di quel periodo, anzi trasformandolo in una brutta testardaggine che lo ha portato a fare tante giocate e tante scelte sbagliate.

Riguardo il Cagliari non voglio essere ridondante rispetto alla menzione di Marco per Radunovic, per cui io verto su Mancosu, giocatore la cui capacità di muoversi tra le linee e poi connettersi con Lapadula in maniera così naturale è stata bella da vedere anche per chi seguiva la partita seduto dall’altra parte della barricata; la scelta di Ranieri di escluderlo dal gioco ad un certo momento e poi l’infortunio che lo ha messo ko nella ripresa ha probabilmente facilitato il compito del Bari.

Per quel che riguarda la scelta del peggiore del Cagliari, per me la scelta cade su Goldaniga: l’ex centrale di Perugia e Sassuolo mi sembra non più in grado di rendere su certi livelli; mi ha lasciato particolarmente sorpreso la facilità e l’arrendevolezza con cui si è fatto aggirare da Cheddira nell’occasione avuta dall’attaccante marocchina e respinta da Radunovic nelle fasi iniziali del secondo tempo. Purtroppo per il Bari, al San Nicola torna Dossena e la vita sarà meno facile.

Giovanni F. - Per i padroni di casa premio anche io Boris Radunovic, la cui prestazione è stata a tratti irreale. Penso, in primis, alla parata sul più volte citato tiro di Cheddira, quando con un riflesso sensazionale alza il piede quel tanto che basta per deviare la conclusione del marocchino. Per me era già tra i migliori portieri della categoria, proprio per questa reattività felina tra i pali, ma questa prestazione potrebbe cambiare l’intero arco della sua carriera. 

Come peggiore menziono Giorgio Altare, negativo tanto quanto Goldaniga nella gestione dei duelli difensivi con Cheddira ma colpevole in occasione del rigore poi realizzato da Antenucci. Certo, si potrebbe benissimo asserire che il rigore è più figlio della scaltrezza di Folorunsho che di un reale errore di Altare, ma in una situazione del genere, su una palla innocua, un difensore di alto livello deve restare lucido ed evitare qualsiasi calo di tensione.

Per quanto concerne il Bari, ovviamente il migliore in campo è stato Sebastiano Esposito, ma ci tengo a citare Zan Zuzek e Mehdi Dorval per l’applicazione mentale dimostrata e per il compito arduo a cui erano sottoposti. Il primo si è trovato nella scomoda situazione di rimpiazzare capitan Di Cesare, e lo ha fatto a suo modo, con interventi decisi, sempre con un bassissimo margine d’errore ma estremamente efficaci. Dorval conferma i grandi progressi in fase difensiva, spingendomi a pensare che i miglioramenti più sensibili debba farli nell’altra metà campo, dove ancora pecca di qualità quando si tratta di rifinire l’azione.

La palma del peggiore in campo va invece a Walid Cheddira, su cui si sono già espressi largamente Marco e Nicola.

Domenica sera il season finale davanti a 60000 persone. Cosa prepareranno di diverso i due allenatori?

Marco L. - Mignani dovrà convincere i suoi giocatori a non cullarsi sugli allori forti del vantaggio (di risultato e mentale) ottenuto nella gara d’andata. Il suo Bari per caratteristiche si trova di fronte alla gara che sa affrontare meglio, ma dovrà evitare di schiacciarsi troppo e non può permettersi di lasciare isolati i giocatori offensivi. 

Ranieri invece dovrà trovare prima di tutto una soluzione per la costruzione del Bari, perché nonostante i vari tentativi della gara di giovedì non è riuscito a trovarne una efficace. Per la fase offensiva credo invece che il Cagliari abbia già dimostrato di saper far male al Bari, è mancata solo la continuità nel farlo. Ovviamente dico questo basandomi sulla formazione che è partita titolare, perché se dovessero mancare Mancosu e Nandez come sembra dalle prime indiscrezioni allora bisognerà preparare qualcosa di nuovo.

Nicola L. - La partita del San Nicola riparte con il pallino tornato nella mani del Bari dopo il rigore trasformato da Antenucci. Mi chiedo se questa sia la soluzione migliore per la formazione biancorossa che ha mostrato sia a Bolzano che a Cagliari di non rendere al meglio quando in gestione, per cui sarà importante capire con quale approccio Mignani vorrà impostare la partita.

Il mantenimento dell’undici visto a Cagliari (in attesa di capire le condizioni di Di Cesare e se Ricci riprenderà il posto da titolare) credo sia la soluzione migliore anche se Ranieri in questi giorni avrà modo di valutare le soluzioni avendo un quadro più definito della situazione.

Il problema principale del Cagliari, invece, a quanto pare, è dato dalla condizione fisica di diversi suoi elementi, in particolare la potenziale assenza di Mancosu potrebbe essere molto pesante, soprattutto considerando che i rossoblù sono quelli che hanno un risultato su tre a disposizione. 

Non escluderei l’ipotesi che Ranieri tenga fuori Luvumbo e che giochi con le due torri Lapadula e Pavoletti in avanti ed un 4-4-2 più classico per poi sfruttare l’eroe della partita di andata contro il Parma a gara iniziata, proprio come avvenuto contro i ducali.

Insomma Ranieri ha ancora tante carte nel taschino, capiremo subito che aria tirerà nei primi minuti visto che mi aspetto tante situazioni di seconda palla, chi avrà la meglio in queste situazioni avrà in mano le maggiori possibilità di festeggiare la serie A.

Giovanni F. - Francamente non ho idea di come il Bari possa interpretare una partita del genere. Al di là di quelli che sono i nostri desideri, è indubbio che il doppio risultato condizioni la squadra anche oltre le indicazioni del mister. 

La formula ideale sarebbe quella di replicare l’atteggiamento avuto a Cagliari, e quindi gestire i ritmi del match senza forzare ma cercando di creare i presupposti per andare a segno. In questo senso, non mi aspetto grandi cambi di formazione, soprattutto considerando la condizione ancora precaria di Folorunsho, unico elemento che potrebbe scalzare uno dei titolari.

Allo stesso modo, non è semplice fare valutazioni sul Cagliari, complice una serie di acciacchi ancora irrisolti. Dalle ultime indiscrezioni sembra che almeno uno tra Mancosu e Nandez possa farcela, ed è inutile specificare quanto questo sia importante per loro. In generale, mi aspetto un Cagliari meno arrembante di quello visto alla Domus Arena nei primi minuti, ma piuttosto una squadra che cercherà di centellinare le energie per alzare i ritmi nel momento opportuno. In questo senso, anche a me non stupirebbe vedere Luvumbo impiegato a partita in corso.

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