giovedì 19 settembre 2019

Cosa ci ha detto la prima giornata di Champions

Abbiamo appena messo alle spalle la prima due giorni di Champions League della stagione 2019/2020, è giusto fare un primo bilancio per capire quanto e se le aspettative sono state confermate alla luce non solo di quanto visto in questa prima tornata, ma anche accostandole a quanto visto in questa primissima parte di stagione.


GLI UOMINI COPERTINA


Erling Braut Håland

Le sue capacità realizzative erano già state messe in evidenza nell'ultimo Mondiale Under 20 (9 goal in una partita al malcapitato Honduras), tuttavia il 19enne norvegese ha pensato bene di farsi notare anche all'esordio in Champions League con la maglia del Salisburgo (all'esordio a sua volta nella massima competizione europea da quando è parte del progetto Red Bull) realizzando una tripletta nei primi 45' sfruttando al meglio gli unici tre tiri effettuati nel corso della partita; ci troviamo forse di fronte ad uno degli attaccanti più clinici della generazione dei nati dopo il 2000, i numeri per lui in questa stagione parlano a sufficienza: quella di martedì sera è già la quarta tripletta su nove partite disputate in questa stagione in cui ha realizzato già 17 reti. E' giusto tarare i numeri del centravanti norvegese sulle debolezze difensive degli avversari affrontati sinora sia in campionato (nel campionato austriaco il Salisburgo viaggia sulla media di 5 goal a partita nelle prime sette giornate) che in Champions (la difesa del Genk è stata a dir poco inguardabile) ma il suo allenatore Marsch (primo allenatore statunitense della Champions League) garantisce sul suo futuro rendimento.


Marc-Andre ter Stegen

Se il Barcellona è uscito imbattuto dalla trasferta di Dortmund il merito è tutto del proprio portiere, capace di parare un rigore (e non solo) a Marco Reus. Il tabellino della partita parla di 6 chiare occasioni da goal per il Dortmund, di cui 4 si sono concluse con tiri parati prodigiosamente dal portiere tedesco, che ha perorato anche sul campo la propria causa per prendersi la titolarità della porta della nazionale tedesca, come dichiarato nella conferenza stampa pre-match.



Dani Olmo

I tifosi atalantini ricorderanno per molto, molto tempo questo nome a quello di Mislav Orsic; lo spagnolo ha letteralmente mandando in tilt i meccanismi dell'Atalanta con i suoi 10 dribbling riusciti ed i 5 falli subiti, scommettiamo che neanche la finisce la stagione a Zagabria e che a gennaio si scatenerà un'asta per averlo alle proprie dipendenze da parte dei top club europei? Eppure qualche indizio durante l'Europeo Under 21 lo aveva lasciato.

LE CONFERME POSITIVE


Il Lipsia di Nagelsmann

In testa alla classifica in Bundesliga, la squadra di punta del sistema Red Bull si prende il ruolo di squadra da battere del girone G, quello che alla vigilia non sembrava avere un chiaro favorito (vedi la nostra preview dei gironi). Sugli scudi il solito Timo Werner, autore di un'altra doppietta, finalizzatore di un sistema che Nagelsmann sta plasmando con le sue conoscenze tattiche unite allo stile aggressivo voluto dalla proprietà, ed i segni si vedono nella strategia di gara posta in essere in quel di Lisbona, con il baricentro del gioco tenuto nella trequarti avversaria. La fase difensiva è quella che vede la mano di Nagelsmann più marcata, in un contesto dove la difesa a quattro è sempre stato un marchio di fabbrica, il tecnico ex Hoffenheim è venuto a patti schierando un difensore centrale di ruolo come Mukiele in posizione di terzino destro rinunciando a Klostermann.

Fonte WhoScored - Il Lipsia ha tenuto il gioco nella trequarti avversaria per il 33% del tempo.












L'Ajax di Ten Hag

Le cessioni di De Jong, De Ligt e Schone non sembrano aver indebolito la squadra di Ten Hag, I meccanismi di gioco in fase di possesso sembrano prescindere dagli uomini messi in campo; in questo meccanismo sembrano già perfettamente a proprio agio Lisandro Martinez ed Edson Alvarez che sembrano non sentire il peso di dover sostituire De Jong e Schone; molto bene anche Quincy Promes nel ruolo che in genere è demandato a Van De Beeek, assente per un infortunio alla coscia. Insomma la sensazione è che il girone H abbia un papabile padrone, complice la sconfitta interna del Chelsea contro il Valencia, frutto della imprevedibilità (nel bene e nel male) della squadra di Lampard.


Atletico Madrid-Juventus

La trasformazione identitaria di due squadre tra le più speculative d'Europa a squadre propositive ci ha regalato una serata di grande calcio al Wanda Metropolitano, con quattro goal, tante occasioni e tanti capovolgimenti di fronte. I puristi del calcio perfetto storceranno il naso per gli spazi che l'Atletico ha lasciato in contropiede alla Juventus, così come per i meccanismi difensivi della squadra bianconera sui calci piazzati (4 goal subiti tra Napoli ed Atletico in questo fondamentale), ma entrambe lo società hanno capito che la strada maestra per arrivare in fondo alla Champions è un calcio propositivo con maggiori rischi in fase difensiva, e da questa strada non si torna più indietro.


LE DELUSIONI


Inter e Atalanta

Non è esagerato affermare che dopo questa giornata Inter ed Atalanta abbiano messo a serio repentaglio, se non compromesso, le possibilità di passare il girone. Le squadre di Gasperini e Conte fanno dell'intensità e dell'aggressività il proprio cavallo di battaglia, tuttavia queste qualità devono essere supportate da un giusto atteggiamento mentale che ad entrambe è mancato. L'Inter ha evidentemente sottovalutato il valore dello Slavia Praga e si è trovata per tutto il tempo a rincorrere gli avversari lungo il campo; l'Atalanta ha probabilmente pagato l'esordio in Champions, visto che la squadra è totalmente mancata nelle esecuzioni ancor prima che dell'interpretazione della partita, il tutto evidenziato dalla prestazione mostruosa di Dani Olmo (vedi sopra).


I mali del Real Madrid e del Barcellona

Anziché delusioni le prestazioni di Real Madrid e Barcellona possono essere classificati nella categoria "conferme negative".
La squadra di Zidane sembra essere un grande cantiere la cui esecuzione differisce del tutto dal progetto iniziale; l'unico elemento positivo del Real in questa fase iniziale di stagione è Gareth Bale, uno di quelli finiti nella lista nera di Zidane e rimasto su forzatura di Florentino Perez; il gallese è stato l'unico a cercare di creare pericoli nella trasferta di Parigi, ma le sue conclusioni non hanno centrato la porta, ragion per la quale il Real ha chiuso la partita senza far registrare neanche un tiro in porta.

Il Barcellona, a differenza del Real, riesce ad uscire indenne dalla trasferta di Dortmund ma deve dire grazie alle prodezze di Ter Stegen (vedi sopra); la squadra di Valverde continua a soffrire maledettamente le trasferte europee e le squadre aggressive e verticali, ad aggravare la situazione si è aggiunto l'infortunio di Jordi Alba, la secondo fonte principale di gioco dei blaugrana versione Valverde dopo Leo Messi. Intanto se non vi è chiaro cosa ha rischiato il Barcellona a Dortmund spero che le statistiche sotto possano chiarire il quadro della situazione.




















STATISTICHE 


Goals

La prima giornata ha visto 45 goal realizzati per una media di 2,81 goal a partita, i goal sono quasi perfettamente ripartiti tra primo e secondo tempo (22 vs. 23) con 12 goal realizzati nell'ultimo terzo del primo tempo. A comandare la classifica dei goal realizzati sono Salisburgo e Dinamo Zagabria che portano anche in testa alla classifica cannonieri rispettivamente Haland ed Orsic.


Tiri

A monopolizzare la statistica sui tiri ci sono Salisburgo e Bayern Monaco, gli austriaci sono secondi come tiri totali (26) e primi come tiri nello specchio (13), i bavaresi sono primi come tiri totali (35) e secondi come tiri nello specchio (10), inoltre nella stessa statistica il Bayern porta un suo giocatore in testa alla graduatoria, non potrebbe essere che ovviamente Robert Lewandowski.


Possesso Palla

La statistica del possesso palla è spesso avversata da molti allenatori ed addetti ai lavori come un dato spesso a se stante e non strettamente legato alla prestazione della squadra; saranno fischiate le orecchie a Peter Bosz che vede il suo Leverkusen collezionare percentuali bulgare di possesso palla ma che fa fatica a fare risultati. Secondo i dati OPTA, il Leverkusen ha chiuso la partita con un possesso palla del 78%, la maggior percentuale da quando esiste la Champions League.



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