E' iniziata lo scorso venerdì la nona edizione del Mondiale di Rugby, la prima disputata in un Paese non appartenente alle superpotenze della palla ovale a livello mondiale; difatti è il Giappone, nazione emergente nel rugby mondiale, ad ospitare questa edizione della massima competizione rugbystica con le sue strutture super tecnologiche e la grande atmosfera ed accoglienza che contraddistingue la terra nipponica.
Favoriti alla vittoria finale sono i bi-campioni in carica della Nuova Zelanda, ma la distanza dalle concorrenti si è assottigliata negli ultimi mesi, per cui, a differenza di quattro anni fa, vige un minimo di incertezza sull'esito finale della competizione; adesso andiamo ad analizzare i quattro gironi e le indicazione ricevute dopo la prima giornata.
Gruppo A
Irlanda, Giappone, Scozia, Samoa, Russia
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Il gruppo A è il girone dei padroni di casa che quattro anni fa furono capaci di battere il Sudafrica in un upset che è già parte della storia del rugby mondiale; quattro anni dopo i nipponici si presentano con maggiori consapevolezze di crescita del movimento e con il vantaggio del fattore campo che sarà necessario per riuscire a far saltare il banco contro Irlanda (meno probabile) e Scozia (molto difficile, ma non impossibile).
Nella prima giornata il Giappone, nella gara inaugurale, ha battuto agevolmente la Russia, la squadra più debole del girone, tuttavia i nipponici hanno dovuto soffrire per tutto il primo tempo prima di prendere il largo nella seconda frazione; l'emozione dell'esordio casalingo può aver influito sulla prestazione di Matsushima (sue tre delle quatto mete) e compagni. Intanto per far familiarizzare il pubblico giapponese con i ruoli del rugby, la federazione ha pensato bene di rappresentare i ruoli dei 15 in campo associandolo con un animale, l'esercizio non poteva essere più fedele alla realtà.
Il big-match era quello disputato a Yokohama (sede della finale) tra Irlanda e Scozia: i progressi fatti vedere dagli scozzesi nell'ultimo 6 nazioni lasciava presagire un match molto equilibrato, ma così non è stato, gli irlandesi hanno dominato in lungo ed in largo ipotecando il match già prima dell'intervallo, nel secondo tempo gli irlandesi hanno controllato il match trovando la quarta meta che le ha regalato anche il punto di bonus. Alla Scozia per ora restano i 90 secondi di brividi che regala Flower of Scotland.
Gruppo B
Nuova Zelanda, SudAfrica, Italia, Canada, Namibia
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Fa un certo effetto vedere l'Italia in testa ad un girone di cui fanno parte gli All Blacks ed il Sudafrica, ovviamente il complice principale di questa situazione è il calendario che ha visto gli azzurri affrontare la Namibia e Nuova Zelanda-Sudafrica che si sono affrontate in un tiratissimo scontro diretto.
Gli azzurri hanno avuto vita facile come da pronostico contro la formazione africana, ancora a secco di vittorie nella sua storia nella Rugby World Cup, bene gli azzurri che hanno trovato anche il punto di bonus realizzando 6 mete. Positiva la prestazione della coppia di mediani Tebaldi-Allan, puliti nelle giocate al piede il primo, sui piazzati il secondo; molto meno bene la gestione delle touche, con gli azzurri che hanno perso il possesso per tre volte sulla propria rimessa, di cui una è costata la meta iniziale della Namibia.
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Nel big-match di sabato mattina, invece, la Nuova Zelanda ha mostrato subito i muscoli contro la squadra maggiormente accreditata tra quelle che intendono sottrarle il titolo, ossia il Sudafrica, che, seppur mettendo in difficoltà gli All Blacks specie nelle fase iniziali del match, non è riuscita a ribaltare l'inerzia del match che i neozelandesi hanno portato dalla loro parte con le due mete realizzate nel giro di 3' nella parte centrale del primo tempo; nel secondo tempo il Sudafrica ha provato a rimettersi in corsa con la meta di Du Toit, ma la difesa neozelandese ha tenuto, complice qualche errore nella gestione dell' ovale da parte degli Springboks (sei giocatori con due errori di ball handling secondo le statistiche) vanificando l'occupazione dei 22 metri neozelandesi nella fase finale della partita.
Gruppo C
Inghilterra, Francia, Argentina, USA, Tonga
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Il gruppo C è indubbiamente il girone più incerto dell'intera fase eliminatoria, con tre squadre che puntano, a ragione, al raggiungimento dei quarti di finale (per blasone e per valore delle squadre) più una squadra come Tonga che richiede sugli 80' la stessa attenzione e lo stesso sforzo. Chi, sulla carta, ha le carte in regola per finire davanti nel girone è l'Inghilterra, squadra che negli ultimi mesi ha costruito il percorso alla World Cup ponendo particolare attenzione alla fase difensiva (nel test-match contro l'Italia, gli azzurri sono rimasti a secco pur proponendo delle interessanti trame offensive); l'approccio si è rivelato vincente nell'esordio contro Tonga, resa totalmente inoffensiva dalla seconda e terza linea inglese (le statistiche dicono che, di fatto, la squadra polinesiana non è mai riuscita ad avanzare se non con l'utilizzo dei calci).
Molto più aperta ed entusiasmante la sfida tra Francia ed Argentina, sfida che dopo il primo tempo sembrava già archiviata a favore dei francesi grazie alla grande qualità dei suoi estremi Penaud, Fickou e Medard che hanno messo a ferro e fuoco la tenuta difensiva delle linee argentine (risultato 20-3); nel secondo tempo i pumas ribaltano la partita grazie agli ingressi di Montoya, Urdapilleta e Carreras che ridanno vigore alla seconda linea e che permettono agli argentini di contestare ogni pallone ai francesi (8 turnovers per i francesi nella propria metà campo e 2 touche perse), al 68' gli argentini sono in vantaggio 20-21, ma subito dopo il drop di Lopez riporta avanti i francesi che resistono fino alla fine e si portano a casa un pezzo di qualificazione ai quarti.
Gruppo D
Galles, Australia, Fiji, Uruguay, Georgia
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Anche il gruppo D parte con due grandi favorite sulla carta, ossia Australia e Galles, riconosciute da tutti come una spanna al di sopra delle altre tre contendenti che comunque sono da considerarsi in crescita rispetto agli anni precedenti. A capire da subito quali insidie nascondeva questo girone è stata l'Australia: i wallabies a 20' dalla fine della partita con le Fiji si trovavano sotto nel punteggio (addirittura al 45' era a -9), prima di esondare con tre mete nel giro di dieci minuti che le hanno permesso di ottenere anche il punto di bonus. Per l'Australia la rimonta da -9 è la più grande ottenuta nella sua storia ai Mondiali, migliorando quanto fatto quattro anni fa nei quarti di finale contro la Scozia, dove rimontarono 8 punti.
What a try – Ice in his veins but fire in his heels ❄️🔥— Rugby World Cup (@rugbyworldcup) September 22, 2019
There is no catching Waisea Nayacalevu when he’s in this form ⚡️👏#RWC2019 #AUSvFIJ #RWCSapporo pic.twitter.com/sF7QEEj1kl
Memori dello spavento che si sono presi gli australiani, i gallesi, in campo dopo 48 ore, hanno pensato bene di chiudere la pratica georgiana in meno di 20 minuti portandosi avanti di 22 punti con tre mete realizzate, giusto a ricordare che sono loro i detentori dell'ultimo 6 nazioni e che in tanti farebbero male a sottovalutarli da qui alla fine della competizione, e per rimarcarlo chiudono la partita con 6 mete (con sei marcatori diversi: Jonathan Davies, Tipuric, Adams, Liam Williams, Tomos Williams e North) e con una dimostrazione di superiorità contro un avversario che non venderà facilmente la pelle nelle prossime partite.
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