giovedì 21 gennaio 2021

Consigli per il weekend calcistico, stagione 20/21, ep. 14



Inizia questa sera un altro weekend ricco di sfide molto interessante che potranno dare un indirizzo importante alla stagione di molte squadre (non dimenticate che ciò che accadrà a fine stagione sarà figlio di ciò che state vedendo in questo mese), per questo un incrocio come Milan-Atalanta può avere importanti conseguenze nella lotta per lo scudetto e la Champions in serie A, il duello tra le due Borussia e la sfida tra Leverkusen e Wolfsburg in Bundesliga ci dirà molto su cosa può succedere alle spalle del Bayern Monaco, così come in Francia il Monaco ha la possibilità di affossare i sogni di gloria mal riposti del Marsiglia e rilanciarsi in chiave Champions League dove è previsto un delicatissimo scontro diretto tra Rennes e Lille.

Come se non bastassero questi importantissimi quanto interessanti scontri, ho voluto inserire nei miei consigli per il weekend quattro sfide che rappresentano eventi altrettanto importanti in cui gli spunti di interesse sono molteplici.

Per cui eccovi qui i miei consigli per il weekend.


FINALE COPA SUDAMERICANA, LANUS - DEFENSA Y JUSTICIA (SABATO ORE 21)

E' una finale tutta argentina quella che sabato sera, nello scenario dello stadio dedicato a Mario Kempes in quel di Cordoba, aggiudicherà la Copa Sudamericana, la seconda competizione per club più importante del Sud America dopo la Copa Libertadores.

Si affrontano due formazioni che esprimono un tipo di calcio molto diverso tra loro: da una parte abbiamo il Lanus che ha costruito il suo cammino su un calcio basato sull'utilizzo della fisicità dei suoi attaccanti per poi andare a lottare sulle seconde palle, dall'altra abbiamo il Defensa y Justicia di Hernan Crespo che cerca, invece, di esprimere un calcio maggiormente tecnico e corale.

Il Lanus allenato da Luis Zubeldìa, proverà a riportare la coppa nella bacheca dei Granate dopo quella vinta da Barros Schelotto nel 2013, lo farà utilizzando un sistema di gioco basato su un 4-4-2 con le due punte, ossia l'eterno Jorge Sand e "El Puma" Orsini, chiamati a lottare a mani nude su ogni pallone rilanciato dalle loro parti. A completare il quadro c'è la coppia di centrocampo formata da Belmonte (classe 1998, giocatore con un ottimo senso della posizione) e Facundo Quignon chiamati a chiudere ogni via d'accesso davanti alla difesa ed a riciclare i palloni in fase di possesso; tuttavia, il fiore all'occhiello della squadra resta l'esterno offensivo Pedro de la Vega, classe 2001, giocatore dallo spunto in velocità e dalla corsa davvero impressionante, il puntello ideale per andare a lottare sulle seconde palle successive ai duelli delle due punte.

Nelle due semifinali disputate contro il Velez la formazione di Zubeldìa è riuscita a trovare il passaggio del turno non ostante sia stata messa sotto in lungo ed il largo dagli avversari, tra le grandi parate di Lautaro Morales e gli errori in fase di conclusione della squadra di Mauricio Pellegrino, i Granate sono riusciti a rendere produttiva la propria strategia di gioco iper-speculativa, funzionerà anche in finale?

Le statistiche relative alla partita di ritorno lasciano pochi dubbi su chi abbia fatto la partita, ma mai come in questo caso si può affermare che queste cose appartengono alla particolarità del gioco del calcio.






Di tutt'altro tenore, invece, il cammino del Defensa y Justicia: la squadra oggi allenata da Hernan Crespo ha costruito un percorso negli anni basato su un calcio di qualità e di possesso, non è un caso che l'ex attaccante del Parma, della Lazio e delle due milanesi sia succeduto ad un allenatore molto in vista in Sud America, ossia Sebastiàn Beccacece, rosarino e, manco a dirlo visto il suo luogo di nascita, discepolo del bielsismo.

Il gioco del Defensa y Justicia si basa su uno schieramento molto fluido (un 3-1-4-2 sulla carta che si trasforma in un 4-1-3-2) dove una continua serie di rotazioni permette alla squadra di occupare in maniera sempre efficiente i corridoi in larghezza ed in profondità.

Una situazioni tipica che la squadra di Crespo riesce a creare è quella di riuscire con continui movimenti incontro e conseguente attacco dello spazio lasciato dal movimento generato; in questo caso l'azione era partita sovraccaricando il lato sinistro di attacco (continua è la ricerca di triangoli in fase di sviluppo laterale del gioco) fino a creare un lato debole nella zona opposta che viene attaccata da una mezzala (la maggior parte delle volte Valentìn Irralde) che dialoga con una delle due punte per attaccare la linea difensiva con una triangolazione, nel frattempo due giocatori mantengono l'ampiezza per creare maggiori spazi tra centrali e terzini avversari. Tutti i 4 goal della semifinale di ritorno contro il Coquimbo Unido che hanno portato l' El Halcon all'ottenere il meritatissimo pass per questa finale.

Quella che si prospetta, dunque, è una finale decisamente aperta a qualsiasi epilogo il cui contesto tattico vedrà sicuramente il Defensa y Justicia cercare di fare la partita e sfruttare le proprie catene e rotazioni al fine di superare il blocco centrale del Lanus che, dalla sua parte, cercherà di far fruttare al meglio le capacità fisiche delle sue due punte e la velocità di De La Vega, dunque una contrapposizione di stili che rende questa finale a mio parere più interessante di quella che si disputerà a distanza di una settimana per l'assegnazione della Copa Libertadores.


SERIE A, JUVENTUS-BOLOGNA (DOMENICA ORE 12,30)

La sconfitta di San Siro contro l'Inter ha aperto enormi interrogativi sullo status dei lavori di ammodernamento della Juve affidati ad Andrea Pirlo: il cambio di mentalità richiesto alla formazione bianconera per diventare una squadra di valore europeo fatica ad insinuarsi in maniera continua, per questa ragione la partita contro una squadra aggressiva contro il Bologna rappresenta una sfida che improvvisamente assume un ruolo decisivo per il proseguimento della stagione della Juventus.

Il principale problema della squadra bianconera al momento sta nella gestione degli spazi tra centrocampo e difesa, situazione di difficoltà che si acuisce nel momento in cui si generano situazioni di transizione difensiva, dove la richiesta di Pirlo di recuperare immediatamente il pallone non collima con le letture delle linee alle spalle degli uomini in pressione.

E' stata già ampiamente discussa in rete la modalità con cui la Juventus ha preso il goal del 2-0 contro l'Inter, una situazione determinata sì da due grandi giocate individuali di Bastoni e Barella, ma in cui si nota chiaramente che la disposizione della squadra mostra delle inefficienze che hanno portato il centrocampista sardo ad inserirsi in uno spazio a metà strada tra Bentancur e Frabotta (ad una settimana di distanza non vi è ancora una risposta univoca su chi dovesse seguirlo). Questo tipo di difficoltà della Juventus nel gestire situazioni di difesa più aggressiva è emerso anche in altre partite: molto facile ricordare l'esempio del goal di Vlahovic nella partita contro la Fiorentina, in quel caso Bentancur non aveva seguito lo smarcamento preventivo di Ribery, una situazione che si è intuito Prandelli aveva già preparato alla lavagna prima della partita, a dimostrazione che queste difficoltà della formazione bianconera rappresentano un punto debole su cui gli avversari impostano la loro partita.

Ed è proprio l'occupazione dello spazio tra le linee il punto di forza del Bologna di Mihajlovic, una squadra che il tecnico serbo ha costruito per aggredire l'avversario e cercare di avere la supremazia territoriale.

Come si evince dal fermo immagine qui a lato, la squadra felsinea occupa con diversi uomini la zona tra le linee tramite rotazioni posizionali tra i vari giocatori, lo scopo è riuscire a trovare una rapida triangolazione, magari passando tramite la zona 14 (ossia quella zona che vedete delimitata dalle due strisce tratteggiate gialle) dove innescare rapide triangolazioni per superare la linea o trovare i tagli dei giocatori che partono dall'esterno. Qualora l'avversario non conceda la linea di passaggio centrale, il Bologna accetta di portare il pallone sull'esterno, in quanto la densità di uomini negli ultimi 20 metri permette di invadere l'area di rigore con più uomini e rendere, quindi, molto pericolose anche le soluzioni tramite cross o traversoni.

I 13 tiri prodotti a partita rappresentano un ottimo indice della qualità del gioco offensivo dalla squadra di Mihajlovic, tuttavia come nella scorsa stagione l'eccessivo sforzo chiesto alla squadra in termini di movimento senza palla viene pagato in fase conclusiva, visto che il saldo tra xG prodotti e goal realizzati è negativo (-1,7 secondo FbRef).
Anche in fase difensiva, il sistema voluto dal tecnico serbo genera diversi rischi che, alla fine dei conti, non stanno pagando: il dato del PPDA (8,93 secondo Understat) denota un approccio molto aggressivo della squadra in fase di non possesso, tuttavia il rovescio della medaglia sta nelle occasioni concesse agli avversari che sono tra le più pericolose dell'intero campionato in media (0,12 xG subiti per tiro).

Analizzando le due squadre, dunque, emergono molti punti in comune che lasciano intuire la possibilità di vedere una partita con molte occasioni da una parte e dall'altra: ciò che può cambiare è lo stato mentale con cui le due squadre affronteranno la partita, di certo il Bologna avrà meno pressione nel fare risultato rispetto alla Juventus e cercherà di togliere ulteriori certezze alla squadra di Pirlo che, invece, dovrà mostrare di essere pronta a tenere in mano partite contro avversarie in grado di saper sfruttato lo spazio tra le linee.


SCHALKE 04 - BAYERN MONACO (DOMENICA ORE 15,30)

Quello in programma alla Gazprom Arena di Gelsenkirchen domenica pomeriggio è il più classico testa-coda che il calendario potesse creare. Da una parte abbiamo la squadra più in crisi d'Europa, ultima in classifica ed alle prese con una grave crisi societaria, dall'altra parte, invece, abbiamo la squadra che molti definiscono la più forte d'Europa, definizione confermata dall'albo d'oro della Champions League.

Lo Schalke 04 è stata la principale vittima della pandemia che ha acuito le problematiche finanziarie del club della Ruhr, costretto a dover seguire una strada di forte ridimensionamento a causa del forte indebitamento della società generato da una gestione negli anni passati decisamente poco oculata. La principale colpa del club è stata quella di non aver saputo monetizzare dalla cessione di giocatori plasmati dal proprio settore giovanile e che hanno lasciato lo Schalke a parametro zero o per cifre davvero irrisorie. Tutta questa situazione ha generato lo status attuale, ossia un club che, non potendo neanche contare sugli incassi derivanti dagli spalti sempre pieni e traboccanti di passione della Gazprom Arena si è trovata a mettere in piedi una squadra che non sembra in grado di reggere il confronto con la categoria, soprattutto a livello mentale.

Se andiamo a vedere la rosa dello Schalke, infatti, alcuni dei giocatori a disposizione dell'allenatore Christian Gross, ritornato ad allenare in Europa per assistere al capezzale della squadra di Gelsenkirchen, troviamo diversi giocatori il cui livello tecnico è decisamente alto ma, finora, non in grado di trovare il modo di risolvere le complessità di base del calcio: difendere contro le squadre più forti, attaccare contro le squadre che non concedono spazi.

Con l'arrivo del tecnico svizzero al termine del turno di campionato post-natalizio le cose sembravano aver trovato la svolta con la vittoria sull'Hoffenheim che aveva dato diverse indicazioni positive: il ritorno di Kolasinac, di ritorno a Gelsenkirchen in prestito dall'Arsenal, sembrava aver risolto il problema della leadership difensiva, Harit sembrava essere tornato su dei livelli importanti, ma soprattutto la squadra sembrava poter prendere vantaggio dallo shock generato dall'impatto sulla squadra e sulla Bundesliga da Matthew Hoppe, centravanti statunitense classe 2001 buttato nella mischia da Gross e che all'esordio da titolare mette a segno una tripletta che lo lancia agli onori delle cronache.

Il centravanti ha continuato a segnare anche nelle due partite successive che, però, lo Schalke ha perso contro l'Eintracht ed il Colonia (quest'ultima all'ultimo minuto dopo aver dominato la partita), di certo i suoi smarcamenti e la sua velocità sono la principale arma che la squadra di Gross cercherà di sfruttare contro la difesa del Bayern Monaco.




Sicuramente la fase difensiva è il punto debole della squadra campione d'Europa che inizia il girone di ritorno di questa Bundesliga con 4 punti di vantaggio sul Lipsia e 7 punti sul Leverkusen, per cui tutto lascia intravedere che anche questa stagione sembra destinata al trionfo in campionato della squadra di Flick.

Il sistema messo in piedi dal tecnico tedesco è ormai chiaramente riconoscibile, così come erano intuibili i "bug" di questo sistema basato su una pressione altissima sostenuta da una linea difensiva che difende sempre in avanti e mantiene il proprio posizionamento al limite della linea di centrocampo: in questo modo l'avversario una volta in possesso del pallone viene compresso in spazi ridottissimi quasi mostrando l'idea di volerlo soffocare. La presenza di attaccanti veloci o giocatori abili in dribbling, tuttavia, permette all'avversario di poter superare questa pressione e generare situazioni ad altissimo coefficiente di pericolosità, questo spiega, quindi, i dati difensivi del Bayern che, ad oggi, è la settima difesa della Bundesliga.


La partita, dunque, si presenta come un probabile monologo del Bayern Monaco, a rafforzare la tesi ci sono le 8 reti realizzate all'andata dalla squadra di Flick, a dimostrazione di un divario non solo tecnico ma anche a livello mentale e psicologico. Il percorso delle due squadre nelle ultime settimane mostra che la confidenza del Bayern nel suo approccio è al momento inattaccabile, mentre le difficoltà dello Schalke sono ancora lì, mostrate da una classifica che adesso è davvero allarmante, tuttavia gli stimoli derivanti dalle prestazioni di Hoppe e l'arrivo di giocatori come Kolasinac e lo stesso Huntelaar possono permettere alla squadra di Gross di trovare quello scatto per rialzare la testa  e tentare di sfidare il Bayern con meno arrendevolezza rispetto alla gara d'andata.


FEYENOORD - AZ ALKMAAR (DOMENICA ORE 16,45)


Il campionato olandese continua a proporre nel calendario match di grandissimo interesse, questo è dovuto anche all'aumento di qualità delle contendenti con almeno 6 squadre in grado di potersi giocare i piazzamenti più importanti in classifica, ognuna mostrando un tipo di gioco diverso e soprattutto mostrando tanti giocatori di grandissima prospettiva da osservare.

La sfida tra Feyenoord ed Az Alkmaar rispetta decisamente i prerequisiti di cui sopra a cui si aggiunge una posizione di classifica che vede le due squadre divise da un solo punto, rispettivamente al quarto e quinto posto in classifica a 6 e 7 punti di distacco dall'Ajax capolista. E giusto per non far mancare ulteriori spunti di interesse, è anche la sfida di Arne Slot, ormai ex allenatore dell'AZ, licenziato dal club alla fine di dicembre proprio perché aveva trovato un accordo per allenare il Feyenoord a partire dalla prossima stagione.

Al momento, invece, la squadra di Rotterdam è allenata da un monumento del calcio olandese, ossia Dick Advocaat, allievo di Rinus Michels ed esportatore del 4-3-3 di matrice olandese anche al di fuori dei confini (in particolare come prosecutore del lavoro di Hiddink prima in Corea del Sud e poi in Russia). Pur aderendo alla scuola olandese e pur utilizzando il 4-3-3 Advocaat usa per le sue squadre un atteggiamento meno aggressivo, e questo è visibile nel modo di giocare del suo Feyenoord, con il 4-3-3 che in fase di non possesso di trasforma in un 4-4-2 con Toornstra (una delle mezzali) che si alza a supporto della punta Jorgensen in pressing, mentre gli esterni offensivi compattano la linea di centrocampo.

Fonte Stats WhoScored
L'uomo-chiave del Feyenoord è senza ombra di dubbio il suo capitano: Steven Berghuis, decisamente il dominatore delle statistiche offensive della squadra di Rotterdam con le sue 10 reti, i 6 assist, i 3,9 tiri a partita, i 2,9 passaggi-chiave (ossia i passaggi che portano un compagno al tiro) ed 1,8 dribbling (unica statistica offensiva in cui è battuto da un suo compagno di squadra, ossia Jens Toornstra)

Come si può evincere guardando le statistiche qui a fianco, il Feyenoord, differentemente da molto squadre della Eredivisie ha una età media molto avanzata; sono pochi i giocatori sotto i 23 anni ma tutti sono di buona prospettiva.

Su tutti probabilmente c'è il centrale difensivo argentino Marcos Senesi, migliore in campo nella sfida persa lo scorso weekend contro l'Ajax, dove ha mostrato la capacità di saper gestire bene i duelli con un attaccante di spessore come Haller, ha un ottimo sinistro in fase di impostazione (difatti è il giocatore con il maggior numero di passaggi effettuati a partita, 62,5), una qualità che in un centrale difensivo nel calcio moderno può fare la differenza ad alti livelli; nei duelli in uno contro uno deve ancora migliorare (la finta subita da Gravenberch domenica scorsa ha causato il goal valso la sconfitta finale), tuttavia resta un giocatore da guardare con occhio molto attento.

L'AZ, invece, si presenta al De Kuip reduce da una serie di risultati che le ha permesso di superare un inizio di stagione complesso (causa il COVID che ha complito diversi elementi della rosa) complicato dalla vicenda dell'esonero di Arne Slot, l'uomo che ha plasmato questa squadra fino a renderla un punto di riferimento di costruzione di una squadra utilizzando i giocatori forgiati dal proprio settore giovanile. La panchina è stata affidata a Pascal Jansen, vice dello stesso Slot e rimasto a dare continuità al progetto della squadra che, infatti, dopo un periodo difficile culminato con l'eliminazione dall'Europa League nella nefasta serata di Rijeka, adesso ha ripreso vigore con una serie di 5 vittorie nelle ultime 7 partite che hanno fatto risalire la squadra in classifica, per questo la partita di Rotterdam potrebbe essere la grande chance per l'AZ per portarsi ai confini della zona Champions.

Come Berghuis per il Feyenoord, l'AZ ha un leader tecnico talmente debordante che questa potrebbe essere la sua ultima stagione in Olanda: Teun Koopmeiners sta vivendo la stagione della sua totale e definitiva esplosione: giocatore in grado di garantire qualità della manovra e copertura in fase difensiva in eguale misura, tanto che viene schierato indifferentemente da centrale difensivo o da vertice basso davanti alla difesa, e grazie al piede sinistro che si ritrova ha già messo a segno 11 goal e 4 assist in questa stagione a cui si aggiungono le qualità in impostazione (71 passaggi completati a partita), tutte qualità che le grandi squadre stanno appuntando perché personalmente non vedo squadra in Europa a cui il capitano dell'AZ non possa fare comodo.

 



Nei miei precedenti post avevo segnalato gli altri grandi elementi di prospettiva a disposizione dell'AZ come Stengs e Boadu, a cui quest'anno si sono aggiunti Jesper Karlsson (5 goal, 6 assist, 1,7 passaggi-chiave a partita) e Zakaria Abouklal, giocatore dalla grande tecnica e che esteticamente ruba l'occhio per la capacità di andar via in dribbling nello stretto, forse esagerando a volte nella ricerca della giocata individuale.

Insomma, anche questa sfida mette di fronte due squadre in grado di esprimere un calcio di ottimo livello e, ancora una volta avremo una partita di Eredivisie con talento traboccante da entrambe le parti: la sfida è tra la maggiore esperienza della squadra di Advocaat e la gioventù pronta a salire al potere.

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