Friday, 8 April 2022

West Ham e Lione non sono riuscite a superarsi


Il sorteggio dei quarti di finale dell'Europa League ha messo di fronte West Ham e Lione, un incrocio molto complicato per due formazioni con differenti stili di gioco e che vengono da un approdo a questo punto della competizione frutto di due ottavi di finale parecchio tirati contro Siviglia e Porto, due squadre che non necessitano ulteriori presentazioni sul palcoscenico europeo.

Da una parte la corazzata costruita da David Moyes che unisce giocatori di grande tecnica ad un'ossatura formata da giocatori sottratti al mezzofondo, dall'altra parte i francesi che puntano sulla fisicità nella metà campo difensiva e su un gran numero di giocolieri nella metà campo offensiva.

E' stata una partita prima molto tattica, con entrambe le squadre che hanno cercato di imporre il proprio contesto senza riuscirci e poi una sfida di mosse e contromosse tra i due allenatori dettata dalla prematura espulsione di Cresswell alla fine del primo tempo. Una situazione che giustifica, alla fine, i numeri finali relativi al volume di gioco creato.



LE FORMAZIONI INIZIALI

Le differenti strutture delle due squadre sono già ben riconoscibili dagli undici di partenza: sia Moyes che Bosz schierano le rispettive formazioni con un 4-2-3-1 di partenza, ma con diverse caratteristiche, soprattutto in relazione alle scelte dei giocatori di attacco.


L'allenatore scozzese parte con Antonio riferimento avanzato supportato da un giocatore di gamba come Bowen che parte da destra, mentre Fornals e Benrahma rappresentano il supporto in termini di inventiva. Confermatissima la coppia Rice-Soucek a metà campo, in difesa sono Zouma e Dawson a proteggere la porta di Areola.

Per il Lione, invece, tanta sostanza e tanta fisicità in mezzo al campo con la coppia Thiago Mendes-Ndombele, mentre alle spalle di Dembèlè agiscono tre numeri 10 per caratteristiche come Faivre, Paqueta e Aouar. Tanti muscoli anche in difesa con Boateng e Lukeba coppia centrale e Malo Gusto terzino destro con Emerson Palmieri a sinistra.


DUE MODI DIVERSI DI RISALIRE IL CAMPO

Il West Ham ed il Lione per tutto il primo tempo hanno tentato di giocare la partita basandosi sui propri punti di forza; gli inglesi hanno cercato una risalita del campo più diretta, sfruttando il lavoro di Michail Antonio, la squadra di Bosz, invece, ha cercato di avanzare centralmente cercando di portare più giocatori tra le linee per poi tentare rapide combinazioni.

Il piano A di Moyes era quello di cercare di sfondare sul lato sinistro usando l'asse Cresswell-Benrahma: per creare questo tipo di situazione abbassava in costruzione Rice sul lato di Zouma permettendo al terzino sinistro di salire. In questo esempio sale a destra anche l'altro terzino Fredericks, tuttavia questa opzione è stata messa nel cassetto visto che grazie ai raddoppi di Faivre o Thiago Mendes, ne Benrahma ne Cresswell sono stati in grado di vincere duelli contro Malo Gusto, un classe 2003 che sta mostrando di essere un difensore di altissimo livello al pari del centrale Lukeba, classe 2002. ad ulteriore dimostrazione di cosa è capace di sfornare continuamente il settore giovanile del Lione. 

Ma ovviamente il West Ham ha un piano B di altissimo livello, ossia quello di giocare su Michail Antonio: il centravanti che da questa stagione ha deciso di vestire la maglia della nazionale jamaicana è spesso e volentieri usato come punto di riferimento per una strategia di attacco più diretta. Ovviamente giocare in maniera diretta non significa necessariamente buttare la palla a casaccio in avanti, cosa che nelle discussioni manichee di oggi si sente spesso dire, bensì saltare le linee di pressione avversarie per poi sistemare la squadra in modo tale da essere messa meglio in campo nel terzo di campo avversario. Qui vediamo Soucek che si abbassa per attirare verso di se Ndombele (i due si sono seguiti ed inseguiti a vicenda nel corso della partita in un duello molto appassionante) permettendo a Dawson di avere una traccia diretta in avanti.

Una volta che la palla raggiunge il numero 9 degli Hammers, la struttura della squadra è già pronta a fornire soluzioni: in questo esempio Fornals è pronto a ricevere il passaggio di sponda con una discreta quantità di spazio avanti a se. Tuttavia, nonostante si creassero le giuste condizioni per costruire qualcosa di buono, la forza fisica di Thiago Mendes e dei difensori del Lione ha sempre negato che queste potenziali opportunità si tramutassero in reali situazioni di pericolo. Il dato generale dei duelli difensivi della squadra di Bosz parla chiaro, con quasi tutti i duelli difensivi avvenuti nella fascia centrale del campo vinti.

Il sistema di costruzione del Lione, invece, è abbastanza identitario dello stile di gioco imposto da Peter Bosz: l'azione parte sempre da dietro con la linea difensiva che si dispone in ampiezza ed i due centrocampisti centrali che cercano di disporsi in modo da attirare la pressione avversaria e disordinare lo schieramento avversario. Spesso e volentieri questo modo di impostare il gioco da parte dell'allenatore olandese lo ha portato a rendere le proprie squadre poco verticali rendendo riconoscibili le passmaps delle sue squadre per la marcata propensione della circolazione ad U del pallone tra i quattro difensori. Con l'arrivo di Ndombele a gennaio, tuttavia, il Lione possiede una carta in più per avanzare il campo mediante le conduzioni palla al piede del giocatore cavallo di ritorno nella città dei due fiumi dopo la deludente parentesi al Tottenham (che tuttora ne detiene il cartellino).

L'obbiettivo dei possessi prolungati della squadra francese stava nel cercare, appunto, un varco in cui trovare modo di giocare la palla alle spalle delle linea di centrocampo del West Ham e sfruttare i movimenti in profondità di Dembelè per tenere bloccata la linea difensiva avversaria. Così in fase di sviluppo dell'azione, la zona rifinitura (ossia lo spazio tra difesa e centrocampo avversario) veniva occupata da Faivre e Aouar che si accentravano per poter combinare con Paquetà ed arrivare in porta mediante combinazioni veloci. Il West Ham rispondeva stringendo le due linee per ostacolare queste combinazioni, inoltre la linea difensiva si comportava bene nel tenere Dembèlè lontano dall'area di rigore mediante il lavoro dei due centrali o accompagnando i suoi scatti in profondità per poi lasciarlo andare in fuorigioco; i terzini, invece, stringendo, facevano in modo di aiutare i centrocampisti a contrastare le giocate dei trequartisti del Lione.

LA POSIZIONE DI PAQUETA IL PRINCIPALE ENIGMA PER IL WEST HAM

In una partita in cui le due squadre hanno cercato di affrontarsi a viso aperto ma in cui la fisicità e l''organizzazione difensiva fanno da padrona, è molto probabile che siano le transizioni a decidere l'andamento, ed alla fine un dettaglio in questa fase di gioco ha permesso al Lione di trovare il modo di inclinare la partita dalla propria parte. Questa mossa è stata la posizione di Paqueta tra le linee.

Quando il Lione si abbassava in fase di non possesso, il suo schieramento era un 4-4-1-1 in cui il brasiliano ex Milan si posizionava tra i centrocampisti e Dembèlè, una situzione che, in caso di palla recuperata, lo rendeva il primo riferimento in caso di transizione sfruttando quella posizione come smarcamento preventivo tra centrocampo e difesa del West Ham.

Questa situazione si è più volte proposta nel corso del primo tempo ed è stata l'origine delle situazioni potenzialmente più pericolose a favore della squadra di Bosz. Qui troviamo un esempio, con Soucek che essendo avanzato lascia uno spazio in cui il brasiliano va a posizionarsi preventivamente, così su una palla recuperata dai suoi compagni può ricevere un pallone con tanto spazio davanti per poter servire in verticale Dembèlé, l'azione sarà sventata da un'uscita tempestiva di Areola. E proprio il posizionamento alle spalle dei centrocampisti di un trequartista porterà alla situazione che ha delineato il contesto nel secondo tempo, ossia l'espulsione di Cresswell: una ricezione questa volta di Aouar in zona rifinitura permette al Lione di mandare in profondità il proprio centravanti che viene fermato dal terzino sinistro del West Ham con un fallo degno di cartellino rosso diretto secondo il direttore di gara. Che si sia d'accordo o meno con la scelta dell'arbitro, nel secondo tempo Moyes deve trovare delle soluzioni alternative.

LE MOSSE DEL SECONDO TEMPO

Con il West Ham in dieci uomini la scelta di Moyes è stata quella di abbassarsi fino al limite della propria area di rigore, compattare le linee di difesa e centrocampo per non permettere ricezioni ai trequartisti e costringere il Lione ad andare esternamente a cercare cross fagocitati dai centrali difensivi.

Ecco la situazione standard della prima fase del primo tempo: Moyes fa entrare Johnson al posto di Benrahma per coprire il buco lasciato dall'uscita di Cresswell ed in questa maniera isola Antonio davanti non potendo più connettersi con Fornals dirottato sull'ala sinistra. Il West Ham si abbassa fino al limite della propria area stringendosi e compattandosi ulteriormente rispetto al primo tempo. Volutamente la squadra di casa concede al Lione esclusivamente le vie esterne, costringendo i francesi a cercare la via del cross come unica soluzione per rifinire l'azione, senza successo viste le abilità sui palloni alti della squadra di Moyes.

La contromossa di Bosz è arrivata dopo il goal del West Ham (giunto su due errori individuali in impostazione da parte del Lione), con l'ingresso di Tetè e Toko-Ekambi in modo da avere giocatori adatti a sfruttare al meglio quell'ampiezza concessa dalle scelte di Moyes. Ed è stata proprio una giocata dell'ex giocatore dello Shakhtar a creare il panico nella difesa degli Hammers con un cross teso che Fredericks non è risucito a gestire permettendo a Ndombele di trovare una facile conclusione a rete. Nell'azione del goal del pareggio è evidente l'importanza del dribbling di Tetè che gli permette di giocare il pallone alle spalle della linea difensiva del West Ham che, quindi, ha difficoltà ad assorbire l'inserimento di Ndombele che sfrutta la situazione per depositare in rete. 

CONCLUSIONI

West Ham e Lione sono entrate in campo con l'obiettivo di giocarsi le proprie possibilità di vittoria usando i rispettivi punti di forza, tuttavia per buona parte del match, seppur riconoscibili, queste trame non sono state in grado di superare le disposizioni difensive avversarie. Per questo motivo lo 0-0 dell'intervallo è stato specchio di quanto sopra.

Per cui in situazioni così equilibrate serve una situazione specifica per sbloccare l'empasse e sicuramente l'espulsione di Cresswell ha cambiato i piani delle due squadre, soprattutto quelli del West Ham che a quel punto si è affidata in toto alla propria solidità difensiva per rinviare il discorso qualificazione riuscendoci.

Per il Lione, invece, restano le buone impressioni destate dal piano gara voluto da Bosz e la mossa di lasciare Paqueta alle spalle dei centrocampisti in fase di non possesso si è rivelata la mossa tattica migliore della partita. Inoltre il tecnico olandese è stato anche bravo a sfruttare le risorse presenti in panchina per risolvere il quesito tattico impostogli da Moyes nel secondo tempo. 

Al ritorno vedremo sicuramente un'altra gara molto equilibrata in cui vedremo nuovamente scontrarsi gli stili di questi due allenatori, ed ancora una volta servirà un dribbling riuscito o un errore individuale a decidere la partita. 

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