venerdì 7 febbraio 2020

Cosa vedere nel weekend #17



E' di nuovo venerdì, ed un nuovo weekend è all'orizzonte, come al solito abbiamo scelto le partite più interessanti da seguire in un weekend che sarà comunque pieno di eventi importanti come il derby di Milano, la sfida al vertice in Bundesliga tra il Bayern Monaco ed il Lipsia ed anche la seconda giornata del 6 nazioni di rugby, a cui dedicheremo spazio nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Nelle mie gare consigliate per questo weekend ci sono spunti di interesse anche per i tifosi di Napoli e Juventus in quanto questo weekend ci darà informazioni importanti sullo stato di salute delle loro avversarie europee, ossia il Barcellona ed il Lione.

SERIE A

Dopo che la 22° giornata ha confermato le distanze tra le prime tre in classifica, il weekend prevede impegni tutt'altro che banali per le prime della classe con la Juve alle prese con la trasferta di Verona, contro una squadra di cui abbiamo già tessuto le lodi la scorsa settimana, l'Inter alle prese con il derby della Madonnina contro un Milan che ha voglia di trovare una vittoria per dare lustro alla stagione, la Lazio, invece, è impegnata a Parma, squadra sempre capace di far giocare male i propri avversari. Il mio consiglio per il weekend, invece, è la sfida di Firenze tra la squadra di Iachini e l'Atalanta di Gasperini.

FIORENTINA-ATALANTA (SABATO ORE 15)


La sfida dell' Artemio Franchi apre la serie di anticipi del sabato nel remake della sfida che in Coppa Italia ha visto prevalere la formazione di Iachini. La squadra viola ha approfittato della pausa natalizia per cambiare la propria guida tecnica, la fatica di Montella nel costruire un sistema basato sul possesso palla e sulla tecnica ha funzionato fino al momento dell'infortunio di Ribery, poi l'uscita di scena del francese ha tolto imprevedibilità al gioco della squadra mettendo a nudo l'assenza di soluzioni alternative del tecnico campano che ha pagato queste sue mancanze con l'esonero. Al posto di Montella la società viola ha chiamato Beppe Iachini, simbolo della Fiorentina da calciatore a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, alla sua prima esperienza su una panchina di un certo livello in serie A dopo aver costruito la propria carriera tra promozioni in serie A (Chievo, Sampdoria e Palermo) e poi come "aggiustatore" di squadre in lotta per la salvezza (lo stesso Palermo ed il Sassuolo del post Di Francesco, meno successo ad Udine ed Empoli dove non ha potuto terminare il suo lavoro), questo tramite ad un approccio basato sulla rinuncia al possesso palla ed affidandosi molto al fattore agonistico rispetto a quello tecnico; negli ultimi anni il suo modulo di riferimento è diventato il 3-5-2 che diventa 5-3-2 in fase di non possesso, non si è smentito nel corso di questo primo mese a Firenze dove ha tolto dal centrocampo Badelj, il metronomo designato da Montella, per inserire al suo posto Benassi, a sua volta escluso dalla gestione Montella, il tutto per avere più gamba a centrocampo.

I numeri evidenziano il cambio di rotta a livello tattico, i dati maggiormente esemplificativi sono quelli relativi all'indice PPDA, acronimo di Passes Per Defensive Action, ossia misura quanti passaggi una squadra concede prima di porre in essere un'azione difensiva (intercetto, contrasto, rinvio), un dato che indica il livello di aggressività di una squadra, dove un indice basso indica un tentativo di andare a prendere il pallone più in alto, mentre un indice molto alto sta a significare che la squadra preferisce andare a contendere il pallone solo in un secondo momento, magari solo dopo che l'avversario supera la metà campo.
Da un confronto dei dati sul PPDA sotto la gestione Montella e sotto la gestione Iachini emerge chiaramente come il tecnico marchigiano abbia scelto un approccio decisamente conservativo, di fatto la Fiorentina di Iachini è riconoscibile per un baricentro molto basso e per concedere il possesso all'avversario (anche contro squadre come Spal e Genoa contro le quali ci si aspettava i viola prendessero l'iniziativa), lasciando la fase offensiva alle folate degli esterni Lirola e Dalbert ed agli scatti di Chiesa, nonché alla pericolosità sui calci piazzati (5,2 conclusioni a partita di media secondo i dati elaborati da Between The Posts, che la pongono al terzo posto in serie A in questa statistica).

Riguardo la squadra di Gasperini, invece, ne abbiamo già spese tante di parole, guardare una partita dell'Atalanta è una continua emozione data dal ritmo che la squadra riesce sempre ad imprimere sul terreno di gioco con il sistema di pressione orientato sull'uomo che tanti dividendi sta pagando in questi anni, sicuramente maggiori rispetto ai rischi che la squadra corre con un sistema così aggressivo. Se guardiamo ai numeri presi in termini assoluti, l'Atalanta ha il miglior attacco del campionato (59 reti realizzate), è la squadra che va maggiormente al tiro (19,7 tiri a partita che generano un valore di xG, secondo il modello Between The Posts, pari a 2,28 goal a partita), ma allo stesso tempo subisce meno tiri a partita di tutti, escluso la Roma (10,9 contro i 10,7 dei giallorossi) con un valore di xG subiti a partita pari a 0,95 (l'unica squadra migliore in questo dato è l'Inter con 0,85); tutti questi numeri, tuttavia, dovrebbero meritare una classifica migliore rispetto al comunque ottimo quarto posto a pari merito con la Roma che si presenterà, tra l'altro, a Bergamo la prossima settimana; nelle ultime due partite interne contro Spal e Genoa la squadra di Gasperini ha raccolto solamente un punto, a questo si aggiunge la sconfitta subita proprio contro la Fiorentina nel match di Coppa Italia, questo è determinato dal fatto che, pur producendo grandi numeri in termini di dominio, il sistema voluto dal tecnico piemontese comporta degli aspetti negativi che, seppur messi in preventivo, a volte costano il risultato, ed è così che un sistema basato sulla pressione uomo contro uomo ed aggressione alta richiede una concentrazione fisica e mentale per tutti i 90', per cui basta solo un momento di distrazione o una scalata difensiva non effettuata con i tempi giusti a far crollare il castello.

Il dato sui tiri concessi a Spal e Genoa nelle partite incriminate sono esemplificativi: il dominio dell'Atalanta si evince dai pochi tiri concessi agli avversari in termini quantitativi, tuttavia, specie contro il Genoa, i tiri concessi arrivano da posizioni molto favorevoli; la partita di Coppa Italia ci ha mostrato, inoltre, come lo schieramento basso voluto da Iachini costringe l'Atalanta a lasciare molto spazio alle spalle dei propri difensori, una situazione in cui un giocatore dalle caratteristiche di Federico Chiesa può andare a nozze, per cui dato il precedente di poche settimane fa, vedremo se Gasperini sarà in grado di trovare le giuste contromosse e lanciare un segnale importante per la volata Champions; per la Fiorentina, invece, c'è da valutare quale impatto ha lasciato sulla squadra la doppia sconfitta contro Inter e Juventus, le prime due della gestione Iachini, un altro risultato negativo deve portare a delle riflessioni sullo sviluppo che il tecnico marchigiano deve dare al proprio progetto tecnico, anche in virtù degli obiettivi ambiziosi che la società ha in prospettiva.

PREMIER LEAGUE

Per la prima volta nella storia la Premier League viene parzialmente incontro alle esigenze di una pausa invernale decidendo di suddividere la 26° giornata in due weekend per permettere ai club di gestire i carichi di lavoro in vista della fase finale della stagione a cui seguirà anche il campionato europeo, dove l'Inghilterra vuole avere un ruolo da protagonista. In questo weekend delle big scende in campo il solo Manchester City che affronta all'Etihad il West Ham che, a differenza della previsioni della vigilia, si trova clamorosamente a lottare per la salvezza; il nostro consiglio per il weekend, invece, è la sfida di Goodison Park, dove l'Everton di Ancelotti vuole continuare la propria risalita affrontando il Crystal Palace di Roy Hodgson.

EVERTON-CRYSTAL PALACE (SABATO ORE 13,30)


Ancelotti sta provando a ricostruire la stagione dell'Everton dopo le difficoltà della gestione Silva, già durante l'interregno di Duncan Ferguson la strada per la risalita era stata tracciata da un 4-4-2 molto diretto, con Calvert-Lewin target principale della manovra offensiva e con i centrocampisti ad aggredire le seconde palle; Ancelotti ha ereditato questo approccio ed ha iniziato a modellarlo unendo fasi di gestione del possesso a fasi di gioco diretto, utilizzando il lavoro degli esterni difensivi per dare ampiezza e quello degli esterni offensivi per riempire le zone centrali del campo (compito in cui si stanno mostrando a loro agio Walcott e Iwobi).

Questo mix tra semplificazione della strategia di gioco ed assegnazione di compiti che meglio si adattano alle caratteristiche degli uomini a sua disposizione, ha permesso ai Toffees di risalire la classifica; dati alla mano, dal momento dell'arrivo di Ancelotti sulla panchina, l'Everton sarebbe al secondo posto in classifica alle spalle solamente dei loro cugini marziani; la vittoria in rimonta ottenuta a Watford lo scorso sabato ha portato una grande iniezione di autostima non solo a livello di credibilità tattica della squadra ma anche e soprattutto a livello di tenuta e forza mentale da parte della squadra, un elemento su cui evidentemente il tecnico di Reggiolo ha lavorato molto bene in questo primo mese sulla panchina royal blue. Con questo andamento è evidente che dalle parti di Goodison Park si crede fortemente nella possibilità di giocarsi l'accesso ad un posto in Europa, tuttavia il test di domani contro il Crystal Palace ci darà risposte più concrete sulla continuità del lavoro del tecnico italiano.

Riguardo il Crystal Palace, è abbastanza condiviso il pensiero che si tratti di una squadra che fa della solidità il proprio marchio di fabbrica, lo si evince dal dato sugli xG prodotti (penultimo nei principali modelli di xG disponibili, solo il Newcastle ha numeri maggiori), dal dato sul PPDA (penultimo, sempre davanti al Newcastle, abbondantemente staccato) e dei tiri effettuati (ultimo posto con 9,4 tiri di media effettuati) sa cui si evince che si tratta di una squadra che ama lasciare il possesso agli avversari (46,4% il possesso palla medio) per poi aggredire quando riesce a portare il possesso avversario sugli esterni o in zone dove la pressione può essere esercitata senza scoprirsi eccessivamente.

Dalla mappa degli interventi difensivi del Palace si evince con maggiore chiarezza quali sono le zone di campo dove la squadra di Hodgson cerca di dare inizio alla pressione, approccio che non cambia sia in trasferta sul campo del City così come in casa contro lo Sheffield United, un approccio che infatti raccoglie i propri dividendi quando ben eseguito (vedi i 4 punti raccolti nelle due trasferte a Manchester) ma che fa andare la squadra in apnea quando trova di fronte avversari che scavalcano la pressione per andare a giocare sulle seconde palle (vedi ultime due sconfitte interne consecutive contro Southampton e Sheffield United, due squadre molto abili ad eseguire questo tipo di strategia), inoltre una volta che la squadra è in possesso palla, l'unica fonte di gioco sono i dribbling di Zaha (125 dribbling risuciti su 196 tentati, l'unico in Premier che si avvicina a quei livelli è Adama Traorè con 112 su 150). Per l'Everton dunque un test più che probante per misurare i progressi e potersi ufficialmente iscrivere alla corsa per l'Europa.


LIGA


Il campionato spagnolo arriva alla giornata numero 23, con Real e Barcellona che si sono isolate la davanti e che si giocheranno il titolo, ammesso che qualcuno riesca a fermare la corsa del Real, che sembra imbattibile in questo periodo, e con il Barcellona che dovrà dimostrare di poter portare avanti i principi di gioco di Setien anche fuori dal Camp Nou. Alle spalle delle due grandi di Spagna si è accesa, invece, una bellissima lotta per gli altri due posti in Champions, al momento occupati dal Siviglia e dal Getafe, che non possiamo più considerare come una sorpresa, ed a cui sono iscritte a pieno merito anche Valencia e Villarreal, mentre ci si trova invischiato l'Atletico Madrid, a secco di goal da 3 partite e che deve riprendere a correre, anche in vista dell'imminente ottavo di Champions contro il Liverpool. La mia scelta per questo weekend è la sfida del Benito Villamarin di Siviglia dove il Barcellona fa visita al Betis, per un ritorno nella tana dei bianco-verdi di Quique Setien.

BETIS-BARCELLONA (DOMENICA ORE 21)


Il 2020 del Barcellona è l'anno del ritorno della società ai suoi principi storici basati su un calcio di possesso dopo la parentesi Valverde che aveva spostato la strategia societaria più sui risultati di breve periodo che sull'apertura di un ciclo fondato sui giocatori provenienti dalla Cantera, strategia che aveva pagato i dividendi in campionato con le due vittorie consecutive della Liga ma che lasciava a desiderare in campo europeo, con le clamorose eliminazioni nel 2018 e nel 2019 contro Roma e Liverpool da una posizione di tre goal di vantaggio. Con l'arrivo di Setien in panchina la società catalana decide di tornare ai dettami del gioco di posizione e della filosofia cruyffiana, parte del DNA del club su cui si fonda storicamente non solo la prima squadra ma tutto il settore giovanile.

La partenza dell'avventura di Setien è stata scandita, per il momento, prevalentemente da cattive notizie, partendo dall'infortunio di Suarez e l'ennesimo stop di Ousmane Dembele, passando dalla sconfitta di Valencia nell'unica gara esterna giocata in campionato fino ad arrivare alle polemiche a mezzo stampa tra Abidal e Messi. A livello di campo, invece, il tecnico cantabro ha subito impostato un regime basato sul possesso palla e sulla creazione di rombi per far progredire il pallone, una mossa che da un lato ha consentito al Barça di avere percentuali di possesso palla mostruosi (in queste prime tre partite pari al 75% di media) ma allo stesso tempo la disposizione in campo degli interpreti ha portato a delle difficoltà evidenti nel portare la palla in zone pericolose di campo.

L'analisi statistica delle prime tre partite di Setien alla guida del Barcellona ci da importanti indicazioni su come si sia evoluta la squadra nelle ultime settimane:

 

Nella partita contro il Granada il dominio del possesso ristagnava a centrocampo, questo a causa dello schieramento basso ed attendista della formazione andalusa ed anche dalla disposizione voluta da Setien, con Sergi Roberto schierato come centrale di destra in una difesa a 3, l'ampiezza era data da Jordi Alba a sinistra e Ansu Fati a destra, con un centrocampo formato da Busquets, Rakitic e Vidal e Messi e Griezmann in attacco, tuttavia la posizione esterna di Fati e la continua necessità di movimenti a venire incontro dei due attaccanti per consolidare il possesso hanno tolto profondità al gioco, per cui le uniche soluzioni possibili al tiro erano quelle di riesumare le sovrapposizioni degli esterni per giocare la palla indietro per le esecuzioni di Messi, soluzione già molto cara a Valverde, per cui il dato relativo all'80% di possesso palla va tarato anche sul fatto che quasi la metà di questo possesso è avvenuto a metà campo ed ha portato a soli 6 tiri nello specchio e 18 tiri complessivi che hanno generato 1,9 xG (modello StatsBomb).

Lo schieramento non è cambiato nella trasferta di Valencia, con Setien che schiera a centrocampo contemporaneamente Busquets, De Jong ed Arthur,  tutti portatori di palla che generano un 74% di possesso palla più che sterile vista l'assenza di giocatori in grado di dare profondità, il Valencia ha gioco facile a tenere lontano i blaugrana dalla propria area di rigore e finisce grazie alle ripartenze a bucare la linea difensiva del Barça dove si evidenziano i limiti difensivi di Sergio Roberto.

La partita contro il Levante, quindi, ha rappresentato, dunque, la partita in cui Setien ha posto in essere i suoi primi aggiustamenti, con il ritorno al 4-3-3 con Semedo ed Alba sugli esterni e con Fati che torna a giocare in avanti con il compito di dare quella profondità mancata nelle partite precedenti; la mossa, complice un atteggiamento diverso dell'avversario rispetto ai precedenti, ha permesso ai catalani di risalire il campo in maniera più fluida ed arrivare a ridosso dell'area avversaria con più uomini (il 39% del gioco speso a centrocampo ed il 38% speso nella trequarti avversaria mostrano come lo schieramento abbia funzionato a dovere) e di essere quindi più pericolosa (9 tiri nello specchio e 3,3 xG prodotti), lato negativo di questo cambio di schieramento è dato dalle difficoltà nei meccanismi di recupero palla con un PPDA che supera i 10 passaggi decisamente al di sotto degli 8 passaggi in media concessi.

Domenica sera, dunque, arriva la prima verifica da non sbagliare per Quique Setien, e l'esame arriva dalla squadra che nelle ultime due stagioni lo ha lanciato alla ribalta; il Betis con Setien in panchina ha ritrovato l'Europa due anni fa ed un'identità di gioco altamente propositiva che il nuovo tecnico Rubi ha deciso di non rivoluzionare. Del Betis ci eravamo occupati qualche settimana fa indicando come l'ex tecnico dell'Espanyol stesse cercando un assetto definitivo per la squadra che sembra aver trovato con il passaggio al 4-1-4-1 con la difesa protetta dalla presenza di un uomo davanti alla linea  difensiva (ruolo sulla carta assegnato a William Carvalho ma assente da ottobre per infortunio, per cui nel ruolo si alternano Edgar Gonzalez o Marc Bartra), il che permette a Guardado e Canales di cercare la posizione migliore a centrocampo ed assistere al meglio la punta centrale con l'ausilio di Joaquin e Fekir dagli esterni.

Dal momento in cui Rubi è passato al 4-1-4-1 il rendimento della squadra betica si è allineato alle aspettative derivanti dal talento presente nella squadra, con un rendimento offensivo di altissimo livello ed una differenza tra xG realizzati e subiti (+4,02, dato Understat) migliore rispetto alle squadre aventi le sue stesse ambizioni, mentre a risaltare a livello statistico è il dato relativo alla pressione in fase di non possesso, con un PPDA pari a 7,75, dato superiore solamente a Siviglia e Real Sociedad in questo periodo. Su questo aspetto Rubi ha fatto un lavoro importante sotto questo aspetto smussando qualche angolo rispetto all'approccio ereditato da Setien, ora la squadra alterna fasi di pressing alto a fasi in cui tiene le linee dietro la metà campo per mantenersi corta e creare spazio alle spalle dell'avversario da aggredire una volta riconquistata la palla, una situazione che sembra essere il tallone d'Achille del Barça in questa stagione, dunque la sfida del Benito Villamarin si deciderà in questo tipo di situazione, per cui sarà qui che dovrà essere valutato il lavoro svolto da Setien e lo state dell'arte del suo processo di ricostruzione dell'identità blaugrana, un processo che in settimana ha subito una nuova battuta l'arresto a causa dell'eliminazione subita in Copa del Rey per mano dell'Atletico Bilbao.


BUNDESLIGA

Il girone di ritorno del campionato tedesco è iniziato con Bayern e Borussia Dortmund a riprendersi il centro della scena con le tre vittorie consecutive e la valanga di reti realizzate, mentre le protagoniste del girone d'andata Lipsia e Moenchengladbach hanno lasciato qualche punto di troppo per strada, complice un calendario meno semplice e qualche difficoltà di troppo che sta emergendo; quanto accaduto rende gli scenari ancora più interessanti in classifica, con le prime 4 squadre divise da 3 punti, a questo si aggiunge un programma della 21° giornata che metterà di fronte 4 delle prime 5 in classifica, con il solo Borussia Moenchengladbach impegnato contro il Colonia, in uno dei tanti derby renani, match comunque non comodo considerando l'ottimo momento di forma della squadra allenata da Gisdol. Avendo già analizzato Lipsia e Borussia Moenchengladbach la scorsa settimana, il big match che scegliamo di seguire in questo weekend (fermo restando che Bayern-Lipsia sarà una partita da non perdere) è quello della Bayarena tra il Leverkusen ed il Borussia Dortmund.

BAYER LEVERKUSEN- BORUSSIA DORTMUND (SABATO ORE 18.30)


A Leverkusen si affrontano due squadre dai principi di gioco non troppo dissimili tra di loro, ossia due squadre che basano la propria strategia sul possesso palla (seconda e terza squadra per possesso palla) ma con sfumature diverse nel tentativo di recuperare il pallone, molto più aggressivo quello del Leverkusen (PPDA 7,29), meno spregiudicato quello del Dortmund (PPDA 10,92).


Le statistiche sulle zone di gioco del pallone dimostrano come entrambe le squadre amano giocare il pallone da dietro, con il Dortmund che riesce a superare la metà campo con meno difficoltà rispetto al Leverkusen; la statistica sulla distribuzione del gioco in larghezza dimostra, invece, come entrambe le squadre preferiscano orientare i propri attacchi dalle corsie esterne. 

Il Leverkusen mostra una preferenza per il lato destro del campo che è la zona dove tendono ad agire Bellarabi ed Havertz, ossia i giocatori chiamati a rifinire il possesso palla della squadra di Bosz; dall'altra parte, invece, la distribuzione del gioco è equamente ripartita tra le due fasce, un approccio che si è ulteriormente rafforzato con la decisione di Favre di passare al 3-4-3, ragion per la quale il ruolo di Hakimi a destra e Guerreiro a sinistra è indispensabile per far progredire la manovra.

All'andata il Dortmund fece a fettine il Leverkusen grazie ad una tattica di gara attendista che le permettesse di lanciare le sue bocche da fuoco in contropiede, allora al centro dell'attacco del Dortmund c'era Paco Alcacer, oggi c'è il fenomeno del momento, ossia Erling Håland, a segno 7 volte nelle sue prime tre presenze in Bundesliga e nuovo target per gli assist di Jadon Sancho, arrivato a 12 goal e 12 assist in questa stagione; dunque sabato capiremo se Bosz avrà assimilato la lezione dell'andata e soprattutto se il nuovo vestito voluto da Favre per il suo Borussia reggerà all'impatto con una squadra dal livello superiore rispetto a quelle affrontate in questo inizio di 2020.




LIGUE 1

Il campionato francese ritorna in campo per la terza volta in una settimana dopo che il turno infrasettimanale ha aperto scenari interessanti per la lotta al terzo posto disponibile per l'accesso alla Champions con Rennes e Lille divise da 3 punti ed una classifica cortissima alle loro spalle, con il quinto posto del Montpellier ed il quindicesimo posto del Saint Etienne distanti appena 6 punti. Chi della classifica corta non ha da preoccuparsi è ovviamente il PSG che, dall'alto dei suoi 12 punti di vantaggio sul Marsiglia secondo, affronta in casa il Lione di Rudi Garcia, alle prese con una stagione complicatissima a cui non sembra in grado di dare la svolta.


PSG-LIONE (DOMENICA ORE 21)


La sfida del Parco dei Principi chiude il programma della giornata di campionato con lo scontro tra le squadre delle città più importanti di Francia; le due squadre sono distanti 25 punti, un margine che il Lione pensava di poter ridurre ad inizio stagione con la scelta di mettere alla direzione sportiva della società la vecchia gloria Juninho Pernambucano che ha scelto di affidare la panchina a Silvinho e passare al gioco di posizione, una scelta che, dopo le ottime premesse delle prime giornate di campionato, è naufragata dopo poche settimane portando la società a ripiegare sull'esperienza di Rudi Garcia.

Il campionato per il PSG è ormai diventato un laboratorio per Tuchel per far trovare alla sua squadra gli equilibri necessari ad affrontare al meglio la fase ad eliminazione diretta della prossima Champions League e la soluzione sembra essere giunta grazie all'approdo ad un 4-4-2 di base molto offensivo che può trasformarsi in un 4-2-4 o in un 4-2-2-2 a seconda delle situazioni di gioco; questo sistema permette a Tuchel di schierare insieme Neymar, Mbappe, Icardi e Di Maria, con quest'ultimo che finalmente ha ritrovato in questa stagione la continuità di rendimento che nel 2014 lo hanno portato a candidarsi al Pallone d'Oro dopo aver trascinato il Real Madrid a vincere la decima Coppa dei Campioni e l'Argentina fino alla finale mondiale del Maracanà.

Le statistiche elaborate da Soccerment mostrano il rendimento del "Fideo" in questa stagione, i numeri da top player li vediamo nelle statistiche inerenti la fase di rifinitura con una media di 3,4 passaggi chiave a partita ed una media di 0,54 expected assist a partita che si trasforma in 0,52 assist effettuati, tutti dati che lo vedono al top anche in confronto con giocatori i cui volumi in rifinitura sono simili, per citarne alcuni Papu Gomez, Ilicic e Jadon Sancho. Con la Ligue 1 in tasca, il PSG spera fortemente nell'impatto di Di Maria per poter fare il salto di qualità in Champions ormai atteso da diversi anni, i numeri promettono bene.




Con Neymar assente per infortunio (seppur al suo posto Tuchel schiererà Sarabia. giocatore su cui l'allenatore tedesco fa molto affidamento) la centralità di Di Maria nel gioco del PSG sarà maggiore, per cui siamo certi che Rudi Garcia dovrà studiare un piano per limitarlo, probabilmente inserendo costruendo una catena difensiva sul lato sinistro difensivo capace di limitare le giocate dell'argentino; a tal scopo sarà importante per il Lione il ritorno di Marçal, assente nel turno infrasettimanale contro l'Amiens in quanto squalificato; il brasiliano è il migliore dei suoi per statistiche difensive per intercetti (2,6 a partita) e contrasti riusciti (3,7 a partita), a dimostrazione di un atteggiamento molto aggressivo (che gli è costato anche due cartellini rossi in questa stagione) che renderà il suo duello con Di Maria molto interessante.

Ovviamente il duello Di Maria-Marçal non è l'unico spunto di interesse della partita, Rudi Garcia dopo alcuni miglioramenti dati alla squadra nelle settimane successive al suo arrivo, ha dovuto fronteggiare nuove difficoltà, in particolare gli infortuni di Depay e Reine-Adelaide (i migliori per dribbling riusciti del Lione fino al loro infortunio, rispettivamente 2 e 2,5 dribbling/partita) che lo hanno costretto a rivedere i meccanismi della sua squadra ed anche degli uomini da utilizzare dando maggiore spazio ai giovanissimi Caqueret e Cherki per cercare di avere diverse soluzioni per sfondare le linee difensive avversarie per vie centrali (assieme ad Aouar, 2,8 dribbling a partita).

Inoltre la sfida di Parigi sarà da considerare come una prova generale per il Lione in vista dell'ottavo di finale contro la Juventus e capire se gli aggiustamenti in termini di uomini e strategia saranno sufficienti a mettere i bastoni tra le ruote di squadre con maggiori risorse tecniche e permettere alla società di incrementare il valore dei suoi giovani per continuare ad alimentare la crescita economica del club e poter realizzare la grande strategia di fronteggiare ad armi pari il PSG a livello economico. L'età media dei giocatori schierati dal Lione in questa stagione è la terza più giovane alle spalle solo di Nizza e Lille, anche loro con proprietà che intendono portare avanti la stessa strategia per colmare nel lungo periodo il gap economico con il PSG.

COSA ALTRO VEDERE?

PORTO-BENFICA (SABATO ORE 21.30)


In Portogallo va di scena il grande classico tra il  Porto ed il Benfica allo stadio Dragao, è la sfida tra le prime due in classifica ed è l'unica chance, probabilmente, nelle mani di Sergio Conceiçao per riaprire il campionato, visto che la sua squadra è distante 7 punti rispetto alle aquile, le quali stanno dominando il campionato grazie alle 18 vittorie in 19 partite, con l'unica sconfitta arrivata proprio nella gara d'andata. A livello di rendimento, tuttavia, le distanze non sono così ampie, come d'altronde dimostrato dalla gara d'andata, a livello tecnico/tattico le due squadre hanno poche differenze, il che potrebbe rendere questa partita una sfida di duelli individuali anziché di strategie di squadra.

Il Benfica fa molto affidamento sulla tecnica dei propri giocatori principali, cossi Pizzi e Cervi, i quali giocano esterni nel 4-4-2 di Bruno Lage con il compito di accentrarsi ed associarsi con le punte Rafa Silva e Carlos Vinicius, lo sfogo sugli esterni è dato dai terzini Andre Almeida a destra e, soprattutto, Grimaldo a sinistra, la difesa è supportata dal lavoro della coppia di mediani davanti alla difesa, ruolo in cui il Benfica ha deciso di rimediare alla partenza di Gedson Fernandes direzione Tottenham con l'acquisto di Julian Weigl dal Borussia Dortmund, giocatore che aggiunge anche pulizia all'uscita palla. 

Stesso canovaccio tattico per il Porto di Conceiçao, anch'esso basato su un 4-4-2, tuttavia le assenze nelle ultime settimane e la flessibilità del tecnico rispetto allo schieramento avversario lo porta alcune volte a modificare lo schieramento, come avvenuto la scorsa settimana a Setubal dove si è schierato con il 4-3-3. In fase di possesso il gioco parte dai due centrali con Danilo Pereira a supporto, subito dopo si cerca la verticalizzazione per vie centrali con "Tecatito" Corona che da ampiezza a destra (partendo da esterno basso o da ala) ed Otavio che si accentra (partendo da destra o sinistra, dipende dallo schieramento proposto da Conceiçao) per associarsi con le due punte Marega e Tuquinho Soares, l'ampiezza a sinistra è data dall'ex interista Alex Telles che, in questa stagione, ha al suo attivo 6 goal e 5 assist.

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